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Autore: Allen Glassred    13/02/2022    1 recensioni
Oneshot proveniente dalla mia storia liberamente ispirata ad Encanto, con personaggi tratti dall'omonima opera: tuttavia, alcuni dettagli saranno modificati al fine della trama, quindi se non vi piacciono i cambiamenti vi invito a non lasciare commenti rudi e fuori luogo.
Bruno torna ad Encanto nel momento in cui la figlia ha più bisogno di lui, affrontando finalmente la madre ed avendo un confronto con lei.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il momento tanto atteso pare essere finalmente arrivato: una persona interrompe improvvisamente il diverbio tra Mirabel e la nonna, rimettendo piede in quella che è stata casa sua dopo oltre dieci anni di assoluta assenza. L’uomo dalla chioma spettinata e dallo sguardo intenso osserva i presenti: prima la moglie, la quale attonita ha portato una mano alla bocca ed ha sgranato gli occhi. Poi il fratello, il quale lo osserva con sbigottimento ma anche con sollievo: sperava davvero nel ritorno di quella persona, è sempre stato convinto che non fosse realmente morto e che non avesse abbandonato la famiglia di sua volontà, è sicuro che dietro quel gesto ci sia una valida motivazione. In seguito, lo sguardo del misterioso uomo incontra quello della figlia, che incredula sgrana i propri occhi color nocciola, ancora incredula nel vederlo varcare la soglia. Ed in fine, lei: sua madre. Quella madre che ha cresciuto i figli con tanto amore, dopo la prematura morte del padre. Ma che nonostante questo, con lui è stata particolarmente fredda: forse per paura del suo dono, forse per chissà quale motivo. Ma non gli interessa: non è qui per recriminare sulla sua infanzia, non è qui per altri se non per la figlia, per raccontare finalmente la propria versione dei fatti una volta e per sempre e smettere di essere visto come “ Bruno il maledetto “. “ Bruno? “. La voce di Pepa interrompe quel quasi irreale silenzio, mentre Alma non riesce a proferire verbo: il suo sguardo, i suoi occhi spalancati di sorpresa rimangono fissi sul figlio, le parole non riescono ad uscire e, per un istante le pare quasi che anche la voce se ne sia andata. “ Bruno! “. Nuovamente, la voce della nuora/moglie riporta entrambi alla realtà, mentre Mirabel non può crederci: suo padre è veramente tornato?

 

“ Ciao, Pepa “. Fa semplicemente il capofamiglia dei Madrigal, mentre la moglie gli si avvicina. Da prima lo guarda, il suo sguardo fa trasparire mille  più emozioni. In seguito inizia ad inveire, piangendo allo stesso tempo alcune lacrime.

 

“ Stupido! Stupido, stupido, stupido! “. La nube sopra il capo della donna diviene cupa e minacciosa, i tuoni si fanno sentire in tutta la loro potenza mentre la pioggia le bagna capelli e vestiti. “ Per più di dieci anni, dove diavolo sei stato?! Credevo che fossi morto! “. Fa, iniziando a dargli dei lievi pugni ma, in seguito, scoppiando in lacrime forse di sollievo. “ Perchè te ne sei andato via? Perchè hai abbandonato me ed i nostri figli? Perchè hai abbandonato la tua famiglia?! Abbiamo sofferto tantissimo per la tua assenza! “. Prosegue, mentre lui la prende tra le braccia per poterla così calmare.

 

“ Ti spiegherò tutto, Pepa. Ti spiegherò ogni cosa, ma adesso devo finalmente parlare faccia a faccia con mia madre. Come non ho fatto il giorno in cui Mirabel non ha ricevuto il suo dono “. Sentenzia, mentre Alma fa un passo verso di lui, riprendendosi dalla sorpresa. A quelle parole la bionda fragola annuisce, ricomponendosi un momento e facendo smettere quell’acquazzone suo proprio capo e mentre, di lì a poco, lo sguardo del marito è nuovamente puntato sull’anziana matriarca. “ Salve, mamma “. Fa semplicemente, in tono piuttosto duro. Da parte sua, Alma prende qualche momento prima di rispondere.

 

“ Bruno, figlio mio “. Lo chiama solamente, mentre Pepa si mette di fianco al marito ma non se ne allontana: troppo a lungo sono stati divisi, ora è tempo di unione.

 

“ Non è stata colpa di Mirabel: non è colpa sua, ma mia. Sono stato io a trasmetterle il mio stesso, maledetto dono. Sono stato io ad insegnarle ad avere visioni ed a materializzarle nel mondo reale, sono stato io. Soltanto io “. Fa con determinazione: ha sentito le dure parole della madre rivolte a sua figlia, in cui l’accusava di essere tale e quale a suo padre, di non tenere alla famiglia e anzi, di essere la causa della sua distruzione e della fine del miracolo. “ Non puoi accusare lei dei miei errori: se sei arrabbiata, allora prenditela con me ma lascia stare mia figlia. Sono stato io, quasi dieci anni fa, a distruggere questa famiglia, non lei “. Per la prima volta dopo anni, il suo sguardo è serio ed in esso non c’è ombra di pazzia: è solo lo sguardo di una persona che credeva di aver perso tutto ma che, invece, ha ritrovato molto e che sta riuscendo, finalmente, ad affrontare il passato.

 

“ Tu hai abbandonato la tua famiglia! Non hai mai tenuto a noi, altrimenti non saresti fuggito nella notte, come un ladro! Non avresti distrutto la nostra famiglia e la nostra casa, non avresti gettato tutti noi nella più totale disperazione! Sei stato un egoista, hai pensato solo a te stesso! “. Fa dura la matriarca, mentre anche il figlio non le risparmia parole altrettanto dure.

 

“ Tu mi hai trattato esattamente nel modo in cui stai trattando Mirabel adesso! Mi hai accusato, mi hai guardato come fossi il male assoluto, senza soffermarti a chiederti, per un momento, il perchè delle mie azioni! Del perchè non volessi dirti cos’avevo visto nella visione che mi avevi chiesto, dopo che mia figlia non ha ricevuto il suo dono! Adesso come allora, mi hai accusato senza darmi tempo di spiegare che, se non volevo dire nulla, era perchè nemmeno io sapevo come interpretare quella visione! Che era mutevole, non sapevo nemmeno io cosa significasse ma, per com’era in quel momento, se ti avessi detto cos’avevo visto avresti probabilmente trattato mia figlia nello stesso modo in cui l’hai trattata adesso. “. fa una pausa, mentre istintivamente Mirabel si avvicina a lui per poi, in seguito, prendere la sua mano come a fargli coraggio, annuendo e sorridendo lievemente: è fiera del gesto di suo padre, è felice che finalmente, sia riuscito ad affrontare sua nonna liberamente e senza più timore. “ Non è stata colpa mia se quella notte ho perduto il controllo del mio potere ed ho quasi mandato in pezzi la casa: è stata colpa tua! Tua e del tuo atteggiamento, mamma: ma non permetterò che Mirabel subisca lo stesso trattamento. E non mi interessa cosa pensi di me, non mi importa più: ma non ti permetterò più di ferire questa famiglia e, soprattutto, non ti permetterò più di ferire lei! “. Quelle ultime parole scuotono violentemente l’animo di Alma: la matriarca rivede, per un momento, nello sguardo del figlio lo stesso del suo amato Pedro. La stessa determinazione, lo stesso coraggio e lo stesso desiderio di proteggere la sua famiglia. Solo ora pensa, se ne rende conto: è stata una vera stupida! Per anni ha incolpato bruno, se il miracolo si stava lentamente spegnendo. Per anni ed anni ha pensato che anche Mirabel avesse il destino segnato di suo padre, il destino di “ maledetta “, lo stesso nome che per anni ed anni è stato affibbiato al padre. E dal quale, pensa l’anziana, lei non ha mai fatto nulla per liberarlo e riabilitare il suo nome.

 

“ E’ vero “. Sentenzia semplicemente l’anziana, avvicinandosi di un passo e tenendo tra le mani la candela ormai spenta. “ Dopo la morte del mio amato Pedro, il mio cuore si è indurito. Non volevo più soffrire e, per questo motivo mi sono chiusa in una dura corazza di freddezza, ma in fine ho finito per ferire la mia famiglia: i miei figli, i miei nipoti… “. Fa una lunga pausa, guardando prima il figlio poi la nipote, notando quanto siano l’uno la copia dell’altra. “ … e specialmente te e Mirabel “. Ammette finalmente, avvicinandosi di un altro passo e posando una mano sul viso della nipote. “ Perdonami, per le mie parole: non avevo il diritto di farti soffrire e di rivolgerti quelle accuse. Puoi perdonarmi? “. Chiede, mentre con lacrime di commozione, Mirabel annuisce per poi gettarsi tra le braccia della nonna.

 

“ Ma certamente che ti perdono, nonna! Ti voglio tanto bene “. Sentenzia la ragazza, mentre l’anziana sente una sorta di peso scomparire dal suo cuore ed un calore che a lungo non ha più provato.

 

“ Te ne voglio anche io, mia piccola Mirabel! Te ne voglio anche io “. Ammette, sotto lo sguardo commosso di Pepa e del fratello, che le mette una mano sulla spalla ed annuisce, notando poi che le due donne hanno sciolto l’abbraccio. a quel punto è Bruno a prendere nuovamente parola: la sua missione è compiuta, pensa. Ora è in pace con tutti quanti, ha chiuso il passato e può iniziare a vivere una vita dignitosa, seppur lontano da Encanto.

 

“ Bene, credo che la mia missione sia compiuta: posso anche andare, e… “. Si gira per andare via, ma la madre lo ferma prima che possa essere Pepa a precipitarsi a fermarlo e mentre, a quelle parole, la nuvola sul capo della donna inizia a dispensare neve.

 

“ No “. Sentenzia semplicemente la matriarca, afferrando con delicatezza ma allo stesso tempo decisa il braccio del figlio. “ Tu non vai da nessuna parte: Pepa ha bisogno di te. Mirabel, Isabela ed Antonio hanno bisogno di te, i tuoi fratelli e sorelle hanno bisogno di te “. Fa, con alcune lacrime che pungono i suoi occhi dopo anni ed anni. “ Io ho bisogno di te! “. Conclude in fine, gettando a terra la candela e stringendolo in fine in un abbraccio. “ Il mio miracolo siete tu ed i tuoi fratelli, il mio miracolo è questa mia meravigliosa famiglia! Non voglio più perderti, per favore: resta! “. fa, mentre di lì a poco Pepa si aggiunge all’abbraccio.

 

“ Non osare abbandonarci di nuovo, o non te lo perdonerò mai! “. Fa la donna, mentre seppur sorpreso, in fine anche lui sorride lievemente. Abbraccia le due donne, annuendo.

 

“ E va bene: rimarrò qui, con voi. Non me ne andrò più “. Le rassicura, mentre la candela inizia lentamente ad illuminarsi: Alma è la prima a notare questa cosa e, a quella vista non può fare a meno di riflettere.

 

“ Forse… forse, il nostro miracolo non è morto “. Sussurra, guardando prima Bruno e, in seguito, Mirabel. “ Noi lo abbiamo riattivato, ma credo che sarete voi due a farlo rivivere. Spetta a voi… “. L’anziana si china un momento, raccogliendo la candela e porgendola al figlio ed alla nipote. “ … spetta a voi farlo risorgere “. Conclude la frase, mentre padre e figlia si guardano: forse, hanno capito cos’è necessario che facciano.



Bruno torna ad Encanto nel momento in cui la figlia ha più bisogno di lui, affrontando finalmente la madre ed avendo un confronto con lei. 
   
 
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