Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: My Pride    27/12/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
As blind as a bat Titolo: As blind as a bat?
Autore: My Pride
Fandom: Batman  
Tipologia: One-shot [ 2005 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Bruce Wayne, Richard John Grayson, Damian Bruce Wayne, Clark Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Malinconico

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort, Accenni SuperBat
Advent Calendar (Saint Lucia): Tu non ridere


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Bruce arricciò il naso e ridusse le labbra in una linea sottile, allungando il bastone davanti a sé per cercare la poltrona situata accanto al camino.
    La lotta contro Poison Ivy aveva avuto delle conseguenze, questa volta. Conseguenze che avrebbe volentieri preferito evitare e che avevano messo in pausa la sua crociata per settimane, ma Alfred era stato irremovibile e anche i suoi figli, per quanto fossero sempre stati gli ultimi a poter parlare a riguardo, avevano insistito che restasse alla villa e curasse le ustioni che avevano interessato il suo viso.
    Quando due sere addietro era uscito di pattuglia, tutto si sarebbe apettato tranne il trovare la Isley nello stesso laboratorio di ricerca in cui aveva trovato anche Fries, e ancor meno si sarebbe mai immaginato che la donna fosse riuscita a mettere le mani sulla heracleum mantegazzianum e l'avesse ridotta in polvere. La suddetta pianta - originaria del Caucaso e presente in minime quantità lì in America -, al tatto o in seguito a irradiazione solare diretta, aveva la particolarità di provocare gravi infiammazioni della pelle e, se a contatto con gli occhi, la linfa poteva causare cecità temporanea o persino permanente.
    Mescolata con le abilità di Ivy, la pianta aveva accelerato la sua fototossicità e le ustioni erano state istantanee, ed era stata una fortuna che indossasse la maschera e si fosse persino spostato in tempo da non rendere i danni irreparabili, anche se ciò non lo aveva comunque salvato dalle pessime battute di Jason riguardo al suo essere “momentaneamente cieco come un pipistrello”.
    Tornato in fretta alla villa grazie all'aiuto di Nightwing, Batman era stato subito soccorso di Alfred, che gli aveva spalmato una mistura sugli occhi prima di fasciarli, raccomandandogli ugualmente di non uscire e di non esporsi alla luce del sole per nessuno motivo. Ed era proprio questa la causa dell'irritazione di Bruce. Confinato in casa, prigioniero nella sua stessa villa, poteva avvertire il peso dell'oscurità in cui era avvolto, e la sensazione era così sgradevole che avrebbe solo voluto strapparsi la benda e ricominciare ad affrontare Gotham.
    Aveva sempre odiato il buio. Dopo essere stato in un pozzo per un giorno intero con la sola compagnia di tutti quei chirotteri che gli erano svolazzati intorno, stridendo e graffiandolo con le loro zampette e artigli, aveva cominciato ad odiarlo più di quanto avrebbe normalmente fatto un bambino di otto anni. Aveva sempre odiato sentirsi schiacciato da quelle tenebre, vulnerabile come quell'orribile giorno in quel vicolo dove il suo mondo era andato in frantumi. Era il motivo per cui aveva scelto di vestirsi da pipistrello e affrontare le proprie paure, sottoponendosi ad allenamenti sempre più estremi e aveva persino affrontato il rituale del Thögal, un'avanzata e altamente pericolosa tecnica di meditazione attuata dai monaci tibetani, che consisteva nel passare sette settimane chiusi in una grotta a Nanda Parbat in completo e totale isolamento. Sentirsi nuovamente così vulnerabile, quindi, era qualcosa che Bruce proprio non riusciva a sopportare.
    Sospirando pesantemente, si lasciò cadere seduto sulla poltrona con lo sguardo fisso davanti a sé, pur consapevole che non avrebbe potuto vedere niente. Sapeva ugualmente che il quadro dei suoi genitori lo stava fissando col solito cipiglio, che sia madre stava sorridendo e che suo padre aveva una mano sulla sua spalla, e al di sopra del camino sembravano osservare l'intero salotto con sguardi fieri. Alle narici gli arrivava il profumo del the al gelsomino che Alfred gli aveva preparato amorevolmente, abbandonato sul tavolino insieme ad una fetta della sua famosa torta di mele, ma era tutto così sbagliato che Bruce non sapeva nemmeno da dove cominciare. Avrebbe dovuto essere là fuori, aiutare i suoi figli, proteggere Gotham... non seduto al caldo su una poltrona, davanti al fuoco, come un qualunque essere umano.
    «Non fare quella faccia».
    La voce di Clark gli fece storcere il naso ancora di più, e fu con uno sbuffo che allungò attentamente un braccio per poter prendere la tazza di the, ritrovandosela fra le mani dopo aver sentito un lieve crepitio e un fruscio al suo fianco.
    «Odio quando entri dalla finestra», esordì Bruce con fare scocciato, senza ringraziarlo per averlo aiutato col raggiungere la sua bevanda. Non aveva bisogno di dipendere da nessuno.
    «Sono entrato dalla porta», provò Clark, ma Bruce grugnì.
    «Sono cieco, non sordo», annotò, soffiando sul propri the prima di bere un piccolo sorso. «Terza finestra sulla destra, era socchiusa per il cambio d'aria; i cardini in alto producono un cigolio molto lieve, basta una piccola spinta per sentirli».
    Non poté vederlo, ma Bruce fu certo che Clark avesse dato vita ad un'espressione stranita e che avesse sollevato entrambe le mani in segno di resa, almeno finché non fu assolutamente sicuro che, librandosi sopra di lui, si fosse lasciato cadere seduto sulla poltrona al suo fianco con tutto il suo peso. «Come ti senti?» gli chiese di rimando, ignorando quella sua annotazione.
Bruce parve irrigidirsi, quasi non si fosse aspettato quella domanda, ma sollevò ben presto lo sguardo verso il calore del camino. Lo sentiva colorargli le guance e arrossargliele e, nella sua momentanea cecità, ammise che gli mancava vedere le lingue di fuoco danzare e crepitare davanti ai suoi occhi. «Stanco, Blue», si sbottonò un po'. «Stanco e preoccupato per i ragazzi. Se dovessero avere bisogno di supporto, non potrei essere là fuori per aiutarli», affermò, sentendo una grossa e calda mano posarsi sulla sua spalla.
    «Sanno cavarsela». La voce di Clark era bassa, ma decisa e sicura, esattamente come la presa delle sue dita. «E sai che se servisse terrei sempre un occhio su di loro».
    Bruce rimase in silenzio a lungo, come se stesse cercando di assimilare quelle parole e il peso che essere sembravano portare con sé. Sapeva che Clark stava sorridendo, quei soliti sorrisi rassicuranti che spingevano la gente a fidarsi di lui, e con gli anni persino Bruce, nonostante le sue remore, aveva imparato a farlo. Avrebbe affidato a Clark la sua stessa vita... ed era certo che, all'occorrenza, sarebbe stato davvero lì per i suoi figli. «Mhnr. Aiutami a scendere in caverna», sospirò infine e, attraverso le dita sulla sua spalla, fu certo che Clark si fosse irrigidito.
    «Sei sicuro?»
    «Voglio almeno essere lì quando torneranno».
    Per un lungo momento, l'unico suono fu il crepitio delle fiamme nel camino e i loro respiri. Clark poteva benissimo sentire il battito lento e costante del cuore di Bruce, assolutamente calmo nonostante la situazione che stava vivendo, e ammetteva almeno a se stesso di ammirare quella sua capacità di mantenere a sua compostezza. Forse, se fosse stato lui a trovarsi in quelle condizioni e col pensiero di non poter aiutare Jon, tutti i suoi poteri sarebbero serviti solo a farlo impazzire di più.
    «Sei così...» Clark si interruppe, incerto su quale parola stesse davvero cercando per descrivere Bruce. Testardo? Insofferente? Paranoico? No. Gli veniva solo da ridere con gioia e commozione al pensiero che Batman, lo stesso Batman che molti consideravano un uomo cinico ed egoista, un uomo che pensava solo a se stesso e alla sua crociata, un uomo che insisteva a dire che “lavorava da solo” nonostante fosse circondato da più persone della Lega stessa, stesse mettendo da parte la sua salute per pensare a quella dei suoi figli. Era proprio un bonaccione, e gli scappò uno sbuffo ilare pur non volendo.
    «Qualunque cosa tu stia pensando, non ridere», lo riscosse Bruce, e Clark sbatté più volte le papebre, forse persino preso alla sprovvista da quella costatazione giunta rapida come ua freccia. Ma che...?
    «Cosa? Io non--»
    «Riesco a sentire il divertimento nella tua voce, Blue. Non provarci».
    Clark stavolta rise sul serio, prendendo Bruce a braccetto per aiutarlo a raggiungere la pendola quando quest'ultimo si alzò, afferrando saldamente il bastone che usava per muoversi. «Dovrei essere io quello con i poteri», annotò, riuscendo solo a far grugnire Bruce ancora una volta.
    «Si tratta solo di saper cogliere i segnali. Vista o meno», esordì, e a quella logica Clark non seppe come ribattere.
    Scosse semplicemente il capo e, pur borbottando ironicamente che era impossibile, lo guidò con attenzione di sotto, aiutandolo a scendere le scale. In realtà gli aveva proposto di prenderlo in braccio per fargli scendere i ripidi gradini di pietra, ma Bruce, al di sotto della benda che gli nascondeva gli occhi, lo aveva fulminato con un tale sguardo che Clark aveva desistito, restando semplicemente al suo fianco a sostenerlo per evitare che ruzzolasse sul fondo della caverna.
    Clark si era dovuto subire una ramazina da Alfred per aver fatto scendere Bruce e aveva dovuto rassicurare il buon maggiordomo che lo avrebbe riportato di volata di sopra se avesse provato a fare qualche idiozia, e gli era stato letteralmente incollato ogni qual volta si aggirava per la caverna con quel bastone, impaziente di sentire il ritorno di tutti i ragazzi. Forse era una fortuna che Barbara fosse alla Torre dell'Orologio a controllare la situazione con Stephanie e che Cassandra fosse partita con Tim e Duke per una missione a Star City, altrimenti Bruce sarebbe andato talmente in paranoia che persino Alfred non sarebbe riuscito a tenerlo buono.
    Jason, Dick e Damian rientrarono esattamente tre ore dopo, quando l'alba era quasi giunta. Il rombo delle loro moto era risuonato nella caverna e aveva attirato l'attenzione di tutti i presenti, che si erano voltato nella loro direzione nello stesso istante in cui Damian, parcheggiando per primo, era sceso dal proprio veicolo con un'imprecazione e il sangue che gli scorreva lungo il braccio ad ogni movimento.
    «Avresti dovuto darci un taglio quando ti ho detto di darci un taglio, Todd».
    «Non prendo ordini da un marmocchio, pulce».
    «Se mi aveste ascoltato, nessuno di voi due avrebbe un braccio fuori uso».
    «Pensa alla tua gamba, tu!» esclamarono in coro Jason e Damian, fermandosi comunque tutti e tre quando si ritrovarono davanti la figura austera di Bruce, il cui volto sconcertato li fissava nonostante la benda che aveva. Avevano fatto talmente tanto casino che sarebbe stato difficile anche per un cieco non capire dove si trovassero.
    «Che diavolo avete combinato?»
    La voce di Bruce era orribilmente calma, e i tre si guardarono per un lungo istante al di sotto delle maschere che ancora indossavano. Quella era la proverbiale quiete prima della tempesta, e sapevano di essere nei guai ancor prima di poter anche solo provare a giustificarsi.
    «Vedi, B, è una storia divertente...» cominciò Dick nello zoppicare verso l'ala medica, per quanto Alfred avesse sollevato lo sguardo al soffitto e borbottato qualcosa che era sembrato vagamente un “Buon Dio, questi ragazzi” a cui nessuno dei tre suddetti ragazzi aveva però dato peso.
    «Siamo incappati in una rappresaglia con Maschera Nera».
    «E quell'idiota di Grayson si è messo in mezzo mentre stavo per fargli saltare le rotule».
    «Togliete tutto il gusto di spiegare le cose, voi due», affermò Dick con un sopracciglio inarcato, venendo letteralmente spinto sul lettino da Alfred prima che quest'ultimo, imponendogli silenzio, strappasse quel che restava del suo pantalone e cominciasse ad occuparsi della ferita, imponendo anche agli altri due di avvicinarsi e di non fare storie.
    Clark, che aveva osservato tutta la scena in silenzio, arcuò un sopracciglio e fece scorrere lo sguardo sui presenti, ma soprattuto su Bruce che, ne era certo, avesse un tic nervoso all'angolo dell'occhio destro, esattemente come aveva imparato a notare quando si trattava dei suoi figli. Sentì l'irrigidimento dei suoi muscoli, il modo in cui aveva cominciato a digrignare un po' i denti nonostante la bocca chiusa, e il battibeccare di Damian con i fratelli maggiori non sembrava aiutare la situazione delicata in cui Bruce già si trovava.
    «...ti lascio ai tuoi ragazzi, Bruce», sussurrò con estrema attenzione, quasi stesse toccando un enorme giaguaro in procinto di attaccare. E mentre si allontanava in direzione di Metropolis, col sole che faceva timidamente capolino oltre le montagne che circondavano villa Wayne, Clark fu certo che avessero sentito gli strepiti di Bruce persino su Marte
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Altra storia scritta per l'#adventarcalendar indetto sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia,
Partiamo subito dalle cose interessanti (o quantomeno che interessano solo me, lo so, sono un po' Poison Ivy inside, perdonatemi), ovvero il fatto che la pianta citata è la pànace di Mantegazza, in America considerata pianta neofita
Volevo concentrarmi un po' sul rapporto che Clark e Bruce hanno, quella loro amicizia che non ostentano mai, fatta di battibecchi e grugniti, ma è sempre presente perché entrambi sanno che potrebbero contare l'uno sull'altro nel momento del bisogno. Quindi alla fine eccola qua, una storia semplice semplice in cui questi due sono vicini in modi che solo loro riescono a capire
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: My Pride