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AUTORE: Rouge
De La Croix
GENERE: romantico, triste
RATING: verde
NOTE: one shot
DISCLAIMER: Bill Kaulitz non è di mia proprietà. La sua immagine in questa fan fiction non è usata a scopo di lucro.
La seguente storia è di proprietà esclusiva dell'autrice e non può essere pubblicata altrove senza il suo esplicito consenso scritto.
La citazione in apertura è tratta da un numero di W.i.t.c.h. (sinceramente non ricordo quale).
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"A volte ciò che il destino unisce, la vita divide."
Non c'è più niente da fare. Questo mi
hanno detto i medici. Ce l'ho messa tutta per lottare contro questo
male, da quando mi è stato diagnosticato, da quando ne ho
conosciuto il nome. Un nome orribile, che sa di morte, che mette paura
solo a sentirsi. Leucemia. Adesso sembra non fare più
così tanta paura, visto che ci sono speranze di guarigione.
È a quelle che io e te ci siamo appigliati, e a questa mia
disperata voglia di vivere, di non lasciarti, amore. Ma il nostro
desiderio non verrà soddisfatto. Il destino crudele ci vuole
lontani a questo punto del cammino che eravamo abituati a percorrere
insieme. Sento che è la fine, che è l'ultimo
giorno. Non vuoi neanche sentirmelo dire, ma è
così. Ed è mio dovere dirtelo, per far
sì che tu non soffra di più, per evitare che
speri ancora nel destino, vile assassino del nostro amore, che tuttavia
mai morirà, finché tu avrai la forza di pensarmi
e di amarmi ancora, oltre il tempo, oltre tutto.
Tieni la mia mano tra le tue e la baci, dolce, come solo tu sai fare.
Ricorderò per sempre questi ultimi istanti con te, angelo
mio. Nei miei ricordi resterà sempre il tuo sorriso, insieme
al bagliore di quegli occhi nocciola simili a stelle.
“Ora, però, ti prego, lascia che vada.”
ti dico.
Tu, invece, protesti, senza capire che rendi tutto ancora
più difficile.
“Sei sempre il solito adorabile testardo, Bill.”
penso, abbozzando un sorriso e accarezzandoti il viso pallido, quel
viso che tante volte riempivo di baci, molto spesso senza una ragione
precisa.
Una tua lacrima mi inumidisce leggermente la mano, colorandola un po'
di nero.
“Ti si rovina tutto il trucco, scemotto.” ti dico,
scherzando.
Tu prendi un fazzoletto e mi pulisci la mano, poi con un gesto quasi
infantile, ti passi una mano sotto l'occhio.
“Scusa.”
“Bill, non farlo più.”
“Cosa?”
“Non piangere. Se mi ami, non farlo.”
“Ok.” mi rispondi, abbassando lo sguardo. So che
per te è quasi impossibile, ma apprezzo tanto lo sforzo che
fai per rendere questi miei ultimi attimi accanto a te meno difficili,
cercando di esaudire meglio che puoi questa mia richiesta.
“Bibi, amore, ti prego, non morire con me, ma vivi con il mio
ricordo. Pensami ogni volta che ne sentirai il bisogno, ma non lasciare
che la mia lontananza ti renda impossibile vivere, d'accordo?”
Annuisci, serio, con un solo cenno della testa, trattenendo a stento le
lacrime.
“Ti amo.”
“Anch'io... anch'io...” mi rispondi, lasciandoti
andare a qualche singhiozzo.
“Ogni gesto che ho fatto, ogni istante che ho vissuto, Bibi,
è stato per vederti sorridere. Non sei la mia vita Bill, ma
la mia anima, perché la mia vita sta finendo, ma la mia
anima... quella resterà sempre, e veglierà su di
te.”
Il tuo pianto convulso riempie il silenzio di questa stanza.
“Ti prego, non piangere.” ti sussurro.
Tu mi guardi, gli occhi sgranati, la bocca aperta, mentre chiudo gli
occhi per l'ultima volta.
Sento un grido che si attenua man mano che le tenebre calano su questi
occhi ormai stanchi e sofferenti.
Ti accasci sul mio letto, con la testa tra le braccia conserte.
Ti prego, come se fossi ancora lì con te, quasi tu possa
ancora sentirmi.
“Ti prego, non piangere.”