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Autore: eddiefrancesco    26/01/2022    1 recensioni
Odyle Chagny aspirante artista, è costretta a lasciare la Francia per accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie di Lord Moran.
Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la giovane si rende conto ben presto che in quell' ambiente dove tutto sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti.
Per esempio, Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po' impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le voci inquietanti che circolano sul suo conto.
O dell'avvenenente Lady Moran, che pur circondata dal lusso conduce un esistenza triste e solitaria. Scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere una vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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«Solo chi è povero di intelletto può pensare che i progressi scientifici siano una perdita di tempo e denaro» riuscì a ribattere Tristan alla provocazione di Lord Moran. Michael aprì bocca per rispondere alla stoccata, ma Tristan fu più veloce nell'affondo. «Non ricordo, Michael... come passi il tuo tempo? Ah, già... frequentando locali con una pessima reputazione.» E sollevò uno degli angoli della bocca in un ghigno crudele. Paul lo guardò con aria severa. Tristan gli aveva parlato della dipendenza dall'oppio di Lord Moran e non trovava appropriato che si prendesse gioco di lui rinfacciandogli quella debolezza. Moran lo fissò inviperito. «Una volta piacevano anche a te» mormorò a denti stretti. «Gradite qualcosa da bere, Lord Moran?» intervenne Oswald. Michael sollevò il palmo della mano destra e scosse il capo. «Faccio il bravo, ancora per un poco...» disse. «Come sta tua moglie?» gli domandò Tristan di punto in bianco. «Emma? Bene, credo. Questa mattina si era messa in testa di fare delle compere per la cucina. È un po' strana, di questi tempi...» osservò, come se riflettesse tra sé e sé. Oswald notò che Tristan inspirava profondamente, poi tratteneva il fiato per qualche istante stringendo i pugni. «E la mia amica... Mademoiselle Odyle?» Percepi' un'inflessione strana, quasi una stonatura, quando l'amico pronunciò quel nome. Anche Lord Moran dovette accorgersene, perché lo fissò per qualche istante prima di rispondere: «Odyle... Mademoiselle Odyle sta bene. Le piace... rendersi utile.» Pronunciò quelle ultime due parole in tono sarcastico, con la deliberata intenzione di infastidire l'amico. Ci fu un rumore secco, provocato dal bicchiere di brandy ormai vuoto, che veniva appoggiato con forza incontrollata sul tavolo. «Come ben sai, la reputazione di una donna è sempre sotto giudizio, Michael» lo ammoni' Tristan. «Mi auguro che Mademoiselle Odyle non sia un'ingenua.» Fu allora che Oswald notò un bagliore accendersi negli occhi di Lord Moran. Qualcosa nelle parole di Tristan gli aveva dato un appiglio, un nuovo vantaggio. «Se continuerà a sfruttare le sue doti, credo proprio che farà molta strada, invece» replicò, infatti Michael, prima di prestare attenzione al biglietto che il cameriere gli porgeva su di un piccolo vassoio d'argento. «Oh, che peccato! La persona che aspettavo è stata trattenuta.» Si alzò e porse la mano a Oswald. «Dottore, è stato un vero piacere incontrarvi.» Oswald annuì e gliela strinse, poi guardò Tristan e capì che stava per fare qualcosa di veramente stupido. «Michael!» lo apostrofo' in tono affettato. «Mi stavo domandando... È molto tempo che la mia casa di campagna è chiusa e sto programmando di trascorrervi qualche settimana, prima di Natale. Perché tu e la tua famiglia non venite? Sarebbe una buona occasione per tornare a conoscerci un po'. Mi piacerebbe invitare anche tua madre.» Michael afferrò la mano che gli veniva porta e strinse un poco gli occhi, come se cercasse di capire cosa aveva in mente Brisbane. Poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso sicuro. «Accetto la sfida» mormorò. Emma l'aveva tenuta impegnata tutto il giorno, dopo che erano rientrate a casa. Odyle si era sentita costantemente osservata e sotto esame. Persino quando si era dedicata alle bambine, per discutere con loro di geografia e di storia, aveva visto la sua padrona fare capolino nella nursery, come se volesse accertarsi che si trovasse davvero lì. Da circa una settimana Lady Moran aveva assunto un comportamento piuttosto strano. All'inizio, Odyle ne era stata quasi contenta. Emma aveva preso a curarsi di più, aveva insistito per rifarsi il guardaroba e per chiamare un parrucchiere prestigioso che le tagliasse e acconciasse i capelli secondo l'ultima moda. Nel frattempo, tuttavia, avevano avuto inizio le sue angherie. Sembrava che tutto quello che Odyle faceva la infastidisse, che i compiti che le assegnava non venissero mai svolti in maniera corretta. Ogni scusa era buona per rimproverarla e cercare di umiliarla, sebbene le parlasse sempre in tono gentile. E continuava a cercarla. Ogni volta che si allontanava dalla sua padrona per più di pochi minuti, subito veniva raggiunta da Lucy o da Westley che erano stati incaricati di "vedere" dov'era finita; e ogni volta che Lord Moran diceva di aver bisogno di lei per delle faccende private, Emma sembrava stizzita e moltiplicava e complicava i compiti che Odyle doveva svolgere. Si era persino svegliata durante la notte con l'impressione che Emma avesse sbirciato in camera sua e, in corridoio, trattenendosi a scambiare qualche parola con una Lucy sconvolta dal sonno, aveva scoperto che la padrona di casa non riusciva a chiudere occhio perché milord era uscito senza avvisare nessuno. Era stato allora che Odyle aveva iniziato ad avere dei sospetti. Il giorno seguente si era infilata di nuovo nella camera da letto di Lord Michael e aveva frugato nei cassetti del suo armadio. Le aveva giurato che non usava più la morfina e le aveva dato in custodia sia la siringa sia le boccette di anestetico. Il che, aveva pensato lei, non gli avrebbe impedito di comprarne altre e per questo era andata a controllare. Ma aveva constatato con sollievo che nel cassetto non c'era nulla del genere. Per sua sfortuna, Emma l'aveva colta in fragrante. «Dubito che troverete spunti per le vostre lezioni tra la biancheria di mio marito, Mademoiselle» le aveva detto guardandola con freddezza dalla porta. «A meno che non intendiate avvicinare le mie figlie ad alcuni principi di anatomia.» Odyle avrebbe voluto scomparire. «Perdonatemi, milady. È stato vostro marito a chiedermi di cercargli un oggetto in questi cassetti» aveva mentito senza pudore arrossendo. «Davvero?» Emma aveva strizzato gli occhi. «E di che cosa si tratta? Calzettoni di lana? Oppure una qualche lettera segreta?» Odyle aveva lanciato un'occhiata al cassetto e aveva trovato la sua ancora di salvezza. «Questa lente di ingrandimento!» Sotto lo sguardo severo di Lady Emma, l'aveva richiuso e l'aveva raggiunta alla porta. Quella sera chiese, e le fu concesso, di ritirarsi presto per la notte. Si corico' e spense la luce, ma era troppo stanca per riuscire ad addormentarsi. L'incontro con Lord Brisbane appena fuori da Twinigs l'aveva turbata, lasciandole una sorta di amarezza. Solo il giorno prima, lui l'aveva stretta tra le braccia e l'aveva baciata, mentre quella mattina l'aveva trattata con distacco quasi infastidito. Forse, riflette', ce l'aveva con lei proprio per quel bacio. In effetti, lei avrebbe dovuto resistergli, invece di rispondere con enfasi alle sue carezze. Chissà come doveva giudicarla! Si girò sotto le coperte. Oh... al diavolo Lord Brisbane! Perché a un uomo era concesso di mostrare la propria passione mentre una donna doveva sempre fingere di subire violenza? Sentì una carrozza fermarsi davanti alla casa. Balzo' giù dal letto e corse alla finestra, giusto in tempo per vedere Lord Moran uscire dal portone e salire a bordo. Quella storia non le piaceva affatto... Ma per quel che ne sapeva lei, Michael Moran poteva anche essersi recato al club. Guardò l'orologio sul muro. Quasi l'una di notte. Era troppo tardi per andare da White's o da Wig & Pen. Aprì l'armadio e tirò fuori l'abito da uomo che già una volta aveva indossato. Non era troppo tardi per recarsi allo Stelo d'oro. Bull Wharf Lane era insolitamente poco frequentata, quella sera. Tristan vi era giunto con la propria carrozza, ma aveva detto al suo stalliere di attenderlo sulla strada principale, sotto un lampione, con la speranza che quelle precauzioni gli avrebbero garantito una certa incolumità. Il pensiero di Michael e Odyle lo aveva assalito per tutto il giorno. Era sicuro di trovare il suo amico alla fumeria e quello era il posto migliore per farlo parlare... Se c'era davvero qualcosa tra quei due voleva saperlo subito; e forse l'influsso dell'oppio avrebbe indotto Michael a dirgli tutta la verità senza mezzi termini e frasi sottintese.
   
 
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