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Autore: Fiorentinasara    28/01/2022    2 recensioni
Hilary una ragazza di 25 anni scrittrice eredita alla morte della nonna Camille la casa dove abitava a Wako in Texas. Lei non ci è più voluta tornare in Texas a Wako da quando era morta la nonna ma con le insistenze della madre decide di tornarci e lo farà a pochi giorni dal Natale perché aveva sempre amato Wako sotto le feste ed era un modo per sentire la nonna più vicina visto che adorava il Natale a Wako Hilary farà nuove amicizie tra cui conoscerà Zac un bel professore della Baylor univerity e suo figlio Tommy di quattro anni che si affezionerà a lei cosa accadrà tra i due se ve lo state chiedendo leggete questa storia
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Hilary entrò in camera sua e si buttò sul letto vestita, addormentandosi all’istante. Era troppo stanca per cambiarsi.
La mattina dopo si alzò di buon ora, e si stupí di essere andata a dormire vestita, ma poi si ricordò. Quella notte aveva ripensato alle parole della sua amica Tanya e doveva fare qualcosa, ma voleva avere anche un consiglio da una persona che purtroppo da due anni a questa parte non c’era più. Lui riusciva con le sue parole a mettere in ordine sempre il caos che aveva nella sua testa, così Hilary decise di andare al cimitero.
Si alzò, andò all’armadio e ne tirò fuori un paio di leggings neri e una maxi maglia a collo alto rossa e bianca, poi andò in bagno a farsi una doccia. Era in uno stato pietoso, non poteva andare avanti così. Fatta la doccia, si infilò l’accappatoio e poi la biancheria intima, tornò in camera e si vestí con i vestiti che aveva messo sopra il letto, indossando i sui immancabili stivaletti da neve.
Scese in cucina, e questa volta non ci trovò sua madre ed alzò gli occhi sull’orologio appeso alla parete e vide che era presentissimo, molto più dell’orario in cui sua madre si sarebbe alzata. Decise di preparare lei la colazione per entrambe. Prese la tazza e si versò del caffè, sedendosial tavolo per sorseggiarlo, ma non riuscì a mangiare nulla. Aveva preparato i pancakes e le uova strapazzate, ma le si era chiuso lo stomaco per la visita al cimitero che avrebbe fatto di lì a poco.
Finito di fare colazione, salì in camera dalla madre le appoggiò la mano sul braccio per svegliarla. 
“Mamma io esco, ho da fare. Ci vediamo alla libreria più tardi.” Hilary le disse baciandola sulla fronte.  
La madre, che era ancora addormentata, fece solo un cenno col capo annuendo, per poi rimettersi a dormire. Hilary uscì dalla stanza, scese le scale, ed indossò il suo piumone da neve con sciarpa e guanti, ed uscì di casa. Salì in macchina e si diresse al cimitero. Aveva il cuore in gola che le batteva a mille, doveva calmarsi o rischiava un infarto bello grosso.
Fermò la macchina davanti al cimitero. Prima discendere dalla berlina nera prese un grosso respiro per calmarsi. Scese dalla macchina e comprò un mazzo di gigli, i fiori preferiti di suo padre, nel chiosco vicino al cimitero, ed entrò. Ci mise un po’ a trovare la tomba di suo padre da quanto era grande e vasto il cimitero, non si ricordava neanche molto bene dove fosse. Ci era andata solo due volte a trovarlo, e per non soffrire più ogni volta che ci si recava smise di andarci. Finalmente dopo un po’ che cercava, la trovò, e le si strinse il cuore. Le mancava terribilmente, soprattutto in quel periodo. 
Suo padre era sempre stato il suo eroe, sapeva infonderle sicurezza con i suoi consigli. Mise i fiori che aveva comprato poco prima nel vaso, e si inginocchiò davanti alla foto. Prese un fazzoletto e la ripulì dalla polvere. 
“Ooohhh, papà... Mi manchi tanto, ed anche i tuoi consigli. Scusa se non sono più venuta a trovarti, è che mi faceva troppo male qui.” indicandosi il cuore con la mano. 
Hilary tirò un sospiro e rimase in silenzio per un po’. Poi riprese a parlare. 
“Sai papà, oggi sono qui perché ho bisogno di uno dei tuoi consigli, e non so che fare. Sai che sono andata a vivere in California, li ho scritto e pubblicato il mio primo romanzo, ed ora ne vogliono un altro. Essendo tornata a Laurel per aiutare mamma nella libreria e tutto il resto, non riesco a scrivere dalle troppe distrazioni. Poi ci si è messa anche la mia menager Angie, che mi fa pressioni sul primo capitolo. e io sto andando fuori di testa. In più, tutti mi dicono di andare a Wako alla casa della nonna. Anche Tanya... te la ricordi la mia amica delle superiori?... mi ha detto 'Se proprio non riesci a scrivere qui per le distrazioni, vai a Wako!'. Dopo queste sue parole ci ho riflettuto parecchio, ma vorrei tanto un tuo consiglio. E non posso nemmeno lasciare la mamma, ha così troppo bisogno di me. Che devo fare papà? Dammi un segno...” Disse Hilary baciando la foto del padre sulla lapide e accarezzandola.
Si rialzò, salutò suo padre, eritornò alla macchina. Le aveva fatto bene sfogarsi con suo padre,anche se era solo una foto posta su una lapide.
Tornò alla libreria, parcheggiò la macchina e scese. Si avviò verso la libreria ed provò ad aprire la porta, non capendo perché fosse chiusa. A quell’ora sua madre doveva già essere lì. Prese le chiavi dentro la sua borsa e aprì la porta, trovando tutto spento.  
“MAMMA, MAMMA.” Chiamò a gran voce Hilary, non ricevendo risposta.  
Si frugò nelle tasche del suo piumone e prese il cellulare, chiamando la madre per sapere che fine avesse fatto. 
“Mamma ma che fine hai fatto? Tutto bene? Mi sono preoccupata quando sono arrivata alla libreria ho visto la porta chiusa, e ti ho chiamato senza avere risposta.” Disse Hilary preoccupata.  
“Hilary scusa, ma perché sei preoccupata?” rispose la madre girando la testa sul comodino, vedendo dalla sveglia postavi sopra che era tardissimo, fece un salto.  
Quando Hilary quella mattina presto se ne era andata, si era riaddormentata come un sasso.
“Arrivo, arrivo Hilary. Non pensavo fosse così tardi. Mi sono riaddormentata. Dammi dieci minuti e sarò lì in libreria.” Rispose la madre alzandosi di corsa dal letto.
Scostando in modo brusco il piumone di lato, la donna si fiondò in bagno, facendosi una doccia veloce, e corse alla libreria a costo di rompersi l’osso del collo, arrivando tutta trafelata ed un fiatone degna di un maratoneta.  
“Mamma riprendi fiato, o ti verrà un infarto.” disse Hilary porgendole un bicchiere d’acqua.  
La madre lo bevve ansimando, si mise a sedere su una sedia per riposarsi. Entrò in libreria Tanya.  
“Hilary, ti va di andare a fare una passeggiata? Passiamo a prendere anche Michael all’officina, ti farà bene. E poi abbiamo un discorso in sospeso noi due.” Disse Tanya. 
“Sì certo, mi sono ripresa. vVi tranquilla, che qui ci penso io.” Rispose la madre per rassicurarla.  
Hilary infilò il cappotto e uscì dalla libreria con Tanya.  
“Cosa è successo a tua madre? L’ho vista provata.” Disse Tanya.  
“Niente Tanya, è che stamani presto ho svegliato mamma per dirle che uscivo, poi lei si è riaddormentata e ha fatto tardi in libreria. Quando se ne è accorta ha fatto una corsa, ed era un po’ stanca. Tutto qui.” Rispose Hilary.  
Nel frattempo erano arrivate all’officina di Michael.  
“Michael dove sei?” urlò Tanya entrando per farsi sentire.  
“Vieni Tanya, sono quaggiù in fondo.” Rispose Michael. 
Tanya e Hilary si avviarono nella direzione in cui proveniva la voce. Hilary si ricordava di Michael dalle scuole superiori, ed appena lo vide constatò che non era cambiato di una virgola.  
Michael era un ragazzo alto, magro e longilineo, con i capelli corti biondo cenere ed il sorriso sempre sulle labbra molto gentile.  
“Ciao Tanya.” Disse Michael baciandola sulle labbra.  
Poi riprese: “Ciao anche a te Hilary. Non sei cambiata poi tanto dalle superiori. Come ti va la vita? Condoglianze per tuo padre, anche se è stato due anni fa. Qui a Laurel gli volevano bene tutti, ed era la persona più gentile che io abbia mai conosciuto. Se avevi bisogno di una parola di conforto o un consiglio, lui c’era sempre.” Disse Michael.  
“Grazie Michael per le condoglianze, e per le belle parole che hai detto su mio padre. Sai, mi manca molto, e non c’è giorno che non pensi a lui.” Rispose Hilary.  
“Ehi, voi due. Vogliamo andare a fare una passeggiata, o vogliamo rimanere qua tutto il giorno per caso?” chiese Tanya.  
Ridendo, Michael e Hilary uscirono dall’officina, seguiti da Tanya. L’aria si era fatta più pungente, e quella metà mattinata fecero un giro in piazza. Hilary vide i dipendenti comunali che stavano mettendo le luci ai vari lampioni, ed anche attorno al gazebo che c’era in mezzo alla piazza. Si incantò a vederli, estasiata. Per lei quel rito era come se lo vedesse sempre per la prima volta, da quanto ogni volta ne rimaneva affascinata. Accortasi della cosa, Tanya la prese sottobraccio. 
“Hilary andiamo. Mi devi raccontare cosa poi hai fatto del discorso che ci siamo dette ieri.” Disse Tanya riprendendo a camminare.
“Come ti avevo detto ieri, sono andata al cimitero da mio padre per avere un consiglio, e ora sto aspettando un segno. Come ti avevo detto, sono alquanto confusa.” Rispose Hilary. 
Tanya tornò vicino a Michael e lo prese per mano, continuando la passeggiata. All’ora di pranzo, Hilary propose di andare al ristoro di Sally a mangiare, ed anche un po’ per riscaldarsi. Non si sentiva più le ossa dal freddo.  
Tanya e Michael all’unisono: 
“Si certo ottima idea Hilary.” Risposero.  
E tutti e tre si incamminarono verso il ristoro di Sally, ed entrando, Hilary vide la madre ad uno dei tavoli.
“Ragazzi intanto prendete un tavolo, io vado da mia madre.” Disse Hilary. 
Si avviò da sua madre. 
“Mamma ciao come va? Ti sei ripresa?” chiese Hilary dandole un bacio fra i capelli. 
“Sì tesoro, ora va meglio. Ma piuttosto che ci fai qui?” chiese la madre. 
“Sono venuta a mangiare con Tanya e Michael. Perchénon ti unisci a noi?” Chiese Hilary. 
“Certo, sicura che non disturbo.” Rispose la madre. 
“No mamma tranquilla. Ci fa piacere se ti unirai a noi per pranzare.” Rispose Hilary. 
La madre si alzò dal tavolo, e con Hilary si diresse al tavolo di Michael e Tanya. Appena presero posto, arrivò Sally a prendere le ordinazioni, posando sul tavolo dei ragazzi dei volantini. 
“Ciao ragazzi, vi lascio i volantini della festa che si terrà sabato sera qui al ristoro. Spero che partecipiate.” Disse Sally in modo allegro.  
“Certo Sally, puoi contarci che parteciperemo.” Dissero all’unisono i tre ragazzi contenti. 
Sally ritornò in cucina a consegnare le loro ordinazioni, e ripotrò a breve quanto richiesto. Mangiarono in silenzio per un po’. 
“Signora Word, mi fa piacere rivederla. Come sta? Con la libreria tutto a posto? Come ho detto a Hilary, le faccio le mie condoglianze per suo marito, anche se in ritardo. Era una persona buona e gentile, stimato da tutti qui a Laurel.” Disse Michael. 
“Grazie Michael, sei sempre così gentile. Sì va tutto bene, ed anche la libreria va abbastanza bene.” Rispose la madre di Hilary, trattenendo le lacrime per le belle parole dette da Michael su Robert, suo marito.  
Finirono di pranzare, ed Hilary e sua madre salutarono Tanya e Michael, tornando alla libreria. 
“Mamma, mi è venuta un’idea su come risollevare le sorti della libreria. Potresti organizzare il club del libro, e anche una volta a settimana potresti leggere le favole per un gruppo di bambini, magari a tema natalizio. E potresti anche chiedere ai bambini se possono realizzare le decorazioni natalizie per la libreria.” Disse Hilary molto allegra. 
“Hilary tesoro, hai avuto delle splendide idee. e di sicuro le metterò in pratica. Comincerò a darmi da fare da domani mattina.” Rispose la madre molto contenta.  
Anche quella giornata giunse a termine, chiusero la libreria e salirono in macchina.  
“Hilary, dovremmo passare al market di Mary e Luke per fare un po’ di spesa. Ricordi dove si trova?” chiese la madre ad Hilary. 
“Certo mamma che lo ricordo. Non vedo l’ora di rivedere quei due simpatici vecchietti! Mi ricordo che da bambina, ogni volta che andavamo a fare la spesa lì, la signora Mary mi dava sempre le caramelle.” Rispose Hilary. 
Arrivate al market, posteggiarono e entrarono, presero un cestino e fecero la spesa. Finito, si diressero alla cassa a pagare. La signora Mary, quando vide Hilary, corse ad abbracciarla, dato che  la considerava come una figlia, ed era da troppo tempo che non la vedeva.  
“Hilary, sei proprio tu quanto tempo è passato come stai? Tutto bene? Disse la signora Mary piangendo non credeva ai propri occhi che Hilary fosse lì. 
“Signora Mary, quanto tempo! Si sto bene, va tutto bene, e lei mi sembra sempre più giovane sa.” Disse Hilary.  
La signora Mary si staccò dall’abbraccio, e si asciugò le lacrime con l’enorme grembiule bianco tutto liso e sporco.
Marilyn, la madre di Hilary, pagò la spesa e tornarono alla macchina, dirette a casa. Parcheggiarono davanti al garage, ed Hilary entrò in casa mentre la madre si mise a prendere la legna sotto la veranda. Hilary si diresse in cucina, posò la spesa sulla grande isola, si tolse il cappotto e iniziò a metterla a posto, mentre la madre accendeva il camino in soggiorno. Hilary preparò la cena, che consisteva in salmone alla piastra e patate bollite, nel mentre apparecchiò la tavola.
Nel frattempo sua madre aveva finito di accendere il camino e si era seduta sul divano.
   
 
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