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Autore: MaryFangirl    13/01/2022    2 recensioni
Un incidente ha fatto cambiare tutto...l'amore può esistere al di là delle differenze?
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Pochi giorni dopo l'intervento, il Doc si sentiva soddisfatto, il chip sembrava essere ben fissato. Seduta sul letto, Kaori non aveva ancora iniziato la riabilitazione, bisognava attendere ancora un po'. Stava leggendo una rivista fotografica quando bussarono alla porta. Si aspettava di vedere Hideyuki o Ryo, ma fu più che sorpresa di trovarsi davanti Shinoka.
 
“Buongiorno Kaori, spero di non disturbarti troppo?”
 
“Certo che no” rispose Kaori con un caldo sorriso, “prego, entra”
 
“Ho saputo che il tuo intervento è andato bene, ne sono felice...”

“È vero...ora non resta che aspettare che il chip faccia effetto”
 
Riponendo i fiori che aveva portato in un vaso, Shinoka continuò.
 
“Tuo fratello mi ha detto cos'è successo...mi dispiace...ma sono anche molto contenta che quel rifiuto abbia avuto ciò che meritava...così posso pensare che la morte di Keiko non sia stata del tutto vana...”

“Mi dispiace davvero per tua sorella, avrei voluto che si fosse salvata...”

“Anche io...” rispose tristemente la donna, “ma la cosa più importante è sapere che quell'uomo non farà del male a nessun altro...”
 
Un silenzio carico di ricordi si stabilì tra loro. Quella storia aveva lasciato il segno nei loro cuori e ciascuna aveva una cicatrice a modo suo. Shinoka aveva perso la persona più cara, Kaori era precipitata in un mondo molto più crudele e violento di quanto potesse sospettare.
 
Rompendo finalmente il silenzio, le giovani rimasero a chiacchierare un po'. Quando Shinoka decise di andarsene, Kaori le chiese:
 
“Cosa farai adesso?”

“Andrò in Francia, mi è stato offerto un posto interessante e penso che ne approfitterò per allontanarmi da tutto questo...”

“Capisco. Abbi cura di te”

“Anche tu, spero che riuscirai ad alzarti...sono felice di averti rivista...a presto, forse”
 
“A presto” rispose Kaori guardandola uscire.
 
Anche se faceva male immaginare il dolore che Keiko aveva dovuto subire, era felice di aver rivisto Shinoka, sperava con tutto il cuore che la sua ferita si sarebbe rimarginata, ma sapeva che solo il tempo avrebbe potuto svolgere quel compito.
 
x x x
 
Dopo il litigio tra i due partner, tra loro era sorta una certa tensione. Ryo sapeva che l'atteggiamento di Hideyuki non era intenzionato a ferire lui ma piuttosto a proteggere sua sorella, ma non poteva accettare il fatto che lo giudicasse così duramente. Lui non voleva affatto ferire Kaori...ma non poteva trattenere l'attrazione che aveva nei suoi confronti. Per la prima volta nella sua vita si rendeva conto di cosa fosse l'amore...
 
Due settimane dopo, mentre Doc e Kazue visitavano Kaori, la giovane donna iniziò ad avere i primi segni di scoraggiamento. Quando Doc le pizzicava le gambe per vedere se Kaori cominciava a sentire qualcosa, lei rispose sempre negativamente. Più i giorni passavano, più temeva che il chip non facesse effetto. Con i nervi a fior di pelle, crollò e si mise a piangere.
 
“Ne ho abbastanza! È inutile, so che non potrò più camminare! Anche voi lo vedete, non ci sono risultati, è finita!”
 
“Kaori” cominciò Kazue, “non vuol dire niente...”

“Kazue ha ragione” aggiunse Doc, “non dimenticare che sono passati 20 anni dall'ultima volta che hai provato sensazione, è normale che non si ripresenti dall'oggi al domani”
 
“Lo so...” pianse Kaori, “ma non ce la faccio più ad aspettare, sono stanca...”
 
Il silenzio si formò nella stanza. Kazue non sapeva cosa dire per consolarla. La sua sofferenza era più che legittima, così come la sua impazienza...ma nessuna parola abbastanza confortante poteva uscire dalla sua bocca.
 
“Vorrei rimanere da sola” dichiarò Kaori.
 
“Va bene” disse Doc, “se hai bisogno di qualcosa, non esitare”
 
Mentre lui e Kazue uscivano, Ryo arrivò. Il medico gli si avvicinò con espressione seria.
 
“Arrivi al momento giusto, Ryo, Kaori non sta molto bene oggi...”
 
“Perché, che succede?”
 
“È giù di morale, e onestamente la capisco...anche io pensavo che gli effetti sarebbero stati molto più rapidi, ma non sembra ci siano miglioramenti e in realtà inizio a chiedermi se non sia stato tutto un fallimento”
 
“Eppure il chip è stato ben impiantato?”

“Sì, ma dipende tutto da come reagisce il corpo...e forse per Kaori i danni erano ancora più importanti...cerca di tirarla un po' su, ne ha bisogno”

“Posso fare molte cose, ma sono davvero io quello che riuscirà a trovare le parole giuste?”
 
“Lascia parlare il tuo cuore”
 
Osservando il Doc allontanarsi, Ryo si domandò se ne sarebbe stato davvero all'altezza. Lasciar parlare il suo cuore? Quello non lo sapeva fare, o almeno non se l'era mai permesso.
 
Dirigendosi nella stanza della ragazza, appoggiò la mano sulla maniglia della porta prima di sentire le parole di Kaori.
 
“Perché non volete muovervi! Ne ho abbastanza, che ci vuole a muoversi!!” urlò Kaori, sbattendo i pugni sulle cosce, senza sentire nulla. “Voglio essere una donna come tutte le altre! Voglio alzarmi in piedi! Non voglio più pietà!”
 
Dalla porta, a Ryo non era sfuggito nulla del suo dolore. Come trovare le parole giuste per rimediare a quell'ingiustizia, non lo sapeva. All'improvviso non sentì più Kaori e si chiese cosa stesse facendo, se stesse piangendo, così tese le orecchie.
 
Lei aveva deciso di provare il tutto per tutto, era più che stanca di stare in quel letto. Giunta al bordo, appoggiò i piedi per terra. Sostenendosi sulle braccia, cercò di alzarsi, ma non appena lasciò il materasso cadde a terra. Sentendo il rumore, Ryo aprì la porta in fretta. Quando la vide sul pavimento, corse da lei.
 
“Kaori!! Tutto bene?”
 
Volle prenderla tra le braccia per rimetterla sul letto, ma lei lo respinse bruscamente.
 
“Non mi serve aiuto!” gridò mentre lacrime di rabbia le rigavano il viso.
 
Strisciando verso il letto, cercò di rialzarsi e di issarsi in piedi. Sarebbe di nuovo caduta se Ryo non l'avesse afferrata.
 
“Kaori, non serve a niente cercare di forzare le cose. Succederà, non angosciarti...”

“Sempre le stesse parole che non significano niente” disse lei amaramente, “avrei preferito morire con quella droga di merda, così sarei stata libera da questa vita che detesto!”
 
Lo schiaffo che lo sweeper diede a Kaori la lasciò senza parole. Guardandolo senza capire, le parve di scorgere un barlume di tristezza in fondo ai suoi occhi.
 
“Non ti permetto di dire queste sciocchezze. Non posso accettare che tu desideri la morte alla vita! Non voglio mai più sentire queste parole dalla tua bocca, hai capito, Kaori...io sono felice che tu sia su questa Terra e continuerò a lottare per darti una vita migliore. Credimi, se avessi il potere di farti camminare, l'avrei usato senza esitazione. Ma sono convinto che non è persa ogni speranza. Hai dimostrato di poter vincere la PCP, quindi dimostra che lotterai per poter camminare! Sono pronto a rimanere giorno e notte con te, se servirà a darti coraggio, sono pronto a darti la mia forza se servirà a renderti più combattiva. Ma non dire mai più che desideri morire”
 
Kaori fu sopraffatta dalle parole di Ryo, e si rese conto di quanto lo avesse ferito, lui che aveva fatto di tutto per salvarle la vita. Lui che aveva vegliato su di lei durante le sue crisi d'astinenza. Lui che era stato lì ad ascoltarla, a confortarla non appena angoscia e paura la sommergevano...come aveva osato dire cose simili all'uomo che aveva visto così tanti orrori in vita sua, e che più di ogni altro conosceva il valore di una vita umana?
 
“Io...” pianse Kaori, “scusami!” esclamò gettandosi tra le sue braccia. “Perdonami, non lo dirò mai più, lo giuro! Scusami...”
 
Ryo le accarezzò teneramente i capelli, cullandola per calmarla. Quando Kaori smise di piangere, lui la rimise a letto.
 
“Sai, ho letto che per stimolare gli arti paralizzati, bisogna massaggiarli costantemente per far circolare il sangue al meglio. Vuoi che lo faccia per te?” rendendosi conto di quello che aveva appena detto, Ryo si affrettò ad aggiungere, “oppure possiamo chiederlo a Kazue!”
 
Kaori sorrise prima di dire:
 
“Sono sorpresa di sapere che leggi qualcosa di diverso dalle tue riviste oscene nascoste sotto il divano!”
 
Lo sweeper rise scioccamente, ma lei continuò: “Sì, voglio provarci...”
 
Con gesti delicati, Ryo iniziò a massaggiarle le gambe. Sperando che, con molta fortuna, non tutto fosse perduto. Non gli piaceva vederla così scoraggiata, non gli era piaciuto sentire quelle parole violente. Ma allo stesso tempo non poteva biasimarla. Era una reazione umana...
 
Diversi giorni dopo quell'incidente, Kaori sembrò riprendere il toro per le corna ed era pronta a combattere. Nessuno dei due aveva parlato di quell'episodio a Hideyuki preferendo dimenticare le parole che erano state dette sulla scia della rabbia... Come le aveva mostrato Ryo, Kaori si massaggiava le gambe ogni giorno, sperando che prima o poi avrebbe provato qualcosa. Una mattina, quando il Doc la visitò, le fece nuovamente il solito test. E quel giorno, contro ogni previsione, Kaori sentì un leggero pizzico. All'esclamazione della giovane donna, il Doc ripeté l'azione e di nuovo lei sentì qualcosa. Era più che innegabile che Kaori stesse iniziando ad avere sensazioni alle gambe. Folle di gioia, chiamò subito il fratello, che arrivò pochi minuti dopo.
 
“Ecco” confermò Doc, “siamo finalmente sicuri che il chip funziona. Le gambe di Kaori inizieranno lentamente a provare sensazioni e impareranno a utilizzare nuovamente i muscoli. Sarà una fase lunga, ma piena di speranza”
 
L'intera banda fece visita alla ragazza per condividere la gioia. Quando Kaori fu vicino a Ryo, colse l'occasione per ringraziarlo.
 
“Ti devo molto, grazie...” sussurrò sorridendo.
 
“La mia migliore ricompensa è questo sorriso” rispose lui e Kaori arrossì, più felice che mai.
 
Il Doc aveva contattato un fisioterapista che conosceva, il quale aveva accettato di occuparsi della riabilitazione di Kaori. Quando le gambe della giovane donna furono sufficientemente "sveglie", fu convenuto che Kaori sarebbe andata in un centro di riabilitazione. Così lasciò la clinica del Doc con qualche rimpianto, ma pronta a combattere un'altra battaglia...
 
Il giorno dopo il suo arrivo al centro, Tatsuya Kurasawa, il fisioterapista, venne a prenderla per la sua prima seduta in piscina. Per cominciare, bisognava ridare tono muscolare alle gambe, per poi imparare a trovare equilibrio stando in piedi. L'acqua avrebbe fornito un ottimo approccio. Con la sedia vicino alla piscina, Kaori si spostò su un piccolo sedile che, guidato a distanza, scese lentamente nell'acqua. Quando la giovane fu immersa, il fisioterapista andò a prenderle le mani, costringendola a poggiare i piedi sul fondo. Anche se un po' preoccupata e insicura, Kaori fu sollevata di scoprire che era retta dall'acqua.
 
“Bene” disse Tatsuya, “cominciamo. Sei pronta, Kaori?”

La giovane fece un cenno col capo. Lui la fece sedere all'angolo della piscina e le legò dei pesi alle caviglie.
 
“Inizieremo rafforzando i muscoli gradualmente” disse posando la mano sul suo polpaccio sinistro, “ora prova a spingere con tutte le tue forze per tendere la gamba”
 
Kaori obbedì, ma riuscì a muovere la gamba molto poco. Ripeté l'operazione più volte, prima di passare alla gamba destra. Finito l'esercizio, Tatsuya le chiese se avesse freddo. Lei disse di no e che era pronta a continuare. La fece rimettere in piedi lentamente e, tenendola, le chiese di cominciare a cercare un equilibrio. A poco a poco il fisioterapista allontanò le mani perché Kaori imparasse a rimanere in piedi da sola. Lei rimase ferma per tre secondi prima di perdere l'equilibrio, ma fu recuperata da Tatsuya. Dopo un'ora lui dichiarò che la sessione era finita e promise a Kaori che avrebbe fatto rapidi progressi.
 
E fu così, perché giorno dopo giorno, lei riusciva a muovere le gambe sempre di più. Rimaneva in piedi nell'acqua molto più a lungo. Tutto ciò rendeva euforica la giovane donna che dava tutta se stessa nelle sedute. Vedendo i progressi della sua paziente, Tatsuya pensò che fosse il momento di ridurre l'acqua della piscina in modo che Kaori si abituasse sempre di più ad avvertire il peso delle gambe. Le sessioni in piscina durarono altre tre settimane, prima che la riabilitazione prendesse un'altra svolta, cioè fuori dall'acqua.
 
Quel giorno Ryo stava assistendo alla seduta di Kaori, che si trovava davanti alle barre parallele. Lei ascoltava le raccomandazioni del fisioterapista, osservata dallo sweeper che la visitava ogni giorno e, con l'aiuto di Tatsuya, si alzò tenendosi alle barre. La sensazione che provò in quel momento, in piedi, fu così forte che le lacrime le pizzicarono gli occhi. Si sentiva così alta! Il mondo intorno a lei sembrava di colpo del tutto diverso. Girando leggermente la testa in direzione di Ryo, lui la incoraggiò con un sorriso, mostrandole orgoglio e gioia. Durante la seduta, Kaori riuscì a compiere quattro passi. Forse non era molto, ma per lei era una reale vittoria.
 
Quando la seduta finì, Ryo suggerì a Kaori di uscire al parco in centro. Spingendo la sedia della ragazza, si fermarono su una panchina all'ombra di un albero. L'estate era bene presente ormai.
 
“Hai visto Ryo” esclamò, “sono riuscita a muovere i primi passi!”
 
“Sì, ho visto, e presto sgambetterai come una gazzella”
 
“E non hai ancora visto niente” rise Kaori, “correrò i 100 metri!”
 
Entrambi risero. Kaori amava quei momenti in cui Ryo era vicino a lei. Come le aveva promesso, era presente, la supportava, si congratulava con lei ad ogni progresso. E ciò permetteva alla giovane donna di impegnarsi ancora di più, di lottare con tutte le sue forze. Continuando a parlare degli sviluppi di Kaori, Ryo dichiarò:
 
“Presto farai girare la testa a tutti gli uomini!”
 
“Ce n'è solo uno a cui vorrei far girare la testa” rispose Kaori senza riflettere. Quando si rese conto che la discussione era scivolata su un argomento delicato, cercò di recuperare. “Beh...non cerco nello specifico...uh...”
 
Notando il suo imbarazzo, Ryo si alzò.
 
“Rientriamo?” propose.
 
“Mh, sì...” sussurrò Kaori.
 
Il suo cuore su strinse. Lui non aveva reagito. Aveva eluso la sua risposta. Significava qualcosa? Non ne era del tutto sicura. Si biasimò per aver detto quella frase. E si rimproverò per non aver pensato prima di aprire la bocca.
 
Una volta nella sua stanza, Kaori si sistemò sul letto. Accanto a lei, Ryo rimase ancora qualche minuto per assicurarsi che avesse tutto ciò di cui aveva bisogno.
 
“Bene...tornerò domani” disse lo sweeper lasciandole un bacio sulla fronte.
 
“Ryo” lo chiamò Kaori, “sarò in grado di farti girare la testa?” domandò di punto in bianco, volendo ottenere una risposta.
 
“Mmh, sarà meglio che la tenga ferma...” fece lui con un sorriso enigmatico, uscendo.
 
Kaori non rimase sorpresa, aveva imparato a conoscerlo. Trovava sempre una scappatoia. Ma in qualche modo, aveva lasciato intuire a Kaori la vera risposta. Sorridendo, si voltò per guardare fuori dalla finestra. Sì...voleva fargli girare la testa, ma soprattutto voleva perdere la propria tra le sue braccia...al pensiero, il suo cuore cominciò a spaventarsi. Prima di arrivare a quel punto, aveva molte strada da fare prima di arrivare ad aprire le porte del cuore dell'uomo...

 

  
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