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Autore: OhMyGod_    05/09/2009    4 recensioni
“C’era una volta un fiore.
Dotato di petali dorati e di uno stelo argentato, passava i suoi giorni nascosto dal resto del mondo, con la sfortuna di essere nato in cima alla montagna più alta del paese. [...]"
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The gold Flower

“C’era una volta un fiore.
Dotato di petali dorati e di uno stelo argentato, passava i suoi giorni nascosto dal resto del mondo, con la sfortuna di essere nato in cima alla montagna più alta del paese.
Molti valorosi innamorati avevano tentato invano di raggiungervi e di coglierlo, ma oramai, dopo anni e anni di vita lassù, tutti sapevano bene che quel fiore non poteva esser colto.
E così, quel fiore sbocciava ogni giorno al tocco dei primi raggi del sole e appassiva ogni sera al loro scomparire, senza che nessuno donasse lui la possibilità di essere amato.
Un di, in quel paesino di montagna, arrivò un giovane. Non conosceva ne pace ne felicità, non aveva alcuna ricchezza, vagava di villaggio in villaggio cercando riparo nei giorni tempestosi. Accompagnato da tre cani fedeli, con un leggero sorriso sulle labbra, andò ad assopirsi sulla collina accanto alla montagna.
Calò il sole e le stelle nate dalle tenebre andarono ad illuminare il fiore che tutti bramavano da tempo. Il giovane ne rimase affascinato e volle raggiungerlo.
I paesani, ricevuta la notizia, derisero il desiderio del ragazzo e la sua buona volontà, informandolo che nessuno era mai riuscito nell’intento.
Il giovane sorrise, disse loro che quel fiore sarebbe stato suo.
Il primo dei tre cani, una cagna nera dal pelo lucido, si ingelosì del fiore che il padrone desiderava avere. Tentò invano di distoglierlo dalla missione, e una volta accettato il tutto, decise di non seguire il ragazzo su per la montagna. Il secondo dei cani, un’altra cagna dal pelo biondo e lungo, rimase fedele al padrone fino a metà percorso. Nel momento in cui l’aria iniziò a gelare anche i polmoni e a creare tremori tornò indietro e raggiunse la compagna a bassa valle.
Il terzo cane, un cucciolo allegro e vivace, prestò completa fedeltà al padrone e una volta raggiunto il fiore, ne prese un petalo per non scordarlo.
Il giovane tornò a valle con il fiore oro in mano, riprese i cani, e con stupore di tutti, lasciò il villaggio.
Per riparare la sua unica ricchezza dal freddo e dal mondo esterno, lo pose accanto al suo cuore. Il fiore era felice, per la prima volta veniva amato. Per la prima volta dalla sua nascita, aveva qualcuno che lo accudisse.
Trascorsero i mesi estivi e, come madre natura comanda, anche l’inverno arrivò. Il vento divenne freddo, il cielo pianse tanta neve da ricoprire campi interi e il giovane povero andò a ripararsi in un villaggio. Presto si rese conto che non aveva soldi a sufficienza per pagare viveri e alloggio, così dovette vendere il suo fiore ad un locandiere. L’uomo promise di trattare la pianta con amore e affetto... ma presto si stancò di accudirlo come il giovane aveva sempre fatto, e lo mise in un calice di vetro riempito d’acqua.
Poggiò il bicchiere su una mensola del suo locale e i clienti che venivano ammiravano la rarità e ne rimanevano affascinati. Ma più l’inverno avanzava e il tempo passava, più il fiore iniziava a morire. Il giovane non tornò più a mangiare nel locale per evitare di vedere quel pezzo del suo cuore che si era portato dietro per tanto tempo.
E il fiore sentiva la mancanza di chi per la prima volta lo aveva amato.
Iniziò ad appassire.
Il mendicante si rese conto che non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo e gettò la ricchezza dai petali oro in mezzo alla neve vicino a un campo di grano.
I petali si raggrinzirono, l’acceso oro si tramutò in un bronzo spento; l’argento vivo del gambo in un grigio passivo.
Ma una sera il fedele cane amico del giovane, facendo una passeggiata, vide il fiore e lo colse. Riportò quel pezzo di vita morente al suo padrone, cercando di rispondere alle richieste d’aiuto del fiore abbandonato.
Il ragazzo, vedendo il fiore, lo prese in mano e lo appoggiò su un cuscino morbido e caldo. Disse lui che fino a quando non avrebbe ripreso le forze sarebbe potuto restare li. Non sapeva ancora se lo avrebbe tenuto con se, aveva paura di farlo soffrire ancora, di non poter dare lui quello di cui aveva bisogno.
Allora il fiore perse i petali oro.
Non voleva essere abbandonato ancora.
Il giorno seguente il giovane vide i petali che il fiore aveva perso e capì che tutto quello era stato causato da una sua scelta. Si scusò col fiore, lo pose ancora al petto e tentò di riportare amore a ciò che stava morendo.
Il fiore iniziò a sentire il battito del cuore del suo amato e, lentamente, riprese vigore.
Il giovane andò a piantare quel pezzo del suo cuore in cima a una montagna circondata dal mare, in modo tale che acqua, vento e sole arrivassero a lui facilmente e che nessuno lo andasse a cogliere. Ogni giorno andava da lui e gli stava accanto, cercando di farlo sentire meglio e di ridargli quello che aveva perso. Lentamente i petali ricrebbero e il fiore riacquistò la sua straordinaria bellezza.
I cani non tornarono a vedere il pezzo di cuore del padrone, rimasero lontani da quella strana realtà. Il giovane amava il suo fiore, non voleva che soffrisse più per colpa sua. E così fu, fino a quando una morte improvvisa lo rapì e impedì lui di giungere come suo solito dal fiore.
Passò il tempo e tanti soli illuminarono la ricchezza dai petali oro. Ma il ragazzo non tornò. Poi un giorno, dopo anni e anni di solitudine e amarezza, un nuovo giovane tornò... E la storia per il fiore ricominciò... Nuovo dolore, nuova sofferenza. E un nuovo, strano, senso di amore.
Ma nei petali del fiore rimanevamo impressi gli occhi azzurri del giovane ragazzo che per la prima volta aveva amato, tanto che l’oro assunse il colore del cielo.”



Grazie a LEA91, che mi ha portata a pubblicare quest’altra favola. E grazie a tutti quella che l’hanno letta e la commenteranno.
  
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