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Autore: Alarnis    27/01/2022    3 recensioni
"Quel giorno fu lei a restare ferita, solo ora se ne rendeva conto."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prevedibilità

 
“Chi avete incontrato?” strabuzzò gli occhi Gregorio, sputando di colpo il vino che aveva nel gozzo; in uno fiotto che schizzò tende e tappeto. Aveva sentito bene? Il suo naso restò arricciato in una smorfia, come per un’improvvisa paralisi facciale.
Moros? Ancora?
Ma era una persecuzione, quel ragazzo!
Allargò le braccia. Ecco a cosa portava la bontà!
Assecondare il desiderio di Nicandro di tenerlo in vita era stata una rogna!
Ah, Bastiano, Bastiano… se avessi fatto il tuo lavoro!  rifletté, visto che quella doverosa bontà era stata l’effetto dell’inneficienza che il subalterno aveva dimostrato in vita. Se Bastiano avesse eliminato Moros al primo colpo non sarebbero stati ancora là a parlarne.
“Aiuta Ludovico!” volle arginarlo Lavinia, spiegando il motivo della riapparsa dello scudiero di Guglielmo, ma il suo tono non celava affatto l’entusiasmo che provava per un nuovo scontro. La sorella portò il pungo destro, chiuso, davanti al petto grintosa; quasi fremesse nell’attesa.  Il volto di Lavinia era luminoso, le guance sollevate quasi in un sorriso, gli occhi marroni allargati.
“Come? Cosa?” domandò, chiedendosi per quale astruso motivo la sorella agognava l’ennesimo e inclucludente scontro con Moros, nonché per quale bislacco disegno avrebbero lottato assieme: un contadino e un principe.
Preso il tovagliolo, lo attorcigliò e come una frusta lo rivolse verso il servo che lo stava servendo, che subì stoico l’atipica scudisciata.
Allargò le pieghe della bocca in un sorriso di labbra stinte, tendendo il pizzetto sul mento come fosse elastico.
 Quanto semplicemente odiava quei due!  Lavinia e Moros, intendeva!
Da una vita si rincorrevano senza mai capire che quando i loro destini si intrecciavano, erano unicamente loro colpevoli di separarli nuovamente.
E, gli dava un fastidio, che in quella treccia lo facessero sempre inciampare! Avrebbero potuto strozzarvisi e gli avrebbero fatto un piacere!
La mia pazienza è finita! Ormai lo diceva spesso a tutti, ma era davvero stanco di graziare!
“Manca l’aria!” ordinò aggressivo al servo che prontamente si rivolse alla finestra per aprirla. La spalancò a due mani, facendo retrocedere i vetri all’interno.
Il tepore mitigò l’animo di Gregorio che respirò a pieni polmoni, gonfiando il petto come un gallo cedrone.
Rifletté, massaggiandosi frustrato il viso, premendo forte le guance, fin alla consapevolezza di...
Di scaraventare addosso a Moros tutte le guardie!
Reclude comprese! “Penderà dalla corda… o… gli taglierò la testa!” rifletté ad alta voce, quasi indeciso. Finalmente si preannunciava una giornata appagante, sorrise. E che Nicandro piangesse pure questa volta!
Si portò in piedi, ma si trovò dinanzi Lavinia.
Si spostò di lato e Lavinia fece altrettanto bloccandogli la via.
Ebbe un fremito nervoso e urlò, la voce alta e rabbiosa “Cosa c’è?” come se il mondo fosse stato creato esclusivamente per infastidirlo “Non ti va’ bene, sorella?” l’aggredì, facendo saltare i nervi del servo che ebbe un fremito e indietreggiò alla finestra, quasi fosse preferibile buttarvisi fuori piuttosto che rimanere.
“Ludovico sa’ come entrare!” lo stupì Lavinia, che diversamente da lui non sembrava aver pensato, come primo problema, al contadino di … Quel paesetto…Come si chiamava? Ah… Sì. Raucelio.
“E noi non sappiano da dove sbucherà quel topo di fogna, immagino?” ipotizzò arguto e soprattutto inviperito. Le sopracciglia sottili si avvicinarono alla curva del naso, evidenziando il verde smeraldo degli occhi.
“No!” fu breve Lavinia, per nulla spaventata  “Credo userà un passaggio segreto.”.
Ebbe un moto di cedimento perché sembrò incespicarle addosso “Pure un passaggio segreto?”, la sua voce uscì piatta. Era uno scherzo?
“E i contadini gli sono solidali.” spiegò lei, adducendo certezza.
Sempre con questi contadini… Gregorio si portò i pugni chiusi davanti alla faccia e iniziò a batterseli addosso.
Lei lo lasciò fare, impettita come il militare che era o si credeva.
“Bada! Che mi stò irritando!” reclamò. “E sai che non è una buona cosa!” volle mettere i puntini sulla propria autorità.
“Comunque sono tre, compreso Ludovico.” precisò Lavinia.
“Solo tre?” ristette. Alla faccia di riorganizzare le truppe. Questo sì che gli risollevò l’umore. Mimò in ordine, con pollice, indice e medio il numero tre, passando poi ad aprire tutte le dita delle mani: lui aveva più soldati! Quello il suo conto.
“E’ mio dovere fare rapporto.” concluse seria Lavinia: inflessibile davanti le sue congetture, mentre lui si copriva l’occhio sinistro con la corrispondente mano “E lo fai al meglio!” accordò, quasi sfinito da tanto rigore.
Quindi ora, aveva più chiara la situazione.
“Bene! Bene! Bene!” riflettè gongolando, sfiorandosi il pizzetto. Allungandolo per renderlo il vertice di un triangolo.
Sviolinò l’indice davanti alla sorella, come rimproverasse una monelleria, non a lei era chiaro, ma a Moros.
“Birbantello!” ironizzò.“Noi” sottolineò “sappiamo bene come agisce Moros, vero?”, sorvolò sul contadino come fosse talmente prevedibile da risultare inoffensivo.
“In maniera inconcludente?” fece eco lei perplessa. Lo sguardo severo, indagatore.
“Avventata? Impulsiva?” suggerì giulivo lui: come non definirne così l’agire.
“E’ tutto tuo!” la lusingò. Ma la voce secca sembrava infastidita, come suggerisse un sgradevole E.. vai! Vai, ad acciuffarlo!
“Sai, la strada!” precisò arrogante. I servi chiacchieroni avrebbero fatto la loro parte, mettendo quel rustico al corrente delle disposizioni delle stanze di Rocca Lisia! Dove poteva sbucare se non in prossimità di Nicandro? Sarebbe bastato lo aspettassero là. E così avrebbero fatto!
 
   
 
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