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Autore: Donatozilla    29/12/2021    0 recensioni
Dopo la battaglia di San Francisco nel 2014 tra Godzilla e i due MUTO, l'umanità ha finalmente compreso di non essere sola sul pianeta, che i mostri sono reali. In questa nuova era del pianeta nuovi mostri, nuovi Titani iniziano ad apparire man mano per il mondo... con un nuovo Kaiju legato a Godzilla che li combatte per difendere l'umanità. I membri della Monarch cercheranno di capire chi sia questo nuovo Kaiju, quale sia il suo legame con Godzilla e cosa voglia, mentre nuovi segreti del passato di Godzilla, che l'organizzazione non aveva mai saputo finora, finiranno a galla.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tuoni.

Pioggia.

Queste erano le uniche cose che Dz poteva sentire al momento.

Si guardò intorno: si trovava in un posto completamente scuro, una piccola caverna in cui l’unica fonte di luce proveniva dal piccolo buco da cui era entrato.

‘Piccolo’ si fa per dire, dato che per ogni umano sarebbe stato enorme. Ma per un Kaiju come lui, seppur piccolo, quel buco non era poi così grosso.

Un nascondiglio perfetto… in cui ‘Lui’ non sarebbe mai entrato.

Tremava sia per il freddo, la paura, la tristezza e il dolore.

Si portò una mano tremante sulla sua spalla destra e sussultò una volta che toccò la ferita che vi era su di essa: la ferita di un morso. Una ferita profonda, con i segni lasciati dai denti ben visibili e il sangue che usciva e colava per tutta la sua spalla.

Dz si lasciò sfuggire un singhiozzo.

La lacrime cadevano dai suoi occhi come la pioggia fuori il suo nascondiglio.

Stava succedendo tutto così in fretta.

Troppo in fretta.

La giornata stava andando bene.

Poi è arrivato ‘Lui’ e…

Un rumore di grandi ali che battevano interruppe i suoi pensieri.

Qualcosa… no, qualcuno di molto grosso atterrò a pochi metri dal suo nascondiglio.

Dz sbarrò gli occhi.

Era qui.

‘Lui’ era qui.

Dei passi pesanti cominciarono a farsi vicini.

Sempre più vicini.

Dz trattenne il suo respiro.

E poi…

*SKRASH*

Una zampa rettiliana dalle scaglie dorate apparì dinnanzi alla piccola entrata del nascondiglio.

Dz sobbalzò nuovamente, mentre le lacrime continuava a scendere dai suoi occhi come fiumi.

“Lui sa” fu tutto ciò che riuscì a pensare “Lui sa che sono qui…”.

Passò qualche secondo di silenzio, che per Dz sembrarono minuti interminabili.

E poi…

Lui si abbassò.

Si abbassò all’altezza del buco, cercando di far entrare una delle sue teste in esso.

Dz si trascinò ancor più in profondità del suo nascondiglio, gli occhi sbarrati e da cui uscivano enormi quantità di lacrime cercando di allontanarsi il più possibile da quel mostro.

Perché non gli sparava addosso un raggio di gravitoni?

Aveva la testa proprio lì dentro, nel suo stesso nascondiglio. Gli sarebbe bastato sparare un raggio di gravitoni per ucciderlo.

Dz guardo dritto negli occhi rosso sangue di quella bestia per capire il perché non faceva ciò: voleva vederlo tremare. 

Voleva vederlo piangere.

Voleva vederlo soffrire, come se la sofferenza che gli aveva fatto passare fino a quel momento non bastasse a soddisfare il suo sadismo.

Fece uscire la sua testa da quel nascondiglio con insopportabile lentezza, mentre un ghigno si veniva a formare sul suo volto draghesco.

Una volta che la testa uscì, la lasciò dinnanzi al buco mentre abassava le altre due vicino alla testa già abbassata.

Risuonò un tuono che illuminò le tre teste del mostro che osservano Dz attraverso quel buco.

Teste dorate di drago circondate ciascuno da dieci corna.

Le tre teste sorrisero minacciose mettendo in mostra i denti aguzzi, i loro occhi rosso sangue diretti verso Dz.

Poi tutte e tre le teste spalancarono le loro bocche… e lanciarono ruggiti verso Dz.

*REEEEEEEEE-BIDIBIDIBIDIBIDI*.

Dz si portò le mani intorno alla testa, cercando di bloccare quel tremendo ruggito.

Quel ruggito che sembrava provenire dalle profondità dell’inferno stesso.

Quel ruggito che non apparteneva a nulla di terrestre.

Dz chiuse gli occhi da cui scendevano ancora lacrime, e lanciò anche lui il suo ruggito.

Un ruggito dal tono molto più acuto rispetto a quello di suo padre.

Ma se per ogni umano quello sarebbe stato il ruggito qualunque di un cucciolo di Kaiju… per ogni Kaiju, se fosse stato presente per sentirlo, sarebbe stato un urlo.

Un urlo di dolore, disperazione e tristezza tutto in uno.

Ma non poteva essere sentito, essendo ricoperto dal ruggito più forte dell’altro Kaiju e i tuoni che risuonavano impetuosi.


“AHHHHHHHHHHHH!”.

Dz si risvegliò di soprassalto lanciando un urlo squarciagola.

Si alzò immediatamente dal suo letto per correre in fretta e furia verso il bagno, un peso enorme sul suo stomaco.

Non ci voleva un genio per capire di cosa si trattasse.

Vomitò una volta messo la testa sul cesso.

Vomitò tutto il cibo che si era mangiato quel giorno, svuotando completamente il suo stanco.

Si rialzò, pulendosi la bocca con la mano… e notò subito delle piccole scaglie blu che facevano capolino sulla sua pelle.

Si rialzò traballando e si guardò allo specchio: alcuni punti del suo copro ora erano circondati dalle scaglie blu della sua forma Kaiju, i suoi occhi ora erano tornati ad essere sempre come nella sua forma Kaiju e i suoi denti erano ridiventati leggermente affilati.

Tirò un sospiro.

Quando un Kaiju nel suo travestimento umano era influenzato dalle sue emozioni alcune parti della sua vera forma da Kaiju poteva spuntare sul suo travestimento.

Come in questo caso con Dz.

L’incubo… no, il ricordo sotto forma di incubo che aveva avuto, lo aveva messo sotto un enorme quantità di stress che aveva fatto rispuntare alcuni dettagli della sua vera forma Kaiju nel suo travestimento umano.

Tirò un sospiro, cercando di rilassarsi. E così facendo le scaglie sparirono dal suo copro, e i suoi denti e occhi tornarono ad essere umani.

Ritornò ad osservare lo specchio e solo allora notò come le sue guance erano bagnate e i suoi occhi luccicavano.

Aveva pianto pure nel sonno.

Dopo essersi sciacquato la faccia con dell’acqua calda, ritornò sul suo letto e si buttò su di esso come un sacco di patate.

Guardò l’orologio sul comodino per vedere l’orario: erano le 03:50 del mattino.

Grandioso…

Quel ricordo che aveva appena rivissuto… di quel giorno maledetto… lo tormentava ogni volta, sia da sveglio che da addormentato, e gli eventi del giorno prima con suo padre e con Akio e sua madre avevano fatto in modo che si ricordasse di quell’evento ancor di più.

Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi.

Non voleva pensarci.

Voleva smetterla di pensarci.

Ma il ricordo non se ne andava mai.

Rimaneva sempre lì, nella sua mente, come una macchia indelebile.

Si lasciò andare ad un pianto silenzioso, e si riaddormentò con la speranza di avere un sonno senza sogni.


Avamposto 54 della Monarch…

I membri della Monarch che erano andati sull’isola di Sado quella mattina erano ancora a lavorare sul caso particolare che si erano ritrovati tra le mani.

Quello del Kaiju simile a Godzilla e di Manda.

Avevano mandato dei droni ad osservare le profondità marine nei pressi dell’isola di Sado per vedere se sarebbero riusciti a trovare i due Kaiju… o Titani, come a loro piaceva chiamarli.

Avevano trovato Manda a vari chilometri di distanza da Sado, in una caverna sottomarina, apparentemente nuovamente in letargo dopo il combattimento contro il nuovo Kaiju.

Un combattimento che aveva lasciato il segno, apparentemente, dato che avevano trovato bruciature recenti sul suo copro.

E non ci voleva un genio per capire chi le aveva lasciate.

“Beh, se dobbiamo giudicare da quanto abbiamo visto finora, possiamo dire che questo membro della razza di Godzilla potrebbe essere un protettore proprio come Godzilla stesso.” Disse Sam osservando Manda attraverso le telecamere dei droni. In quel momento stavo avvenendo le costruzioni per l’avamposto in cui Manda sarebbe stato studiato. Non avevano paura di far troppo rumore, dato che avevano imparato che i Kaiju avevano un sonno molto pesante.

“Ne siamo certi?” Chiese Stanton con l’ennesima tazza di caffè in mano “Sarà pure parte della stessa razza del ragazzone e avrà pure protetto l’isola di Sado, ma per quanto ne sappiamo non è un protettore. Sarà solo stat un azzuffata per il territorio e basta.”.

“Io dico che ti sbagli.” Fece Chen entrando nella stanza accompagnata da Serizawa e Graham.

Stanton sbuffò “Per favore Chen… per te e Serizawa ogni Titano che difende una cittadina è un ‘protettore’. Per quanto ne sappiamo questo Puffozilla potrebbe essere pericoloso quanto Manda stesso.”.

Barnes che si trovava nella stanza osservò stranito Stanton “Non riesco a credere che tu insista ancora con quel nome…”.

Serizawa rimase semplicemente in silenzio mentre avveniva la discussione.

Come Chen anche lui pensava che questo nuovo Kaiju fosse un protettore.

Non un distruttore.

Era come se avesse un sesto senso che glielo sesse dicendo e…

“Uh oh…” la voce allarmata di Stanton lo fece riprendere “Sembra che stiamo ricevendo una chiamata dall’ammiraglio William Stenz.”.

“Come?” Disse Serizawa.

“Che cosa vuole?” Chiese Sam confuso.

“Lo scopriremo ora…” rispose Stanton rispondendo alla chiamata.

Lo schermo della stanza si accese, mostrando l’ammiraglio Stenz che osservava i presenti con severità.

“Dottor Serizawa.” Salutò Stenz una volta che il suo sguardo si spostò sullo scienziato.

“Ammiraglio” salutò a sua volta Serizawa “Cosa vi spinge a chiamare a quest’ora?”.

“Credo lo sappia perfettamente” rispose l’ammiraglio “Riguarda ciò che è successo oggi all’isola di Sado.”.

“Oh, intendete il serpentone Manda?” Disse Stanton al posto di Serizawa “Tutto a posto. Non ha accatto l’isola ed è andato nuovamente in letargo. In questo momento sta venendo costruito un nuovo avamposto in modo da poterlo studiare e…”.

“Non parlo solo di lui” fece serio Sten. Lo sguardo di Serizawa si incupì. “Voglio sapere di questo nuovo Titano che assomiglia a Godzilla.”.

   
 
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