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Autore: sab2fab4you    26/01/2022    0 recensioni
Abbiamo conosciuto Dan e Hana come i migliori amici di Ben e Lily, ma è arrivato il momento di raccontare la loro storia.
Dan è il classico genio ribelle, si sente incompreso e inadatto. Troppi demoni gli scavano dentro senza lasciargli via d'uscita, è intrappolato da sé stesso. Poi c'è Hana, che diventa uno spiraglio di luce nell'oscurità del ragazzo. Dietro la sua facciata da ragazza con la testa fra le nuvole si nasconde una persona che porta sulle spalle un peso molto più grande di lei. Saranno l'uno la salvezza dell'altro, perchè infondo sono due anime che stavano solo aspettando di incontrarsi.
***
ESTRATTO DAL CAPITOLO SETTE:
"Nessuno dei due disse una parola, continuarono a guardarsi e a capirsi. Erano diversi come il giorno e la notte, questo lo sapevano, eppure c’era qualcosa che li legava ed era proprio per questo che in un modo o nell’altro continuavano ad attrarsi."
***
AAA: NON E' NECESSARIO LEGGERE IL VOLUME 1
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo dodici


Dan


Vivere in Inghilterra ti insegna a sopportare l’umido, soprattutto in inverno dato che è il clima perenne. Mi ero abituato ad avere le mani ghiacciate ogni qualvolta facessi una consegna oppure ad ignorare il vento che mi tagliava la faccia, nonostante portassi poi i segni di tutto ciò.


O almeno così credevo.


Da quando avevo messo piede nella regione del Lake District, l’umidità aveva assunto tutto un altro significato. Ero coperto da strati di vestiti eppure sentivo il gelo bloccarmi le ossa. Mi fermai un momento per poi guardare dietro di me e aspettare di essere raggiunto dai miei amici. Poggiai il borsone a terra così da liberare la spalla da quell’enorme peso, giusto per qualche minuto.


Joseph oltre a portare il suo zaino dietro le spalle, aveva tra le mani anche le valigie di Angie, la quale camminava tranquillamente di fianco a lui. Ben e Lily, invece, passeggiavano mano nella mano, ignorando il peso dei bagagli e la ripidità della salita.


Hana era l’ultima, indossava un giubbotto esageratamente più grande di lei e che le impediva di muoversi con fluidità, per cui arrancava con le borse. La raggiunsi, ignorando lo sguardo di tutti i presenti.


Stavamo camminando per le strade deserte delle montagne di Keswick da un’ora, più o meno da quando il bus ci aveva mollato nel mezzo del paese con la scusa che “non ci muoviamo anche sulle montagne”.


Non sapevo come fosse possibile, ma stavo morendo di caldo e di freddo allo stesso tempo. La salita e le valigie mi avevano fatto sudare come se mi stessi allenando da ore, ma il freddo continuava a farmi asciugare il sudore sulla pelle, e di conseguenza mi penetrava dentro facendomi battere i denti.


La ragazza, appena mi vide si fermò e sbuffò, gonfiando le guance rosse e buttando fuori una piccola nuvola di condensa.


<< Non... ce la faccio… più >> si lamentò.


<< Dove cazzo è questa casa? >> domandai a colui che ora si trovava a dirigere il gruppo, e nel frattempo liberai Hana dai suoi pesi. Avrei voluto carezzarle il viso e aggiustarle i capelli dietro le orecchie, ma mi fermai dal farlo perché non eravamo soli.


<< Ehi.. che fai, lasciami portarne almeno una >> disse Hana cercando di stare al mio passo.


<< No >> risposi secco, per poi guardare Joseph. Nessuno di loro sapeva di me e Hana, entrambi eravamo ancora piuttosto… imbarazzati e senza neanche il bisogno di parlarne, avevamo deciso di tenerlo un segreto.


<< Ancora dieci minuti, forza! >> urlò il ragazzo.


Ci fu un coro di sbuffi e imprecazioni, ma tutti riprendemmo la camminata.


Era la settimana di break di dicembre, la scuola aveva deciso di farla coincidere con l’inizio delle festività natalizie, per cui eravamo ufficialmente in vacanza e Joseph aveva proposto di passare qualche giorno tutti insieme nella casa in montagna della sua famiglia. Non ero molto convinto che il cottage potesse esistere, conoscendolo anche una semplice stanza per lui era un palazzo reale.


Continuammo a salire la strada, accompagnati dalla quiete della vallata e se non fosse che avevo una voglia incredibile di prendere a calci il mio amico, mi sarei soffermato ad ammirare l’incredibile paesaggio. Infinite colline rosse e arancioni si ergevano in lontananza, gli alberi sembravano piccoli ciuffetti di broccoli visti da lontano ed erano leggermente spruzzati di bianco. La neve ricopriva a chiazze il mare d’erba e c’era un sottile strato di nebbia che pian piano risucchiava ogni cosa.


All’improvviso Joseph cambiò direzione e ci inoltrammo in una boscaglia, seguendo un piccolo sentiero sterrato e più andavamo avanti, più esso si faceva pianeggiante.


<< Joe, dillo che ci vuoi ammazzare >> sbuffò Lily, e con uno scatto si aggiustò lo zaino sulla spalla.


<< Mi offende che non abbiate fiducia in me >> il ragazzo si portò una mano al petto, fingendo un dolore al cuore.


<< Wow… i rami degli alberi sembrano dei polmoni >>.


Non fui l’unico a girarmi verso Hana, la quale al posto di guardare davanti a sé stava con la testa piegata all’insù. Non passarono neanche dieci secondi che la ragazzina inciampò in una pietra e se non ci fossi stato io a prenderla, probabilmente sarebbe finita a faccia a terra.


<< Fai attenzione >> la rimproverai mentre ancora la tenevo ferma per le braccia.


<< S-sì >> rispose imbarazzata.


<< Eccoci! >> esclamò Joseph, fermo avanti a un grosso cancello di ferro nero e sul quale era cresciuta una fitta pianta rampicante che impediva la vista di ciò che c’era all’interno.


Con la preoccupazione stampata in viso, attraversammo il cancello e in un attimo le nostre espressioni si tramutarono in sgomento. Il vialetto, ora in pietra, attraversava le siepi perfettamente curate e conduceva a un enorme villa in mattoni rossi e dal tetto spiovente.


<< Oh… mio.. dio >> commentò Angie.


<< Non ho mai visto una casa così grande >> mormorò poi il mio migliore amico.


Lily ed Hana si limitarono a rimanere in silenzio, la bocca mezza spalancata dalla sorpresa.


<< Amico… ma sei ricco… >> constatai mentre giravo su me stesso per cercare di vedere la fine della villa.


<< Se la vuoi mettere così… >> il ragazzo fece spallucce, << andiamo, i domestici ci staranno aspettando! >>.


<< Domestici? >> sbottai incredulo.


Il ragazzo ci fece strada e uno ad uno entrammo in quella reggia.


**


Conoscevo Joseph dal primo anno di liceo e avevo dato per scontato che fosse… come noi. Stokes Croft era uno dei quartieri più poveri e malfamati di Bristol, non riuscivo proprio a capire cosa ci facesse lì una famiglia benestante.


La casa contava tre bagni, più di quattro camere da letto, una soggiorno grande quanto il mio appartamento, due cucine, una sala da pranzo e una cantina che Joseph aveva trasformato nel suo rifugio. I soffitti erano alti e mantenuti da pesanti travi di ferro, inutile dire che il pavimento era ricoperto da un costosissimo parquet d’olmo.


I domestici, ancora dovevo abituarmi a questa cosa, ci avevano accolto all’ingresso e ognuno di loro ci aveva scortato alla nostra camera. Da circa due minuti, ero impalato all’entrata della stanza, intimorito dalle sue dimensioni. Il letto a due piazze occupava metà dello spazio sinistro, mentre quello destro era decorato da un camino in pietra e un piccolo divano in pelle marrone. Sotto l’enorme finestra invece era posta una cassettiera, costruita presumibilmente in un altro legno pregiato.


<< Sono di vostro gradimento? >> la voce di Joseph mi fece sobbalzare. Annuì lentamente in sua direzione quando poi Hana sbucò dalla camera affianco la mia e si precipitò nel corridoio.


<< Scherzi? E’ meravigliosa, adoro il letto a baldacchino! >> saltellò eccitata sul posto e ciò provocò una risata da parte del ragazzo.


<< Per te ho scelto la camera più bella, bambolina >> storsi il naso a quell’appellativo, mi era passato di mente che Joseph avesse una cotta per lei. Osservai i due entrare nella stanza di Hana e il loro chiacchierare divenne un sottofondo per i miei pensieri.


Tra il viaggio di notte durato cinque ore, la scalata devastante e lo shock nello scoprire che il mio amico avesse più soldi di quanti ne avrei mai potuti guadagnare nella vita, non avevo realizzato per bene ciò che stava accadendo: ero in vacanza con Hana, nessuno era a conoscenza della nostra relazione e avremmo dovuto fingere di non stare insieme, e la cosa peggiore? Ero sicuro che Joseph ci avrebbe provato spudoratamente con lei.


<< Amico, tutto ok? Non hai detto una parola da quando sei entrato >> non mi ero reso conto di avere entrambe le mani sulle tempie, << che c’è, devi fare lo stronzo e dire che la tua stanza non ti piace? >> Joe mi colpì scherzosamente la spalla, per cui cercai di dissimulare la mia preoccupazione con un sorriso.


<< Che faccia tosta a chiamarmi stronzo, ci conosciamo da sei anni e non mi hai mai detto di essere ricco! >>.


<< I miei genitori vogliono che resti umile, non ho il permesso di parlarne liberamente >> spiegò per poi poggiarsi allo stipite della mia porta, << comunque, non appena vi sarete sistemati venite in soggiorno, non avete ancora visto il pezzo forte! >> e detto ciò si allontanò, lasciando me e Hana da soli. Mi domandai cos’altro ci aspettasse, col senno di poi ci mancava solo una pista di atterraggio con tanto di jet privato.


<< Voglio vedere la tua stanza! >> Hana saltellò all’interno della camera con le mani unite dietro la schiena, finalmente non era più imbacuccata in quell’ingombrante giubbotto ma indossava un semplice maglione di lana lilla.


<< Che spettacolo >> disse sognante mentre faceva una piroetta, poi si fermò per parlare << siamo vicini >>.


Capii che alludeva alle nostre camere, per cui mi limitai ad annuire e quando vidi che anche le sue guance si colorarono di rosa, mi resi conto di non essere l’unico in imbarazzo.


<< Andiamo, ci staranno aspettando >> dissi con una scrollata di spalle.


Le nostre camere erano quelle più vicine al soggiorno che come ho detto prima, era probabilmente l’ambiente più grande di quella casa. Al centro vi era un grande divano ad L, sempre in pelle marrone, e ai lati di ogni bracciolo c’era un comodino con una lampada blu poggiata sopra. Il tavolino di pietra sembrava una roccia appena caduta dalla montagna.


Trovai Ben e Lily a riscaldarsi davanti al camino, mentre Angie osservava con attenzione l’impianto cinema attaccato al muro.


<< Hai di tutto… >> mormorò con gli occhi sgranati.


Joseph attraversò la stanza con il petto gonfio, soddisfatto di tutti i complimenti che stava ricevendo, per poi sostare avanti a una porta.


<< Le sorprese non sono ancora finite, spero che abbiate portato i costumi da bagno >> e abbassò la maniglia per rivelare la ciliegina sulla torta: una piscina scavata nella roccia racchiusa in una cupola di vetro e che affacciava sulle sponde di un lago ora ghiacciato.


<< Voglio rimanere per sempre qui >> sentenziò Lily.


<< La vacanza può avere ufficialmente inizio >> concluse sorridente il padrone di casa.




Ciao!!


Chiedo umilmente perdono per questa mia lunga assenza, tra lo studio e gli esami disastrosi è andato tutto a rotoli. Non avevo per niente ispirazione per scrivere, non ci riuscivo. Per cui ho deciso di riprendere quando sarei stata un po’ meglio.


Andando al capitolo, so che non succede molto ma è un capitolo di passaggio. Ne succederanno di tutti i colori in questa vacanza, quindi aspettatevi dei capitoli pieni in futuro! Ringrazio di cuore chi mi segue e chi segue la storia, mi sono affezionata ai due protagonisti. Entrambi esprimono una parte del mio carattere, li sento davvero miei.


Un bacio













 
   
 
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