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Autore: cassiana    11/12/2021    7 recensioni
Becky, algida e severa manager è a Miami per concludere un affare importante. Il suo collega la convince a seguirlo sullo yacht del carismatico Raul potente, ma ambiguo uomo d'affari. Ma le cose non vanno come previsto e Becky incontra Richard, appassionato attivista ambientale, nonché fratello della sua migliore amica Brenda. Nel tentativo di salvarsi i due finiscono nella foresta del Belize tra mille pericoli che li faranno avvicinare e riavvicinare in maniera pericolosa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
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La figlia di Nelson








Le facevano male i piedi, era tutta la mattina che correva da un posto all'altro per cercare di sbrogliare la situazione in cui si era cacciato Richard. Voleva capire intanto di cosa fosse accusato, così si recò in primo luogo al commissariato. Non fu difficile trovarlo perché Belize City aveva tutta la macchina giudiziaria convenientemente in un unico grande edificio bianco in stile neoclassico coloniale: tribunale, polizia giudiziaria e prigione.
Detenzione di sostanze stupefacenti, Becky si rifiutava di credere che Richard fosse stato così idiota da farsi trovare una quantità di marijuana tale per cui potessero arrestarlo. Le sembrava di essere stata catapultata in una una brutta puntata di Mike’s Angels. Nel tempo che ci aveva messo per arrivare alla sede dei Greenfighters si era rimessa in sesto ed aveva assunto il suo consueto atteggiamento di freddezza professionale. Aveva trovato un'Angelina fuori di sé, l'aveva aggredita dicendole che quella mattina presto la polizia aveva fatto irruzione nella sede. La sua agitazione sembrava spropositata rispetto a quello che era accaduto:

- Hanno perquisito tutta la sede?
- Solo gli alloggi personali

Sembrava fossero andati a colpo sicuro, pensò Becky. Angie la portò in camera di Richard e Becky ristette sulla soglia, attonita. La camera era stata messa sottosopra, il materasso rivoltato a terra, i libri aperti e lasciati dove capitava, le fotografie sparse sul piano della scrivania, i vestiti giacevano confusi a terra.

- Chi ha le chiavi?
- Solo Ricks. Ah... e una copia di tutte le chiavi sono nel mio ufficio.

Becky avrebbe voluto almeno raccogliere le foto, ma si costrinse a voltarsi verso Angie:

- Fa una cosa: chiudi tutto qui e non fare entrare nessuno. Puoi fare questo?

La donna annuì come frastornata, si scioglieva e legava i capelli in continuazione, passandosi la lingua sulle labbra, tirando su col naso. Becky l'osservò attenta, il suo comportamento era molto diverso da quello di qualche sera prima. Oltre alla naturale agitazione che poteva provocare una perquisizione della polizia, c'era qualcos'altro che non riuscì a individuare. Scosse le spalle e proseguì verso l'ingresso della palazzina.

- Rick mi ha detto che avete un legale.
- Si, ma si occupa per lo più di questioni ambientali, cose così. Devo cercare il numero.
- Va bene. Io intanto andrò all'Alto Commissariato.

E così era di nuovo negli uffici del Commissariato britannico dove le spiegarono che non potevano fornire assistenza legale, ma limitarsi a dare un elenco di nomi di avvocati o avvertire della situazione amici e parenti in patria . Di nuovo Becky ringraziò e ora era appoggiata al muro, una mano sulla testa cercando di riflettere sulle proprie opzioni.
Guardò il foglio dattiloscritto con i nomi degli avvocati che le avevano dato. Poteva aspettare che Angie le dicesse qualcosa o poteva puntare il dito su un nome a caso di quella lista. Le alternative erano allo stesso livello per lei. E intanto Richard era rinchiuso in un posto di polizia rischiando di incasinarsi ancora di più.

- Serve aiuto?

Una voce profonda e gentile la riscosse dalle proprie elucubrazioni, riconobbe il tassista che l'aveva portata qualche giorno prima. Fu risollevata dal riconoscere un volto amico.

- Non è ancora riuscita a risolvere i suoi problemi?
- I miei si. Ora il mio amico è nei guai.

L'uomo aggrottò la fronte perplesso.

- Sa dove posso procurarmi una macchina polaroid?
- L'accompagno io se vuole.

Rispose guidandola verso il taxi. Becky sentì che poteva fidarsi di quell'uomo e lo seguì ben disposta.

La sedia dove lo avevano fatto accomodare non era il luogo più scomodo dove Richard avesse appoggiato il culo e doveva ammettere che gli agenti erano stati piuttosto cortesi mentre gli contestavano le accuse: traffico internazionale di droga, detenzione e spaccio. Erano accuse gravi e poteva dirsi fortunato ad essere stato arrestato in un civile paese del Commonwealth piuttosto che negli altri paesi del Sudamerica in cui rischiava l'ergastolo senza possibilità di estradizione. Il detective a capo delle indagini, un certo Alvarez, glielo aveva spiegato molto chiaramente. Non gli avevano ancora detto però su cosa fosse basata l’accusa e lui aveva potuto solo negare recisamente qualsiasi addebito nei suoi confronti. L'avevano lasciato a cuocere nel proprio brodo in quella saletta degli interrogatori, angusta e bollente. Gli avevano spiegato con un sorrisino di compiacimento che purtroppo si era rotto il sistema di condizionamento. Iniziava ad avere sete e fame, dato che era a stomaco vuoto dalla sera prima e aveva un bisogno acuto di fumare. Non riusciva a pensare chiaramente, faceva saltellare le gambe in preda a sentimenti contrastanti e rivoli di sudore gocciolavano dalla fronte inzuppandogli i capelli e macchiando la maglietta. Lui detestava la droga, aveva visto che effetti poteva avere quella merda sulla gente e non voleva averci nulla a che fare. Un conto era fumarsi uno spinello di tanto in tanto, faceva parte del movimento di liberazione delle droghe leggere, un altro era il traffico internazionale. Aspettava che qualcuno facesse chiarezza sulla propria situazione, pensava a Becky e al suo viso spaurito dagli occhi enormi pieni di paura, a quando l'aveva avuta tra le braccia poche ore prima. Si premette le mani sugli occhi sibilando. Gli avevano fatto sempre le stesse domande per ore ed ore a cui aveva dato sempre le stesse risposte. Aveva raccontato tutto e aveva avuto come commenti risatine sprezzanti e commenti increduli

- Sicché nel giro di una settimana le hanno sparato due volte, ha trovato una villa nel bel mezzo della foresta, gli indios le hanno offerto ospitalità e poi che altro? Ha incontrato anche il Chupacabras nel frattempo?

Uno dei detective in particolare sembrava covare un astio personale contro di lui anche se Richard non riusciva a ricollegarlo al motivo specifico. Probabilmente aveva avuto qualche scontro con gli attivisti.

Nelson, così aveva detto di chiamarsi il tassista, aveva ascoltato la storia di Becky con l'orecchio aperto senza interrompere.

- Se si fida di me, forse posso darle una mano. Mia figlia è un avvocato. Possiamo andare da lei e sentire cosa ci dice, potrebbe darle il nome di un qualche suo collega.

Becky si sporse verso il sedile anteriore sorridendo:

- A questo punto qualsiasi aiuto è più che benvenuto!

Lo studio dell'avvocato Oviedo era un piccolo cubicolo ingombro di faldoni e carte. Su una scrivania di basso prezzo erano appollaiati un pc che aveva visto tempi migliori, chiaramente di seconda mano, un grosso telefono nero, una lampada di ottone opaco e dal paralume verde come quelle che si trovavano nelle biblioteche pubbliche da cui probabilmente arrivava. Sul soffitto vorticavano delle pale di legno e paglia che smuovevano con poco successo l'aria appiccicosa. Alcune piante rigogliose in vaso addolcivano l'ambiente angusto. Becky pensò che lo studio era stato messo su in seguito a una svendita aziendale e abbassò un poco le spalle. In compenso Geena Oviedo era una donna dal sorriso energico e l'aria di chi non si lascia abbattere dalle difficoltà. La pelle bruna luccicava di sudore mentre si sventolava con una delle carte e la sua stretta di mano era asciutta e salda.

- Papi, che bella sorpresa! E hai un ospite con te?
- Ti presento la signora Mueller, ha un problema da sottoporti.

La donna guardò con franchezza Becky esporre il caso, dopo che l'aveva fatta accomodare. Si mordicchiò l'interno di una guancia mentre rifletteva sulle parole di Becky, l'aveva interrotta diverse volte per farsi spiegare alcuni punti poco chiari.

- Non c'è molto da dire. Ha fatto molto bene a far chiudere a chiave la scena del delitto se possiamo chiamarla così. Lei è assolutamente sicura che il suo amico non sia invischiato nemmeno un pochino in qualche affare poco lecito?
- Gliel'ho già detto. Richard è assolutamente integerrimo, anche troppo a volte. Fuma occasionalmente qualche spinello, ma non ce lo vedo proprio a trafficare in altro.

La Oviedo strinse le labbra in una linea sottile:

- Non è che non voglia aiutarla. Ma di solito mi occupo di altri tipi di cause, sa: risarcimenti, liti domestiche, incidenti.

Becky fece per alzarsi sconfitta:

- Va bene, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
- Geena…

Il tono di Nelson era fermo mentre richiamava la figlia, quella gli lanciò un'occhiata esasperata, come se avessero affrontato un certo argomento più e più volte. Becky era in piedi, in mezzo a loro, incerta.

- Si sieda pure, intanto vediamo di capire meglio le accuse e di parlare col suo amico. Se non altro posso assicurarmi che abbia un'adeguata copertura legale.

Il viso di Becky si aprì in un sorriso mentre ringraziava con calore l'avvocato, Nelson fece un piccolo gesto di vittoria e sorrise apertamente.

Richard si tirò indietro i capelli per l'ennesima volta e si mosse a disagio sulla scomoda sedia della sala interrogatori. Gli avevano portato una bottiglietta d'acqua e un panino vegetariano per tamponare le sue necessità, ma ora doveva andare in bagno e i detective l'avevano lasciato di nuovo solo. Continuava a pensare ossessivamente a come fosse possibile essere finito in quella situazione e si chiedeva che fine avesse fatto Becky, se stesse bene, se Angie avesse trovato un avvocato e di nuovo come fosse possibile che qualcuno avesse potuto nascondere della droga nella sua stanza e perchè. Perché incastrarlo? Mentre aggrottava le sopracciglia, la porta della saletta si aprì per lasciare entrare una donna del luogo, i capelli neri tirati in una coda alta, abbigliata in un severo tailleur grigio. Richard si raddrizzò, doveva essere il suo legale.

- Sei fortunato, ecco il tuo avvocato. Ed è anche piuttosto brava.

Gli confermò Alvarez. La donna si aprì in un sorriso imbarazzato all'indirizzo dell'uomo. Ricomposto il viso in un'espressione professionale porse la mano a Richard, che aveva colto lo scambio tra i due professionisti e l'accenno di rossore sulle guance dell'avvocatessa.

- Sono Geena Oviedo. Mi occuperò della sua copertura legale, almeno per questa prima fase.
- E' uno degli avvocati d'ufficio?
- No, mi ha contattato la sua ragazza, la signorina Mueller.
- Non è...

La risposta gli era partita in automatico, ma Richard si bloccò quasi subito, riflettendo che in effetti Becky poteva essere considerata a tutti gli effetti la sua ragazza ora. Lo era? Mise da parte questo pensiero, per prestare attenzione alle parole dell'avvocatessa.

- Devo farle presente che il traffico di droga non è esattamente il mio campo, ma cercherò di fare del mio meglio. L'accusa è molto grave. Da quel che leggo qui - Aprì una carpetta di cartone e picchiettò su un foglio stampato - le hanno trovato circa quattrocento gr di coca nascosta in camera. Abbastanza per essere accusato di detenzione e spaccio.
- Ecco allora le dico subito che non solo non faccio uso di quella robaccia, ma di certo non sono uno spacciatore.
- Le hanno anche trovato venticinque gr di cannabis però.

Le labbra di Richard si piegarono in una smorfia e si grattò una guancia a disagio:

- Sì, beh...per uso personale, quella.

La Oviedo lo guardò fisso e strinse impercettibilmente le labbra, sfogliò i fogli nella cartellina.

- Qua vedo che è un'attivista e che collabora attivamente con la Guardia Costiera, ma ha avuto qualche problema in patria.

Richard sbuffò e fece sobbalzare la gamba su e giù:

- Ho solo partecipato a qualche agitazione...
- Vedo: atti vandalici, resistenza a pubblico ufficiale, occupazione di beni pubblici.
- Si, ma non mi hanno mai arrestato né mi hanno mai accusato di reati gravi.

La Oviedo chiuse la cartellina e sorrise:

- Questo è vero. A quanto mi ha raccontato Becky avete avuto una settimana piuttosto movimentata nella foresta. Conosco la villa: mio padre ha portato diverse volte all'aeroporto il proprietario. Sarebbe necessario rintracciare il custode, almeno potrebbe corroborare la sua versione. Ciò non toglie il fatto che deve spiegare come ci è finita quella droga in camera sua e quando.
- Allora mi crede?
- Quello che credo io non è importante, ma stabilire la verità dei fatti. Per il momento cercherò di farla uscire su cauzione.
- Ehm, Avvocato… avrei una necessità.
- Dica pure.

Richard storse le labbra e si tirò indietro i capelli.

- E' un po' che sono qui e dovrei...

Sollevò due dita in aria come faceva a scuola per richiedere l'uso del bagno. L'avvocatessa comprese e immediatamente si prodigò affinché Richard potesse utilizzare la toilette.
Mentre l'uomo stava espletando le sue rimandate funzioni corporali Geena si era appartata a parlottare con il detective Alvarez:

- Non posso credere che gli avete negato l'uso del bagno per tutte queste ore!
- Beh, non l'ha chiesto. E io non posso credere che ti sia messa a difendere uno spacciatore.
- Oh andiamo, lo sai benissimo anche tu che non è così.
- E la coca che abbiamo trovato in camera sua come la spieghi?
- Lo hai sentito. Non era nemmeno in città.
- Questo non spiega nulla, Geena e lo sai. E poi questo Jones è una testa calda, un'attivista sempre a protestare contro l'ordine costituito, un piantagrane.
- Essere un piantagrane non fa di lui uno spacciatore. Proprio tu, dovresti esserne ben consapevole Detective Simon Testa Calda Alvarez.
Geena si aprì in un sorriso e l'uomo rise:
- Quando questa storia sarà finita, verrai a cena con me?
- Continui a chiedermelo da quando ho iniziato il tirocinio.
- E continuerò finché non mi dirai di sì, Avvocato.

Geena scosse la testa, lusingata suo malgrado. Ma ora doveva concentrarsi su Jones e non era sicura che uscire con il detective incaricato del caso fosse la mossa migliore. Finalmente Richard uscì dal bagno e si fece strada verso di lei lungo il corridoio accompagnato da un agente. Era all'altezza della porta aperta di uno degli uffici quando si bloccò e iniziò a gesticolare chiamando qualcuno a gran voce.







Angolino Autrice:

Ecco a riprendere la pubblicazione delle avventure di Becky e Richard. Ora dovremmo procedere in scioltezza fino alla fine! Il telefilm a cui si riferisce Becky, ovviamente sbagliando (non ce la può fare! XD) è Charlie’s Angels.
   
 
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