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Autore: KurryKaira    16/12/2021    0 recensioni
Ayame invita Rouge nella sua terra nella giornata del 7 luglio con la speranza che la donna possa dichiararsi al suo amato Ryoma. Rouge decide di portare con sé Edward Falcon con la speranza che la piccola orientale possa fare lo stesso!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Che stai aspettando?? Vai dal tuo Falcon!- Continuò Kikuno insistente.
- Ma sei pazzo?? Non se ne parla proprio! E se ci scoprissero? E poi...-
Kikuno la spogliò delle vesti di ninja per lanciarle addosso di nuovo il lungo kimono di Orihime, sorrise dolcissimo, per poi urlare:- Va' da lui e basta! Vigliacca!!-
Lei quasi spaventata dal fratello indossò quel kimono in fretta e raggiunse quel ring.
La folla si divise per fare passare quella ragazza che doveva essere il "coniglio rosa", molti la riconobbero, era la ragazza con quella meravigliosa voce nello spettacolo "Tanabata"!
Lei rimase immobile a qualche metro da quel ring dove ancora l'inglese regnava.
Respirava a pieni polmoni lei, gonfiando il petto, gli occhioni sbarrati e un rossore ancora più evidente del solito sulle gote delicate.
Lui, visto che la folla le faceva spazio, finalmente la poté vedere, respirava profondamente anche lui, sorrise:
- Ciao- le disse ancora con quel microfono.
Ayame:- Chiamavi me?- Chiese ancora distante.
Edward:- Certo che chiamavo te! Chi vuoi che sia il coniglio rosa?-
Ayame d'istinto cercò Rouge nella folla come a chiedere aiuto, la notò, se ne stava emozionata con Ryoma, la guardava come se tifasse per lei e insieme a loro adesso c'era anche Kikuno, più emozionato di tutti.
Edward:- Vieni qui sul ring, che stai aspettando?- Ancora col microfono.
La giapponesina lo guardò e urlò:- Getta quella roba! Che bisogno hai di attirare così tanto l'attenzione?! Guarda che da qui ti sento così come tu senti me!-
Edward alzò le spalle e gettò il microfono, il presentatore andò nervoso a raccoglierlo, che modi.
Poi allungò la mano verso di lei come a dire "ora vieni però".
Ayame ingoiò la saliva nervosa e un po' rigida lo raggiunse.
Lui l'aiutò a salire sul ring anche se di aiuto non aveva bisogno.
Si ritrovarono finalmente faccia a faccia, anche se per guardarlo negli occhi lei doveva sempre tenere lo sguardo così alto.
Tutti osservarono in silenzio aspettandosi una ormai palese dichiarazione.
Ayame:- Allora?- Chiese timida con occhi luminosi.
Lui prese fiato non distogliendo mai lo sguardo da quello ora stranamente timido del coniglio.
Che strano. L'aveva chiamata perché? Che intenzioni aveva?
Voleva forse dichiararsi come pensavano chiaramente tutti in quella folla? Il ragazzo perse tutta la sua sicurezza e iniziò imbarazzato a guardarsi intorno.
Li guardavano tutti. Anche Rouge, Ryoma e quel Kikuno. Che vergogna. Pensò.
Ma che intenzioni aveva?? Perché l'aveva fatto?
Gli piaceva stare al centro dell'attenzione sì, ma non era certo tipo da gesti plateali.
Si accorse che l'intera situazione gli era sfuggita di mano e che era vero, lui amava quella adorabile piccola peste.
Si soffermò ancora a guardare i suoi occhi e non riusciva a non confermarselo, lui la amava!
La amava tanto che non gli importava nemmeno che Rouge e Ryoma si stringessero. "Perché diavolo ho pensato a Rouge a Ryoma?!" Si chiese poi rendendosi conto che la sua mente vagava ovunque pur di non essere lì. E i secondi di silenzio imbarazzante aumentavano.
D'altro canto lei se ne stava lì, non distogliendo mai nemmeno un istante quegli occhi sognanti da quelli cielo di lui.
Lei era l'unica che non credeva stesse per succedere una dichiarazione, ma quella che in fondo più ci sperava.
Non lo credeva, perché conosceva quel suo capriccioso e viziato Falcon. Non era tipo da gesti plateali per qualcuno che non fosse lui, soprattutto non per lei.
Sì, erano amici, ma niente di più per lui. Ne era sicura. Questo la faceva soffrire, e molto. Non pensava a lui costantemente, ma a volte le sere andava a dormire pensandolo.
Pensando che le sarebbe piaciuto averlo accanto. Le sarebbe piaciuto guardare il cielo dalla finestra della sua stanza e chiacchierare con lui.
E le sarebbe piaciuto anche chiudere quella finestra e diventare una cosa sola con quell'egoista straniero.
Ma sapeva bene che lui non provava lo stesso. Erano amici sì, ma niente di più. Questo la faceva soffrire, e molto, ma lei era forte e non lo dava a vedere mai.
Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di farsi vedere in lacrime da lui.
- Ehm... niente. Volevo solo dirti che ho vinto il torneo! Così impari a non credere in me!- Disse infine lui in una risatina d'imbarazzo. La folla gridò un "no" di delusione, soprattutto Rouge, Ryoma e Kikuno erano rossi di rabbia. Quello stupido si era tirato indietro all'ultimo, pensarono, non aveva avuto il coraggio!
Ma Ayame pensò solo che era la realtà.
- Sei stupido. Non ho mai detto questo. Sapevo che avresti vinto tu- disse quasi senza voce guardando ora in basso. Singhiozzò appena.
Non avrebbe mai voluto dargli la soddisfazione di farsi vedere in lacrime da lui, ma non andò così. Una lacrima le scivolò da quegli occhi di porcellana, se ne vergognò e corse subito via da quel maledetto ring.
Lui rimase in silenzio, aveva notato le sue lacrime, e si sentì un perdente, altro che vincitore.
Kikuno rincorse la sorella che nel panico correva via lontana.
- Falcon!!- Urlò l'araba con rabbia riportando l'inglese alla realtà, lui strabuzzò gli occhi e la guardò.
Rouge:- Che stai aspettando? Corrile dietro, persona terribile!-
Edward:- P... persona terribile? Io?-
La gente cominciò anche a tirare lui addosso qualche lattina vuota o un po' di cibo, il vincitore di quel torneo ora non era simpatico a nessuno.
Nessuno quel giorno avrebbe voluto vedere la bella Orihime piangere e fuggire.
Edward tornò in sé:- Ehi!- Disse bloccando gli oggetti che gli lanciavano:- Datevi una calmata! So di aver fatto una pessima figura! Non è il caso di infierire!-
Rouge:- Tu non capisci proprio eh?- Le disse avvicinandosi con le braccia ai fianchi come una madre severa:- Esatto, per tutti noi la pessima figura l'hai fatta tu, ma Ayame pensa che l'abbia fatta lei! Le hai fatto provare una grande vergogna!-
Edward ancora in quel ring:- Io... io non volevo... tutt'altro.-
Rouge:- Sappiamo tutti cosa volevi. Va' da lei e vedi di non fare altre... altre cose... alla Edward Falcon!- Disse quasi con un tono di disprezzo, lui ridacchiò nervoso e saltò fuori da quel ring sorpassando gli elastici rossi.
Era faccia a faccia con la bella amica, poco distante il samurai li guardava orgoglioso.
- Rouge- disse il pugile con voce seria:- Non l'ho persa per sempre, vero?-
- Non sono Ayame, non posso dirtelo con certezza. Ma se ti sbrighi forse hai ancora qualche speranza. Anche se non la meriti affatto.-
Edward annuì, poi aggiunse a voce bassa:- Non chiamarla per nome, non vorrei pensassero sia la ladra!-
Rouge rimase in silenzio ma il suo sguardo diceva tutto, "lei E' la ladra" diceva.
- E muoviti e raggiungila!!- Gridò infine il samurai perdendo la sua disciplina e quasi tra le lacrime, era il più preso di tutti da questa storia d'amore in realtà.
Il biondo tutto muscoli non se lo fece ripetere più e prese a correre lungo quella via che avevano preso Ayame e il fratello preoccupato, nella speranza di poter incontrare la sua amata, e che nessuna Via Lattea li tenga più lontani!
Oltre il fiume che segnava il confine tra la festa e il bosco se ne stavano i due fratelli. Lei era così arrabbiata, tanto che non riusciva a smettere di singhiozzare tra le lacrime. Piangeva, di rabbia, ma piangeva.
Kikuno:- Tesoro, calmati! Non è stato carino, ma non è come pensi tu!-
Se ne stavano al buio rannicchiati tra le radici di un albero.
Ayame:- E come è? Qual è la realtà? Se non che voleva prendersi gioco di me davanti a tutta quella gente?!-
Kikuno che cercava di asciugarle le lacrime schivando di tanto in tanto qualche pugno involontario della ragazza che non riusciva a stare ferma dai troppi nervi.
Kikuno:- Nessuno rideva di te! Sta' certa che se qualcuno ha fatto una pessima figura quello è Falcon. Ma io non credo tu pianga davvero per questo.-
Ayame:- Tsz. Ho dato più spettacolo adesso che prima allo... spettacolo, appunto. Maledetto schifosissimo Falcon!- Si alzò andando avanti e dietro quell'albero.
Kikuno:- Ma lui non l'ha fatto apposta! Non era quello che voleva dirti, si è solo vergognato!-
Ayame urlando:- Vergognato di cosa?!-
- Di quello che provavo.-
Riconobbe la voce, fermandosi di colpo, si voltò verso di lui.
Kikuno si alzò, accarezzò la mano alla sorella senza dire niente e dopo essersi scambiato una sguardo con Falcon si allontanò.
Prima di lasciarli completamente soli passò vicino al pugile e con voce dolcissima gli sussurrò:- Spezzale di nuovo il cuore, e non ci sarà tuo pugno che mi spaventerà dallo spezzarti le gambe. Sarebbe davvero un peccato però, sei così carino, e in più mi rovinerei la manicure quindi...-
"Capito Kikuno, eviterò di farle altro male" pensò semplicemente sorridendogli per poi rimanere solo con il coniglio.
Ayame finalmente parlò, non perdeva più lacrime, ma la rabbia era ancora tanta. Cercava di trattenerla, se ne stava ferma, distante coi pugni serrati:- Di quello che provavi?- Chiese seria.
Edward:- Sì. Ed ero intimorito.-
Ayame:- Intimorito- corrucciò la fronte come se venisse presa in giro.
Edward:- Intimorito dalla tua bellezza- ammise questa volta senza vergogna.
Perché lui non era tipo da gesti plateali, ma questa intimità non lo spaventava affatto.
Si accorsero che il sole iniziava a sorgere, era alba, il torneo era durato delle ore e in effetti già da un po' non era più il 7 di luglio.
Lei non scostava gli occhi da lui, rimaneva sulle sue, non convinta, coi pugni chiusi. Ma si accorse della luce che piano li illuminava.
- E' alba- disse:- il Tanabata è finito.-
- E' finito da diverse ore ormai- sottolineò lui in una risatina.
Non si avvicinava a lei, voleva; si mostrava rilassato ma non si avvicinava, come se lei fosse una belva feroce che andava calmata. La temeva e la bramava.
- Questo significa che Orihime e Hikoboshi dovranno aspettare che passi un altro anno prima di potersi rivedere- continuò lei.
Il ragazzo sorrise amaramente non sapendo che dire.
- Ma sai?...- lasciò che il pugno si aprisse:- ...Se piove, i due non possono vedersi neanche il settimo giorno del settimo mese!- Non riuscì ancora a trattenere le lacrime, che sgorgavano pesanti su quel viso da bambolina, come quelle della festa delle bambine.
Queste non erano lacrime di rabbia, tremava e non riusciva a fermare quel pianto.
Non era più rabbia, era tristezza e una belva triste non faceva più paura. Edward Falcon le si avvicinò all'istante, senza timore, e l'abbracciò forte.
- Ti prego. Scusami. Dimmi che ho ancora una possibilità con te.-
Incurvò la schiena per riuscire a perdere il volto tra le spalle e i capelli un po' scompigliati di lei.
Respirava piano ma la stringeva forte, come se anche lui trattenesse a stento un pianto. 
- Hai dei naruto e un po' di noodles addosso...- sfiatò piano lei ora felice vittima di quell'abbraccio sincero.
- Mi hanno tirato addosso un po' di cose, anche del ramen- disse sfiorandole le spalle con le sue grandi mani, la guardò negli occhi:- La gente se l'è presa con me dopo quello che ti ho fatto. Ora mi odiano tutti...-
E lei non riuscì a trattenere una risata di cuore:- Te lo sei meritato- continuò a ridacchiare con la spontaneità di una bambina e la bellezza di una donna.
  
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