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Autore: Evola Who    03/01/2022    1 recensioni
Non erano più dentro alla nave, nel bel mezzo della galassia e diretti a Nevarro. Adesso erano davanti al maestoso ingresso di un palazzo in marmo, con due piccoli prati verdi ben curati, circondato da un portico colonnato e costruito con architetture esotice. Sopra di loro, il cielo azzurro brillante e il sole caldo, i cui raggi splendenti erano accompagnati da qualche leggero refolo di vento e dai dolci cinguettii di uccelli...
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baby Yoda/Il Bambino, Carasynthia Dune, Din Djarin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
Domande e risposte


   
 
 
La bambina, come le sue sorelle, rimase zitta, in attesa di una risposta. Che li mise in difficoltà e lasciò perplessi i genitori.

“Ti sembra che lei sia verde con le orecchie lunghe?” disse Elia sarcasticamente, guardando la sorella.

“Magari lui sì!” rispose Lorenza convinta, rivolgendosi al Mandaloriano: “E sono nascoste dal suo elmo!”

Cara nascose un sorriso divertito da quelle parole, immaginando quello scenario improbabile, con Mando che teneva nascoste le sue orecchie dentro al basker.
Ma i sorrisi di divertimento erano ben visibili sul volto di Oberyn e della signora. Con tanto di risata di Elia.

Mando invece non rispose. Fece un lungo sospiro paziente, incassando quelle parole.

“No, io e Mando non siamo i suoi genitori.” disse Cara tranquillamente. “Il mio amico si sta prendendo cura di lui da un po' di tempo. E quando ha bisogno d’aiuto, chiama me” e fece un sorriso rivolto alle ragazze. “E quando non ha bisogno di me, io cerco di proteggere la mia città.”

“Quindi, sei una guerriera?” domandò Elia sorpresa.
“Beh… più una ribelle, che ha fatto un po' di sbagli nella sua vita. Ma che sa come difendersi.” E fece un mezzo sorriso, guadagnandosi l’ammirazione delle bambine.

“Perciò, lui non ha una famiglia?” domandò dubbiosa Dora.

Quella domanda, fece scomparire i sorrisi da tutti. In attesa della risposta.

“No…” rispose Mando con tono fermo: “Lui non ha più una famiglia.” Abbassò lo sguardo per guardare il piccolo: “L’ho salvato da gente cattiva che voleva rapirlo. L’ho salvato e da allora è con me. Ho giurato di proteggerlo, finché non avrò trovato qualcuno che si prederà cura di lui.”

Non sapeva perché avesse raccontato quella mezza verità della sua storia. Ma gli era venuto spontaneo. Senza aggiungere troppi dettagli. Solo per dare una degna risposta.
Tutto qui.

“E io, cercherò di proteggerlo e trovare qualcuno che gli potrà dare una vita migliore…”

Le sue parole lasciarono la famiglia reale colpita dalla sua storia e della lealtà che stava dimostrando nei confronti del piccolo. Guadagnandosi ancora una volta la curiosità di Oberyn. Che diventava sempre più positivo da ogni parola che diceva.

“Quindi lei è un cavaliere?” chiese Elia: “Una persona leale e onesta, e protegge gli altri al costo della sua stessa vita?”

Mando alzò la tesa, preso di sorpresa da quelle parole, soprattutto nel sentirsi chiamare “cavaliere”.

Parole che non non gli si addicevano. Di solito la gente gli dava del mercenario, dello spietato cacciatore di taglie, dell'assassino e altre cose più o meno lusinghiere.

E non si sentiva una persona leale. Stava solo facendo il suo dovere rispettando il suo credo. Come loro avevano fatto con lui.

Questa è la via.

Perciò si sentiva bloccato da quella domanda. Perché non sapeva che cosa rispondere o dire. E avere tutti quegli sguardi puntati addosso lo fece sentire sotto pressione.

Cara lo notò, ma non sapeva come reagire o aiutarlo. Ma fu la donna a capire la situazione e a venirgli in aiuto, attirando l’attenzione delle bambine dicendo: “Ragazze, credo che lo avete tormentato abbastanza.”
Tutte e quattro le figlie si girarono verso di lei, mentre si inginocchiava verso di loro e facendole avvicinare: “Date un po' di tregua ai nostri viaggiatori, che vi hanno ringraziato per il grande gesto di gentilezza che avete dimostrato oggi.”

“È vero” aggiunse Oberyn, abbassandosi anche lui, accanto a lei: “Oggi avete dimostrato la vostra premura e lealtà ad un indifeso. E credetemi, non è una cosa da tutti.”

Scambiò un sorriso con tutte e quattro le figlie, soprattutto con la più piccola.

“Perciò, sono molto fiero di voi.” E le abbracciò tutte e quattro insieme.

Dopo il gesto d’affetto, il principe ordinò alle figlie di ritornare nelle loro stanze, ma non se ne andarono prima che Loreza avesse chiesto se potevano ancora giocare con il bambino.

Oberyn diede una occhiata veloce a Mando dietro alla spalla, rispondendo: “Questo dipenderà da lui!” e gli sorrise rassicurandola. Si alzò in piedi, insieme alla madre.

Così le quattro ragazze fecero un gesto di cortesia, abbassando la testa verso ai due viaggiatori, prima di ritirarsi nelle loro stanze. E mentre camminavano lungo il corridoio, Loreza girò la testa verso di loro, guardando il piccolo dicendo: “Ciao, ciao piccolo amico verde!” salutando con la mano.

E il piccolo, ricambiò il saluto, accompagnato da uno dei suoi versi, facendola sorridere. Quando le bambine si furono allontanate, i quattro adulti (con il piccolo) rimasero da soli.

“Devo dirlo, avete delle figlie stupende” disse Cara con tono gentile.

“Lo sappiamo” rispose la donna sorridendo, guardando le piccole allontanarsi, finché non le vide più.

“Peccato che non siamo tutta la famiglia al completo.” aggiunse Oberyn: “Le quattro più grandi stanno facendo una piccola gita sulle spiagge, insieme a mio fratello. Sperando che un po' di aria del mare, gli possa giovare un po'.”

“Aspettate, avete altre quattro figlie?” disse la ribelle perplessa: “Quindi, otto figlie in tutto?”

“Sì. E ognuna ha portato gioia e felicità nella mia vita. Più di qualsiasi altra cosa che mi venga in mente.” rispose Oberyn con onestà: “Anche se spesso, mi danno qualche problema, ma credo che sia normale.”

“Suppongo di sì” rispose Cara: “Comunque, immagino che non sia stato facile per lei, tenere d’occhio una famiglia così grande.” aggiunse con tono scherzo, rivolta alla donna.

“Oh, non sono tutte mie.” rispose lei con tranquillità. Come se non fosse un problema per lei ammetterlo.
Cara rimase confusa da quella dichiarazione. Non sapendo se aveva capito bene.

“Solo cinque di loro, sono mie.” spiegò.

“E le altre tre più grandi le ho avute con una nobildonna, con una setan e con una prostituta.”
elencò Oberyn, con la stessa tranquillità della donna: “Quando ho scoperto che l’esilio non è solo un buon modo di viaggiare per studi e per allenarti…” e fece un mezzo sorriso piena di malizia, perdendosi nei suoi ricordi di gioventù. Nel mentre lanciò una breve occhiata a Mando, mettendolo a disagio.

“E questo, le sta bene?” domandò Cara. “Vostra altezza?”

E da quelle parole, la donna iniziò a ridere di gusto. Come se avesse detto chissà quale battuta divertente. Una risata che lasciò perplessa la Ribelle, a domandarsi che cosa avesse detto di così esilarante. Scambiò una occhiata veloce con Mando.

“Io non sono la principessa di Dorne.” rispose: “Né una lady, e tanto meno una signora…”  disse le ultime parole, alzando gli occhi al cielo, come se quelle ultime parole le dessero fastidio.

“Sono una Bastarda” continuò con tranquillità: “Porto il cognome di tutti i bastardi di Dorne, Sand. E lo stesso come le figlie mie e di Oberyn e i miei diecimila fratelli sparsi per il mondo. Ma sono felice di essere la sua amante.”

Si avvicinò al principe, stringendo le sue braccia attorno ai fianchi e appoggiando il mento sulla sua spalla, con le mani di lui che stringevano le sue. Con una espressione serena in volto.

“E adoro condividere ogni cosa con lui…” continuò con tono più seducente, con gli occhi fissi su di lui.
“In fondo, non c’è niente di più bello che avere qualcuno con cui godersi i piaceri che la vita ci offre, finché possiamo.” aggiunse Oberyn. “Soprattutto, in un letto abbastanza grande, per cui farlo.” I due amanti si scambiarono una piccola risata divertita. Per poi darsi un lungo bacio sulle labbra con molta passione. Dimenticando dei loro due nuovi ospiti.

Mando girò la testa dall’altra parte per non guardare quella scena – che lo faceva sentire davvero a disagio - mentre il piccolo alieno li guardava abbastanza confuso, girando la testa in un lato facendo un “Eh?” di accompagnamento.

“Beh, chi siamo noi per giudicare” disse Cara sorridendo.

Attirò l’attenzione dei due amanti.

“In fondo, conosco dei tali, che andavano ‘molto d’accordo’ con i loro L3 personalizzati.” E ridacchiò divertita.

 I due rimasero perplessi, soprattutto per le sue ultime parole. La fissarono confusi e fecero cadere un silenzio un po' teso.

“Vi ringrazio ancora per esservi presi cura di lui” intervenne Mando avvicinandosi loro: “Spero solo che non vi abbia provocato dei problemi.”

“No, nessun problema.”  assicurò lei: “Aveva solo molto fame. Per il resto si è fatto solo coccolare. “ E gli accarezzò la fronte.

Mando non sapeva che cosa altro aggiungere. Ma notò che il piccolo non aveva più il cristallo. La seconda cosa che stavano cercando.

“Il piccolo aveva in mano un pezzo di cristallo verde, quando l’abbiamo perso” disse Mando. “Per caso, l’avete visto?”

“Un pezzo di cristallo verde?” ripeté Oberyn.

“Intende questo?” disse l’amante, tirando fuori l’oggetto dalla tasca delle sue veste.

Mando e Cara si sentirono sollevati per aver ritrovato il cristallo Kyber. E forse, non sarebbe stato troppo complesso, riuscire a riprenderlo.

“Sì, proprio quello!” disse Cara.

“Ce l’aveva in mano?” domandò Mando.

“L’ha trovato Lorenza, quando è rimasta sola con lei” raccontò lei: “Ha detto che l’ha trovato per terra accanto al piccolo e me lo ha dato. E devo ammettere che non ho mai visto un cristallo del genere.” E ammirò il kyber tra le dita.

“Nemmeno io…” aggiunse Oberyn, fissandolo: “Dove lo avete trovato?” chiese, guardandoli con curiosità.

Mando e Cara si diedero delle brevi occhiate perplesse. Non sapevano come rispondere. E di certo, non potevano raccontare la verità.

“Lunga storia” ripose semplicemente Cara: “Niente di così interessate da raccontare…”

“Ed eravamo qui solo per riprenderci il bambino e il cristallo.” soggiunse Mando: “Quindi, vogliamo basta che ce lo consegniate, e noi ce ne andremo via da qui.”
Alle sue parole, calò il silenzio…


 
Fine capitolo
   
 
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