Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    13/12/2021    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pathfinder: Madness Rising 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

---------- 

 

Capitolo 21 - Tratta di animali  

 

Pandora rabbrividì leggermente quando una folata di vento soffiò su di lei e sui suoi compagni di viaggio, portandole alle narici il greve odore di alghe marcite e di salsedine. Le assi di legno del pontile su cui il gruppetto stava avanzando scricchiolavano ad ogni passo, e la giovanissima fattucchiera si ritrovò a guardare con attenzione dove metteva i piedi, per non rischiare di ritrovarsi in un punto troppo fragile per reggere il suo peso. Non ci teneva a farsi un bagno nell'acqua gelida che sciabordava sotto di loro. 

Accanto a lei, anche Sotero avanzava con circospezione, infastidito dall'umidità che gli impregnava la pelliccia. "Certo che hanno scelto proprio un bel posto per il loro scambio, miao!" si lamentò il famiglio felino. "Non potevano scegliersi... che so, una stanza sotterranea, in un posto un po' meno fradicio per fare questo scambio?" 

"Se quello che ha detto quel Gaeta è vero, no, non potevano scegliere un altro posto." affermò Endlinn riavviandosi i capelli. L'elfa dal colto sfregiato era davanti all'intero gruppo, e usava una lanterna ben coperta per far luce al gruppo mentre si dirigevano verso il luogo dell'appuntamento - il Molin Badegno, una costruzione diroccata che sorgeva su un molo, affacciandosi sulla laguna di Antenoria, vicino al suo sbocco sul Mare Missogeo. In effetti, più che un mulino, la costruzione dava l'impressione di essere stata una volta un magazzino di derrate alimentari, ora abbandonato all'incuria, al degrado e ai malfattori che lo usavano per varie attività illecite. 

Come quella che il gruppo di Abolitori si apprestava a seguire quella sera. 

"Questo posto è vicino al mare, il che permetterà un arrivo ed uno scambio più rapidi ai "clienti" di quei signori con cui abbiamo trattato stamattina." spiegò Holger. "Mi raccomando, tenete gli occhi aperti e non fate colpi di testa."  

"State attenti ad ogni elemento che vedete. Potrebbero essere cruciali più avanti." si raccomandò Gunter. "Okay... da qui in poi, ognuno faccia la sua parte... e buona fortuna!"  

Nisa e Pandora annuirono rapidamente mentre il gruppetto si avvicinava all'ingresso del magazzino abbandonato, e a due individui dall'aspetto sgradevole che stavano a guardia dell'ingresso, armati di lance che puntarono immediatamente contro Holger. Uno dei due banditi si rivolse aspramente al mezzorco fuorilegge, guardandolo in faccia. 

"Fermo lì, pelleverde. Sei atteso anche tu per l'affare di stasera?" ringhiò la guardia, un uomo dall'aspetto primitivo, con una larga cicatrice sul mento e una pezza nera sull'occhio sinistro.  

Holger non si scompose nemmeno e avanzò di un passo verso la guardia, quasi volesse sfidarlo a fermarlo. "Perchè non lo chiedi a Gaeta? Noi siamo stati assunti per fare in modo che l'affare di stasera vada liscio, e il tuo amico non sarà contento se qualcosa è andato storto perchè tu hai voluto essere troppo zelante. Ti consiglierei quindi di lasciarci passare." 

"Hey, non darti troppe arie, bruttone!" ringhiò l'altra guardia, con grande irritazione del mezzorco. Non aveva scelto lui, di essere nato da... un atto di orribile crudeltà da parte di un orco nei confronti di una donna umana, e non aveva scelto lui di nascere con la pelle verde e la faccia così segnata. "Siete qui per controllare che tutto proceda bene, d'accordo... ma non credere che questo ti consenta di darci ordini o di fare quello che vuoi!" 

"Non l'ho mai neanche pensato." rispose prontamente Holger. "Vi volevo solo ricordare che il vostro capo ci ha assunti per un motivo. E siamo qui per sottoporci alla sua prova." 

Una vocetta aspra intervenne nella discussione. "E' vero! Via quelle lance, e non perdete tempo con questi... atteggiamenti da duro!" esclamò la voce di Gaeta il Bufalo, lo gnomo che stava supervisionando l'intero affare. Holger vide arrivare l'ormai noto fuorilegge dall'arcata di ingresso al magazzino abbandonato, e Gaeta si lisciò gli ispidi capelli arancioni mentre passava in rassegna con lo sguardo il gruppo di nuovi arruolati. "Bene, bene... e quindi, siete riusciti a trovarci e ad arrivare in orario." commentò, gettando uno sguardo quasi minaccioso a Nisa. L'elfa druida non cambiò espressione, non volendo destare sospetti. "D'accordo. Adesso vediamo se avete la stoffa per il compito che vi attende. Prego, entrate. E lasciate le vostre armi all'ingresso." Si fermò per un attimo e corrugò la fronte per sottolineare il concetto. "Tutte le armi, sia ben chiaro." 

Endlinn brontolò qualcosa tra i denti. Sperava di riuscire a far passare un pugnale o qualche altra arma di piccole dimensioni... ma in quel momento era più importante guadagnarsi la fiducia di quei fuorilegge. "Va bene." rispose l'elfa dal viso sfregiato. Tirò fuori dalla camicia un pugnale nascosto e lo consegnò ad una delle guardie, poi fece lo stesso con il resto delle sue armi. Uno alla volta, anche gli altri Abolitori consegnarono le loro armi... per finire con Gunter, che lasciò il suo moschetto ben avvolto nella stoffa, e fermò una guardia troppo curiosa che cercava di darci un'occhiata. 

"Posso almeno chiedere di non essere troppo curiosi? Non mi va che si sappia in giro che tipo di armi utilizzo. E' un segreto professionale, se permettete." volle insistere il nano.  

La guardia grugnì infastidita e ricevette la misteriosa arma dalle mani di Gunter, lasciandola avvolta lì dentro come il nano aveva chiesto. Finalmente, Gaeta guidò i nuovi arrivati verso una breve rampa di scale intagliate nella pietra e in direzione di una galleria che si dirigeva verso i sotterranei. Lo gnomo prese una lanterna accesa appoggiata sopra un barile lì vicino e si mise davanti al gruppetto per illuminare loro la via. 

"Prego, venite pure. Il resto della banda aspetta qui." disse Gaeta. Dalla galleria iniziarono a provenire dei ringhii e degli strani versi, che sicuramente non potevano essere quelli degli altri membri della banda. Sicuramente, dovevano aver trovato gli animali e le varie creature che i malfattori avevano catturato. 

Dopo aver disceso le scale, Pandora, Sotero e i loro compagni di viaggio furono accolti dalla vista di una grande sala scavata nei sotterranei, affollata di persone quasi tutte dall'aspetto poco raccomandabile, molte delle quali portavano sul volto e sul corpo i segni di una vita passata dal lato sbagliato della legge. Bende sugli occhi, cicatrici, occhi annebbiati dall'alcol, denti giallastri e cariati... uomini e donne di varie razze, almeno una dozzina, tutti diversi tra loro e pur tuttavia molto simili nel loro abbrutimento. 

Pandora, la meno esposta a questo lato oscuro della società tileana, deglutì e si coprì il naso e la bocca con una mano quando la puzza di fumo, sudore e salsedine la colpì come un pugno. Controllandosi al meglio, la giovanissima fattucchiera seguì i suoi compagni nella sala, sotto gli sguardi in parte sospettosi e in parte divertiti dei banditi. 

Tenute separate dalla marmaglia, a distanza di sicurezza, si trovavano delle gabbie di varie dimensioni, raggruppate al lato opposto della grande sala sotto una volta a forma di cupola. I versi che i ragazzi avevano sentito provenivano proprio da quelle gabbie, al cui interno si trovavano animali e altre creature dall'aspetto particolare: alcuni erano creature abbastanza solite come lupi, capre selvatiche, cinghiali, linci... e anche un paio di cuccioli di orso, tenuti in una gabbia rinforzata, ma altri erano creature che i tre amici di Carnia, con tutta la loro esperienza, avevano visto soltanto nei trattati sulle creature dei boschi di Tilea. 

"Guardate! Quello non è per caso..." sussurrò Endlinn, indicando una strana creatura che ricordava una possente ed agile pantera a sei zampe, con due lunghi tentacoli armati di minuscoli uncini che spuntavano dalle spalle. Quando l'elfa dal viso sfregiato lo vide, ebbe la strana impressione che quel terrificante felino si spostasse in continuazione, non restando mai in un certo punto per più di una frazione di secondo.  

La strana creatura passeggiò nervosamente su e giù per la sua gabbia, grattando il terreno con le zampe artigliate per esprimere la sua irritazione. "Una belva distorcente... sì, è proprio una di quelle strane bestie." affermò Nisa. "Il suo mantello crea uno strano effetto ottico, per cui la creatura appare spostata rispetto alla sua posizione attuale. Questo significa che affrontarne una è una bella impresa... devono essere stati davvero abili per catturarne una." 

"E quelli? Che cosa sarebbero?" chiese Pandora, indicando altre due gabbie. In ognuna di queste si trovava uno strano rettile dal corpo tozzo e dal muso arrotondato, grande come un pony, un vistoso collare osseo nella parte posteriore del cranio che copriva il collo, e una bocca che ricordava molto il becco di un volatile, con una placca ossea uncinata sulla punta del naso. Le loro squame erano di colore marrone, con delle striature più scure sul dorso. 

Nisa guardò nella direzione che Pandora indicava... e sgranò gli occhi esterrefatta quando si accorse di quelle strane creature. "Che cosa...? Per gli occhi di Corellon, quelli sono... dinosauri!" sussurrò, cercando di parlare a voce bassa nonostante lo stupore. "Sono dei protoceratopi, per l'esattezza..." 

"Proto... ceratopi?" mormorò Endlinn. "Dove sono andati a prenderli, questi tizi?" 

"Credo sull'isola di Sgradena... so che da quelle parti c'è ancora un'elevata concentrazione di dinosauri." rispose Gunter, altrettanto stupito. "Ma se sono andati fin lì per procurarsi degli esemplari di protoceratopo... allora a che diavolo stanno lavorando?" 

"Ne discuteremo dopo. Per adesso, è meglio non attirare l'attenzione..." sussurrò Holger. Il mezzorco guardò di nuovo in direzione delle gabbie... e vide che in alcune di esse, più piccole delle altre, c'erano delle creaturine che assomigliavano a lupacchiotti con la pelliccia dorata, ad ognuno dei quali era stato messo un collare metallico con delle corte punte, come se fossero stati dei cani da guardia... 

Nisa annuì, facendo del suo meglio per trattenere un'espressione di rabbia ed indignazione. Come protettrice della natura, per lei era insopportabile vedere delle creature messe in gabbia e usate per qualche scopo nefasto. Ma qualsiasi punizione lei volesse infliggere a quei malfattori avrebbe dovuto aspettare. Prima di tutto, dovevano a tutti i costi scoprire chi ci fosse dietro a quell'ignobile traffico... e poi, si ricordò l'elfa druida, avevano bisogno di un piano, dal momento che non potevano sperare di affrontare tutti quei malviventi da soli. 

"Bene, bene... allora, immagino che voi vi stiate chiedendo esattamente cosa facciamo qui. E per vostra fortuna, avete qui qualcuno che ve lo spiegherà... ovvero, il sottoscritto." Lo gnomo fuorilegge, Gaeta, sembrò accorgersi che chi gli stava attorno si stava probabilmente chiedendo il perchè di tutti quegli animali e creature magiche, e rispose con una gelida nonchalance che disgustò Nisa. "I nostri clienti hanno bisogno di creature. Quali creature? In realtà, un po' di tutto... con l'unica condizione che si tratti di creature rare, che abbiamo delle capacità particolari, o che spicchino per particolari qualità. E quelle bestie che vedete nelle gabbie lì in fondo sono la merce che dobbiamo vendere ai clienti. Loro avranno le loro cavie... e noi ci prendiamo in cambio un bel po' di grana." 

Nisa sentì la bile salirle in gola. Stava parlando di quelle povere creature come se fossero state merce di scambio... Ma si ripetè che non era quello il momento di agire, e ascoltò con fare stoico quello che Gaeta aveva da dire. "Ma dal momento che i nostri clienti sono... di una razza un po' particolare, diciamo così... preferiamo non correre rischi e avere con noi qualcuno che ci faccia da addetto alla sicurezza, per così dire. E voi sembrate saperci fare." Indicò il gruppo degli Abolitori, in particolare Holger e Gunter. "Il vostro compito sarà quello di assicurarvi che i nostri clienti non facciano scherzi. Voi due. Mostratemi cosa sapete fare." 

Lo gnomo schioccò le dita, e dalla massa di fuorilegge si separarono due individui dall'aspetto ben poco raccomandabile - un umano e un orco, a quanto il gruppo degli Abolitori fu in grado di vedere. Entrambi erano muscolosi, dall'aspetto rozzo, e con l'odore tipico di chi non doveva avere visto un bagno da almeno una settimana. L'umano era un tipo grassoccio, con un orecchio solo, vestito in maniera trasandata, con la faccia appesantita e la mascella inferiore sporgente, che permetteva di vedere che gli mancavano diversi denti, ed era armato di una larga scimitarra dalla lama ancora sporca di sangue rappreso. L'orco, immediatamente riconoscibile dalla pelle di colore verde intenso, aveva una capigliatura simile ad un grosso ciuffo di spinaci, legata in una rozza treccia che scendeva lungo la schiena. La sua arma era un enorme martello da guerra dalla testa di pietra scolpita, un'arma certamente rozza, ma assolutamente mortale nelle mani di quel bestione alto quasi due metri.  

"Dovremmo... misurarci con quei tizi, eh?" chiese Gunter, cercando di non farsi vedere esitante. Per fortuna, entrambi gli energumeni abbandonarono le armi e le appoggiarono ad un muro del loro covo. "Hmph... spero che non debba durare a lungo..." 

"Andiamo, non ti farai intimorire da questi due idioti?" arrivò la domanda retorica di Holger. Il mezzorco stava guardando negli occhi l'orco della banda di Gaeta e si stava già sgranchendo le nocche delle mani.            

"No, non è questo. E' solo che non mi va di fargli fare brutta figura." rispose il nano con un sorriso obliquo. 

L'orco ringhiò ferocemente e si piazzò davanti a Gunter. "Sei già morto, omuncolo!" 

"Allora, che ne dici, mezzosangue? Pensa che fortuna! Anche se ti facessi un ricamino sulla faccia, non puoi essere più brutto!" sghignazzò l'uomo con un orecchio solo. Era talmente vicino ad Holger che il mezzorco riusciva a sentire il suo fiato puzzolente.  

Holger non si scompose. "E tu dovresti provare a sciacquarti la bocca. Magari avresti più successo con le donne." 

Il resto della banda stava già facendo il tifo, tra fischi, dileggi, bestemmie e gesti volgari. Divertito, Gaeta si sfregò le mani e fissò i contendenti, per poi fare cenno al resto degli Abolitori di mettersi a distanza di sicurezza. "Bene, bene... adesso, vediamo i vostri due amichetti come se la cavano! Vediamo se riescono a reggere ad una scazzottata con due dei miei migliori picchiatori! Forza, signori, date un bello spettacolo!" 

Con un grugnito, l'orco si sgranchì le grosse mani nodose... e agendo con una velocità che Gunter non si aspettava da quell'ammasso di muscoli verdi, sferrò un pugno diretto verso la sua mascella! Ma i riflessi pronti del nano pistolero gli furono utili ancora una volta: con un rapido scatto delle braccia, parò il colpo dell'avversario e rispose con un sinistro alla mascella, prima ancora che il nemico potesse rimettersi in guardia. Un soddisfacente scricchiolio accompagnò l'impatto, e l'orco barcollò all'indietro muggendo di dolore e sputando un dente e un fiotto di sangue.  

Anche gli altri due contendenti non avevano perso tempo. L'uomo con un orecchio solo si era tenuto a distanza da Holger, sferrando qualche pugnetto a vuoto per distrarlo e tenerlo a bada... ma il mezzorco rimase fermo dov'era tenendo alta la guardia, lo sguardo fisso sul nemico. Il picchiatore ghignò, mostrando di nuovo i denti rotti... e poi tentò un attacco diretto, sferrando un pugno diretto alla gola di Holger. Ma quest'ultimo riuscì a scansarsi appena in tempo, e il pugno dell'avversario gli sfiorò la guancia facendo grugnire per il fastidio. Holger alzò il braccio destro e sferrò un poderoso pugno alla tempia del malfattore, che strabuzzò gli occhi ed emise un verso di stupore e rabbia... prima di afflosciarsi a terra come un sacco di sabbia. 

L'orco era tornato all'attacco, e in quel momento, lui e Gunter si stavano scambiando una raffica di colpi, senza mai riuscire a superare le difese dell'avversario. Entrambi stavano lottando con tutte le loro forze... ma ad un'occhiata attenta, Nisa ebbe l'impressione che Gunter stesse ancora trattenendosi un po', in modo da scoprire i punti deboli nella tecnica del nemico e sferrare un colpo decisivo al momento giusto. L'orco combatteva come una bestia selvaggia, sferrando un pugno dietro l'altro nel cieco tentativo di colpire Gunter, ma senza badare in alcun modo alla difesa. Ciò nonostante, Gunter doveva ammettere che di fronte alla maggior parte degli avversari, la forza fisica dell'orco sarebbe stata più che sufficiente ad assicurargli la vittoria. 

Sfortunatamente per quel bestione, Gunter non era la maggior parte degli avversari. 

Dopo qualche secondo passato a parare e a cercare di minimizzare l'effetto dei colpi, Gunter vide finalmente un'apertura nella guardia... e si scagliò in avanti con tutte le sue forze, sferrando una testata che raggiunse il nemico sotto la mascella, con una potenza terrificante! L'effetto fu immediato... e anche il bestione dalla pelle verde si schiantò a terra a pancia in su, restando stordito e dolorante. Immediatamente, il pubblico si produsse in un applauso e una serie di risate sguaiate, senza badare neanche per un istante al fatto che i due rimasti a terra fossero i loro compagni. 

"Hahahahaaa! Niente male, voi due! In quanto a forza, ci sapete fare! E in quanto ad affidabilità..." disse Gaeta, guardando con ammirazione i suoi due uomini a terra che mugolavano mentre cercavano di rialzarsi. "Beh, per adesso faremo in modo di tenervi sott'occhio, almeno finchè non sarà provata la vostra fedeltà. Okay... Robolone, tu sai cosa fare!" 

Lo gnomo fuorilegge alzò una mano, schioccò le dita e si voltò verso uno dei suoi uomini in mezzo alla folla, che si fece largo tra il resto della marmaglia con un grugnito infastidito. Gunter storse il naso quando vide arrivare un individuo dall'aspetto selvaggio, avvolto in un sudicio mantello di stoffa rattoppata, con la pelle grigiastra e il naso bitorzulo e coperto di repellenti verruche, che teneva in una mano un enorme randello chiodato. La sua bocca esageratamente larga gocciolò un filo di bava mentre si avvicinava a Pandora, che storse il naso e rabbrividì quando si rese conto di essere lei il bersaglio delle sue attenzioni! 

"Hey! Aspettate un momento, che cosa vi salta in mente?" esclamò Nisa. La vista della sua amica che subiva le sgradite attenzioni di quel repellente individuo la convinse a reagire, anche se questo avrebbe potuto mettere a rischio il piano. "Pandora è una nostra compagna, non potete fare quello che volete con lei!" 

"Ha ragione! Cosa significa questo?" esclamò Holger. Pandora strinse i denti disgustata quando Robolone le prese il polso destro, strattonandola rudemente. "State cercando di prenderla come ostaggio?" 

"Ostaggio? Hehehee... non è una bella parola, potrebbe essere male interpretata." rispose Gaeta, la mano che accarezzava l'elsa di un pugnale appeso alla sua cintura. "Molto semplicemente, è un'assicurazione che ci stiamo prendendo. Se tenterete di tradirci o di fare qualsiasi cosa per danneggiarci, non possiamo garantire per la sicurezza della vostra amichetta. Ho visto che tenete a lei... e il fatto che sia la più giovane del vostro gruppo la rende perfetta come... garanzia! Robolone non le farà nulla, a meno che lei o voi non cerchiate di fare qualche colpo di testa. Vero, Robolone?" 

Il bestione dalla pelle grigastra sghignazzò. "Hehehee... sì, io piace bella fanciulla!" grugnì Robolone, avvicinando la faccia grassa a quella di Pandora, che si ritrasse rivoltata ma mantenne un'espressione distaccata. Sotero inarcò la schiena e soffiò, deciso a difendere la sua padrona. "Molto carina. Non cercare di fare furba tu, vero?" 

La giovane fattucchiera fece un sorrisetto nervoso. Per un attimo, fu tentata di usare un incantesimo per fargli mollare la presa o renderlo un po' più collaborativo, ma si trattenne temendo di rovinare il piano. "Ehm... ovvio! Non... non cercherò di scappare, tranquillo!" disse. Il disgustoso individuo disse di sì con la testa, e la ragazzina ebbe la netta impressione che si fosse addolcito almeno un pochino. "Ragazzi... voi non preoccupatevi per me. Andrà tutto bene. Robolone non mi farà del male se sto buona, vero?" 

"Vero, vero. Tu brava. Tu già capito." rispose Robolone, per poi volgere lo sguardo al suo capo come per chiedere la sua approvazione. Gaeta fissò a sua volta il gruppo degli Abolitori, in modo da assicurarsi che tutti loro comprendessero la loro posizione attuale, e quando Gunter abbassò la testa con espressione cupa, lo gnomo diede al suo scagnozzo l'ordine di allontanarsi, portando con sè l'ostaggio.  

"Aspettate un momento..." disse Pandora alzando una mano. "Posso almeno tenere con me il mio gatto? Sapete com'è, lui ed io siamo sempre stati assieme, e non vorrei che si sentisse solo..." 

"Va bene, ma niente trucchi. Ora, signori, sapete come noi trattiamo gli affari. Sta a voi decidere se vi importa della salvezza della vostra compagna." commentò infine Gaeta, mentre Pandora si chinava per raccogliere Sotero. Il gatto nero continuò a soffiare furiosamente verso Robolone, anche mentre quest'ultimo cominciava a trascinare con sè Pandora per dirigersi verso un angolo della grande sala, non troppo distante dalle gabbie. La ragazzina emise un breve grugnito di dolore quando un passo un po' più svelto degli altri le tirò i muscoli della spalla destra, ma non diede a vedere il suo fastidio e si piazzò con tutta calma accanto al bandito dalla pelle grigiastra, attendendo gli sviluppi della storia. Da parte sua, Robolone le diede un'occhiata di apprezzamento... poi, con grande sorpresa della ragazzina, si voltò dall'altra parte, come se si preoccupasse del fatto di non mettere in imbarazzo il suo ostaggio. 

"Diavolo..." mormorò Nisa. "Non credevo che avrebbero preteso Pandora come pegno della nostra fedeltà... che si fa adesso, Gunter?" 

"Quello che avevamo intenzione di fare in ogni caso." sussurrò il nano. "La nostra missione è comunque di scoprire qualcosa di più su questo traffico di animali e bestie magiche. E poi, mi sembra che Pandora se la stia cavando abbastanza bene." 

"Lo spero, perchè quel bestione non mi piace per niente..." rispose Nisa. "Non so se l'hai notato, ma è un mezzogre." 

Gunter corrugò la fronte. Sì, aveva già sentito parlare dei fortunatamente rari incroci tra uomini ed ogre. Se i mezzorchi erano discriminati per il fatto che la loro nascita era spesso il risultato di un orrendo crimine... per i mezzogre la cosa valeva ancora di più, se possibile. Almeno, alcuni mezzorchi erano nati da un vero amore. Alcuni mezzorchi avevano dimostrato abbastanza buon cuore, cameratismo o semplicemente volontà di impegnarsi da farsi accettare nelle comunità umane. I mezzogre... erano sempre, senza eccezione, il risultato di un'orrida unione forzata tra un ogre e una donna non consenziente. La loro natura umana era stata permanentemente inquinata dal sangue di ogre che scorreva nelle loro vene, provocando grottesche deformità - non esistevano due mezzogre uguali tra loro, ma tutti, senza eccezione, erano orridi e malformi.  

"Sì... posso capire le tue riserve..." disse Endlinn a voce bassa. "Ma per adesso, non c'è molto che possiamo fare. Non ti preoccupare, avremo altre occasioni. E comunque... ho l'impressione che la vostra amica se la sappia cavare." 

"E' quello che spero..." sussurrò Nisa. Si schiarì la voce e diede una risposta a Gaeta. "E va bene. Ma quando l'affare sarà stato concluso, pretendiamo che la nostra compagna ci sia restituita. In buona salute. Non le deve essere fatto alcun male, mi sono spiegata?" 

"Certo, certo. Non sarò io a farle del male." rispose lo gnomo fuorilegge, evidentemente sicuro di avere il coltello dalla parte del manico. "Piuttosto... voi, scansafatiche, avete portato quello che serve? Ci dovranno versare un bel po' di grana per questo lavoretto, e non dovranno esserci sorprese o imprevisti!" 

“Tutto a posto, capo! Abbiamo la situazione sotto controllo!” rispose un'aspra voce femminile, proveniente da una donna dai capelli castani e dall'espressione feroce. 

Gaeta apparve soddisfatto della risposta. “Ottimo. Allora tenetevi pronti. Tra non molto dovrebbero arrivare i nostri beneamati clienti.” Rispose. “Facciamo in modo che tutto vada per il verso giusto.” 

Holger restò dov'era, e cercò di farsi un'idea della distanza che li separava da Pandora e dalle gabbie in cui erano tenuti gli animali e le altre creature. Per il momento, non era possibile raggiungere Pandora e Sotero senza metterli in pericolo… ma forse, più avanti, avrebbero potuto tentare qualcosa approfittando della confusione… e se non ci fosse stata confusione, era sempre possibile provocarla… 

Nisa prese fiato e si scambiò uno sguardo dubbioso con Endlinn. In quel momento, sperava che la sua compagna di squadra avesse qualche buona idea, perché in quel momento non gliene veniva nessuna… 

 

oooooooooo  

 

Il tempo sembrava non passare mai mentre Pandora e Sotero attendevano accanto a quello strano energumeno che faceva loro la guardia. La fattucchiera stava cercando di distrarsi in qualche modo, in particolare dando un'occhiata alle creature che Gaeta e i suoi scagnozzi avevano catturato e messo nelle gabbie. Vicino a lei c'erano delle piccole gabbie di metallo scuro, e in ognuna di esse era tenuto prigioniero un lupacchiotto dalla pelliccia dorata e dall'espressione stranamente acuta ed intelligente… Pandora contò almeno cinque di quelle piccole creature, che di tanto in tanto guardavano verso lei e Sotero come se li pregassero di tirarli fuori di lì… le loro espressioni di paura e sofferenza erano quasi umane, e la ragazzina provò una stretta al cuore alla loro vista. 

“Non oso immaginare a che razza di destino siano diretti questi poveri animali… la schiavitù, o forse peggio.” Pensò tra sé, mentre il suo sguardo si spostava su una gabbia più grande, nella quale era tenuto prigioniero un animale davvero strano, uno che Pandora non aveva mai visto neanche nei trattati di Nisa sulla natura. Alto più o meno come un uomo adulto, lo strano essere si reggeva in piedi su due lunghe zampe dall'aspetto robusto ed agile, e aveva una lunga e muscolosa coda. Le zampe anteriori terminavano con cinque dita, e la testa era allungata e piccola rispetto al resto del corpo, con un paio di lunghe orecchie e due occhi dall'aria mansueta. La cosa più strana, tuttavia, era una sorta di "tasca" di pelle sull'addome dell'animale, che sembrava abbstanza grande da poterci mettere dentro anche oggetti di una certa dimensione - era come una borsa di pelle cucita direttamente sul corpo della creatura!

"Piace te animale salterino?" La voce roca di Robolone distrasse la giovane fattucchiera e il suo famiglio.

"Ah! Beh... sì, mi sembra un po' strano, ma carino, tutto sommato!" rispose prontamente Pandora. Prese in braccio Sotero, che fissò il mezzogre con espressione sospettosa. "Che animale è? Non l'ho mai visto prima..."

"Me non so... Gaeta dice che venire da paese molto lontano..." rispose il brigante sfregandosi il mento. In quel momento, Pandora ebbe una strana impressione - Robolone non sembrava più quel bruto feroce di poco fa. Sembrava curioso, come un bambino che vede qualcosa di nuovo per la prima volta. "Lui dice che noi fare molti soldi quando vendere a nostri nuovi clienti."

"Ah... capisco." disse Sotero. "E tu cosa ne pensi? Voglio dire, quando Gaeta vende gli animali a persone cattive..."

Robolone guardò verso il basso, quasi imbarazzato... e i due ebbero un attimo di rimorso per aver fatto quella domanda. Il mezzogre doveva aver preso la cosa piuttosto male...

"Gaeta dice sempre a Robolone che non deve pensare." disse infine. "Dice che  Robolone stupido. Che deve eseguire ordini e non dire nulla... e se qualcuno crede di fare furbo, Robolone deve prendere a bastonate lui."

Pandora sospirò - come immaginava, la vita di quel mezzogre in quella banda non doveva essere semplice. "Questo Gaeta non mi sembra molto gentile con te, se devo essere sincera..." si permise di dire la ragazzina bionda. Sotero miagolò e salì sulle spalle della sua padroncina, mettendosi sdraiato su di esse e sul collo di Pandora. "Se ti dice che sei stupido e ti usa soltanto per dare una lezione a chi sgarra..."

Robolone scosse la testa, forse con più energia di quanta intendesse. "No, no, Gaeta molto più gentile di altri..." affermò. "Lui non importa se Robolone brutto o sciocco... lui dice che Robolone utile e quindi Robolone... stare con lui." Si fermò per un attimo e si sfregò il mento con le grosse dita, guardando con attenzione la giovane fattucchiera e il suo famiglio. "Tu strana, sai? Tu non paura di Robolone. Tutti paura."

La ragazzina fece un piccolo sorriso. "Beh, che ti posso dire... se fossi una che prende paura facilmente, non sarei mai diventata un'avventuriera. Sarei rimasta a casa mia, a badare agli animali e all'orto." rispose. "Ma... sentivo che non era quella la mia strada. Comunque... non vedo perchè dovrei avere paura di te. Sai, in fondo, tu non mi sembri cattivo."

Per un attimo, Pandora fu sicura di vedere un'ombra di tristezza negli occhi porcini di quel bruto imponente, che si morse il polpastrello di un pollice in una chiara espressione di dispiacere. "Tu sola dire questo." rispose infine, togliendosi il pollice dalla bocca ma tenendo il pugno all'altezza della bocca. "Gente dire che Robolone figlio di mostro, che fatto morire mamma quando nato."

Pandora abbassò lo sguardo, sentendosi un po' colpevole per aver riportato dei cattivi ricordi a galla nella mente del mezzogre. Poche madri sopravvivevano alla nascita di un figlio mezzogre, e quelle poche che ci riuscivano finivano comunque quasi sempre per essere condotte al suicidio dall'orribile esperienza, non riuscendo ad affezionarsi a quel parto deforme. "Io... mi dispiace, Robolone, non volevo renderti triste." rispose Pandora. La sua esperienza "Ma... tu non volevi, immagino. Se tu avessi potuto scegliere... avresti voluto nascere come il frutto di un vero amore, vero? Non avresti voluto che la tua mamma morisse facendoti nascere... avresti voluto crescere con lei, vero?"

Il mezzogre si sfregò la testa e si mise a riflettere sulla domanda. Certo, la risposta a questa domanda la sapeva già... ma non credeva davvero che uno come lui avesse il diritto di esprimere la sua onesta opinione. "Beh... ecco... me pensa che... ehm... va bene se me dire cosa pensare, vero?" chiese, e quando Pandora e Sotero dissero assieme di sì, Robolone si schiarì la voce e prese a parlare. "Ecco... Robolone crede che forse adesso avere vita diversa se tutto avvenuto come dici." rispose con voce baritoneale, grattandosi la testa con una delle sue lunghe e sgraziate braccia. "Tu dici quindi che Robolone... non cattivo?"

Sotero sorrise come poteva fare un gatto. "Bingo! Ci hai preso, amico! Io dico che sei soltanto un po'... non abituato alla vita civile, ma sono sicuro che ti ci potrai abituare entro breve."

Il mezzogre sembrò lusingato dalle parole del famiglio... ma la sua espressione incantata si trasformò quasi subito quando il bruto guardò in direzione del resto della banda, che stava attendendo qualcosa all'imboccatura della grotta, accanto ad un molo che dava direttamente sulla laguna di Antenoria. Questa volta, però, si cominciava a vedere qualcosa: una barca di medie dimensioni dall'aspetto cadente e trascurato che si trascinava quasi stancamente in quel porto improvvisato, le vele intere ma rattoppate e sporche di grigio, lo scafo decorato con macabri feticci, ossa di piccole creature che non assomigliavano a nulla che il gruppo degli Abolitori avesse mai visto, e stemmi malamente cuciti che mostravano una sorta di triangolo rosso rivolto verso il basso.

"Ah! Nostri ospiti qui... adesso voi due stare tranquilli, eh? Altrimenti Gaeta vuole che io dà botte a voi, e io non volere... Ssssh!" disse Robolone, con il randello appoggiato su una spalla e l'altra mano davanti alla bocca, un dito sul naso per chiedere il silenzio. Pandora si mise a sua volta un dito davanti alla bocca e disse di sì con la testa, in modo da rassicurare il mezzogre. In ogni caso, Pandora riteneva di aver già capito abbastanza della situazione da poter parlare con Robolone da una posizione più o meno paritaria. Da un lato questo poteva tornare loro utile per mandare all'aria i loro loschi traffici... e dall'altra, poteva essere una possibilità di aiutare quel tipo e permettergli di non essere più sfruttato dal suo capo. Due piccioni con una fava, come si suol dire...

 

oooooooooo

 

All'insaputa di tutti, poco distante da quell'edificio desolato ed apparentemente vuoto, cinque strane creature simili a lupi dalla pelliccia dorata guardavano con attenzione il luogo, annusando l'aria in modo da cogliere qualsiasi odore e riconoscere quello inconfondibile dei loro cuccioli. Avevano seguito le tracce fino a quel luogo, ma la presenza di numerose guardie e la luce del giorno li avevano dissuasi da un attacco immediato. Adesso, con il favore dell'oscurità e la speranza che ci fossero meno guardie, i cani intermittenti pensavano che fosse il momento giusto per tentare il salvataggio.

In quel momento, il piccolo branco era riunito accanto ad un pontile, a poca distanza dall'ingresso del Molino. Dopo essersi guardati attorno per assicurarsi che non ci fossero altre guardie o curiosi, il branco si voltò nella direzione da cui proveniva il suono di acqua che si infrangeva su qualcosa di grande e solido, e il capobranco annusò l'aria e fece una smorfia - alle sue narici era arrivato un odore penetrante e disgustoso, un misto di alghe e carne marcita, e il cane intermittente sfregiato non potè trattenere un grugnito diisgustato.

"Fratello Bora, che succede...?" chiese uno dei cani intermittenti più piccoli, a bassa voce. Il capobranco stava puntando gli occhi verso ciò che stava provocando quel suono, e la sua vista acuta riuscì a distinguere una forma inquietante che scivolava sulle acque calme della laguna. Un'imbarcazione, senza alcun dubbio... e di dimensioni considerevoli, probabilmente una nave da cargo. Lo scafo sembrava funzionale, ma era chiaro che i marinai e il comandante non badavano eccessivamente all'aspetto esteriore, con tutti gli animali marini e le macchie di alghe e che lo incrostavano... e le vele erano così rattoppate che Bora si chiese come facesse a viaggiare in quelle condizioni. La cosa più strana, tuttavia, era la completa mancanza di qualsiasi fonte di luce sull'imbarcazione. Come facevano i marinai a vedere dove andavano, in quel buio e in una via d'acqua così piena di ostacoli? Probabilmente erano dotati di infravisione, o qualche altra capacità simile...

In ogni caso, il fatto che quell'imbarcazione fosse lì in quel momento era motivo di sospetto e di allarme. Era molto probabile che c'entrasse in qualche modo con il rapimento dei cuccioli...

"Seguiamo quell'imbarcazione. A distanza di sicurezza, si intende." disse Bora. Tese le orecchie nella speranza di sentire qualche conversazione tra i membri dell'equipaggio, ma tutto quello che riuscì a cogliere fu qualche squittio acuto, che si perdeva tra lo scroscio delle acque.

I cani intermittenti attesero mentre la lugubre imbarcazione si dirigeva verso la sua destinazione, scomparendo dietro l'edificio. Dopo essere rimasti in attesa per qualche secondo, si scambiarono dei segni di assenso... e in perfetta sincronia, si teletrasportarono verso l'imbarcazione, con l'intenzione di attendere e colpire al momento giusto...

 

oooooooooo

 

"Porca miseria... e chi userebbe mai una nave simile?" si chiese Endlinn a bassa voce. "Per trasportare quegli animali e quelle creature, poi... non mi sembra per niente confortevole!"

Nisa, Gunter e i loro compagni restarono a guardare l'imbarcazione che entrava in quella sorta di baia. Dall'aspetto della nave, non potevano che dare ragione ad Endlinn - l'imbarcazione aveva un aspetto inquietante, sciatto e trasandato, come se i marinai preferissero vivere nella sporcizia. Certo, non si aspettavano che una nave da carico fosse il massimo dell'eleganza... ma in questo caso, era così decadente che veniva da chiedersi come facesse a non attirare su di sè l'attenzione della gente civile. E per giunta non aveva neanche fonti di luce per navigare di notte...

Prima che Nisa potesse chiedersi cosa volesse dire, tuttavia, alcuni dei marinai apparvero sul ponte per iniziare le operazioni di attracco, lanciando alcune cime ai fuorilegge che aspettavano sulla banchina. L'elfa dai capelli verdi ebbe un sussulto quando vide che si trattava di slither - i feroci uomini-ratto che avevano affrontato durante la loro fuga da Grisborgo, e che a quanto pareva erano in combutta con i Malformatori. Cinque di quelle infami creature, coperte da una corta, rognosa pelliccia grigia, cominciarono l'attracco, agitando dietro di sè delle ripugnanti code glabre.

"Aaaah, eccoli qui i nostri ospiti. Alla buon ora." disse Gaeta con un ghigno soddisfatto. Gettò uno sguardo a Robolone per assicurarsi che stesse ancora facendo la guardia a Pandora e a Sotero... poi, una volta soddisfatto, raggiunse a sua volta il piccolo molo, dove alcuni dei suoi scagnozzi avevano già legato le cime della nave. "Benvenuti! Immagino che non ci siano stati incidenti o contrattempi nel corso del viaggio, vero?"

Gli rispose uno slither dalla pelliccia nera, più lunga ed ispida rispetto agli altri, con una benda di cuoio nero sull'occhio destro, e vestito di una sudicia giacca di cuoio con i pantaloni laceri e polverosi, e un elmetto sulla testa. "Nessun problema. Tutto sotto controllo." disse con una breve risatina isterica, mettendo in mostra un paio di asce da battaglia ancora macchiate di sangue rappreso che teneva rinfoderate sulla schiena. "Abbiamo proseguito secondo le indicazioni, e non ci siamo fatti intercettare. Adesso... immagino che gli esemplari che ci avete promesso siano tutti pronti per il trasferimento, vero?"

Gaeta gettò uno sguardo di intesa ai quattro membri degli Abolitori, in modo da segnalare loro che era il momento di tenersi pronti ad intervenire se fosse successo qualcosa. "Certo che li abbiamo. Ma voi, ce l'avete, la grana? Perchè abbiamo catturato degli esemplari niente male, e alcuni di essi ci sono costati parecchia fatica. Quindi... penso che non ci starebbe male un piccolo bonus, per ripagare tutti gli sforzi dei miei uomini!" disse lo gnomo con un ghigno astuto.

Lo slither nero fece una risata a denti stretti. "Ma davvero? E sentiamo un po'... quanto varrebbero in più questi... esemplari niente male?"

Gaeta simise le mani in tasca, per far vedere al capitano della nave slither che non sarebbe stato facile intimorirlo. "Vediamo un po'... io credo che trecento fiorini d'oro in più potrebbero essere un buon incentivo a fare ancora meglio la prossima volta!" affermò. "Ovviamente, ci sarebbe anche quella belva distorcente su cui abbiamo messo le mani... e quell'animale proveniente da un continente lontano... io credo che solo uno di loro dovrebbe valere almeno cinquecento fiorini d'oro in più, non credete?"

Holger storse il naso. Quel Gaeta stava davvero giocando col fuoco...

Alcuni degli slither, avendo capito abbastanza della conversazione, si erano affacciati dalla ringhiera della nave e avevano puntato contro Gaeta alcune balestre cariche... ma il capitano dalla pelliccia nera alzò una mano artigliata e fece cenno ai suoi uomini di abbassare le armi. "Stiamo alzando un po' il tiro, eh?" chiese retoricamente. "Spiacente, ma i miei superiori non sono gente che compra a scatola chiusa. Voglio proprio vedere se quello che hai catturato vale la cifra che ci chiedi."

"Come volete, capitano Thrakch." rispose lo gnomo, senza mai perdere la sua espressione arrogante, neanche quando alcuni degli slither continuarono a tenergli le balestre puntate contro. Nisa corrugò la fronte, sentendo che la tensione stava salendo... ma per fortuna, lo slither nero fece cenno ai suoi subordinati di restare fermi e scese con tutta calma sulle passerelle del molo improvvisato, per poi raggiungere lo gnomo fuorilegge. "Se volesse seguirmi, le farò vedere gli esemplari che abbiamo catturato. Potrà constatare da sè la loro qualità."

"Voglio sperare che non sia una perdita di tempo." affermò Thrakch. Chiamò a sè due slither dall'aspetto particolarmente feroce e combattivo, entrambi armati di falcioni, e seguì Gaeta verso le gabbie, gettando un'occhiata prima al gruppo degli Abolitori, e poi alla ragazzina bionda con il gatto nero che era con Robolone. Era sicuro che quei cinque non c'erano, l'altra volta... erano nuovi arrivati nella banda? Una cosa era certa, forse era meglio tenerli d'occhio. Non si poteva ma essere troppo sicuri, con uno come Gaeta. "E quei cinque, chi sarebbero? Un elfa con i capelli verdi, un nano, la mocciosetta bionda... siete davvero così disperati nel cercare nuove reclute?" Concluse la frase con una breve risata, e Gaeta storse il naso infastidito.

"Non siamo qui per discutere su chi faccio entrare o meno nella mia banda. Mi basti dire che ci stanno aiutando a tenere tutto sotto controllo." rispose lo gnomo fuorilegge. Dallo sguardo che rivolse a Thrakch, era facile capire che il capitano slither era incluso nel 'tutto'. "Ma bando ai convenevoli. Se volete dare un'occhiata agli esemplari che abbiamo catturato, vedrà da sè che valgono ogni singolo fiorino che ho richiesto."

"Questo lo giudicherò io, se permette." rispose l'uomo-ratto. Le due guardie del corpo restarono dietro di lui, le armi ad asta ben strette tra le mani, mentre Thrakch raggiungeva le gabbie. Si fermò per prima davanti ad una delle gabbie più grandi, nelle quali erano tenuti i protoceratopi, e si fermò ad osservarli, mentre i muscolosi rettili si voltavano minacciosi. "Hmm... rettili. Non sono esattamente un estimatore dei rettili, ma i capi dicono che anche loro servono al progetto. E questi... sembrano abbastanza robusti. Ma nulla di così speciale da meritare cinquecento fiorini."

"Oh, questo è solo un assaggio di quello che abbiamo catturato." rispose Gaeta. "Dia un'occhiata a quella belva distorcente lì."

Thrakch si voltò verso la gabbia più grande, dove la mostruosa pantera a sei zampe ringhiava rabbiosamente verso i suoi carcerieri. La sua immagine illusoria sfarfallò minacciosamente, e i tentacoli che le spuntavano dalla schiena raschiarono le sbarre della gabbia, provocando un fastidioso stridio metallico. Il capitano degli slither restò a distanza di sicurezza per osservare la strana belva, e sfoderò un ghigno soddisfatto. "Bene, bene, questa mi sembra già più interessante. Potrebbe essere un'ottima aggiunta al progetto. Va bene, questa la prendiamo. Duecento fiorini mi sembrano un prezzo equo."

Gaeta reagì con sorpresa e rabbia. "Duecento fiorini? State scherzando, vero, capitano Thrakch? Che vi salta in mente?" protestò. "Questo potente animale ne vale almeno il doppio! E cento fiorini in più per la fatica che abbiamo dovuto fare a tenerla in gabbia! Direi che questo sia un prezzo equo, o no?"

"Heheheee... equo per voi, forse! Ma... ho l'impressione che state sopravvalutando il  vostro apporto al progetto dei miei superiori..." rispose Thrakch.

Pandora e Sotero, a quel punto, decisero che tanto valeva togliersi la curiosità. "Hmm... scusa, Robolone, ma che progetto è quello di cui parlano?" chiese la biondina, tenendo lo sguardo sullo strano animale con la "tasca" sul ventre. Di qualunque bestia si trattasse, la stava osservando già da un po', e Pandora non era sicura se fosse un atteggiamento aggressivo o semplice curiosità.

Il mostruoso bandito alzò le possenti spalle. "Me non sa. Gaeta dice che toponi hanno grande progetto, ma non detto a me cosa essere." rispose. "Forse toponi fanno collezione?"

"Per qualche motivo, non credo che sia così, miao..." rispose Sotero, ancora accoccolato sulle spalle di Pandora come una specie di stola vivente. "Pandora, stiamo attenti. Forse scopriamo qualcosa, miao."

Pandora disse di sì con la testa, mentre Gaeta e Thrakch continuavano a discutere sul pagamento e su quanto valesse la belva distorcente che nel frattempo faceva quello che poteva per raggiungerli e farli a pezzi. Solo le robuste sbarre di ferro impedivano ai due malviventi di diventare il pasto del mostruoso felino... e ad ogni ruggito della belva, la creatura con la "tasca" si acquattava intimorita agli angoli della gabbia, e i cuccioli di lupo dorati guaivano per la paura...

"E va bene, per quanto riguarda il pagamento, possiamo fare così..." disse infine Gaeta, cercando di trovare un compromesso dal quale avrebbe guadagnato comunque. "Ci pagate la metà adesso, e il resto dopo se i vostri superiori sono soddisfatti. E vi posso assicurare che lo saranno."

"Vedremo..." rispose Thrakch. Il capo degli slither avvicinò il muso alla gabbia della belva distorcente quel tanto che bastava per vederla bene senza farsi colpire dai tentacoli della creatura. Anche a distanza così ravvicinata, l'immagine del mostruoso felino non appariva fissa, ma cambiava posizione da un istante all'altro, e in certi momenti sembrava addirittura uscire dalla gabbia. Anche Pandora e Sotero, che si trovavano lì vicino, non riuscivano a capire esattamente dove fosse. "Comunque, va bene. Sono disposto a fare come dite voi. Avrete la metà del pagamento che richiedete adesso."

"Sapevo che ci saremmo potuti accordare... E da questa parte, ci sono altri esemplari che troverete molto interessanti." continuò Gaeta soddisfatto, e si avvicinò alle gabbie dove si trovavano i lupacchiotti dalla pelliccia dorata, tutti con quegli inquietanti collari d'acciaio al collo. Alcuni dei cuccioli cercarono di ritirarsi, ma due di essi ringhiarono e mostrarono i denti allo gnomo criminale. "Alcuni cuccioli di cane intermittente che abbiamo catturato solo qualche giorno fa sui Colli Daporviani... e subito dopo, potete vedere un animale davvero raro ed interessante, proveniente dalla terra di Garlandia!"  

Thrakch rivolse la sua attenzione all'animale con la "tasca" sul ventre... e questa volta, il suo muso dall'aria truce lasciò spazio ad un'espressione stupita ed incuriosita. "Oooh... ammetto che non ho mai visto una creatura simile. Ha un aspetto che ricorda un po' quello di un ratto, cosa che me lo rende gradito... ma di cosa si tratta, esattamente?" chiese, mentre si avvicinava alla gabbia ignorando del tutto Pandora, Sotero e Robolone.

"Si tratta di un mammifero molto particolare... a Garlandia, dove questi animali sono originari, lo chiamano 'canguro'. I nostri alleati a Garlandia lo hanno catturato ed inviato qui. Un certo Professor McYllis ce lo ha spedito tramite un teletrasporto, dicendo che si trattava di un invito alla cooperazione." rispose Gaeta con una certa noncuranza.

Thrakch corrugò la fronte. C'era qualcosa di strano, in quella faccenda. Qualcosa che gli sfuggiva, ne era sicuro. Perchè inviare quell'animale ad un gruppetto di contrabbandieri quando sarebbe stato più semplice, più conveniente e probabilmente più sicuro, inviarlo direttamente alle alte sfere dei Malformatori? Qual era il senso, in tutto questo?

"Da Garlandia, eh? Dall'altra parte di Nexos..." disse il capo degli slither. I suoi uomini erano per la maggior parte rimasti sulla nave, ma alcuni di loro erano scesi a terra e stavano tenendo d'occhio gli uomini della banda di Gaeta. "Non so che interessi possa avere questo McYllis ad inviarvi un esemplare così... rimarchevole."

Fu la volta di Gaeta di sentirsi a disagio. Cosa stava implicando Thrakch? "Beh, se questo animale è stato mandato qui, immagino che il..."

Gaeta non finì la frase. Si sentì un fruscio, il suono di qualcosa che appariva di colpo... e uno degli slither lanciò un acuto strillo di dolore e cadde a terra sotto il peso di un grosso lupo dalla pelliccia dorata, una sorta di versione adulta di quei cuccioletti, che era apparso praticamente dal nulla e lo aveva azzannato alla arte posteriore del collo! Thrakch reagì con prontezza, nonostante la sorpresa, e afferrò una delle asce sulla sua schiena... ma la sala piombò nella confusione quando altri quattro lupi dorati - cani intermittenti, senza ombra di dubbio - apparvero dal nulla nel bel mezzo della spelonca e si lanciarono all'attacco, sparpagliando uomini, slither ed altri membri della banda di Gaeta! Lo stesso capobanda trasalì di fronte a quell'attacco improvviso, mentre Robolone emetteva un rantolo di sorpresa e afferrava il suo enorme randello chiodato, piazzandosi davanti al suo capo e a Pandora.

"Che cosa...?" esclamò Endlinn, mettendo rapidamente mano alla spada corta che teneva rinfoderata ad un fianco... solo per ricordarsi, con suo grande scorno, che aveva lasciato le armi all'ingresso. Attorno a loro, i banditi e gli slither cercavano di ritirarsi, di prendere le armi e di attaccare i cani intermittenti... che a loro volta reagivano con fredda decisione, azzannando tutti coloro che si avvicinavano entro una certa distanza, e poi teletrasportandosi via per sfuggire alle rappresaglie degli altri! In breve tempo, la spelonca era precipitata nel caos, mentre i banditi cercavano in qualche modo di difendersi da cinque enormi lupi dotati di intelligenza umana che si teletrasportavano da un punto all'altro senza dare alcun bersaglio fisso! "Cani intermittenti! Sono... sono venuti qui a riprendersi i cuccioli?"

"Che... che state facendo, idioti? Cacciate via quelle bestiacce! Riempitele di frecce! Fate qualcosa!" strepitò Gaeta. Due banditi si avvicinarono ad uno dei cani intermittenti, sperando di agguantarlo e finirlo prima che potesse usare di nuovo il teletrasporto... ma uno di essi venne buttato a terra da un altro cane intermittente - un esemplare particolarmente muscoloso e robusto, con una vistosa cicatrice su un occhio! Gaeta sfoderò un pugnale ricurvo e cercò di avvicinarsi, ma il più grande dei cani, tenendo fermo a terra il suo ostaggio, fissò rabbiosamente lo gnomo e mostrò i denti aguzzi!

"Sappiamo che i nostri cuccioli sono stati portati qui, vili rapitori!" ringhiò il cane intermittente sfregiato. "Liberateli subito, e riportateli a noi! Vivi e in buona salute!"

Gaeta indietreggiò con una smorfia di rabbia e paura al tempo stesso... e Pandora corrugò la fronte e cercò di pensare ad un nuovo piano. "Qui la situazione si sta complicando..." pensò la ragazzina, fissando con attenzione il capobranco che continuava a ringhiare minaccioso. "Ma forse... forse non tutto il male viene per nuocere..."

Con circospezione, Gaeta si mosse, tenendo le spalle alla gabbia della belva distorcente - alla vista dei cani, il mostruoso felino si era messo a sibilare, ringhiare ed agitarsi ancora di più, e lo gnomo criminale aveva l'impressione che non chiedesse niente di più che uscire dalla gabbia e gettarsi nella mischia. "Maledizione..." pensò Gaeta tra sè. "E' un piano rischioso, ma devo tentare. In ogni caso, temo proprio che l'affare sia andato a monte... ma almeno non mi farò beccare!"    

Nisa gettò uno sguardo di intesa a Gunter... e il nano fece un cenno con la testa, cercando di trovare il momento giusto per agire...

    

oooooooooo 

 

CONTINUA... 

  

                                  

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam