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Autore: lmpaoli94    20/01/2022    0 recensioni
La via è chiusa.
Fu creata da coloro che sono morti.
La via è chiusa.
Un monte maledetto che sovrasta il piccolo porto di Kattegat.
Voci misteriose che risuonano come una condanna nelle case dei vichinghi e nei loro sogni più profondi.
Ma cosa potrebbe essere dato tale mistero che stava facendo impazzire gli abitanti di uno dei villaggi normanni più importanti?
P. S.: terrò conto di alcuni personaggi morti durante la serie, per cui il tempo in cui si svolge la storia non è mai specificato.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bjorn Ironside, Lagertha, Ubbe
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un silenzio surreale regnava in quel luogo tanto lugubre tanto misterioso.
I tre guerrieri, per quanto il timore potesse sovrastarli, non potevano permettersi di perdere la concentrazione.
La loro missione era molto chiara e sbagli di ogni genere non erano ammessi.
< Adesso tocca a voi, Bjorn la corazza. Adesso dovete convincere il Re dei morti a lasciare in pace il vostro villaggio. >
< E come credete che io ci riesca? Cosa gli potrei promettere? >
< Sono l’erede di una dinastia di guerrieri… Sarò in grado di liberare le loro anime, giusto? Anche se inizialmente non so come farò. >
< La fortuna e la gloria non centreranno niente in questo cammino. Dovrai superare la prova del più potente spirito che sovrasta questa montagna. >
< Dovrò combattere contro di lui? >
< Magari se ce ne sarà occasione, sì. Dipende come si metterà la faccenda. >
< Così non mi siete di nessun aiuto. >
< Che cosa volete che vi dica? Non so cosa succederà da qui a qualche istante. Per questo dovremmo tenere gli occhi bene aperti. >
< Voi sapete dove ci condurrà questo sentiero? >
< No, Ubbe. Ma non credo che riusciremo a perderci. >
< Credete che la via sia una sola. >
< Non so cosa credere. L’importante è rimanere uniti. >
 
 
La serenità era tutto in una piccola compagnia come quella di un nano e di due uomini.
Camminando senza una meta precisa, i tre guerrieri riuscirono ad arrivare in svariate sale spettrali dove gli spiriti si riunivano a pregare un Dio che non esisteva.
< Che stanno facendo? > domandò Ubbe con tono ingenuo.
< Da come si stanno comportando, credo che stiano pregando. >
< Ben detto, Bjorn. E loro non fanno caso a noi. >
< Com’è possibile? Forse non vogliono vederci… >
< Chissà. Magari è questa la nostra fortuna. >
Ma appena i tre guerrieri fecero il minimo rumore, un centinaio di morti si riunirono intorno a loro circondandoli.
Sguainando le loro armi, non avevano la minima idea di come poterli combattere.
< Qualche idea al riguardo, nano Gimli? >
< Credo che la via migliore sarà comunicare con loro e fargli capire che non siamo invasori. >
< Secondo me dovevamo prendere alla lettera le parole di avvertimento all’entrata del sentiero. >
< E tornare indietro come tre rinnegati? Non se ne parla nemmeno, Bjorn. Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto tutto il tuo coraggio. >
< E’ al sicuro dentro di me > ribattè adirato l’uomo.
< Allora vedi di usarlo nei momenti giusto. >
< Come adesso? Credo che il coraggio non basterà. >
< Questo è vero… Ma adesso seguite ogni mio movimento. Non dobbiamo terrorizzarli e fargli credere che siamo noi ad avere paura. >
Lasciando cadere la sua ascia, fu Gimli a parlare per primo agli spiriti dei morti.
< Popolo della montagna, non avevamo nessuna intenzione di risvegliare il vostro sogno o interrompere le vostre preghiere. Siamo qui per vedere il vostro Re e liberare le vostre anime intrappolate in questo degrado.
Non vi meritate di poter portare terrore da quelli che una volta erano i vostri simili.
Per questo vi dico di rispettarci e di farci passare. >
Mentre i due fratelli si guardarono intorno fissando lo sguardo perso ma allo stesso tempo determinato di tutti quei morti, credevano che l’idea di Gimli non stava avendo effetto.
< Guerrieri, avete posato le vostre rispettive armi? >
< Dovevamo proprio? >
< Vi ho detto di farlo! ora! >
Buttando per terra le loro spade e i loro scudi, i centinaia di morti che li avevano circondati non erano ancora convinti delle parole del nano.
< Vedo con grande sorpresa che nessuno di loro ha ascoltato le vostre parole piene di pace e di riflessione > fece Bjorn < Avete per caso un’altra idea geniale? >
< A parte riuscire a scappare? Stavolta tocca a voi. >
< Non credo che riuscirebbero ad ascoltarci. >
< Accidenti! Non può finire così! >
Nel mentre il grido di Ubbe risuonò in tutto il sentiero, un individuo molto più forte e alto degli altri, venne incontro ai tre guerrieri fissandoli con sguardo curioso.
Appena lo sguardo di Bjorn incrociò quello del guerriero morto, i suoi dubbi erano molto chiari.
< Padre… Sei davvero tu? >
Vedendo il suo sguardo e la sua camminata da combattente fiero, Bjorn non aveva dubbi al riguardo: si trovava dinanzi lo spirito di suo padre.
< Padre, mi riconosci? Sono Bjorn. E lui è mio fratello e tuo figlio Ubbe. Siamo qui per liberare le vostre anime e farvi salire nel Valhalla. >
Ma l’uomo morto, per quanto serio e molto attento alle parole del figlio, sembrò non sortire alcun effetto.
< Gimli, perché sembra che mio padre non riesca a riconoscermi? >
< Non lo so. Magari questa vita parallela gli ha cancellato la memoria. >
< Se è così siamo spacciati > fece Ubbe < Non abbiamo i mezzi per sconfiggere nessuno di loro. >
< Bravo, Ubbe. Adesso avete capito perché il vostro esercito di vichinghi era molto inutile in questa missione. >
Una volta ritrovatasi faccia a faccia con il nano, Ragnar lo fissò con sguardo sprezzante.
< Non ho mai visto un omuncolo così piccolo in vita mia > lo derise il morto < Chi diavolo siete? >
< Il mio nome è Gimli, figlio di Glòin. E per quanto mi riguarda, io non sono un omuncolo. Sono un guerriero proprio come eravate voi. >
< Ma io sono sempre un guerriero, coraggioso Nano. Nessuno si sarebbe permesso di parlarmi con tanto astio. Non mi sarei fatto mettere i piedi in testa da nessuno, soprattutto da un nano. >
< Guerriero Ragnar, io non ho mai osato mancarvi di rispetto… >
< Il rispetto non esiste tra un uomo morto e un essere vivo. La differenza tra noi è troppo sostanziale. >
< Quindi non oserete aiutarci nel trovare il vostro Re? >
< Re? Di quale Re state parlando, nano? >
< Del Re che sovrasta questa montagna. So benissimo che non siete voi, ma colui che ha guidato la cittadina di Kattelgat prima di voi. Vostro figlio mi ha detto che il suo nome è Haraldson. >
< State forse parlando di mio marito? >
Sentendo una voce femminile echeggiare ytra la folla, una giovane donna bella ma allo stesso momento temibile, venne avanti con sguardo perso e spaesato. >
< Fatti da parte, Sichi. Non sono faccende che ti riguardano. >
< Sichi, anche tu… >
< Bjorn. Sono davvero felice di rivedere te e tuo fratello Ubbe. >
< Come avete fatto a finire in questo luogo? >
< Silenzio! > gridò Ragnar < Non avete il permesso di parlare se non ve lo acconsento io. Io sono il Re di questo luogo e sono io che decido il destino di questi guerrieri morti. Guardatevi intorno! Loro sono i valorosi morti che come me hanno combattuto in moltissime battaglie conquistando territori e saccheggiando tesori di inestimabili valori.
eravamo un popolo fiero e unito… Ma qualcuno ha deciso che le nostre sofferenze non si concludevano in questo modo. >
< Di chi stai parlando, padre? > domandò Ubbe.
< Tu… Come osi parlarmi così? Io non sono tuo padre. >
< Ma Ragnar… >
< Io non ho nessun ricordo della mia famiglia passata! Io sono un guerriero! Il guerriero più temibile del nord! Ho ucciso più uomini io che tutti voi messi assieme. >
< Su questo avrei da ridire > fece Gimli parlando con coraggio.
Squadrando malamente il guerriero, Ragnar era pronto per fargli capire le buone maniera tagliandogli la gola.
< Se avete intenzione di sfiorarmi dovrete riuscire a colpirmi, guerriero Ragnar. >
< Credo che riuscirei a farlo, dannato Nano. Siete giunti fin qui con un’idea molto precisa, non c’è che dire… Peccato che non rimarrete vivi per raccontarlo. >
Mentre Ragnar si precipitò verso il nano, Bjorn si frappose tra lui e suo padre per evitare quella follia.
Stava avendo inizio un combattimento singolare e unico nel suo genere.
   
 
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