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Autore: Allen Glassred    02/03/2022    1 recensioni
Oneshot proveniente dalla mia storia liberamente ispirata ad Encanto, con personaggi tratti dall'omonima opera: tuttavia, alcuni dettagli saranno modificati al fine della trama, quindi se non vi piacciono i cambiamenti vi invito a non lasciare commenti rudi e fuori luogo.
I pensieri di una disperata Pepa, dopo l'improvvisa scomparsa del marito e rimasta sola con due figli da crescere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate alcune ore dalla cerimonia della nostra piccola Mirabel. Le cose non sono andate nel verso in cui tutti speravamo e, con nostra sorpresa, la piccola non ha ottenuto alcun dono. Sono stati momenti concitati: ricordo gli sguardi attoniti di parenti ed amici e, di lì a poco, il nostro scambio di sguardi. Lo sbigottimento ha, tuttavia, lasciato subito il posto ad un altro sentimento: il senso di protezione. Dovevamo proteggere la nostra bambina e, senza pensarci su due volte ci siamo precipitati da lei, abbracciandola forte e sussurrandole che tutto andava bene. Che non ci importava, se avesse o meno ricevuto il dono: per noi sarebbe sempre stata la nostra amata bambina, nulla avrebbe cambiato questa verità. Tu hai appena fatto in tempo a rassicurare la nostra Mirabel: ah, si! Dev’essere a causa del vostro forte ed intenso legame che sei riuscito, nel giro di poco tempo, a farla smettere di piangere. Il tempo di sorriderci l’un l’altra, felici del fatto che la bimba avesse finalmente compreso che, malgrado la cerimonia fosse andata male nulla era cambiato. Poi tua madre ha chiesto di parlarti: quella è stata l’ultima volta che io e Mirabel ti abbiamo visto. Poi, sei scomparso.

 

Dove sei, Bruno? Dove sei andato? Che cos’è successo?

 

Sono qui, seduta sul letto di camera nostra e stringendo forte a me il nostro piccolo Antonio, mentre Mirabel dorme con il capo posato sul mio grembo. Sono qui a pormi queste domande alle quali, per quanto mi sforzi, non riesco a dare una risposta logica e soddisfacente: dove sei? Perché sei andato via? Ho provato a domandare spiegazioni ad Alma, ma anche lei pare essere nell’ignoranza più assoluta e non si capacita di questa tua “ fuga “.

 

Mi manchi, Bruno…

 

Mentre accarezzo con dolcezza i capelli della nostra Mirabel alcune lacrime cadono silenziose dai miei occhi, mentre una morsa attanaglia il mio petto ed il mio cuore, come fosse irrimediabilmente andato in frantumi. Sento il peso dei miei sogni infranti gravare su di esso, come pesanti macigni. Avevamo tanti progetti: rimanere insieme per sempre, vedere i nostri figli crescere e, perché no, un giorno dare loro un fratellino o una sorellina. Avresti voluto rendere fiera tua madre, prendendo un giorno il posto di tuo padre come capofamiglia dei Madrigal. Io avrei voluto rimanere al tuo fianco per sempre, ma ora di quei sogni infranti rimangono solo i cocci, su cui verso incontrollate lacrime. Devo stare attenta: Mirabel si potrebbe svegliare ed io non voglio turbarla, facendomi vedere piangere. No: io sono una Madrigal, devo essere forte! Per me stessa e per i nostri figli devo farmi forza, alzare la testa ed andare avanti. Devo, non ho altra scelta: il bene dei nostri bambini viene prima di tutto e tutti, anche prima della disperazione che stasera provo.

 

Poso dolcemente Antonio sul letto mentre prendo tra le mani la foto delle nostre nozze. Oh si: quella scattata prima del ciclone, penso con l’ombra di un sorriso sul mio volto, ancora coperto di lacrime. “ Ti aspetterò… “. Sussurro stringendo a me quella foto, come fosse il più prezioso degli oggetti. “ Torna presto da noi, mi amor. Torna presto… “. Sussurro, speranzosa: no. No, non puoi averci semplicemente abbandonati. Ci dev’essere dietro una valida ragione, penso posando una mano sul mio ventre per poi, di lì a poco, smettere finalmente di piangere. Metto Antonio nella sua culla, dopo aver sistemato Mirabel sul letto. In seguito la raggiungo sotto le coperte, stringendola forte a me e dandole un bacio sul capo. “ Buonanotte, mariposita mia “. Sussurro: si, lo so che la piccola ha la sua stanza ma, per stanotte almeno, abbiamo bisogno l’una del conforto dell’altra. Ora più che mai, penso mentre chiudo gli occhi e, di lì a poco, mi addormento abbracciata alla nostra amata bambina.


I pensieri di una disperata Pepa, dopo l'improvvisa scomparsa del marito e rimasta sola con due figli da crescere.

   
 
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