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AUTORE: Rouge
De La Croix
GENERE: romantico, introspettivo
RATING: verde
NOTE: one shot
DISCLAIMER: Bill Kaulitz non è di mia proprietà. La sua immagine in questa fan fiction non è usata a scopo di lucro.
La storia, di proprietà esclusiva dell'autrice, non può essere pubblicata altrove senza il suo esplicito consenso scritto.
Quando sei sul
palco e stai cantando
cosa sono per te le migliaia di ragazze che urlano e ti adorano??
Non sono migliaia per me è come se tutte loro
diventino
una sola ragazza che sta di fronte a me mentre canto per lei.Una sola
ragazza che sta urlando e cantando con me,che si diffonde con me in
una sola creatura.Si,in quei momenti io e loro siamo una persona sola
e ci agitiamo in preda a un attacco di felicità,è
come un rapporto
d'amore.
Bill Kaulitz
E' difficile dire come ci si
sente sul palco, davanti a una folla adorante. migliaia di persone
alzano le mani, urlano nonostante sappiano che tu hai gli auricolari
con la musica a tutto volume e non potrai mai capire cosa ti
stiano dicendo (o strillando), fanno di tutto per farsi notare da te:
saltano, alzano cartelloni stravaganti che sperano che tu legga,
lanciano oggetti e regali...
Anche se a volte esagerano, io li
stimo moltissimo, più di quanto possano immaginare,
perché so cosa
vuol dire essere fan e so cosa si prova quando vai ad un concerto e
tu e il tuo idolo siete sotto lo stesso cielo, e questo per te
è già
tanto. Non importa in che fila sei, che posto occupi: basta essere
lì, con tante persone che sono diversissime da te, ma con le
quali
hai in comune una passione, la stessa passione che vi ha portati
tutti ad essere dove vi trovate. Attendi impaziente l'arrivo del tuo
mito, con la certezza che - come sempre - ti stupirà e
darà il suo
massimo per incantarti con la sua energia, la sua bravura e il suo
entusiasmo. Improvvisamente fa il suo ingresso, lasciandoti senza
fiato: non sai cosa pensare, cosa fare e neppure cosa dire. L'unica
cosa che sai è che vorresti corrergli incontro, gettargli le
braccia
al collo e dirgli che sei felice di essere in sua compagnia, che hai
atteso quel giorno da sempre e che sentirai la sua mancanza una volta
finito tutto. Anche se queste parole rimarranno solo pensieri o
assurde fantasie, non importa: tu sei lì, non importa se
lontano o
vicino, perché è questo che basta.
Questo è ciò che penso che
sentano, perché è ciò che io ho
provato per Nena.
Trovarmi
dall'altra parte mi fa un certo effetto, devo dire. Sono agitato,
come credo lo siano gli altri. Però c'è di buono
che tutta questa
gente che mi trovo davanti è qui per me, mio fratello e i
miei
amici. Sono qui perché amano noi e quel che facciamo, e
questo mi
conforta e mi permette di sciogliermi. Finalmente sento i ragazzi
partire e canto, con il cuore che mi batte forte dall'emozione. Mi
guardo intorno per scrutare i visi delle persone nelle prime file:
voglio osservare le loro espressioni, capire come stanno. Vedo
soprattutto ragazze, come al solito: molte sorridono, altre agitano
le braccia, altre ancora piangono... Vedo materializzarsi
improvvisamente davanti ai miei occhi l'immagine che mi accompagna in
questi momenti e che sogno da non so quanto tempo: lei, la ragazza
che amo, alla quale la mia anima appartiene praticamente da sempre.
E' a lei che dedico ogni mia canzone, ogni battito del mio cuore,
ogni mio respiro. E' lei che per me sarà sempre sacra.
Ancora una
volta è lì, davanti a me, in tutta la sua
sfolgorante bellezza. La
vedo venire verso di me col suo incedere lento e sensuale: sale sul
palco e la sua mano, delicata, mi sfiora, procurandomi brividi. Tendo
la mia mano, per poterla sfiorare a mia volta, incurante di
ciò che
possano pensare i fan, che sono abituati a vedermi gesticolare mentre
canto).
Ma lei mi sorride dolcemente, allontanandosi. Mi muovo sul
palco, vado sempre più avanti, sperando di raggiungerla.
Lei, però,
è già scesa e la vedo avanzare sempre di
più verso la folla. Solo
quando vedo che nessuno la nota, capisco che ho di nuovo sognato ad
occhi aperti. Lei, infatti, è nebbia, e come tale, sparisce
d'improvviso, lasciandomi ancora una volta insoddisfatto. Torno a
guardare la prima fila, la più vicina a me, per potermi
distrarre,
ma il mio folle tentativo si rivela presto un totale fallimento. La
bellissima dea che avevo visto poco prima è ancora
lì, in tutta la
sua avvenenza, in mezzo al pubblico. Continuo a cantare, come se
nulla fosse accaduto, ma non riesco a staccarle gli occhi di
dosso.
Strabuzzo gli occhi e allerto i sensi per accertarmi che
quanto sto vivendo sia davvero realtà. La vedo ancora
dimenarsi tra
la folla e la felicità esplode in me con la forza di un
uragano.
Canto un brano dopo l'altro, senza quasi rendermi conto
di cosa faccio. La mia attenzione è tutta rivolta a lei,
soltanto a
lei. Il concerto finisce presto, troppo presto per me, e siamo
costretti a separarci. Mi allontano per ultimo, per godere fino
all'ultimo secondo di quella visione magnifica e del uo
sguardo, che segue ogni mio movimento.
Quando è ormai tempo di
andare, la malinconia mi assale: non ho voglia di andarmene. Vorrei
vederla, parlarle, ma mi rassegno al fatto che potrò farlo
solo nei
miei sogni. Lascio il palco, triste, e mi preparo a raggiungere il
mio letto sul tourbus, perché l'unico modo per risolvere i
miei
problemi è dormire, chiudere gli occhi e allontanarmi dal
mondo,
chiudere gli occhi per tornare a vedere lei.
"Bill! Ehi,
Bill!"
Al suono di quella voce a me familiare, mi decido ad
aprire gli occhi, seppure con una certa pigrizia. Vedo davanti a me
il volto sorridente del mio adorato fratellino. E' sempre bello
svegliarti e avere davanti una persona che vuoi vedere.
"Tom?"
farfuglio, sorpreso che qualcuno abbia osato interrompere il mio
sonno, anche se fino a pochi istanti fa non mi rendevo neppure conto
di essere nel mio letto.
"Si, molto bravo Bill, hai
indovinato."
"Ma...perché siamo qui?"
"E
dove dovremmo essere, scusa?" chiede, esasperato, lasciandosi
andare ad un sospiro.
"Mi sa che al posto dei cereali ti tocca prendere un bel
caffè." aggiunge, andandosene verso la cucina del nostro bus
e lasciandomi solo e confuso.