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Autore: onelux    14/12/2021    0 recensioni
Ringrazio Ken Ishikawa e Gō Nagai per aver creato la saga "getter" e l'ultima in ordine di uscita "Getter Robot Arc" a cui questa FF deve la sua nascita. Protagonisti di questo racconto sono quasi tutte le figure presenti nell'anime ma si incentra principalmente attorno alla figura di Kamui Sho e alla sua ricerca di una stabilità tra i due mondi ai quali appartiene. Sono gradite osservazioni costruttive.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Camminava lungo il corridoio che portava a dove era ricoverato Kamui. Camminava piano.
Come era cambiato l’istituto da quando era anche lei nella squadra getter.
Mentre si guardava attorno scorse il professor Han uscire dalle porte dellla clinica, non l’aveva vista.
Era assorto nei suoi pensieri e in qualche modo le parve sereno.

Lei era meno serena.
Voleva vedere personalmente il ragazzo.

Vedere come stava.

Se possibile parlarci insieme.
I suoi passi man mano che si avvicinava parevano rallentare.
Era un tuffo nel passato.

Un dejavu.

Lei che andava a vedere come stava il bambino da poco arrivato dalle profondità del mare.
Lui era stato male quasi subito. L’aria diversa la luce. La sua pelle delicata rispetto ad un sauro.
I suoi incubi.
E lei che appena poteva andava a trovarlo e le stava accanto. Lui diffidente e silenzioso.
Lei che avrebbe voluto abbracciarlo e stringerlo forte ma si sentiva in soggezione davanti a questo bambino così serio e allo stesso tempo spaventato.
Un bimbo che chiedeva aiuto ed era incapace di chiederlo.
Una donna adulta che avrebbe voluto dare aiuto ma aveva paura di darlo.
Perché avrebbe dovuto prendersi carico di tutta quella paura.
Di tutto il bagaglio che Kamui si portava dietro.
E lei.
Non se l’era sentita.
Adesso. Dopo tanti anni era nuovamente a quel punto di allora.
Solo che non c’era più un bambino.
Ma un ragazzo.
E se allora gli era parso gravoso farsi carico delle problematiche di quel bimbo adesso che era grande le trovava quasi insormontabili. Si chiese se non fosse parte del suo karma.
Quello che avrebbe dovuto avere il coraggio allora di affrontare, e non lo fece. Se lo trovava nuovamente adesso ancora davanti.
Chissà se questa volta ce l’avrebbe fatta.

- Buongiorno ispettore Sho Tachibana.

- Buongiorno a lei. Sono qui per Kamui è possibile visitarlo?

- Ma certo è sveglio e non è solo. Credo che gli abbiano appena portato il pranzo.

- Oh. Grazie. Non si alzi conosco la strada.

Così dicendo salutò l’infermiera all’ingresso e si diresse dove ricordava che era la camera.
Arrivando sentì parlare.
Riconobbe la voce del dottor Lewis e poi altre a cui non sapeva dare un volto.
Entrò

- Buongiorno. Spero di non disturbare.

Kamui era seduto dentro il letto.
Lo schienale alzato e davanti a se, su un tavolino, un vassoio con del cibo.
Cibo era una parola eccessiva.
Riconobbe dall’odore del brodo in una scodella.
Una gelatina verde in un piatto e un brick con della bevanda iperproteica e calorica al sapore di cioccolato.
Una bottiglia d’acqua.
E una flebo ancora al braccio che scendeva goccia a goccia.

- Oh non disturba affatto ispettrice Tachibana.
Salutò il Dottor Lewis.

- Buongiorno Kamui. come stai?

- Buongiorno. Sto Bene. Se avessi altro da mangiare potrei stare meglio. Le presento i miei compagni di squadra. Takuma Nagare e Baku Yamagishi

Indicò i suoi compagni con lo sguardo mentre teneva in mano il cucchiaino con la gelatina.

- Takuma Nagare? Il figlio di Ryoma? Mi ha parlato molto Jin di te e del tuo amico Baku.

Li guardò per un po'. Con il pensiero di rivederli in un secondo momento. Adesso aveva Show Kamui a cui rivolgere l’attenzione.
E voleva farlo da sola.

- Scusate avrei bisogno di stare un po’ con Kamui potreste uscire qualche minuto. Sarà una cosa breve.

Baku e Takuma si risentirono ma non disserò nulla.
Neppure il dottor Lewis disse nulla. Guardò i ragazzi e uscì con loro.

- Dai venite con me. Volete qualcosa da bere? Da mangiare? Ho visto un distributore nella saletta all’ingresso vi offro quello che volete. Così mi raccontate un po’ di voi.

Uscirono.

Tachibana li guardò uscire e allontanarsi.
Si girò verso il giovane che pasticciava con il cucchiaio nella gelatina.

- Come mai anche lei qui? Una improvvisa rimpatriata proprio quando svengo? O altro?

- Sai benissimo che non si tratta di una rimpatriata. Siamo stati convocati qui da Hayato per quello che ti è successo.

- E cosa mi sarebbe successo? Non è la prima volta che vengo ricoverato. La primavera dello scorso anno mi ero rotto delle costole e avevo avuto un emopneumotorace ma non ho visto tutto questo interesse per la mia persona. E mi ricordo di essere stato ben peggio di adesso.

Se lo ricordava.
Se lo ricordava eccome.
Come si ricordava tutte le volte che Hayato la informava sui morti e i feriti di combattimenti, esercitazioni e incidenti vari che capitavano. E si ricordava di tutte le volte che questi traumi avevano come soggetto Kamui.
Aveva ragione il ragazzo.
Non si era mai mossa.
A dire il vero forse si era limitata nelle situazioni più gravi a contattare direttamente Kamui per sapere come stava.
Ovviamente dopo che il peggio era passato.
E sentirsi dire che “Ormai sto bene. Grazie”.

- È proprio perché non si sa cosa ti è successo che siamo qui.

Alzò gli occhi dalla gelatina. La guardò.
- Pensate che sia pazzo?

- Di cosa stai parlando?

- Della relazione. Della sindrome da stress che avrei. Pensate che sia diventando matto per troppo lavoro? Del consulente che avete chiamato.

- Io e il professor Han siamo stati chiamati prima che tu stessi male stamane. Prima di qualsiasi tua presunta pazzia, come la chiami. Sono qui perché Jin era così preoccupato da averci convocato senza replica. E se lo ha fatto credo che lo abbia fatto a ragion veduta visto che stamane sei stato male. Poi se è stress o altro non lo so. Ma se vuoi il mio parere i pazzi sono ben diversi da te. Del consulente posso dirti che l’ho incontrato stamane per la prima volta.

- Quindi Hayato non muove un dito se rischio di rimanere in coma o altro ma se io svengo perché obbliga a ritmi assurdi diventa un problema in quanto gli ritardo i programmi o rischio di farglieli saltare?

- Anche. Ma non solo. E lo sai. Jin tiene a te. Come tutti noi. Non saremmo qui altrimenti.

- Difficile crederlo. Visto che non siete mai stati qui prima di oggi.

Si sentì in una battaglia navale. Colpita e affondata.

Guardò Kamui. rimpiangeva il bambino che era stato. Sarebbe stato più facile gestirlo pensando a come era adesso.
Carico di rabbia e risentimento.
Fece per allungare la mano ed accarezzarlo.
Lo sguardo che ricevette la gelò.
Lui poi abbassò gli occhi sul vassoio.
Ormai anche il brodo era freddo.
Abbandonò il cucchiaino con la gelatina dentro il brodo.
Spostò il vassoio.
Girò il viso e chiuse gli occhi.
Sho Tachibana pensò che aveva sbagliato tutto ancora una volta.
Si scostò dal letto e usci.
Mentre usciva non si accorse di una lacrima che correva sul viso del giovane. Scese veloce dagli occchi alle guance. Finendo sulle labbra.
Era salata.
  
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