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Autore: Milkyna    21/01/2022    0 recensioni
Questa storia fa parte dell'AU Deathverse.
Un anno dopo l'incoronazione di Twilight come sovrana di Equestria, Cadance ha un brutto incidente in volo e muore, lasciando tutti smarriti e disperati. Al funerale partecipa la rivale di lunga data di Rainbow Dash, Lightning Dust, la quale reca con sé segreti inconfessabili di una famiglia disastrata e che sembrano includere anche la compianta principessa dell'Impero di Cristallo. Come reagiranno i familiari di Cadance? E come cambierà la loro vita dopo aver scoperto il segreto di Lightning Dust?
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Rainbow Dash, Shining Armor, Sorpresa, Twilight Sparkle
Note: Kidfic, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Lightning Dust, per conciliare il suo lavoro come organizzatrice dei Washout e la sua famiglia ritrovata, decise di andare in visita di Shining Armor e Flurry Heart ogni due settimane, e di approfittare di quei momenti anche per incontrarsi con Rainbow Dash e le altre.

La diffidenza che la pegaso azzurra provava per lei era andata via via dissolvendosi, lasciando spazio alla sorpresa di una Lightning Dust completamente nuova, senza più la boria dannosa che l’aveva caratterizzata anni prima.

La sua presenza aveva aiutato Shining Armor a risollevarsi un minimo. Ormai erano giunti a dicembre ed i segni del lutto erano ancora ben visibili, ma ora il principe si ricordava di pettinarsi, di farsi la barba e di alimentarsi correttamente, cosa che nelle settimane successive alla sepoltura di Cadance spesso e volentieri si scordava di fare, e non gliene importava nemmeno troppo.

Anche Flurry amava stare in compagnia della zia; Lightning la aiutava a perfezionare il volo e mentre le due svolazzavano nelle ampie sale del Castello di Cristallo, Thunderquake le seguiva correndo a più non posso.

Twilight e Spike erano contenti di vedere il fratello così rinfrancato, e ciò aveva giovato anche a loro, provati com’erano da quell’immenso dolore.

Il resto dei familiari e degli amici avevano accolto con grazia la famiglia allargata di Cadance, e commentavano positivamente sul suo ascendente benefico, ma c’era chi era scontento.

Pinkamena Diane Pie era rimasta fedele all’impressione che aveva avuto tre mesi prima, e cioè che Lightning Dust fosse un pericolo per lei.

Lei, la prima a fare amicizia, a regalare gioia e festa.

Pinkie non aveva più pensato alle azioni sconsiderate dell’ex compare di Dashie, non erano quelle a turbare la sua quiete; lei aveva paura delle… conseguenze.

Lightning era un’intrusa, qualcosa venuto a squilibrare la bilancia.

Pinkie non voleva dare un nome a quello che sentiva, non era giusto nei confronti di Twilight, di Flurry. Di Cadance.

Aveva raddoppiato il suo carico di lavoro, cucinava torte e pasticcini a ritmo di fabbrica e più volte dovette far aggiustare il forno o comprare utensili nuovi perché i suoi stavano diventando logori a furia di utilizzi smodati.

Mrs. Cake era preoccupata per la sua collaboratrice, non la vedeva alzare gli occhi dall’impasto e sorrideva raramente, cosa atrocemente inusuale per l’Elemento della Risata in pony. Alle sue domande la giumenta rosa rispondeva con rassicurazioni fittizie che non valevano molto.

Un pomeriggio, mentre era da sola a mescolare crema pasticcera in negozio, due grosse lacrime erano cadute nella ciotola, sorprendendo la pony riccia.

Il sentimento che aveva a lungo trattenuto stava traboccando, come un vaso troppo colmo d’acqua.

Si asciugò gli occhi proprio mentre Mrs. Cake stava rientrando.

“Tutto ok, cara?” le domandò, con fare materno.

“Oh, sì… Sciogliere i grumi della crema mi sta facendo sudare!”

La pony azzurra la guardò con aria incredula; era quasi inverno e non faceva certo abbastanza caldo da giustificare una sudata.

“Ok… Se hai bisogno sai dove trovarmi…” le disse Cup Cake, riferendosi non di sicuro alla crema pasticcera, che Pinkie sapeva fare ad occhi bendati.

Detto ciò, la signora ordinò ai suoi gemelli, che avevano otto anni ed erano appena tornati da scuola, di salire in camera a fare i compiti. I due puledrini salutarono Pinkie e salirono al piano superiore come delle schegge, lasciando la ragazza immersa nei suoi dispiaceri.

Contrariamente alle previsioni catastrofiche di Pinkie Pie, Lightning Dust non aveva intenzione di distruggere l’equilibrio tra Shining Armor e sua figlia: quando si trovava a casa di questi ultimi si sentiva a suo agio, come se fosse stata Cadance a condurla lì, pur non avendola mai conosciuta. La pegaso vedeva il principe come un fratello acquisito e adorava Flurry Heart. Le emozioni che provava con la sua famiglia non erano paragonabili a quelle dell’adrenalina a cui era abituata, e la facevano sentire viva.

Lightning voleva fare in modo che la sua piccola crescesse assieme alla cuginetta, ed era felice di constatare che le due andavano d’amore e d’accordo.

Ogni volta che doveva prepararsi per andare dai parenti si sentiva rilassata, in pace con se stessa, lei che aveva sempre sfidato il mondo intero.

La calma di Shining Armor era un balsamo per il suo cuore irrequieto, e vedere Flurry giocare ad acchiapparella con Thunder era per lei un piacere irrinunciabile.

La Washout non sapeva ancora che la Festa dell’Amicizia di quell’anno le avrebbe fatto riflettere su un’altra emozione che stava prendendo piede nel suo animo, qualcosa che non aveva mai provato per nessuno.

Il padre di sua figlia Thunderquake era un signor qualunque, un fan sfegatato dei Washout con il quale si era divertita e del quale non rammentava neppure il nome. Per lei non era importante, all’epoca era una pony egoista e piena di sé, e vedeva gli altri come meri strumenti di gratificazione.

Quell’anno, alla Festa dell’Amicizia organizzata da Twilight nel suo Castello avrebbero partecipato anche Lightning Dust e sua figlia, oltre a Shining Armor e Flurry Heart.

La pegaso turchese aveva indossato un lungo abito di satin celeste, mentre Thunder un grazioso abitino rosso.

Fuori nevicava, così all’ingresso del Castello erano stati disposti appendiabiti per cappotti e sciarpe, custoditi dal personale della principessa.

Madre e figlia erano arrivate alla festa attorno alle nove di sera e il salone era già gremito. In lontananza si vedevano le amiche di Twilight e Spike intento a parlare con le Cutie Mark Crusaders.

La Principessa dell’Amicizia aveva raccolto i capelli in un’acconciatura elaborata, ed aveva indossato un abito di velluto viola incrostato di tanti piccoli diamanti, cortesia di Rarity.

Era semplicemente magnifica, e in quel momento Lightning Dust capì.

Era accaduto l’impensabile.

Se nell’Impero di Cristallo si sentiva a casa, nel Castello di Canterlot si sentiva travolta da sensazioni sconosciute.

Non era mai stata innamorata di qualcuno che non fosse se stessa oppure un trofeo.

E invece Twilight l’aveva accolta, aveva rispettato i suoi tempi e i suoi spazi, e lei aveva fatto lo stesso, con una naturalezza che non credeva le appartenesse.

Vedere Princess Twilight così radiosa le aveva fatto provare un brivido.

Era l’amore, un sentimento che era cresciuto in quei mesi senza quasi farsi notare, e come tale doveva rimanere, non poteva certo permettersi di renderlo manifesto alla sovrana di tutta Equestria.

“Ma perché stanno sempre appiccicati?”

“Huh? Di chi stai parlando, Pinkie?”

Apple Bloom stava gustando l’ottimo succo di mela alla cannella portato dalla sorella, e non capiva perché la giumenta altrimenti festaiola fosse sul punto di sbranare qualcuno.

Gli occhi azzurri della pasticcera erano puntati su Lightning Dust e Shining Armor, i quali chiacchieravano animatamente e ridevano, complici.

“Ora ci penso io.”

A grandi passi, Pinkie fece oscillare la sua grande gonna fucsia, e le Cutie Mark Crusaders rimasero a guardarsi senza sapere come commentare quel comportamento anomalo.

Si avvicinò a Lightning e Shining, annunciandosi con una risatina forzata:

“Bella serata, vero?”

“Sì, stupenda…”

A Pinkie parve di avere le traveggole: perché gli occhi della pegaso brillavano? Aveva forse ragione lei?

“Bell’abito.”

Il complimento veniva dal fratello di Twilight. Pinkie arrossì di colpo.

“Gra-Grazie.”

I due restarono a guardarla senza più parlare. La pony rosa si sentiva in imbarazzo, così inventò una scusa e si defilò.

Nascosta dal resto della folla, poté vedere quei due continuare a ridere e scherzare come se fossero loro due soltanto. Quel pensiero le fece male.

Trascinando un poco gli zoccoli sul pavimento, Pinkie chiese a Vinyl se poteva cantare una canzone sul palco, e la dj acconsentì.

Quando la gente vide la giumenta rosa davanti al microfono, ci fu un mormorio generale; c’era chi rammentava molto bene il suo modo scomposto di cantare al Gala di dieci anni prima…

Ad ogni modo, le luci puntarono tutte su di lei e intorno si fece silenzio. La cassa toracica della ragazza si riempì fino in fondo:

“Quando il mondo scintilla

Di felicità

La risata zampilla

Il tuo sogno si avvererà”

In quel momento, Pinkie sapeva cosa avrebbe fatto, come avrebbe cantato.

“Ogni fiocco di neve è un desiderio

Ogni bimbo felice è gioia per me

Nessuno deve restar serio

La tristezza è demodé!”

La canzone della felicità procedeva a ritmo di swing e tutti in sala si erano messi a ballare.

“Voglio ridere con voi

Voglio stare assieme a voi

Voglio cantare una canzone che

Sia leggera e un po’ cliché”

Pinkie alzò il volume al massimo:

“CANTATE INSIEME A ME

LA CANZONE DI CHI E’ FELICE

BALLATE ASSIEME A ME

VEDRETE CHE E’ FACILE!”

D’improvviso, la pony smise di ballare e sorridere, ed abbassò il capo:

“Cantate voi, che potete

Abbracciare coloro che amate

Ballate voi, che avete

Speranze appassionate”

Il repentino cambio di tono non passò inosservato neppure a Twilight, che cercò con lo sguardo le altre amiche.

Pinkie, nel frattempo, si era lanciata di peso in un’accorata confessione amorosa:

“Ha i crini blu come il mare

Il manto chiaro come la neve

E’ un amore che dovrò abbandonare

Come un macigno è lieve

E io so, ormai so

Che lui un’altra sempre amò

Angelo perduto nella vita sua

E mi racconterò l’ennesima bugia.”

La musica scemò e tutti, Vinyl Scratch compresa, guardarono Pinkie senza muovere un muscolo, o dire una parola.

Quella canzone, iniziata allegra e virata in una cocente tristezza, non era di certo la scelta migliore per la serata.

La giumenta rosa scese dal palco e si diresse verso l’ingresso del Castello, incurante della voce di Rainbow Dash che la chiamava insistentemente. Sperava che non la fermasse nessuno, e per fortuna così fu.

Pinkie non se n’era accorta, ma la sua canzone aveva smosso gli animi dei suoi amici: Applejack era impalata in mezzo alla sala; Rarity appariva accigliata; Fluttershy aveva ballato tutto il tempo con Thunderlane e Spike era sparito in bagno.

Durante la pausa musicale per il rinfresco, Rainbow Dash e Spitfire si avvicinarono al gruppo di amiche.

“Uhm… Qualcuno mi sa dire perché Pinkie Pie è scappata via come una ladra?” domandò Rainbow.

“Non lo so, avrà detto due parole in tutta la serata…” le rispose Scootaloo.

“Peccato, avrei voluto mostrarle la foto di Blaze…”

Con orgoglio, la pegaso fece vedere a tutte l’immagine del cucciolo di grifone che era nato dall’uovo di Celestia e Luna. Aveva un mese, era un maschietto dal piumaggio blu scuro leggermente sfumato di viola, con qualche pennetta sulla testa che virava al viola e al rosso.

Il becco e le zampe anteriori erano rosso intenso, e il ventre turchese chiaro. Le ali e il ciuffo leonino della coda erano verde chiaro. Possedeva colori vivacissimi, poco comuni per un grifone.

Gli occhi erano a metà strada fra l’arancio e il castano, una tinta molto simile a quella di Spitfire.

“E’ un amore!” esclamò Rarity.

“Sembra quasi vostro figlio biologico con quei colori e quegli occhi…” constatò Apple Bloom.

Dopo aver parlato un po’ di Blaze, rimasto a casa con la madre di Spitfire, Rarity si mise a setacciare la folla, voltando la testa a destra e sinistra.

“Ragazze, scusatemi, sapete dov’è mia sorella?”

“E’ andata in bagno a vedere se Spike ha bisogno, è via da mezz’ora ormai.” rispose Scootaloo.

Spike era chiuso nel bagno dei maschi.

Non aveva alcuna voglia di uscire, ciò che aveva visto durante la canzone di Pinkie lo aveva fatto stare troppo male.

E dire che era stato avvertito, ma lui aveva voluto continuare a sperare come uno sciocco.

Rarity aveva baciato Applejack.

Cosa poteva esserci di peggio del sapere di non avere speranze con la pony dei propri sogni? Vederla baciare qualcun altro, bonus se quest’altro era qualcuno di conosciuto.

Uno zoccolo battuto ripetutamente sulla porta lo ridestò dai suoi cupi pensieri.

“Spike? Tutto bene?”

Era la voce di Sweetie Belle.

“Cosa fai nel bagno dei maschi?”

“Sono venuta a vedere come stavi, non tornavi più…”

“E non torno neanche adesso, se è per questo.”

“Spike, cosa succede?”

Ci mancava solo di avere la pietà della sorella di Rarity. L’amor proprio di Spike ebbe un rigurgito rabbioso.

Niente, Sweetie Belle. Torna di là a divertirti con le altre.”

Lo aveva detto con un tono indisponente, come se considerasse il gruppo un’accozzaglia di ochette buone solo a far festa. L’unica cosa che udì fu quattro zoccoli che si allontanavano e una porta sbattuta. Il drago sospirò, sollevato. Era di nuovo solo.

Le cose non stavano proprio come Spike aveva pronosticato. Applejack non bruciava di amore per Rarity, anzi, era parecchio confusa.

Cos’era capitato alla sua amica durante quella festa? Aveva bevuto troppo? Si era lasciata trasportare dalla canzone di Pinkie?

Le sue labbra si erano posate su quelle della pony di terra e quest’ultima non aveva fatto neppure in tempo a domandarsi se voleva rispondere oppure no, perché la sarta si era staccata subito.

Rarity aveva captato le incertezze dell’amica d’infanzia e si era allontanata un po’ delusa, ma speranzosa di aver lasciato il segno.

Aveva raggiunto Shining Armor e Lightning Dust, ed aveva scoperto negli occhi cerulei del principe un’espressione simile alla sua.

Forse anche lui si stava chiedendo cosa stesse passando Pinkie Pie, e perché non fosse felice la sera della Festa dell’Amicizia.

Per fortuna i bambini giocavano spensierati, e anche quando scoccò la mezzanotte la stanchezza non li aveva ancora ghermiti. I gemelli Cake organizzavano piccole gare assieme a Thunderquake e Flurry Heart, e le due amichette del cuore lanciavano gridolini di gioia.

Rarity sorrise guardandole: quanto era bella la loro età!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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