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Autore: kanejvibes    07/01/2022    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 28

"Te lo ha detto?", chiese Lucien, quando vide James uscire. Si stava torturando le dita per l'impazienza.
James si chiuse la porta alle spalle e lo guardò con nonchalance. Aveva i vestiti e le mani sporche di sangue.
"E' più forte di quanto pensassi".
"Quindi non ha parlato", commentò Lucien, sbuffando.
"Ho detto che è forte, ma non è così forte".
"Sai dove sono?".
"Sì", rispose James, annuendo con la testa.
"Fantastico! Vai a prenderli! Josh, tu stai qui e controlla la ragazza", esclamò Lucien, euforico applaudendo un paio di volte.
James guardò Joshua dall'alto in basso, poi aggrottò la fronte.
"Sei sicuro di voler lasciare lui a controllarla?".
"Sì, non mi deluderà una seconda volta", sibilò Lucien. E il modo in cui lo disse ricordava tanto una minaccia.
James e Lucien se ne andarono e Josh rimase a fissare la porta della cella.
Parte di lui gridava di non commettere lo stesso errore un'altra volta, ma l'altra parte lo stava pregando di entrare e vedere almeno come stesse Nina.
Si guardò intorno un paio di volte, poi entrò.
La ragazza era appoggiata al muro con la schiena e aveva entrambe le mani inchiodate al pavimento. Anche gambe e braccia erano piene di chiodi.
Josh, pieno di sensi di colpa, si avvicinò e le sfiorò i capelli, poi rimosse ad uno ad uno i chiodi, facendola svegliare.
"Ti ho...detto...tutto...ti prego...basta", sussurrò lei, aprendo e chiudendo gli occhi più volte.
"Ti supplico...basta...", continuò, con le poche energie che le erano rimaste.
Joshua si morse il labbro e la prese tra le braccia per portarla via. Nina non rispose più, quindi probabilmente aveva perso i sensi.
Ma dopo un po', Josh sentì il suo pugno stringergli la camicia.
Nina lo guardò con occhi stanchi e sconfitti.
"J-James? Sei tu?", chiese, con un filo di voce.
"Sapevo che mi avresti salvata", disse poi, prima di svenire di nuovo.

Nina mugolò qualcosa, aprendo gli occhi con fatica. Aveva tutto il corpo dolorante, era un dolore così forte che mai nella sua vita aveva provato.
Si sfiorò le gambe e poté sentire chiaramente le ferite sotto i jeans sottili che indossava, poi si guardò le mani: aveva due profonde ferite sui palmi.
Strinse con delicatezza i pugni, gemendo di dolore, volendo allontanare quella vista e i ricordi che comportava.
"Mi dispiace aver lasciato che ti torturasse...", mormorò qualcuno, facendola tornare alla realtà.
Josh era seduto al volante di una Jeep e stava guardando attentamente la strada.
Nina dette un'occhiata fuori dal finestrino, senza riconoscere il paesaggio intorno a lei.
"Dove stiamo andando?", chiese, sfiorandosi la fronte. Era calda, forse aveva la febbre? E perché non stava guarendo?
"Verso quelle montagne...", iniziò Josh, indicando con l'indice un promontorio in lontananza.
"Dovremmo essere al sicuro là. Non è facile sopravvivere in quei luoghi, quindi Lucien non spreca energie per andare a perlustrarle. Ma so che ci sono piccoli gruppi che si nascondono", continuò, senza togliere gli occhi dalla strada.
Nina strizzò gli occhi.
"Mi hai...portata via", disse, mentre realizzava a pieno di non trovarsi più in quella cella e che James non avrebbe più potuto farle del male.
"Avrei dovuto farlo prima...".
"Aspetta...noi...no...dobbiamo...devi...devi portarmi dai miei amici", sussurrò Nina, guardandosi di nuovo le mani. Sentì la pelle tirare, segno che aveva ricominciato a guarire velocemente. 
"I tuoi amici...Nina, i tuoi amici sono morti, ormai", ribatté Josh, deglutendo a fatica.
"No! Mi rifiuto di crederci! Dobbiamo andare a salvarli!", esclamò, sistemandosi meglio sul sedile. Stava recuperando in fretta anche le forze e la febbre sembrava essere sparita. 
"Non esiste che arriviamo là prima dei soldati", mormorò Josh, scuotendo la testa.
Nina fece schioccare la lingua.
"Potremmo...con la Jeep".
"No...impossibile, l'interno della foresta è troppo fitto di vegetazione, distruggeremmo l'auto e non potremmo più raggiungere velocemente le montagne".
Nina sospirò.
"Non voglio andare sulle montagne, Josh. Devo tornare dalla mia famiglia e dai miei amici, devo trovare un modo per salvare loro e James", disse, mordendosi il labbro mentre pronunciava il nome del castano. Il solo ricordo di quello che le aveva fatto la stava terrorizzando. Se l'avessero catturata di nuovo, sarebbe tornato a torturarla?
Deglutì a fatica, rendendosi conto che Josh aveva parlato.
"Sei sicura che sia davvero quello che vuoi?", ripeté il ragazzo, lanciandole un'occhiata.
Nina annuì, terrorizzata ma anche risoluta.

Irruppero nel campo a tutta velocità, mettendo in subbuglio tutti quanti e per poco non vennero uccisi.
Nina alzò le braccia uscendo rapidamente dalla Jeep.
"Siamo in pericolo! Lucien sta arrivando!", gridò, più e più volte, sotto sguardi confusi. Sperò di riconoscere qualcuno tra la folla e, poco dopo, Aline si avvicinò a lei, con la lancia ancora tra le dita.
Aumentò il passo e quando le fu vicina le tirò uno schiaffo, che la colse alla sprovvista e la fece barcollare.
"Hai la minima idea di quanto tu abbia fatto preoccupare mio fratello?", gridò, fregandosene degli sguardi degli altri su di lei.
Nina si toccò la guancia e schiuse le labbra.
"Io...".
"Ehi, sei impazzita?", intervenne Josh, accarezzando la spalla di Nina.
"E questo qua chi sarebbe?", sbottò Aline, assottigliando gli occhi.
Nina scosse la testa e cercò di riprendersi.
"Non abbiamo tempo per le presentazioni, Lucien sta arrivando e dobbiamo prepararci".
"Se Lucien sta davvero arrivando dobbiamo scappare!", fece un ragazzo lì vicino.
Anche altri sembrarono approvare quel piano.
"Scappare dove? Siamo in troppi, non riusciremmo a coprire le nostre tracce e ci troverebbero", intervenne Nick, facendosi largo tra la folla.
Nina sorrise e fece per andargli incontro, ma si bloccò dopo lo sguardo freddo che lui le rivolse.
"Allora? Hai trovato James?", continuò, assottigliando gli occhi.
Nina non riuscì più a guardarlo e abbassò gli occhi a terra.
"James non è più in sé, non so cosa gli abbia fatto Lucien, ma non si ricorda più di me, né di tutti voi. Non ha la più pallida idea di chi sia e ora è dalla sua parte", mormorò, sentendo gli occhi pizzicare e la voce farsi tremante.
Nemmeno lei, che l'aveva visto con i suoi occhi, poteva credere che quella fosse la realtà. La folla iniziò ad agitarsi e molti si scambiarono occhiate.
"Mi ha torturata e io...non ho saputo resistergli e...gli ho detto dove trovarvi".
 A quel punto molti dei presenti iniziarono ad andare nel panico.
"Silenzio!", gridò Nicholas, così forte da far ammutolire tutti quanti, poi ordinò qualcosa a due ragazzi vicino a lui e questi se ne andarono velocemente.
"Non ci faremo prendere dalla paura perché le Ombre non hanno mai paura. O vi siete dimenticati anche voi chi siete?", esclamò, voltandosi verso i suoi compagni.
Nessuno aveva più osato dire una parola, però la folla incominciò ad annuire.
"Bene, preparatevi a combattere al meglio che potete, dobbiamo difendere questo campo".
Le Ombre iniziarono a correre di qui e di là per prepararsi.
Nina si avvicinò a Nick, anche se non era certa che lui volesse parlarle.
"Hai un piano?", chiese, seguendolo.
Nicholas non si voltò a guardarla.
"Ho mandato Jake e Billy a cercare Anderson, sperando che non si sia spostato. Se vogliamo avere una possibilità dobbiamo combattere insieme. Se non lo troveranno o non vorrà aiutarci, allora siamo spacciati". 
Si fermò e la guardò dall'alto in basso.
"Spero tu sia soddisfatta", sussurrò, tagliente.
Nina abbassò di nuovo lo sguardo.
"Nick, mi dispiace, avevi ragione tu...".
"Pensi che me ne importi qualcosa delle tue scuse o di avere ragione? Ti avevo chiesto di non lasciare il campo e mi hai disobbedito, nonostante sapessi benissimo quanto fosse stupido andare a cercarlo e guarda in che situazione siamo adesso. Quando la smetterai di essere così egoista?", sibilò lui, interrompendola.
La castana si irrigidì e si morse il labbro.
"Dio, tu e lui siete uguali", aggiunse Nick, scuotendo la testa, prima di andarsene.
Nina deglutì a fatica, poi lo seguì di nuovo, scacciando le lacrime.
"Dov'è mio fratello?", mormorò, mentre si chiedeva perché ancora non lo avesse visto.
"Dopo quello che ha fatto, l'ho fatto rinchiudere. E anche Annabelle, non potevo certo ripetere lo stesso errore due volte...".
"Li hai rinchiusi? Anche Anna? Sei fuori di testa?".
"No, tu sei fuori di testa!", esclamò Nicholas, puntandole un dito al petto.
"Sono stanco dei tuoi capricci e sono stanco di lasciarteli passare sempre e sono stanco di essere sempre quello gentile e comprensivo! Siamo in guerra, Nina! Persone muoiono continuamente, pensavo l'avessi capito dopo quello che è successo a Richard. Cosa che, se ancora ti sfugge, è stata colpa tua!". Nick aveva irrigidito il corpo e la mano che non era puntata verso di lei era stretta in un pugno. Nina schiuse le labbra e lasciò libere di cadere le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.
"Pensi che non lo sappia? Mi odio per quello che è successo a Richard ed è proprio per questo che ho cercato di trovare James, per evitare che succedesse a lui la stessa cosa", singhiozzò, dandogli una spinta.
Nick scosse la testa.
"No, l'hai fatto per te. L'hai fatto perché lo ami e il pensiero di vivere senza di lui ti spaventa, ma non hai pensato, per l'ennesima volta, che questo avrebbe avuto conseguenze per tutti gli altri. O forse non te ne importa nemmeno. Che importa se siamo tutti morti se James, Nina e Dean sono vivi, no?".
Nina cambiò espressione e fece un passo indietro, completamente fatta a pezzi da quello che pensava essere il suo migliore amico.
"E' questo ciò che pensi di me?", chiese, guardandolo con improvvisa freddezza. Le lacrime avevano smesso di bagnarle il viso e aveva rilassato il corpo.
Nick non rispose e sospirò, realizzando di essere stato fin troppo duro.
"Fai liberare i miei fratelli. Non ti saremo più di intralcio. Se saremo ancora vivi quando Lucien ci avrà trovato, ce ne andremo per sempre e starete tutti molto meglio senza di noi", sbottò, prima di voltargli le spalle e andarsene.

Nina si era riunita con Dean e Anna e, anche se le circostanze non erano delle migliori, fu felice di passare anche solo cinque minuti con loro. E non passò molto più tempo prima che i soldati delle FAWW li trovassero.
Sentirono rimbombare gli zoccoli dei loro cavalli per un paio di minuti prima di venire circondati.
L'unico a scendere da cavallo fu proprio James: si era cambiato e indossava la divisa delle FAWW, aveva i capelli tirati all'indietro da una fascia e gli occhi gli brillarono quando incontrò quelli di Nina.
"Sapevo che ti avrei trovata qui", disse, togliendosi i guanti di pelle neri che aveva indossato per cavalcare, mentre sorrideva.
Nina aggrottò la fronte.
"Oh, andiamo...pensi davvero che Lucien sia così stupido da lasciare te e Josh completamente da soli?", chiese, scuotendo la testa, poi il suo sorriso svanì quando guardò Joshua, che ricambiò lo sguardo con altrettanta rabbia.
"Voleva testarlo, voleva vedere se potesse ancora fidarsi di lui. Apparentemente no. Sapeva anche che non ti avrebbe persa perché saresti stata così ingenua e emotiva da provare a salvare i tuoi amici", disse, tornando a guardare lei quasi con un'espressione di rimprovero. Poi, fece schioccare la lingua e azzardò un passo verso la ragazza. Allora, Dean le si parò davanti.
"Oh, tu devi essere Dean, la somiglianza è incredibile", commentò James, fermandosi e portando le mani dietro la schiena.
"Cosa sei venuto a fare? Sei qui per combattere o prenderti gioco di Nina?", intervenne Nick, avanzando verso di lui. Si fermò quando a separarli non furono che pochi passi.
James lo squadrò dall'alto al basso, senza la minima ombra di divertimento sul viso e non si mosse.
"Sono qui per prendere i due fratelli. Lucien vuole anche che vi uccida tutti, specialmente il suo adorato fratellino. Ma prima mi direte anche dove si trova Adrian", disse, calmo, piegando la testa di lato.
"Quindi questo sarebbe l'accordo che proponi? Ti prenderai Nina e Dean e ci ucciderai tutti? Non mi sembra molto vantaggioso per noi", ribatté Nick, assottigliando gli occhi. Per Nina era veramente ovvio che stesse cercando di guadagnare tempo, ma sperò che James non ci facesse caso.
James sorrise appena e scosse la testa.
"Un accordo, dici? Nah, questo è ciò che succederà a prescindere da ciò che farete. Questi sono gli ordini che ho e questo è ciò che accadrà".
"No, noi due combatteremo", intervenne Dean, avanzando fino a superare Nicholas.
James lo osservò con improvviso interesse.
"E perché mai? I miei uomini sono molti più dei vostri, ho praticamente la vittoria in pugno", mormorò, mettendo le mani in tasca.
"Quindi hai paura che io possa batterti?".
James sorrise.
"Nessuno può battermi".
"Bene, provalo. Ma se dovessi vincere io ci lascerai andare, illesi, e te ne tornerai da Lucien dicendo di non averci trovato", disse Dean stringendo con forza la sua spada.
Il lupo aggrottò la fronte, poi scoppiò a ridere per qualche secondo e annuì con la testa.
"E quando vincerò io?", chiese, con arroganza.
Dean abbassò gli occhi per un attimo e Nina sapeva che il pensiero di tornare nelle mani di Lucien per lui non fosse un'opzione.
"Se vincerai io e Nina verremo con te senza opporre resistenza. E ti diremo anche dove trovare Adrian".
"Dean, no!", intervenne Nina, tirandolo per un braccio.
"Ti rendi conto che non potremmo vincere in alcun modo, vero? Se vincesse lui, dovremmo andare da Lucien e, se vincessi tu, cosa? Pensi che ci lascerà andare davvero? Oppure lo ucciderai?", sussurrò la ragazza, scuotendo la testa.
Dean rimase in silenzio per qualche secondo, poi si divincolò dalla presa della ragazza e si avvicinò di più a James.
"Ho la tua parola che rispetterai gli accordi?", chiese, porgendogli una mano.
James annuì, sorridendo, e la strinse.
"Oh, ci sarà da divertirsi".

James e Dean avevano iniziato a combattere ed era subito stato chiaro chi avesse la meglio: James si muoveva sinuosamente e con movimenti precisi e coordinati bene tra loro, non sembrava che ciò gli comportasse alcuno sforzo ed era talmente calmo da chiedersi se non fosse stato trasformato in deeta; Dean, al contrario, era impaziente e impulsivo e gli andava addosso in modo prevedibile e brusco, guidato dal terrore. 
Jaime fece roteare entrambe le sue spade e, facendole incrociare, lo tagliò sulle guance. Le ferite non erano state profonde, ma erano state abbastanza per far perdere ancora di più d'animo l'avversario. Nina avanzò verso di loro, con l'impulso di proteggere suo fratello, ma Nick la bloccò.
"Tranquilla. Dean non può morire, no? Questo è già un grande vantaggio".
In effetti, i tagli sul volto del suo gemello erano già guariti e il ragazzo si ripulì velocemente dal sangue, mentre riprendeva fiato. James sorrise, piegando la testa di lato.
"Che c'è? Sei già stanco?", chiese, puntandogli una spada contro.
Dean fece una smorfia e gli si gettò addosso, questa volta cercando di controllare la paura e il castano fu costretto ad indietreggiare, ma non gli permise di avvicinarsi con la sua spada. Le loro lame si scontrarono più e più volte, producendo dei suoni fastidiosi.
Dean digrignò i denti quando l'ennesimo colpo non andò a segno e caricò la spada con ancora più forza. Questa volta, James lo evitò e lui si ritrovò a barcollare in avanti. Quando si voltò, era carico di rabbia.
"Oh, non mi guardare così. Ce l'hai con me per quello che ho fatto a tua sorella?".
Dean si infuocò e gli andò di nuovo addosso, ma Jaime fu pronto e gli tirò una ginocchiata nello stomaco, facendolo piegare. 
"Non vedo l'ora di poter giocare ancora con lei, magari ti lascerò guardare", gli disse all'orecchio, sorridendo.
Dean strinse i pugni, in ginocchio.
"Dean, non ascoltarlo, sta soltanto cercando di farti arrabbiare!", esclamò Nina.
James le rivolse un'occhiata e sorrise, poi tirò un calcio a Dean prima che lui potesse rialzarsi. Il ragazzo rotolò sul terreno e gemette, ma strinse con forza la sua spada e parò il colpo che probabilmente gli avrebbe altrimenti perforato il petto.
Era in evidente difficoltà e, se Nick non avesse ancora avuto presa sul suo braccio, Nina si sarebbe volentieri buttata in campo per proteggerlo.
James con la spada libera tentò di ferirlo all'addome, ma Dean fece una capriola sul fianco e riuscì ad allontanarsi.
"Lo ammetto, sei molto più bravo di altri con cui ho combattuto. Il tuo problema è che sei un vortice di emozioni adesso", commentò James, guardandolo mentre si rialzava.
Dean assottigliò gli occhi e deglutì mentre cercava di far tornare il suo respiro regolare.
Rispetto all'ultima volta che aveva combattuto con lui, James sembrava aver cambiato completamente stile e inoltre non era impedito da alcuna emozione. Al contrario, Dean non riusciva a controllare ciò che provava e la paura di tornare a fare il burattino per Lucien e la rabbia per le torture subite da Nina lo stavano divorando. 
Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi.
Quando James rise lui li riaprì e strinse il pugno libero.
"Non mi fai paura", disse, digrignando i denti.
"Bene, allora fatti avanti", lo provocò di nuovo James.
Dean prese un lungo respiro e caricò un colpo verso il castano e, non solo, James lo parò, ma lo colpì in viso con l'elsa della spada per poi tirargli un calcio e farlo cadere all'indietro. Dean gemette quando il suo corpo picchiò contro il terreno e si spostò di lato evitando che la lama di James lo infilzasse, ma fu troppo lento quando la seconda spada lo puntò e avendo la prima spada a bloccargli la via di fuga verso destra, si tagliò sul braccio che impugnava la sua spada. Cercò di resistere e mandare indietro il colpo, ma James stava bilanciando tutto il suo peso sulla sua spada e Dean era distrutto. 
A quel punto, James lo avrebbe trafitto se non fosse stato colpito a sua volta.
Nina aveva gridato qualcosa, ma nessuno dei due aveva dato peso alle sue parole, poi, in un attimo, James si era ritrovato un coltello nella spalla sinistra.
Gemette, lasciando andare la spada e si voltò verso Josh, che lo aveva appena accoltellato. 
  
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