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Autore: MaryFangirl    20/12/2021    1 recensioni
Kaede Rukawa soffre. La sua pena e il suo dolore sono così evidente che tutti i membri della squadra dello Shohoku se ne rendono conto, ma non sanno il motivo. Il primo a scoprirlo sarà inaspettatamente il suo eterno rivale.
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Passarono un paio di settimane in cui Kaede, nonostante fosse sempre serio e silenzioso come sempre, sembrò un po' più animato. Hanamichi continuava ad andare di tanto in tanto a casa sua, riscoprendosi preoccupato perché la volpe aveva iniziato a prendere antidepressivi. Non parlarono di quello che era successo tra loro, ma Hanamichi non smetteva di pensarci. Era esattamente ciò a cui stava ripensando quando un giorno, a pranzo, andò a parlargli nientemeno che Haruko.
 
“Sakuragi-kun...possiamo parlare un momento?”

“Eh? Certo, Haruko-san” disse lui sorpreso che la ragazza si presentasse dopo tanto tempo.
 
“Vedi...quasi due mesi fa tu ti sei dichiarato e io ti ho rifiutato...”
 
“Beh, sì...” mormorò un po' ferito dal doverlo ricordare.
 
“Io...non avrei dovuto”
 
“Come?”

“Mi piaci molto, Sakuragi-kun...”

“CHEEEE?!”
 
Diversi studenti si voltarono verso lo scandaloso ragazzo. Haruko afferrò il braccio di Hanamichi e lo allontanò da occhi indiscreti. Gli disse poi della condizione che le era stata posta per aver accettato la posizione di seconda assistente, scusandosi per averlo tenuto nascosto e proponendo di frequentarsi in segreto, omettendo di aver sentito Ryota avanzare la stessa idea ad Ayako in un giorno in cui era arrivata molto presto in palestra.
 
“Vuoi?” chiese Haruko con occhi luminosi.
 
Hanamichi la guardò senza dire nulla. Solo un 'Sì' e Haruko sarebbe stata la sua ragazza. La sua ragazza. Da quanti anni voleva averne una? Non se lo ricordava nemmeno più. Accompagnare una ragazza da scuola a casa e da casa a scuola era sempre stato il suo sogno. Ma c'era qualcosa che gli impediva di pronunciare quel 'Sì'. Forse era l'idea di frequentarsi in segreto che non lo convinceva...no, non era quello. Osservò più attentamente la ragazza che aspettava nervosamente la sua risposta. Notò i suoi capelli castani, i suoi occhi chiari, il suo naso all'insù, le labbra, il collo, il corpo snello coperto dalla divisa...e non sentì alcun desiderio. Non aveva mai considerato il sesso come la parte più importante di una relazione, ma era evidente che non era innamorato di Haruko come aveva creduto se non sentiva il minimo interesse a farla sua...sapeva che con lei non avrebbe mai provato la stessa passione che aveva avvertito con...
 
Improvvisamente le cose divennero così chiare che Hanamichi quasi ne fu sconvolto.
 
Ecco di cosa si trattava.
 
In due secondi ricordò ognuno dei momenti vissuto con Kaede dal primo giorno di scuola sul tetto alla notte in cui i loro corpi si erano uniti a formarne uno solo; ricordò le lacrime, le carezze, i baci, le grida di piacere di entrambi mentre facevano l'amore...
 
-Voglio rifarlo, voglio averlo sotto di me, sentire la sua pelle contro la mia...voglio infilare le mani nei suoi capelli mentre lo possiedo, voglio dargli piacere, voglio vederlo sorridere...voglio sentire la sua voce gemere il mio nome...voglio dormire accanto a lui e dargli il buongiorno per svegliarlo...voglio...voglio Rukawa...-
 
“Stai bene, Sakuragi-kun?” chiese Haruko vedendo il viso improvvisamente pallido del ragazzo.
 
“Sì, sto bene...mi dispiace, Haruko, non posso stare con te”
 
“Perché no?” balbettò la ragazza con gli occhi lucidi.
 
“Io...non sono innamorato di te. Forse non lo sono mai stato”
 
Hanamichi scappò senza dare ad Haruko il tempo di replicare.
 
-Devo parlare con lui-
 
Entrò nell'aula 1-10 proprio mentre la campana indicava la fine dell'ora di pranzo e si fermò vicino alla porta intanto che tutti gli studenti entravano e si sedevano ai loro banchi. Nessun segno di Rukawa.
 
“Ehi, tu!” interpellò uno degli ultimi ragazzi entrati, “Rukawa?”
 
“Ru-rukawa?” ripeté il ragazzo un po' spaventato dalla fama di quel matto con i capelli rossi, “u-un professore lo ha mandato a casa a metà mattina perché non si sentiva bene, era molto pallido e sembrava un po' nauseato...”
 
-Maledette pillole e i loro effetti collaterali- pensò Hanamichi fuggendo di nuovo verso l'ingresso principale della scuola, da dove scappò letteralmente da due insegnanti. Iniziò a piovere e scelse di prendere un taxi che lo portasse a casa della sua volpe. Dieci minuti dopo era di fronte alla sua porta e suonava il campanello.
 
Un Kaede molto pallido e mezzo addormentato aprì la porta; stava per chiedergli cosa ci facesse lì quando fu interrotto dalla voce forte e chiara di Hanamichi.
 
“Ti amo”

Kaede spalancò gli occhi ma non disse nulla.
 
“Ti amo” ripeté Hanamichi, “ti amo, ti amo, ti amo. Perdonami per non essermene accorto prima”
 
Silenzio.
 
Kaede finalmente parlò, ma le sue parole non erano quelle che Hanamichi si aspettava.
 
“Sei zuppo, doaho. Vieni dentro” disse tirando Hanamichi in casa e chiudendo la porta, “ti do un asciugamano e una maglietta asciutta, altrimenti prenderai un raffreddore” aggiunse, iniziando a salire le scale. Hanamichi lo seguì molto preoccupato per la sua reazione, o meglio, per la sua non reazione. Sembrava che non lo avesse nemmeno sentito.
 
Kaede gli gettò un asciugamano in testa dopo averlo preso dal bagno, poi entrò nella sua stanza e cominciò a cercare nell'armadio una t-shirt abbastanza grande per Hanamichi, rispetto a lui doveva essere più grande di almeno due taglie.
 
“Ecco” disse porgendogli una maglietta bianca a maniche lunghe, “penso che questa ti andrà bene”
 
Hanamichi prese la maglietta offerta, lasciandola però sul letto insieme all'asciugamano.
 
“Non hai sentito cos'ho detto?” chiese esasperato all'espressione indifferente della volpe.
 
“Certo che ho sentito” replicò Kaede con calma.
 
“E quindi?”

“Quindi cosa?”

“Dannazione! Non mi dici niente?”

“Dirti cosa?”

Il viso di Hanamichi iniziò ad arrossire di rabbia. Buttò violentemente Kaede sul letto e si mise sopra di lui, afferrandogli i polsi e ignorando la sua smorfia di dolore.
 
“Dimmi che mi ami”
 
“Te l'ho già detto una volta”

“Dimmelo addesso”

“Ti amo”

“Lo dici solo perché te l'ho chiesto?”

“Hai fatto l'amore con me solo perché te l'ho chiesto?”

Hanamichi aprì la bocca, sorpreso.
 
“Certo che no!” esclamò.
 
“E allora perché hai voluto farlo?”

“Perché ti desideravo...ma in quel momento credevo si trattasse solo di quello...”
 
“E adesso?”

“Adesso è molto di più...”
 
Hanamichi abbassò la testa per baciare dolcemente Kaede nello stesso istante in cui gli lasciava i polsi e appoggiava i gomiti a entrambi i lati della sua testa. Pochi secondi dopo si staccò e si sedette sopra di lui, togliendosi la maglietta bagnata della divisa, poi fece lo stesso con la volpe.
Poi continuò con i pantaloni e i boxer fino a lasciarlo completamente nudo e un po' tremante sul letto. Quando Hanamichi finì di spogliarsi, tornò su Kaede e gli allargò le gambe.
 
Kaede chiuse gli occhi e aspettò il dolore della penetrazione, ma sentì invece le dita di Hanamichi che lo accarezzavano ed entravano dolcemente in lui. Aprì gli occhi e si ritrovò il suo viso a pochi centimetri dal proprio, sorridendogli affettuosamente mentre continuava a penetrarlo con tenerezza, fino a trovare il punto che lo fece rabbrividire di piacere puro. Hanamichi guardò compiaciuto come Kaede gemette e si contorse aggrappandosi alle lenzuola. Quando considerò che la tortura fosse sufficiente, tirò fuori le dita e le sostituì con il suo sesso. Il corpo di Kaede si tese un po', ma nessun cenno di dolore attraversò il suo viso.
 
“Ti amo...” sussurrò Hanamichi al suo orecchio mentre lo penetrava completamente e iniziava a masturbarlo.
 
“Anche...io...” ansimò Kaede.
 
Durante quella seconda volta Hanamichi finì ben prima di Kaede, ma non lo disturbò affatto continuare a stimolarlo fino a fargli raggiungere l'orgasmo. Rimasero nel letti abbracciati, troppo esausti per parlare, e in cinque minuti si addormentarono entrambi.
 
x x x
 
Aprì gli occhi assonnato e la prima cosa che vide fu l'ora indicata dall'orologio sul comodino.
 
-È troppo tardi per andare agli allenamenti-, pensò, -e non credo che mi lascerebbero allenare-. Improvvisamente si ricordò di qualcosa di importante e con il cuore in mano si voltò velocemente nel letto. Ma si calmò subito. Hanamichi era al suo fianco, sveglio, e con un timido sorriso sul volto.
 
“Buongiorno amore”

Kaede arrossì e Hanamichi sorrise un po' di più.
 
“Buongiorno...” mormorò. Il sorriso di Hanamichi si cancellò immediatamente dopo aver sentito la voce triste di Kaede.
 
“Che succede?” chiese preoccupato.
 
“Niente...ehi, non vai ad allenarti?”

“Non mi va...preferisco stare qui con te a letto”

“...”

Hanamichi si sollevò leggermente e allungò una mano per accarezzare la sua pelle pallida.
 
“Ru...posso chiamarti Kaede?”

“Sì...”

“Kaede...vuoi stare con me?”

“Come?”

“Sai...stare insieme...”

Kaede lo fissò come se fosse un'allucinazione. Allungò la mano per toccarlo e assicurarsi che fosse vero...il suo sguardo si illuminò per un istante, ma si spense subito.
 
“Mi piacerebbe...ma non credo che sia una buona idea...”

“Cosa? Perché?”

“Manca poco alla fine della scuola, poi me ne andrò da Kanagawa...e non funzionerà...”
 
“Non vai da nessuna parte, volpe...” lo interruppe Hanamichi con voce allegra, dandogli un tenero bacio sulle labbra, “resterai con me”
 
“Di che parli?”

“A casa mia abbiamo una stanza da affittare e tu hai una buona pensione economica grazie all'assicurazione sulla vita di tuo nonno, come mi hai detto...e dato che so che non vuoi allontanarti da questo magnifico tensai, indovina chi occuperà quella stanza...ne ho già parlato qualche giorno fa con mia madre e lei è d'accordo...”

Kaede era sul punto di protestare di impulso, poi si rese conto di cosa il doaho stava proponendo.
 
“Vivere...insieme?” chiese a bassa voce.
 
“Esatto. Che ne pensi?”

“Sarebbe...fantastico...” ammise con un piccolo sorriso.
 
Dire che Hanamichi rimase meravigliato era un eufemismo. Già l'aveva visto sorridere in una foto, ma dal vivo era mille volte meglio. Appena le sue labbra si curvarono un po', bastò per cambiare completamente il suo viso. Accanto a lui non c'era più il ragazzo serio e triste di cui si era innamorato.
E si innamorò di nuovo.
 
Di colpo si chiese se fosse abbastanza degno per stare con qualcuno così perfetto...ma apparentemente era stato l'unico ad ottenere il suo sorriso a parte suo nonno, quindi meritava almeno un'opportunità...
 
“Non sarà facile, lo sai, vero?” la voce del suo amore interruppe i suoi pensieri, “siamo due ragazzi”
 
“Lo so...ma ti amo, Kaede, ti amo...ti prometto che ti renderò felice...”

“Doaho...l'hai già fatto...”
  
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