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Autore: eddiefrancesco    27/02/2022    0 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il cavaliere risali' in sella, si chino' per sollevarla di peso e la mise davanti a sé. Con una piccola esclamazione di sgomento, Hero pensò che il suo mondo così ordinato stava sfuggendo del tutto al suo controllo. Senza darle il tempo di parlare, il misterioso cavaliere se la strinse contro il petto ampio, le passò un braccio intorno alla vita e sprono' il cavallo. Hero aprì la bocca per protestare contro la sfacciataggine dello sconosciuto, che non aveva neppure pensato di consultarla sul da farsi. Il contatto fisico la metteva a disagio e il calore del tocco di lui aveva un effetto sgradito sui suoi sensi. Ma poi l'uomo le sorrise e lei ammutoli' per la seconda volta. Mentre osservava, a bocca aperta, il bellissimo viso virile, Hero si rese conto di non essere mai stata tanto vicina a qualcuno. Quella prossimità le causava una profonda inquietudine, eppure lei dovette resistere all'impulso di toccare il ricciolo che gli era ricaduto sulla fronte, bruno come gli occhi del cavaliere. Rimasero a fissarsi per qualche istante, poi lui distolse il viso ed Hero, seguendo la direzione del suo sguardo, vide i primi goccioloni di pioggia. Per quanto ci avesse provato, il misterioso cavaliere non era riuscito a salvarla dalla tempesta, che pure era del tutto insignificante in confronto al tumulto interiore che la squasso' quando lui la strinse a sé. Con il cuore che batteva a un ritmo selvaggio, stordita e disorientata, Hero ebbe l'inspiegabile certezza che a quell'uomo non sarebbe riuscita a negare niente. Un pensiero inconsulto, più terrificante di qualsiasi orrore gotico. Appena venne affidata alle mani capaci di Mrs. Osgood, un'allegra governante dalle guance rosse come mele, Hero recuperò almeno in parte il dominio di sé. Doveva essere stato l'incidente alla carrozza, in quel luogo e in quel momento, a scuoterle i nervi, tanto che aveva immaginato che il suo soccorritore fosse un essere superiore di qualche genere, capace di dominarla. Nonostante Hero non fosse un tipo impressionabile, l'alternativa era troppo tremenda anche solo per pensarci. Apprese con sollievo, grazie alle chiacchiere inesauribili di Mrs. Osgood, di avere raggiunto la propria destinazione. Per concludere l'affare che l'aveva portata lì non le restava altro che incontrare Mr. Marchant. Quanto all'identità del suo soccorritore, aveva deciso di non porsi domande e di dimenticarsene. Anche se quest'ultimo pensiero la fece rabbrividire come se il suo corpo fosse deciso a smentirla. Cercò di non pensare alla sensazione che le aveva causato il contatto con il suo corpo vigoroso, agli indumenti resi viscidi dalla pioggia che erano scivolati contro quelli di lei quando l'aveva aiutata a smontare e l'aveva accompagnata in casa. L'edificio, una piccola dimora gotica con tanto di merlature e la facciata tetra, le aveva ricordato Raven al punto che Hero si era domandata di nuovo che cosa avesse escogitato stavolta. Poi aveva accantonato con fermezza quel sospetto. Augustus Raven era un uomo dalle notevoli risorse, ma non tanto da riuscire a controllare le forze della natura. Hero non rimase neppure sorpresa dalla singolare architettura dell'edificio, poiché conosceva bene quello stile, prediletto da Raven. Molti suoi amici collezionisti di antichità condividevano la stessa passione per tutto ciò che era vecchio, freddo e ammuffito, forse perché loro stessi erano vecchi, freddi e ammuffiti. Oakfield non era così, però aveva un estremo bisogno di riparazioni. Per fortuna, il fuoco acceso nel camino spandeva un piacevole calore ed Hero fu contenta di vedersi assegnare una stanza tutta per sé, accanto a quella di Mrs. Renshaw. Fece il bagno, indossò degli abiti asciutti e, mentre si spazzolava i capelli davanti al fuoco, l'incredibile impressione lasciata dall'incontro con l'affascinante sconosciuto a poco a poco svani'. Quando fu pronta per raggiungere Mrs. Renshaw al piano di sotto, era di nuovo concentrata sul compito che l'aspettava. La governante la condusse in una biblioteca, alquanto in cattivo stato, che richiamò subito la sua attenzione. Hero esamino' gli scaffali quasi vuoti e le casse da trasloco sparse un po' ovunque. Mrs. Marchant stava vendendo tutta la sua raccolta di libri? Se era vero, Raven avrebbe potuto decidere di acquistare l'intero blocco. I piccoli tesori potevano essere nascosti ovunque, ignorati e sottovalutati dai loro proprietari. Hero si avvicinò a una cassa e ne esamino' il contenuto: testi classici greci e latini, disposti senza un ordine particolare. Si stava chinando per leggere i titoli quando udì un rumore di passi. Con un sorriso stampato in faccia, si girò per salutare il nuovo venuto... e rimase pietrificata a guardare il giovane sulla soglia. Senza il mantello era perfino più bello di come lo ricordava. Hero sbatte' le palpebre, confusa. Non era lui il padrone di casa, vero? «Do... dov'è Mr. Marchant?» domandò, odiandosi per aver balbettato. «Christopher Marchant, per servirvi» si presentò l'uomo, accompagnando le parole con un inchino. Dopodiché le rivolse lo stesso sorriso seducente che lei aveva già avuto modo di ammirare. Hero si sentì di colpo le gambe molli. Lo stereotipo del collezionista di antichità vecchio e avido non sempre corrispondeva al vero, questo lo sapeva, eppure le capitava di rado di trattare con uomini eleganti e generosi come per esempio il Duca di Devonshire. E di sicuro nessuno di quelli che aveva incontrato avrebbe potuto reggere il confronto con il proprietario di Oakfield Manor. Solo in quel momento si accorse di essere rimasta a bocca aperta e si affretto' a ricomporsi. In preda al panico, si domando' come avrebbe fatto a condurre la trattativa con il cuore che le martellava nel petto e i pensieri sparsi come uccellini nel cielo. D'altronde, non aveva alternative. Gli rivolse un cenno con la testa. «Io sono Miss Hero Ingram e questa è la mia accompagnatrice, Mrs. Renshaw. Ho con me una lettera di mio zio, Mr. Augustus Raven. Credo che in passato lo zio e vostro padre abbiano avuto uno scambio di corrispondenza.» Avanzò verso di lui e gli porse la missiva, chinandosi un poco per permettergli di affondare lo sguardo nell'ampia scollatura del vestito. A differenza degli uomini che incontrava di solito, però, Christopher Marchant non era vecchio, non aveva rughe e non sembrava neppure vizioso. Inoltre, Hero dubitava che un uomo tanto affascinante sarebbe rimasto impressionato dal suo seno tutt'altro che abbondante, nonostante la scollatura al limite della decenza. «Vi chiedo perdono per essermi presentata così a casa vostra, senza il minimo preavviso» esordì Hero, fedele al suo consueto approccio. I vecchi solitari con i quali aveva sempre avuto a che fare erano talmente lusingati dalle sue attenzioni che non si risentivano affatto che fosse lei, una donna, a condurre gli affari per conto dello zio. Per loro non erano neppure affari, anzi, consideravano la transazione alla stregua di uno scambio tra amici, o conoscenti, accomunati dalla passione per i libri antichi. Eppure Mr. Marchant era... diverso ed Hero si domando' se si sarebbe insospettito di vederla arrivare come un fulmine a ciel sereno nella sua remota dimora. «Mi trovavo a passare da queste parti e mi è sembrato opportuno fare tappa qui. Mi perdonate?» chiese con uno studiato pizzico di civetteria. Stranamente, la frase trita e ritrita rischiò di restarle in gola . «Ma naturalmente. Sedete, vi prego» rispose lui con un gesto amabile. I suoi modi schietti e accattivanti la confondevano, perché gli uomini con i quali era abituata a trattare erano spesso impenetrabili come Raven e nascondevano i loro pensieri dietro a labbra serrate e palpebre socchiuse. «Temo che la casa sia ancora piuttosto sottosopra» borbotto' Mr. Marchant con un sorriso esitante. Per un istante Hero pensò che avrebbe aggiunto qualche spiegazione, invece si limitò a guardarsi intorno come se si fosse appena reso conto del deplorevole stato della biblioteca.
   
 
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