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Autore: Lita_85    24/12/2021    2 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La mattina seguente, dopo una nottata passata a bere vodka e a delirare bivaccato sul divano insieme a Saverio, mi sembrò di non avere dormito affatto. Gli occhi, ancora fotosensibili, non riuscivano a mettere a fuoco tutto quello che mi circondava, e la testa in balia di quel tamburellare alla Jumanji, non mi aiutava a mettere insieme quei pezzi del puzzle che componevano la serata appena trascorsa. Di una cosa ero certo però: mi aspettava un post sbornia stratosferico. Strinsi con il pollice e l'indice le palpebre cercando di dare un po' sollievo a questi ultimi che bruciavano dall'Interno, quando alzando il capo mi accorsi che Saverio dormiva beatamente sul mio stomaco cingendomi i fianchi. Quella visione del tutto nuova mi suscitò subito un sorriso divertito. Mi poggiai sui gomiti sorridendo e, muovendomi leggermente lo chiamai sottovoce. Il suo sonno, non troppo pesante, fu subito interrotto da quel mio richiamo che sembro una cantilena. Alzò lentamente il capo e guardandomi sottecchi stringendo gli occhi rossi in due fessure, si fermò un attimo a contemplare tutta la scena.


« Buongiorno principessa! », esclamai cercando di dargli uno scossone con le mie parole. Era davvero una scena esilarante.

Lui senza battere ciglio si spostò immediatamente e rimanendo seduto dall'altra parte del divano disse:

« Fammi capire, ho dormito tutto il tempo a ridosso del tuo pisello?! »

« Così sembra… », risposi sorridendo e sedendomi anche io contro il divano. 

« Capisco… », rispose poggiando il capo sullo schienale sorridendo anche lui « Però, posso dire che mi è piaciuto? Adesso capisco Anita! » continuò ridendo fregandosi le mani sulla faccia.

« Già… Anita… », replicai guardando il soffitto.

« Ascolta, so bene cosa hai passato nella tua vita, e ne abbiamo parlato abbondantemente anche stanotte, però tu devi uscire da questa situazione… se non ti butti non saprai mai se funzionerà… Lei sta già male, e non credo che una notte in compagnia della vodka le abbia fatto passare la tristezza… »

« Della vodka? », farfugliai stranito.

« La terapia d'urto ideata dal sottoscritto… con la collaborazione di Ginevra... »

« Hai mandato Ginevra a casa di Anita per farla sbronzare?! »

« Hey! Qualcosa dovevo pur farla! Tu hai combinato un gran casino! »

« Ma io non voglio che stia male più di quanto non stia già! Guardami! » esclamai alzandomi in piedi facendogli notare lo stato penoso in cui versavo. « Io sono uno straccio e sono abituato a bere! »

« Non ti preoccupare! Ho dato anche l'antidoto a Ginevra… », chiarì Saverio alzandosi in piedi portando la camicia nuovamente dentro i pantaloni.

« Quale antidoto?! Spremuta di arancia con vodka?! »

« Esatto! È un toccasana! Poi, è stata la tua colazione genuina tantissime volte! E guarda come sei venuto su bene! », asserì sarcastico dandomi dei leggeri schiaffetti sulla guancia destra.

« Oddio… spero che la tua ragazza abbia più sale in zucca di te… », affermai facendomi cadere di nuovo sul divano dietro di me.

« La mia ragazza… La mia ragazza… sai che suona strano? Però mi piace! Anzi sai che ti dico? Adesso chiamo la mia ragazza e mi assicuro che stiano tutte e due bene, ok? »
 
Annuì senza replicare cercando di non fare vedere quanto io fossi preoccupato per tutta quella situazione del cazzo. Non volevo che lei si distruggesse per me. Appoggiai il polso sopra gli occhi nel tentativo di calmare i miei nervi tesi sospirando forte. I suoi occhi delusi e disgustati tornarono davanti ai miei come lo avevano fatto per tutta la notte. Non ero riuscito a pensare a nient'altro mentre bevevo a più non posso in quella notte maledetta. Niente aveva potuto alleviare quello stato di completa devastazione, nulla avrebbe potuto cancellare quello scempio da me compiuto.


                              ***

Non ero mai stata una mattiniera, anzi, ero proprio un ghiro sotto mentite spoglie e quando potevo, mi piaceva temporeggiare sprofondare tra le coperte e il suo torpore. Ma non quella mattina. 
Avevo passato tutta la notte tra le braccia di Ginevra nella speranza di trovare un po' di tranquillità in quel luogo familiare, e a tratti ci ero anche riuscita. Il mio pianto ad intermittenza non aveva giovato né a me né a lei, e per quanto mi fossi sforzata di fare il contrario le lacrime venivano giù tipo cascate del Niagara. 
Mancavano meno di quattro ore alla nostra partenza per il lago di Como ed io non ero nel pieno delle mie forze psichiche e fisiche.

Le mie occhiaie, visibili ad occhio nudo, spiccavano davanti a me riflesse dalla toilette del bagno. Erano già venti minuti buoni che fissavo la mia immagine in quel rettangolo bianco dal design sofisticato, e più la guardavo e più non riuscivo a trovare una motivazione valida per uscire da quella piccola stanza. Molte volte mi ero persa nella contemplazione di me stessa nel corso della mia storia con Edoardo, e adesso come all'ora, non trovavo le forze per reagire. 
Neanche lo scrosciare dell'acqua verso il lavandino aveva fermato quel flusso di pensieri deprimenti, così come l'irruzione improvvisa dentro il bagno da parte di Ginevra.

« Anita, tesoro, cosa stai facendo?... », chiese la riccia a gran voce chiudendo il rubinetto in tutta fretta, per poi stringere le mie spalle coperte da quella vestaglia rosa che non avevo più tolto quando lei mi aveva obbligata ad indossarla.

« Io… io, volevo sciacquarmi la faccia… », risposi buttando lo sguardo sul pavimento prima di guardare verso la porta. « È già giorno? », domandai notando i timidi raggi solari che entravano in casa, per allontanandomi dalla sua presa.

« Già, che ne dici di una bella doccia ristoratrice? E magari dopo ti aiuto a fare la valigia! Che ne dici? »

Mi voltai verso di lei con la voglia di vivere sotto le scarpe e, abbozzando un sorriso annuì senza fare altro. Non avevo voglia di fare nulla e soprattutto non avevo voglia di rivederlo al matrimonio. Oltrepassai la porta del bagno trascinandomi e, individuando con lo sguardo il divano mi diressi verso quest'ultimo guardando un punto indefinito della stanza sperando che quello fosse solo un brutto sogno.
 
« Allora?! Come prima cosa devi spogliarti e non sederti!! », esclamò Ginevra correndo verso di me. Prese le mie mani, e tirando verso di lei, mi fece alzare di forza. « E come seconda, cosa devi infilarti dentro la doccia! », continuò spingendomi questa volta per le spalle verso quel bagno che ormai era diventato la mia seconda casa. 

« Ginny forse è ancora presto… e poi non dovrei prima digerire tutto il thè con biscotti che mi hai fatto mangiare stanotte?! », chiesi sarcastica facendo resistenza. 

Per tutta la notte aveva negato l'utilizzo di alcolici. Non erano valse a niente i miei continui piagnistei e le suppliche pur di avere un goccio di quel vino che tenevo nelle situazioni di emergenza. Nulla aveva scalfito il suo cuore da crocerossina premurosa.
All'improvviso mentre mi trascinava a forza dentro la doccia, dopo avermi costretta a svestirmi, sentimmo in lontananza il suo cellulare suonare. Lei si voltò subito verso la sorgente del suono per poi sorridermi in modo rassicurante chiudendo la doccia davanti ai miei occhi. Vidi la sua ombra uscire alla velocità della luce dalla stanza senza aggiungere altro. Quel suo comportamento alquanto strano mi incuriosì facendomi avviare verso la porta d'ingresso del bagno recuperando una asciugamani. Avendo cura di non farmi notare, rimasi ad origliare la sua telefonata dando un'occhiata veloce a tutta la scena circostante. 

« La tua ragazza? », chiese sottovoce sorridendo camminando avanti e indietro lungo il mio salotto. Con una mano teneva il cellulare e con l'altra giocherellava con uno dei suoi ricci. « Devo ancora abituarmi a tutto questo… è tutto così strano signor Monte… », continuò a sorridere e giocherellare con i ricci con il viso luminoso. Sì vedeva che era emozionata. « Si stiamo bene, e no, non ho usato la tua terapia… ma lei è uno straccio, sta veramente male quindi verrà con noi alla villa... ok ci vediamo più tardi… Sa… ok… ti amo… », bisbigliò prima di riagganciare e trovarsi davanti i miei occhi.

Mi volatilizzai in un secondo dentro il bagno infilandomi nuovamente dentro la cabina della doccia. Quindi adesso stavano veramente insieme. Non che non fossi contenta, ma in quel momento la felicità altrui mi faceva male.

« Anita, ascolta, io ti avrei detto tutto, e che non mi sembrava il momento giusto… non volevo farti soffrire...  », ammise Ginevra tornando anche lei in bagno.

« Tranquilla, sono felice per voi… e poi, mi puoi dire tutto lo sai... », commentai aprendo la cabina guardarla in faccia. Mi sentii messa da parte, anche se dentro di me ebbi una strana gelosia verso di lei.

« Lo so, ma il fatto che Saverio e Dario siano migliori amici mi ha un po' frenata… scusami…  », rispose intrecciando in modo nervoso le mani. Sì vedeva che era proprio nel pallone.

« Non scusarti, non è colpa tua se mi sono innamorata di uno stronzo… eppure sai, pensavo che Saverio fosse più stronzo di Dario... mi sbagliavo… »

« Anita… vedrai che le cose si sistemeranno… volterai pagina e troverai-  »

« Troverò cosa Ginevra?! Un'altro come Dario? Un'altro come Edoardo?! No grazie!! A sto punto preferisco diventare suor Beatrice veramente! Adesso scusami, ma vorrei fare quella doccia rilassante che tanto osannavi fino a poco fa! », così dicendo chiusi di nuovo la cabina e aprendo l'acqua calda cercai di spegnere il cervello.

Seguirono dei lunghi secondi di silenzio dove mi parve che Ginevra fosse stata risucchiata da un buco nero, per poi risentire la sua presenza e la sua voce.

« Anita, io sono in camera tua a preparare la valigia… se hai bisogno chiamami…  », le sentii dire sotto lo scrosciare dell'acqua. Non ebbi la forza di replicare dato che stavo già piangendo, quindi mi limitai a farle un segno con la mano e tornare al mio tormento.

Non potevo credere che un tipo come Saverio avesse il coraggio necessario per fare un passo simile. Alla fine, su questo, aveva ragione Dario. Saverio era davvero diverso da quello che avevo visto, come lo era stato lui per me. Avevo sopravvalutato Dario abbassando le mie difese. Avevo davvero creduto da idiota, che lui potesse provare qualcosa per me, che potesse addirittura amarmi. Dovevo ammettere che era stato bravo con i suoi atteggiamenti e le parole, ci ero caduta con tutta la scarpe. E adesso, avrei pagato qualsiasi somma pur di non rivederlo al matrimonio, pur di non rivedere i suoi occhi azzurro cielo.


Le ore passarono in fretta, e tra una valigia e un beauty case ci ritrovammo sul ciglio della strada ad aspettare Saverio. Quest'ultima era andata a casa sua a fare la valigia ed era tornata subito dopo pur di non lasciare da sola la povera e fragile Anita. Io, d'altro canto, non avevo tutta questa voglia di alimentare questo suo affetto alla buon samaritana, quindi ignoravo qualunque cosa Ginevra mi proponeva o chiedeva. Mi ero proprio stancata. Il Mercedès bianco arrivò graffiando la strada parcheggiandosi alla Saverio di fronte a noi. Lui uscì dalla macchia alzando le mani in segno di resa per i quindici minuti e due secondi che ci aveva lasciato giù con meno cinque gradi. Come se il freddo di Milano non lo toccasse minimamente, era uscito dalla macchina con solo una camicia bianca con il colletto sbottonato, le maniche arrotolate, e un paio di pantaloni di velluto cammello abbinate ad un paio di scarpe stringate marroni. Sul naso aveva un paio di Ray-ban modello Marshal e sulle labbra la solita sigaretta accesa: il solito fenomeno.    

« Scusate tanto signorine, ma ho perso tempo a fare la valigia! », si difese prendendo le nostre valigie e poggiandole entrambe nel cofano. 
 
« Non ti preoccupare, mi hai fatto solo congelare tutte le falangi dei piedi… » risposi apatica muovendo i piedi avvolti dagli stivali marroni che avevo scelto. In realtà il mio abbigliamento non era molto adatto al polo Nord: vestito in maglina aderente nero dolce vita, calze nude, e un cappottino lungo nero. Un total black che andava a pari passo con il mio umore.

« Le porgo le mie più sincere scuse signorina Velletri, ma l'autista puntuale non sono io… è un certo ossessivo compulsivo che lei conosce molto bene e che si sta comportando da cazzone! », esclamò Saverio chiudendo il cofano facendomi l'occhiolino con la sigaretta tra le labbra. Lo guardai come a non voler capire di chi si stesse riferendo. Ignorai deliberatamente tutto quello che aveva detto Saverio e mi infilai direttamente al posto passeggero posteriore senza aggiungere altro. Non volevo pensarci, non volevo pensare a lui. Non meritava nulla da me. 

I miei pensieri, ancora una volta caotici e ripetitivi, furono interrotti dal tonfo che aveva fatto Ginevra contro lo sportello anteriore dell'auto da dove, in teoria, lei doveva entrare. Sì era appoggiata lì con la schiena dopo che Saverio, con aria di supplica, le aveva chiesto qualcosa alzando l'indice. In completo silenzio Lei annuì e, subito dopo le labbra di Saverio si unirono a quelle di Ginevra iniziando una dolce danza. Non era il solito bacio che ero abituata a vedere tra di loro. Questa volta Saverio le sfiorava con il pollice la guancia per poi incastrarsi tra i suoi ricci in un modo così dolce da lasciarmi sbalordita. Lei, completamente trascinata da questo dolce bacio, gli accarezzò il polso con la quale lui la teneva ben salda. Mi addossai allo schienale piacevolmente meravigliata, ma con quella nota stonata che il mio cuore ormai suonava dalla sera prima. Ero veramente felice per loro, ma non completamente. Sapevo di essere una stronza, ma non riuscivo ad essere pienamente felice per il loro amore. Non era vera e propria gelosia, ma più uno sconforto interiore per qualcosa che volevo anche io con tutte le mie forze. 

All'improvviso Ginevra si staccò da Saverio facendo segno verso la macchina, segnale che c'era un terzo incomodo che li osservava. Presa da una vergogna indecifrabile, afferrai il cellulare facendo finta di guardare chissà che cosa. Non volevo che pensassero che li avevo guardati tutto il tempo, ma soprattutto, che avevo anche provato un pizzico di gelosia.

Lui sorridendo e continuando con il loro cinema muto, le stampò un ultimo bacio sulle labbra per poi aprirle la portiera della macchina facendola accomodare al suo posto. 

« Ani, tutto bene? », chiese Ginevra quasi in colpa voltandosi verso di me. 

Mi sentii nuovamente una merda. Nonostante io, con la mia presenza, stessi rompendo le scatole a tutti e due, i loro pensieri erano rivolti sempre a me e al mio stato da bicchiere fragile. Annuì senza dire una parola, sforzandomi di fare uscire quel sorriso di gratitudine che si meritava.

Saverio entrò subito dopo nell'abitacolo e, sistemando lo specchietto retrovisore guardò nella mia direzione. 

« Signorina Velletri, le do il benvenuto nella mia umile macchina! Sperando che la mia guida sia all'altezza della sua persona le auguro buon viaggio! », disse a mo' di pilota di una nota compagnia aerea.

Risi finalmente di gusto. Era riuscito a strapparmi quel sorriso che non vedevo dal giorno prima. Magari avrei potuto fare uno sforzo per essere simpatica con lui e, magari, avrei potuto rilassarmi e chiaccherare con Ginevra. Avrei potuto fare tutto, bastava "solo" non ricadere nel vortice dei ricordi e pensare a lui. Bastava solo quello. Avrei potuto farcela, e ci avrei provato con tutte le mie forze, come se non fosse amore.

Note: Capitolo Cinquantuno. Buongiorno miei cari e buona vigilia a tutti! Pensavo che questo capitolo fosse l'ultimo invece così non è! 😅🤣 A questo punto, non so se il prossimo lo sarà! 🤣🤣🤣 Quindi rimanete sintonizzati! 🤣❤️ Cmq ci stiamo avviando veramente verso la fine, e si prospetta davvero spumeggiante! Dario è ancora nel limbo dell'incertezza invece Anita e in quello della tristezza assoluta. Basterà davvero non pensare a lui per stare meglio? E Dario continuerà con questa incertezza? e con chi andrà alla villa? 🤣 Ci aspetta ancora qualcosa di comico prima del gran finale! 🤣 Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ♥️
   
 
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