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Autore: Angie_Dreyar    09/12/2021    3 recensioni
Laxus camminò sotto la pioggia, amando la sensazione dell’acqua tra i capelli e dei fulmini che formicolavano in cielo. Continuava a rigirare la scatolina tra le dita, all’interno della tasca del cappotto.
[Brotp Juvia-Laxus, Fraxus, Gruvia]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fried/Laxus, Gray/Juvia, Lluvia, Luxus Dreher
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Non so esattamente cosa conta come spoiler ma questa storia è ambientata durante la 100 Years Quest, dopo il capitolo 91 (comunque non ci sono grandi spoiler). C’è anche un piccolo dettaglio di mia fantasia, cioè che Laxus è il Master di Fairy Tail.

 
Rain and lightning
 
Continuava a rigirarsi la scatolina tra le dita, incapace ad aprirla e a rivelare il suo contenuto. Gliel’aveva data Freed prima di partire per una missione, subito dopo avergli dichiarato i suoi sentimenti, e Laxus non era ancora riuscito a sfilare il fiocco e vedere cosa l’amico gli aveva regalato.
Amico, perché per ora non poteva dire altro. Amico, perché nonostante Freed si fosse dichiarato, Laxus non era riuscito a spiccicare parola, colto alla sprovvista. Non che non avesse saputo dei sentimenti di Freed, l’amico aveva sempre lanciato molti suggerimenti. Laxus però aveva sempre deciso di fingere di non sapere, un po’ per i sentimenti che gli causavano sempre un grande sconvolgimento allo stomaco, un po’ per la paura ad ammettere chi realmente era.
Paura, Laxus voleva prendersi a pugni da solo. Era un mago di classe S, un Dragon Slayer, faceva parte dei maghi santi, ora era anche Master di Fairy Tail e aveva paura di ammettere… cosa? Che era innamorato di un ragazzo? Era patetico.
 
Laxus camminò sotto la pioggia, amando la sensazione dell’acqua tra i capelli e dei fulmini che formicolavano in cielo. Continuava a rigirare la scatolina tra le dita, all’interno della tasca del cappotto. Non voleva aprirla, perché sapeva che Freed gli aveva regalato qualcosa per dimostrare il suo amore. Glielo aveva detto, era stato chiaro come solo lui poteva essere. Solo ripensare a quel momento faceva contorcere lo stomaco a Laxus.
 
 
«Sono innamorato di te» disse Freed e Laxus quasi rovesciò il piatto che stava appoggiando nel lavello. Lentamente e con gli occhi sgranati si voltò verso l’amico, che lo stava aiutando a sparecchiare. Freed aveva le guance leggermente rosse ma uno sguardo deciso sul volto. Coraggioso e orgoglioso come poche persone che Laxus conosceva.
Laxus rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Improvvisamente si sentiva piccolo, tanto piccolo e tanto spaventato da far male. Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma la gola era completamente secca e la paura di rivelare qualcosa ad alta voce gli riempiva le viscere. Freed poggiò il piatto nel lavello e sorrise leggermente, il rossore era già sparito.
«So che non potresti mai ricambiarmi, volevo solo dirtelo».
Laxus continuò a restare in silenzio. Voleva ribattere, dire che non era vero, che si stava sbagliando, ma non riusciva a trovare le parole per farlo. Perché Fried era così tranquillo e lui così a disagio? In fin dei conti era Fried che si stava dichiarando, avrebbe dovuto essere il contrario.
«Non serve che mi rispondi, Laxus. Questo è qualcosa che faccio per me, è solo… un peso che volevo togliermi da un po’» ammise Freed e corrugò la fronte. «Non voglio davvero metterti a disagio, so che non mi ricambi e va bene così».
Come al solito Freed si preoccupava per lui. Laxus voleva tirarsi un pugno da solo. Deglutì nervosamente e voltò gli occhi verso la finestra della cucina, non sopportando più quello sguardo così sincero. Quello sguardo che rischiava di farlo capitolare.
«Spero solo che questo non cambierà la nostra amicizia. Io… ti ho regalato questo. Qualunque cosa tu decida di fare, voglio solo che tu sappia che avrai sempre il mio appoggio. Come tua guardia del corpo e come tuo amico» disse Freed poggiando una piccola scatolina sul piano in marmo. Laxus lanciò a malapena un’occhiata, stava ancora cercando di trovare le parole per spiegare a Freed il caos che stava succedendo nella sua testa. Prima che potesse farlo però Freed lo salutò, probabilmente pensando di averlo già messo abbastanza a disagio. Uscì dalla cucina e dalla casa lasciandolo da solo. Laxus si voltò verso la scatolina e la guardò per lunghi minuti, prima di prenderla e infilarla nella tasca del cappotto.
 
 
Dopo Freed era partito per una missione con Evergreen e Bickslow, e se solo Laxus non fosse diventato il Master da poco, lo avrebbe seguito. Purtroppo suo nonno aveva bisogno del suo aiuto a Magnolia e Laxus aveva deciso da tempo di fare del suo meglio per crescere e proteggere Fairy Tail. Incluso accettare il ruolo di Master, anche se spesso pensava di non meritarselo.
Continuò a camminare sotto la pioggia finché non vide una figura seduta su una panchina, senza ombrello e completamente fonda d’acqua. Non appena la riconobbe Laxus si preoccupò e si avvicinò alla maga. Un’altra cosa che cercava di fare da quando era diventato Master di Fairy Tail era stare vicino ai membri della gilda, proteggerli non solo con la sua forza ma anche conoscerli. Era la cosa più difficile da fare per lui -era molto più semplice prendere a cazzotti qualcuno- ma si stava sforzando.
 
«Che succede?» domandò non appena fu di fronte a Juvia, e si maledisse da solo per il suo modo brusco. Ovviamente sapeva perché Juvia stava male, Gray era appena partito per la missione dei Cento Anni, e la ragazza chiaramente sentiva la sua mancanza. Juvia però stranamente gli sorrise.
 
«Juvia sta bene. Questa pioggia non è causa sua, Juvia lo giura» si affrettò a dire «Se Juvia potesse la toglierebbe ma…».
 
«Mi piace la pioggia» tagliò corto Laxus, che comunque le credeva. Era evidente solo dallo sguardo di Juvia che la ragazza stava bene. Era sinceramente felice, il che era strano, considerando che Gray non era nei dintorni.
«Sicura che va tutto bene?» domandò e la maga annuì, allargando il sorriso e allungando una mano verso di lui. Laxus la guardò un po’ sorpreso e un po’ confuso. Juvia teneva tra le dita un ciondolo, sembrava fatto di ghiaccio e aveva la forma di un cuore. Laxus continuò a guardarlo in silenzio senza capire.
 
«Gray lo ha fatto per Juvia» rivelò la ragazza con gli occhi luccicanti dall’emozione. «Ha detto che questo ghiaccio non si scioglierà mai, Juvia pensa che intendesse che il suo amore non si scioglierà mai, anche se Gray non lo ha detto» disse emozionata stringendo il ciondolo al petto e per un attimo chiuse gli occhi, lasciando che la pioggia le colpisse il volto. «Per questo Juvia non è triste, perché anche se Gray le manca, sa che tornerà».
 
Laxus sorrise leggermente, onestamente contento che Juvia non stesse male per quel motivo. Ultimamente si era preoccupato che la ragazza si trovasse persa senza Gray vicino a sé, dato il modo in cui aveva cominciato a piangere dopo la prima partenza di Gray. Laxus aveva dovuto obbligarla a prendere una missione con Gajeel.
 
«Come mai sei qua da sola allora? Potresti prendere una missione» disse Laxus. Juvia sorrise leggermente e riaprì gli occhi, infilando il ciondolo attorno al collo.
 
«Juvia ha riscoperto il piacere della pioggia, voleva solo avere un momento di tranquillità» rivelò. Laxus si limitò ad annuire mentre la pioggia continuava a scrosciare attorno a loro. Nessuno dei due però se ne stava preoccupando. Laxus osservò come Juvia continuava a passare le dita attorno al cuore di ghiaccio, sorridendo ogni volta che lo sfiorava.
 
«Ti sei mai… stancata di aspettare? Hai mai pensato di rinunciare a Gray?» domandò Laxus a un tratto evitando il suo sguardo. Juvia lo guardò sorpresa e sorrise teneramente, mentre le sue guance si facevano rosse.
 
«Ogni tanto Juvia si è sentita scoraggiata» ammise «Ciò nonostante, non ha mai voluto abbandonare Gray. Juvia sa che Gray si sente bloccato, sa che a causa del suo passato è difficile per lui amare e, soprattutto, lasciarsi amare. Ha bisogno di tempo, e Juvia è disposta a darglielo» disse con un dolce sorriso. «Anche se a volte Juvia può risultare un po’ impaziente» ammise con una leggera risatina. «Ma in realtà Juvia non potrebbe più smettere di amare Gray, ormai».
 
Laxus la ascoltò in silenzio, continuando a guardare la pioggia cadere sull’erba bagnata, mentre Juvia inclinava la testa un po’ incuriosita dalla domanda improvvisa. Non chiese perché Laxus gliel’avesse fatta. Invece, ricominciò a parlare.
 
«Freed non smetterà di amarti. Anche se non lo mostra come me è sinceramente innamorato e felice di starti accanto, anche se pensa che non lo ricambierai mai». Laxus voltò lo sguardo con gli occhi leggermente allargati.
 
«Cosa ne sai?».
 
«Freed lo ha detto a Juvia» sorrise la ragazza un po’ tristemente «Freed è un caro amico, e Juvia sa che lo ha detto anche a te. È davvero convinto che non lo ricambierai mai, ma se vuoi un consiglio, dovresti dirglielo, anche se non ti senti pienamente pronto» disse la maga. Laxus voltò lo sguardo. Non sapeva come Juvia potesse saperlo. Nessuno lo sapeva. Forse Evergreen lo sospettava ma di certo non ne aveva la certezza.
«Juvia non sa cosa significa avere paura di amare, ma sa una cosa. Non importa se è uomo o donna, se è amore, allora va benissimo così com’è» disse convinta. «E pensa che sarebbe bene che Freed lo sapesse, che conoscesse il vero motivo per cui due giorni fa non gli hai risposto. Non dovete dirlo a nessun’altro, se non vuoi che nessuno lo sappia».
 
Laxus non sapeva come fosse finito in quella situazione, a ricevere consigli d’amore, tra tutti, da Juvia. Non sapeva nemmeno perché quelle poche frasi lo avevano fatto sentire meglio. Arrossì leggermente e Juvia ridacchiò del suo imbarazzo. Laxus le lanciò un’occhiataccia, la ragazza si sarebbe pentita a breve di quello.
 
«Non ho chiesto i tuoi consigli» ribatté scorbutico, ma Juvia continuò a sorridere. Ormai era abituata ai rifiuti di Gray, di certo un’espressione scorbutica non poteva farle niente, non se era accompagnata da un adorabile rossore alle guance. Nemmeno se proveniva da Laxus Dreyar in persona.
«È ora di allenarsi, non puoi aspettare Gray senza fare niente. Seguimi» ordinò il Dragon Slayer e si voltò addentrandosi ancora di più nella pioggia. Juvia dopo un attimo di perplessità lo seguì.
 
Entrambi i ragazzi proseguirono sotto la pioggia che si faceva sempre più forte e fredda. Nessuno dei due ne era spaventato o colpito, si trovavano entrambi nel loro elemento naturale. Laxus dopo un po’ si voltò verso di lei, con i fulmini che cominciavano a crepitare lungo le sue braccia. Juvia si mise sull’attenti. Non aveva mai fatto un allenamento con Laxus, ma sapeva cosa aspettarsi dato che lo aveva visto combattere più volte.
 
«Pioggia e fulmini sono una buona combinazione. Cerca solo di non trasformarti in acqua, o rischierò di ammazzarti» disse Laxus, prima di richiamare un fulmine e attaccarla. Juvia capì in meno di un secondo che quell’allenamento avrebbe spinto i suoi limiti.
 
***
 
Juvia si buttò nel letto dopo aver fatto una doccia calda, soddisfatta dell’allenamento svolto con Laxus. Era stato incredibile, aveva spinto i suoi poteri al limite e aveva combattuto con tutte le sue forze. Ovviamente sperare di battere Laxus era impossibile, ma il ragazzo si era complimentato con lei alla fine, dicendole che da quel momento le avrebbe dato missioni più impegnative. Aveva anche detto che non poteva stare con le mani in mano ad aspettare che Gray tornasse, e le aveva già affidato una missione che avrebbe dovuto completare con Cana per permettere a quell’ubriacona di ripagare il debito a Mirajane, erano state le esatte parole di Laxus.
 
Juvia aveva ridacchiato un po’ ma era onestamente contenta. Anche senza Gray, anche se il ragazzo le mancava terribilmente. Aveva una famiglia fantastica, di cui anche Laxus faceva parte, anche se poteva essere difficile dirlo a volte.
Juvia strinse il ciondolo tra le dita e chiuse gli occhi mentre ricordava il momento in cui Gray glielo aveva dato.
 
 
«Per te» fu l’unica cosa che Gray disse ficcandole una scatolina tra le mani. Juvia la guardò per un attimo imbambolata, prima di sciogliersi dall’emozione.
«P-per Juvia? Questo è fantastico!» esclamò con gli occhi enormi. Gray voltò lo sguardo e si grattò la testa imbarazzato.
«Aprilo prima di dire che è fantastico» grugnì leggermente a disagio. Juvia si riprese dall’emozione e non se lo fece ripetere una seconda volta. Sfilò il fiocco e aprì la scatoletta, con un sorriso già sul volto, perché solo il fatto di ricevere un regalo da Gray era già di per sé una cosa emozionante. Quando l’aprì e vide un ciondolo a forma di cuore -di cuore!- quasi si sciolse letteralmente. Cercò di formulare una frase sensata ma riuscì solo a farfugliare qualche suono senza senso, con le lacrime di felicità agli occhi.
«Ti piace?» chiese Gray. Juvia annuì vigorosamente.
«Certo che a Juvia piace» riuscì a dire con voce rotta dall’emozione. Gray fece un passo verso di lei e prese il ciondolo tra le dita.
«L’ho fatto io» spiegò il moro «È ghiaccio magico. Non può sciogliersi, come il mio… beh, non può sciogliersi» disse secco. Le sue guance erano leggermente rosse mentre prendeva la collana e si posizionava dietro la ragazza. «Sposta i capelli» le disse a bassa voce all’orecchio. Juvia annuì e li spostò con il cuore in gola, mentre Gray le legava la collana dietro al collo. Quando finì Juvia si voltò verso di lui.
«È un regalo bellissimo. Juvia lo adora» disse. Gray sorrise leggermente, mentre le spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«C’è un’altra cosa che devi sapere. C’è una piccola Lacrima dentro il ghiaccio. Non è come una Lacrima normale, non possiamo vederci ovviamente, e nemmeno parlare a dire il vero, è troppo piccola per questo. Ma quando ti sentirai da sola potrai stringere il cuore, e sentirai la mia magia. Un segno che sono vicino a te… o qualcosa del genere» spiegò Gray. Juvia ormai stava quasi per mettersi a piangere. Emozionata strinse Gray in un abbraccio, poggiando la testa sul suo petto cercando di non scoppiare in lacrime. Era onestamente il più bel regalo che avesse mai ricevuto in tutta la sua vita. Gray strinse le braccia attorno a lei, stringendosela contro.
«È la mia promessa che tornerò» le sussurrò tra i capelli, e Juvia sapeva che lo intendeva davvero.
 
***
 
Laxus stava fissando il soffitto sopra di sé, mentre ripensava all’allenamento con Juvia e alle sue parole. La ragazza lo aveva davvero fatto pensare, onestamente non si era aspettato che la giornata potesse evolversi in quel modo. Poteva davvero parlarne a Freed. Lui avrebbe capito, Laxus lo sapeva. E non gli avrebbe fatto pressioni per parlarne con nessuno. Laxus poteva davvero farlo, in qualche modo, anche se quello significava rendersi ridicolo e parlare delle sue emozioni.
Laxus si voltò mettendosi sul letto a pancia in giù e riprese in mano la scatoletta ancora chiusa. Finalmente si decise ad aprirla. Sfilò il fiocco e guardò curioso all’interno. C’era un bracciale nero, molto sottile. Laxus notò subito delle rune incise sopra e quando lo infilò al polso si illuminarono per un attimo, per poi tornare del colore normale. Laxus poteva sentire la magia scorrere nell’oggetto.
Poi notò che dentro la scatola c’era anche un biglietto e lo aprì.
 
Le rune si attiveranno ogni volta che un attacco proverà a colpirti e ti proteggeranno. Non so esattamente da quanta potenza ti difenderanno, suppongo che dovrai scoprirlo da solo. Non spingere troppo i tuoi limiti per farlo.
La mia promessa che ti proteggerò sempre. 
Ti amo
 
Laxus sorrise leggermente, non vedendo l’ora di scoprire fino a che punto le rune funzionavano. Appoggiò la testa al cuscino mentre sentiva la magia di Freed scorrere sul suo polso. Ora sapeva cosa dire a Freed quando sarebbe tornato a casa.
 
 
 
 
 
***********
Nota: Spero che questa breve oneshot si via piaciuta, volevo scrivere anche l’allenamento tra Laxus e Juvia ma poi sarebbe diventata troppo lunga e penso che a nessuno interessi realmente. Fatemi pure sapere cosa ne pensate, se vi va, e grazie per aver letto <3
Angie
   
 
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