Amico,
un giorno fummo sconosciuti a noi stessi.
Tu non riconoscesti in me la speranza,
io non trovai la forza di esserci.
Tu prendesti la tua strada,
io, macilento, intrapresi la mia.
Con gioia pensavo al passato trascorso insieme,
a guardarci le spalle, a ridere, piangere,
immaginare il futuro.
Amico,
rivaleggiammo per tutto.
Per cose serie, per cose meno serie,
per stupidità e sottigliezze.
Ma nulla,
credevo,
nulla, potesse annullare la prepotenza di un singolo ego,
visto che due anime viaggiavano in una singola onda.
un giorno fummo sconosciuti a noi stessi.
Tu non riconoscesti in me la speranza,
io non trovai la forza di esserci.
Tu prendesti la tua strada,
io, macilento, intrapresi la mia.
Con gioia pensavo al passato trascorso insieme,
a guardarci le spalle, a ridere, piangere,
immaginare il futuro.
Amico,
rivaleggiammo per tutto.
Per cose serie, per cose meno serie,
per stupidità e sottigliezze.
Ma nulla,
credevo,
nulla, potesse annullare la prepotenza di un singolo ego,
visto che due anime viaggiavano in una singola onda.
Sembra impossibile ritrovarsi,
quando i segnali mancano alla vista,
ormai non più giovane,
ma vecchia e stanca.
La follia, la pazzia, le lacrime e le nostre fragilità rivelate.
L'odio, la rabbia e il dolore, tutto fuori, come un rigurgito di tenebra.
Ma il tempo crea,
il tempo distrugge,
il tempo e la volontà riparano.
O meglio,
fanno rinascere,
su basi nuove,
ciò che prima non era più.
Amico,
che vieni dall'ombra del tuo passato,
abbracciami, ritrovami.
Ed io ti ricercherò
non nei ricordi,
ma nel futuro che verrà,
e ciò che prima spezzato era,
di nuovo un tutt'uno sarà.