Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: elfin emrys    10/01/2022    2 recensioni
{Gwencelot, Arwen + ship finale, Modern!AU}
Rimase immobile anche quando la maggior parte delle persone scesero dalla collina, impettita lì in cima. Non si sentiva persa, né insicura, ma… Ma c’era qualcosa di triste, nel pensiero che due delle persone che più aveva amato avevano continuato la loro vita senza che lei potesse guardarle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gwen | Coppie: Gwen/Artù, Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E invece ci siamo incontrati su Primrose Hill
 
Lancelot non era stato solo il primo amore, per lei.
Era stato l’inizio di una nuova vita, il momento in cui si era trasformata, in cui, finalmente, aveva scelto qualcosa per se stessa.
Non era uscita con Lancelot per far contento suo padre o suo fratello, né per senso del dovere, né per praticità o amor di pace; l’aveva fatto solo e soltanto perché lo desiderava e per lo stesso motivo aveva continuato a vederlo, ancora e ancora.
Anche il loro primo bacio era avvenuto in quel modo, con le farfalle nello stomaco che non si fermavano e quel profondo senso di liberazione, di peso tolto dalle spalle.
La loro prima volta era avvenuta come in un sogno, in un universo distaccato dalla sua solita vita, dalla sua quotidianità, e anche le successive le avevano provocato quel senso di appagamento che era stato sopra ogni altra cosa emotivo, quasi spirituale.
Il ricordo dei momenti vissuti con lui, spesso, le facevano ancora inumidire gli occhi e percepire uno spasmo allo stomaco che non avrebbe dovuto essere piacevole, eppure lo era.
Lancelot era stato tutto ciò che avrebbe mai potuto sognare, come quando da bambina udiva fiabe su nobili cavalieri e principesse. Quasi si vergognava ammetterlo, ma era vero: l’aveva aiutata a scendere dalla stanza più remota della torre più alta, e l’aveva fatto solo per il piacere di conoscere il mondo insieme a lei.
Si erano separati dopo anni di frequentazione. Non era stato un addio crudele, risentito, ma ciò non voleva dire che non era stato pregno di sconforto e amarezza, delusione. Gwen sapeva che una parte di sé non avrebbe mai smesso di amare Lancelot, che probabilmente sarebbe rimasta con lui per sempre se non fosse stato per… Ecco… Per la vita, semplicemente, che desideravano per sé.
Erano diventati troppo grandi, ormai, per pensare che il loro amore avrebbe potuto affrontare ogni differenza, troppo maturi per cercare di tenere legato l’altro a un rapporto che non avrebbe potuto soddisfare nessuno dei due ancora a lungo.
Gwen desiderava qualcosa di stabile, voleva un posto da chiamare casa dove in futuro crescere una famiglia, e sognava una vita tranquilla, “banale”, come alcune sue amiche la definivano.
Lancelot, invece, aveva bisogno di mettersi alla prova, aveva bisogno di avventure e di spazio per crescere e conoscersi come essere umano e come uomo, necessitava di libertà per viaggiare e cambiare lavoro quando voleva e di fare ancora qualche coraggiosa sciocchezza.
Entrambi sapevano che la visione dell’altro era qualcosa di bello, di desiderabile, che non era niente di assurdo o irraggiungibile, come anche sapevano che quei due futuri non potevano essere costruiti contemporaneamente, che uno dei due sarebbe stato costretto a fare sacrifici che avrebbe rimpianto per sempre.
Il loro addio era avvenuto nell’aeroporto di Heathrow in un giorno che Gwen ancora si ricordava come particolarmente freddo e grigio. Si erano dati lì il loro ultimo bacio, leggero e timido, poi Lancelot, zaino in spalla, si era allontanato. Non si era voltato per guardarla, ma a Gwen piaceva pensare che fosse stato faticoso per lui quanto era stato per lei vederlo sparire nella fila per i controlli dei bagagli e poi ancora oltre, mentre diventava lentamente una persona come tante altre, mentre iniziava già a diventare uno sconosciuto.
Era stato difficile. Era stato doloroso. Era stato pesante. Per molto tempo, Gwen non si era perdonata fino in fondo il non aver fatto un passo in più, il non essere partita con lui, il non aver voluto lasciar perdere il proprio modo di vedere la vita anche solo per un attimo, ma alla fine quello che già conosceva con la mente era arrivato anche al cuore e, un giorno, si accorse che pensare a Lancelot non le faceva più bruciare gli occhi di frustrazione o di rammarico.
Poi era arrivato Arthur.
Gwen ancora si ricordava bene l’imbarazzo che aveva provato nell’uscire con il fratello della sua migliore amica. Non era stato facile annunciarlo a Morgana, ma alla fine la relazione era venuta allo scoperto. Il sorriso dell’altra era stato melenso e falso e forse Gwen avrebbe dovuto capire in quel momento che, definitivamente, quella non era più la persona che aveva imparato a conoscere e ad amare.
Quando Morgana abbandonò la sua famiglia, Gwen non era stata con lei. Era stata accanto ad Arthur, come supponeva dovesse essere, e sempre accanto a lui aveva passato i successivi otto anni della sua vita.
Era convinta che si sarebbero sposati un giorno, che avrebbero messo su famiglia come aveva sempre sognato e che tutto sarebbe stato al proprio posto.
Ma Arthur non era mai stato “nudo” con lei come lo era stato Lancelot, che le aveva rivelato ogni angolo del suo cuore. Gwen per Arthur aveva un posto privilegiato, sì, il migliore, e il suo amore per lei era di sicuro enorme, ed era tenero e solido e pieno di vita e immobile, ma la donna lo notava, che c’era la volontà di attenersi a un ruolo.
Arthur voleva fare il principe azzurro, era chiaro, e lo faceva straordinariamente bene, come se fosse nato per quello, ma non era lui, non nella maniera totale in cui lei lo desiderava.
A volte, a Gwen sembrava quasi che Arthur fosse più soddisfatto del fatto di riuscire a rientrare in quell’ideale maschile cui voleva attenersi più ancora della loro relazione per quello che era o per quello che poteva essere. E per quanto le intenzioni di lui fossero nobili, quel velo di artificialità, per quanto sottile, a volte diventava pesante come se fosse stato fatto di duro e freddo metallo.
Se lasciare Lancelot era stato difficile, fare lo stesso con Arthur era parso quasi impossibile. Forse si sarebbe risentita per sempre per il fatto che l’aveva dovuto fare da sola, che l’altro aveva fatto tutto il possibile affinché rimanessero insieme, nonostante non avesse più senso. Eppure era qualcosa che andava fatto, brutalmente se necessario, come quando si strappa un cerotto che sembra particolarmente attaccato alla pelle.
Gwen aveva portato via tutte le sue cose dall’appartamento che condivideva con Arthur in un’unica giornata e aveva richiesto al suo ormai ex fidanzato di buttare tutto ciò che avrebbe trovato in più.
Dopo quel giorno, non si scrissero più e si persero di vista.
Il lasciarlo non le riportò Morgana e non le restituì gli anni in cui era stata con lui. In realtà, allontanò da lei anche l’unica amicizia che era riuscita a tenersi dal liceo e fece male, anche se Gwen sapeva, nel profondo, che Merlin era diventato da diverso tempo più amico di Arthur che suo.
Li avrebbe rivisti due anni dopo.
Gwen si era rintanata in un pub, cercando di fuggire dalla pioggia battente, e aveva notato una nuca bionda, una sua schiena che ben ricordava. Anche se era passato del tempo, sarebbe stato impossibile per lei non riconoscerlo. 
Lui non la notò. Stava chiacchierando con Merlin, il quale stava alzando gli occhi al cielo, un lieve sorriso sulle labbra. Poi Arthur si era chinato un po’ verso l’altro, gli aveva sussurrato qualcosa che lo aveva fatto arrossire e aveva fatto incontrare le loro labbra per un breve momento.
Gwen aveva spalancato gli occhi, poi era scoppiata a ridere, forse un po’ istericamente, e si era ritirata nel bagno per non attirare l’attenzione su di sé. Forse, se lo sarebbe dovuta aspettare. Anzi, probabilmente. In realtà, solo in quel momento si stava rendendo conto di essere sempre stata un po’ lei il terzo incomodo.
Smise di ridere dopo pochi minuti e ciò che le rimase era una serenità placida e tranquilla. Scoprì di essere addirittura felice per quello che aveva visto e forse anche un po’ grata, poiché un grande peso le era stato appena tolto dalle spalle. Si era sempre sentita un po’ in colpa, segretamente e in maniera profonda, per aver lasciato Arthur; si era sempre ripetuta che era la cosa giusta da fare, ma non ne era mai stata davvero sicura.
Invece, quando si riaffacciò dal bagno e vide Merlin indicare qualcosa alle spalle di Arthur per approfittare della distrazione e rubargli delle patatine dal piatto, ne ebbe la certezza.
E fu proprio per dare un ultimo e definitivo addio al suo legame interiore con Arthur che Gwen si ritrovò su Primrose Hill. Era stato il luogo del loro primo bacio in pubblico, dopo qualche settimana di relazione celata più o meno consapevolmente.
Non era la stagione migliore per vedere il tramonto. Le nuvole coprivano gran parte del cielo e una leggera nebbia aleggiava sui prati e gli alberi di Regent’s Park.
Gwen sospirò, osservando le luci che si accendevano lentamente nell’oscurità crescente della collina. Il suo cuore si strinse un poco e i suoi occhi si inumidirono.
Rimase immobile anche quando la maggior parte delle persone scesero dalla collina, impettita lì in cima. Non si sentiva persa, né insicura, ma… Ma c’era qualcosa di triste, nel pensiero che due delle persone che più aveva amato avevano continuato la loro vita senza che lei potesse guardarle. Le sarebbe piaciuto avere l’opportunità di poter prendere le mani di Lancelot e di Arthur tra le proprie, al solo scopo di augurare a entrambi tutta la felicità che quel mondo aveva da offrire loro. Forse, avrebbe anche voluto dire che, nonostante tutto, si portava il ricordo del loro sorriso e del loro affetto ovunque andasse, che le sembrava che li avrebbe amati entrambi per sempre, in qualunque mondo ed epoca, sotto ogni aspetto e in ogni forma che l’amore poteva assumere. E anche che, però, nessuno di loro aveva ancora finito. Che avevano tutti ancora così tanto da dare.
E che avrebbero trovato dove avrebbero voluto rimanere per sempre.
-Gwen…?
La donna saltò in aria e si voltò all’udire quella voce. L’uomo che aveva di fronte aveva i capelli biondi, mossi, e un volto gentile e familiare.
-…Leon?
Lui annuì, sorridendo.
-Da quanto tempo! Come stai? Tuo fratello e tuo padre?
-Loro stanno bene e anche io. Tu, invece? Non ci vediamo ormai da…
Gwen inghiottì a vuoto. Il loro ultimo saluto era stato al funerale di sua madre, la quale lavorava per la famiglia di Leon. Lui le venne in aiuto.
-Penso da dodici anni?
-Già, è vero. Mi stupisce tu mi abbia riconosciuta in realtà.
L’uomo rimase in silenzio per un attimo, poi rise.
-Perdonami, ero convinto avresti continuato la frase. Non farci caso.
-Con cose come “Non volevo dire che è strano tu mi abbia riconosciuta o che io non ti avrei riconosciuto”…
-Esattamente.
-Come facevo un tempo.
-Sì, come facevi un tempo.
Gli occhi di Leon si spostarono sul suo viso e qualcosa si addolcì nel suo sguardo. Continuò.
-In ogni caso sto bene. Ho avuto una promozione proprio stamattina, quindi puoi immaginare come mi senta. Sono venuto qui per questo, è uno di quei posti dove vai quando sei felice, non so se mi spiego.
Gwen si vergognò un po’ dell’entusiasmo che mise nella risposta.
-Ti spieghi benissimo e complimenti! Dove lavori adesso?
-Lavoro per la Pendragon, non so se la conosci, è un’azienda molto specifica…
-Pendragon? Davvero?
-Sì?
-Arthur Pendragon è un mio ex, quindi sì, la conosco bene.
Leon strabuzzò gli occhi.
-Come è possibile che non ci siamo mai incontrati?
Gwen rise.
-Non lo so, suppongo che ci siamo girati attorno senza saperlo…
-E invece ci siamo incontrati su Primrose Hill.
-E invece ci siamo incontrati su Primrose Hill, esatto.
Leon annuì, come se stesse rispondendo a una domanda che si era posto da solo, senza dirla.
-Il destino deve proprio aver voluto ci rivedessimo, alla fine.
Gwen sbatté le palpebre. L’altro non era cambiato molto rispetto all’ultima volta in cui lo aveva visto. I baffi e il pizzetto erano qualcosa di nuovo, ed era più alto, dalle spalle più squadrate, ma la luce negli occhi era identica, così come il suo sorriso caldo. Un tempo, prima ancora di Lancelot, le avevano fatto venire le farfalle nello stomaco.
Si chiese come aveva fatto a dimenticarsi della cotta che aveva avuto per quel ragazzo di un paio di anni più grande di lei.
Leon inclinò la testa.
-Senti, io stavo andando a cena. Vuoi per caso unirti a me? Abbiamo molte cose da dirci, immagino.
Gwen rispose prima di pensarci davvero.
-Mi farebbe molto piacere.
L’altro le sorrise e gonfiò il petto, come se fosse fiero di sé – ed eccole lì, di nuovo, le farfalle nello stomaco.
Le tese il braccio.
-Posso avere l’onore di accompagnarla, milady?
Gwen rise.
-Naturalmente, sir.
Scendere insieme dalla collina le ricordò di quando andavano a giocare nel giardino della casa di Leon e dello sguardo malizioso di sua mamma, cui aveva raccontato per tutto il viaggio di andata di quanto fosse innamorata dell’altro bambino.
Gwen arrossì e rivolse lo sguardo verso l’uomo cui teneva il braccio, il quale le stava chiedendo se le piaceva la cucina italiana, perché conosceva un ristorante buonissimo proprio lì vicino.
Chissà…

Note di Elfin
Buonasera signore e signori :D Non pensavo che avrei mai scritto qualcosa con Gwen come personaggio centrale, ma eccomi qui XD È una cosina senza pretese, tanto perché sapete tutti che la LeonxGwen è una delle mie coppie preferite e ne volevo una XD In realtà era già tutta scritta da mesi, ma non l'avevo mai completata... Oggi l'ho aperta per sbaglio e rileggendola mi sono data la spinta per terminarla. È stato un esperimento interessante :)
(E mi manca Londra, e da qui nasce tutta la menata su Primrose Hill, ahahahah)
Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a qui e tutte le persone che negli scorsi mesi hanno recensito le mie ultime ff. Alcuni mi hanno inviato messaggi privati e, anche se so che molte di queste persone non leggeranno questo messaggio, voglio solo dire pubblicamente che vi voglio bene :3
Spero che il 2022 di tutti sia iniziato meravigliosamente <3
Kiss
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: elfin emrys