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Autore: OrnyWinchester    01/01/2022    2 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Non appena i quattro giovani furono di ritorno al castello, trovarono Ginevra ad attenderli all’ingresso principale.
“Sam, Dean, Merlino mi ha pregato di farvi sapere che vi attende nelle stanze di Gaius. Sembrava una cosa urgente!” “Avete scoperto qualcosa?”
“Purtroppo non abbiamo avuto fortuna, Gwen.” rispose uno stremato Parsifal.
La ragazza replicò stringendo le spalle.
“Grazie, Ginevra. Andiamo subito da Merlino. Speriamo che almeno lui abbia qualche buona notizia da darci.” disse Dean, mentre salivano la scalinata principale.
“E’ improbabile: non mi ha detto nulla a riguardo.”
“Peccato.” concluse il ragazzo, rivolgendo un tiepido sorriso a Gwen.
 
***
 
Nelle stanze di Gaius, il medico e Merlino erano in trepidante attesa, quando Sam e Dean irruppero di corsa.
“Ginevra ci ha detto che volevi vederci, Merlino.” disse Sam in apprensione. “Allora, hai scoperto qualcosa?”
“Sì, puoi dirlo forte.” confermò Merlino sorridente. “Gaius ha fatto qualche domanda in giro ed è venuto fuori che un paio degli uomini uccisi erano stati visti in diverse occasioni vicino alla foresta, più o meno dove vi ho trovato. Apparentemente non c’era nulla che facesse pensare che in quel posto potesse esserci un rifugio segreto, ma cercando con grande attenzione abbiamo trovato lo stesso simbolo della chiave inciso su un tronco e, poi, su una roccia. Non molto distante, coperta dalle sterpaglie, c’era una specie di botola di ferro, chiusa da una serratura, che sembrava condurre sottoterra. E proprio lì c’era nuovamente quel simbolo.”
“Dev’essere di sicuro quello il posto!” esclamò Sam, soddisfatto.
“Possibile che già centinaia di anni fa gli Uomini di Lettere fossero organizzati con dei bunker sotterranei?! Impressionante! Anche se c’è da dire che non si sono rinnovati molto nel tempo.” commentò Dean, più che altro parlando tra sé e sé.
“Ora non resta che andare nella foresta e vedere cosa si nasconde oltre la botola.” disse Gaius.
“Ne hai già parlato con Artù?” chiese Sam a Merlino.
“No, ed è meglio che per ora resti all’oscuro della nostra scoperta. Non sarebbe piacevole dovergli spiegare delle cose così…, così…”
“Soprannaturali.” completò la frase Sam.
“Così soprannaturali, già!” confermò il mago.
“Ma senza la chiave non c’è modo per entrare. E, se non ho capito male, la chiave ce l’ha Artù.” intervenne Dean.
“Non preoccuparti, Dean. A questo posso pensarci io. Del resto sono il servitore del re: ci sono anche dei lati positivi nel mio ruolo!” disse Merlino, abbozzando un sorriso beffardo.
“Vuoi dire che gliela ruberai?” domandò allora Sam. “Se ti scoprisse, saresti nei guai.”
“Nah, la prenderò soltanto in prestito e stai pur certo che Artù non se ne accorgerà nemmeno. Domani sarà molto impegnato nell’addestramento con i cavalieri e con altre mansioni noiose e non avrà il tempo di pensare alla chiave. Nel frattempo, noi andremo nella foresta con la scusa di cercare qualche traccia dei ladri che vi hanno derubato e una volta lì entreremo nel rifugio per dare qualche risposta alle nostre domande.”
“Speriamo anche di trovare qualcosa che chiarisca il mistero legato a questi due ragazzi e al motivo per cui si sono ritrovati a Camelot da un momento all’altro.” disse Gaius, rivolgendo lo sguardo verso Sam e Dean.
“Più che altro la mia aspettativa è quella di scoprire qualcosa nel rifugio che ci indichi come tornare nel nostro tempo, Gaius.” ribatté Sam.
“Se questi Uomini di Lettere sono colti come dici, Sam, e se il loro circolo è proseguito per così tanti anni, non escludo che questo possa accadere. Del resto, anche Geoffrey era una mente brillante come poche e, per quanto passasse inosservato, scrutava e annotava ogni cosa. Non mi stupisce affatto che ne facesse parte.” disse Gaius, triste.
“Sentite molto la sua mancanza, non è vero?” chiese Sam, dando una specie di buffetto consolatorio sulla spalla del medico.
“Sì, era uno dei miei più cari amici. Anche se devo ammettere che ha saputo tenermi nascosto questo segreto per tanti anni. E’ incredibile di come non mi sia accorto di niente in tutto questo tempo.” rispose, un po' confortato dall’interesse di Sam per il suo stato d’animo.
“Bene, allora dobbiamo organizzarci al meglio per domani. Mi occupo io di parlare con Artù e, naturalmente, di recuperare la chiave. Se dovessero chiedervi qualcosa, rispondete come vi ho detto prima e, se tutto va bene, potremo agire indisturbati e saperne di più su questi omicidi e su cosa hanno a che vedere con voi.” riassunse con un certo entusiasmo Merlino.
 
***
 
Mentre Sam e Dean mettevano a punto gli ultimi dettagli per il giorno seguente, Ginevra bussò alla porta della stanza di Dean, dove si trovavano i due fratelli, ed entrò, portando con sé una bisaccia di cuoio.
“Merlino mi ha detto di aver trovato alcune tracce che potrebbero condurvi ai ladri e che domani vi recherete nella foresta, così ho pensato di portarvi un po' di carne secca e qualche altra vivanda per ingannare la fame mentre siete fuori.” disse la giovane.
“Grazie.” risposero all’unisono Sam e Dean.
“Non c’è di che.” “Immagino che siate ansiosi di scoprire se riuscirete a recuperare quello che vi hanno rubato.”
“Già, anche perché i giorni passano e non vorremmo abusare dell’ospitalità di Artù. Sarebbe meglio tornare a casa.” disse Sam.
“Se Artù vi ha concesso di alloggiare al castello è perché si è sentito in colpa nel vedervi derubati non appena avete messo piede nel suo regno. State pur certi che non sarà contento fino a quando non avrà ripagato il torto che avete subito.”
“Beh, non tutti i re si sarebbero comportati con altrettanta generosità con noi. Di sicuro Artù merita la fama che ha ottenuto.” affermò Dean, convinto.
“E’ proprio vero!” “E ditemi, avete qualcuno che vi aspetta a casa? Mogli, figli, fidanzate?” domandò Gwen, incuriosita.
“No, dolcezza. Siamo liberi come l’aria.” rispose Dean, languido, mentre Sam scuoteva la testa a quell’affermazione del fratello. “Ma dicci qualcosa di te, Gwen. Cosa bolle in pentola?”
“Non credo di aver capito la tua domanda, Dean.”
“Intendo dire, è piuttosto evidente che nutri un certo interesse per Artù e penso proprio che anche lui ricambi.”
“Ma che dici? Come ti salta in mente una cosa del genere?” obiettò la giovane, arrossendo.
“Beh, in realtà non penso di essere in errore, Ginevra. Non è così?” insistette.
“Falla finita, Dean.” disse Sam. “Scusalo, Gwen. Ogni tanto diventa troppo insolente.”
“No, non c’è nessun problema.” rispose Ginevra, un po' in imbarazzo. “Dean non ha torto, ma le cose sono complicate e questo lo vedete anche da voi. Artù è il re e io sono solo una serva…”
“Una serva molto carina. La più affascinante che abbia mai conosciuto, oserei dire.” la interruppe Dean.
“Mi raccomando, Dean, non lesinare con i complimenti.” lo rimproverò Sam. “Ginevra, non voleva dire la stupidaggine che ha detto! Scusalo ancora!”
“Non c’è bisogno di scusarlo, ho capito quello che voleva dire, più o meno.” rispose Gwen, ridendo. “Era un modo gentile per tirarmi su il morale, il suo modo.” aggiunse, mentre Dean sorrideva a sua volta, compiaciuto.
“Un modo maleducato.” replicò Sam. “Comunque, proprio perché Artù è il re di Camelot, non ha vincoli verso nessuno e può frequentare chi vuole. Questo potrebbe essere più un vantaggio per voi che un problema.”
“Su questo hai ragione, Sam, ma lui intende rispettare le tradizioni di Camelot e, soprattutto, ci tiene a fare bella figura con suo zio, Lord Agravaine.”
“Ah, già, Agravaine.” disse Sam, mordendosi le labbra. “Beh, fossi in lui non lo terrei troppo in considerazione. Non mi è sembrato una persona così cristallina. Temo che nasconda qualcosa.”
“E’ possibile. Si sono verificate delle situazioni in cui il suo ruolo non è stato molto chiaro e Artù stesso ha più volte dubitato della sua lealtà, anche se alla fine non ci sono state le prove per incolparlo di nulla.”
“Beh, Ginevra, quando diventerai la regina di Camelot, potrai metterlo al posto che merita.” tagliò corto Dean per evitare che Sam si lasciasse sfuggire qualcosa.
“Corri troppo, Dean.” lo liquidò la giovane.
“Vedrai che ho ragione. E, detto tra noi, Artù sarebbe uno stupido a lasciarsi scappare una ragazza come te.”
A quelle parole, Ginevra arrossì di nuovo e si limitò ad annuire e a sorridere.
“Come vedi, Ginevra, mio fratello ci sa proprio fare con i complimenti!” concluse Sam, scoppiando a ridere con Gwen di fronte ad un allibito Dean.
 
***
 
La mattina seguente, alle prime luci dell’alba, Sam e Dean raggiunsero silenziosamente il portone principale del castello, dove avevano appuntamento con Merlino e Gaius. Lì trovarono ad attenderli l’anziano medico di corte, ma di Merlino non c’era ancora nessuna traccia.
“Credete che Merlino sia finito nei guai cercando di recuperare la chiave dalle stanze di Artù?” domandò Sam, chiaramente preoccupato.
“Non credo, Sam. Merlino sa quello che fa. Probabilmente ha incontrato qualche ostacolo nel suo piano e ha impiegato più tempo del necessario per sbrigare la faccenda. Saresti stupito di quante volte questo succeda!” rispose Gaius.
“Speriamo che sia come dite, Gaius. Mi dispiacerebbe se si trovasse in difficoltà per colpa nostra.”
“Non preoccuparti. Merlino trova sempre un modo per uscire dalle situazioni spinose.”
“Non per questo è Merlino!” affermò Dean.
“E’ vero.” asserì Gaius. “Mentre lo aspettiamo, c’è una cosa che vorrei chiedervi.”
“Domandate pure.”
“Avete raccontato lo “strano” modo in cui vi siete ritrovati a Camelot e, a grandi linee, ci avete spiegato quello che rappresentano questi Uomini di Lettere nel tempo da cui venite voi e il fatto che vi siate imbattuti in loro mentre svolgevate il vostro “lavoro”. Ma come fate a sapere così tante cose su questa associazione, come il suo simbolo, i suoi scopi, il modo in cui operano?”
“Perché anche noi siamo Uomini di Lettere, Gaius.” spiegò Sam. “Beh, non siamo proprio degli studiosi canonici, come avrete di certo immaginato, ma ne facciamo parte anche noi per discendenza.” “Nostro nonno era un Uomo di Lettere e noi abbiamo ereditato il suo status, anche se non abbiamo mai partecipato ad alcuna riunione o cose simili. Abbiamo scoperto questa associazione solo di recente durante uno dei casi che seguivamo e, con nostro rammarico, abbiamo anche appreso che nel nostro Paese siamo gli ultimi rimasti. Per questo motivo ora viviamo in uno dei rifugi e abbiamo accesso a tutta la conoscenza che si tramanda da generazioni, il che facilita parecchio quello che facciamo.”
“Capisco. Grazie per avermi spiegato meglio.” rispose il medico, soddisfatto del chiarimento. “Oh, ecco che arriva Merlino!”
Il giovane oltrepassò di corsa il grande portone e raggiunse i tre alla fine della scalinata.
“Scusate, ma sembrava che Artù avesse il sonno leggero oggi. Ho fatto fatica per evitare che mi scoprisse. Inoltre, ho dovuto chiedere a Gwen di svolgere i miei compiti, altrimenti il re mi avrebbe dato il tormento all’infinito.”
“Hai recuperato la chiave?” chiese Gaius.
“Sì, l’ho messa in tasca per evitare che qualcuno potesse vederla nelle mie mani. Non passa molto inosservata. Ora capisco perché Geoffrey abbia tentato di nasconderla nella manica della sua veste.”
“Se siamo pronti, converrà metterci in viaggio. Non mi stupirebbe se Agravaine ci stesse spiando da qualche finestra!” disse Gaius.
“Credete che possa seguirci? O intralciarci in qualche modo?” chiese Merlino.
“Beh, se così fosse, dovremo avere gli occhi ben aperti: non mi fido di quell’uomo e sappiamo quanto possa essere pericoloso.” “Senza contare che questo indicherebbe un coinvolgimento diretto di Morgana nella vicenda.”
“Non ci avevo pensato.” disse il mago.
“Gaius, se sapete che Agravaine è una spia di Morgana a Camelot, perché non ne parlate con il re? Mi è sembrato un uomo comprensivo: ritengo che vi crederebbe.” intervenne Dean.
“Artù è un grande sovrano, ma Agravaine è suo zio, immagino lo sappiate anche voi, e per questo non sarebbe saggio accusarlo senza portare delle prove. Inoltre, solo io e Merlino siamo a conoscenza della sua alleanza con Morgana contro Artù: sarebbe la parola di un medico di corte e di un servitore contro quella di un nobile!”
“E non potete procurarvi delle prove?”
“Le sole prove che abbiamo implicano direttamente la magia e questo non sarebbe un bene. Correremmo più rischi di Agravaine!” spiegò Merlino.
“Se possiamo esservi di aiuto in questo, fintanto che siamo qui, non avete che da chiedere.” disse Sam.
“Grazie, ma se venite da un’epoca futura, sapete meglio di me che non potete cambiare le cose. Io stesso in più di una circostanza ho appreso di eventi futuri e, mio malgrado, ho cercato di modificarli, con il risultato di aver fatto avverare quello che volevo cambiare.”
“Già, non è facile ingannare il tempo e noi stiamo cercando di interferire il meno possibile, anche se il fatto stesso che ci troviamo qui indica che è in atto un’anomalia che va rimossa al più presto, prima che possa compromettere la linea temporale.” asserì Sam.
“Mettiamoci in viaggio, allora!” concluse Merlino, mentre i quattro si approssimavano a lasciare il castello alla volta della foresta.
   
 
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