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Autore: Khailea    03/01/2022    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Tracce di Luce, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
E' già presente anche la fiction del gioco Pokémon Ranger: Ombre su Almia
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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L’unico pensiero della ragazza era quello di tornare in superficie, affrontò ogni bracciata come se fosse l’ultima, ignorando i crampi della fatica e la pressione che la rallentava. Una volta fuori non si prese nemmeno un secondo per respirare, precipitandosi verso le scale lungo il monte.
Gocce di pioggia le bagnarono il viso, una tempesta infuriava senza sosta, rendendo i gradini scivolosi.
-Pichu! Martino!-
I tuoni coprivano la sua voce, ma non ci fu bisogno di gridare oltre. Arrivata in cima al monte la prima cosa che riconobbe fu il ringhio di Suicune, che con la testa bassa sembrava essere pronto a balzare contro due Bricconieri che gli si stagliavano davanti, o peggio contro a Martino e Pichu, che tuttavia non arretrarono di un passo.
-Non vi lasceremo scappare, Bricconieri!- gridò il ragazzo temerario.
-Pichu pichu!-
Era evidente che i due Bricconieri non fossero entusiasti della situazione, entrambi erano molto pallidi.
-Che facciamo?! Suicune è infuriato e pure i Ranger fanno sul serio!-
-Non ci resta che aspettare il momento giusto e filarcela!-
Mentre parlavano la ragazza aveva fatto qualche passo avanti, e Martino aveva riconosciuto la sua figura.
 -Ah! Alessandra!-
-Pichu!-
-Forza, adesso!-
Purtroppo quella era proprio l’occasione che i due uomini aspettavano, e nel momento in cui Suicune si voltò a controllare il nuovo arrivato attivarono i Dadavolanti, fuggendo.
Il Pokémon alzandosi in piedi cercò di afferrarli, ma loro erano già andati.
-Griiaaaaan!-
Era certa che li avrebbe attaccati, invece Suicune li ignorò, lanciandosi all’inseguimento.
La pioggia calò abbastanza da potere parlare normalmente, senza comunque cessare.
-Si è lanciato all’inseguimento dei Bricconieri a una velocità incredibile!- esclamò Martino stupito. -Comunque, cosa stavano facendo quei tipi nel lago sotterraneo?-
Alessandra strinse i pugni prima di parlare. -C’era il grafema di Suicune… l’hanno preso.-
-Eh?! Hanno recuperato il simbolo evocativo?! Ecco perché Suicune era così infuriato. Dobbiamo riuscire a calmare Suicune! Forza, inseguiamoli!-
Si erano diretti verso ovest, per tornare indietro fu necessario evocare Raikou per saltare il fiume; le sue acque si erano ingrossate e caderci dentro avrebbe significato guai seri.
-Raikou, non puoi farlo ragionare?- chiese Alessandra al Pokémon, infondo c’era la possibilità potessero comunicare tra di loro.
-“Non in queste condizioni. Sono entrati nel suo territorio e si sono appropriati del suo simbolo. Anche io durante il nostro primo incontro caddi in preda alla stessa rabbia.”-
Quindi c’era solo una soluzione possibile, calmarlo con una cattura.
La pioggia insisteva rendendo la strada più pericolosa, ma Raikou riuscì a muoversi agilmente senza incontrare ostacoli, proseguendo secondo le indicazioni della ragazza.
Quando incontrarono un primo bivio scelsero di proseguire a est, trovandosi però di fronte a un vicolo cieco con solo un grosso Pokémon simile a un papero giallo con una ninfea verde sulla testa.
Fu impossibile evitare di scontrarcisi, e durante la cattura l’intervento di Pichu complicò un pelo le cose, visto anche l’altro Pokémon attaccava usando delle note musicali, e la loro emanazione sotto forma di nota gialla si confondeva con quelle di Pichu.
Anche così però Alessandra riuscì a catturarlo senza problemi, aggiornando il navigatore: il suo nome era Ludicolo, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 4”, “Scatena una serie di foglie taglienti intorno a sé.”, dovette però liberare Girafarig, Vaporeon e Carnivine per portarlo con sé.





Affrettandosi a tornare lungo il sentiero precedente non ci fu nemmeno bisogno di oltrepassarlo completamente prima di sentire un suono che sovrastò perfino la tempesta.
-È il ruggito di Suicune!- disse Martino tendendo le orecchie. -Veniva da questa parte! Andiamo a vedere! Sta affrontando i Bricconieri. Dobbiamo fare qualcosa! Sei pronta?-
-Sì. Raikou, grazie per l’aiuto.-
-“Posso continuare.”- protestò il Pokémon.
-Lo so, ma non voglio ti accada qualcosa.-
-“Sono un guerriero. Non mi tiro indietro.”-
-Sei anche mio amico. Se avrò bisogno di te ti chiamerò, ma per favore, rimani al sicuro.-
I Bricconieri avevano dimostrato più di una volta di avere vari assi nella manica, e non voleva mettere in pericolo nessuno senza motivo, persone o Pokémon.
La risposta almeno sembrò fare effetto su Raikou, che si arrese alla sua richiesta.
-“… va bene. Per un amica.”-
Un lampo squarciò l’aria e il Pokémon scomparve, lasciando la ragazza con un formicolio nel petto e un sorriso sulle labbra.
-Andiamo Martino.-
La roccia che avevano abbattuto era ancora là e fu necessario arrampicarsi sul bordo per superarla. Per poco Alessandra non scivolò quando vide cosa stava succedendo dall’altra parte.
Quattro Bricconieri erano riusciti a circondare Suicune, che in quel momento combatteva con tutte le sue forze per resistere agli effetti dei loro Guanti della sottomissione. I suoi occhi slittavano continuamente dal viola al rosso, e il loro colore si indeboliva sempre di più.
-Fiuuu… sembra che ora si sia calmato un po’.-
-Non posso credere che non siamo riusciti a catturarlo nemmeno in quattro. A questo punto è impossibile scappare anche volendo!-
-Cosa state facendo a Suicune!-
Martino non era in grado di controllarsi in situazioni simili, ormai Alessandra avrebbe dovuto farci il callo, e invece, proprio come fosse la prima volta, avrebbe voluto tirargli un sasso in testa.
I Bricconieri naturalmente si accorsero all’istante di loro.
-Capitano! Lasciamo Suicune ai Ranger e filiamocela!-
-Bella idea! Ma come facciamo?-
-Che ne dici di provare così? Oh! Eccovi! Vi stavamo aspettando! Veloci, dateci una mano! Siamo o non siamo tutti compagni?!-
La messa in scena del Bricconiero era penosa, e Martino lo guardò confuso.
-Ma cosa sta dicendo quello?-
-Grrrrrrrrr….-
-Oh no…-
Alessandra sentì un brivido lungo la schiena. Suicune era sotto l’effetto dei guanti, e nell’attimo in cui il suo sguardo si posò sui Ranger c’era lo stesso odio che riservava ai Bricconieri.
-Suicune! Non gli credere! Noi non siamo tuoi nemici!- tentò di implorarlo Martino, ma i Bricconieri continuarono la recita.
-Allora ci pensate voi, nostri amati compagni?-
Con una risata abbandonarono tutti la presa su Suicune, attivando i Dadavolanti e fuggendo nel cielo.
Il Pokémon si sollevò da terra scuotendo il capo, ancora troppo frastornato per riconoscere chi aveva davanti.
Martino era il più vicino, e il Pokèmon estraendo gli artigli si preparò a saltargli addosso.
-Griiaaaaaan!-
-Attento!-
Non c’era modo di evitare che li attaccasse, ma perlomeno Alessandra riuscì a spingere Martino via, e a imprigionare Suicune all’interno del perimetro di cattura.
Il Pokémon tentò di liberarsi colpendo la barriera, puntando poi sulla ragazza quando realizzò fosse inutile.
Parlare sarebbe stato inutile, tutto quello che poteva fare era schivare i suoi attacchi, cercando di riempire quanto più velocemente possibile il livello di amicizia trasmessa per la cattura.
Suicune rimase inizialmente nella parte centrale del perimetro, assicurandosi così un ampio spazio di manovra mentre creava gruppi di tre mini-tornado da scagliare contro alla ragazza.
Evitarli non fu troppo complicato, le bastò trovare il momento giusto per passare in mezzo senza alcun danno, venne colta alla sprovvista però quando i tornado cominciarono a tornare indietro come dei bumerang, e Suicune non la smetteva un secondo di generarne.
Solo all’arrivo di Pichu Alessandra riuscì ad arrivare poco sotto la metà della barra, concentrandosi tutto il tempo nello schivare ogni singolo tornado.
Presto i tentativi falliti cominciarono ad irritare Suicune, che venne avvolto da un’aura rossa e, spalancando le fauci, generò un laser celeste diretto contro la ragazza.
Durò per molto tempo, ma almeno l’attacco sembrò stancarlo perché in seguito si limitò a muoversi per il perimetro cercando di allontanarsi per almeno una decina di secondi. Un ruggito avvisò la Ranger di allontanarsi, e Suicune creò attorno a sé delle colonne d’acqua dal getto talmente potente che sicuramente le avrebbero fatto fare un volo di parecchi metri se ci fosse finita sopra.
Fortunatamente il piccolo Pichu tornò proprio in quel momento, e con tutte le sue note indirizzate contro il Pokémon riuscì quantomeno a rimuovere lo stato di agitazione.
Sarebbe stato bello se le cose da quel momento avessero cominciato ad essere più facili, invece Suicune riuscì a fare piovere perfino all’interno del perimetro, e cominciò a tempestarla senza sosta di tornado e laser.
La prima volta che ne ricreò uno Alessandra pensò di potere riprendere fiato un momento, almeno fino a quando notò che questo si muoveva come le lancette di un orologio e dovette scattare per evitarlo. La Ranger era convinta quantomeno di avere visto tutte le mosse di cui era capace, invece Suicune aveva lasciato il meglio per ultimo.
Sul terreno avevano cominciato a formarsi delle grosse pozzanghere per via della pioggia, e in un istante il Pokémon fece precipitare la temperatura attorno a sé, ghiacciandone la superficie e usando il suo potere per innalzare delle colonne di ghiaccio dalle punte affilate.
Alessandra non si azzardò nemmeno a toccarle, rimanendo nell’angolo sicuro che aveva trovato, guardando Suicune mentre ricreava la barriera d’acqua di prima, come se l’ultima mossa non fosse bastava a spaventare la ragazza.
-Cavolo… fai sul serio.-
Mancava così poco per chiudere la cattura, ma i blocchi di ghiaccio e le colonne le impedivano di portarla a termine e le facevano perdere alcuni punti nell’attesa svanissero. Suicune lo sapeva e cercava di rallentarla cambiando le direzioni dei tornado, che ora si muovevano in cerchio.
A peggiorare le cose c’era anche il fatto fosse talmente veloce da renderle impossibile creare più di cinque cerchi di fila.
Il petto cominciava a farle male dalla fatica, la nuotata di prima l’aveva molto provata e ora questa lotta sembrava non avere fine.
Notando fosse in difficoltà Suicune sperò di darle il colpo di grazia con un ultimo raggio laser, ma la ragazza riuscì a correre di lato, evitandolo e tentando a sua volta un ultimo tentativo disperato, caricando lo Styler tenendo d’occhio ogni movimento del Pokémon.
Era certa non sarebbe riuscita a mantenere la linea, e invece la forza accumulata fu sufficiente per raggiungere il massimo della barra, e quando una bolla rosa avvolse il Pokémon Alessandra permise alle ginocchia di cedere, appoggiando le mani nel fango.
Lo Styler passò al livello trenta, con due punti in più nell’energia, arrivando a 83/83, e cinque nella potenza, e le informazioni sul Pokémon vennero aggiornate con “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: /-“, “Si circonda di vortici e colonne d’acqua per attaccare.”.





Gli occhi del Pokémon si addolcirono, riprendendo lucidità e posandosi su quelli della ragazza.
-Shwuuu…-
-Ciao anche a te… va meglio?- chiese lei sorridendo, poco prima che una calda luce l’avvolgesse, e al suo interno comparisse il simbolo di Suicune.
Non perse tempo e lo annotò prima che sparisse.
-Grazie.-
Il Pokémon non rispose, limitandosi ad alzare lo sguardo, annusando l’aria, sparendo lungo il fiume.
Lentamente Martino raggiunse l’amica, mettendole una mano sulla spalla. -È la stessa luce di quando hai catturato Entei… Alessandra, tu hai visto l’emblema, vero?-
-Sì.- annuì lei.
-Il tuo Styler dovrebbe averlo registrato. Siamo riusciti a salvare Suicune… ma dove sarà mai Ennio?-
-Ehiii! Aiutatemiiiiiii!-
La voce proveniva da lontano, per la precisione dall’altra parte del fiume, dove un uomo dai corti capelli neri si sbracciava per attirare l’attenzione dei Ranger.
-Sei per caso Ennio?- chiese Martino.
-Sapete chi sono?! Faccio tappeti da trent’anni! Sono Ennio, il maestro dei tappeti! Ma possiamo rimandare a dopo… non è che ora potreste darmi una mano?-
-Qual è il problema?- chiese Alessandra sollevandosi da terra.
-Volevo proteggere Suicune da quei farabutti e mi sono aggrappato a uno di quei loro aggeggi volanti, però mi hanno fatto cadere e sono rimasto bloccato qui. Ho provato ad attraversare il fiume ma la corrente è troppo forte.-
-Ho capito! Non ti preoccupare, ora troviamo subito un modo per aiutarti!- rispose Martino rassicurandolo, ma con Alessandra abbassò la voce per non farsi sentire. -Facile a dirsi… ma in pratica come facciamo? Mica possiamo camminare sull’acqua e andare dall’altra parte… camminare sull’acqua?-
-Non ti suona familiare?-
-Ma certo! Suicune! L’abbiamo appena visto camminare sull’acqua e lo dice pure la nenia! Richiamiamo Suicune con il grafema del Ranger e facciamoci aiutare!-
-Va bene.-
Annuendo la ragazza attivò la modalità grafema, tracciando con attenzione il simbolo.
Un getto d’acqua comparve dal terreno, e Suicune emerse dall’interno.
-“Hai bisogno di me?”-
La sua voce era calma e cristallina come uno specchio d’acqua, e allo stesso tempo fredda come le profondità del mare, eppure Alessandra non avvertì alcun astio e indifferenza nel suo tono.
-Mi spiace disturbarti così presto. Ma dobbiamo aiutare quell’uomo.- gli spiegò lei.
-“Lo conosco. È una brava persona. Come te. Sarò felice di aiutarti, ripagherà in parte l’offesa del mio comportamento precedente.”-
Parlava in maniera più elegante rispetto a Raikou ma più giovane rispetto a Entei. In ogni caso era chiaro a cosa si riferisse.
-Eri sotto l’influenza dei Bricconieri. Non è stata colpa tua.-
-“In ogni caso voglio rimediare. Sono certo potremo fermare quegli uomini, ma cominciamo con l’aiutare Ennio.”-
-Sì. Con permesso.-
Alessandra, Martino e Pichu ukulele salirono sulla groppa del Pokémon, e la ragazza avvertì lo stesso legame che aveva con Entei e Raikou.
Guidarlo verso il fiume non fu difficile, ma non trattenne la sorpresa percependo stessero galleggiando sopra l’acqua.
Le onde si infrangevano contro di loro senza quasi toccarli.
Ennio si trovava in una parte rialzata del fiume, e per raggiungerlo fu necessario spostarsi ad est, trovando una sponda dove potere passare.
Per evitare di turbarlo Alessandra preferì almeno per il momento scendere dalla groppa di Entei, e avvicinarsi senza di lui.
-Eccoci qui, Ennio!- lo chiamò Martino allegro.
-Grazie mille! A guardarti salire su Suicune e attraversare il fiume sembravi proprio l’Eroe delle fiabe di Oblivia!- disse l’uomo colpito guardando Alessandra.
-Scusa… immagino sarai molto stanco, ma c’è una cosa che vorremmo chiederti, Ennio.- si intromise Martino. -Vorremmo che ci aiutassi.-
-Mi avete appena salvato, vi dirò tutto quello che volete sapere. Visto che qui ci stiamo inzuppando di pioggia, però, perché on andiamo a parlarne nella mia bottega?-
-Sì, abbiamo tutti bisogno di scaldarci.- annuì Alessandra facendo strada, trovando un sentiero sicuro che permettesse ai quattro di tornare indietro.
Una volta tornati Ennio offri loro degli asciugamani e un thè. -Grazie mille davvero. Se non foste venuti a cercarmi, chissà cosa mi sarebbe successo…-
-È il lavoro di noi Ranger aiutare chi ne ha bisogno, Pokémon o persona che sia.- rispose Martino.
-Vediamo se posso ricambiare il favore. cosa volevate chiedermi?-
Prima di parlare i tre si spostarono dal tappeto sopra cui erano, e Martino lo indicò sotto lo sguardo curioso di Ennio.
-Il Pokémon rappresentato su questo tappeto è Articuno, vero?-
-Questo tappeto l’ha fatto il nonno di mio nonno dopo avere incontrato Articuno, così da non dimenticare mai l’emozione provata quel giorno. Aspetta… no, forse era il nonno del nonno del nonno… comunque sia, un mio antenato insomma.-
Martino guardò l’amica preoccupato. -Hai sentito? Non l’ha fatto Ennio il tappeto… Ennio, per caso sai dove si trovasse il nonno del nonno di tuo nonno… insomma, quel tuo antenato quando ha incontrato Articuno?-
L’espressione dell’uomo non prometteva molto. -Mi spiace, ma non ne ho proprio idea. L’unica cosa che so è che un mio antenato l’ha incontrato.-
-Capisco…-
-Mi dispiace, di più non so.-
Il discorso dei due venne interrotto da un vivace bussare dalla porta, e dall’ingresso fece la sua comparsa Lucia, la moglie di Raimondo.
-Eccovi qui! state bene allora, per fortuna!-
-Lucia?!-
-Mi sembrava che ci steste mettendo un po’ troppo e mi sono preoccupata. Quindi ho chiesto a Willy di portarmi qui con la Nave Federativa.-
-Caspita.- commentò Alessandra colpita.
Lucia aveva già lo sguardo fisso su Ennio e sul tappeto. -Maestro dei tappeti, scusa il disturbo. Mi chiamo Lucia e sono un’archeologa. Questo tappeto è proprio bellissimo! Tempo fa ne comprammo uno identico.-
-Grazie per il complimento. Vorrei che il mio antenato potesse sentirlo. Questo tappeto non è solo molto bello, ma è estremamente morbido al tatto… vero? Questo perché in questo tappeto è stato usato anche del pelo di Pokémon.-
-Pichu?-
-Pelo di Pokémon?!- disse Martino tra lo scoccato e il turbato.
-Esatto. Nell’intreccio è stata usata della lana di Mareep.- annuì Ennio come se nulla fosse, ma Pichu non fu per nulla contento della rivelazione.
Molti umani avevano usato in passato il pelo dei Pokémon per creazioni simili, ma i procedimenti per ottenerlo non sempre erano stati delicati, e per questo negli ultimi anni erano stati vietati a meno che non venissero prodotti da allevamenti appositi.
-Pichu!!! Pichuuuuuuuu!!!-
Pichu ukulele si lanciò verso Ennio, sbattendo i piedi sul tappeto e producendo scintille elettriche.
-Ehi, Pichu! Non è come pensi! A Mareep non è stata strappata la lana con la forza… quando arriva l’estate la perde naturalmente! Il tappeto è stato fatto con quel manto che ha perso.- si giustificò l’uomo per evitare la furia del piccoletto, che lentamente si calmò.
-Pi? Chu?-
Prima di fare altro Pichu si voltò verso Alessandra, in cerca di conferme.
-Ha detto la verità, la pelliccia dei Mareep funziona così.-
-Scusa Pichu, è colpa mia. Avrei dovuto essere più preciso sin dall’inizio.-
-Ehi, avete visto?! Quando Pichu ha lanciato l’Ondashock il tappeto si è illuminato!- disse Martino avvicinandosi. -Mi è sembrato di vedere una specie di scritta!-
-Dici davvero? Pichu! Lancia un’altra Ondashock!- disse Lucia incuriosita.
-Ehi, aspettate! Fermi! Se lo fa il tappeto diventerà un ammasso di cenere!- disse Ennio cercando di fermarlo, ma Lucia non l’ascoltava.
-Vai Pichu! Ondashock!-
Probabilmente il piccolino aveva più paura di deludere Lucia che di fare arrabbiare Ennio, e caricandosi lanciò l’elettricità nel tappeto.
-Pichuuuuuuuuuu!!!-
Le scritte di cui aveva parlato Martino comparvero poco dopo, nitide ma appartenenti a una lingua che non avevano mai visto.
-Guardate! Proprio come pensavo!- squittì Lucia felice.
-Co… com’è possibile?!- chiese Ennio con qualche anno in meno dallo spavento.
-La lana di Mareep intrecciata nel tappeto può accumulare energia statica. Di sicuro dev’essere per questo che si è illuminato con l’Ondashock.- spiegò Lucia.
-Che strani caratteri… chissà cosa c’è scritto.- disse Martino, e la donna nuovamente aveva la soluzione.
-È l’antico alfabeto di Oblivia. Datemi solo qualche minuto.-
Raccogliendo un foglio di carta dalla scrivania vicina Lucia cominciò a tradurre parola per parola, e in poco tempo fu pronta.
Ora Alessandra capiva da dove veniva la genialità di Patty.
-Ho capito. Ora ve lo leggo. C’è scritto questo: ho incontrato Articuno in cima a un monte innevato quando l’ultima scintilla di vita stava per abbandonarmi. Questo tappeto l’ho fatto con le mie mani intrecciando la paura di allora nella trama verticale e la gratitudine in quella orizzontale. Articuno deve aver salvato la vita all’antenato di Ennio e lui in segno di gratitudine ha realizzato il tappeto.-
-È bellissimo! Non immaginavo che questo tappeto avesse un significato simile! Vi sono riconoscente. Senza di voi non avrei mai capito il significato del tappeto.- disse l’uomo dimenticandosi la sfacciataggine di Lucia di poco prima. -Il monte innevato di cui parla il tappeto dev’essere il Monte Sorbetto, qui a Solfonia.-
-Quindi Articuno si trova sul Monte Sorbetto?!- chiese Martino speranzoso.
-Però… il Monte Sorbetto è famoso per le sue valanghe di neve… vi sconsiglio vivamente di andarci.- li avvertì Ennio.
-Questi due sono dei Pokémon Ranger. Quando la situazione lo richiede devono affrontare il pericolo. La pace di Oblivia è a rischio!-
Certe volte Lucia con il caratterino che si trovava faceva proprio paura, ed Ennio fu costretto ad annuire.
-Ho capito… ma mi raccomando, fate attenzione!-
-Grazie Ennio, grazie Lucia. Allora noi ci dirigiamo al Monte Sorbetto.- disse Martino sereno.
-Fate attenzione! Io intanto torno a casa con la Nave Federativa. Spero mi portiate presto buone notizie!-
Lucia se ne andò poco dopo, portando con sé il foglio con la storia dell’antenato di Ennio.
-Se volete posso raccontarvi la storia dei tappeti o come togliere una macchia se versate qualcosa su un tappeto. Ma direi che ora non è il caso, vero?- chiese l’uomo sorridendo. -Il percorso che porta al Monte Sorbetto è a nord del Residence Acqua.-
-Bene. Allora andiamo!-
   
 
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