Quàn.
Sei la bilancia di Atena, il suo carnefice e il suo giudice, eppure non ti senti adatto a colpire. Eri un asceta, non un assassino. È per questo che non ti va quest’armatura, come un vestito non stretto o largo ma semplicemente sbagliato? Chi lo sa, pensi mentre addolorato abbassi lo sguardo un tempo fiero di quest’oro ma ignaro di ciò che comportava. E guardi le stelle, immote danzatrici dei celesti piani. Anche stasera loro danzano, ma stavolta non portano con loro il tuo cuore.
Lasciati andare, celeste Bilancia, c’è Shion al Santuario che veglia.
Lasciati andare, asceta ora Cavaliere.