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Autore: TsukikageShawn    27/02/2022    2 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 10

 

Dopo il fallimento dell'interrogatorio ad Haruto, Five aveva deciso di coinvolgere Tron e il Dr. Faker nelle indagini sul bunker misterioso. Questo lo portò a litigare con Kaito, che si tirò fuori dalla faccenda a tempo indeterminato. Di prima mattina, il giovane aveva portato i due scienziati nel covo sotterraneo e ammirava i loro sguardi stupefatti. Entrambi concordarono sulla teoria degli extraterrestri, ma non erano convinti che Astral centrasse qualcosa. Avendo studiato in passato il mondo Astrale e con le attuali informazioni che possedevano, esclusero il loro coinvolgimento.

Tron, dopo aver visto il medaglione, era caduto in un silenzio tombale e sedeva sul divano rosso, accanto al figlio, nella tipica posa del pensatore. Faker, invece, sfogliava interessato il libro sulla divinazione, poggiandosi sulla poltrona preferita di Kaito.

«Sapete, mia moglie adorava le pratiche dell'occulto. Le piaceva leggere i tarocchi e fare predizioni a seconda delle fasi lunari e delle costellazioni. La mia adorata Cassandra1, le sarebbe piaciuto leggere questo libro» disse lo scienziato malinconico, rompendo il silenzio.

«Cassandra, un nome adatto ad una persona del genere. Nella mitologia greca era una veggente inascoltata, che predisse la distruzione di Troia» pensò Five ad alta voce.

«Non hai mai parlato di lei durante i nostri viaggi» aggiunse Tron.

«Morì quando Haruto aveva pochi mesi, un infarto fulminante. Eravamo in Grecia a trovare i suoi parenti, da allora non ho più parlato di lei, l'ennesima scelta sbagliata.»

Ripensò a tutti i momenti trascorsi con lei, dal giorno in cui l'aveva conosciuta all'Università di Oxford fino alla sua tragica fine, non riusciva ancora a credere che tra tutti aveva scelto proprio lui.

Byron tossicchiò e si tolse la maschera, rivelando l'altra metà che non mostrava quasi mai. Faker trasalì, ritornando al presente con la mente.

«È strano, anche a me questo posto mi ricorda Ayako… Abbiamo fatto gli stessi sbagli, Shinji.»

«Padre…» sospirò Five, non potendogli dar torto.

«Chris, non credo possiamo fare molto al momento» aggiunse, riportando il discorso sul bunker misterioso, «non abbiamo la tecnologia adatta per analizzare questo posto».

«L'unica cosa che possiamo fare è provare a decifrare il linguaggio, potrebbe benissimo essere un codice e non una lingua aliena» continuò Faker.

«D'accordo, ma prima devo parlarvi della sconosciuta a cui appartiene l'impronta sul medaglione…»

Dopo la spiegazione, si crearono più domande che risposte. I due scienziati non si aspettavano una svolta del genere, così come i figli. Non erano neanche sicuri che fosse un passo in avanti, la donna misteriosa oggi avrebbe settantadue anni, e se in passato nessuno era riuscita a trovarla, come avrebbero fatto loro tre adesso? Nonostante la tecnologia che possedevano, non potevano permettersi un azzardo del genere.

Faker posò il libro sulla divinazione sul tavolo e si alzò per dare un'occhiata agli altri nella libreria. All'apparenza sembravano comunissimi volumi antichi, ma nascondevano segreti ancora irrisolti. Ne sfogliò un paio, ma l'unico risultato ottenuto fu un bel grattacapo. Come era possibile che non avesse trovato prima di suo figlio quel bunker? Lui, che da giovane aveva costruito una città intera su quelle terre; lui, uno scienziato che per anni aveva studiato i mondi Paralleli; lui che ne sapeva più di chiunque altro sulle stranezze aliene. Eppure non era stato in grado di trovare questo tesoro nascosto, fonte di conoscenze assai più grandi delle sue. Distrattamente, si poggiò sul bordo della libreria e quella scivolò leggermente a destra, facendogli perdere l'equilibrio.

«Che mi venga un colpo! Credevo che la libreria fosse fissa al muro» disse Tron, soccorrendo il compagno.

«Lo pensavo anche io. Kaito aveva provato a spostarla una volta, ma non si era mossa» aggiunse Five.

«Non preoccuparti, sto bene, ho solo perso l'equilibrio. Quando il bunker si è riattivato, deve aver sbloccato il passaggio.»

Chris chiamò subito Kaito per informarlo dell'accaduto, ma il biondo era ancora arrabbiato e rispose in malo modo al mentore. Però curioso della nuova scoperta, li raggiunse in volo in pochi minuti. Insieme, spostarono la libreria e trovarono una porta seminascosta nella parete, che scomparve al tocco. Oltre l'apertura si trovava un corridoio di pietra che pendeva verso il basso.

Percorsero il passaggio in silenzio, uno dietro l'altro a causa dello spazio ristretto. Le pareti erano state levigate accuratamente e ad intervalli regolari si trovava una luce nel soffitto, che illuminava chiaramente il percorso in discesa. Dopo un tempo che sembrava infinito, trovarono una seconda porta in metallo bianco.

Il piano inferiore era venti volte più grande di quello superiore, ma non era solo un altro laboratorio, bensì una specie di appartamento futuristico che poteva contenere ben cinquanta persone contemporaneamente. Ed era completamente intatto, segno che la battaglia non era passata per quegli spazi.

I quattro si trovavano in un open space, ammobliliato con oggetti di natura mai vista prima. Non c'era l'ombra di antichità e neanche una finestra che affacciasse chissà dove. L'aria che si respirava era di una leggerezza e purezza inumana, come se venisse da un altro pianeta.

Le pareti erano dello stesso metallo bianco del piano superiore. Alla destra dell'entrata si trovava un salottino con un divano semi circolare viola di un materiale morbido sconosciuto, con un ripiano in metallo argento fluttuante e un caminetto con delle strane fiamme azzurre. Alla sinistra dell'entrata era allestita una specie di cucina all'avanguardia, con elettrodomestici dalle forme più strane e altri ripiani volanti. Più avanti, al centro, si imponeva un enorme macchinario, che circondava un cristallo simile ad un diamante alto circa due metri. Dietro di esso si trovavano due porte, una portava ad una piccola radura fatata con un laghetto ed una cascata di acqua termale, e l'altra ad una camera da letto minimal piena di souvenir degli anni 60-80.

«Tutto fantastico, ma come c'è finita quella specie di radura da libro fantasy?» domandò Kaito, accomodandosi sul divano all'ingresso con gli altri.

«Mi sembra evidente» rispose Faker, «è qualcosa di magico».

«Magico? Ma sei serio? Non esiste la magia.»

«Sulla Terra no, ma ti devo forse ricordare il potere bariano che aveva posseduto tuo padre?» gli ricordò Five.

«Quello è l'ultimo dei nostri problemi. Partiamo prima da quel cristallo, si tratta sicuramente della fonte energetica del posto» disse Tron.

Kaito incrociò le braccia e ordinò di analizzare la pietra ad Orbital, che era rimasto vicino alla porta per tutto il tempo. Ma appena si avvicinò all'artefatto, il povero robot si illuminò di rosso e venne spinto via con forza il più lontano possibile. Il gruppo corse a controllare se avesse qualcosa di rotto e lo rimise a posto.

«Capo, il cristallo bariano nei miei circuiti si è surriscaldato e mi ha spinto via! Credo non gli piaccia l'altro cristallo.»

«Che strano, non ha mai fatto una cosa del genere. Ha reagito solo quando ha toccato il pendente di Yuma, ma in quel caso ha aperto un portale per il suo interno» informò Kaito.

«Con questo possiamo confermare che non abbiamo a che fare con il mondo astrale. Si tratta di un altro pianeta, che il potere bariano teme» setenziò Faker.

Tron si diresse dall'artefatto, ma non successe niente quando si trovò a pochi centimetri di distanza. Allora avvicinò lentamente la sua mano per toccarlo, ignorando gli altri che lo intimavano di non farlo. Appena ci fu un contatto, una luce abbagliante costrinse i presenti a coprirsi gli occhi. Durò pochi secondi e quando tutti riacquistarono la vista, rimasero sbalorditi.

Byron aveva ripreso le sue sembianze originali e il portale sulla sua faccia scomparve completamente. Lo scienziato non riusciva a credere a quel che vedeva, ormai si era arreso a restare per sempre nel corpo di un bambino.

«Come è possibile?» chiese Kaito.

«Questo cristallo deve avere un potere immenso, è stato in grado di riparare un danno del genere» rispose Faker.

Rimasero lì a guardare la felicità negli occhi di Byron e di Five, che si abbracciarono come non facevano da tempo.

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 10 - Una gioia ogni tanto fa bene, ma con doppia dose di misteri

 

1Dato che non si è mai parlato delle mogli di Faker e Tron, ho deciso di crearle. Cassandra era la moglie di Faker, che ho deciso di chiamare Shinji (un nome lo deve avere questo, mica se può chiamare veramente Imbroglione XD). Ayako era la moglie di Tron, essendo lui inglese gli ho dato un motivo per vivere in Giappone.

   
 
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