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Autore: fandani03    08/01/2022    0 recensioni
E se Stefan non avesse preso la verbena e Damon avesse potuto soggiogarlo? Cosa sarebbe successo?
Dall'introduzione:
"Caro diario, [..] in questo giorno di ventidue anni fa perdevo i miei genitori, in questo giorno di ventidue anni fa il corso della mia vita è stato modificato irrevocabilmente. Ed oggi mi trovo qui a tirare le somme. Mi chiamo Elena Gilbert…ero un Vampiro…e questa è la fine della mia storia."
Dal testo:
"..la sua seconda opportunità era fuori dalla porta ogni giorno, ad ogni sorgere del sole. Voleva scoprire se stesso in questa nuova veste e aveva passato l’ultimo anno a cercare di accettare che, per far provare a lui l’emozione di una vita umana, Damon si era sacrificato e aveva rinunciato a tutto."
Elena e Stefan...sopravvissuti, lacerati, ciascuno in cerca della propria strada. Per i nostri protagonisti ogni giorno rappresenta un piccolo passo verso la Rinascita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ambiguità

- “Sono due giorni che pattugliamo la città tutta la notte. Onestamente non ho visto nulla di sospetto né ho avuto sentore di qualche vampiro in circolazione..” -
- “Bene! Spero vivamente che le preoccupazioni di Alaric fossero infondate. Voglio andare comunque alla Scuola per vedere come vanno le cose. Ti terrò aggiornato.” -
- “D’accordo, grazie Stefan. Ma, ti prego, non lasciarti coinvolgere. Qualunque cosa abbiano in mente, Klaus e la sua cerchia, se la sbrigheranno tra loro e non vedo per quale ragione dovrebbero coinvolgerci. Avanti, credo tu ti stia preoccupando eccessivamente, non credo nessuno di noi rappresenti nulla di interessante per loro.” -
- “Su questo hai ragione, mq in questa città vive la figlia di Klaus, l'unico vampiro al mondo ad aver concepito, per quanto ne sappiamo. E' e sarà sempre il suo punto debole, non dobbiamo dimenticarlo. Inoltre..voglio essere certo che nessuno di noi, soprattutto Elena, stia correndo qualche rischio.” -
- “Ok, ora è chiaro perché sei in ansia e ti stai facendo coinvolgere…hai paura per Elena. Posso capirlo..” -
- “Sì, è così. Vedi, Matt, sono felice. Ecco, l’ho detto. Ho paura a pensarlo e soprattutto a dirlo, ma sono maledettamente felice. Amo Elena come non ricordo di averla mai amata. Ma, insomma….se dovessi perderla, se dovesse capitarle qualcosa..io…” -
- “Ehi, amico..” - lo sceriffo poggiò le mani sulle spalle di quel giovane che ad un tratto gli sembrava così fragile. La presa fu salda, percepiva la sua ira e la rabbia che stava prendendo possesso del suo corpo
- “…devi calmarti, d’accordo? Elena non ha certo bisogno di questo.” -
Stefan si riscosse e ritrovò il suo autocontrollo.
- “Scusami, Matt..è stato solo un attimo di debolezza, ma probabilmente una parte di me non accetta..” -
- “Non accetti di non poterla difendere se dovesse essere necessario. Credo di capire. Una volta Elena mi disse, molti anni fa, che dopo la morte dei suoi genitori stare con te le aveva dato molta sicurezza. Perché sapeva, tra le altre cose, che tu non l’avresti lasciata, insomma, che non potevi morire. E questo forse compensava il dolore della perdita subita.” -
- “Esattamente, potevo proteggerla e poteva contare sulla mia forza e sulla mia immortalità. A meno che qualcuno non mi avesse conficcato un paletto nel cuore...” -
- “Non vorrai dirmi che preferiresti tornare indietro? Non riesco a crederlo…” -
- “No, non lo desidero. Non devi fraintendermi, la vita che ho ora è davvero totalmente appagante. Ho anche, ecco, ho anche avviato un progetto. Qualcosa di cui non ho ancora parlato con nessuno, neppure con Elena…” -
- “Dici sul serio? A cosa ti riferisci?” -
- “Devi promettere che non ne farai parola con nessuno? Voglio essere io a parlargliene, appena possibile.” -
- “Puoi contarci..” -
- “Mi sono iscritto alla facoltà di Medicina…” -
- “Cosa? L’hai fatto davvero? Hai deciso di seguire il suo sogno? Quello di, quanto, un secolo fa?” -
- “Vorrei provarci, credo sia la mia vocazione. Occuparmi degli altri mi viene naturale, se riuscirò negli studi di medicina..” -
- “E’ fantastico, sul serio. Voglio dire, Elena ne sarà felicissima…per quale ragione non gliene hai parlato?” -
- “Sto solo aspettando che, a sua volta, definisca la sua situazione. Al contrario di me, la sua strada probabilmente non è la medicina, ne sta prendendo coscienza e vorrei che facesse il passo che deve fare, senza condizionamenti. Se le dicessi che mi sono iscritto a Medicina rimarrebbe lì per stare con me. Ma io so che non è questo che desidera davvero...” -
- “Questo lo credo anch’io, da quando eravamo molto piccoli Elena ha sempre adorato scrivere. Forse la sua strada è in un mondo molto diverso dalla medicina, hai ragione...” -
- “Bravo Matt, vedo che la conosci bene!” -
- “Beh, un poco…” - strizzò l’occhio al suo compagno di confidenze.
- “Matt, scusami per essere stato pesante e invadente, in questi giorni. Non ti ho lasciato molto respiro. Seguiremo la pista Klaus solo se ci renderemo conto che è necessario. Hai ragione tu, per ora dovremmo dedicarci ad altro, alla nostra vita…” -
- “Beh, da quanto mi dicono, tu ed Elena vi…dedicate molto! Ahahah” - riuscì a schivare il finto pugno che Stefan scagliò contro di lui.
- “Ehi, sceriffo, non è da lei mettere in giro questi pettegolezzi.” -
- “Eppure le fonti, seppure la bionda in questione sia una chiacchierona, sono certo siano attendibili!” -
- “Caroline, non dubito che ti abbia subissato di particolari..” -
- “Non esageriamo, sai che non parliamo molto ultimamente. Ma la sola cosa che racconta a tutti, quando ci incontriamo, è il vostro idillio ritrovato!” -
- “Beh, è la verità…” -
- “Ne sono lieto, Stefan, ve lo meritate.” -
- “Grazie, Matt...” -
- “Continuo il mio giro, ci vediamo più tardi al Grill, come deciso, d’accordo?” -
- “Bene, riferisco ad Alaric. Ehi, Matt…” -
Il ragazzo si voltò, aveva già sceso due gradini.
- “Hai detto che non parli molto con Caroline… forse dovresti provare a farle visita più spesso.” - strizzò l’occhio a sua volta. Desiderava ricambiare i consigli che il buon Donovan aveva dispensato, ma non era certo che la strada intrapresa fosse giusta.
- “Stefan, sai benissimo che le attenzioni di Caroline sono rivolte altrove..” -
- “Lo so, ma tu ed io sappiamo bene che, tra quei due, non potrà mai funzionare…ma scusami se mi sono intromesso. E’ una faccenda troppo personale e, forse, per te è ancora presto.” -
- “Sì, forse è presto. Chi può dirlo. Ora vado, a più tardi.” -
- “Ciao Matt..” -
Il ragazzo salì sulla voltante. Stefan rimase sulla porta di casa di Elena ancora per qualche istante, lo osservò allontanarsi dopodiché richiuse. Ritrovatosi solo, ripensò alle cose che aveva appena detto a Matt, che sciocco, non avrebbe dovuto intromettersi, non era affar suo. Dopotutto, il rapporto tra Caroline e Matt si era interrotto tanti, troppi anni prima. Ed era passata troppa acqua sotto ai ponti.
Elena sarebbe tornata solo sul tardi, aveva un paio d’ore per sbrigare alcune faccende e magari per fare un salto alla Scuola Salvatore. Si avviò nella cucina, prese un bicchiere e aprì il rubinetto dell’acqua, la lasciò scorrere qualche istante e poi bevve tutto d’un fiato.
Era giunto il momento di far visita al vampiro millenario.
- “Devo guardarlo negli occhi, forse così riuscirò a stare tranquillo..” -
- “Se c’è qualcosa che vuoi chiedermi, Stefan, sono tutto orecchi..” -
- “OH!” - sussultò e il bicchiere gli cadde di mano rompendosi di tanti pezzi - “Klaus, che diamine!” -
- “Accidenti, sei diventato un vero umano impressionabile…” -
- “Appunto, dovresti ricordarti che non sono più un vampiro ed è evidente che non ti ho sentito entrare. Che cavolo, ma come hai fatto ad entrare?” -
- “Questa casa non è intestata a nessuno di voi due, siete subentrati in affitto, se non erro. E la proprietaria è morta da qualche mese. Probabilmente non è stato fatto ancora un passaggio agli eredi.. non saprei..” -
-“Mi domando come fai a sapere tutte queste cose, persino che la signora Pathmore è deceduta. Ad ogni modo, bentrovato Klaus. Era mia intenzione venirti a salutare, considerato che non ti sei degnato di farci visita!” - sogghignò.
- “Ehi, da umano mi ricordi molto di più tuo fratello…sei cambiato!” -
- “Non credo di essere cambiato, sono solo passati un po’ di anni, e non essere un vampiro mi rende meno…ombroso, diciamo.” -
- “Ah già, ho sentito dire che sei spudoratamente felice…” -
- “Ok, sentiamo, cos’altro hai sentito della mia conversazione con Matt?” -
- “Credo di aver udito il necessario, mio caro amico. Ma mettiamoci comodi, se non ti arreco disturbo...” -
- “D’accordo, ok. Nessun disturbo. Posso offrirti qualcosa da bere? Non siamo forniti di sacche di sangue, Klaus, eccetto il mio ovviamente! E non abbiamo super alcolici come un tempo, ma un buon Whiskie dovrei averlo..” -
- “Accetto volentieri…” -
Stefan voltò le spalle al suo pseudo amico, non senza qualche recondito timore che non riusciva a celare al suo inconscio. Si recò verso il mobile bar, tirò fuori una delle sue vecchie bottiglie e versò in due bicchieri. Per sé ne mise giusto un assaggio. Porse il bicchiere e Klaus ringraziò.
- “Allora, Klaus, a cosa devo questa visita? E a cosa dobbiamo tutti, la tua visita a Mystic Falls?” -
- “Mi è sempre piaciuto questo tuo essere schietto, l’andare dritto al punto. E’ indubbiamente una grande qualità…” -
- “Provo ad essere così nella mia vita, se riuscirò ad essere migliore di ciò che sono stato..” -
- “Non potrai mai cancellare ciò che sei stato, ne sei consapevole mi auguro.” -
- “Ne sono consapevole. Ma non hai risposto alla mia domanda…” -
- “Sono qui per salutarti e…sono a Mystic Falls perché, come sai, ho una figlia.” -
- “Certo, hai una figlia e anche una vampira bionda molto felici di vederti, presumo..” -
- “E’ probabile…chi può dirlo..” - queste parole uscirono dalla bocca di Klaus con esitazione, tentando di celare una forma di disagio.
- “E’ probabile, certo…” - sorrise nascondendosi dietro al bicchiere.
- “Lo trovi divertente, Stefan?” - replicò Klaus con un tono lievemente pungente.
- “Non volevo deridere nulla di quanto stavi dicendo, affatto..” -
- “D’accordo. Sentiamo, sei davvero squisitamente felice? E’ una domanda sincera, Stefan. Nessun secondo fine, nessuna malizia...” -
Stefan si sollevò e si accomodò meglio adagiandosi sullo schienale del divano. Poteva osservarlo meglio. Era molto incuriosito da ciò che pareva essere un sincero interesse.
- “Sì, lo sono. Elena ed io abbiamo ritrovato ciò che avevamo perso molti anni fa….conosci bene le vicissitudini che ci hanno separato, d’altronde.” -
- “Sì, le ricordo bene. E colgo la nota, più che legittima, di sarcasmo, nella tua voce. Ma mi preme comunque dirti che sono lieto per questo…lieto fine. In fondo te lo sei guadagnato, amico mio. Probabilmente il tuo prezzo l’hai già pagato.” -
- “Sì, lo credo anch’io. E questo mi porta alla mia domanda. Come mai sei qui, Klaus? C’è qualcosa che dovrei sapere riguardo la tua via a New Orleans?” -
- “Oh, nulla che possa neppure lontanamente riguardarvi. Non devi preoccuparti, Stefan. Ho chiaro che tu e i tuoi amici sospettate di me, e di chissà quale oscuro scopo dietro a questa visita. Sono qui per guardarmi in giro, per occuparmi di alcune questioni e per supportare la nostra comune amica. La nostra vampira bionda non può fare da sola tutto lo sporco lavoro. So che per salvarti la pelle ha sgominato una banda di teppistelli. E’ un peccato non fossi presente in quella circostanza!” -
- “Sei bene informato vedo..se tu fossi stato qui, beh, credo che quei delinquenti non sarebbero ancora in circolazione per poterlo raccontare.” -
- “Esatto, non avrei avuto pietà, come so che invece ha fatto Caroline…Mi ha scritto per raccontarmelo..” -
- “Se non ci fosse stata lei anche io, ora probabilmente, non sarei qui a parlane.. Mi ha salvato la vita.” -
- “E’ stata in gamba, d’altra parte, è una donna speciale.” -
- “Lo è senza dubbio..” -
- “In verità…aahh, accidenti per un vampiro della mia età è un po’ imbarazzante affrontare queste chiacchiere da donnicciola…” -
- “Spiegati.” - disse Stefan, sospirando lievemente spazientito.
- “Mi sono fatto molte domande negli ultimi tempi…” -
- “A cosa ti riferisci?” -
- “Alle vostre lieson, caro mio. Qui a Mystic Falls a quanto pare succede di tutto, le coppie cambiano in fretta come cambiano le stagioni..” -
- “Ok Klaus! Quindi sei qui per fare pettegolezzi, interessante!” - bevve un altro sorso di whiskie, non ricordava quel bruciore tanto intenso, accidenti.
- “Mi fraintendi, Stefan. Sto solo cercando di introdurre con leggerezza un argomento a me caro, ma delicato se trattato in tua presenza.” - il suono della sua voce cambiò. Si fece serio e quasi titubante. Nel suo sguardo aleggiava qualcosa che non era ancora stato esplicitato, ma Stefan cominciava a farsi un’idea di cosa appesantiva il cuore antico di Klaus. Caroline.
- “D’accordo, stavo solo scherzando..cosa vuoi sapere esattamente?” -
- “Lei come sta?” -
- “Sta bene. Non vi siete visti?” -
- “Sì, ma solo di sfuggita e per brevi conversazioni. Ho evitato volutamente ogni contatto.” -
- “E per quale ragione?” -
- “Stefan, sono in vita da un tempo che persino per te è inquantificabile. Ho avuto un numero incalcolabile di donne. Solo due volte ho provato dei sentimenti veri. Una di queste due volte è stata con Caroline. Questo non ti era chiaro?” -
- “Certo, lo era da tempo. E cosa ti frena questa volta? Fino ad oggi, da quanto ne so io, i vostri incontri sono stati, diciamo, fugaci ma molto intensi.” -
- “E’ esattamente questo il punto...noi siamo vampiri, fare del buon sesso è una nostra caratteristica, quello non è e non sarà mai un problema. Credo che per lei vada forse bene così..” -
- “Ma..?” -
- “Ma mi domando se è quel che voglio, e se è giusto questo per lei. Perché ci tengo, Stefan. Io a lei tengo realmente. Forse a te risulterà difficile credermi, ma dopo aver sentito tanto parlare della tua reunion definitiva con Elena, e del grande amore che vi lega da sempre, ho pensato che tu potessi comprendere il sentimento che mi muove davvero. Inoltre….inoltre, ora che sei così legato a Elena, so per certo che la tua relazione con Caroline è terminata per sempre. Ma non ho chiaro quanto lei abbia sofferto o soffra ancora per questo. Ti avevo avvertito di non farla soffrire….” - il vampiro strizzò l’occhio al malcapitato Stefan il quale, suo malgrado, dovette dare spiegazioni.
- “Allora avevo ragione a preoccuparmi del tuo arrivo!” - abbassò lo sguardo sorridendo tra sé, Stefan
- “Vedi, Klaus, Damon è morto. Ci ha lasciato, tutti, sacrificandosi per dare un futuro a tutti noi e alla nostra città.” -
- “Ne sono consapevole e, che tu ci creda o meno, la notizia mi colpì molto.” -
- “Ti credo. Ma dopo la sua morte la mia vita è cambiata per sempre. E anche quella di Elena e di Caroline di conseguenza. All’inizio è stata dura, ma io non sono più riuscito a tornare indietro. Il dolore è stato troppo grande, non c’era spazio per nessuno e per nulla che non fosse quel vuoto che riempiva le mie giornate. Qualche sporadica telefonata con Elena, solamente per accertarmi che stesse bene e che non facesse qualche sciocchezza. Era tornata umana, era sola. Temevo potesse decidere di…lasciamo perdere.” -
- “E’ chiaro, amico mio.” -
- “Ho lasciato Caroline da sola, sapendo che davvero sola non sarebbe stata mai. Aveva due figlie, aveva Alaric e doveva vigilare su Elena. E’ un vampiro ed è forte. Niente poteva abbatterla. Ha sofferto, ma è tornata in sella. E ora è più forte di prima. Sta solo cercando la sua strada e il tuo aiuto con la Scuola Salvatore è stato provvidenziale, le ha dato uno scopo. Ma ora, la vera domanda è…tu esattamente, cosa vuoi che accada? Quali risposte stai cercando e da chi? Le stai cercando davvero da me?” -
- “Sì, e le ho avute. Ora dovrò andare a cercare altrove, per avere il resto delle risposte. Sai, ho sempre avuto la sensazione che Caroline potesse essere felice con uno come Matt Donovan. Ma ora che è un vampiro non è più possibile. Non posso, pertanto, neppure augurarle un futuro rose e fiori con lo sceriffo di Mystic Falls, anche se a te l'idea non suonerebbe tanto stramapalata, da quanto ho sentito...” -
- “Chi può mai dirlo, in fondo, quando ho conosciuto Elena lei era umana e io ero un vampiro..” -
- “Ma sappiamo bene, tu ed io, che prima o poi l’avresti abbandonata costretto da evidenti circostanze. Andiamo, Stefan…” -
- “Sì, forse è come dici tu, per fortuna ora non ho più questo fastidioso intralcio chiamato immortalità…!” - sorrisero entrambi, quasi amaramente.
- “Ascoltami Klaus, non posso darti consigli, perché probabilmente la vita di due vampiri è imprevedibile e costellata da mille sfumature. Caroline probabilmente è destinata, come te, ad una vita solitaria. Sentimentalmente parlando.” -
- “E’ probabile. Triste, non trovi?” -
- “Sì, Klaus, è triste. Lo è la vita di un vampiro. Lo so molto bene.”-
- “Sono lieto che almeno qualcuno, tra noi, possa godere di momenti di vita vera…” -  nel mentre, Klaus aveva posato il bicchiere, ringraziando con un cenno della mano, si era alzato e si era già diretto vero la porta.
Il vampiro millenario porse la mano a Stefan Salvatore. Due giovani uomini, un tempo complici di vita dissoluta, poi acerrimi nemici, ora forse entrambi vittime del destino che li aveva avvicinati. Per Stefan era stata la perdita di un fratello e il grande amore per Elena, per Klaus la nascita di Hope, che aveva certamente segnato un netto cambiamento nella sua esistenza, uno spartiacque tra il prima e il dopo. Quella mal celata vena di gentilezza che in lui giaceva nascosta, con la nascita inaspettata di quella figlia era emersa in modo più evidente. E il lato migliore di lui si palesava senza che sentisse più la necessità di tenerlo nascosto, non a tutti perlomeno. Non erano molte le persone che erano venute a contatto con quel suo aspetto. E Stefan era uno di quelli.
- “Ti auguro il meglio.” -
- “Grazie. Auguro anche a te di fare chiarezza. Ma credo che la signora di cui stavamo parlando potrà darti tutte le risposte che cerchi..ti sta aspettando, da molto credo.” -
- “Lo so, è ora che vada...” - si allontanò lentamente ma si voltò nuovamente - “Ah, Stefan..se c’è qualcosa che posso fare per esservi utile.. Insomma….Stefan Salvatore non può costruire la sua vita, o una famiglia, in questa, diciamo, specie di casa! Sono esigente, come ben sai...” -
- “Non sono certamente in grado di raggiungere i tuoi standard di aspettative, in effetti. Ma nonostante abbia vissuto comodamente, e a lungo, a casa Salvatore, sinceramente non fatico ad adattarmi ad altre realtà. Devo ammettere che al momento sto attraversando la fase ‘due cuori e una capanna’, anche se so che non potrà durare per sempre..” -
- “Allora rifletti sulla mia proposta. Se volevi sapere a cosa è dovuta questa mia visita così anticipata, non lo so. Scegli la risposta che preferisci, magari ho bisogno di dare un senso alla mia vita aiutando chi mi sta intorno…chi lo sa, oppure...sto solo vegliando su dei vecchi amici.” - sollevò l'angolo della bocca, accennando un sorriso. Con quello sguardo ambiguo che lo contraddistingueva lasciò trapelare a quel punto, senza ombra di dubbio, che quella conversazione così intima, seppur gradita, era solo la facciata di qualcosa di ben diverso. Nascondeva qualcosa, ne era assolutamente certo, ora più che mai. Ma era altrettanto chiaro che non glielo avrebbe mai detto. Confidava unicamente nella buonafede dei suoi gesti e nel sincero affetto verso Caroline e verso tutti loro. La sua visita a Mystic Falls aveva certamente un scopo non chiaro, ma dopo quella chiacchierata Stefan fu comunque certo che nessuno di loro stesse correndo alcun pericolo. O che, perlomeno, lui era lì appositamente per accertarsi che tutti loro fossero al sicuro da qualche altra minaccia. Era lì per proteggerli, per proteggere sua figlia e Caroline. E anche se ignorava l’origine di questa ipotetica minaccia, l’unica cosa certa era che avrebbero fatto meglio, tutti loro, a rimanerne all’oscuro.
- “Ehi, Klaus…ricordi la vecchia casa di Elena?” -
- “Certo..la ricordo molto bene.” -
- “Ti ricorderai anche che lei le diede fuoco, ormai molti anni fa…” -
- “Ovviamente ricordo anche questo..” -
- “Dovresti darle un’occhiata...credo che a Elena manchi molto quella casa. Questa le somiglia ma per lei non è la stessa cosa.” -
- “Ricevuto, amico, ricevuto.” - si salutarono con un cenno della mano. Era la seconda volta, nella giornata, che congedava un….amico? E richiudeva la porta. La vita a Mystic Falls stava diventando sempre più strana. Stava diventando troppo…normale.
Era vero quello che era appena accaduto? Klaus era venuto a casa sua, per parlargli col cuore in mano e per offrire loro il suo aiuto e la sua protezione. O così gli era davvero parso. Doveva assolutamente chiamare Elena.

Nella semplice routine di Mystic Falls, i pochi posti dove poter incontrare per certo qualcuno, nell’arco della giornata, non erano molti. Uno era il parco pubblico, un altro luogo era il liceo, e ovviamente il Grill.
E quello strano incontro non poteva che accadere su uno di quegli sgabelli.
Ma questa volta, su quello sgabello, non si trovava seduto Damon, o Alaric, neppure Stefan.
- “Ciao, sei nuova in città?” -
- “Io nuova? Non direi proprio…” - gli occhi scuri della giovane Bennet incrociarono quelli di uno spaurito Josh, colpito da quel volto così particolare e intenso.
- “Allora ti chiedo scusa, ma non ti avevo mai vista prima d'ora." -
- "Sono stata via a lungo.." -
- "Cosa posso servirti?” -
- “Non lo so, decidi tu, ma niente di troppo forte mi raccomando..” -
- “Ricevuto..” -
Osservando le mani del giovane Joshua impegnarsi nella preparazione del suo leggero cocktail, fu colta decisamente alla sprovvista quando quella voce a lei nota le si rivolse.
- “La mia strega preferita, che sorpresa. Tra i tanti volti che avevo messo in conto di incontrare qui a Mystic Falls il tuo non era nell’elenco, questa volta…” -
- “Beh, posso dire lo stesso di te, Klaus. Non avevo in mente te come primo incontro non appena rientrata.” -
- “Manchi da molto, giusto?” -
- “Giusto…” -
- “Se sei qui significa, forse, che hai perdonato Stefan per quel terribile gesto…” -
- “Terribile gesto? La morte di Enzo? Interessante definirlo terribile gesto..” -
- “Dovresti sapere, mia cara, che gli eufemismi fanno parte del mio stile e della mia epoca..” -
- “Certamente.. Ad ogni modo, se vuoi saperlo, l’ho perdonato, certo…” -
- “Non avevo alcun dubbio su questo..” -
- “E tu cosa fai da queste parti? A parte, ovviamente, visitare Hope…” -
- “Oh, molte cose e nessuna in verità…diciamo che sono qui per fare una sorta di ronda…” -
- “Come dici? Cosa significa?” -
- “Non c’è molto atro che tu debba sapere, Bonnie, ma se sono qui al Grill in realtà è perché ho bisogno del tuo aiuto…” -
- “Stai scherzando, spero…quindi non sei qui per caso, mi stavi cercando…” -
- “Ovvio” -
- “Non ho alcuna intenzione di farmi coinvolgere nuovamente, ho passato il mio tempo lontano da qui in tutta tranquillità, cercando di disintossicarmi anche dalle esperienze orribili che abbiamo vissuto in passato. Non sono tornata qui per ricominciare la vecchia vita…” -
- “Mi stai forse dicendo che i tuoi poteri non sono tornati e che non vorrai usarli mai più? Andiamo, Bonnie, è il tuo destino e lo sai. Ad ogni modo non hai ancora ascoltato ciò che devo dirti…” -
- “Scusami…va tutto bene?” - la voce di Josh si introdusse nel dialogo tra Bonnie e il vecchio vampiro, volto nuovo per Mystic Falls, perlomeno per il giovane Joshua.
- “Certo, va tutto bene, grazie.” -
- “Perch.. se questo tizio ti sta importunando posso…” -
- “Ascoltami bene, piccolo barista ficcanaso, io e la signora qui presente ci conosciamo da molti anni. Io frequentavo questo bar, e questo sgabello, quando tu andavi ancora all’asilo probabilmente. Ti consiglio di farti da parte e di non immischiarti nuovamente..” -
- “Ah sì? Lo sai che potrei sbatterti fuori? Perché in questo locale noi non vogliamo soggetti come te, arroganti e sbruffoni..se sei in cerca di problemi ti consiglio di andare altrove..” -
- “Ehi, Josh, lascia stare per favore..” -
- “Allora non ti deve essere chiaro quel che ho detto…” - Klaus si alzò di scatto afferrando il polso del ragazzo, con una presa tanto forte da fargli sbarrare gli occhi dalla paura. Lo sguardo fisso negli occhi del giovane lo rese incapace di reagire.
- "Ti ho detto di non immischiarti!" -
Senza esitazione e comandata dal suo istinto, la mente di Bonnie si mise in azione. La rabbia verso il sopruso che si stava perpetrando davanti a lei, la fece agire senza neppure riflettere. E Klaus si trovò di colpo con la testa pulsante per l’improvviso e intenso dolore, una morsa così forte che lo costrinse a lasciare a sua volta il ragazzo che arretrò di colpo verso il muro alle sue spalle, rovesciando numerose stoviglie. Il frastuono si diffuse in tutta la sala portando molta gente a voltarsi verso di loro.
- “Ok, ok, d’accordo, ho ricevuto il messaggio Strega…” -
Bonnie lasciò andare la sua preda.
- “Ma vedo che non hai perso il tuo tocco e me ne rallegro.." - si riprese rapidamente, il vecchio Orginale. - "..ero certo che fossi ancora la stessa Bonnie Bennet…” -
- “Cosa vorresti dire?” -
- “Volevo metterti alla prova..mi dispiace che questo povero ragazzino ne abbia fatto le spese, ora dovrò rimediare..” -
- “Ho agito d’istinto e...non era la prima volta che utilizzavo i miei poteri, negli ultimi tempi, ma mai in questo modo. Insomma, non era più capitato nulla che mi facesse provare ciò che ho provato un attimo fa…” -
- “Non si direbbe affatto tu fossi fuori allenamento, a giudicare dal mal di testa che mi porterò dietro per qualche ora!” -
- “L’hai spaventato a morte.” - il tono di Bonnie si fece nuovamente serio e recriminatorio.
- “Lo so. Ehi tu, vieni qua…” -
il ragazzo si avvicinò nuovamente al bancone, quasi ipnotizzato dallo sguardo ma anche dalla voce di quello strano avventore che si trovava di fronte a lui. Ne era terrorizzato ma non poteva non eseguire i suoi comandi.
- “Dimentica quanto accaduto, abbiamo conversato, mi hai versato da bere e io me ne sono andato. La strega rimarrà qui…” - voltandosi verso Bonnie - “Ah, giusto: dimentica anche questo. Lei NON è una strega, è solo una brava ex studentessa di Mystic Falls…” -
- “D’accordo, Klaus, ho capito il messaggio. Cosa ti serve? Cosa vuoi da noi?” -
- “Bonnie, rilassati tesoro, non mi serve niente. Volevo solo sapere se posso contare sul tuo aiuto semmai ce ne dovesse essere bisogno. Sai…per Hope, e per Caroline..” -
- “Aiuto per cosa? Di cosa hai paura, Klaus? Cosa dobbiamo temere?” -
- “Oh, voi nulla. Ma io ho molto da temere. Sono immortale, lo so, ma le persone a me care non lo sono. E ho bisogno che tu mi aiuti a tenre anche loro al sicuro, qualora dovessere essere necessario.” -
- “Dovrai essere più chiaro allora…” -
- “Lo sarò, quando sarà chiaro anche per me. E solo se sarà necessario. Sei con me, Bonnie? Stavolta dovrai fidarti e basta.” -
- “Ok, mi fido Klaus. Ma che sia chiara una cosa: sono qui per ritrovare la mia vita. Ti prego di non rovinare nuovamente la quiete di Mystic Falls. Non portare problemi nella vita di Caroline o di Hope. O farò di tutto per contrastarti…” -
- “Allora credo che abbiamo raggiunto il nostro accordo.” -
Uno sguardo di sfida e di pseudo alleanza aleggiava tra i due. Un tempo nemici giurati.
Bonnie sapeva bene che quell’uomo era nel cuore di Caroline, non desiderava intralciarla ed era tornata anche per rientrare nella vita delle sue amiche. Ma il suo essere una Strega, era chiaro, non le avrebbe mai permesso di condurre un’esistenza davvero normale. Per questa ragione, forse, nella sua vita, poteva esserci solo qualcuno che comprendesse ciò. Uno stregone, un vampiro, un cacciatore di vampiri….
Avrebbe voluto contattare Jeremy ma Caroline le aveva fatto promettere che l’entrata a sorpresa ci sarebbe stata, e che sarebbe accaduto durante la Festa.
Era il momento di ritirarsi e dedicarsi ai preparativi. Il Grill era un luogo ad alto rischio di incontro.
- “Devo andare, ci vedremo a Casa Salvatore domani sera, presumo…” -
- “Certamente, e credo tu sarai l’ospite d’onore..” -
- “Facciamo in modo che sia una bella serata…” -
- “Lo sarà, non temere..” -
Si allontanò e uscì dal locale. Una volta all’esterno tirò un profondo respiro. Senza rendersene conto, sebbene riuscendo a controllare tutto alla perfezione, quei minuti trascorsi con Klaus le avevano creato tensione. Ma nonostante non riuscisse a fidarsi completamente e ad essere felice per la sua amica, doveva riconoscere che lui l’aveva aiutata a ritrovare maggiore consapevolezza di se stessa e di questo gli era grata.
Sentiva scorrere dentro di lei, nuovamente, tutta la linfa dei Bennet. Si sentiva forte e non vedeva l’ora di condividere tutto questo con le persone a lei care.

 

  
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