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Autore: InkHeart070    22/12/2021    0 recensioni
In un mondo dove creature soprannaturali e umani coesistono una ragazza scoprirà le sue vere origini dopo una serie d'incidenti che coinvolgono anche un misterioso vampiro con gli occhi di topazio.
Ma non tutto è come sembra, vampiri, lupi mannari, misteri, profezie e un umano accecato dall'odio che farà tutto pur di distruggere i vampiri.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 3
 
 
Il muro deve essere alto almeno otto metri, solo a guardarlo mi veniva un capogiro.
Non posso assolutamente arrampicarmi, la superficie è molto liscia e non ci sono indentazione da usare come leva.
“Dannazione!” diedi un pugno sul muro dalla frustrazione e urlai.
Feci due passi indietro e guardai di nuovo il muro cercando di trovare una soluzione.
Improvvisamente mi ricordai di un incantesimo di teletrasporto che avevo letto poco tempo fa. Ci sono però dei piccoli problemi: non l’avevo mai usato prima, devo disegnare un simbolo con il mio sangue e ultimo, l’incantesimo è cosi debole che mi può trasportate solo un paio di metri.
Sbuffai rumorosamente.  
Presi uno dei miei coltelli e andai il più vicino al muro possibile. Devo disegnare il simbolo molto velocemente se no l’odore del sangue attirerà i vampiri.
Feci un taglio sul mio polso e cominciai a disegnare il simbolo
sul muro. Era un po’ disgustoso dover disegnare usando sangue però un incantesimo di questo genere ha bisogno di esso per attivarsi.
Finendo, posai la mano al centro facendo un grande respiro.
Pregai che funzionasse, se no, mi potrei trovare dentro il muro stesso senza via d’uscita.
“Inist ut me hinc” sussurrai e chiusi gli occhi.
Riaprendoli una vasta foresta era di fronte a me.
Ce l’avevo fatta.     
Mi arrampicai su un albero per vedere quando lontano era il regno di Tena. Con immenso stupore mi accorsi che era meno di mezzo giorno lontano.
‘Ma com’è possibile? Il muro è enorme, sicuramente qualcuno l’avrebbe visto’
Mi girai istintivamente però il muro era scomparso, capi subito come poteva passare inosservato. C’era un incantesimo d’illusione.
Decisi di non perdere più tempo e corsi verso la città.
Arrivando non mi sorpresi dalla quantità delle guardie presenti, la mia mancanza era sicuramente stata scoperta.  
Evitai tutti i soldati e mi diressi verso il castello, entrai nel quartiere dei servi cercando la camera di Sara. Per fortuna la maggioranza delle guardie era nella città e a quest’ora tutti i servi erano occupati.
La trovai abbastanza facilmente.
Aprì la porta e tolsi immediatamente i miei vestiti mettendo una gonna marrone, una camicia da donna bianca e un corsetto, abiti che mettono tutte le serve, volendo immischiarmi tra di loro.
Usci con cautela e mi recai verso la mia stanza.
Mi sorpassarono quasi una decina di servi e non mi degnarono di un’occhiata. Soddisfatta che il mio travestimento aveva funzionato entrai nella mia stanza senza guardare.
“Oh Dio mio!” senti un’esclamazione e qualcosa rompersi. 
‘Cazzo’ pensai e lentamente alzai lo sguardo.
Sospirai di sollievo vedendo il volto di Sara.
“Grazie al cielo sei tu Sara, mi hai spaventata”
“ Io l’ho spaventata principessa? La stiamo cercando da ieri. Appena principe Gabriele scoprì la sua mancanza, andò a cercarla da solo in tutta la città” 
“Sara calmati, non abbiamo tempo. Ho bisogno del tuo aiuto con qualcosa che nessuno dovrà mai venire a sapere”
“Principessa lo sa che non mi è permesso nascondere niente che la riguarda, specialmente in questo instante che era persa per un giorno intero” si inginocchio e cominciò ad cogliere i pezzi del vaso che si era rotto.  
“Ti prego” mi inginocchia di fronte a lei e presi le sue mani nelle mie.
Lei mi guardò per la prima volta nella mia vita dritta negli occhi.
“Va bene, ma sarà la prima e ultima volta”
“Sì, te lo prometto”
“Discretamente preparami il bagno, porta tanti panni, vino o accetto e tutto il necessario per mettermi i punti”
Sara sgranando gli occhi mi guardò perplessa però non disse niente e uscì.
Mi misi a sedere a terra e aspettai.
Sara entrava e usciva portando acqua e tutto il necessario per almeno una ventina di minuti prima di finire.
Mi aiuto a spogliarmi prima di entrare nella vasca, girandomi senti Sara sussultare.
Per il resto del tempo non osai dire parola e solamente la lascia lavarmi.  
Quando passò a disinfettarmi la ferita per poco non urlai, sentivo tutta la mia spala bruciare.
Dal dolore non mi accorsi Sara infilare l’ago dentro la mia pelle e neanche quando finì.
“Principessa, è pronta”
“Grazie mille”
Usci dalla vasca e preparai i miei vestiti d’equitazione avendo un piano in mente.
“Ora puoi andare, grazie di nuovo”
“Principessa, che spiegazione darà a tutti?”
“Non ti preoccupare”
Lei solo fece un lieve inchino e se ne andò.
Presi uno dei coltelli e cominciai a fare dei tagli su i miei vesti.
Guardai fuori dalla finestra e quando le guardie se ne andarono scesi.
Mi recai verso le stalle e preparai un cavallo a caso, in silenzio totale lo portai fuori verso la foresta.
Nascondendomi sporcai i vesti e il mio viso con un po’ di fango  e aspettai. Conoscevo il tragitto che facevano le guardie molto bene così, gli potevo evitare quando uscivo.
 Poco dopo senti passi pesanti e armatura che sbatteva contro il corpo.
Presi un respiro profondo e mi preparai.
“Aiuto, c’è qualcuno?Aiutatemi!” urlai mentre mi scompigliavo un po’ i capelli.
“Aiuto!” urlai di nuovo.
“Chi è la?” una delle guardie domandò mentre si avvicinavano con cautela.
“Sono io, la principessa Raffaella”
Al sentire il mio nome corsero verso di me.
“Principessa, finalmente l’abbiamo trovata”
C’erano cinque guardie.
“Francesco va avanti ad avvertire il capitano che abbiamo trovato la principessa” ordinò la guardia con i capelli biondi.
“Principessa si può alzare?”
“Mi fa molto male il piede”
La guardia mi sollevò delicatamente e l’altra prese le redini del cavallo e ci seguì.
Arrivando al castello vidi Gabriele che andava avanti e dietro sulle scale.
“Raffaella!” urlò e corse verso di me.
Mi prese dalla guardia e mi abbraccio fortemente.
“Gabriele mi stai strozzando”
“Scusami” mollò la presa “Chiamate il medico di corte e ditegli di venire immediatamente alla stanza della principessa!”ordinò i servi che erano presenti.
Le guardie tornarono al loro posto e Gabriele si diresse verso la mia stanza. Leonardo, la sua guardia personale, poco lontana mi guardò di sottecchi.
“Ci hai spaventato davvero tanto”
“Mi dispiace, non volevo creare tutta questa confusione”
“Dov’eri? Perché te ne sei andata senza dire niente ?”
“Volevo fare una breve passeggiata con il cavallo e mi persi. Mentre cercavo la via per ritornare qualcosa spaventò il cavallo e cadi ferendo la mia caviglia”
Nel frattempo arrivammo e Gabriele mi posò sul letto.
“Ma cosa ti è venuto in mente, non solo te ne sei andata senza avvertire qualcuno ma non hai neanche preso qualche guardia”
“Mi dispiace davvero tanto”
“Per fortuna sei ritornata tutta in un pezzo”
Il medico di corte entrò e cominciò a esaminarmi chiedendo a tutti di lasciarci soli.
“Principessa, dov’è stata ferita?”
“Mi fa male la caviglia”
“È sicura che non le fa male da qualche altra parte?”
“Sì”
“Va bene, se mi permette, dovrò toccare il suo piede”
“Certamente” 
 “Mi può prego alzare i suoi pantaloni”
Feci come mi aveva chiesto e mentre mi metteva il piede in varie posizioni finsi che mi doleva.
“Il fatto che non è gonfiato significa che non si è rotto qualcosa”
Mi mise una benda con una specie di crema verde e aprì la porta.
Il re, la regina e Gabriele entrarono per primi. Il volto severo dei sovrani mi disse che ero in guai seri.
“Raffaella, per l’amore del cielo cosa diamine ti è passato dalla mente!” disse il re
“Oltre agli animali selvatici che si sono, non abbiamo ancora trovato il colpevole degli omicidi” commentò Gabriele.
Strinsi i pugni conoscendo perfettamente chi era il colpevole.
Il re e la regina continuarono a rimproverarmi.
“E non è la prima volta che esce senza protezione” senti Gabriele dire aggiungendo olio al fuoco.
‘Ma ti fai mai i cazzi tuoi’ pensai.
“Non è la prima volta?” disse la regina sconvolta.
“Quel che è stato fatto è fatto, dichiaro che d’ora in poi la principessa è vietata di uscire senza la sua guardia. Inoltre, fino all’arrivo degli ambasciatori di Efran sarà confinata nella sua stanza”
“Efran?” chiesi confusa.
“Il re ha dichiarato il principe Daniele come erede al trono e quindi in tre settimane verrà per rinnovare il trattato di pace” mi spiegò brevemente la regina.
Efran, come noi, era composto da cinque regni ognuno con il suo re, però c’era un regno il quale prevaleva su tutti. In Ereste il regno supremo è Soleus.
Una ventina di anni fa il regno di Metella dichiarò guerra agli altri. Dopo otto anni riuscì a conquistarli tutti e gli unì in uno,lo chiamarono Efran  e Metella divenne la capitale.
La prima cosa che fecero è firmare trattati di pace con tutti i regni di Ereste e ogni volta che coronano l’erede gli rinnoviamo.
“La tua guardia personale sarà Enzo” disse il re distogliendomi dai miei pensieri.
“Perfetto” bisbigliai.
Enzo è una delle guardie che proteggono il re, sarà molto difficile uscire in futuro.
“Se non avete qualcos’altro, vorrei riposarmi” il mio tono era un po’ acido ma non m’importava.
“Hai ragione, amore andiamo, anche tu Gabriele”      
“Certo madre”
Gabriele mi diede un sguardo d'incoraggiamento ma mi girai da l’altra parte.
Enzo se ne andò per ultimo chiudendo la porta a chiave.
Sbuffai rumorosamente prima di togliermi i vestiti e darmi una pulita.
Ero esausta ma era troppo presto per andare al letto e quindi optai di leggere un libro.
Mentre leggevo i miei pensieri vagarono verso Efran. Il principe Daniele è il quinto figlio, anche se il sistema ereditario è diverso dal nostro, è comunque strano che sia lui l’erede. Specialmente se consideri che sua madre non sia la regina ma una serva.
Tutti i regni di Ereste hanno lo stesso sistema ereditario, cioè che il primogenito maschio sarà l’erede.
Ereste è divisa in tre parti, Soleus, Tena che è dove vivo e Nomal.
Efran ed Ereste hanno solo un lunghissimo fiume che ci separa però abbiamo tante differenze.
Ad un tratto entrò Sara con la mia cena, mangiai in fretta e mi misi sotto le coperte pronta a dormire.
   
 
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