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Autore: Fiore di Giada    24/01/2022    1 recensioni
Esperimento, nato dall'idea balzana di una coppia non crack, di più: Dario Belli x Paul Diamond.
Sì, so che il portierone italiano si chiama Gino Hernandez, ma il cognome mi fa senso, perché è spagnoleggiante (e vai la sciatteria...)
E' un AU, ambientato ai tempi del Risorgimento italiano (quindi 1840). Dario Belli è un pittore, impegnato politicamente, Paul Diamond è un giovane nobile, appassionato di arte, che lo ha scelto come suo insegnante di disegno.
Dario si ammala di tisi e chiede a Paul di esaudire un suo ultimo desiderio. Di che si tratta?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gino Hernandez, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Trema la luce della candela e illumina la stanza d'una flebile luce e un debole vento increspa le tende bianche della finestra, rivelando brandelli di cielo notturno.
Dario Belli chiude gli occhi e un sofferente sorriso solleva le sue labbra, bianche di morte. E' sempre stato consapevole della brevità della sua vita.
La sorte lo ha condannato a una salute cagionevole.
Il suo corpo non è mai riuscito a sostenere l'ardore del suo spirito, bramoso di conoscere l'infinito.
Il suo sguardo si oscura. Arte. Italia.
Queste sono state le stelle della sua esistenza.
Da tanto, troppo tempo l'Italia è sottomessa allo straniero e questa è una situazione inaccettabile.
Gli italiani devono emanciparsi dalla tutela infame dei sovrani!
Hanno il diritto di unirsi e di decidere per loro stessi del proprio destino.
Incurante della sua salute, non ha esitato a mettere il suo talento per il disegno a servizio della Giovine Italia.
Per lui, Giuseppe Mazzini è sempre stato un maestro di determinazione e fedeltà ad un ideale luminoso.
– Cosa pensi?– domanda una gentile voce maschile.
Il pittore si volta e, accanto al suo letto, scorge la figura alta e slanciata di Paul Diamond.
Solleva una mano e la allunga verso quella dell'altro. Quel giovane inglese è il figlio di una ricca famiglia londinese, eppure è rimasto lì, con lui.
Tre anni prima, affascinato dai suoi disegni, lo ha scelto come insegnante e lo ha pagato bene.
Poi, però, non è partito, con sua somma sorpresa.
– Penso che tu sia una persona piacevolmente strana. Potevi tornare alla tua vita e hai scelto di restare qui. – risponde. 
Paul, accortosi del gesto dell'italiano, gli afferra la mano e gliela stringe. Il tempo gli ha dato la possibilità di conoscere Dario Belli.
E' un incendio ardente a stento contenuto da una torcia secca.
E' un orfano, maledetto da una salute cagionevole, eppure ha sempre continuato a lottare.
Un tale, ardente spirito combattivo è raro nei membri della sua classe sociale, di solito dediti a vizi costosi per colmare la loro solitudine.
Tale ammirazione, col tempo, si è tramutata in amore.
Non posso dirglielo. Non deve conoscere una simile emozione. Non è un degenerato., pensa, gli occhi lucidi di lacrime.
– Non sono così strano. Faccio quello che fa chi ti conosce bene, Dario. – risponde e accenna ad un sorriso.
Come una lama, il dolore trapassa il suo petto e si irradia nelle sue costole. La sua angoscia per il suo paese si è riflessa sulla sua salute e il suo corpo si è ammalato di tubercolosi.
Eppure, pur prostrato da un simile assalto, non si è arreso.
Ha continuato a dipingere e a disegnare soggetti che, oltre il velo della storia antica e della mitologia, inneggiano all'unità e alla libertà della penisola italiana.
Tale ardore, però, lo ha consumato e ora giace sul letto della sua casa, prossimo alla morte.
E la certezza strazia la sua anima.
Non vuole perderlo in un modo tanto netto, doloroso, irrimediabile.
Dio vuole punirlo per un sentimento che lui non ha domandato?
Stringe i pugni e, a stento, imprigiona tra i denti un ruggito di rabbia. Perché non ha preso la sua inutile, stupida vita di ricco rampollo di una famiglia corrotta dall'ipocrisia e dal vizio?
Dario non merita una sorte così sventurata.


– Paul... Puoi abbracciarmi? – chiede, ad un tratto il pittore.
Il giovane nobile, colto di sorpresa, si scuote dai suoi pensieri. Forse, è giunto l'ultimo istante...
Si alza dalla sedia, si siede sul letto e le sue braccia, gentili, stringono il corpo dell'artista.
Per alcuni, eterni istanti i due giovani rimangono immobili, silenziosi, stretti in un abbraccio affettuoso.
Le lacrime stillano dagli occhi di Paul e si infrangono sul petto di Dario. Come può Dio essere definito nei termini di giusto e benvolente?
Si è preso la vita di una persona meravigliosa e gli ha impedito di donare la sua unicità alla comunità.
Come può privare il mondo di una tale, splendida creatura?

Il rintocco di una campana risuona nel silenzio della notte, lento, lugubre, malinconico.
– Paul... Io sto morendo... Ma prima... Ho una richiesta... – sussurra l'artista.
L'interpellato, sentendosi chiamare, lo allontana un poco da sé, affinché i loro occhi possano restare a contatto.
– Sono qui... Di che si tratta? – domanda, la voce tremula.
Per lunghi, eterni istanti l'italiano tace, indeciso. Paul, in quel momento, non gli negherà nulla.
Il suo amico inglese, malgrado la maschera di sarcasmo, ha un animo generoso e disinteressato ed è disposto a qualsiasi atto pur di rendere felice una persona a lui cara.
Per affetto, è disposto a gettare l'onore nel fango.
E lui si è lasciato catturare da quello spirito, come una lepre dalla trappola di un cacciatore.
Ha celato il suo sentimento nel suo cuore, ben consapevole della sua indegnità.
Ma, nei suoi ultimi momenti, simili preoccupazioni gli appaiono stupide.
Scuote la testa e allontana tali pensieri dalla sua mente. Paul gli vuole bene, ma il suo è l'affetto sincero di un fratello.
Non può macchiare col suo osceno desiderio carnale il ricordo del loro rapporto.
Non merita un nuovo, opprimente peso sull'anima.
– Sulla mia tomba, desidero solo due cose... Vorrei dei fiori di colore rosso e i tuoi disegni, il giorno del mio compleanno... Tu disegni molto bene... – risponde.
Paul accenna ad un sorriso e avvicina il proprio viso al suo.
Le lacrime, ormai inarrestabili, si perdono sul volto pallido di Dario. E' una richiesta d'una tale delicatezza, che non può non obbedire.
–Sì... Te lo prometto. Lo farò fino alla fine della mia vita, dovesse durare un anno o cento. – scandisce. 
Dario chiude gli occhi, sereno. La sua vita è stata sfortunata, ma quella promessa, tanto sincera, dona calore al suo cuore.
La paura della tenebra eterna si è dissolta.
Può chiudere gli occhi senza alcun rimpianto.
Sulla sua tomba, ci sarà qualcosa di Paul e questo è per lui rassicurante.
Il suo respiro, a poco a poco, si attenua, fino a fermarsi del tutto, come una candela, ormai consumata e priva di ossigeno, si spegne.

Con un sospiro tremulo, Paul appoggia il corpo di Dario sul letto.
Finalmente, è finita.
La sua lunga, straziante agonia si è conclusa.
Ora, non soffre più.
Sospira, cercando, senza tanto successo, di frenare il pianto. Lo sente, il suo autocontrollo si sta infrangendo.
Deve essere felice, perché il tormento del suo amato si è concluso e ora giace immobile sul letto, il viso rilassato in una espressione serena.
Ma non è così e non può negare la realtà delle sue emozioni.
Il dolore, prima contenuto, sta per esplodere e dilaniargli il petto.
Crolla e le sue mani, tremanti, stringono l'inerte mano destra di Dario.
Sente il calore del suo corpo, prima esile, svanire e lasciare il posto al gelo della morte.
Vi accosta le labbra e vi posa leggeri baci, mentre le lacrime esondano dai suoi occhi. Pochi istanti sono trascorsi, eppure sente il peso d'una dilaniante nostalgia sul cuore.
Vorrebbe dire qualcosa, ma le parole si smarriscono nei suoni rotti e insensati dei singhiozzi, che, implacabili, si spezzano nel suo petto.
Ha bisogno di lui, ma una barriera invalicabile si frappone tra di loro e non può valicarla.
Si sente perso e smarrito, senza la meravigliosa voce di Dario e i suoi splendidi, scintillanti occhi ambrati.
Quasi gli pare di non vivere più e di precipitare in un abisso.
E se non vive, come può esaudire la sua richiesta?

   
 
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