Videogiochi > Resident Evil
Segui la storia  |       
Autore: FreddyOllow    07/02/2022    1 recensioni
La storia è ambientata prima e dopo gli eventi di Raccoon City. Vedremo come Marvin Branagh e gli altri agenti di polizia hanno affrontato l'epidemia di zombie. La trama potrebbe accostarsi o seguire a tratti quella di RE 2/3.
Genere: Avventura, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo aver bevuto una tazza di caffè caldo, Marvin e Nick si diressero ai parcheggi sotterranei del Distretto. Pete aveva radunato cinque agenti dietro il gabbiotto. Un luogo poco illuminato, con un via vai continuo di macchine della polizia.
"La città sta impazzendo" disse Pete. "La gente non fa che correre al distretto e lamentarsi con noi. E noi che possiamo fare se non ci dicono la verità? Niente. Ecco cosa."
"Dicono che sia un serial killer ad assalire e uccidere le persone" aggiunse un poliziotto addetto alla sorveglianza del parcheggio. "Dico sul serio. Un killer cannibale."
Gli altri agenti annuirono.
"Ma non dire scemenze, Jonathan" disse Pete. "Non esiste nessun Killer cannibale. La vecchiaia ti sta rimbambendo."
"Allora come li spieghi i morsi, Pete?"
"Agenti!" disse Marvin.
"Tenente" risposero in un coro scordinato.
"Suppongo che l'agente Pete vi abbia già informato che dobbiamo compiere un ordine d'arresto, giusto?" Guardò le facce dei poliziotti. "Il sospetto si chiama Ben Bertolucci. Maschio, bianco, anni ventotto. Non è pericoloso, ma state comunque attenti. Questa è una sua foto." Diede il modulo di arresto a Pete, che lo passò agli altri, prima di finire di nuovo nelle mani di Marvin. "Bene. Andremo con due volanti."
"Agli ordini, tenente." Gli agenti scattarono via.
"Pete" aggiunse Marvin. "Tu verrai con me."

 

Nick sedette al posto di guida, Marvin al lato del passeggero e Pete sul sedile posteriore. Uscirono dai parcheggi salutando Jonathan, che lanciò a Pete un'occhiataccia.
"L'hai fatto incazzare un'altra volta?" chiese Marvin con un sorriso.
"È sempre incazzato con qualcuno" rise Pete.
"E chissà perché, quel qualcuno sei sempre tu."
"Dettagli. Alla sua età io andrei in pensione. Ma quel vecchio non vuole sentir parlare di pensione."
"Morirebbe senza il suo lavoro." aggiunse Marvin con una nota di tristezza. "È l'unica cosa che gli sia rimasta."
"Già..."
Nick s'immise nell'arteria di Raccoon Street per evitare il traffico pomeridiano di Central Street. "Cosa gli è successo?" domandò.
"Dimenticavo che tu sei nuovo" rispose Pete. "Ha perso la moglie tre mesi fa. Ora vive da solo."
"Non ha figli?"
"Due. Un maschio e una femmina, ma vivono in un'altra città."
"Oh, beh. Mi dispiace."
"Per cosa?" chiese Marvin.
"Per Jonathan."
"Non preoccuparti per quel rottame" sorrise Pete. "Sta meglio di tutti noi messi insieme."
Sorrisero.
Restarono in silenzio per dieci minuti, finché uscirono da Raccoon Street e proseguirono lungo la periferia della città, tratteggiata da edifici diroccati.
"Sto ancora pensando a quei due uomini" disse Marvin. Sperava di smuovere l'interesse di Pete, che gli era sembrato piuttosto serio in mensa.
"Quelli sulla scena del crimine?" rispose Pete.
"Sì. Non trovi che erano troppo, come dire... scontrosi?"
"Già. Mi hanno cacciato come se non sapessi fare il mio lavoro. Non l'hanno detto chiaramente, ma me l'hanno fatto capire. Credi siano federali?"
"Non lo so. Non avevano nessun tesserino sulla giacca."
"A me ne hanno mostrato uno" disse Pete. "Non ne sono sicuro, ma credo di aver visto lo stemma dell'Umbrella."
Marvin e Nick si lanciarono una rapida occhiata.
"Che c'è?" domandò Pete con fare confuso.
"Niente, Pete" rispose Marvin.
"Dai, Marv. Puoi dirmelo. Terrò la bocca chiusa."
"Dirti cosa?"
"So che non vedi di buon'occhio l'Umbrella."
Marvin lo guardò dallo specchietto retrovisore interno. "E cosa te lo fa pensare?"
"Ricordi la chiacchierata al parco? Quando hai portato tua figlia all'altalena. Ricordi?"
"Sì, ricordo."
"Hai detto, non direttamente, che forse dietro agli omicidi delle montagne Arklay c'è l'Umbrella. Lo so che volevi dire questo, quel giorno."
Marvin distolse lo sguardo. "Ti sbagli. Non l'ho mai detto, e nemmeno lo penso."
Pete gli posò una mano sulla sua spalla. "Io la penso come te. So che è così."
Nick guardò di sottecchi Marvin, che fissava con la coda dell'occhio la mano del collega.
Superarono diversi condomini popolari grigi dalle pareti crepate. Il tettuccio di un'auto carbonizzata spiccava tra l'erba alta, vicino a una casa di cui restava solo la facciata frontale in pietra. I marciapiedi e l'asfalto erano tappezzati di buche.
"Brutto quartiere" disse Marvin. Voleva distogliere l'attenzione dalla discussione che non sembrava essere caduta del tutto.
"Una mia ex ragazza viveva qui" rispose Nick. "In un monolocale. Quando andavo a dormire da lei, sentivo i topi tra le pareti."
"Ora ci racconterai tutta la storia?" chiese Marvin, sarcastico.
Nick rise. Quando fece per rispondere, venne interrotto.
"Conoscevo un tizio che viveva qui" aggiunse Pete. "Uno spacciatore. Ricardo Fuentes."
"Sì, mi ricordo di lui" rispose Marvin. "Il tuo primo caso, giusto?"
"Già" disse con una nota di tristezza. "Da bambini eravamo migliori amici. E da grande il mio miglior nemico, o forse il peggior nemico. Non saprei... I casi della vita, eh?" Fece una pausa. "Quell'idiota si fece massacrare a colpi di machete, invece di accettare la protezione testimoni." Guardò fuori dal finestrino.
"Non è stata colpa tua. Hai fatto il possibile."
"In queste occasioni si dice sempre così."
L'auto della polizia svoltò a sinistra e proseguì lungo la via, fermandosi davanti un condominio di cinque piani. La seconda macchina della polizia che seguiva si fermò poco più avanti.
"Siamo arrivati" disse Marvin.
I tre scesero dall'auto e si radunarono insieme agli agenti vicino al portone dell'edificio. I passanti, che non vedevano di buon occhio la polizia, li guardarono di sottecchi.
"Bertolucci si trova al quarto piano" disse Marvin agli agenti. "Non so se c'è qualcun altro nell'abitazione, perciò tenete gli occhi aperti. Il sospetto deve essere preso vivo. Non voglio violenze, ok?" Lanciò un'occhiata a Chung, che abbassò lo sguardo. "Bene. Tu e Louis restate di guardia al portone. Voi tre, invece, venite con me."

 

Salirono rapidamente la rampa delle scale con le pistole alzate. Sui pianerottoli, solo cartoni, siringhe e residui di feci agli angoli. Il tanfo di urina si fece insopportabile al terzo piano, e Nick fu a un passo dal vomitare.
Arrivati al quarto piano, due agenti si posizionarono di fianco alla porta.
Marvin bussò. "Polizia! Aprite la porta! Abbiamo un mandato di arresto per Ben Bertolucci!" Lanciò un'occhiata fugace a Nick, che sembrava afflitto da qualcosa. Cominciò a credere che conoscesse Ben. Qualcosa gli diceva così.
Marvin bussò di nuovo. "Aprite la porta, o saremo costretti ad abbatterla!"
Nessuna risposta
Marvin aspettò ancora un momento. "Ok, Pete. Sai cosa fare."
Pete diede un calcio alla maniglia e la porta si spalancò.
I tre agenti furono i primi ad entrare con le torce accese e le armi puntate. Seguirono Nick, Pete e Marvin. L'intero appartamento era completamente al buio per via delle assi di legno inchiodate alle finestre.
"Fate attenzione" sussurrò Pete.
Perlustrarono il bagno, la camera da letto e la cucina, ma non trovarono nessuno. Le stanze erano piccole, con le pareti ammuffite e maleodoranti. Grasso e polvere ricoprivano il pavimento cosparso di scatoloni, buste di patatine, lattine di aranciata e bottiglie di birre vuote. Un cartone della pizza era su un basso tavolino. Nella camera da letto non c'era nemmeno il letto e la cucina sembrava più una discarica.
"Dov'è il fottuto interruttore della luce?" chiese Pete.
"Ci sono gli scarafaggi" aggiunse Nick, schifato.
"Che ti aspettavi? "Una villa con vista panoramica sul mare?"
"Non c'è corrente in casa" disse un poliziotto.
Marvin si chinò su un basso tavolino. "Eppure qui sembra che ci sia stato qualcosa. Guardate. Qui è pieno di polvere, ma non in quest'altro punto. Puntate le torce, vedete? Proprio qui."
"Quindi?" domandò Nick.
"Davvero non ci arrivi?" rispose Pete.
Nick non rispose.
"Forse qui c'era un pc portatile o qualcosa di simile."
"Esatto" disse Marvin. "Se nell'appartamento manca la corrente, dove caricava la batteria del portatile? In un bar? In una tavola calda?" Si guardò intorno.

 

Lasciarono rapidamente l'edificio e nascosero le auto della polizia dietro un muretto poco distante. Da lì avevano la visuale libera sul condominio. Alcuni passanti lanciavano occhiate malevoli agli agenti. I barboni bussavano sul finestrino dell'auto chiedendo qualche spicciolo, e quando venivano cacciati, se ne andavano insultandoli.
"Ho già individuato tre spacciatori" disse Pete, irritato. "Ormai non hanno nemmeno la decenza di tenersi lontano dai nostri radar."
"Sono ragazzini" rispose Marvin. "Credono di essere protetti da chi li comanda, di essere intoccabili. Per questo sono sfrontati."
"Ma il capo è troppo occupato a leccare il culo all'Umbrella per occuparsi di questo."
Marvin non parlò subito. "Faresti meglio a tenere questi pensieri per te. Non vorrai..."
"Perdere il posto?" Lo interruppe Pete. "È un fottuto psicopatico. Ecco cos'è."
"Ehi, stai parlando pur sempre del nostro capo."
"Smettila con questa scenata, Marv." Aggiunse Pete con un sorriso. "Lo so che lo odi. Non fingere che ti importi qualcosa."
Nick lanciò un'occhiata a Marvin, che guardò Pete dallo specchietto retrovisore interno. "Cosa c'è che non va? Cosa ti rode? Allora?"
Pete alzò le mani in aria. "Tutto! Tutto quanto. La gente viene attaccata da squilibrati e quelli ci dicono che non erano umani. E cos'erano? Domando. Mostri, rispondono. Siamo per caso finiti in un film dell'orrore e non me ne sono accorto? Datemi uno schiaffo. Svegliatemi. Magari è solo un sogno."
"Da quando ti preoccupi della gente?" Sorrise Marvin.
"Non sono in vena di battute. Parlo sul serio. Comincio a credere che stia accadendo qualcosa di brutto a Raccoon City. Chiamalo sesto senso, o come diavolo vuoi. Ma lo sento. Lo percepisco. E poi mettici pure quei due stronzi di oggi che si credono chissà chi, e il piatto è servito."
Marvin distolse lo sguardo dallo specchietto. "Ora capisco. Non ti è sceso il fatto che ti abbiano trattato da idiota, o qualunque cosa sia successa lì."
Pete restò in silenzio per un attimo. "Pensala come vuoi. Ma ho una strana sensazione al riguardo."
"C'è qualcosa che non mi hai detto, Pete? Ti conosco da anni. È raro che ti interessi a qualcosa, oltre te stesso."
"Sì, bravo, tenente Branagh" disse Pete, prendendolo in giro. "I miei complimenti!" Batté le mani con un sorriso beffardo. "Vuoi che io sia aperto con te, quando tu non lo sei con me? Beh, scordatelo, signor tenente."
Marvin non parlò.
Nick non capiva come facessero i due a sapere quando l'altro nascondeva qualcosa. Intuito da poliziotto? E poi perché battibeccavano in un momento come questo?
Rimasero in silenzio per quaranta minuti, finché Nick avvistò un uomo che sembrava Ben Bertolucci dall'altra parte della strada. "Tenente!" disse. "Eccolo! Il nostro uomo."
"Non è lui" rispose Marvin.

 

Passò un ora, ma di Ben Bertolucci nessuna traccia.
"Odio gli appostamenti." aggiunse Pete con fare irritato.
"A chi lo dici" rispose Marvin.
"Credevo che mi avresti tenuto il muso, Marv."
"Per cosa?"
"Per quello che ti ho detto."
Marvin fece una smorfia. "Non sono mica un bambino. E poi non è la prima volta che... come dire, non siamo d'accordo su qualcosa."
"Vedo che persisti nella menzogna."
Marvin si voltò verso di lui. "Cosa vuoi sentirti dire?"
Pete lo guardò negli occhi. "La verità."
"Non c'è nessuna verità." Si voltò in avanti.
"Certo che c'è. Vuoi parlare del perché il capo Irons ha lasciato gli armamenti in giro per il distretto?"
Marvin aveva visto di persona Irons lasciare le armi in giro per il dipartimento. E non a casaccio, ma in punti nascosti. "Sono solo voci di corridoio. Non sono vere."
"Ma perché continui a difenderlo?" chiese Pete, arrabbiato.
"E tu perché insistiti nell'accusarlo?" rispose Marvin con lo stesso tono.
Pete restò in silenzio per un momento. "Sono dalla tua parte. Sono un tuo amico. Ma a te sembra non fregare un cazzo."
"Parli di argomenti scomodi" aggiunse Marvin. "Faccende oltre la nostra portata."
"Quindi ammetti che c'è qualcosa che non va?"
Marvin sollevò le spalle.
"Io sono d'accordo con te, Pete" disse Nick di getto, evitando lo sguardo incredulo di Marvin.
"Non sai nemmeno di cosa sta parlando" rispose Marvin. Voleva far capire a Pete che lui non sapeva nulla in realtà.
"L'ho visto" continuò Nick. "Ho visto il capo spostare le armi. Ha messo delle pistole nello spogliatoio e un fucile a pompa nella mensa, sotto la lavastoviglie."
"Ti avevo detto di non dire nulla!" aggiunse Marvin, arrabbiato.
Nick abbassò lo sguardo. "Scusa, tenente. Ma è inutile mentire. Pete la pensa come noi. Come me e te."
Quando Marvin fece per rispondere, Pete lo anticipò. Era arrabbiato e triste. "Quindi ti fidi più di una recluta, che di me? Io che ti sono amico da anni? Davvero non hai fiducia in me? Davvero?"
"Io non volevo creare..." disse Nick.
"Stai zitto, Nick!" Lo interruppe Marvin. "Pete, lui è nuovo. Irons non lo prenderebbe sul serio. Magari lo licenzierebbe, ma non arrivererebbe a danneggiarlo, perché non gli crederebbe nessuno. Con te invece è tutta un'altra questione. Il capo sa come ragioni, quanto sei determinato e caparbio. Non si limiterebbe a licenziarti. Ti incastrerebbe. Ti farebbe arrestare o chissà cosa. Volevi la verità? Eccoti la verità. Irons è diventato una minaccia per il dipartimento. Non so quale sia il suo gioco, ma non è nulla di buono."
Calò un lungo silenzio nell'auto.
Nick sapeva molto di più sul capo Irons, ma scelse di rimanere in silenzio per non peggiorare la situazione.
"Allora la pensi come me nel dire che è diventato uno psicopatico?" chiese Pete. "Ti ricordi della sua segretaria? Prima di sparire mi aveva detto che l'Umbrella passava delle tangenti al nostro capo. Lo sapevi? Metà distretto lo sa. E credo che lui l'abbia uccisa. Non ho le prove, ma sono sicuro che è stato quel bastardo."
Marvin alzò le mani al cielo in un gesto di esasperazione.
Nick non sapeva nulla di questa storia.
"Tenente Branagh" disse la voce di una donna dalla radiotrasmittente della polizia. "Bertolucci è stato avvistato sulla trentaquattresima strada. Si sta dirigendo alla stazione Sud della Metro di Raccoon Street. Tre agenti in borghese lo stanno pedinando. Quali sono i vostri ordini?"
"Continuate il pedinamento" rispose Marvin. Finalmente lo aveva trovato. "Sarò lì tra pochi minuti."
"Ricevuto, tenente."
Nick accese il motore e partì a tavoletta, seguito dall'altra volante.

 

Mentre le due macchine della polizia sfrecciavano nel traffico del tardo pomeriggio, le sirene echeggiavano fra gli edifici diroccati. Superarono un furgone per traslochi e svoltarono a sinistra. Marvin avvistò in lontananza l'entrata della metro sotterranea.
"Agente Chung" disse Marvin alla radio. "Copri la seconda uscita. Non muoverti da lì!"
"Sissignore" rispose.
L'auto della polizia si fermò sul marciapiede, facendo fischiare le ruote. Marvin, Nick e Pete uscirono in tutta fretta e scesero rapidamente i gradini, correndo lungo il corridoio della metro. La gente si spostava al loro passaggio e alcuni ci finivano contro.
"Fate largo!" urlò Pete in testa al gruppo. "Spostatevi!"
Nick inciampò quasi su un barbone che dormiva ai piedi di una panca rotta.
Arrivarono alla fermata del treno gremita di gente.
"Merda" disse Pete, abbandonandosi alla parola che più aveva usato durante l'adolescenza. "Come faremo a trovarlo?"
Marvin si guardò rapidamente intorno. "Il treno non è ancora arrivato. Quindi abbiamo tempo. Avanziamo con calma."
Si mossero in mezzo alla folla con estrema cautela, le canne delle pistole rivolte in basso, verso il pavimento.
Marvin posò lo sguardo su ogni uomo per non più di un secondo. Cercava Ben tra la folla. Lo voleva trovare a tutti i costi.
Il treno si stava avvicinando. Sentirono il suono delle ruote sui binari e scorsero una luce bianca farsi largo nell'oscurità della galleria. I tre si affrettarono nella ricerca.
Poi Nick credette di avvistare Ben Bertolucci. "Tenente!" urlò. "Laggiù! È lui!"
Marvin e Nick guardarono vicino a una colonna.
"Sì, è lui" confermò Marvin.
I tre sgomitarono tra le persone, e quando furono a pochi metri da lui, Bertolucci si voltò per caso verso la loro direzione. Sbiancò in viso e gli occhi si sbarrarono dal terrore. Una delle sue paure si era palesata.
Marvin si face largo fra la folla. "Bertolucci!" urlò, ma la sua voce si confondeva con quella degli altri.
Pete spintonò la gente con i nervi a mille. "Fatemi passare! Cazzo!"
Ben era un uomo snello, dai lunghi capelli castani legati in una coda e lo sguardo stanco, ma vigile. Uno sguardo fiaccato da continue paranoie. Indossava una camicia bianca, una cravatta rossa e un pantalone marrone. Aveva un pc portatile sotto il braccio destro e una valigetta nella mano sinistra. Avanzò rapidamente lungo la striscia gialla che delimitava la banchina ferroviaria dai binari. Era quasi arrivato alla scala che conduceva fuori dalla metro, quando si scontrò con un uomo che era appena uscito da dietro una colonna. Cadde sul pavimento. La valigetta sparì ai piedi della folla e il pc portatile scivolò sui binari. Le ruote del treno lo fecero a pezzi.
"No!" gridò Ben, disperato.
"Ehi! Amico!" disse l'uomo con cui si era scontrato. "Guarda dove cazzo vai!"
Ben si alzò in tutta fretta e corse verso le scale. Quando fece per salire i gradini, Pete lo afferrò per le spalle e lo sbatté di faccia contro il muro. "Stai fermo! FERMO!"
La gente osservava la scena, turbata e incuriosita. Alcuni passanti inveivano contro Pete per il trattamento rude.
Marvin fece scattare le manette ai polsi di Ben. "Sei in arresto Ben Bertolucci!"
Mentre veniva trascinato di peso, Ben notò che nessuno dei poliziotti aveva la sua valigetta con i documenti. Non capiva se ciò era un bene o un male, ma decise di restare in silenzio.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Resident Evil / Vai alla pagina dell'autore: FreddyOllow