Fumetti/Cartoni americani > Transformers
Segui la storia  |       
Autore: Ciarax    11/01/2022    0 recensioni
"Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri."
- Cesare Pavese -
---
Ma non è la solitudine in sé il problema ma quello che porta le persone a compiere a causa sua. E rimanere soli forse è peggio che venire feriti da chi si ama di più.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Autobot, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Ratchet
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO – IV
 


          «Miko, che diavolo stai facendo?» urlò Max una volta ritrovato l’equilibrio, scoccando un’occhiata seccata verso l’altra ragazza che non fece altro che accennare un sorriso.
          «Oh avanti, ammetti di essere anche tu eccitata di stare in mezzo all’azione per una volta!» rispose di rimando Miko, nient’affatto toccata dall’esasperazione presente sul volto di Max che detestava trovarsi in mezzo ai combattimenti degli Autobot.
          Il sole del Nevada picchiava fortemente sulle loro teste e i pesanti passi di alcuni Veichon attirarono la loro attenzione. Erano atterrate poco dietro Bulkhead, già nascosto dietro un enorme sperone roccioso e che intimò loro di fare silenzio, non appena si accorse della loro presenza. L’Autobot era particolarmente agitato ora che era venuto a sapere di dover anche preoccuparsi di tenere al sicuro le due ragazze, compito nient’affatto facile quando c’era il rischio di venire circondati da nemici nell’arco di pochi minuti se solo l’avessero scoperti.
          La fortuna non girò dalla loro parte quando il Decepticon si accorse della presenza delle due umane e prima che potesse anche solo puntare loro contro il cannone Max trascinò con sé Miko, strattonandola per un braccio finché non si furono allontanate abbastanza e senza osare minimamente guardarsi indietro. Bulkhead si gettò nel combattimento contro il Veichon prendendolo di sorpresa, intimando poi a Miko di rimanere nascosta mentre Max la trattenne vicino a sé dietro un’enorme roccia che sperò essere sufficiente a non farle correre un altro infarto come quello di pochi minuti prima.
          «Si può sapere cosa avevi in mente? Hai idea del pericolo in cui ci hai cacciate?» esclamò nuovamente Max, esasperata dalla poca attenzione che Miko le stava rivolgendo. Normalmente non si faceva prendere dalla rabbia ma in quel momento, oltre ad essere stata gettata in una situazione totalmente mal voluta, entrambe stavano rischiando la vita… e per cosa? Per lo stupido desiderio di Miko di cercare un po’ di adrenalina, come se il conoscere creatura magnifiche e complesse come i cybertroniani non fosse già abbastanza, a quanto pare ritrovarsi in prima persona in mezzo alla loro guerra millenaria sembrò essere altrettanto allettante.
          Miko d’altro canto, fu più concentrata sul combattimento tra i due cybertroniani per anche solo prestare attenzione alle parole di Max, non accorgendosi però neanche di un altro pericolo incombente.
          «Non preoccuparti, Bulkhead ci terrà al sicuro» disse Miko sicura di sé, girandosi di scatto quando la presa di Max sparì dal suo braccio e sentì le sue urla agghiaccianti dietro di sé.
          Era stata afferrata da un altro Decepticon, Max si era allontanata per evitare che il Veichon prendesse di mira anche Miko, e lei non poté far altro che osservare impotente la sua cattura.           Bulkhead era ancora impegnato da non aver notato le urla di Max che venne portata senza troppa esitazione dentro la Nemesis dei Decepticon.
Per quale motivo poi la fecero loro prigioniera anziché ucciderla sul posto rimase un mistero per parecchi minuti, considerando quasi sempre i Decepticon come mere macchine di distruzione e morte… non sembravano esattamente inclini a ragionare strategie particolarmente complesse. Se ovviamente non si parlava di Megatron o Starscream, gli altri Decepticon semplicemente eseguivano gli ordini senza pensare particolarmente ai danni e alle conseguenze a cui le loro azioni avrebbero portato più in là nel tempo.
          Venire strattonata come una bambola di pezza non era esattamente l’esperienza migliore degli ultimi anni, stretta in modo asfissiante tra gli artigli di uno dei Veichon che lavoravano per Megatron. La Nemesis sembrò un enorme sistema labirintico di corridoi infiniti e tutti uguali, cercando di ricordare almeno parte del tragitto Max dovette arrendersi presto, quando la mancanza di aria iniziò a darle alla testa e un pensiero cupo le attraversò la mente.
          Il Decepticon alla fine sembrò fermarsi solo dopo qualche minuto di tragitto, di fronte un’area vagamente diversa rispetto al monotonia degli altri corridoi. L’enorme varco chiuso fu quello che attirò l’attenzione di Max, ingresso che le ricordò infantilmente alla sala di comando di una di quelle enormi navi spaziali che venivano rappresentate nei cartoni animati.
          Il secondo Veichon batté il pugno un paio di volte prima di ricevere risposta affermativa ed entrare con l’altro dentro quello che sembrò sempre più essere il pontile di Nemesis. E il motivo della loro venuta era lì di fronte a lei… l’agente speciale Fowler, legato a pesanti catene che lo tenevano sospeso in aria in modo da rimanere ad altezza viso di Cybertroniano.
          «Chi è che osa interrompermi nuovamente?» la voce alquanto stridula di Starscream non passò inosservata a Max che continuò a tenere il suo sguardo fisso sulla figura di Fowler sperando in un qualche suo movimento, anche se era semplicemente svenuto e non sembrava affetto da qualsiasi stimolazione esterna.
          «E chi è questa pulce? -si interruppe per un secondo, squadrando meglio la piccola umana che aveva davanti, semisvenuta tra le grinfie del Veichon, -Ma certo, sei l’animale da compagnia del medico Autobot»
          Quella voce stridula, poche volte aveva avuto occasione di sentirla ma finalmente poté associarla ad un volto.
Starscream.
Lo stesso Decepticon che aveva ucciso Cliffjumper, lo stesso che lo aveva ridotto in uno stato pietoso che anche Arcee ne era rimasta scossa. Tuttavia, per quanto il lutto tornò a farsi sentire, in quel momento l’urgenza era tirare fuori Fowler da lì… e si maledisse per non aver trovato un modo migliore.
Prese un profondo respiro, per quanto poté con i polmoni costretti, e finalmente si decise a parlare.
          «Cosa… cosa vorresti farci con Fowler? Speri che ti dica dove si trova la base degli Autobot? -domandò a mezza voce Max tentando di suonare il più convincente possibile, -senza di me Fowler non può accedere, il sistema è impenetrabile tanto quanto la vostra nave. Se non hai l’accesso non c’è modo di entrare…»
          «Allora sarai tu a rivelarmi il modo per arrivare al cuore della base Autobot. Sono sicuro che il tuo caro Autobot sarà ben felice di riaverti indietro… anche se non totalmente integra. I vostri involucri sono particolarmente fragili»
          Starscream sembrò essere caduto in quel blando tentativo di distogliere la sua attenzione da Fowler, cosicché almeno Bulkhead avrebbe avuto meno difficoltà nel tentare di salvarlo. L’agente speciale venne di fatto lasciato lì, svenuto mentre Max fu portata in una stanza ugualmente tetra anche se visibilmente più piccola; liberata dalla presa ferrea del Decepticon, venne prontamente legata similmente, impedendogli ogni movimento e con il cannone del Veichon pericolosamente puntato su di lei.
Se due parti di quel piano improvvisato avevano funzionato, tra il salvare Miko e il tenere occupato Starscream, Max non seppe se mai ci sarebbe stata una parte che avrebbe previsto la sua fuga… o più semplicemente la sua sopravvivenza.
          «Sai che anche se mi tieni rinchiusa qui, non otterrai nulla vero?»
          «Mi accontenterò delle tue urla allora. Il vostro organismo sembra curiosamente ricettivo all’Energon oscuro» disse semplicemente Starscream, tirando fuori lo stesso strano affare con cui aveva torturato Fowler e che lo aveva presto ridotto in quello stato di svenimento forzato.
          Tra i servo di Starscream, Max notò immediatamente l’emanazione di energia corrotta, malvagia provenire da quell’arnese che aveva e un brivido le percorse pericolosamente la schiena. Se quello era realmente Energon oscuro, non riuscì ad immaginare le conseguenze sul suo corpo; ricordò con un brivido come sia l’attrezzatura di Ratchet tornò in vita dalla contaminazione da quell’Energon corrotto ma anche semplicemente la debilitazione di Arcee quando ne aveva avuto solo una quantità infinitesimale sul dorso della mano metallica.
          Starscream ovviamente non fu affatto preoccupato dell’incolumità di quel sacco di carne di un’umana, specialmente visto il suo stretto legame con gli Autobot. Non si sarebbe fatto problemi a riconsegnarla a Ratchet ridotta in pezzi o peggio.
Detestava stare su quel pianeta roccioso pullulante di organismi così insignificanti e privi di qualsiasi interesse.
          Max non ebbe tempo materiale di elaborare un pensiero quando la colpì. Quel pungolo che teneva tra le mani emanò una forte scarica di energia che la attraversò dalla testa ai piedi, tremendamente più forte di un semplice teaser.
          Per un attimo ebbe l’impressione di sentire i propri organi interni friggere a quella improvvisa scarica elettrica, ogni singola terminazione nervosa mandava pesanti scariche di dolore al suo cervello, non più in grado di gestire un tale allarme generale nel proprio corpo. La vista le si offuscò per qualche secondo, notando solamente macchie scure nella sua visione periferica e distinguendo a malapena la figura di Starscream.
Annaspò in cerca d’aria quando ebbe l’orribile sensazione di annegare.
Uno dei polmoni aveva smesso improvvisamente di funzionare.
          Impiegò diversi minuti per ritrovare un barlume di pensiero logico, riuscendo ad isolare una minima parte di quel dolore lancinante e concentrandosi semplicemente sul cercare di non morire asfissiata. Le scariche di dolore sembrarono essersi interrotte e Max distinse vagamente la figura di Starscream poco distante da lei, che la fissava silenzioso ma non riuscì a scorgerne altri dettagli.
          L’aria le raschiava la gola ad ogni respiro affannoso, contratto dalla cassa toracica che non ne voleva sapere di espandersi a dovere; il fianco al contrario sembrava essere stato buttato sulla fiamma viva, lo sentiva pulsare dolorosamente e non ebbe il coraggio di trascinarci sopra una mano per sentirne le condizioni.
Il dolore sarebbe stato atroce.
          «Sicuramente sembri avere più voce di quell’altro rifiuto organico, - commentò con una punta di divertimento Starscream, godendo nel guardare Max agonizzante e di già a malapena cosciente, -se decidi di collaborare posso subito mettere fine a questo spettacolo noioso»
          «Già… già ti arrendi, Starscream? Pen…si che tradisca così la mi-mia famiglia?» la voce era spezzata, roca con ogni respiro che le costava una fatica immensa. Non si era minimamente accorta delle sue urla a squarciagola degli ultimi minuti, le orecchie ronzavano insistentemente e a malapena aveva sentito la propria voce.
          «Voi ammassi di carne sapete essere veramente patetici» commentò semplicemente il Decepticon, già stufo di quella inutile conversazione.
Non fece tuttavia in tempo ad aggiungere altro che dalla porta dietro di lui comparve la massiccia figura di Bulkhead, cannoni spianati e puntati contro Starscream, pronto a colpire chiunque fosse tanto stupido da provare una mossa avventata contro l’ex Wrecker.
          Max udì un’indistinta serie di rumori ovattati, prima di serrare gli occhi e venire nuovamente invasa dallo stesso dolore lancinante di prima, colpita nello stesso identico punto sul fianco già martoriato. Un urlo agghiacciante lasciò le sue labbra e non riuscì a registrare nient’altro che non fosse quell’atroce sensazione di venire bruciata dall’interno quando lei era ancora viva, con il solo desiderio di svenire il prima possibile… o che quel Decepticon la freddi sul posto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Transformers / Vai alla pagina dell'autore: Ciarax