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Autore: KurryKaira    30/01/2022    1 recensioni
La paura di un possibile matrimonio imminente ha portato Kojiro (James) a ubriacarsi un po' per risollevarsi il morale, come se potesse servire. Il suo morale non cambia affatto ma l'alcool invece lo aiuta ad essere più sincero con sé stesso e a rivelare a Musashi (Jessie) quello che prova per lei.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James, Jessie, Meowth
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Nota per chi non ricordasse: Rumika (Jessiebell da noi) è la promessa sposa di Kojiro (James) che lui odia, per questo scappa da lei e si nasconde dalla famiglia. Sakaki è il nome originale di Giovanni. Buona lettura e grazie!

- Rumika mi ha trovato.
Non sarei mai dovuto tornare a Kanto.
Anche se in effetti è qui la sede principale del Team Rocket, della mia casa in generale, insomma.
La casa, la casa, esatto, la villa, le ville, come volete. Sono tante sono grandi perché sono ricco, molto ricco, insomma.
Per questo ho una "promessa sposa gne gne", perché io sarei importante e ho tanti impegni.
Ma per questo ero scappato!
Ero scappato da tutti quegli impegni e soprattutto da quella pazza!
No, non è vero. Sono scappato ANCHE da quella pazza, non soprattutto, sono scappato in generale... insomma.
Ma questa volta mi ha messo davvero alle strette!
"O mi sposi subito o farò in modo che il Team Rocket butti fuori i tuoi amichetti!"- Rigorosamente imitando la sua voce.
- Non so come abbia saputo che facciamo parte del Team Rocket. Io l'ho detto a miei nonni ma loro non si sarebbero fatti sfuggire una cosa simile. O magari sì, sono anziani in fondo...
Ooh non lo so come l'ha scoperto ma con tutti i soldi che ha e tutti i fallimenti che contiamo sulle spalle ho paura che Sakaki possa davvero accettare la sua offerta!
E non posso permettere che Musashi e Nyasu paghino per colpa mia...
Cosa devo fare?! Cosa? Come?!
Nel dubbio ora sono qui, in questo pub a finire i miei risparmi in alcool. Non bevo spesso, più che altro perché è uno spreco di soldi.
Ma sono entrato qui, scappando da Musashi e Nyasu, cercando conforto e il banconista mi ha consigliato questo.
A me andava bene anche un gelato. Forse non ha tutte le rotelle a posto questo banconista.
Anche perché non sto affatto meglio. Un gelato mi avrebbe reso più felice.
Ora non mi sento felice, mi sento solo ubriaco.
Ahahahahahah!!
Uehuehuehueh- crollò sul bancone.
Subito dopo entrarono, aprendo bruscamente la porta, i suoi due compagni; respirando faticosamente urlarono:- Finalmente ti abbiamo trovato!!-
Lui alzò la faccia tutta rossa da quel bancone con aria stranita, aveva forse riconosciuto le voci.
Lo portarono nel loro rifugio in legno, non troppo distante, sgridandolo lungo tutto il tragitto per aver sprecato così i suoi risparmi.
- Io volevo un gelato- borbottò sconsolato.
Arrivati lo lasciarono "morire" sul letto di quella stanza buia, prese sonno all'istante per un secondo, poi riaprì gli occhi spaventato dal minimo rumore provocato da Musashi e Nyasu.
Ansimò dallo spavento, poi prese d'istinto la donna al suo fianco e la scaraventò sul letto. La donna affondò di prepotenza collo e spalle sul cuscino mentre il ragazzo che quasi le stava di sopra le chiese tra la curiosità e lo spavento:- Chi sei?- Era noto che Musashi assomigliasse davvero tanto a quella a lui tanto odiata Rumika, ed era ancora molto alticcio. Poi vide Nyasu:- Ah, Musashi- realizzò sollevato.
Musashi:- Ma sei impazzito? Chi credevi che fossi?-
Lui ancora un po' stranito rimase a fissarla a lungo, immobile in quella posizione stringendole le spalle e premendola contro il cuscino. Aveva lo sguardo di uno scemo, cosa che non accadeva così di rado in realtà.
Nella mente di lui le immagini, i suoni e le malsane idee correvano veloci come un fulmine tant'è che all'improvviso farfugliò un:- Pikachu- fuori contesto.
- Pikachu?- Ripeterono gli amici. Lei infastidita invece sentiva quei secondi interminabili, quando si sarebbe scostato lasciandola libera di agire? Non voleva buttarlo di violenza giù dal letto, un po' le dispiaceva viste le sue condizioni.
- Pikachu- ripeté sconvolto, lei alzò gli occhi al cielo, tutto sommato poi il suo alito non era così male, quel banconista forse era matto ma sapeva il fatto suo parlando di cocktail.
Kojiro realizzò finalmente tutto ciò che gli stava frullando nella testa e finalmente parlò chiaro:
- Nyasu vai a comprare qualcosa che ti tenga lontano più tempo possibile. Vai a comprare una moto.-
Nyasu:- Cosa?-
Kojiro:- Te ne devi andare, compra una moto.-
Musashi:- Cibo, compra cibo- cercò di dar retta a Kojiro nel tentativo di aiutarlo ma senza assecondare frasi prive di senso.
Kojiro:- Una moto!- Ribadì, comprare una moto lo avrebbe tenuto distante molto più a lungo, dove prendere i soldi per farlo e cosa farsene una volta comprata non erano cose a cui aveva badato a pensare.
Il gatto comunque sospirò a pieni polmoni, quando Kojiro delirava era sempre meglio assecondarlo, almeno da sobrio, da ubriaco sembrava solo un cucciolo privato del suo cervello, spesso era così anche da sobrio in realtà; pensò questo e andò via lasciandoli soli.
Come il pokémon sbatté con prepotenza la porta di quel rifugio lei, ancora premuta contro il cuscino, si preparò a tempestarlo di domande ma non fece in tempo che lui la baciò.
Ecco, altri interminabili secondi nella testa di lei, mentre quella di lui correva come un fulmine. -Pikachu- ridisse riprendendo fiato e poi affondando la lingua che sapeva di ottima vodka nella bocca di lei che stanca tirò lui una ginocchiata in petto nel tentativo di allontanarlo.
"Pikachu ha poi ridetto... che? Pensava a lui in questo momento?!" Pensò per un istante prima di essere pronta a sferrargli un ceffone ma lui con sguardo da Magikarp le allungò in malo modo una mano verso il seno. Rimase fermo come se stesse tenendo tra le mani un peluche con sguardo fisso, lei inarcò un sopracciglio e sta volta lo spintonò con un palmo dritto in testa.
- Che fai?!- Le urlò a voce soffocata, come se avesse paura che qualcuno potesse sentirli.
- Voglio fare sesso con te- rispose lui senza troppi convenevoli. Forse lei avrebbe dovuto aver paura, ma in quel momento più che paura lui faceva ridere, era un po' come se il famoso orsacchiotto Ursa The Pooh si svegliasse una mattina stupratore seriale, non era così raccapricciante.
- Cosa?!- Però disse prendendo colore, non aveva paura, ma imbarazzo sì. Kojiro? Kojiro aveva pensato qualcosa di simile guardando lei? L'alcool doveva davvero avergli dato alla testa.
- Scusa- disse allora lui, correggendosi:- L'amore, voglio fare l'amore con te- come se questa frase adesso aggiustasse tutto, come se il problema non fosse il concetto.
- Non era il modo in cui l'hai detto il problema, Ursa The Pooh!-
- Eh?- Strabuzzò gli occhi rimanendo al suo posto, come stupratore era molto educato, pensò lei ridacchiando, poi si ricordò di essere arrabbiata:- Ma perché?!- Urlò ancora a voce bassa pretendendo risposta a quell'assurdo comportamento. 
- Perché ti amo- disse lui con estrema spontaneità lasciandola ammutolita.
- E così prima di sposarmi posso essere per l'ultima volta un uomo libero. Sono libero con te.-
Continuò con quegli occhi così verdi che anche in quella stanza buia brillavano come smeraldi. Ora aveva uno sguardo così... così puro.
"Che assurdo cattivo che sei sempre stato" pensò lei rimanendo con le labbra semiaperte in completo silenzio. Respirando piano l'uno di fronte all'altra.
"Sono libero con te" ripeté lui ancora invece dentro di sé. Tutti quei pensieri avuti prima nel pub alla fine erano sfociati in un solo pensiero, lui si sentiva felice con i suoi due compagni. Nonostante tutte le sconfitte, nonostante la fame, nonostante tutto, con loro riusciva a non sentire freddo. Almeno non quel freddo capace di raggerargli il sangue nelle vene come quando era in compagnia di quella pazza psicolabile che era la sua promessa sposa. Pensando a questo pensò che anche Musashi era una donna fastidiosa, ma quanto la amava!
Pensò.
"Quanto la amo" pensò "non posso lasciarti andare così, senza fartelo sapere."
Poi il dolcissimo pensiero per colpa dell'alcool (e non) si tramutò in qualcosa di romanticamente più perverso.
E adesso era qui, in questa stanza buia, a gambe incrociate di fronte a lei su un letto non particolarmente comodo.
E lei aveva le guance rosse e lo sguardo timido di una bambola di porcellana, sorrideva appena con il labbro inferiore che non riusciva a chiudersi per lo stupore.
Si soffermò a guardarle quelle labbra trovandole bellissime, e poi si soffermò su quelle guanciotte rosse.
- Pikachu- ripeté e lei sta volta urlò davvero:- La pianti di ripete Pikachu?!-
Si scostò un po' di capelli dal viso che per colpa di lui si erano scompigliati e tornò calma, e sempre rimanendo a gambe incrociate di fronte al compagno disse:- Ma che dici? Mi ami? Fare l'amo- bloccandosi e cambiando subito discorso, in realtà non era calma neanche un po' ma voleva fingere di esserlo visto che lui chiaramente non era lucido:- Non è vero! Io e te siamo solo amici e questo lo pensi anche tu! Tu hai sempre detto di non volere relazioni, e ok, in effetti non hai parlato di questo adesso ma io mi auguro che tu non voglia semplicemente approfittare di me viste le tue condizioni! Perché saresti davvero pessimo! Insomma ti sei già comportato malissimo, hai un atteggiamento veramente tossico in questo momento, simile a quello dei tuoi pokémon veleno. Sei perdonabile solo perché sembri Ursa The Pooh!-
- Ursa The Pooh- ripeté lui scandendo ogni sillaba e guardando il soffitto in cerca di una risposta, ma poi riuscì a formulare una sola cosa tornando a incrociare gli occhi di lei, anche i suoi capelli erano adesso arruffati sul viso.
- Non riesco a seguirti- sinceramente affranto:- In questo momento sei troppo bella per far sì che tu venga ascoltata.-
- Bene, ora anche sessista- sbuffò con un adorabile broncio, sotto sotto lei era pessima esattamente come lui e quello lo ritenne tutto sommato un complimento. Poi pensò che la parola sessista comprendeva la parola sesso, il suo intero viso si colorò magenta come i suoi capelli e lo nascose di fretta sbattendolo contro le sue stesse cosce.
Poi lo alzò di scatto tirando di nuovo un calcio nel petto di lui e cercando di fuggire dal maniaco Ursa (che sta per Teddiursa se ancora non fosse stato chiaro) ma la velocità del suo gesto lo agitò ancora di più e si scagliò su di lei come a salvarla da un qualche pericolo che era solo nella sua testa.
La ributtò sul letto abbracciandola impaurito:- Un terremoto?? Ti tengo io!-
Musashi:- Ma che dici?!- Ora veramente irritata.
Kojiro:- E' tornato Nyasu??- Pensò allora che il rumore sentito fosse stato lui, ma non c'era stato nessun rumore in realtà:- Digli di andare a comprare altre moto!-
Musashi:- Non sta comprando moto- ci tenne comunque a specificare.
Kojiro:- Ooh- guardando di nuovo il soffitto con aria persa:- Non può. Non può.-
Lei stranita a guardarlo in silenzio.
- Non può andare in moto, è un pokémon. Anche se guida, l'ho visto guidare a volte.-
Stranita e irritata lo guardava in silenzio mentre lui continuava a stringerla.
Il ragazzo continuando a balbettare frasi prive di logica lasciò cadere la testa tra le spalle e il collo di lei.
- Eeeehi. Ho un'idea- disse poi con voce appena accennata.
- Sentiamo- disse lei non aspettandosi nulla.
- Visto che Nyasu fa un tour in moto...-
- Mmm.-
- ...approfittiamo della sua assenza. Facciamo l'amore- ripeté chiudendo gli occhi ancora nell'incavo del suo collo, il braccio le stringeva la vita sollevano sensualmente il suo seno pressoché perfetto.
Allora la giovane donna si agitò di nuovo, strinse i pugni e con occhi lucidi chiese ancora, con sincero stupore:- Perché??-
E lui ancora:- Perché ti amo.-
La mano della ragazza allora smise di essere tesa aprendosi piano, lasciò i polmoni liberi di respirare, sorrise guardando le travi di legno sopra la sua testa abbandonandosi quasi all'idea che in fondo fare l'amore con lui non era qualcosa di così estraneo al suo corpo.
Si scostò piano alzando leggermente il busto da quel cuscino dove invece cadde di conseguenza la testa di lui che aprì gli occhi trovando quelli zaffiro di lei davanti. La vedeva sorridere con ancora quelle guance da Pikachu. "Quanto sei bella" pensò semplicemente perdendosi in quell'infinito che tanto lo faceva sentire libero.
E lei lo baciò.
Piano, non era lo stesso ubriaco bacio che lui aveva dato a lei, questo era timido, e veniva dalla testa di una persona consapevole di ciò che faceva, soprattutto.
Questo era un bacio vero.
- Questo è un bacio vero- balbettò a voce flebile lui appena le labbra di lei si staccarono:- Che sta a significare? Tu vuoi davvero fare l'amore con me?-
Lei lo guardò con ancora quelle labbra socchiuse e quegli occhioni tra la malinconia, la paura e la voglia di qualcosa di nuovo che sarebbe dovuto essere novità tanto, tanto tempo prima, a pensarci bene.
- Sai cosa?- Ma disse lui in fretta con un sorriso stupido:- Ho sonno- chiuse di nuovo gli occhi sorridendo ancora:- Ma quando mi sveglio lo facciamo.-
Gli occhi di lei ora erano un misto tra paura e voglia di ucciderlo, mentre lui continuava a parlare quasi nel sonno:- Ricordami, mi raccomando, quando mi sveglio lo facciamo- e si addormentò davvero, russando non poco pochi secondi dopo.
Lei rimase lì, con le braccia tese che le sollevavano il busto, parallela a quella faccia da stupido che aveva l'uomo della sua vita.
"Uomo della mia vita" come poteva essersi accorta di questa cosa solo in questo momento??
Non era stato il bacio.
Era stato quel ti amo.
Come se, appena lui le aveva rivelato questa cosa, lei si fosse sentita libera di urlarlo a sua volta "sì, ti amo anche io!"
Ma di urlarlo a sé stessa, perché fino a che non l'aveva sentito dire da lui, il cuore di lei non ci aveva minimamente badato.
Come se volesse rifugiarsi in un luogo sicuro dove il rifiuto di lui non potesse scalfirla, tanto da convincersi veramente che non era lui l'uomo che voleva accanto.
Ma quel ti amo aveva fatto cadere tutti i muri all'istante, tutti. Lasciandole in mano solo la verità "sì, ti amo anche io. Ti ho sempre amato. Sempre. Facciamo l'amore, perché con te farei ogni cosa. Vivrei con te, per tutto il tempo che ci è concesso, e tra tanto tanto tanto tempo, morirei con te, mano nella mano. Uomo della mia vita."
Ma lasciandosi scivolare lentamente accanto a lui, abbracciandolo piano, realizzò di quanto quel ragazzo in quel momento fosse pateticamente ubriaco. Tanto da non essere nemmeno sicuro di con chi stesse parlando.
Chissà se l'amava veramente?
Ma per colpa di quel ti amo adesso era lei ad essere sicura di questo:- Io lo amo- non riuscì a trattenere una lacrima e un groppo alla gola:- Come faccio adesso a vivere con questa consapevolezza addosso?-
Il sole arrivò lasciando un raggio di luce entrare dalla piccola finestra di quel rifugio e posarsi sugli occhi del giovane ladro, innervosendolo e svegliandolo. Era sempre di cattivo umore quando veniva svegliato in malo modo, e i suoi compagni non lo gradivano quando era di cattivo umore, ma a lui non importava perché, come logico, era di cattivo umore e non aveva tempo di preoccuparsi anche dell'umore degli altri.
Notò svegliandosi che la sua compagna gli dormiva accanto. Ma questo non bastava a rasserenarlo, dormivano insieme spesso tra l'altro, non era certo una novità.
- Ma io non ero andato in quel pessimo pub a rimuginare sulla mia terribile vita?! Come ci sono finito qui?
Devo essermi ubriacato. E Musashi e Nyasu devono avermi portato qui di peso...- cercò tra i suoi capelli un qualche bernoccolo, non ne trovò, non lo avevano picchiato:- Tutto sommato sono stati carini- sorrise allora guardando la donna, ma poi notò che Nyasu non era lì, dove poteva essere?
Poi nella sua mente tornò il terribile e pressante ricordo delle minacce della sua promessa sposa.
Fece per sollevarsi dal letto nervoso e la ragazza che dormiva accanto a lui mugugnò infastidita, la guardò subito, sperando di non averla svegliata, non gli andava affatto di parlare con lei adesso. Gli avrebbe chiesto cose tipo "che hai intenzione di fare adesso eh? Ti sposerai vero? Non possiamo perdere il lavoro a causa tua!"
- Però potete perdere me eh- rispose a quei pensieri, in fondo non così distanti dai discorsi fatti il giorno prima, non a caso era fuggito.
Musashi sapeva essere davvero opprimente "quanto la odio" pensò e nella sua mente riaffiorò qualcos'altro, un ricordo sbiadito di quando era ubriaco in quel pub, un "quanto la..." ma non era odio, no, cos'era?
Diede lei un bacio sulla fronte, perché la odiava sì, ma la odiava così affettuosamente. Riuscì ad alzarsi per poi chiudersi in bagno e buttarsi sotto la doccia.
Una doccia fredda era quello che ci voleva sì, ma una doccia calda era sicuramente più piacevole quindi la fece calda.
- Che diavolo posso fare? Eh?!- Parlava tra sé e sé.
- Non posso mettere a rischio la carriera dei miei compagni! Ma...- Strinse arrabbiato le dita tra i capelli mentre passava lo shampo:- ...non posso nemmeno scegliere di morire tra le mani di quella strega!-
Il vapore riempiva la stanza.
- La sposo, e poi scappo di nuovo. No, non credo funzionerebbe. Minaccerebbe comunque la carriera di Musashi e Nyasu per vendetta. Anche se in effetti non sono sicuro che a Rumika conti la mia vera e propria presenza nel matrimonio. Beh, ovvio, che figura farebbe con un marito fuggito- ridacchiò:- Quella che merita tutto sommato.-
- Che fai? Ridi?-
Una voce assonnata lo portò a distrarsi da quei discorsi, spiò fuori la tenda della vasca/doccia.
- Musashi, ti sei svegliata. Sono stato io?-
Fece cenno di no:- E' stato il sole.-
Lui sorrise:- Capisco.-
Lei ancora stropicciandosi gli occhi mentre lui rientrando nella cabina continuava la sua doccia:- Non mi sembri così nervoso.-
- Lo sono!- Ci tenne invece a specificare.
Attimi interminabili di silenzio, solo il fruscio dell'acqua e il vapore che saliva tanto da bagnare anche lei.
Lui si riaffacciò:- Ehi, ma tu indossi ancora la divisa. Perché non ti sei messa il pigiama per dormire? Cioè, ok, la indossavo anche io ma io non ricordo nemmeno come ci sono arrivato nel letto. Tu che scuse hai?-
"Credimi ne ho" sussultò lei, e come aveva paura accadesse, lui aveva dimenticato ogni cosa della notte precedente.
Ogni bacio, ogni ti amo.
Che cosa doveva fare adesso lei? Lei che invece non aveva dimenticato e sembrava non avere l'intenzione di farlo!
"Ricordami, mi raccomando, quando mi sveglio lo facciamo" tsz, e con che coraggio doveva ricordarglielo?! Stupido ubriaco Kojiro!
Iniziò a spogliarsi piano anche lei, sovrappensiero per indossare adesso la più comoda vestaglietta da notte, bianca e corta che lasciava scoperte quasi del tutto quelle gambe lunghe e affusolate.
Fare finta di niente, era l'unica soluzione.
Dimenticare quel maledetto ti amo!
"Sicuramente non è stato Kojiro a parlare, ma solo l'alcool. Chissà, ci fosse stato Nyasu forse l'avrebbe detto a lui."
Eppure... Nyasu c'era, ma lo aveva cacciato.
"Sì, ok, Musashi. Nyasu è pur sempre un pokémon, sicuramente anche se non interessi a Kojiro in quel senso gli interessi comunque più di un pokémon, che dici?!"
Convincersi che andava bene così, così com'era sempre stato in tutti questi anni!
Lui si affacciò di nuovo trovandola con indosso solo degli aderenti slip neri pronta a infilare la camicia da notte. Gli dava le spalle in modo che lui, nel caso si fosse affacciato come appunto successo, non potesse vederle il seno. Anche se comunque, formosa com'era, si intravedeva lo stesso.
Un secondo per titubare ma poi le parlò con tutta tranquillità, era così abituato a vederla in intimità che quasi non gli faceva più nessuno effetto trovarla nuda. Anche se non aveva realmente visto ogni singola parte del suo corpo.
Quel secondo durò un secondo di più, perché si trovò piacevolmente sorpreso di scoprire in sé ancora una curiosità che riguardava quella donna. Si trovò sorpreso di volerla vedere nuda, completamente. L'anima l'aveva già vista nuda così tante volte, come poteva essere stato più facile vederle l'anima prima di poter vedere completamente il suo corpo.
Era da un po' che non si eccitava guardandola, guardò in basso e ricordò di essere nudo, anche se coperto dalla tenda, era meglio che Musashi non notasse nulla o la situazione sarebbe diventata imbarazzante.
Musashi nel frattempo aveva indossato la sua camicia da notte e ora si era voltata verso di lui:- Diamine Kojiro! Da quant'è che stai lì a guardarmi come un Alomomola lesso!- Disse arrossandosi leggermente sulle gote.
"Pikachu" pensò lui senza neanche sapere perché, e in effetti ci pensò "Pikachu?! Perché diavolo ho pensato a Pikachu in un momento simile?!" Schifato da sé stesso riguardò le sue parti intime, beh, almeno quel pensiero lo aveva calmato.
- Da quanto vuoi che ti stia guardando? Uno, due secondi al massimo- alla fine, in realtà, erano diventati molti di più:- Dovevo dirti una cosa.-
- Sputa il Palpitoad allora!-
"Non lo ricordo più" ammise a sé stesso "forse non sono stati uno o due secondi" tossì inventando un'altra domanda random:- Perché ti stai mettendo adesso il pigiama?!-
- Tanto dove vogliamo andare con la tua fidanzata alle calcagna! Fammi stare comoda in casa.-
L'umore di lui tornò nuovamente pessimo.
- Non dovevi ricordarmi qualcosa?- Si passò il balsamo piano mentre lei quasi venne colta da un infarto.
- Ricordi tutto allora!-
- No- disse di nuovo spiando:- Non ricordo niente. Ricordo solo che forse ti avevo detto di ricordarmi qualcosa. Sei tu che sembri nascondere qualcosa. Racconta- con sguardo minaccioso.
Lei agitata si colorò nuovamente, raccolse i suoi capelli con dei bastoncini, alcune ciocche le si scompigliarono sulla fronte, non riuscivano proprio a tenersi su, sembrava che anche i suoi capelli fossero agitati esattamente come lei.
- Non c'è nulla da raccontare! Ti abbiamo trascinato in casa perché non riuscivi nemmeno a reggerti in piedi!-
- Perché tremi allora?- Non la convinceva:- "Abbiamo" hai detto. A proposito, dov'è Nyasu?-
- Compra cibo!-
- Cibo? E quanto ci mette??-
- Vero- ridacchiò lei nervosa:- Nemmeno fosse andato a prendere delle moto eh?-
- Delle moto?...- Come se la pazza fosse lei adesso che era sobrio.
- E' andato a comprare cibo. Punto. Glielo hai chiesto tu! Lo sta facendo! Ringrazialo e basta!!- Urlando con la sua solita dolce pazzia, lui mugugnò infastidito dalle sue urla.
- E quindi cos'è che dovevo ricordare?!-
- Assolutamente nulla! Volevi un gelato, ecco, forse questo!- Parlava a raffica agitata tentò di uscire dal bagno per scappare a questo discorso, lui le lanciò addosso la saponetta.
- Sei fuori di testa?!- Ancora più furiosa.
- Tu volevi scappare!!- Si giustificò:- Non ti ho fatto niente, quante storie! Riportami la saponetta!-
Lei prese la saponetta guardandolo indemoniata, la strinse tra le mani talmente forte da spappolarla ma poi portò quel che restava al compagno.
- Mm- emise guardandone i resti e poi costrinse la donna a sedersi sul bordo della vasca nella quale stava facendo la doccia, bagnandola così ancora di più.
- Grazie, ora sentirò freddo- lei imbronciata e imbarazzata attenta a non bagnarsi ancora di più con gli schizzi dell'acqua, e attenta soprattutto a non spiare il compagno ora che era così vicina. Sarebbe già stato imbarazzante, ancora di più dopo i discorsi della notte precedente.
- Non sarà mai comunque freddo come ciò che provo io in questo momento.-
- Come sei drammatico.-
- Drammatico?!- Esplose avvolgendosi di nuovo con quella tenda per poter parlare faccia a faccia con lei:- La mia vita è praticamente rovinata! Hai conosciuto quella donna! L'hai conosciuta! Te la ricordi dico.-
- Sì, sì, sì!-
- Bene!-
- Bene!-
Sembravano due Tauros.
- E' rovinata anche la mia di vita se tu non accetti quel matrimonio!-
- Eccoti- puntualizzò lui nervoso:- Sapevo che saresti di nuovo ritornata su questo punto. Grazie- tirò giù la tenda dalla rabbia, la barra quasi colpì la ragazza che per schivarla scivolò completamente nella vasca, ora era davvero completamente bagnata.
- Grazie per avere a cuore la mia sanità mentale e la mia felicità!- Continuò lui con la tenda avvolta in vita mentre dall'alto la guardava incastrata in malo modo in quella vasca scivolosa.
- Stai scherzando?!- Si alzò piena di rabbia scivolando ancora, lui l'aiuto a stare in piedi nonostante stessero litigando:
- Stai scherzando spero! Uno, tu hai appena attentato alla mia vita!-
- Non l'ho fatto apposta.-
- Due... due!...-
- Non affrontare un discorso in modo figo se non sai portarlo a termine, frana!-
- Due, sei tu una frana, ecco!-
- Allora, vuoi dirmi sì o no cosa dovevi ricordarmi?!-
- Che non ti volevi sposare!-
- Ma dai?! Tre quarti d'ora solo per dirmi una cosa ovvia.-
Si fermarono, riprendendo fiato. Lui spense l'acqua, forse era il caso di uscire da quella doccia e soprattutto era il caso che entrambi si asciugassero.
- Stai scherzando ancora spero...- disse lei ancora nervosa ma senza urlare, prese in mano il soffione della doccia:- Ora devi lavarmi per bene i capelli, visto che ormai gli hai resi un macello.-
- Io?!- Si alterò come se il pensiero quasi gli facesse schifo infilandosi un accappatoio verde come i suoi occhi.
"Eccolo" pensò lei "il ragazzo che sembra detestarmi. Altro che fare l'amore con me, questo non ha nessuna voglia nemmeno di toccarmi i capelli. I miei bellissimi capelli. Se un uomo non ama i miei capelli non avrà mai il permesso di amare nessun'altra parte del mio corpo" si indispettì sbattendo i pugni sulle cosce mentre piegata in avanti verso la vasca lui le lavava i capelli obbedendole.
- Perché mi odi?-
Disse poi lei con voce quasi rotta, tanto da sembrare una domanda sincera.
- Come?- Rispose lui che con maestria le toglieva ogni nodo.
- Tu mi odi- la voce era mascherata dall'acqua che le scivolava sulle labbra.
Lui non poteva vedere il suo viso nascosto ma la sentiva parlare come se avesse bisogno di piangere.
- Ma che dici?- Le disse allora dolce:- Guarda che sei tu che odi me.-
"Io ti amo, maledizione" pensò lei non riuscendo a trattenere due lacrime che per fortuna si confusero con le altre gocce.
- Io non ti odio- gli disse riprendendo fiato:- Non voglio mica che tu viva triste con quella pazza. Voglio semplicemente che trovi una soluzione.-
Le passava il balsamo:- E pensi di spronarmi a quel modo? Mi fai solo arrabbiare di più.-
La sciacquò e lei alzò la testa non preoccupandosi di bagnare il pigiama coi capelli colmi d'acqua, tanto quel pigiama ormai era già bagnato.
Lo guardò, con quegli occhi lucidi dalle ciglia che sembravano rugiada, le guance ancora arrossate, uno sguardo fermo ma una voce insicura:- Perché non mi trovi bella?-
Lui la guardò lasciando cadere le braccia ai fianchi e lasciando cadere appena anche il labbro.
"Perché non mi trovi bella?" Scherzava forse? Lei che era così sicura di sé stessa, così sicura da credere che ogni uomo sulla faccia della terra la trovasse attraente. Lei, che era così sicura di sé, per tutto questo tempo trascorso con lui aveva forse pensato che l'unico uomo al mondo a non trovarla attraente fosse lui?!
"Perché non mi trovi bella?" Scherzava forse?
- Io ti trovo bellissima- disse con stupita sincerità. Per tutti i fulmini di Pikachu! No! Non poteva aver pensato questo no, perché non era assolutamente la verità! Forse poteva trovarla ogni tanto fastidiosa, forse poteva non essere la persona più simpatica e generosa ma di sicuro era bellissima! E di questo non aveva dubitato mai. E poi sì, era fastidiosa, ma era la sua adorabile compagna fastidiosa, la sua adorabile donna poco generosa ma dal cuore così grande da avergli perdonato ogni cattiveria detta da quando l'aveva conosciuta. Perché lui era sensibile sì, ma non un santo, tutt'altro, e nemmeno lui, a pensarci bene, era stato sempre carino con lei. Ma cavolo, quanto la amava!
"Quanto ti amo!" Ripensò mentre i suoi occhi si allargavano preda di questo pensiero, il suo cuore si strinse. Non voleva provare questo sentimento. Lo aveva represso ogni mese poco poco di più fino ad autoconvincersi che tra loro due non sarebbe mai, MAI, successo nulla. Doveva reprimerlo, o non sarebbe stato un buon compagno, o almeno non il compagno che voleva lei.
Ma considerando quanto fosse geloso di quella donna forse non era mai riuscito a reprimere del tutto quel maledetto desiderio di averla, di averla solo per sé, in tutti i sensi.
- Tu ieri hai mandato via Nyasu con una scusa- respirava affannosamente ma la voce era sottile:- Mi hai baciata. Hai detto che ero troppo bella e hai detto che volevi fare l'amore con me- non riuscì a trattenere un singhiozzo mentre lui in silenzio la ascoltava:- Perché mi ami, hai detto- si asciugò in fretta una lacrima rimanendo con uno sguardo corrucciato, voleva mostrarsi arrabbiata non debole, eppure sembrava una bambina indifesa.
- Allora era questo quello che dovevi ricordarmi...- intuì.
- Dimmi- alzò piano la voce singhiozzando ma fingendo di non farlo:- Quanto di tutto questo corrisponde alla realtà?!-
Lui la guardò stranito, poi piano rispose:- Sai cosa odio di più di tutto questo?-
Lei ancora con lo stesso sguardo, capelli bagnati sul volto, aspettava una risposta.
- Che ti ho baciata e non me lo ricordo.-
Allora i nervi di lei si allentarono, e anche il suo sguardo si trasformò da uno che voleva guerra a uno che non aveva più nessuna voglia di combatterla:- E io sai che ti dico?! Che il primo bacio a cui tanto tenevo te lo sei già preso quindi a sto punto...- la voce però era ancora tra il pianto e la rabbia.
- Mi stai dicendo che posso baciarti di nuovo?- Lui era di una serietà disarmante invece.
Ecco sì, Ursa The Pooh della notte precedente, lo stupratore seriale, non le faceva nessuna paura; ma questo ragazzo gentile che senza batter ciglio le chiedeva il permesso di baciarla... questo ragazzo, che era il suo fidato compagno da tanto, troppo tempo ormai, questo le faceva un sacco di paura! Tanto che sentiva le ginocchia cedere, ma il suo orgoglio le imponeva di fare la coraggiosa e si limitò ad alzare le spalle come un segno di assecondazzione.
E lui con tutta la sua estrema delicata violenza, che solo lui al mondo possedeva, la spinse contro la porta umida di quel bagno baciandola.
- Un bacio vero- disse poi quasi tra sé e sé il giovane ladro ricordando appena qualcosa.
Gli occhi di lei, in un vistoso imbarazzo, chiedevano altro e lui se ne accorse. Tremò anche lui, ma per adesso lo mascherava meglio di lei.
- Tu- affermò stupito da ciò che stava accadendo, stupito da ciò che leggeva in quelle pietre preziose che erano gli occhi di lei:- tu vuoi fare l'amore con me.-
Lei alzò ancora una volta le spalle, voleva fare la coraggiosa, ma in realtà non riusciva nemmeno più a parlare tanta la paura. Era una paura positiva però, era la paura di un cambiamento, un qualcosa che sarebbe già dovuto accadere, e allora perché cavolo non era mai accaduto?! Lui lo chiese:
- Perché non me l'hai detto prima? In tutto questo tempo??-
Alzò ancora le spalle, sincera:- Perché tu non me l'hai chiesto...- che risposta mai si aspettava?
- Ma io sto per sposarmi!-
Musashi, distogliendo lo sguardo:- ...anche quando ci siamo conosciuti. E in generale, in tutti questi anni. Ti sei sempre dovuto sposare... insomma- sorrise timidamente nervosa mentre lui non era ancora riuscito a sorriderle, la guardava con quei suoi occhi grandi dello stesso colore dell'accappatoio che lo avvolgeva.
Allungò piano la mano, delicato, verso il viso di lei ma non riuscì a sfiorarla perché vennero distratti dalla porta del rifugio che sbatteva, Nyasu era tornato. "Chissà se ha davvero portato del cibo alla fine?" Pensarono entrambi ridacchiando insieme, sentendosi finalmente più leggeri.
Quei baci, accorgersi di quei sentimenti, avevano creato in loro una tensione che non si aspettavano di provare stando l'uno con l'altra. Non era una tensione brutta ma sentire il loro tenero compagno peloso entrare in casa li rassicurò, non erano ancora pronti ad affrontare l'argomento amore così tutto d'un fiato.
Uscirono dal bagno prendendo questa decisione all'unisono semplicemente guardandosi e annuendo con la testa, lui tirò la maniglia e raggiunsero l'ingresso.
Nyasu:- Perché sei bagnata anche tu, non indossi un accappatoio ma il pigiama, sai?-
Musashi:- E tu non hai comprato cibo!- Mani sui fianchi, curva verso di lui:- Cosa hai fatto per tutto questo tempo?!-
Nyasu:- L'ho comprato il cibo. L'ho anche mangiato però!- Orgoglioso fece infuriare i due amici.
- Ingrato!- Gli urlarono entrambi.
- Ingrato io?! Voi avete dormito nel caldo del nostro rifugio e io invece sono stato fuori tutta la notte per colpa tua!- Indica il ragazzo che si calmò sbattendo più volte le palpebre, non ricordava nulla ma Musashi in effetti gli aveva accennato la cosa.
- Ho freddo- disse poi lui cambiando discorso:- Vado a usare il phon.-
- Ehi!- Urlò lei spazientita ma con tono dolce:- Sono tutta bagnata anche io!-
- Allora v...- stava per dirle "vieni" ma l'idea di stare di nuovo soli ora lo imbarazzava troppo. Aveva improvvisamente perso il sangue freddo che aveva pochi minuti prima, stupido lunatico Kojiro!
- Allora... vai prima tu- stupido lunatico sensibile Kojiro.
Lei annuì senza farsi troppi problemi e raggiunse nuovamente il bagno.
- Aspetta però!- Si alterò lui ragionandoci su:- Ad asciugare i tuoi capelli ci vuole molto molto di più!!- Ma ormai lei si era chiusa nel bagno ignorandolo completamente.
Rimase ancora con addosso l'accappatoio seduto in terra intorno al tavolino basso insieme al suo compagno.
Nyasu:- Allora come stai? Ieri eri veramente strano. Più stupido del solito!-
Kojiro:- Ero ubriaco- si scusò nervoso:- Che hai fatto fuori tutta la notte?-
- Ho riflettuto- era serio.
- Cosa?- Ancora con quello sguardo stupito così tenero dagli occhi spalancati.
Lei nel frattempo passava quell'aria calda tra i lunghi capelli, una mano stringeva il phon, l'altra al petto strinse la camicia da notte stropicciandola. Le mani quasi le tremavano insicure, si soffermò a guardare il proprio riflesso allo specchio. Aveva ancora le guance rosse, chissà se era dovuto al calore o ancora a tutto quell'imbarazzo.
Non riuscì ad aspettare oltre, i capelli non scolavano più acqua, e il pigiama intorno alle spalle si era asciugato, per una volta poteva permettersi di rimanere spettinata, tanto lei era comunque sempre bellissima. Sorrise, appena, all'idea che fosse sempre bellissima anche per lui.
Non riuscì ad aspettare oltre.
- Mi vuoi dire cosa?- Ripeté Kojiro un po' spazientito adesso.
- Pensavo che potresti scappare via dal Team Rocket- disse ancora cupo.
- Ma?!- Si agitò:- Pensi non l'abbia pensato? Questo non fermerebbe Rumika! Per vendetta vi farebbe comunque licenziare!-
Un'altra voce, ora così delicata:- Ma noi potremmo venire con te.-
Si voltarono, Musashi aveva ascoltato tutto e se ne stava non troppo distante da quel tavolo, in piedi, un po' rigida con entrambe le mani al petto questa volta e i capelli ancora scompigliati sul volto ma un po' più asciutti.
- Scommetto che Nyasu stava per dire questo- continuò.
- Ma che dite?!- La guardò e poi guardò subito lui:- Volete lasciare il Team Rocket?!-
- Io vado dove vai tu- sputò senza paura la donna.
- Io vado dove andate voi- sottolineò il pokémon commuovendo il ladro, cosa che non era difficile fare.
- Ma è la vostra casa!- Disse trattenendo a stento le lacrime e un singhiozzo.
- Sei tu la mia casa- finalmente sincera.
- Siete voi la mia casa- confermò il felino e Kojiro non si trattenne più, nascose il volto tre le braccia buttandosi su quel tavolino a piangere.
I due compagni gli si avvicinarono ridacchiando, diedero lui alcune pacche sulle spalle:- Il solito piagnucolone, non fare così adesso!-
- Vai a vestirti che partiamo subito-nya!- Sorrideva sornione.
E così fece, si asciugò e si vestì continuando a piangere per tutto il tempo, amava troppo i suoi compagni! Erano la cosa migliore che potesse capitargli. La famiglia che si era scelto, e ne era così orgoglioso.
Nessuno al mondo valeva quanto loro tre insieme, non sapeva se avessero o no fatto la storia del Team Rocket, ma di sicuro avevano fatto una qualche storia. Si voltò finendo di indossare una maglietta turchese, vide i suoi compagni aspettarlo all'uscio della camera sorridenti e sicuri.
Avevano fatto una storia meravigliosa, loro tre, insieme, da soli, senza bisogno del Team Rocket.
Lei si era già vestita, indossava una camicia bianca tendente al rosa e dei pantaloncini corti, si soffermò a guardarla tanto che quasi la imbarazzò. Quasi però, seppe reggere quello sguardo lei, con orgoglio. Lui invece fu ancora una volta piacevolmente sorpreso, la desiderava. La desiderava ancora, proprio come la desiderava le prime volte e lei ricambiava, quindi questo desiderio non lo spaventava più, non doveva più negarselo in modo così drastico. Non che ci fosse mai riuscito più di tanto, ogni scusa era buona per abbracciarla in tutti quegli anni e per poter strofinare il suo corpo contro quello di lei. Arrossì senza volerlo, ora il pensiero andava troppo in là con la fantasia e non era il momento!
- Pikachu!- Ripeté come se quello da oggi fosse un mantra per calmare i bollenti spiriti.
Il pokémon, che indossava un cappellino a tinta scozzese guardò la donna:- Ancora con questa storia?! Non è sobrio adesso?!-
Lei alzò le spalle:- Credimi non so perché continui a ripeterlo. L'alcool deve avergli recato danni permanenti. Andiamo su!- Disse adesso un po' spazientita e i due compagni la seguirono.
"Pikachu. A pensarci bene scappare dal Team Rocket significa anche scappare da te" pensò però adesso il ragazzo mentre chiudeva la porta di casa guardando il cielo.
"Pikachu. Chissà, arrivati a questo punto, se ci rivedremo più" anche lei guardava quelle poche nuvole che si muovevano piano in quel cielo azzurro limpido.
"Pikachu, se così fosse, se davvero non ci spedirai più alla velocità della luce in questo cielo, voglio solo dirti una cosa..." i suoi lunghi baffi tremarono un po'.
- Mancherai- dissero all'unisono a voce bassa in un sorriso appena accennato guardando quel cielo.
E proseguirono per la loro strada.
Non chiamarono mai veramente il Team Rocket, diedero per scontato che sarebbe stata Rumika a farli licenziare ma quando quella donna dispotica perse le tracce di Kojiro non fece nulla di tutto ciò, i genitori del ragazzo la convinsero a lasciare perdere, non era il caso di immischiarsi con un'organizzazione malavitosa, non avrebbe fatto bene alla loro immagine e in fondo lo pensava Rumika stessa, quella era solo una minaccia a cui l'ingenuo Kojiro aveva creduto. Non si arresero all'idea del matrimonio né lei né i genitori di lui, prima o poi lo avrebbero rintracciato!
Quindi loro scapparono alla ricerca di una felicità convinti di non far più parte del Team Rocket. Chissà quando avrebbero ricevuto una telefonata da parte di Sakaki o chi per lui a far loro una bella strigliata? Poi magari quel giorno presi dalla nostalgia per Pikachu e quell'adorabile moccioso sarebbero tornati a fare i poco di buono. O magari no, chissà, era bello anche così.
Avevano in pochi giorni trovato una piccola casa in legno con giardino recintato, l'affitto era basso e loro erano ottimi lavoratori. L'anziana proprietaria disse loro che l'inverno lì era un po' rigido e che spesso cadeva la neve, questo illuminò il viso di Musashi, amava la neve! Kojiro l'osservò ancora una volta estasiato, era bellissima quando rimembrava piccoli dettagli del suo passato che la rendevano felice; e quando era felice lei era felice anche lui, sorrise firmando subito il contratto.
Una piccola casetta e un lavoro pesante, ed era bello anche così.
Era bello anche se non erano più in trio ma semplicemente una piccola, meravigliosa famiglia.
Forse i cambiamenti, tutto sommato, non erano così male.
Nyasu rimase in giardino ad ammirare quei girasoli tentato dall'idea di vestirsi da Sunflora ancora una volta.
Mentre loro entrarono in casa per ammirarla il più possibile, ma lui non aveva intenzione di ammirare solo la casa. Prese il polso di lei e la trascinò quasi di peso verso il piccolo ballatoio che dava alle camere. La posò piano su di un muro come se fosse una bambola.
Lei sbatté più volte quegli occhioni azzurri un po' imbarazzata.
- Che ti prende?- Gli chiese.
- Come se non lo sapessi. Non ne abbiamo più parlato in questi giorni.-
Lei guardò altrove timida facendo finta di non capire.
- Ti prego!- Sbatté i palmi di entrambe le mani contro il muro "imprigionando" lei tra le sue braccia:- Non rifacciamo lo stesso errore!-
Lei rimase in silenzio, le labbra ancora una volta socchiuse e sguardo meravigliato.
- Non lasciamoci di nuovo sfuggire come sabbia tra le dita. Ehi- disse calmandosi un po' avvicinando la fronte a quella di lei, la sfiorò e chiuse gli occhi sorridendo:- Voglio fare l'amore con te- come ad autocitare qualcosa che non ricordava ma che lei gli aveva raccontato.
Lei sorrise, non riusciva a non prendere colore ma era indubbiamente più coraggiosa rispetto a pochi giorni prima.
Quel periodo le era servito a metabolizzare tutto quello che in quegli anni aveva provato, e sì, aveva sempre un sacco di paura ma era certa di una cosa:- Anche tu sei bellissimo, comunque- disse come se questa fosse la cosa importante e lo baciò.
L'unica cosa veramente importante era invece che andava bene anche così! Era bello anche così, loro due, un tetto e un fedele pokémon a farli compagnia, nient'altro.
La cosa veramente importante era che aveva realizzato finalmente, davvero, quanto fosse innamorata di lui e sì, aveva paura ma l'unico al mondo che sapeva farle passare la paura con un semplice abbraccio era stato sempre e solo Kojiro.
Lo abbracciò e si lasciò cadere con lui nel buio accogliente di quella che da adesso era la loro camera da letto.
E si abbandonarono all'amore puro, carnale e dell'anima, sentendosi liberi e vivi ancora una volta semplicemente stando insieme.
  
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