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Autore: fiorediloto40    18/12/2021    0 recensioni
...quasi risvegliandosi da un incubo, si chiese che cosa stesse facendo, e soprattutto perché…era un uomo riservato, mai sopra le righe, la sua vita era dedicata quasi completamente alla direzione della sua compagnia, e non si era mai preoccupato troppo della sua vita sentimentale. In poche parole non era di certo un uomo da colpi di testa…e ne aveva appena fatto uno!
***
In un universo alternativo Shaka, Milo, Aiolos e Deathmask incontrano quattro ragazze che cambieranno la loro vita per sempre.
In questa storia i personaggi di Mu, Camus, Shura e Aphrodite sono femminili.
I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gold Saints, Virgo Shaka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Entrando nell’appartamento, una statua di Buddha, posta in un angolo dell’ampio ingresso, attirò subito l’attenzione di Mu; istintivamente, si avvicinò e si inchinò, e per l’ennesima volta in quella sera, ripeté le sue preghiere in silenzio.
 
Shaka seguiva con attenzione i movimenti della ragazza - Sei Buddhista? - le domandò avvicinandosi. Aveva già notato l’attenzione che Mu gli aveva rivolto a casa di Aiolos, quando Kanon lo aveva schernito chiamandolo piccolo Buddha
 
Mu annuì leggermente.
 
Shaka stava per aggiungere qualcosa, quando un rumore frettoloso di passi all’interno della casa catturò l'attenzione di entrambi.
 
- Buonasera signor Shaka! - una signora di mezz’età, bassina e rotondetta, si affrettava goffamente verso l’ingresso - La cena sarà pronta tra poco, se prima vuole fare un bagno vado a…- si interruppe, sorpresa, quando si accorse che il padrone di casa non era solo. 
 
Lo stupore, evidente sul volto della donna, era dovuto al fatto che Shaka non portava mai nessuno a casa, men che meno di sera, e men che meno una donna...
 
- Scusate! - si affrettò a correggersi la signora dispiaciuta dalla propria scortesia - Buonasera signorina... - aggiunse con un piccolo inchino rivolgendosi alla ragazza che era rimasta accanto alla statua di Buddha. 
 
Che meraviglia! pensò guardando la fanciulla... 
 
- Mu, questa è Lita, la mia governante - la presentò Shaka - puoi rivolgerti a lei per qualunque cosa... - dopodiché indirizzò all’anziana signora uno sguardo d’intesa, ad indicare che più tardi le avrebbe spiegato.
 
Mu annuì facendo intendere che lo avesse già immaginato, e si avvicinò alla piccola signora - Buonasera signora Lita, mi perdoni per il disturbo... - disse ricambiando l’inchino e mettendosi una mano sul cuore - la ringrazio per la disponibilità e le prometto che cercherò di darle il minor fastidio possibile -.
 
Gli altri due presenti rimasero interdetti. 
 
Shaka, per la prima volta dall’inizio di quell’assurda storia, sentì la voce di Mu. Solitamente le voci femminili erano troppo squillanti per i suoi gusti, e spesso gli capitava di avere mal di testa quando le conversazioni andavano per le lunghe…ma in quel momento, una melodia dolce e serena conquistò le sue orecchie. Chiuse gli occhi, come faceva sempre quando voleva rilassarsi...
 
Lita, invece, rimase senza parole davanti alla gentilezza della donna che le stava di fronte. Nessuno dei rari ospiti di quella casa, da che ne aveva memoria, si era mai preso la briga di rivolgersi a lei in modo così amabile. 
 
Senza riflettere su quello che stava facendo, alzò la mano per mettere una carezza sul viso di Mu, che istintivamente inclinò il capo ricambiando il contatto - Così bella... così dolce... - le disse guardandola con tenerezza. 
 
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che Mu aveva sentito quel contatto…senza poterle controllare, sentì le lacrime salirle agli occhi.
 
- Lita, per cortesia, accompagna Mu nella stanza degli ospiti - intuendo la difficoltà di Mu, Shaka interruppe il momento - quando hai finito, raggiungimi nel mio studio per cortesia... - aggiunse avviandosi verso una delle stanze che davano sul ballatoio dell’ingresso.
 
Mu sospirò sconfitta. Se quell’uomo aveva chiesto che fosse portata in camera, evidentemente aveva intenzione di reclamare ciò per cui aveva pagato...umiliata e scoraggiata seguì in silenzio la donna che le faceva strada all’interno della casa. 
 
Dopo aver sistemato Mu nella stanza degli ospiti, la governante raggiunse il padrone di casa come aveva chiesto. 
 
Lita era la governante di quella casa da quando i genitori di Shaka vi si erano trasferiti. Ovviamente era stata anche la sua tata, o meglio, il bambino era cresciuto con lei. Dopo la tragica morte dei suoi genitori, avvenuta quando Shaka era ancora un ragazzo che si stava avvicinando agli affari del padre, Lita divenne la sua unica famiglia; pur mantenendo un atteggiamento formale, per via del carattere sobrio e riservato dell’uomo, la governante era l’unica persona della quale Shaka si fidasse.
 
Quando entrò nello studio, Lita lo vide tamburellare nervosamente le dita di una mano sul piano della grande scrivania in mogano; nonostante l’arredo della stanza fosse sobrio e moderno, l’uomo aveva voluto conservare quel tavolo, in stile decisamente più classico, quale ricordo del padre scomparso quando era solo un ragazzo.
 
- Signor Shaka... - la donna esordì vedendolo perso tra i suoi pensieri - chi è quella signorina? - chiese sedendosi di fronte a lui.
 
Lo vide fare quel gesto, passarsi una mano fra i suoi lunghi capelli... lo faceva sempre quando era in difficoltà e cercava le parole giuste per esprimersi. Cosa che ormai faceva di rado. Sorrise dentro di sé...anche se ormai era un uomo, oltreché un imprenditore affermato, per lei rimaneva sempre quel bambino timido e solitario che aveva cresciuto.
 
- Lita, non ho idea di come spiegartelo, perché la verità è che non so spiegarlo neanche a me stesso... - Shaka inspirò profondamente prima di continuare - ti chiedo solo di non giudicarmi, perché, anche se la storia ha dell’inverosimile, non ho intenzione di fare a Mu nulla di male... -.
 
Le sopracciglia alzate e gli occhi sgranati, la governante lo invitò silenziosamente a parlare con un cenno del capo.
 
Shaka raccontò tutto ciò che era accaduto quella sera, dal momento in cui aveva messo piede in casa di Aiolos a quando ne era uscito, non omettendo nulla in merito alla squallida compravendita messa in atto dai gemelli, né a quello che sarebbe accaduto a Mu se lui non l’avesse portata via.
 
Mentre ascoltava quella storia, l’espressione di Lita passò dalla totale sorpresa, al cipiglio, allo sdegno, alla rabbia, e solo quando Shaka ebbe terminato si permise di parlare, rivolgendogli una semplice domanda - Che ha intenzione di fare adesso? -.
 
- Ovviamente nulla! - si affrettò a risponderle - Non farei mai del male ad una donna, lo sai bene... e men che meno a Mu, perché…perché… non lo so perché, ma è così! - aggiunse visibilmente nervoso, cosa che accadeva molto raramente.
 
La governante gli rivolse uno sguardo pieno di comprensione, non lo aveva mai visto così... Shaka riusciva sempre a controllare i suoi sentimenti in maniera impeccabile, fin troppo per i suoi gusti, e vederlo in difficoltà rappresentava una novità. Se doveva essere sincera, in fondo al suo cuore era contenta di vederlo provare delle emozioni; per la prima volta, dopo molto tempo, qualcosa stava rompendo quella barriera impenetrabile che aveva eretto tra sé e il resto del mondo. Anche se lui stesso non se ne era ancora accorto...
 
- Signor Shaka…quello che ha appena detto a me…lo ha detto anche a quella ragazza? - la voce sommessa di Lita lo raggiunse con un’altra domanda, tuttavia, quella sera le domande semplici riuscivano a spiazzarlo in maniera imbarazzante - Glielo chiedo perché, quando ho lasciato la stanza, stava scartando un pacchetto con una faccia molto triste…e…beh…immagino di sapere di cosa si tratti… - aggiunse guardandolo con leggero rimprovero.
 
Shaka aprì le labbra per dire qualcosa, ma la voce non uscì. Con lo sguardo vitreo fissò su un punto invisibile davanti a sé, ripercorrendo nella sua mente tutto ciò che era accaduto da quando lui e Mu avevano lasciato l’appartamento di Aiolos. Gli venne in mente un particolare al quale, lì per lì, non aveva prestato attenzione... sulla soglia della porta Kanon aveva consegnato un pacchetto ad ognuna delle ragazze. Non si era neanche chiesto che cosa ci fosse dentro, in quel momento non gli interessava, ma adesso gli era tutto assolutamente chiaro…lingerie… Dopo lunghi secondi si rese conto che no, non lo aveva detto a Mu, o meglio, non le aveva detto proprio nulla! 
 
Realizzò che Mu, con tutta probabilità, pensava che lui avrebbe reclamato ciò per cui aveva pagato...
 
Comprendendo lo stato confusionale in cui si trovava l’uomo, la governante si avvicinò e strinse dolcemente una delle mani di Shaka - Vada subito a parlarle, le dica quello che ha detto a me... - lo sguardo carico di apprensione che il biondo le rivolse la spinse a continuare - non faccia sciocchezze signor Shaka! Concedersi ad un uomo deve essere un atto dettato dalla propria volontà, e nessuna donna dovrebbe mai essere comprata né costretta. Per di più, posso dirle che, da quel poco che ho avuto modo di vedere, la ragazza che in questo momento è nella stanza degli ospiti non è una donna qualunque…e non parlo solo della sua bellezza, che, ovviamente, ha di certo notato... -. 
 
Vedendo lo sguardo perplesso che l’uomo le stava rivolgendo mentre si alzava aggiunse - Come lo so? Non ho vissuto più di sessant’anni su questa terra senza aver imparato nulla! - e con un sorriso affettuoso lasciò la stanza per tornare alle sue faccende.
 
Shaka si prese qualche minuto per riflettere sulle ultime parole di Lita... sebbene fosse confuso, aveva avuto gli stessi pensieri della donna più anziana... 
 
Deciso ad affrontare la situazione, si alzò dalla poltrona della scrivania dirigendosi spedito verso la stanza degli ospiti. Avrebbe messo le cose in chiaro con quella ragazza...
 
Tuttavia, quando si ritrovò davanti alla porta, si accorse, con suo disappunto, di essere nervoso. Questo lo infastidì... era sempre in grado di gestire qualunque situazione, anche la più difficile, con impassibilità invidiabile, e non vedeva quale fosse la differenza in questo caso. 
 
Non era di certo la prima volta che affrontava una donna, e questo non gli aveva mai provocato alcun disagio. Perché questa tensione allora? Decise di ignorare la risposta... quella che Lita aveva già intuito con lungimiranza...
 
Scacciando le domande dalla propria mente, raddrizzò le spalle, rimise sul volto la sua espressione imperturbabile e bussò alla porta con discrezione. 
 
Nessuna risposta.
 
- Mu, posso entrare? - chiese in tono sommesso, ma non avendo ricevuto alcun cenno, mise una mano sulla maniglia ed aprì lentamente la porta...tuttavia quello che vide lo lasciò senza parole...
 
In piedi, davanti ad una finestra che si apriva sul panorama notturno della città, Mu guardava la vita svolgersi davanti ai suoi occhi. Il suo corpo era coperto solo da una leggera sottoveste in seta color glicine, che si abbinava divinamente al tono dei suoi capelli, tenuta alle spalle da due sottili bretelline...il capo le scivolava gentilmente sul corpo snello arrivando fin sotto ai glutei, lasciando scoperte le lunghe gambe affusolate. I capelli erano raccolti sulla sommità della testa, solo alcune ciocche cadevano vicino al collo pallido, evidenziando la finezza della sua pelle d’alabastro. I piedi, nudi, si toccavano tra loro nervosamente, tradendo l’ansia che la stava opprimendo, mentre un sospiro malinconico sollevava il suo petto per uscire dalle labbra, perfettamente modellate, creando un piccolo alone sul vetro della finestra. 
 
Non si accorse dell’arrivo del padrone di casa... probabilmente i rumori della città avevano coperto il leggero bussare alla porta.
 
Shaka la fissò ammaliato, mentre le parole che si era preparato gli morirono in gola.
 
Mu era molto più bella di quanto avesse mai potuto immaginare...
 
Non avrebbe potuto dire quanto tempo passò, immobile sulla soglia della porta, a contemplare l’immagine che i suoi occhi gli stavano rimandando. Secondi, minuti… non sarebbe stato in grado dirlo. 
 
No, non era la prima volta che si trovava davanti ad una donna in biancheria intima... non si sarebbe mai vantato, ma di esperienze ne aveva avute diverse... tuttavia, per la prima volta nella sua vita si era trovato a contemplarne una totalmente rapito... e senza alcuna intenzione di smettere!
 
Tuttavia, un barlume di coscienza lo riportò alla realtà... doveva parlare con Mu; il problema è che non era sicuro di riuscire a concentrarsi in quella situazione, dato che il suo corpo aveva già cominciato a reagire a quella vista...
 
Discreto come era entrato, anche se molto più turbato, uscì socchiudendo la porta per non fare rumore, dirigendosi spedito in cucina.
 
Lita stava preparando la cena; aveva dovuto rivedere i suoi piani, dato che c’era una persona in più. Con la coda dell’occhio si accorse che qualcuno era entrato di soppiatto, proprio come faceva da bambino quando aveva combinato qualche guaio.
 
- Già fatto? -  si girò con un piccolo sorriso sul volto e le sopracciglia alzate.
 
- No! - rispose secco Shaka, cercando di mostrare una disinvoltura che non aveva - Ho bisogno di una cortesia Lita... - la donna lo guardò con attenzione, riconoscendo perfettamente l’imbarazzo dell’uomo che muoveva nervosamente gli occhi da una parte all’altra della stanza - vai da Mu e…per favore…aiutala a...a…- mosse le mani come per scacciare l’immagine che gli era rimasta impressa nella mente - insomma, vado in camera mia a farmi un bagno, dì a Mu di fare con calma, ma che ho bisogno di parlarle e che l’aspetterò più tardi in terrazzo! - senza aspettare la risposta della donna, uscì da lì con una certa rapidità.
 
Un bagno freddo! pensò tra sé la donna, scuotendo leggermente la testa sorridendo, dopodiché lasciò le sue faccende per fare quanto richiesto dal padrone di casa.
 
Quando entrò nella stanza, anche la donna più anziana fu colpita dalla bellezza della giovane donna, che, ancora in piedi davanti alla finestra, osservava tristemente il panorama della città. 
 
Lita tossì leggermente per attirare l’attenzione, e nel momento in cui Mu si rese conto della presenza della donna, arrossì violentemente, vergognandosi di trovarsi davanti a lei in quel modo... la governante era stata così gentile da quando era arrivata, ora chissà che cosa avrebbe pensato...
 
Come se potesse leggere nei suoi pensieri, Lita si avvicinò alla ragazza e, prendendole le mani, la invitò a sedersi sul letto. 
 
Mu non osava alzare gli occhi per la vergogna, tenendo nervosamente le mani della donna....
 
- Signorina Mu - la donna la chiamò dolcemente - non deve vergognarsi. Il signor Shaka mi ha detto che cosa è successo... -.
 
Mu la guardò meravigliata e la donna, sorridendo comprensiva, continuò - Lei non ha alcuna colpa, e mi permetta di dirle che chi ha osato fare una cosa del genere prima o poi pagherà! E con gli interessi! Non deve meravigliarsi che me l’abbia confidato... - la sua mano accarezzò nuovamente la guancia di Mu, che era ancora profondamente imbarazzata - vede... conosco il signor Shaka da prima che nascesse, e sono io che l’ho cresciuto. Ormai sono passati diversi anni da quando i suoi genitori sono venuti a mancare, e si può dire che io sia l’unica famiglia che ha vicino. Beh, credo che in India abbia ancora dei parenti, ma non li ha mai frequentati... - aggiunse alzando le spalle.
 
- India? - nonostante la sua timidezza, la curiosità di Mu prese il sopravvento e spalancò gli occhi meravigliata...non l’avrei mai detto pensò tra sé.
 
- Sì... - la donna sorrise intuendo i pensieri di Mu - in effetti il suo aspetto è atipico, ma è presto spiegato. Il padre era indiano, ma sua madre era inglese. E Shaka somiglia incredibilmente a sua madre. Era una donna bellissima...beh...quasi quanto lei Mu! - aggiunse Lita sorridendo e prendendole il viso tra le mani dolcemente. 
 
Mu sorrise abbassando il capo per non mostrare il rossore che le adornava il volto.
 
- Mi ascolti bene - la donna riprese un tono serio e le sollevò il mento per costringerla a guardarla negli occhi - Shaka avrà molti difetti, e ne ha...eccome se ne ha...- enfatizzò quanto detto con un gesto della mano - ma non farebbe mai nulla per mancarle di rispetto... ascolti il mio consiglio... si rilassi con un bel bagno caldo, si prenda il tempo che vuole, più tardi Shaka l’aspetterà fuori in terrazzo per parlarle -.
 
Dopodiché le strinse le mani un’ultima volta e si alzò dal letto per uscire la stanza, lasciando dietro di sé una Mu molto più tranquilla.
 
Nel frattempo, in un’altra stanza della casa, dopo aver riempito la sua grande vasca ed essersi finalmente sbarazzato dei vestiti, Shaka si immerse fino al collo nell’acqua calda.
 
Finalmente! La giornata lo aveva davvero messo alla prova. Prima, aveva dovuto affrontare varie grane al lavoro a causa di alcuni ordinativi che non erano arrivati nei tempi pattuiti, poi, quando pensava di aver terminato e di potersene tornare a casa, era arrivata la telefonata di Aiolos. Gli aveva chiesto di presenziare ad un incontro in casa sua con i gemelli; lungi dal dirgli quale fosse il vero motivo della riunione, gli aveva dato ad intendere che si trattasse di affari, e che aveva bisogno di alcuni consigli. Certo, i gemelli avevano le mani in pasta ovunque, ma non avrebbe mai immaginato quale affare avrebbero proposto quella sera!
 
Se lo avesse saputo, ovviamente non sarebbe mai andato...ma...in quel caso, che cosa sarebbe accaduto a Mu?
 
Scuotendo leggermente la testa, si costrinse a smettere di rimuginare, ormai stava diventando monotono nei suoi pensieri...
 
Prese uno dei cofanetti che aveva a disposizione in bagno, e lo rigirò pensieroso tra le mani. Quel prodotto gli aveva fatto guadagnare una fortuna, e non ne era meravigliato, perché era davvero fantastico! Qualche mese prima, era riuscito ad acquisire l’utilizzo esclusivo di quella linea di prodotti per la commercializzazione in occidente, alla fine di una trattativa a dir poco estenuante.
 
Ricordava ancora l’agguerrita concorrenza, in particolar modo quella di un cinese molto esuberante, il quale, oltre che per il prodotto, aveva mostrato un interesse sfacciato nei confronti dell’uomo che rappresentava la parte venditrice. Quell’uomo aveva attirato anche la sua attenzione, ma per una ragione completamente diversa... i tika al posto delle sopracciglia! Pur non avendo mai visto prima di allora qualcuno con quella caratteristica, aveva pensato che non fossero strani, quanto piuttosto piacevoli... per un momento aveva immaginato che quell’uomo provenisse da una civiltà misteriosa e perduta. 
 
Per questa ragione aveva notato subito Mu. 
 
No, a voler essere onesti fino in fondo, la ragazza lo aveva attratto magneticamente dal momento in cui era entrata nel suo campo visivo, tuttavia, orgoglioso com’era, non lo avrebbe mai ammesso con nessuno... comunque, quel dettaglio gli aveva permesso di identificarne rapidamente la provenienza. 
 
Si costrinse ad uscire dai suoi pensieri per rilassarsi e, come faceva sempre quando voleva scrollarsi di dosso i postumi di una giornata faticosa, chiuse gli occhi.
 
Quel calore agì da balsamo per i suoi muscoli, ed i vapori dell’acqua si diffusero nella stanza rendendo l’atmosfera quasi mistica.
 
Quasi.
 
Non appena il corpo si rilassò completamente, la sua mente iniziò a vagare, e, senza poterla controllare, cominciò a creare delle illusioni... fantasie che rievocavano immagini rimaste impresse nelle sue retine pochi minuti prima. 
 
Una mano vellutata scivolò tra i suoi capelli costringendolo ad aprire gli occhi e a guardare le sue iridi smeraldo... le labbra, rosa e carnose, percorsero lentamente il suo viso fino ad arrivare alla bocca, sfiorandola appena. Estasiato, vide lo spettacolo svolgersi davanti ai suoi occhi... coperta solo dalla sua sottoveste, che le scivolava addosso accarezzandola, la vide entrare lentamente nella vasca, lasciando in mostra le gambe snelle e affusolate che le permettevano movenze feline. Dopo essersi immersa fino alle spalle, ne uscì lasciando che la seta aderisse al suo corpo, svelandone ogni curva...la vita sottile che si allargava armoniosamente sui fianchi perfetti, i seni, discreti e sodi, che rivelavano l’eccitazione crescente...le labbra che si avvicinavano alle sue, piene e invitanti...senza dire nulla, con lo sguardo pieno di desiderio fisso nelle sue iridi azzurre, si avvicinò inginocchiandosi davanti a lui, le gambe ai lati delle sue cosce, avvolgendogli il collo con le braccia mentre lentamente abbassava i fianchi...
 
Shaka aprì gli occhi di scatto, ridestandosi dalla visione onirica.
 
No, no, no! Ma che accidenti stava pensando! 
 
Si strofinò il viso con le mani in un gesto impaziente, quando si rese conto che il suo corpo aveva reagito ai suoi pensieri... 
 
Sto perdendo la testa! 
 
Doveva risolvere quella situazione il prima possibile...dal momento in cui aveva incontrato quella ragazza non era stato più padrone delle sue azioni; tutto quello che aveva fatto, i suoi pensieri, le sue parole, tutto da quel momento in poi era girato intorno a Mu.
 
Dannazione! Si innervosì rendendosi conto che ogni ragionamento lo portava sempre allo stesso punto...
 
Tuttavia, non riusciva neanche ad immaginare di poterla riportare dai gemelli. Il solo rievocare nella mente le mani di Saga che afferravano Mu lo irritò al punto di sbuffare dalle sue narici.
 
Sospirando, decise di terminare il bagno, ormai non aveva più senso...il rilassamento era sparito più velocemente di quanto fosse arrivato...
 
Dopo essersi asciugato, indossò un pantalone nero informale ed una camicia bianca arrotolata fino ai gomiti, lasciando slacciati i primi due bottoni. Dopo una rapida occhiata allo specchio per verificare che tutto fosse in ordine, uscì dalla stanza deciso ad affrontare Mu una volta per tutte.
   
 
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