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Autore: fiorediloto40    08/01/2022    0 recensioni
...quasi risvegliandosi da un incubo, si chiese che cosa stesse facendo, e soprattutto perché…era un uomo riservato, mai sopra le righe, la sua vita era dedicata quasi completamente alla direzione della sua compagnia, e non si era mai preoccupato troppo della sua vita sentimentale. In poche parole non era di certo un uomo da colpi di testa…e ne aveva appena fatto uno!
***
In un universo alternativo Shaka, Milo, Aiolos e Deathmask incontrano quattro ragazze che cambieranno la loro vita per sempre.
In questa storia i personaggi di Mu, Camus, Shura e Aphrodite sono femminili.
I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gold Saints, Virgo Shaka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina successiva, di buonora, Shaka era già alle prese con la lettura di vari quotidiani nella sua parte preferita della casa, in attesa che Lita gli portasse la colazione.
 
La notte era stata piuttosto irrequieta; il suo cervello non gli aveva dato un attimo di tregua impedendogli di riposare, e solo quando il suo corpo ormai esausto non ne poteva davvero più, era scivolato in sonni lunghi non più di dieci minuti...tuttavia, non sentiva minimamente il peso della stanchezza, anzi, non vedeva l’ora di incontrare i suoi amici per trovare una soluzione che gli permettesse di tenere al sicuro Mu. 
 
Vale a dire, la ragione principale della sua notte agitata.
 
Per Shaka, infatti, sapere che la bella tibetana stesse dormendo il sonno degli angeli sotto il suo stesso tetto lo aveva turbato, e non poco, dato che i pensieri che lo avevano tenuto sveglio quasi tutta la notte erano stati dominati da un’indiscussa protagonista...non era riuscito a togliersi dalla mente i suoi grandi occhi verdi, la sua voce, il sorriso dolce, la sensazione di quel corpo delicato stretto contro il suo, il suo profumo...
 
La ragione della sua irrequietezza non tardò a manifestarsi, portando con sé un vassoio con la colazione.
 
- Buongiorno Shaka - lo salutò Mu con un bel sorriso.
 
- Buongiorno Mu - ricambiò l’indiano sorpreso che qualcuno fosse di buonumore a quell’ora del mattino - perché stai portando la colazione? - domandò perplesso quando vide ciò che stava portando.
 
- Mi sono offerta io di prepararla, Lita non era d’accordo - si affrettò a spiegare Mu. Notando l’espressione contrariata dell’uomo, temeva che la governante venisse richiamata a causa sua - Perdonami, non so perché ho immaginato che potesse farti piacere - aggiunse dispiaciuta, pensando che, con tutta probabilità, non fosse stata una buona idea - vedo che sei impegnato, quindi non ti disturbo oltre e vado via - dispose rapidamente sul tavolo ciò che aveva tra le mani, ma quando si voltò per andare via, una mano la trattenne gentilmente per il polso.
 
- Ma certo che mi fa piacere - quasi sussurrò Shaka rendendosi conto di essere stato un po' brusco - e mi farebbe più piacere se mi facessi compagnia...se ne hai voglia naturalmente! - si affrettò ad aggiungere.
 
Mu annuì con un piccolo sorriso. In realtà la sua intenzione iniziale era stata proprio quella, tuttavia, non sapeva ancora come interpretare gli atteggiamenti dell’uomo...a volte sembrava serio, molto serio, altre volte contrariato, altre volte ancora sembrava reprimere a fatica una certa dose di dolcezza...
 
Si accomodò di fronte a lui, iniziando a riempire due tazze di tè, mentre due occhi azzurri seguivano attentamente ogni suo movimento.
 
- Hai dormito bene stanotte? - domandò Shaka.
 
- Sì - rispose Mu - il letto era molto comodo - si limitò a dire con la sua voce calma. 
 
In realtà, nonostante la stanchezza, non aveva praticamente chiuso occhio...sola nella sua stanza, il suo cervello non le aveva dato tregua, continuando a rivivere le sensazioni che aveva provato tra le braccia dell’indiano e negli sguardi che si erano scambiati durante tutta la serata - Tu? Hai riposato? - si affrettò a chiedere per ricacciare indietro i suoi pensieri.
 
- Sì, certo... - rispose Shaka conciso. Avrebbe mai potuto dirle che non aveva quasi chiuso occhio a causa del turbamento che la sua presenza aveva provocato nella sua mente e nel suo corpo? No, decisamente non era il caso...
 
- Devi andare in ufficio? - chiese Mu.
 
- No, stamattina lavoro da casa, più tardi devo uscire per un appuntamento - Shaka si mantenne vago...non sapendo cosa sarebbe accaduto all’incontro con i suoi amici, non voleva dare a Mu inutili preoccupazioni.
 
- Ascolta Shaka...io...avrei bisogno di chiederti un favore... - la voce di Mu si intristì dovendo toccare quell’argomento, tuttavia, sentendo su di sé lo sguardo del biondo, prese coraggio - per questa sera... vorrei che non fossi tu a riaccompagnarmi dai gemelli...ti ho già dato troppo disturbo e.…beh...mi piacerebbe fermare i miei ricordi a ieri sera - imbarazzata, abbassò lo sguardo al pavimento - per cui, se fossi così gentile da dirmi dove siamo, preferirei andare da sola... -.
 
Per Mu, l’idea che Shaka, che fino a quel momento si era comportato come un perfetto gentiluomo, potesse riportarla nel peggiore dei suoi incubi, era decisamente troppo da sopportare; avrebbe preferito mantenere il ricordo di quella bellissima serata trascorsa insieme e l’illusione che, in un’altra situazione, tutto sarebbe potuto andare diversamente con quell’uomo che ormai occupava molti dei suoi pensieri...come mai nessuno prima di lui aveva fatto.
 
Se Shaka avesse potuto gridare, lo avrebbe fatto in quel momento. Aveva compreso perfettamente il motivo per il quale la donna gli stesse chiedendo di non accompagnarla...ovviamente ignorava l’ultima parte, ma questo non gli era dato saperlo, dato che, come lui, anche Mu era piuttosto indecifrabile.
 
Mai, in nessuno degli inferni possibili, avrebbe riportato Mu dai gemelli!
 
Tuttavia, cercò di mostrarsi calmo, e, non potendo ancora sbilanciarsi su quelle che erano le sue reali intenzioni, si limitò a rispondere in modo elusivo - Facciamo così...quando arriverà il momento, decideremo il da farsi. Per ora non pensiamoci, ok? -.
 
Mu annuì titubante, ma decise di seguire il suggerimento di Shaka, sebbene, in tutta onestà, non avesse compreso la sua risposta. 
 
Consumarono il resto della colazione in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Quando ebbero terminato, Mu si ritirò in cucina con l’intenzione di aiutare Lita nelle sue faccende.
 
Shaka sospirò seguendola con lo sguardo finché la vide scomparire all’interno della casa. Se le cose fossero andate come sperava, entro la fine della giornata avrebbe potuto rivedere il bel sorriso di Mu. 
 
Trascorse la mattina alle prese con varie scartoffie, sebbene la sua attenzione fosse rivolta all’orologio scarsamente collaborativo...quando si avvicinò l’ora concordata per l’appuntamento con i suoi amici, si avviò verso l’ingresso dell’appartamento, dove trovò Mu intenta a spolverare la statua di Buddha.
 
- Che stai facendo? - le domandò accigliato, aggrottando le sopracciglia. Non gli piaceva il fatto che Mu si sentisse in obbligo di dedicarsi alle faccende domestiche.
 
- Niente di particolare...è solo che mi annoio a stare con le mani in mano - rispose alzando le spalle, poi, vedendolo in procinto di uscire si incupì leggermente - stai uscendo? - chiese guardandolo in attesa. 
 
Era solo una sua impressione, o quei grandi occhi verdi tradivano un barlume di tristezza? Shaka scacciò il pensiero dalla sua mente...di certo era solo la sua immaginazione. Perché mai Mu avrebbe dovuto rattristarsi vedendolo uscire? Tuttavia, quell’idea gli provocò una strana e piacevole sensazione...
 
- Sì, ma tornerò più tardi per pranzo. Ci vediamo dopo Mu - infilò la porta di casa prima di perdersi completamente nella contemplazione di quelle iridi magnetiche.
 
- A più tardi - rispose con un sorriso triste.
 
Quando Mu tornò in cucina, trovò Lita indaffarata nelle sue faccende.
 
- È andato in ufficio? - domandò la donna, già perplessa per il fatto che Shaka avesse passato la mattina in casa.
 
- Immagino di sì, ma ha detto che tornerà per pranzo - rispose Mu, limitandosi a riportare quanto le aveva detto l’indiano.
 
La donna sgranò gli occhi, così tanto che Mu pensava stesse avendo un malore - Tutto bene Lita? - si affrettò verso di lei allarmata.
 
- Sì...no...cioè...sì - balbettò la governante davanti all’espressione confusa di Mu - mai, mai in questi anni è tornato una sola volta a casa per pranzo...di solito mangia qualcosa in ufficio, e spesso neanche quello... - la donna muoveva gli occhi incredula cercando di dare un senso a ciò che aveva appena sentito.
 
Tuttavia, guardando la ragazza di fronte a sé si calmò e fece un piccolo sorriso. Questo bellissimo uragano aveva portato, in meno di ventiquattrore, uno scompiglio tale da cambiare abitudini radicate in quella casa da anni. Dentro di sé pregò fiduciosa. Se, come era solita pensare, nulla accade mai per caso, la presenza di Mu in quella casa avrebbe riservato ancora molte sorprese...
 
Ufficio di Deathmask
 
- Sei dannatamente puntuale! - fu il saluto di Deathmask quando aprì la porta. Un’espressione sarcastica sul suo volto sottolineò l’evidente urgenza dell’amico.
 
- Vuoi dire che gli altri non sono ancora arrivati? - domandò con disappunto Shaka. 
 
- Stanno salendo anche loro - rispose Deathmask accompagnandolo all’interno dell’ufficio - dormito bene? - chiese con un sopracciglio alzato ed un sorrisetto di scherno.
 
- Quanto te - rispose laconico il biondo, provocando nell’amico una risata sommessa.
 
Il suono del campanello annunciò l’arrivo degli altri due ospiti.
 
Quando entrarono nella stanza, le loro facce parlarono da sole...dall’espressione sui loro volti era evidente che anche Milo ed Aiolos avessero passato una nottata simile a quella dei loro amici.
 
- Beh, allora, com’è andata la vostra serata? - domandò Deathmask sedendosi sulla poltrona della sua scrivania, mentre gli altri si accomodavano su un bel divano di pelle rossa di fronte a lui.
 
- Non ne parliamo nemmeno! - Milo fu il primo a rispondere - Ho scelto la ragazza più fredda che mi sia mai capitato di incontrare in vita mia...un iceberg in pratica! - allargò le braccia con un’espressione frustrata sul viso.
 
I tre uomini in ascolto sorrisero alle parole di Milo, che imperterrito continuò - Per quasi tutta la serata non mi ha permesso di avvicinarla nemmeno per errore...neanche fossi un maniaco! -.
 
- E non lo sei? - lo provocò Deathmask, alzando un sopracciglio e sfoggiando un sorriso sarcastico.
 
Milo non rispose, limitandosi a guardarlo con una smorfia.
 
- Quindi non hai intenzione di aiutarla? - domandò, pragmatico, Shaka. Per quanto trovasse divertenti le scenette di Milo, era andato lì con uno scopo ben preciso. Ed era ben conscio di aver bisogno del supporto dei suoi amici. Bisognava trovare il modo di mettere al sicuro tutte le ragazze, poiché nessuna di loro avrebbe abbandonato le altre al proprio destino.
 
Milo spostò lo sguardo su Shaka, fissandolo intensamente. Parlò con una serietà insolita per lui, numerando con le dita di una mano ogni appellativo che pronunciò - È fredda, scostante, di poche parole, la maggior parte delle quali irritanti...altezzosa, per nulla collaborativa, altèra, sdegnosa, orgogliosa e sprezzante, ma...non riesco ad immaginarla con qualcuno che non sia io! - terminò scrollando le spalle.
 
Gli altri tre rimasero spiazzati. Milo non era mai stato uomo da pregare una donna, anzi...se la preda si rivelava difficile, cosa che accadeva raramente considerato il fascino esuberante del greco, non si prendeva la briga di un secondo invito...
 
- Bene - Deathmask si ridestò dai suoi pensieri - per quanto riguarda te Aiolos? Che intenzioni hai? -.
 
Aiolos non impiegò molto tempo per raccontare ai suoi amici gli eventi della sera precedente. La notte era stata particolarmente difficile per lui, tuttavia, la presenza di Shura gli aveva reso tutto più sopportabile. Per qualche strana ragione, il conforto della bella asturiana gli rendeva possibile pensare che ci fosse una soluzione per tutto. Naturalmente, dovette informare Milo e Deathmask dell’affare che lo legava a Saga, tuttavia, realizzò che non aveva senso mantenere la riservatezza su quell’argomento, quando tutti loro erano coinvolti in qualcosa di molto più grande.
 
Per nulla sorpreso, quando Aiolos ebbe terminato, Deathmask si limitò a tirare le conclusioni pratiche - Potresti non crederci, ma questo può tornarci utile... - davanti allo sguardo perplesso di Aiolos aggiunse - se ci pensi bene, Saga è dentro quanto te in questa storia...lui pensa di essere furbo, ma credimi se ti dico che se c’è anche un solo dettaglio che è sfuggito a quel bastardo, e di solito c’è...non avrà più modo di ricattarti... -.
 
Gli altri tre si guardarono senza parlare...quando Deathmask voleva qualcosa, era impossibile per lui non ottenerla.
 
- Per quanto riguarda te Shaka... - l’italiano si rivolse al biondo che lo fissava con serietà - mi sembra di aver capito che non hai intenzione di riportare Mu dai gemelli, giusto? -.
 
- Neanche morto -.
 
Aiolos e Milo si scambiarono uno sguardo interrogativo. Si erano persi qualcosa?
 
- Mi fa piacere sentirtelo dire, anche perché... - Deathmask si accigliò leggermente - la tua Mu ne ha già passate tante...troppe, a dire il vero, per essere una persona così giovane - davanti allo sguardo cupo di Shaka continuò - naturalmente mi sono preoccupato di raccogliere informazioni su tutte e quattro, ma, a parte un passato triste che le accomuna, non ho trovato nulla di strano, sono tutte brave ragazze, troppo forse...considerato quello che è capitato loro. Ti garantisco però... - fissò Shaka dritto negli occhi - che Mu è quella che più di tutte ha pagato lo scotto di essere intelligente, oltreché bella -.
 
- Perché questo sarebbe un problema? - Milo si intromise curioso.
 
- Dipende da dove vivi... - rispose sibillino Deathmask.
 
Shaka annuì pensieroso. Aveva immaginato che la vita di Mu non fosse stata una passeggiata, ma probabilmente c’erano cose che ancora ignorava; si ripromise di indagare ulteriormente su quella questione, tuttavia, lo avrebbe fatto con la diretta interessata...
 
- A maggior ragione, confermo quanto detto prima - l’indiano parlò con un tono di voce che non ammetteva repliche - neanche morto! -.
 
- Ehi Shaka... - Milo tentò di stuzzicarlo - da quanto ricordo, ieri sera eri parecchio infastidito e non vedevi l’ora di andartene...che ti ha fatto Mu per farti cambiare idea? - lo provocò strizzando un occhio e facendo un sorriso malizioso.
 
- Niente che ti riguardi! - rispose secco Shaka, poi, rivolgendosi nuovamente a Deathmask - Hai qualche idea in mente? -.
 
- In realtà mi sono già mosso - vedendo gli altri tre guardarlo in attesa continuò - questa mattina ho chiamato Kanon...ho dovuto inventare un po' di sciocchezze, ma sono riuscito a concordare di tenere le ragazze con noi fino alla fine della settimana...ovviamente la cifra che ci chiedono è stellare, ma, in tutta onestà, nessuna cifra vale il mio fiore -.
 
Aiolos e Milo si rivolsero nuovamente uno sguardo sorpreso. Quante cose si erano persi nel giro di poche ore?
 
- Questo ci permetterà di guadagnare tempo, giusto? - domandò Shaka pragmatico. Non era una soluzione definitiva, ma almeno avrebbe dato loro un po' di tempo di trovarla.
 
- Esatto! - rispose Deathmask, sinceramente contento di aver trovato in Shaka un alleato determinato - Come ho detto ad ognuno di voi al telefono, ho già attivato i miei uomini per scavare a fondo in questa faccenda. Qualcosa mi dice che c’è ancora molto da scoprire, e questa settimana ci darà un po' di vantaggio per smantellare i progetti di Saga e Kanon...anche perché dovranno passare sul mio cadavere prima di fare del mio fiore una escort di lusso! - concluse visibilmente irritato.
 
- Per me va bene - Shaka annuì d’accordo con Deathmask.
 
- Ma, Shaka, non sai neanche quello che ci chiedono quei due bastardi... - fece notare Milo sorpreso.
 
- Non mi interessa! - il tono sprezzante di Shaka non lasciò a Milo alcuna possibilità di replica.
 
- Ragazzi...scusate...ma... - Aiolos si sentì imbarazzato nel dover affrontare quell’argomento, tuttavia non poté evitarlo - per me potrebbe essere un problema prelevare grosse somme dalla società per le mie spese personali, in particolar modo in questo momento così delicato. Aiolia mi chiederà di certo spiegazioni...-.
 
- Ti copro io - disse Shaka comprendendo la difficoltà dell’amico.
 
- Lo faremo tutti - lo corresse Deathmask - se siete d’accordo ovviamente - disse rivolgendosi agli altri, principalmente a Milo, che non si era ancora espresso.
 
- Che devo dire? - Milo alzò le spalle rassegnato - sarà anche un iceberg...ma non tollero l’idea che qualcun altro metta le sue mani lascive e schifose sul mio iceberg! -.
 
L’istante successivo, Shaka si alzò per consegnare a Deathmask il suo assegno - Immagino che ti occuperai tu della trattativa...anche perché non ho intenzione di vedere le loro facce -.
 
Deathmask annuì, guardando perplesso l’assegno che aveva tra le mani - Ma...Shaka...non hai inserito la cifra... -.
 
- Non mi importa! - disse l’indiano, poi, rendendosi conto di essere stato brusco aggiunse - Mi fido di te... e tienimi aggiornato per qualunque cosa, per favore - terminò in tono meno duro avviandosi verso l’uscita.
 
- Shaka...aspetta! - lo chiamò Deathmask, e quando l’amico tornò sui suoi passi, lo vide prendere qualcosa dal cassetto - Questo è per Mu - disse Deathmask porgendogli un telefono cellulare - ne ho preso uno per ognuna delle ragazze...almeno così potranno comunicare tra di loro - vedendo lo sguardo perplesso degli altri tre aggiunse - non credo che sia prudente per loro incontrarsi in questo momento...quei due bastardi sono in giro e non mi sento per niente tranquillo! -.
 
Gli altri tre annuirono d’accordo con lui, tuttavia Shaka non poté evitare di manifestare il suo disappunto - Perché non mi hai detto nulla? Avrei potuto pensarci io - sebbene razionalmente riconoscesse la buona fede di Deathmask, l’idea che qualcuno si fosse preso la briga di fare un regalo a Mu lo infastidiva.
 
Deathmask allargò un sorriso furbo intuendo la sua gelosia - Ti fidi di me Shaka? - l’indiano annuì - Allora fidati quando dico che questo telefono è il migliore... -.
 
Shaka rivolse a Deathmask una lunga occhiata, facendogli intendere di aver compreso. Dopo averlo ringraziato ed aver salutato velocemente i suoi amici, si diresse verso l’ingresso.
 
Quando fu certo che Shaka fosse uscito, Milo si avvicinò all’italiano - Si può sapere chi diavolo era quello? Se non conoscessi Shaka direi addirittura che è innamorato! -.
 
- Io non ho dubbi... - gli fece eco Aiolos - non l’ho mai visto così preso da qualcosa che non riguardasse il suo lavoro -.
 
Deathmask si limitò a fare un sorriso storto - Credo che l’unico a non averlo ancora capito sia lui... -.
 
- Capito o accettato? - domandò Aiolos incrociando le braccia sul petto.
 
Deathmask annuì sorridendo. 
 
- Che uomo scaltro! Quindi è per questa ragione che ieri sera non mi ha permesso di avere anche Mu??? - Milo rifletté ad alta voce, attirando inevitabilmente l’attenzione degli altri due - Sia ben inteso - si affrettò a chiarire quando vide l’espressione confusa di Aiolos e Deathmask - Camille mi è piaciuta fin da subito...ma anche Mu aveva attirato la mia attenzione...ebbene, quel biondo furbo mi ha dissuaso dall’averle entrambe spostando la mia attenzione su Camille... -.
 
Sia Deathmask che Aiolos fissarono Milo senza dire una parola. Aveva detto davvero ciò che avevano sentito?
 
Quando si ridestarono dallo stupore, Aiolos fu il primo a parlare - Milo...che accidenti avevi intenzione di fare?! -.
 
Il tono di rimprovero ridestò Milo dalle sue stravaganze - No, niente... - disse rendendosi conto di aver parlato troppo - è che...beh...ho immaginato che la serata sarebbe stata più interessante ...- spiegò grattandosi nervosamente la testa.
 
Milo era davvero privo di alcun filtro. Nonostante potesse apparire superficiale e disattento con le parole, in realtà provava una fortissima attrazione nei confronti di Camille. E non solo per la sua bellezza; Camille poteva anche essere una ragazza eccessivamente riservata, ma era molto intelligente e sagace, e Milo aveva sinceramente apprezzato la conversazione che li aveva tenuti svegli tutta la notte. Tuttavia, la sua natura eccessivamente gioviale, oltre alla sua dirompente loquacità, spesso non gli impediva di dire tutto ciò che gli passava per la mente...anche quando, come in questo caso, i suoi pensieri fossero del tutto inopportuni.
 
Aiolos e Deathmask si scambiarono uno sguardo sconcertato, poi, l’italiano espresse ciò che pensavano entrambi scuotendo la testa da una parte all’altra - Milo...sei un caso perso! -.
 
 
Quando Shaka aprì la porta del suo appartamento, fu spiacevolmente sorpreso di non trovare Mu ad attenderlo. Per un attimo rimase sconcertato dal suo stesso desiderio...tuttavia, le voci all’interno della casa lo distrassero dai suoi pensieri.
 
Seguendo le voci raggiunse la cucina, dove vide Mu intenta a cucinare, mentre Lita insisteva nel distoglierla dall’incombenza.
 
- Signorina Mu, sono io che mi devo occupare di queste cose, lei è l’ospite! - insistette la donna.
 
- Ma per me non è un disturbo...oh... - quando vide l’uomo, appoggiato con noncuranza allo stipite della porta, fissarla con i suoi profondi zaffiri, Mu si fermò affascinata, rivelando istintivamente un bellissimo sorriso - bentornato Shaka! - disse cercando di ignorare l’accelerazione del proprio battito cardiaco.
 
Lita, in silenzio, si limitò a spostare lo sguardo tra i due giovani, sorridendo tra sé.
 
- Scusate... -.
 
- Scusate... - Lita alzò leggermente la voce ma non ottenne alcun risultato.
 
- Scusate! - questa volta ebbe l’attenzione del biondo.
 
- Se volete accomodarvi entrambi, tra qualche minuto servirò il pranzo che la signorina Mu si è gentilmente offerta di cucinare - dopodiché scosse la testa divertita, rendendosi conto che l’uomo aveva già riportato il suo sguardo altrove.
 
Pochi minuti dopo, Mu e Shaka erano l’uno di fronte all’altra, con la bella tibetana intenta a disporre il cibo nei piatti, mentre due intensi occhi azzurri seguivano con discrezione ogni suo movimento.
 
- Non dovevi disturbarti Mu -.
 
La donna scosse dolcemente la testa - Mi fa piacere, davvero Shaka - un piccolo sorriso le adornò il viso - e poi, è il minimo che possa fare per ricambiare la tua gentilezza...spero solo che ti piaccia quello che ho cucinato - aggiunse arrossendo leggermente.
 
- Ne sono certo - si limitò a rispondere Shaka con voce calma. 
 
Dentro di sé si chiese come Mu riuscisse ad arrossire in maniera così adorabile...era qualcosa che poteva controllare? No, che idiozia...nessuno ci riuscirebbe! 
 
- Curry di verdure e samosa - Mu lo distrasse dai suoi pensieri - è tutto piuttosto semplice, forse...beh...sei abituato a mangiare un altro tipo di piatti, più...come dire...ricercati, però posso garantirti che sono piuttosto brava in questo tipo di cucina - aggiunse un po' nervosa.
 
- È passato molto tempo dall’ultima volta che ho mangiato cibo indiano - Shaka immaginò che Lita avesse informato Mu delle sue origini - da quando mio padre è morto non ho più toccato le pietanze della mia terra - aggiunse in tono malinconico.
 
Mu, pietrificata davanti alle parole dell’uomo, riuscì solo a schiudere le labbra. Aveva sbagliato tutto! 
 
- Mi dispiace Shaka...io...non immaginavo - balbettando in preda all’imbarazzo, cominciò a mettere via quello che aveva preparato, temendo che Shaka si fosse offeso per il suo gesto.
 
Tuttavia, si fermò all’istante quando una mano si posò dolcemente sulla sua - Proprio per questa ragione, credo che sia arrivato il momento di terminare questa privazione che mi sono scioccamente imposto - i grandi occhi verdi lo guardarono stupiti - ti dirò di più...dal profumo che sento, ti posso garantire che mio padre avrebbe già divorato almeno la metà del piatto che stai tenendo tra le mani...-. 
 
Mu sgranò gli occhi davanti al sorriso di Shaka, tuttavia quel gesto, insieme alla mano che teneva ancora la sua, la calmò all’istante. E non solo...il sorriso del biondo, così raro da vedere, la ipnotizzò da capo a piedi...
 
Dal canto suo, Shaka si stava trattenendo a fatica dall’impulso disperato di alzarsi e stringere a sé Mu...quante probabilità c’erano che una persona appena entrata in quella casa avesse preparato proprio i piatti preferiti da suo padre?! 
 
Era certo che non ci fosse lo zampino di Lita. Sua madre non aveva mai gradito la cucina orientale, e di conseguenza la governante non aveva la benché minima idea di cosa fosse un curry o un samosa...le volte in cui aveva mangiato cibo indiano era stato perché lui e suo padre erano riusciti a sgattaiolare fuori per cena. Lo avevano sempre considerato il loro piccolo segreto. 
 
Quando i suoi genitori morirono, Shaka rimosse tutto ciò che gli riportava alla memoria i bei momenti vissuti con suo padre, perché il dolore era vivo e difficile da sopportare, e la cucina indiana era parte di quei momenti...tuttavia, rivivere quei ricordi grazie alle delicate mani di Mu, aveva sciolto qualcosa dentro di lui. La tibetana era stata la prima persona in quella casa a preoccuparsi di onorare quelle che Shaka considerava le sue vere origini, e lo aveva fatto con una naturalezza ed una sincerità disarmante.
 
Come un fulmine a ciel sereno, Shaka realizzò di provare qualcosa che non aveva mai provato in vita sua...paura...per quelle sensazioni che non riusciva a controllare, mista alla pienezza indescrivibile che provava dentro di sé. Ed entrambe le erano state portate dalla stessa persona. In altri tempi sarebbe fuggito da una situazione come quella, ma in quel momento, quegli smeraldi che lo guardavano in modo disarmante, lo inchiodarono all’audacia di percorrere strade mai battute e delle quali ignorava la destinazione. Per sua natura non era un uomo propenso al rischio, tuttavia, era la sua stessa natura ad implorargli di andare avanti... 
 
Con grande sforzo, poté uscire dai suoi pensieri e ritrovare la sua consueta calma; dopo aver consumato il pasto in silenzio, com’era abitudine di entrambi, si alzarono da tavola diretti verso la balaustra del terrazzo, alla quale si appoggiarono facendo vagare lo sguardo nello spazio sconfinato che ormai faceva da cornice ad ogni momento vissuto insieme. 
 
Era arrivata l’ora di mettere la dolce tibetana al corrente delle novità.
 
- Mu, devo dirti una cosa importante - il tono serio usato da Shaka mise la donna in allerta - ti ricordi che cosa mi hai chiesto questa mattina? -.
 
Mu annuì tristemente abbassando lo sguardo...certo che lo ricordava, e la verità era che aveva cercato di tenersi occupata tutto il giorno proprio per evitare di pensare. 
 
- Bene...non ti riporterò dai gemelli, né andrai sola... - vedendo lo sguardo confuso della ragazza continuò - non tornerai da loro Mu! -.
 
La donna sgranò gli occhi sorpresa; una sensazione di euforia mista a leggerezza invase completamente il suo cuore, tuttavia, prima che la sua mente potesse realizzare ciò che aveva sentito, una domanda salì spontaneamente alle sue labbra - E Cam, Aphrodite, Shura??? -.
 
Shaka fece un piccolo sorriso. Proprio come aveva immaginato, la prima preoccupazione di Mu era stata per le sue amiche.
 
- Anche loro sono al sicuro...non temere - non potendo più resistere, accarezzò una delle guance di Mu, che, senza darlo a vedere rabbrividì a quel contatto, dopodiché le raccontò dell’incontro che si era svolto quella mattina nell’ufficio di Deathmask, omettendo, per delicatezza, il lato economico della questione. Al contrario, la rese partecipe dei progetti che avevano in mente i gemelli per lei e le sue amiche, provocando in lui la stessa nausea che aveva avuto quando Deathmask lo aveva messo al corrente della faccenda.
 
Quando ebbe terminato, la donna gli rivolse un sorriso triste - Mi dispiace Shaka, per tutto il fastidio che ti sto dando - poi, spostando lo sguardo sul maestoso panorama di cui aveva la fortuna di godere, parlò con un tono che rivelava tutta l’amarezza che provava - Hai dovuto comprarmi un’altra volta... - sebbene l’indiano avesse sorvolato sulla faccenda, per Mu non era stato difficile comprendere che si fosse trattato di uno scambio - se mai riuscirò ad uscire questo incubo, ti garantisco che ti ridarò tutto - concluse con una determinazione insolita da vedere sul suo viso dolce.
 
Sentendo quelle parole, Shaka si girò verso Mu per prenderla dolcemente per le spalle - Non mi devi niente Mu...niente -. 
 
Il cuore dell’indiano perse un battito quando realizzò quello che si nascondeva dietro a ciò che aveva detto Mu...sarebbe andata via, tornando alla sua vita in Jamir, e lasciandolo libero di continuare la sua...qualcosa, nella sua mente, non riuscì a metabolizzare quel pensiero.
 
- Shaka... - quei grandi occhi verdi scavavano così profondamente nei suoi che l’indiano per un attimo pensò che Mu potesse leggergli nella mente - perché stai facendo tutto questo per me? -.
 
La domanda lo lasciò di sasso. E adesso? Cosa avrebbe dovuto rispondere? 
 
Avrebbe mai potuto dirle che dal momento in cui i suoi occhi si erano posati su di lei non era più uscita dai suoi pensieri? O che adorava il modo in cui parlava, in cui si muoveva, in cui sorrideva? O che lo incantava ascoltarla e che la considerava tremendamente intelligente? O che le sue labbra sfacciatamente invitanti lo attiravano magneticamente? Avrebbe mai potuto dirle che quella stessa notte si era sorpreso più volte eccitato all’idea di poter accarezzare il suo corpo e scoprirlo centimetro dopo centimetro con il solo tocco delle sue labbra?
 
No. Lo avrebbe preso per pazzo, nella migliore delle ipotesi...
 
- Perché quello che hanno fatto a te e alle tue amiche non è giusto - fu l’unica risposta sensata che riuscì ad improvvisare. Che, quantunque fosse vera, non chiariva molto i dubbi di Mu.
 
- Credo che questo lo penserebbe chiunque - gli fece notare Mu guardandolo intensamente - ma non tutti si prenderebbero la briga di fare qualcosa a riguardo -.
 
Fortunatamente per Shaka, un suono metallico li fece sobbalzare entrambi, deviando miracolosamente l’attenzione di Mu su qualcos’altro.
 
- Deve essere il tuo telefono - gli fece notare Mu infastidita dall'interruzione.
 
- No...piuttosto credo che sia il tuo! - le rispose con un sorrisetto Shaka, al quale non era sfuggito il suo fastidio.
 
- Il mio? - domandò Mu confusa - Ma...io non ho un telefono! -.
   
 
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