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Autore: Danamochi97    08/01/2022    1 recensioni
"..nessuno potrà mai anche solo credere a quello che è davvero"
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hotel ***, camera di Tae, alloggio provvisorio dei BTS

Il disordine ed il buio regnavano sovrani nella camera. Tae stava seduto sopra al letto disfatto con le gambe incrociate, mentre fissava arrabbiato quella macchia nera che aveva sul polso nel tentativo di toglierla con il pensiero per la millesima volta. Non ricorda con precisione quando gli è apparsa, sa solo di averla da moltissimo tempo, fin da quando era piccolo, ma il motivo non era mai riuscito a capirlo; solo namjoon era a conoscenza di questo suo piccolo segreto. “Sembra un tatuaggio” gli aveva detto, “nessuno potrà mai anche solo credere a quello che è davvero”. Lui non ne era poi così convinto. Quel tatuaggio nero come la pece, con quella forma cosi strana, simile alla dentatura di un animale feroce, gli faceva paura… non era solo una macchia sulla pelle, no, era di piu. Crescendo si era reso conto che quando accadeva qualcosa di brutto alle persone a cui era legato, di improvviso il tatuaggio iniziava a fargli un male atroce e il suo corpo cambiava divenendo più forte mentre la testa veniva annebbiata dal male. Era arrivato, col passare degli anni, ad avere paura di se stesso e perciò anche a tenersi alla larga dagli altri; solo una persona non era riuscito ad allontanare, nonostante tutti i tentativi fatti, e quella persona era il suo compagno nonché miglior amico Jimin. Odiava l’ascendente che jimin aveva su di lui, odiava il suo buon cuore, odiava quando gli stava troppo vicino, odiava quell’istinto di protezione che nutriva controvoglia nei suoi confronti; si era ripromesso di non preoccuparsi mai troppo per nessuno, in modo da non rischiare di risvegliare quel lato oscuro, ma jimin era diverso, jimin era pericoloso, jimin era il suo amore non ricambiato.
 


 
 
02:35, notte inoltrata

“Ragazzi, ma jimin ancora non è rientrato?” disse suga sbadigliando.
“Credevo fosse con te” disse jin guardando j-hope.
“No, io sono rientrato mezz’ora fa, lui mi ha detto che voleva rimanere un altro po’, cosi l’ho lasciato divertirsi”.
Namjoon prese parola: “stiamo esagerando a preoccuparci, Jimin sa badare a se stesso e poi il locale è poco lontano da qui. Taehyung dove stai andando?!”  
Tae si era alzato ed era uscito di corsa senza dare spiegazioni. Il tatuaggio gli faceva un male cane.

--------------

Il party esclusivo era appena terminato e Jimin stava rientrando barcollando verso l’hotel dove alloggiava con gli altri membri. Rumori strani lo accompagnavano nel tragitto di ritorno. Il buio pesto lo confondeva, la luce fioca del lampione stordiva i sensi mentre era sempre più sicuro che qualcuno lo stesse seguendo. Spinto dall’istinto inizia a camminare più velocemente, ma anche i passi dietro di lui si facevano più rapidi. Passi. Più persone. All’improvviso qualcuno gli afferra il braccio destro strattonandolo, mentre un altro si accinge a bloccargli il polso sinistro. Jimin tenta di divincolarsi in tutti i modi, ma si rende conto che i due ragazzi sono molto più forti di lui. La paura sta prendendo il sopravvento sulla sua lucidità, ma, proprio quando pensa di essere spacciato, qualcosa di grosso e nero riesce a separarlo dai due aggressori spingendolo via con tale forza da farlo cadere all’indietro. Jimin si trova ad essere suo malgrado spettatore involontario di un combattimento, di quello che gli sembra un combattimento tra due umani e una bestia, un combattimento tra uomini e animali, non capisce molto, pensa sia l'effetto dell’alcool, eppure non può non percepire dei suoni gutturali e degli ululati felini spaventosi; tutto ciò che vede sono solo tre figure scure che stanno lottando tra loro. Una di queste deve essere per forza quella buona che lo ha spinto via per salvarlo. La scena a tratti è surreale. Jimin vorrebbe gridare o scappare via o chiedere aiuto, ma si sente paralizzato: voce e arti non rispondono ai comandi. Dopo pochi minuti tutto è silenzio, gli aggressori sono scappati via e il ragazzo che lo ha aiutato si trova a terra ansimante. Buffo pensa, gli pare quasi di conoscerlo: le spalle larghe, i capelli arruffati e la linea della mascella gli ricordano qualcuno. Si avvicina titubante a quel corpo esanime ed emette un grido quando riconosce in quel viso sporco e contratto dal dolore il suo amico Taeyhung. Più sconvolto di prima inizia a gridare forte il suo nome nel tentativo di fargli riaprire gli occhi ma, quando si rende conto che è del tutto inutile, afferra esagitato il suo telefonino:
 
uno, due, tre squilli….
 
“JUNGKOOK VENITE PRESTO! TAEHYUNG HA PICCHIATO DUE RAGAZZI CHE VOLEVANO AGGREDIRMI POCO FA, PORTA TUTTI, E’ SVENUTO, NON RIESCO AD ALZARLO! SIAMO AL PRIMO INCROCIO SULLA SINISTRA USCITI DALL’HOTEL. VI PREGO FATE PRESTO!” concluse jimin in lacrime. I 5 ragazzi accorsero subito caricandosi Taehyung in spalla e portandolo immediatamente nell’infermeria dell’hotel.
 
Al 5° piano dell’edificio Tae era steso in un letto duro con la testa rivolta verso il soffitto e le braccia incrociate dietro la nuca. Le ferite gli dolgono terribilmente e l’adrenalina, nonostante siano passate un paio d’ore, ancora non lo lascia in pace. Sa di aver fatto la cosa giusta, si dice che l’avrebbe fatto per uno qualsiasi dei suoi membri, però poi non può mentire a se stesso; sarebbe stato così tanto crudele e violento anche per gli altri? O solo per Jimin? La risposta la sapeva già.
Sospira forte chiudendo gli occhi nel tentativo di non pensare al rumore assordante del suo cuore, desiderando quasi di non averlo.
 



 
5:00 del mattino seguente

Una timida alba bussa alle finestre mentre tutti nell’hotel ancora dormono. I ragazzi durante la notte gli avevano fatto visita a turno.
“Vuoi un po’ di riso?” disse Jimin entrando titubante con un vassoio.
“Vorrei davvero mangiare qualcosa, ma mi fanno talmente male le braccia che mi passa anche la voglia di mangiare”
 “ti posso imboccare io”
“no Jimin”
“non fare il bambino, devi mangiare”
 Jimin senza sentire ulteriori scuse posò il vassoio sul letto e si sedette accanto al corpo di tae. Prese un primo cucchiaio di riso in brodo e vi soffiò sopra mentre tae lo fissava impietrito.
“Apri la bocca”
tae obbedì e mandò giù il primo boccone assaporandone il gusto.
Jimin proseguì con le cucchiaiate mentre la sua sudorazione e la sua deglutizione aumentavano a vista d’occhio.
“Jimin”
“non dire niente tae per favore, ora finirò di darti la zuppa e me ne andrò; a proposito, non ti ho ancora ringraziato per ieri”
“non devi Jimin”
“devo eccome invece, se non ci fossi stato tu probabilmente ora sarei in ospedale con qualche costola rotta, nella migliore delle ipotesi..”
a questa immagine tae strinse le mani a pugno sotto le coperte tentando di calmarsi.
“Tu sei troppo buono Jimin”
“hai ragione, ma per fortuna ci sei tu no?”
E sorrise guardando tae.
”…si, ci sono io”
 
Jimin fece per alzarsi e portare via il vassoio
.
“Aspetta” proruppe tae
“Vorrei che non venissi più in camera mia”
Jimin si bloccò di colpo con sguardo perso
“Stai scherzando?”
“No sono serio”
 “e perché?”
“È meglio per tutti e due”
“cosa vuoi dire? Stai meglio senza di me?”
Tae si stava facendo violenza da solo in quel momento, ma come sempre doveva fare la cosa giusta.
“Esatto, ho agito come ho agito perché dovevo nell’interesse del gruppo e perché aiuto sempre chi è in difficoltà, ma ora che è tutto risolto facciamo come se non fosse successo nulla ok?”
Dopodiché si voltò nel letto dando le spalle a Jimin. Quest’ultimo stava per scoppiare a piangere ma preferì correre via sbattendosi la porta alle spalle. Tae si riaddormentò pochi istanti dopo mentre una lacrima andava rigandogli la guancia sul cuscino.


 

 
Il giorno successivo

“È permesso?”
“Namjoon-hyung stavo riposando”
“Tranquillo non starò molto, sono venuto qui a parlarti di Jimin”
“Allora puoi anche andare”
“Da quando rispondi male al tuo hyung?”
“Da quando mi sono reso conto che la vita è ingiusta, tu sai a cosa mi riferisco”
“Comprendo perfettamente il tuo punto di vista tae”
“Dimmi solo che ho fatto la cosa giusta”
“Questo non posso farlo; se vedessi come sta Jimin, non ci riusciresti neanche tu”
“Credimi non può stare peggio di me”
Namjoon si prese del tempo prima di dire cautamente:
 
“...ma se solo sapesse”
“No”
“Ma....”
“Ho detto di no, é una segreto che deve rimanere tra noi, non c’è motivo di rovinare la vita ad altri con la verità”
“Tae sai benissimo che ci potresti convivere anche con un’altra persona, Jimin ti accetta per come sei da sempre”
“Non voglio abbia pietà di me e mi veda per come sono davvero”
“Tu non sei sempre così, anzi, era da tantissimo che non ti vedevo così “
“È successo dopo l’aggressione di Jimin. E’ Jimin che fa uscire la mia vera natura quando è in pericolo, perciò meno mi vede e meno lo vedo e meglio stiamo tutti”
“Ne sei convinto?”
“È la cosa giusta da fare”
 
Namjoon ritentò un’ultima volta.

“Se questa fosse la cosa giusta davvero, non credo Jimin starebbe come sta”
“Come sta?”
Non riuscì a non chiedere tae con voce incrinata.
“Si é spenta la sua luce, ha perso se stesso, il suo cuore non ritrova la strada di casa”
 
Tae attutì il colpo nel migliore dei modi simulando indifferenza.
 
“Beh, il tempo guarisce ogni ferita, le mie stanno già meglio rispetto a due giorni fa”
 “Le ferite dell’anima non guariscono con il tempo tae, ti restano dentro, ti marchiano a vita e ti trasformano, in bene o in male”
 “Io Sono il male”
“No, tu stai solo male, ma non sei un pericolo, anche se pensi di esserlo”
“Ti prego lasciami solo e prenditi cura di Jimin”
 
Namjon abbassò la testa in segno di sconfitta e si allontanò chiudendo lentamente la porta della stanza.


 

 
3° giorno

Tae sgommò via con la sua Mercedes mentre i compagni ancora lo stavano salutando.
Namjoon guardò Jimin che seguiva con gli occhi la macchina di tae farsi sempre più piccola così come il suo cuore.

“Namjoon-hyung che devo fare?”

“Perché non vieni a stare qualche giorno da me?”

“Oh no ti ringrazio hyung, un mio amico di Busan mi ospita a casa sua per il weekend”
 
 




 
Ultimo giorno del weekend
Daegu, casa di Tae
 
3 chiamate perse da Namjoon
 
Tae riprese il telefono dopo il suo allenamento serale. Aveva appena messo sul fuoco dei noodles con kimchi.
“Pronto? namjoon mi cercavi?”
“Si finalmente, ho da darti una notizia importantissima! Ho fatto delle ricerche in questi tre giorni, parlato con un’anziana amica di mia madre e ho scoperto una cosa che potrebbe essere la svolta che cercavamo”
“Amico le abbiamo provate tutte.. lascia perdere, me ne sono fatto una ragione”
“Stammi a sentire! Hai presente tutte le storie che ci leggevano da bambini? Quelle fiabe assurde sul vero amore, i principi e le principesse?”
“Beh?” Disse solo tae pensando che l’amico avesse bevuto.
“Beh lei mi ha fatto capire che la tua è una sorta di maledizione che ti porti dalla nascita, non ha nulla a che vedere con te”
“Ah fantastico quindi praticamente mi stai dicendo che non c’è cura e che devo semplicemente rassegnarmi, ottimo, era proprio quello che volevo sentire”
“KIM TAEHYUNG SE MI INTERROMPI UN’ALTRA VOLTA VEDI CHE SUCCEDE”
“...continua”
“Questa maledizione non è eterna, puoi esserne liberato a patto che tu lo voglia davvero”
“Ah si?! E come?!”
“Un bacio”
 
...

“Stai scherzando?”
“No, sono serissimo e anche lei lo era”
“E chi dovrei baciare?”
“La persona che più ti ama a questo mondo, Jimin”.
 
Tae rise dall’altra parte del telefono.
“Parliamo dello stesso Jimin che ora si trova a Busan a casa di un altro si?”
Namjoon non rispose subito ma poi disse:
“Jimin mi ha confessato di essere innamorato di te prima di partire, ma siccome tu non lo volevi, ha deciso di andare via, il più lontano possibile, accettando l’invito di Taemin”.
 
Tae non rideva più.
 
“Jimin è innamorato di me? Che ti ha detto?”
“Mi ha detto che ha visto in te un lato oscuro, una forza che si impossessa di te quando lui è in pericolo, mi ha detto che non ha paura di te anche se tu credi il contrario, mi ha detto che non gli importa di quello che sei”
“Lui non sa come sono davvero per questo lo dice...”
“Ma la pianti di dire scemenze?”
“Và da lui”
“E cosa gli racconto?”
“Gli dici che sei innamorato di lui e lo baci”
“E se non funziona?”
“Lui ti ama lo stesso tae”
“Devo andare ora Namjoon, ci sentiamo”
 
I noodles si erano bruciati e con essi la fame di tae. Si mise al pc alla ricerca di un biglietto per Busan. Il mattino seguente era in volo verso la città natale di Jimin. 
 
 



 
Busan, casa di Taemin

Il campanello di casa suonò due volte. Jimin in jeans e maglia aderente bianca scese dal primo piano per andare ad aprire.
“Ciao” disse tae tentando di regolarizzare il proprio respiro.
“Ciao” rispose Jimin divenendo paonazzo. I due erano ancora sulla soglia dell’ingresso quando da dietro passò taemin con solo dei boxer indosso; quando Taehyung lo vide fece due più due.
“Ah ho capito, scusatemi se vi ho disturbato”
Si voltò di scatto e si allontanò il più velocemente possibile fingendo di non sentire il suo nome gridato più e più volte da Jimin.
Ad un tratto una mano gli tirò con forza la maglietta costringendolo a voltarsi.
“Perché sei qui?” gridò Jimin con quel poco fiato che gli rimaneva in corpo.
Tae lo guardava dall’alto in basso chiedendosi come poteva amare qualcuno che si divertiva con un altro e come poteva mai pensare di poter essere ricambiato da qualcuno che avesse conosciuto la sua vera natura.
“Ero venuto perché Namjoon mi aveva chiesto di venirti a controllare”
“CAZZATE!”
“pensa quello che vuoi”
“DIMMI LA VERITÀ”
“ah vuoi la verità? Bene, la verità è che ero venuto qui per dirti che sono un mostro, una bestia. Sono venuto per dirti che quando ti succede qualcosa mi trasformo in un animale che non distingue più il bene dal male, che ho paura di quello che posso fare a quelli che vedo con te”. Tae stava inconsapevolmente alzando la voce, era da tempo che voleva sfogarsi e mostrarsi per ciò che era davvero e ora, dopo aver visto Jimin con taemin, pensava di aver perso davvero tutto.
Jimin capendo l’allusione finale a taemin disse
“lui è solo un amico”
tae sogghignò crudelmente
“un amico intimo
Jimin offeso avrebbe voluto dargli uno schiaffone e andarsene, ma non era il suo modo di agire.
"Quando lo hai visto si stava spostando nella stanza del Wi-Fi per continuare meglio la videochiamata con il suo FIDANZATO. Sei proprio uno stupido tae, e io sono ancora più stupido ad essere innamorato di te". 
E dopo questa confessione Jimin corse via in lacrime.
Taehyung lo aveva quasi raggiunto quando un piede storto in una buca lo fece cadere violentemente a terra riaprendogli una ferita sul torace che iniziò a sanguinare. Jimin, sentito il lamento acuto, tornò indietro per aiutarlo.
“Jimin” disse tae come un sospiro.
“Stai sanguinando tae”
“Jimin” ripetè tae.
“Dimmi”
“Baciami” supplicò tae.
Tae socchiuse gli occhi per il dolore e la stanchezza di quei giorni. Era sfinito, esausto, una bestia ferita in cerca di un riparo sicuro. Jimin lo copriva dalla fastidiosa luce del sole. 
Le labbra di tae erano schiuse, il respiro lento, il petto si alzava e abbassava con ritmo cadenzato. Jimin prese un bel respiro e si avvicinò lentamente alle labbra di tae, dischiuse anche le sue e le incastrò in quelle dell'altro mentre una sensazione di calore e morbidezza lo avvolgevano. Tae, seduto sul marciapiede della strada, avvolse con forza la vita di Jimin tra le sue braccia mentre rispondeva al bacio con foga animalesca. Mentre le labbra di Jimin si muovevano sempre più veloci e desiderose su quelle di tae; tae iniziava a sentirsi venir meno; dei brividi gli percorrevano tutto il corpo concentrandosi in un unico punto: quello dove aveva quello strano tatuaggio. Quel tatuaggio, nero come la pece e così tanto simile alla dentatura di una bestia feroce, all’improvviso scomparve e lui svenne subito dopo.
 
 
 



2 giorni dopo, casa di taemin

“Dove sono?” Si svegliò gridando di soprassalto tae
“Ciao sono taemin, un amico di Jimin, lui è sceso, hai bisogno di qualcosa?”
“No, scusami per aver gridato e scusami per aver creduto che tu e Jimin foste intimi...”
“ahahhaa tranquillo” proruppe taemin con una sincera e grossa risata “Jimin non ha fatto altro che parlarmi di te per tutto il weekend, e più io provassi a distrarlo più ritornavamo a te; ti ha vegliato incessantemente per questi due giorni”
Tae avvertì una stretta al cuore (era questo l’amore si chiedeva?)
Si guardò il tatuaggio al polso, era sparito.
Cosa significava? Che era successo? Non ricordava più nulla ...
Suonò il campanello.
“Ah ecco Jimin, perfetto tempismo” disse taemin andando ad aprirgli.
“Ciao, il tuo amico si è svegliato”
Un rumore di buste cadute per terra e una rapida corsa per le scale fu tutto quello che tae sentì prima di vedere la porta della stanza spalancata.
“COME TI SENTI? MI HAI FATTO PREOCCUPARE DA MORIRE! SEI SVENUTO ALL’IMPROVVISO”
“Jimin che cosa stavamo facendo prima che io svenissi?”
“Non ricordi niente?”
“No” ammise sinceramente tae.
“Oh... Beh ecco, nulla di che, voglio dire se non te ne ricordi non è importante”
Si alzò dal letto un po’ deluso dirigendosi verso la porta e iniziando ad accaparrare scuse su quanto dovesse studiare e quanti impegni avesse ancora da portare a termine in giornata.
 
Arrivato sull’uscio però tae disse
“Ci siamo baciati vero?”
Jimin si fermò di colpo.
“N-no”
“E invece sono sicuro di si, non ho più il tatuaggio”
“Che tatuaggio?”
“Quello sul polso. Quello della maledizione”
“Che maledizione?”
“Non ha importanza ora, dimmi solo una cosa e sii sincero per favore”
“Va bene”
“Io ho baciato te o tu hai baciato me?”
Jimin arrossì di colpo.
“È davvero così importante saperlo?”
“Si ti prego”
..
..
“Io ho baciato te” confessò Jimin.
“Perché?”
“Perché sono innamorato di ogni singola parte di te. Posso andare ora?”
“No, vieni qui”
Jimin si avvicinò al letto di tae mentre quest’ultimo si sollevò poggiando la schiena al muro.
“Jimin, se solo sapessi cosa sei riuscito a fare ....”
“Che ho fatto?”
“Sarebbe lungo da spiegare ma mi hai accettato e di conseguenza mi hai salvato, vorrei poter fare qualcosa per te”
“Vorrei solo che tu fossi innamorato di me come io lo sono di te”
Tae sorrise.
“Jimin, io sono innamorato di te da quando ci siamo conosciuti, Dio solo sa quanto”
Jimin piegò la testa verso il basso in segno di imbarazzo.
Tae gli sollevò il mento con un dito e lo guardò negli occhi.
“vuoi essere mio?”
“solo se ora mi baci tu per primo” rispose distogliendo lo sguardo Jimin.
Tae accettò l’offerta. Lo avvicinò lentamente a sè e quando ebbe chiuso gli occhi, lo avvolse in un passionale bacio che tolse il respiro ad entrambi.
 
 

3 ore dopo...

 
10 chiamate perse da Namjoon
 
“Pronto? Hyung? Sono Jimin”
“Jimin finalmente ero in pensiero, dov’è Taehyung?”
“È qui”
“E come sta?”
“Non ha più il tatuaggio”
 
-silenzio-
 
“Ma chiamarmi tre ore fa per avvisarmi no eh?”
“Eravamo un po’ impegnati....” disse Jimin arrossendo inavvertitamente.
“Non alludere a certe cose con il tuo hyung Jimin!!”
“Ma tu me lo hai chiesto” rispose con voce innocente Jimin.
“Passamelo” disse un tae steso a torso nudo sul letto.

 
“Hyung, sono Taehyung”
Jimin non riuscì a sentire quello che diceva Namjoon, ma gli bastò sentire l’unica frase di tae:
 
 
 
 
 
 
 
 
“Hyung, sono felice”.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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