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Autore: _Akimi    31/12/2021    3 recensioni
"Monika è lì, la guarda mentre le valigie le cadono sul pavimento, ad un passo dall’aprirsi e rivelare il vestiario per le sue vacanze.
Monika è lì, labbra arricciate in un’espressione che Anneliese fatica ad interpretare ― dispiacere, disagio, o di più, un’irrequietudine generata dallo stare in un posto che le incute un timore reverenziale."
[Questa storia partecipa al Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Nyotalia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Austria, 2021}

Spegni i miei occhi: io potrò vederti,
sigilla le mie orecchie: io potrò udirti,
e senza piedi camminare verso di te
e senza bocca tornare a invocarti.

Rainer Maria Rilke
 
Le orecchie di Anneliese captano un primo tintinnio giungere da lontano. È un suono duro, di porte che si chiudono con virulenza, di valige strascicate sulla bella parchettatura che ha fatto lucidare la mattina stessa.
Dovrebbe incollerirsi, e in una parte remota del suo animo, un principio d’ira spumeggia in attesa di essere udito. Ma oggi non vi è tempo per futili litigi ― la fine dell’anno è vicina! E rimproverare una certa ospite per qualche cattiva abitudine è l’ultimo dei suoi pensieri.
 
L’eleganza è una dote intrinseca, e anche la sua potenziale mancanza lo è; Anneliese lo ha compreso tempo addietro, quando si è invaghita di una ragazza epitome di tutto ciò che mal sopporta. Poca grazia, un portamento rozzo, abiti non consoni.
E quando la vede entrare nella sala principale, incurante della maniglia del portone che pare quasi liquefarsi tra le sue dita, Anneliese trattiene qualsiasi commento che potrebbe corrompere l’atmosfera gioviale.
 
Monika è lì, la guarda mentre le valigie le cadono sul pavimento, ad un passo dall’aprirsi e rivelare il vestiario per le sue vacanze.
Monika è lì, labbra arricciate in un’espressione che Anneliese fatica ad interpretare ― dispiacere, disagio, o di più, un’irrequietudine generata dallo stare in un posto che le incute un timore reverenziale. È goffa quando trascina i piedi verso il centro della stanza, in contrasto con la linea dritta delle sue spalle. Non cammina mai a sguardo basso, ma inclina il capo solo quando Anneliese le è vicina e quest’ultima demanda un bacio; una richiesta priva di parole, un ordine impartito con un ticchettio d’unghia sulla propria guancia.
 
«Ciao,» un saluto appeso ad un fil di voce. Monika mormora, e poggia le labbra sulla pelle pallida di Anneliese; è un bacio timido, una dimostrazione d’affetto vacillante, che svanisce veloce come veloce è giunta. Eppure, non le sfuggono i piccoli dettagli: il viso di Anneliese è illuminato dalla luce naturale che si intrufola dalle finestre, si è incipriata tutta e le sue ciglia farfalleggiano ogni qualvolta socchiude le palpebre.
 
È bella, lo è sempre stata, ma vi è un qualcosa di eccessivo nel suo trucco oggi. Una bizzarria, come a volersi celare, invece che esaltare i suoi fini lineamenti. Monika lo pensa, ma non dice nulla, è qui come invitata, e non vuole rovinare la festa.
 
«Sei in ritardo.» Anneliese dice, un poco civettuola. Non è infastidita, e l’inflessione nella sua voce suggerisce che l’altezzosità con cui si pone è solo un giuoco, un piccolo scherzo che Monika percepisce come tale.
 
«Non lo sono,» il quadrante del suo orologio scintilla quando alza il polso e una lingua arcobaleno si riflette sulle labbra di Anneliese. Monika vorrebbe baciarla ancora, strappandole via quel suo sorriso sardonico, ed è difficile trattenere il desiderio che va vagheggiando nella sua mente. «Non oserei tanto.»
 
Non oserebbe tanto – arrivare in ritardo? Chiederle un altro bacio? Non sa darsene risposta.
 
«È stato un anno difficile,» Anneliese bisbiglia, con il lillà delle sue iridi che stranamente si addolcisce, «possiamo concederci qualche sregolatezza.»
 
E la sua bocca ha un sapore dolce, opposta alla prontezza delle sue battute. Una punta di cioccolato, o di marmellata, che Monika vuole interpretare come un buon augurio. L’anno nuovo è alle porte, ma per ora, s’annega nel piacere di questo presente.



 
Note autrice:
La prima GerAus per il Capodanno che scrissi fu nel 2018, una nyotalia ambientata in Austria. Nel 2021, ritorno ad una storia in Austria con nyotalia! Ho preferito mantenere lo stesso tono di quella che pubblicai ai tempi, rispetto alle altre che erano un po' più tristi. Sperando che sia di buon auspicio per il prossimo anno, che sinceramente il 2021 ha fatto abbastanza schifo. (almeno per me, ma credo sia emozione ben condivisa.)
Il titolo preso da un pezzo del compositore Carl Michael Ziehrer, uno dei miei walzer preferito in assoluto. Rilke, come sempre, è una garanzia <3
Buon 2022!

 
  
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