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Autore: MilesRedwing    05/01/2022    0 recensioni
Il primo dell'anno in quel di Piltover e Zaun si rovesciano tutti i ruoli.
Un nemico misterioso e vecchi ricordi cacciano i sogni di Vi e Jinx, costrette alla collaborazione contro un misterioso ed inaspettato nemico mentre figure passate tentano di aiutarle, sebbene dovrebbero essere morte.
Ambientata dopo Arcane di Netflix in una sorta di What If e possibile risposta agli indizi che sono stati lanciati.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Slash, FemSlash | Personaggi: Caitlyn, Ekko, Jinx, Sorpresa, Vi
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Lancio la testa davanti a loro.
"Il gran generale Swain vi manda i suoi saluti."
Arrivano altri soldati. Mi beo dei loro sussulti e delle loro grida di rabbia.
Mai affrontare direttamente la preda. Mai uccidere in presenza di testimoni. La voce nella mia testa me lo ripete. In qualche modo si è fatta più bassa. Rido fragorosamente.
Non sono più la tua assassina, padre. Ho superato le tue piccole regole.

Vi leggeva ancora, verso le ultime righe, anche se già sapeva che la sorella le avrebbe chiesto e richiesto mille volte quella stessa storia.
Powder e il suo ginocchio sbucciato dopo l'ultimo inseguimento se ne stavano accucciati affianco alla sua gamba destra, ancora fasciata per una brutta storta.
Quando nella storia la generalessa di Noxus sfoderò l'ultimo attacco, e la maggiore un mugolio sommesso, Powder cambiò posto e mise la testa sul cuscino.

"Ahia! Uh! Che strazio."
"Ti fa ancora tanto male?" Disse all'improvviso.
Per una sera però, era proprio Vi quella più curiosa di andare avanti.
"Aspetta, voglio vedere come fa a scaraventarli così quando andremo su ... tu hai tanto sonno?"
"Veramente no. Che hai in mente?" sorrise lei.
"Che dici se leggiamo anche quella dopo? E non diciamo a nessuno che siamo rimaste sveglie fino a tardi?"
La blu fece spallucce, giocando con le sue bombe fumogene.
"Sei tu la figura responsabile, come dice Vander.
Non io."
"Sai che hai ragione? Mi sento responsabilmente colpevole, ahi!"
"Ti fa male la caviglia, Vi?"
"Shhh! Vieni, parla piano, così finisco."

Le porte fredde e lacerate dei cancelli di Noxus si riaprirono, nella loro leggendaria e ferfida immaginazione.

Pulisco il sangue dalle lame e guardo i soldati negli occhi. La paura è un'arma potente come una daga. Che mi vedano. Che giri la voce. Sono molto più che un semplice strumento di morte.
Io sono la vera volontà di Noxus.
Un soldato urla e parte alla carica. Non posso fare a meno di sorridere. Afferro le mia daghe.
Uccidere, tanto, non mi dispiace.

"Whoo!" Esclamò Powder, scaraventando la coperta in alto.
"Che pezza di ..." si frenò Violet in tempo.
"Dillo!"
"Ah ah. Sei troppo piccola per queste brutte parole."
"Non sei credibile, lo sai. Dovresti dare il buon esempio, Violet!" Abbassò la vocina quasi a voler scimmiottare Vander.
La rosa sorrise e fece una smorfia per prenderla in giro, poi finalmente esplose.
"Questa Katarina è proprio, una pezza di merda, Powder."
"Ahaahhaha."
"Si, insomma ... per un attimo stavo pensando l'avrebbero catturata. Trucco interessante, ora che ci penso" sistemò meglio i cuscini e si girò, tenendosi la caviglia di nuovo.
"Magari aspettiamo che mi regga di nuovo in piedi, ahh!"
La più piccola la abbracciò forte e fece per chiudere il quaderno.
"Ne vuoi leggere un'altra?"
"Se sei stanca morta!" La riprese.
"Io? Nah! Tu!"
"Non è vero!"
"Hai i goccioloni e gli occhi gonfi.
Però se proprio insisti ..." sorrise, riaprendo il motivo del sollazzo sull'altra storia sulla Lama Sinistra, mentre la piccola le saliva in braccio, incurante della sua posizione già scomoda.
"Ahi! No, aspetta, fammela stendere, mi fa ... grrr."
"Visto!" Esclamò la piccola miserabile.
"Ti fa male ancora. Bugiarda!"
"Powder ti ho già spiegato che ci sono bugie a fin di bene, vero?" Precisava Vi invano, sistemando un altro cuscino sotto la sua caviglia fasciata.
"Sono solo preoccupata" esitò.
"Vieni qui, scimmiettina!" La più grande la fece accoccolare meglio e sfogliò le vecchie pagine.
"È uno strazio passeggero se continuo a provare a muoverla, ma non è niente. Invece per questi penso proprio che un ospedale e una prigione non bastino ..."
Powder rise e rise ancora e a Violet parse che improvvisamente tutto il male che la storta che aveva preso schivando quella carabina ancora le faceva, sparì, mentre un'aura di avventura, mistero e incognita le portava a seguire la donna con i capelli rossi, fin troppo simili ai suoi.

Per qualche secondo lei ammira il suo lavoro. Sorride, la pallida cicatrice che le attraversa l'occhio sinistro si piega. Il sorriso si spegne... ha avvertito la mia presenza? Poi scompare come fumo per il corridoio.
Aspetto un istante, due, poi ricomincio a respirare. I muscoli, contratti per ore, iniziano a rilassarsi. Solo ora, quando lei se ne è andata, estraggo il coltello.
Le mie dita sono segnate da migliaia di cicatrici, e ognuna di esse rappresenta un piccolo passo verso il Limite, quell'irraggiungibile stato di perfezione al quale ambisco. Faccio roteare il coltello in una traiettoria rapida e consolidata. Di nuovo. E ancora. La lama è pulita, il sangue che la abbellì quel giorno è scomparso da tempo, in attesa del momento di farle pagare nuovamente il prezzo del suo fallimento.
La chiamo ...

~

"Katarina"
La nobile straniera scandiva con accento caucasico, quasi russo, sebbene Vi non sapesse esattamente come suonassero i terrestri.
I terrestri non erano di Runeterra.

"Katarina du Couteau, prima del suo nome, Generale della Rosa Nera o ... quel che ne resta dopo che l'ho fatta appassire."

Vi sbirciò di nuovo dietro le spesse e fredde sbarre di acciaio e cemento armato.
A Piltover e allo sceriffo Marcus piaceva tormentare o far tormentare i detenuti con pestaggi gratuiti sebbene spesso e volentieri non ci fossero ragioni valide o crimini o moventi.
Aveva detto la verità a Caitlyn, era una abitudine farle passare le serate così, da sette anni più o meno, tra l'altro neanche le dispiaceva. Sfogava i suoi rimorsi e le sue preoccupazioni e almeno nessuno la rimproverava dopo che aveva messo fuori uso quattro secondini alla volta; ma quella notte, quella notte, si sarebbe ricordata per sempre i corpi a terra.
Le lame di Talon, i due senza volto e quelle di lei.
Lei, la maledetta strega noxiana.

"Andiamo. Violet di Zaun" rise di nuovo e non avrebbe rassicurato quel tono cosi falso e ospitale, come qualcuno che ti stava sgozzando.
Roteò il manico dello strumento di tortura, un nervo molto spesso che somigliava più alla corda di una barca che al cuoio di un animale, che aveva nella sinistra, ripose la daga e le si avvicinò, facendosi strada nella cella.
"La figlia di Vander, giusto? Non mi riconosci, tesoro, molto molto originale, tutti mi riconoscono."
Si fece forza e sbagliò, sbagliò madornale a guardarla negli occhi.
"Tu sei un incubo.
Non sei reale. Non può essere."

"Cука." Disse lei mostrando la dentatura.
"E non scherzo, Vi, posso chiamarti Vi? Si? Tutti lo fanno.
Starebbe per cosa? Violenza? Viziosa? Vendetta? Adoro queste cose, queste battute che fate voi smidollati idealisti oltreoceano sempre, Talon a te piacciono?"
"S-Sei venuta per pestarmi? Lavori qui adesso?" Si finse spaventata.
Provò anche a colpirla, per pentirsene subito, quando la sua frusta la ferì dietro un fianco e una coscia, facendola cadere.
"Ahhh!! Cazzo!"
"Vedo che con le buone maniere non si va mai da nessuna parte."

Talon dietro di lei rise.
Senza emettere altro suono che il sibilo del coltello contro la loro stessa scorta.

"Guarda cosa hai fatto, monella.
Mi piacevano loro."
"Va bene" ansimò Vi, tirandosi su.
"Va bene, non è un sogno ..."
"Molto brava.
Impara in fretta.
Non preoccuparti, Violet di Zaun, stavo scherzando prima, li avrei eliminati comunque.
Dimmi, tu saresti disposta a tradire Piltover, vero?
E Zaun?"
Le girò attorno, poggiando il tacco a stiletto sulla parte bassa della sua schiena.
"Bel modo colpire alle spalle! Ahhh! Alla faccia dello scontro equo!"
"Mhmhm, qualcuno mi conosce da molto tempo." L'affondò di più, ma lei non avrebbe emesso un solo grido.
Strinse la mascella, i pugni e si contorse ma almeno non le diede altro gomitolo di soddisfazione con cui giocare.
"Vaffanculo"
"Se la metti così potrei accettare, i miei complimenti, hai un corpo davvero stupendo." Si girò verso l'altro.
"Quanto pensi che pagherebbero per lei in combattimento? In una tenda?"
Talon la guardò e si inchinò.
"Nella mia tenda?"
"Parecchio oro, milady"
"Non verrei con te se fossi l'ultima dannata femmina su questo schifo di mondo, aaahh!"

"Vedi Violet di Zaun io sono una donna di affari."
"No, tu sei... " sputò del sangue e della saliva, accettando la sua mano.
La sua maledetta mano e quasi azzannando le sue dannate forme.
La prigionia l'aveva resa debole e stupida e se avesse avuto idea di quanto se ne sarebbe pentita forse non avrebbe accettato di salire sulla loro aeronave per la becera notte di follie che l'avrebbe solo riportata nella stessa prigione, con una coltellata al fianco, qualche benda da polso in meno e altra vergogna da aggiungere ai brandelli della fedina penale che aveva per coscienza e a volte istinto.
"Che cosa ci guadagno a lavorare per te?"
"Uhmm. Dire che pensavo di doverti attaccare al muro.
Tutto molto facile, invece."
La aiutò ad alzarsi.
"Non ho detto che avrei accettato.
Ma ... se mi tirassi fuori, magari potrei aiutarti a tornare dentro. Dovunque il tuo ... antro sia" aggiunse, zoppicandole davanti.
"Spiritosa.
Io e il mio amico stiamo cercando un altro bambino cattivo, sospettato di voler scatenare una guerra tra la mia gente e Demacia."
"Garen ..." sussurrò Vi, pentendosene.
"Insomma ... ne ho sentito le gesta, ma non so chi sia. Né dove.
Non ricordo niente in effetti."
Katarina le prese il mento tra le dita, puntandole la daga su una parte troppo intima per essere considerata in battaglia.
"Sciocca.
Davvero pensi che se avessi voluto ucciderti ..."
"Lo avresti già fatto!"
Violet si arrese.

E si maledisse.

"Alla porta, probabilmente manco sarei riuscita ..."
"Ohooo no, no, no, molto prima, mia cara. " ripose l'arma, passando per la finestra scardinata con i rampini e scortandola a bordo.

"Vuoi da mangiare? Talon prepara squisite lumache di fiume con salsa e quella cosa succosa appiccicosa che gli abitanti di Piltover chiamano pasta."
"Sto bene"
Sferzò osservando la prigione dall'alto e massaggiandosi i polsi.
Non aveva scelta, non che l'avrebbe avuta ad uccidere una ricattatrice più meschina della Noxiana o cje le sarebbe andata meglio a evadere dopo un omicidio.
La legge di Piltover non era la legge di Vander.
"Davvero non hai fame? Ho visto come massacravi quegli agenti, quegli ehm enforcerer, devi esserti stancata parecchio. Io preferisco queste al corpo a corpo, perché sono più precise, ma tu sei brava.
Molto brava. Te lo riconosco.
Ti ha insegnato lui?" prese una scodella piena e di sorpresa anche delle posate mentre l'altra la inceneriva.
"Mangia, su, papà dice che fa bene. Mi avevi preso per un barbaro? Coraggio, Violet di Zaun, non fare domande, non fare complimenti"
"Come minimo è avvelenata"
"Mhmm" masticava quella.
"Spero di no! Talon, hai avvelenato questa pasta?"
"No, quella no."
"Vedi? Basta chiedere. Molto buono, sa di ..."
L'aveva guardata di nuovo la sua eroina di infanzia, solo per finire di più nella sua tela quando le aveva parlato delle truppe di Garen, di come avrebbe potuto trovarci Miles Meyers, Deckard Hudson.
E Powder, già, proprio sua sorella, all'epoca non c'era Caitlyn a portarla sulla retta via a farle considerare Silco e la malavita vicina a lei molto più reale e probabile delle vecchie storie.
Il solo pensiero e dolore di ritrovarla ...
"Li conosco i maccheroni al formaggio, l-lo so che sono buonissimi."
"Molto bene, io sono contenta di lavorare in modo facile.
Talon!" Battè le mani, mettendo gli stivali sul piccolo tavolo.
Come faceva lei nella sua casa.
Quella che le mancava come la ragione che aveva perso.

"Vino" rise.
"Veloce, su. Vino! Non farmelo ripetere. Ho sempre voluto una друг, una best friend con cui celebrare le mie battaglie.
Mio padre mi dava sempre solo uomini per farmi essere crudele.
Si. È questa la parola.
Uomini stupidi, Violet."
Violet bevve dopo un altro boccone.
"Lei l'avevate adottata, di un po'? Questa famosa Powder. Tu sei figlia maggiore o minore?
"Adottata.
Io sono ... sono figlia unica"
Mentì.

"A Noxus i fratelli minori sono una sfortuna, sai come si dice."
Trattenne amare lacrime, giocherellando con il cibo.
"Immagino"
"Molto bene, девушка, molto.
Io e te faremo grandi cattive cose insieme."

Curioso ripensarci mentre Sfreyjr le ricuciva la ferita, senza anestetici, né delicatezza.
Una parola.
Una minaccia.
Il guardiano la riportò dentro, senza processo per essere evasa, forse Marcus si sentiva abbastanza in colpa o la Consulta era troppo impegnata con i rampolli di buona famiglia per occuparsi di una prigioniera traditrice ed era un bene, non sapeva se sarebbe riuscita a prender sonno sul gelido pavimento, figurarsi passare una buona dose di frustate.

"Ahhh!!" Caddè.
Ancora.
"Azzardati a scappare di nuovo e non uscirai più da questi cancelli."

"Mi dispiace, Violet di Piltover.
Mi hai delusa.
до свидания!"

L'unica cosa che la tenne salda fino al presente, a Powder, a Caitlyn, fu sua sorella.

Il pensiero di trovarla da sola, senza alcuna eroina falsa e bugiarda dalla daga velenosa.

~

"Cupcake, calmati adesso, sono io quella che sta soffrendo, ahhh! E comunque è passato, è finita.
Quando la troveremo le darò anche il resto per come mi ha trattata. Ow!! Ma hai finito o no?"
"Ancora una, sorella. Un'ampolla sola potrebbe cadermi, mhmhm!"
Si lamentava Vi mentre Jinx con gli strumenti forniti da Jayce nella stanza dello sceriffo prelevava  campioni di sangue ancora contaminato dalla misteriosa sostanza che il losco aguzzino, probabilmente Talon a quel punto, aveva usato per paralizzarla.

"Io non ce la faccio, la pagheranno per ciò che hai dovuto sopportare " piangeva Cait e si soffiava il naso mentre Sevika le porgeva il fazzoletto di stoffa.
"Quella ... infingarda miserabile strega delle desolate terre... come ha potuto obbligarti e approfittarsi di te per poi ributtarti lì come se niente fosse"
La cyborg la osservava pietrificata.
La stessa donna malevola che aveva inseguito lei e Jinx per tutta Piltover la settimana prima minacciando di arrestarle era di fronte a lei in piedi a frignare come una mocciosa.
Piangeva e caricava il fucile.
Sarebbe stato da ridere quasi, non stessero tecnicamente lavorando e salvandosi la giornata.
O il mese. O l'anno.
Aveva perso la pazienza che aveva avuto in gioventù di confidare in certe stronzate.
"Quella ..." singhiozzò di nuovo Cait.
"Una prostituta di lusso che Sis qui non ha mai pagato."
"Powder?" La gridò Vi.
"Ops"
Jinx rise infatti, Sevika sbuffò e fumò come suo solito.

"Si, terribile. È d'abitudine per loro adescare in questo modo." Disse sistemando una vite sul suo braccio meccanico.
"Grande rispetto per quella donna, io non avrei mai tutta questa precisione."
"E quandomai!" Sbuffò Vi mentre la sorella la pungeva di nuovo, spostando l'ago dal braccio, alla gamba, al collo.
"La vuoi smettere?!"
"È divertente."
"Per te! Togli quella ... cosa, adesso ne hai preso abbastanza."
Jinx Powder ridacchiando saltellò verso il tavolo dove Caitlyn teneva tutti gli appunti delle indagini e i libri che aveva in camera.
Con un gesto secco e micidiale vi scaraventò Pow Pow sopra.

"Puoi dirmi subito cosa  ... no, no, no!!" Protestò lo sceriffo solo per poi mettere di nuovo il broncio, che si trasformò in un ringhio e peggio ancora in una terribile occhiataccia per Vi quando la mina vagante ribaltò tutta la biblioteca per appollaiarsi sulla scrivania e studiare la sostanza violacea.

"Uhm, no, Hat Lady, devi aspettare.
Ci vorrà qualche ora o qualche minuto o ... Sevikaaaaa?"
Dondolò poi la sedia tenendosi in equilibrio su una gamba sola, mentre chiamava in causa la povera derelitta.
"Si, capo" si limitò a non strozzarla.
"Posso prestarti la mia lente e il mio bisturi.
Tanto peggio di così"
"Ahahaaa" disse Jinx vittoriosa.

Caitlyn riempì un bicchiere per Vi con una delle medicine e uno per sè di Gin, per tentare almeno un po' di far sparire tutto quell'irrefrenavile bisogno di freddare l'intero clan Du Couteau con una scarica di proiettili degna di un plotone d'esecuzione.

"Perché?" Chiese intanto Vi, colpevole, vedendo il calice.
"Non discutere."
"Ma non ho fatto niente io, è stata lei che ha detto di poterlo analizzare per poi speficificare solo dopo avermi riempita di pugnalate che ci avrebbe messo tempo" indicò la sorella minore, che si girò con gli occhiali d'aviatore a mo' di protezione e lenti sugli occhi con un sarcastico ed interessato:
"Ha ragione, l'ho fatto di proposito"
"Visto?! Lo ammette!" Sbraitò la più grande.
"Ti voglio bene anch'io" aggiunse Jinx, crudele.
Cautlyn si sedette affianco a lei.
"Non lo faccio per punirti, lo faccio perché stai male. E sono preoccupata"
"Mhmmm! Sto bene, Pasticcino, dobbiamo trovare lei adesso!"
Sospirò paziente, sorseggiando il suo drink mentre la vice annoiata fissava il suo, che frizzava parecchio e aveva un colore non molto invitante, persino per essere un intruglio di Jayce e Heimerdinger.
"Quindi sebbene ti avesse detto dal principio che non aveva intenzione di farti del male, Katarina ti ha usata per stancare Garen e poi sorprenderlo alle spalle, già sapendo che ti avrebbe riportata a Stillwater la notte stessa." Portò la mano destra al colletto della camicia, sbottonandolo e rimuovendo il decoro.
"Pensavo fosse attaccato. Stai molto bene senza" biascicò Vi ancora col bicchiere pieno in mano.
"Adulatrice? Si rovina se non la bevi tutta d'un fiato." Le ricordò Caitlyn.
"Ora che ci penso nemmeno si è preoccupata di lasciarmi armi inutili.
Anzi avevano preso i guanti hextech già da allora, poi ovviamente se li sono tenuti."
Provò a poggiarlo sul comodino solo perché lo sceriffo le prendesse il polso portandoglielo al viso, quasi imboccandola.
"Cait, Cait! Non davanti a loro!"
"Mi stai costringendo a farlo."
"Ora che ci penso quelle siringhe non erano così male ..."
"Vi.
Conto fino a tre. Poi lo faccio per davvero.  Uno, due, due e mezz ..."
"Ok, ok!
Uff. Sei uno strazio quando fai così!"
"E tu sei una bambina"
Prese un sorso e poi un altro.
Morale della favola era veramente orrenda, un misto delle peggiori brodaglie di Singed con un pizzico di erbe amare dei confini dell'est e dei veleni a base di shimmer che Silco faceva arrivare a Zaun, distillati vicino i mari proibiti del sud.
Era meglio delle ferite che ancora le bruciavano e dei suoi pensieri, questo doveva ammetterlo.
Era meglio di quello che pensava e le faceva provare ancora sua sorella, di Katarina e quello che ancora si pentiva di aver combinato con lei e che sapeva avrebbe dovuto dire alla sua adorata, prima o poi.
Vi si augurava più poi possibile.

"Quindi sono entrati nel palazzo della consulta" notò giustamente Sevika, studiando la fiala che Jinx intanto aveva distillato.
"È qualcosa di stranamente assurdo" considerava infatti la mina vagante.
"Lo shimmer c'è e anche un po' di cristallo, ma c'è un'altra cosa, questa rossastra, Vi, vedi, che presumo fosse lei a fartela bruciare tanto. Non so proprio cosa sia.
Mai vista!"
Sevika continuava pensando ai guantoni.
"Già all'epoca e tu già avevi preso dimestichezza con quegli affari."
Vi fece un'altra smorfia, ricordandosi per un pelo di non scaraventare a terra il bicchiere del servizio della madre di Caitlyn, come era solita fare al Last Drop.
"Bleah!! Ma non le possono fare un po' più buone queste medicine?"
"Sono fiera di te" l'altra le diede un bacio e la strinse mentre lei rispondeva alla ex nemica giurata.
"Non ci provare. Li avrò usati neanche un quarto d'ora quella volta. Tutto quello che hai visto alla locanda quel giorno che ti ho battuto era farina del mio sacco.
Ed era ex novo!"
"Ignorala" le confermò Caitlyn.
Jinx si alzò e caricò fishbone con due sfere di cristallo, mentre le altre la incenerivano.
"Pensavo fosse sottinteso che possiamo usufruire delle armi a disposizion ..."
"Prima dobbiamo decidere cosa è meglio fare" asserì Vi riprovando a impugnare le sue, risolvendo di poterne usare una soltanto.
"Ancora ti fa male?" Chiese Caitlyn, ovvia.
"Talon o chi per lui sa il fatto suo." Vi strinse la fascia tenendo il lembo con le labbra.
" Ha fatto tagli profondi e precisi, se quella testa di latta non mi avesse messo i punti troppo stretti! Non posso muoverla bene e mi brucia."
La mora l'aiutò prendendole la mano sinistra con delicatezza, per poi tamponarla di nuovo e porgerle un suo foulard.
"Che fai? Bluffavo prima, non potrei mai vestirmi come te" la prese in giro.
"Sta ferma!"
"Cosa vuoi ...? Ahi! Ma ..." Vi trattenne una risata quando vide il fazzoletto di seta con rose e ghirigori dorati a tenere il suo braccio sinistro attaccato alla sua spalla destra.
"Non ti fa bene muoverla" spiegò Cait.
"Quando ti da fastidio puoi scioglierlo e tornare a straziare gente a caso."
La rosa le sorrise per poi farla capitombolare sul suo grembo e darle un bacio in bocca.
"Ti amo quando fai queste cose per me, sceriffo."
Quella di tutta risposta le diede un buffetto sulla guancia con la VI sopra.
"Sta zitta!" Si alzò e richiese alle altre due conferme, solo per saltare quando si trovò fishbone davanti.

"Powder, ne abbiamo già parlato.
Caitlyn è parte della fam ..."
"NO."
Fu la semplice e inequivocabile risposta.
O il verdetto.

"Non possiamo trovare i noxiani da sole, lo sai, io e Sevika ci tireremmo il collo il secondo giorno." Incrociò le braccia per affermare meglio il tutto, come faceva quando erano piccole.
Jinx Powder la guardò truce, arcuendo il labbro inferiore e aprendo e chiudendo il caricatore della pistola.
"Ha ragione lei" disse Sevika.
"Visto? Coraggio, puoi fidarti stavolta.
Che ragione avremmo di catturarvi?"
"Beh, Vi ..." si inserì Caitlyn al momento sbagliato.
La vice la dissuase con una smorfia e poi mise una mano sulla spalla della sorella, tentando di convincerla.
"Anzi siete state solo di grande aiuto finora."
"E voi due invece?!" Strillò quasi.
"Sempre appiccicate tutte ci ci e bacini e carezze, a me non sta bene! Vi!"
"Ho capito, però ..."
"Io sono venuta solo per te.
Lei non ce la voglio.
Sevika ovviamente ci serve per portare la roba pesante e squartare e eccetera eccetera."

La cyborg sentì un rumore in corridoio e rimandò l'ennesima rissa quella mattina.
Si sentì particolarmente brava a riuscirci, doveva ammetterlo.

"Cosa c'è?" Chiese Cait.
"Sta arrivando qualcuno. Ho sentito dei passi."
Vi si alzò pur zoppicando a trascinare la sorella minore verso il nascondiglio più vicino.
"Le arresteranno se le vedono, sono ricercate!"
"Thz. Abbiamo proprio una taglia, povera illusa." Precisò Sevika.
"Però sembra una persona sola."

Caitlyn riflettè un attimo, tenendo a mente che la madre e il padre quel giorno sarebbero stati via fino alla mezzanotte per importanti affari di famiglia alle isole, come ogni anno i primi del mese.
"Una persona sola?" Chiese poi.
"Scarpe discutibili. Numero 44." Disse Sevika.
"Una giacca ... con le code, di giorno. Passo svelto e insopportabile, un ..."
"Damerino" ebbe un lampo di genio Vi.
"È Jayce."
Jinx rise e si avviò alla porta con una bomba a mano nella destra e un arsenale di firelight bombe finti nella sinistra.
"Mh mh, mh mh mh mh ..." canticchiava.
"No, no, no, no, no!" La maggiore la prese per le trecce e la fece cadere sul letto.
"Ahi! Cattiva!"
"Vuoi buttarle giù la casa?!" Alzò il tono indicando Cait, la quale girando pensierosa e diabolica attorno alla propria divisa con il cappello ancora appesa era già pronta a darle la risposta che da parecchie ore Vi aspettava.

"Signore." Disse elegante, girando i tacchi.
"Credo proprio di avere il piano perfetto per distrarre quel pollo e iniziare la nostra indagine sul campo."

Sevika e Jinx la guardavano confuse.
Vi con una punta di terrore.

~

"Consigliere"

Una voce familiare che non corrispondeva all'immagine che il subconscio associava alla conoscenza, spesso poteva portare a sensazioni di ottundimento ed incertezza da parte di un qualsiasi interlocutore.
Jayce Talis era sempre stato un ragazzo curioso e aveva amato la scienza, l'avventura, le donne e gli uomini colti e indipendenti e seppur affascinato dal savoir faire di Vi di Zaun dal giorno in cui lo aveva convinto a chiudere i runinetti di shimmer di Silco e recarsi nella città sotterranea per fare giustizia - certo era finita molto male, ma doveva comunque ammettere che gli aveva insegnato molto quella esperienza - non avrebbe mai potuto credere di riuscire ad associarla alla divisa ufficiale delle agenti donna delle forze di polizia di Piltover.
La creatura che si trovò di fronte quando si girò a rispondere era avvolta nello stretto tessuto bluette e delicati fronzoli di camicia venivano fuori dall'orlo sopra al ginocchio del tubino, aderentissimo sulle sue forme procaci e muscolose e dal colletto della giacca con le spalline.
A fomentare il tutto, Vi, il Comandante delle guardie, la vice sceriffo, la chempunk massacra gente che aveva conosciuto quel giorno che Cait l'aveva portata a testimoniare alla consulta, non aveva la stessa taglia della sua amica, come il suo portamento, la sua pazienza di indossare un completo simile e il suo equilibrio su quelle scarpe.
"Ahhh ... io ... mi sono perso ... che ... cosa sta succedendo?" Biascicò imbambolato, allargando il colletto della camicia quando l'affascinante straniera ancheggiò verso di lui.
"Ti volevo ringraziare per esserti preso cura di me, Jayce." Vi appoggiò la destra su una sua spallina, più per tenersi in equilibrio sui tacchi che altro.
"Ah deh io io ... non è stato nulla.
Davvero! Eh! Per Cait questo ed altro cioè non che tu ... non che non lo farei anche per te insomma, tu ... sei bellissima ... a modo tuo, ma ... pur sempre"
"È stato orribile in quella prigione, Jayce" Ci mise il carico, facendo l'occhiolino e gesti di conferma alle fuggitive davanti a lei, mentre lo abbracciava o meglio lo schiacciava contro il suo seno.
"Svelte! Non abbiamo tempo per prendere altro!" Cait intanto trascinava Jinx via dall'ennesima sfera di hextech lasciata in camera.
"Ma stupida Hat Lady, non mi bastano, sono poche!"
"Ne ho io altre, fa come dice" la iutò Sevika mentre Vi continuava a fare da distrazione.
O scontare la sua pena.
"Stai molto ... bene vestita così.
Cambio di look?"
Lo trattenne ancora, mentre Cait chiudeva la porta del corridoio che dava sulle scale, sperando solo che non gli avrebbe spezzato niente.
"Ho bisogno di sapere una cosa molto importante riguardo me, te" ancheggiò di nuovo, Vi, sebbene fosse davvero una tortura muoversi in quelle condizioni, con le ferite ancora fresche.
"E Cup eh dehm Caitlyn. Caitlyn"
"Sicuro, cosa ti serve?"

Qualche minuto dopo le improbabili tre videro Vi vestita di nuovo dei suoi abituali pantaloni e giacca rossa mentre con la mano non fasciata teneva la divisa di Caitlyn e le scarpe nemmeno fossero stati ordigni esplosivi, per poi gettarli davanti a lei.
"Come ti viene in mente, dovevi lasciarli in camera mia!"
"È la prima e l'ultima volta, la prossima prendimi pure a frustate ma non accetterò mai più di farlo."
Jinx intanto stava rischiando di soffocare per il ridere.
"Jayce sta bene?"
"Gli ho compresso la carotide."
"Vi!" La sgridò Caitlyn ancora mentre si avviavano al palazzo della Consulta.
"Che c'è?!"
Sevika intanto si accertava che nessuno le seguisse.
"Non puoi tramortire un consigliere e lasciarlo nella mia camera da letto! Se torna mia madre?!?"
"È stata una tua idea."
"Io ti ho detto di distrarlo, non di farlo svenire."
"Continuava a chiedermi un appuntamento, Cait!"
"Sul serio?"
"Mi dispiace, io non volevo dirtelo così, ma ..."
"Hai fatto bene così, ora andiamo, muoviamoci."
Vi non pretendeva di comprenderla quando era così risoluta con lei dopo certe sfuriate.
Era sempre il suo cuore e non l'avrebbe messa in discussione comunque.
Come era strano che l'unico avversario in grado di spaventarla, fosse anche l'unico a non stancarla mai, a farla sorridere e stupire ancora come una ragazzina, dopo tutte quelle disgrazie.

Era sempre stato vero che Cait l'aveva arrestata.

"Uhuu Jayce, vieni da mehh" la canzonava Jinx scendendo le scale di casa di Cassandra Kiramman due alla volta.
"Powder se qualcuno nei vicoli sa di tutto questo ..."
"Oh, potrebbero già saperlo, sai"
"Piccola miserabile"

Procedevano spedite verso i cristalli e verso le aeronavi ormeggiate a palazzo.

Non si sarebbero mai accorte delle quattro lame e dei due sguardi che già alti, insieme al sole, stavano seguendo ogni loro mossa da almeno quattro ore.

Note:

Volevo ringraziare tutti quelli che stanno seguendo e leggendo questa follia 🤧🤣😇🔫
Vi vedo e so che ci siete e ci tenevo a dirvi grazie 🖤

Non so se i noxiani somiglino al russo come parlata e mi scuso se in questo Katarina è un po' Out of Character, ma dopotutto è una fanfiction.
Mi sembrava divertente e dico solo che è colpa della Marvel 😆

Katarina's legenda:

сука= suka= stronza
друг= drug= amica

девушка= devushka = ragazza
до свидания= do svidaniya = addio 

 
 
  
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