Anime & Manga > Umineko no naku Koro ni
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Autore: _Briareos_    02/03/2022    0 recensioni
Mi hanno chiesto di mettere questa parte da sola scorrendo in cerca di errori. Ho fatto fino a un buon punto eliminando piccole pecche per rendere la lettura più scorrevole, ma appena posso finisco l'alta metà. Se ho saltato qualcosa la sistemo appena possibile, intanto la posto come consigliato. L'orologio rispetto la fic originalegià postata (date uno sguardo) va avanti, leggi l'altra che ho messo, il prequel, racconta di Ange e la fine della storia come se Beatrice / Lion si fosse salvato.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ange Ushiromiya, Battler Ushiromiya, Beatrice Ushiromiya, Shannon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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il dopo extra

ATTENZIONE: segue la fic principale con lo stesso nome messa prima, ma quella non è sistemata, ed è come tutte quelle che ho messo spaccati che ho voluto scrivere all'epoca con un loro perchè, sono così per un motivo e mi piacerebbe avere commenti per analizzare le cose. Presto posterò il capitolo di commento e analisi per quella non ancora completa, che spiega il tutto ma devo scriverla, eispetto a queste non lo avevo fatto. Capitolo extra - doveva essere una altra sempre su ispirazione di quella fic che non trovo ancora, su un dopo positivo per Battler e Beato.
mi hanno detto di metterla a parte, eccola, sistemata un pò all'inizio


1998 - molto tempo dopo avviando il piano

"Ehi Beato..."

"Sono qui!" disse Beatrice dalla camera da letto.

Si guardava nervosa allo specchio. Non solo per i suoi problemi, ma anche perchè le si era rovinato un abito e cercava di trovare un modo per nascondere la cosa. NOn poteva comprare abiti nuovi, e non per molto sicuro, e quello le piaceva molto.
Erano tornati di nuovo alla condizione di prima. NOn le pesava finchè questo facesse sentire bene Battler, ma si sentiva un pò triste dal comprendere che la situazione sarebbe stata in discesa da quel momento. E l'extra che era lo stipendio da promotrice bastava a cancellare parte di uno dei prestiti. per un attimo nel suo rifless balenò un sorriso perchè era stato divertente vedere come banche in luoghi di quel genere potessero prendere in garanzia le stesse cose da città diverse solo perchè non moderne come quelle di città grandi. Erano banche più locali e di famiglie del luogo e non legate ai grandi nomi, quindi valutavano e accettavano senza < parlare > con altre banche o fare altro. Erano rimasti sbalorditi ma avevano due prestiti, uno lo avrebbero chiuso presto grazie ai libri e il ricavato degli oggetti venduti.
Battler comparve alla porta.

"Eccoti, sono tornato e con tutto"

"Davvero? Te li hanno davvero dati tutti? Non si sono accorti di documenti o...la casa e la macchina già presi?"

"No, tutto bene. E' fatta Beatrice. Dovremo solo adesso fare come quel giorno e per il viaggio, recuperando quel famoso zainetto..."

"Ti è sempre divertito.... quello zainetto ti è rimasto in mente" ghignando insieme

"Nessuno poteva immaginare che contenesse il valore di una casetta, piccola rispetto le altre, ma tanto dignitosa per noi. Quel semplice e normale zaino.." baciandola lieve "e ora potremo mettere al sicuro qualcosa che non deve mai cadere in mano ad Ange. Mi dispiace solo... che ti avevo fatto delle promesse, e sai che..."

"Finchè tu sei felice, va bene. Lo so, lo sento, sono sicura che torneremo di nuovo sulla china e..." portando le braccia intorno al collo di lui "le preoccupazioni svaniranno"

"Grazie Beatrice. Per credere in me. Per restarmi al fianco e per cosa sei in grado di fare"

"Stupido Battleeer!" fece lei ridendo "sei tu che non capisci cosa tu hai fatto..." strofinando la fronte su una guancia di lui per poi voltarsi verso lo specchio con il broncio

"Che succede"

"Ho solo... un problema con quest'abito. Non so come nascondere il difetto che ho trovato oggi. Con cosa posso coprirlo, perchè non trovo niente che stia bene...?"

"mettilo per casa, per me. Ne abbiamo comprati altri tempo fa"

"non è per questo" incupendosi e lui comprese, stringendole le braccia con le mani, parlando con i loro riflessi di fronte nello specchio

"Beato, lo so che adesso le cose non andranno bene e ci ritufferemo nel periodo in cui tutto vacillava, e stentavamo a raggiungere lo stipendio successivo, e mi dispiace che questo abito si sia rovinato, ma è solo per il tempo di..."

"Lo so" fece lei sorridendo dal riflesso "mi sento in colpa però perchè se iniziano a rovinarsi tutti mentre sono in giardino, o cucinando o... era solo questo" restando con il sorriso mesto

"Mi dispiace di.."

"No, mai ti dirò o darò qualcosa per ciò che decidiamo insieme. Non pensarlo nemmeno. Sono pronta a tutto pur di restare con te, finchè mi vorrai al tuo fianco. Come ti ho detto altre volte ho paura che tu possa incontrare una persona che... sia per te, una donna per te... ma ti chiedo solo di dirmelo se qualcosa dovesse scemare e... vorrei solo saperlo"

"non dire e pensare così, per favore" le sussurrò, mentre infilava le mani in tasca ed usciva fuori qualcosa che le portò davanti, poggiandola sul suo petto, posizionandola guardando i loro riflessi mentre le restava alle spalle

Beatrice sgranò gli occhi davanti a quella che sembrò essere una catenina dorata con un ciondolo luccicante. Una farfalla dorata con ali aperte. Era un profilo di farfalla a ciondolo con ali aperte come poggiata, piatto, piccolo e molto fino ed elegante. Il profilo era ben fatto e quasi reale comprese le antennine e le punte delle ali in ato si agganciavano alla catenina tramite anellini. Mentre Battler la metteva chiudendola, Beatrice vedeva come stava bene nell'incavo del suo collo, era grande più o meno due centimetri di altezza e due e mezzo di larghezza da ala all'altraed era davvero bello, sebbene fosse piatto senza dettagli.

"ma cosa..." fece lei portando le punte delle dita sulla farfalla dorata "Battler! Cosa hai fatto? Quel denaro era..."

"ho preso solo qualcosa. Era da tempo che vedevo, tornando dalla casa editrice a piedi  e guardando le vetrine, vari giioelli e poi..." abbracciandola da dietro facendo guancia contro guancia "questa serie ispirata a farfalle. E ho pensato a te, e a te che le disegni. Questa mi ha attirato anche se... era un'altra che volevo prenderti. Con rilievi e ali traforate per richiamare la forma originale... un giorno te la regalerò! Questa mi ha detto che è ispirata a una farfalla chiamata... papillo sp, se ricordo bene. E..."

"Battler no! Non dovevi farlo...." come disapprovando

"Oggi è l'anniversario del giorno in cui siamo..."

"Ma Eva è morta..."

"E sistemeremo la cosa. Ma ora volevo fare qualcosa per te! Mi hai detto che ti senti sola quando sono a lavoro e l'idea di tagliare a metà un giallo, metà a te che lo leggi mentre non ci sono e l'altra con me, perchè per attrazione è sicuro che io torni..." ridendo di gusto

"Scemo! Hai fatto a metà un libro! E sei andato in giro con quello dietro!"  bandogli un buffetto su una spalla

"Lo so, sono pazzo... ma con questo io sarò con te anche quando sei sola e come nelle tue storie, mi chiamerà a te..."

"Battler, se un giorno..."

"... non ora! Questa sera voglio cucinare qualcosa... " guadandosi l'orologio da polso finchè non fece una smorfia

"Ancora con il vetro rotto non vedi l'orario?"

"Già..."

"Mh..." voltandosi e slacciandogli i bottoni della camicia metnre lui chiedeva che faceva "devo dirti una cosa

"ti pergo, non dirmi che la nonnina è venuta di nuovo qui e ti ha raccontato le sue prodezze d'amore e ora tu..." un pò spaventato e un pò scherzoso

"Chiudi gli occhi" gli fece con voce calda portandosi petto contro petto e labbra verso l'orecchio

"EH..." nervoso "Be-Beatrice, ti prego, mi fai paura quando mi dici di chiudere gli occhi perchè ogni volta m...."

"Taci e fallo!" fece lei giocando a fare la strega dorata.

Lui sospirando lo fece e lei lo tirò per un braccio per farlo camminare finchè non lo sistemò nel suo lato del letto, e con un colpo di palmi sul petto lo fece finire disteso sul copriletto

"BEATO!" ma sentì lei salirgli a cavalcioni "Ma..."

La sentì muoversi in modo strano, le ginocchia che toccavano i suoi fianchi e lei che prima era seduta e poi non cèra e poi era tornava come prima, come se stese combinando qualcosa.

"Ora guarda, Battler!!" fece gioiosa lei, e lo vide strabuzzare gli occhi.

Battler ancora disteso ma con la testa sollevata, la vide tenere fra le mani una scatola, contenta come sempre quando faceva qualcosa per lui.

"Beato!"   sospirò lui e la aiutò  a sedersi meglio sulle sue gambe, per poterla guardare negli occhi. partendo da un rimprovero prima muto e poi chiedendole cosa stesse combinando.

"Aprilo prima e poi parliamo" prima saltellando eccitata sul post e Battler dovette fermarla per... evitare situazioni incresciose. Per lui.
Poi lei si protese verso di lui come se volesse baciarlo ma invece solo per dire a bassa voce qualcosa che lui per il rossore e l'agitazione da tenere a bada non capì,  per poi ritrarsi e mostrargli la scatola.
Lui la aprì e vi trovò dentro un orologio chiaramente vecchio ma perfetto e anche funzionante, con cinturino di pelle nuova ma cassa e ttuto il resto molto più vecchio.

"Che significa? Che hai fatto?"

"..." col broncio che la rendeva quasi sensuale "... ho aiutato varie volte la nonnina a capire cosa teneva in quelle stanze e... trovai questo. Lei me lo consegnò insieme ad altre cose per la vendita ma... il tuo orologio è rotto da un pò e già non è chissà che qualità visto quanto lo hai pagato usato...  e ti da fastidio se è illeggibile per le crepe. Così... ho utilizzato qualcosa del mio stipendio per farti sistemare i cinturini e controllare che funzionasse... l'orologiaio mi ha garantito che per la sua qualità vivrà ancora per molto e potrebbe seppellirci tutti" ridendo alla Beatrice la strega dorata "Ha detto ridendo che i nuovi orologi sono fragili e non valgono come quelli... quello che hai in mano ed era un bel pezzo da riutilizzare E quindi..."

"hai usato i tuoi soldi per..." confuso e quasi dispiaciuto

"NO! NO! non iniziare e poi sai che lavoro perchè sono i soldi di entrambi e... ho tentennato per decidere se spenderli o meno ma, con la somma che ho pagato non potevo avere un orologio migliore per te! ma sistemando questo...  Resterà sul tuo polso funzionante per tanto tempo e... ti ricorderà quando chiamarmi e... tornare da me!" fece con un sorriso biricchino, ma come in fondo timida su certe cose

".."

"cosa cè?" fece lei timorosa, vedendolo osservare l'orologio serio, e peggiorò, agitandosi vedendolo poggiare la scatola sul comodino accanto al letto. la sua espressione era un misto tra ferito, deluso e come un senso di colpa.
Non gli era piaciuto?
Era arrabbiat?
Era stata una spesa che non doveva fare?
Non voleva qualcosa di vecchio e di qualcun altro?

Beatrice abbassò la testa triste, ancora seduta sulle sue cosce, ficnhè non si sentì carezzare dalle gambe alla schiena e poi tornare giù afferrandola sui fianchi.
Emise un verso di sorpresa, ritrovandosi poi lei di schiena sul letto, quel letto all'occidentale che avevano ottenuto.

"Ora mi spieghi a modo mio questo tuo giochetto del farmi sempre chiudere gli occhi e poi fare cose che non mi aspetterei... " portandosi sopra di lei

"Che fai" ridendo mentre le si stendeva sopra

"discutiamo un pò sul perchè mi hai rimproverato per il piccolo regalo che ho fatto mentre tu eri raggiante per l'orologio... e come devo sentirmi io mettendolo, per i soldi che hai speso dal tuo lavoro... ti avevo detto che erano soldi tuoi e servivano a te, non per forza da mettere per pagare i prestiti. Dovevi comprarti degli abiti se ti servivano, non metterli..."

"Era ciò che volevo" fece lei seria fissandolo negli occhi "e lasciami alzare, devo preparare la cena!"

"Questa sera ho voglia di cambiare, adesso ti spiego io cosa dovremmo cucinare tu e io" abbracciandola  con la testa sul collo di lei, tirandola e rotolando insieme sul letto, ridendo come matti.

Ore dopo. Beatrice era scesa a prendersi una tazza di tè caldo e si era messa a berlo appoggiata allo stipite, osservando Battler dormire soddisfatto. E lo fu anche lei.
< L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni. >





 1999

"Beatrice... la Strega dorata che perseguita Rokkenjima e commette bizzarri omicidi in una cerimonia per resuscitare se stessa voluta da Kinzou. Gran parte della leggenda su una strega sull'isola prende vita, con una sfida incentrata sui suoi scontri con Battler Ushiromiya , che afferma che tutti i suoi omicidi sono possibili con trucchi umani e non per mezzo della magia di Beatrice, in salti tra metamondo e realtà..."

Ange  lesse con fastidio il nuovo libro che parlava della sua famiglia e della ormai famosa strega dorata.

Per anni chiese cosa fosse successo a Rokkenjima, ma alla fine Eva si rifiutò di dirglielo, fino al giorno della sura morte, quando le disse di chiedere ai suoi genitori che erano all'inferno. Morì senza dare risposta e Ange  ereditato tutti i beni di Eva, quindi la possibilità in denaro di fare le sue ricerche. Questo aveva portato l'inizio della sua ricerca della verità su Rokkenjima.

la cosa strana era che nel quarto libro esistevano due linee temporali, una al 1986 e una al 1998. Alla fine della linea temporale del 1998, quindi un anno prima di leggere quel nuovo libro e chiedersi che fare, Ange nel libro saltò giù dall'edificio e scomparve dopo aver visitato l'isola. Per molto tempo, essendo un elemento vivente del mistero che aveva appassionato tutti, la sua scomparsa dalle scene aveva fatto ipotizzare la sua fine. QUindi morta, altro Ushiromyia perduto nell'isola, scatenando le ulteriori illazioni su qualcosa di magico in quel luogo.

Semplicemente invece lei aveva fatto un vaggio di analisi e aveva deciso di vivere la sua vita, in silenzio. Aveva scelto di svolgere molti progetti  ma nel frattempo la storia sui giornali aveva riportato < L'ultima degli Ushiromyia svanisce, mistero di Rokkenjima ghermisce ancora vittime >. Come da titolo dei giornali. E non era servito che qualcuno l'avesse vista e avvisato della falsa notizia, per parecchi lei era ormai morta, viaggiando per tutto il paese.
I lettori di Rokkenjima Times, come molti chiamavano gli speciali che uscivano sul mistero, letteralmente sbavavano alle notizie su... nuove bottiglie. Bottiglie che venivano, si affermava, rinvenute e quindi reali.  Eppure Ange era riuscita ad ottenere delle copie di quei documenti, e si riusciva a studiare gli aspetti calligrafici e si riscontavano le discrepanze di scrittura ed elementi di narrativa. Le persone, anche i cacciatori di streghe amanti del mistero dell'isola, bramavano i reali e quindi i falsi stavano dando cosa il pubblico chiedeva. E lei odiava quei falsi, sebbene avesse deciso di non gettarsi di nuovo in una ricerca spasmodica della verità, qualcosa le pizzicava il cervello nel profondo.
Qualcosa ritrovata in una serie di libri. Scritti in modo troppo accurato. Il molti che avevano conosciuto la dimora di Rokkenjima, affermavano che fosse troppo ben descritta, tutto perfettamente in linea con la realtà, ogni personaggio così preciso nelle descrizioni e anche di più, accenni e riferimenti che suonavano troppo veri nei suoi ricordi o in quelli di altri, per affermare che fosse solo un romanzo nato per il pubblico e per il dio denaro, per lucrare su una tragedia.
Quel quarto libro la dava per morta.
E si faceva accenno a una cosa. Il Grimorio di Maria. Quello che Ange stessa chiamava diario di Maria. Sebbene lei lo conoscesse a memoria, qualcosa era stato scritto nel libro. Come un elemento trovato e diventato parte della storia, sebbene nessuno ne sapesse nulla o aveva avuto modo di metterci le mani sopra. Ricordava ancora le parole del libro che l'avevano lasciata basita, come se qualcuno conoscesse veramente quel tomo.
 < Questo bizzarro taccuino in stile diario descriveva come i membri della famiglia Ushiromiya, inchiodati sull'isola dal tifone, furono coinvolti in una cerimonia per la resurrezione di una strega... e uccisi uno ad uno in modi inspiegabili, eppure tuttavia,  un buon numero di pagine  nel libro erano la chiave per capire  le restanti con la storia dell'isola.Maria era rimasta in vita abbastanza da scrivere le bottiglie o no? Il grimonio era un resoconto di una cerimonia? Il grimorio conteneva incantesimi, cerimonie e la prova fisica vergata di una sorellanza di streghe >.

Questo aveva fatto pensare molto Ange. Quasi nessuno conosceva la sua esistenza e cosa contenesse quell'oggetto. Aveva evitato di mostrarlo, tranne le pagine che le interessavano al  Prof. Ootsuki. Quel professore, noto come un'autorità in materia di folklore occidentale che aveva contattato per chiarimenti. Era famoso per il suo hobby, ricercare la leggenda delle streghe di Rokkenjima come uno dei cacciatori di streghe, streghe veramente presenti nelle prime bottiglie e originali. Ange lo intervistò per saperne di più sul massacro di Rokkenjima poichè egli aveva tutto il materiale che aveva pagato, carissimo, pur di tenerlo tra le dita, compresi i falsi.
Ootsuki le raccontava delle bottiglie dei messaggi vere e falsi, dei studi e trovava strano vedendo anche il diario di Maria, anche se solo due pagine che, anche se < Maria Ushiromiya > era indicata come l'autrice, la calligrafia non corrispondeva affatto alla sua, da materiale fatto analizzare da casa di Rosa.
Ange aveva tirato fuori il grimorio di Maria e osservato una calligrafia,confermata corrispondere a quella delle bottiglie, che sembrava ignota e incomprensibile. Lei stessa aveva fatto analizzare tutte le calligrafie di famiglia, niente. Quel tipo di scrittura era di qualcun altro ma che conosceva Rokkenjima, la dimora principale, la casa degli ospiti e ogni angolo di quel luogo così bene, anche nell'organizzazione del luogo e situazioni che la lasciavano interdetta.
E non solo lei.
Quindi, a causa di una combinazione del boom occulto di quello strano nuovo romanzo fantasy e delle bottiglie che ogni tanto spuntavano, ma venivano subito riconosciute come falsi, e del fatto che la verità era rimasta avvolta nell'oscurità, continuava la leggenda della strega di Rokkenjima.

In quel momento nel suo studio, stringeva tra le mani quel nuovo libro. Autore indicato Lion Yasuda, sconosciuto ai più, era riuscito a restare celato come persona reale e trovabile. Solo la casa editrice affermava di avere informazioni ma non si sbottonava con nessuno.

Osservava dubbiosa la “prima”, “seconda”, “terza” e “quarta di copertina”. La prima e la seconda pagina dette copertina anteriore, indicavano titolo e cover e poi informazioni sull'autore. Ma stranamente niente foto e succinta descrizione che lasciava l'amaro in bocca. Solo quel nome, Lion Yasuda, indicandolo come uomo.
< Grande estimatore di libri e appassionato da credere nella possibilità di dare ai lettori come il sottoscritto, quel che realmente desiderano leggere >. Un rigo del testo della < seconda, > che però diceva più di tutto il resto ma anche niente.
E poi copertina posteriore. La quarta di copertina, la quarta e ultima parte da stampare della copertina di un libro  indicava  il contenuto, una bella sfilza di righe, sul retro, e che descriveva il contenuto del libro stesso.
Era un elemento importante, quali informazioni contenesse.

< Ogni anno, i parenti del facoltoso Kinzo Ushiromiya si riuniscono nell’isola privata di Rokkenjima per discutere sulla spartizione dell’eredità del capofamiglia. La notte del 4 ottobre 1986, però, una tempesta si abbatte sull’isola, interrompendo qualsiasi comunicazione con il mondo esterno e bloccando i residenti. Tra di loro, vi è un misterioso assassino che, di volta in volta, giunge a sterminare i membri della famiglia nei modi più disparati e cruenti e illogici. Il modus operandi del colpevole fa credere che questi agisca con la magia, tanto che la sua identità viene quasi subito attribuita a Beatrice, la Strega Dorata, protagonista del  folclore  di Rokkenjima. Soltanto Battler Ushiromiya non riesce a credere a questa versione, poichè pretende la verità e solo quella, ed è deciso a spiegare i vari omicidi razionalmente per salvare la sua famiglia e giungere al giorno successivo incolumi. Alla fine del secondo giorno, dopo la morte di tutti i suoi parenti, arriva a battersi con la strega stessa. Il ragazzo giunge in un piano metafisico per continuare così  il gioco di Beatrice.
Oltre a intrattenere i giocatori con i suoi giochi di logica, le elucubrazioni mentali e gli espedienti meta-narrativi, questa serie cerca e  riesce a deliziare con la sua eccellente analisi introspettiva dei personaggi e un mistero, che difficilmente i migliori amanti di gialli potranno concludere con un nome. Umano.
Questa storia va oltre il mero giallo, il mero racconto o romanzo come altri.
La storia di Beatrice, Battler e tutti i personaggi diventa così un’elegia dei sentimenti più puri, corrotti dal disturbo mentale, la distorsione della realtà e la dipendenza affettiva. Il tema del vero amore infatti, qui diventa il perno centrale dell’intera serie, l’elemento che  move il sole e l’altre stelle, nonché il mezzo per arrivare alla soluzione del mistero. Che solo Battler potrà rendere vivido e chiaro. Perchè Beatrice torni ad essere una leggenda e nulla più.
O cè davvero quel di più? >

"cè davvero quel di più?" chiese ad alta voce la giovane come disturbata da qualcosa fissando il soffitto sulla sua poltrona, come accasciata sopra di essa.

E poi un elemento seriamente disturbante che le fece venire la pelle d'oca. In una versione deluxe ristampata per la crescente richiesta di questa serie che aveva appassionato, era presente una chicca. Il front del manoscritto originale di pugno dell'autore. Aveva ricevuto Ange così tante telefonate e lettere, dopo che si era scoperto che fosse viva, ma solo poche settimane prima, da quel professore e suoi colleghi del mistero che ne era nauseata.
Ma avevano ragione.
Sebbene in quella prima pagina di ogni manoscritto completo vi fosse l'inizio stesso del romanzo in bella calligrafia, cèra qualcosa di strano. Il titolo dell'opera, con sotto il nome dell'autore e dei righi in piccolo con ciò che doveva essere la pagina del commento dell'autore o saluto, erano tutti in uno stile calligrafico.
Il resto in un altro. Uno stile che le fece  bloccare il respiro. Sembrava di avere tra le mani uno dei messaggi in bottiglia. Ma perchè vi erano due calligrafie?
Quel libro in particolare era uscito poche settimane prima ma ristampato in quei giorni, aveva ottenuto la copia velocemente da prenotazione perchè quel professore fastidioso continuava a dirle "Signorina, mi creda. Sarebbe meglio se lei acquistasse il libro che sta venenendo ristampato e legga le prime pagine".
E così aveva fatto. E come i volumi precedenti deluxe che aveva recuperato, con quella pagina extra del manoscritto a fine di ogni libro, e qualcosa  le era balzata all'occhio.
Era stata per anni e nell'ultimo di più, ad osservare gli incantesimi di Maria per affetto e commemorazione, per cosa volessero dire quelle parole e perchè una bambina li avesse scritti gettandovi tutto i l suo cuore... che aveva impressa di più la sua, di calligrafia, nella mente. ma non da dimenticare l'altra.
ma come disse quell'uomo, il professore, più volte nelle lettere o al telefono se e quando gli rispondeva, sembrava di rivedere qualcosa di familiare.

Tranne titolo, autore e testo dell'autore di apertura del libro, sembrava di leggere, oltre che nel corpo di ogni libro per stile, capacità di resa di cosa raccontava e atmosfera che trasmetteva... una delle bottiglie. Per la mano che l'aveva fatto. Ma perchè due calligrafie?
La casa editrice affermò per placare gli animi, perchè quei cacciatori di s treghe avevano creato un polverone, che era solo un extra speciale per la versione. nuova dell ostesso libro, con una chicca ad imitazione delle bottiglie.
Insomma, un falso. E per renderlo più intrigante era come appariva nelle stampe.
Ma tutto quanto era una coincidenza, o...?

Si alzò e andò alla cassaforte. Aperta, prese il diario di Maria che nei volumi veniva indicato come Grimorio pregno di potere magico, per le parole stesse incise sopra dall'autrice e dalle firme delle streghe che lo riconoscevano come il libro chiave della strega Maria, la Strega delle Origini.
In una sola pagina vi erano tre firme. DI Maria, di Beatrice e della maestra di Beatrice.

Firme vere, reali, tangibili.

E la cosa che la lasciò senza fiato fu il risultato calligrafico. Alcuni documenti in casa di Kumasawa dimostrarono come questa era l'autrice della firma della maestra di Beatrice. Virgilia.
Cosa significava questo? Dava risposte o le duplicava? Cèra qualcosa di spiegabile perchè Kumasawa si firmasse come la protagonista delle storie delle bottiglie originali... accanto all'utore di quei messaggi tra le onde?
Questo le aveva confermate che sicuro le originali erano... tali. Se Kumasawa firmava con la persona che aveva scritto le bottiglie, erano vere.

"Tu mi dirai qualcosa?" fece con astio Ange, fissando la replica del dipinto di Beatrice.
Aveva trovato il pittore originale e aveva commissionato delle copie nuove, in primis una della dimensione di quella che Kinzou teneva nel suo studio privato. perchè voleva un collegamento che fosse legato al passato e si pensava l'innesco di tutto.
Eva nei suoi deliri continuava a dire che la scintilla fu Beatrice. Beatrice era là. Fu Beatrice a far partire tutto...
Osservarla, si era detta, avrebbe spalancato qualcosa che suo nonno desiderava?
Affrontava, Ange, Beatrice. La fissava. Si confrontava con lei occhi negli occhi. Le chiedeva di darle risposte se veramente esisteva.
Di comparirle e mostrarle che le bottiglie raccontavano verità che erano legate al massacro.
A volte Ange si sentiva pazza come suo nonno, nel chiedere ad un ritratto su una donna non meglio definita, risposte che era impossibile riscontrare in altri modi. Quel ritratto aveva qualcosa di magnetico ma non solo. Anche beffardo.

Nei libri di quell'autore viene raccontato il passato nascosto di Kinzou. E di Beatrice e della Beatrice della Kuwadorian. IN una scena, il Genji dei libri affermò che ella fu un fantasma, nata e vissuta celata tra le pieghe delle macchinazioni di Kinzo e la protezione della foresta, non battura da nessuno. Celata al mondo come il mondo fu celato a lei.
Beatrice della Kuwadorian era letteralmente una persona che era sia viva che inesistente. Senza identità, per giunta sua, con un nome che non le apparteneva, e celata in un luogo da fiaba alla mercè di un uomo impazzito per un amore folle. E forse amore  non reale. Ma quella cosa era un elemento che disturbava Ange.
Si faceva riferimento a un avvenimento del passato sepolto a Rokkenjima stessa. La storia di un uomo disperato da una vita che lo aveva svuotato, che avverte una scintilla, un primo amore mai provato e un senso di vita che sembrava perduta, alla vista di una donna che richiamava tutti i suoi canoni e gusti dell'occidente. E di una storia su dell'oro che esulava la magia e le streghe.
E di una risoluzione, un giorno del 1944, in cui un giapponese di quasi mezza età di più di quaranta anni, folgorato da una donna straniera molto più giovane, perde la testa per non perdere una fortuna e una donna che desiderava. Mettendo tarli e insicurezze in tutti avviando una concatenazione di eventi. Tragici.
Una donna di cui non si sapevano realmente i desideri e le intenzioni, ma che a detta dei libri, era finita in una situazione sul filo del rasoio. Un conflitto a fuoco nato per astio e brama, alimentato da Kinzou, che vedeva lui come superstite con tra le braccia una donna italiana rimasta da sola. A causa sua, e con in mano una fortuna immensa e la creazione del titolo di Strega dorata, perchè era sicuro che la donna era una portatrice di fortuna.
Una donna di cui si sapeva poco.
E di cui no nsi sapevano scelte e sentimenti.
E si accennava alla figlia di questa. Del fatto che Beatrice l'italiana fosse morta di parto, lasciando a Kinzou un vuoto che lo portava alla pazzia e una figlia che divenne inesistente per il mondo, ma non agli occhi del padre.
Una figlia rea si essere così identica a sua madre da risvegliare in lui un amore pazzo e ossessionato, mutato in malata.
Si, i libri che aveva letto l'avevano turbata. Quela storia sembrava così pazzesca e irreale eppure si diceva "pensa al rasoio di Occam e decidi tu cosa credere"
Descrivevano suo nonno, non una personcina a modo nella realtà ma... possibile, si chiedeva?
Lei stessa nel suo viaggio di chiarimento aveva scoperto piccole cose. La Kuwadorian ancora presente e piena di oggetti di qualcuno. Una donna.
Cosa restava della vita di qualcuno che guarda caso aveva negli armadi elementi molto simili al ritratto. Oggetti da donna che di sicuro non potevano essere della nonna, poichè fu riscontrata con riscurezza la verità. La donna non sapeva nulla della villa nascosta e non compariva in nessun atto o altro.
Si conosceva la storia della moglie di KInzou che freneticamente quando egli spariva per ore o giorni, correva per tutta la villa urlando di cercare ovunque il marito e l'amante.
Si sapeva già dell'amante bionda dell'uomo. Ma quelle informazioni nei libri, che senso avevano?
E quelle persone a Nijima che parlavano di strani atteggiamenti dei domestici, voci, storie e i viaggi fatti da quell'isola a Rokkenjima decine di anni prima portando oggetti che di sicuro non erano per sua nonna o qualcuno della famiglia. Quindi, qualcuno di nascosto esisteva, gli isolani ne erano sicuri così come i parenti dei domestici anziani e il medico, Nanjo, che confermavano le voci di qualcuno celato dal silenzio nella foresta.

E poi un testo che l'aveva colpita da uno dei libri.

< ...il dipinto di Beatrice non è detto che sia di Beatrice, la figlia sfortunata, ma di Beatrice l'italiana, con lo stesso abito in stile western e da questo ispirato per l'amore di Kinzou per questi film. Donna diversa, e questo coincide con la descrizione delle due donne. L'italiana alleata nei suoi ideali nazi forte e fiera e capace di un'espressione di sfida e sicurezza, eppure sciolta da un sentimento per un uomo se è davvero così, che posasse in una foto, prima del dipinto, con orgoglio e gioia di vivere qualcosa che le andasse bene. Ma che di cui veramente non si può dire. Ella scelse di essere l'amante di Kinzo o fu obbligata?
Mentre Beatrice II è intesa come innocente, dolce, gentile, delicata, seppur con forza e capacità interiori da decidere in pocbhi minuti di lasciare la sua gabbia dorata e scappare con una ragazzina. E che si ribellava come poteva alle attenzioni dell'uomo che chiamava Padre, senza riuscirci. E nonostant questa energia,  non sembrava in linea con la donna del ritratto, un atteggiamento e comportamento anche engli occhi di chi lo osservava. Non sembrava coincidere con qualcuno dolce, gentile, pacato e tutt'altro che arrogante. Anzi sembrava esserlo, in quel ritratto. Sfidante, sicuro, beffardo, quel sorriso. La donna in quel ritratto sembrava emanare qualcosa che chi conosceva Beatrice signora di Kuwadorian di libri, non le attribuiva in toto. Forza d'animo e capacità interiore ma colei che sorrideva forte e spavalda dal ritratto, dimostrava arroganza e sicurezza nella sua vita.
Ma Beatrice l'italiana, quanto felice e in accordo fosse con cosa Kinzou decise per lei? Veramente fu la stessa Beatrice a chiedere a Kinzou di tenerla con sè e vivere insieme? Con dolcezza e speranza da donna innamorata? Aveva trovato un legame forte da finire come sua amante, di un uomo molto più grande, o all'oscuro della verità aveva visto Kinzo come unico sopravvissuto e si  si rassegna ad essa? Lui colpevole ma creduto innocente? Senza la favola d'amore tanto decantata. Cosa nasconde veramente la storia di questa donna e della figlia? Quale vera Beatrice illustra il ritratto? L'amore focoso e folle per l'italiana che cambiò la vita di un perduto dentro che desiderava vivere, o la fanciulla colpevole di essere figlia della donna amata e troppo simile a lei, incapace di sfuggire al destino?
Quale Beatrice egli invocava nelle sue esternazioni di disperazione? Quale sorriso mostra il ritratto, quale donna veramente lui vedeva? >

Più rileggeva quelle parti e più Ange scuoteva la testa. Sembrava che quei libri dicessero qaulcosa da però risolvere e capire.

Ange come aveva sempre fatto dal momento di appendere il ritratto alzò gli occhi verso quel sorriso e quell'espressione, carica di vita e vibrante forza.
Sei arrogante?
Sei spavalda?
Sei sfrontata da sfidare chiunque invoca il tuo nome?
Sei forte e caparbia da non temere cosa era accaduto intorno a te scegliendo la via facile con quell'uomo più anziano?
Gli hai creduto e hai dovuto farti trascinare con lui in una vita da amante che magari no volevi?.
O Fosti tu stessa a invocare il suo aiuto per affetto reciproco, credendo a menzogne?
Lo facesti per amore o per forza, vista le circostanze?
O Sorridi tu, sfortunata Beatrice della Kuwadorian, che perì appena visto per la prima volta l'oceano?
A chi sto chiedendo risposte?
E ancora, sei esistita veramente?

Tornò al libro. Ogni copertina rappresentava una visione del contenuto del libro. La cosa assurda era che nella versione deluxe più che in quella normale come prima stampa, vi era un'illustrazione di qualcuno che raffigurava i personaggi e stranamente Beatrice la strega e suo fratello, con altri personaggi sullo sfondo, erano chiaramente riconoscibili. Non fatti bene, come se qualcuno che disegnava discretamente, avesse abbozzato e poi dato alle stampe quel disegno, ma Beatrice era come la Beatrice appena al muro. E non era uscita da nessuna parte la foto o indicazione del ritratto. Era una cosa rimasta in famiglia.
Eppure ecco là, in copertina, un disegno di qualcuno che mostrava la Beatrice che lei ed Eva avevano tentato di celare come fattezze.
L'abito.
L'acconciatura.
Lo sguardo seppur un disegno chiaramente di un non artista ma era riconoscibile.
Suo fratello e altri della sua famiglia in situazioni che richiamavano il contenuto.

Sebbene le foto di famiglia erano state date alle stampe senza che Eva lo volesse, la cosa assurda era Beatrice.
Era illustrata come se conosciuta fin nel midollo da indovinare colori ed elementi.
No, pensò Ange alla fine, sbattendo il libro in ansia sulla scrivania. NOn posso seguire questa vocina nella testa. SArebbe...


Juuza Amakusa aprì la porta senza bussare e tronfio le fece vedere, muovendolo in aria, un biglietto stretto tra indice e medio. "Ho i dati, sappiamo tutto della casa editrice e come contattarli"

"QUindi tu consigli di..." tentennò lei, guardando di nuovo Beatrice, e lui seguì lo sguardo

"A tuo nonno non giunse mai voce, o risposta. Pensi che lei lo faccia per te? Che ti possa indicare qualcosa?"

" E tu che pensi... dovrei davvero fare come quel professore ha detto più volte? Dovrei contattare la casa editrice e farmi dire qualcosa?"

"Dopo tempo che avevi deciso di smettere di inseguire qualcosa che ti avrebbe solo tormentata... ma se hai colto qualcosa di strano, non vedo perchè tentare un'ultima volta. Un conto sono le bottiglie, non potresti avere risposte da esse anche se originali. Ma hai stilato un elenco di fatti strani individuati nei libri. E che è impossibile che chiunque anche solo per il libro, facendo interviste..."

"...potesse avere queste informazioni o indicare fatti così strani eppure riscontrabili fisicamente a Rokkenjima? Eva aveva fatto bloccare tutto sull'isola da impedire a chiunque di entrarvi, facendo costruire sulla parte rimasta intatta dopo l'esplosione delle costruzioni di osservazione con guardie armate e fatto erigere una saracinesca nel molo di attracco per sottomarini. Aveva lasciato tutto sigillato come l'ultima volta che vi andò. E nessuno, neppure quelle guardie che si danno i l cambio e pagate perchè nessuno giunga  o faccia immersioni per tesori da rivendere... ma nei libri questa persona sa esattamente come era la base segreta. Io l'ho vista, solo con te, senza neppure quelle guardie. Sei venuto con me, abbiamo seguito le descrizioni e appurato cosa Eva aveva tenuto segreto. I corpi impilati con ancora le divise riconoscibili, le stanze, le passerelle, i corridoi segreti sotto la Kuwadorian e che giungevano fino a dove cèra la MAgione della mia famiglia. Tutto corrisponde. Dimmi chi e come poteva saperlo..."

"E chi potrebbe sapere da raccontare se sono morti tutti? I tuoi dubbi hanno senso, capo, ma è chiaro che qualcosa non quadra. Cosè, uno scrittore veggente che ha visto nel loro mondo quel luogo come tutti i sensitivi e gente del genere che ha cercato di contattarti? parliamo di qualcosa del genere?"

"Troppo specifico... perfino la stanza delle munizioni e come sparì il tempio se è vero... è stato appurato che non fu un fulmine ma Eva secondo i documenti che ho trovato, aveva fatto fare una stima da esperti e indicano chiaramente esplosione umana. I resti parlavano di vecchia dinamite o contenuto di bombe. Che significa?.... Che significa...!?!" fece voltandosi verso Beatrice che sorrideva compiaciuta.

"Facciamo un bel viaggetto, un ultimo tentativo giusto per chiarirci le idee... magari si tratta di qualcuno che ha trovato altre bottiglie e le ha tenute per sè...?"

"Questo non spiega comunque una cosa. Anche ammesso che tu abbia ragione, chi era che scriveva quei messaggi da lasciare portare dall'oceano da sapere cosa nascondeva mio nonno, di cui erano all'oscuro tutti ne sono sicura, e... fare questo viaggio, a cosa mi porterà?"

"Metterti il cuore in pace. Per lo meno chiarirai la cosa e non resterai a mangiarti il fegato per il dubbio e la paura di sapere..."

"..."

"che faccio? prenoto un volo privato?"

"... " fissando il pavimento "... prenota, per alcuni giorni..."

"Subito" con un ghigno



"Sotto il Mt. Shirasuna, eh? Questa casa editrice nonostante abbia fatto fortuna, non si muove da qui e resta in questo edificio antico?" fece dubbiosa Ange davanti la sede da dove tutto era partito.

"Se la sentono molto, però, da evitarti e non voler più rispondere con te. E hai deciso offesa di presentarti come ti dissi io"

"Tutta questa reticenza mi puzza, non è possibile che dopo essermi presentata per chi ero e aver chiesto di parlare con l'autore mi dicano più volte fino a non voler più rispondere, che è solo finzione."

"E' vero, quindi che facciamo?"

"Ci presentiamo! vediamo se con me di presenza saranno così sfacciati" con energia, entrando seguita dalla sua guardia del corpo rimasta con lei




SBAM!


Amakusa sbattè con rabbia la porta del direttore da farlo sobbalzare. Era al telefono e la cornetta per lo spavento gli volò viae fece un salto dalla poltrona iper imbottita di pelle da sembrare un gatto spaventato.

"Ch-chi siete... che volete... Kyio!" urlò l'uomo chiamando la segretaria, la quale cercava di sbarrare la strada ad Ange, ma questa la superò senza degnarla di un'occhiata.

"Salve direttore... mi sono permessa di venirla a trovare di persona, vista la poca cortesia mostratami..." disse Ange andando di fronte la scrivania dell'uomo e sedendosi sulle sedie vuote.

"Ma chi... aspetti! lei è la donna al telefono?"

"Io sono Ange Ushiromyia, pensavo di averle detto che..."

"Un attimo! Come ho detto è... tutta finzione, sono romanzi, abbiamo accettato di pubblicarli perchè... calcavano l'onda di qualcosa che la gente ama, vuole una prosecuzione... ammetto che sono la nostra fortuna principale. NOi siamo specializzati in guerra, pubblicazioni storiche e memoriali, in..."

"E siete passati a raccolte di romanzi fantasy che raccontano però di fatti tragici?"

"Signorina! Io stesso quando ho letto quel manoscritto sono rimasto colpito da come era ben scritto, interessante... mi ha calamitato da leggerlo  quando mi è stato presentato alla notte tarda, non ce la facevo a non leggere tutto! Non ho mangiato e dormito funo all'ultima pagina! Capisce che da sue parole, se non accettavamo noi, sarebbe andato..:"

"QUindi lei ha incontrato questo autore, questo Lion Yasuda!" fece Ange sorpresa "Al telefono ha detto che no nsi faceva vedere e ne sentire!"

"Si, è vero. Sembra sia un uomo schivo. L'ho visto solo...Mh, mi faccia ricordare..." fece lui voltandosi verso uno schedario "AH, se non glielo dico lo so che resterà qui in eterno ad assillarmi, vero?"

"Nel caso lei si stancasse, resterei io.." fece Amakusa con un ghigno che fece spaventare l'uomo e tornare a cercare nel cassetto che aveva aperto

"Mh... si!" fece con una sorta di trionfo "ecco la scheda. Dunque, lui è venuto qui di persona due volte, per la firma e la conferma di presenza..."

"conferma di presenza?"

"Mi faccia finire! Non è venuto lui stesso a presentare il manoscritto, ecco perchè ho richiesto la presenza reale dell'autore e dal modo in cui si presentò e mi illustrò quel primo volume, compresi che avevo d'innanzi una persona di cultura, capace, che effettivamente aveva scritto il libro. Si fece carico di molte cose, tra cui la copertina di ogni libro e una chicca, quella di cui mi chiedeva, alla fine dei volumi delle ristampe. La seconda volta non fu l'ultima a che vedo qui.." ricontrollando la scheda "SA, mi annoto ogni cosa, non si sa mai che qualche ricordo non torni! Si, venne una terza volta proprio per le ristampe per la richiesta crescente di copie. E così venne fin qui a chiedere di creare una versione deluxe e con delle particolarità a cui avrebbe provveduto lui. Come ho detto le illustrazioni, anche se non sono di artista ha chiesto, quasi preteso, che vi fossero. E quelle pagine originali prese dal manoscritto. So solo che sono stati creati ad arte per i volumi in ristampa, è ciò che le dissi al telefono"

"Si, ma voglio sapere altro. Cosa mi sta dicendo mi confonde. Innanzitutto che vuol dire che ebbe bisogno della presenza dell'autore?"

"perchè a portarci il volume non fu lo stesso autore, ma un uomo. Un editor, per l'esattezza. Sa, figure che abbiamo anche qui che correggono, controllano..."

"Si, so chi sono"

"Bene. Secondo questo editor, aveva ricevuto per posta quel romanzo ma la casa editrice per cui lavorava non pareva interessata. E questo autore al telefono gli disse che non era il tipo da presentarsi di persona e che gli consigliasse altre case editrici, per il suo lavoro doveva conoscerle. NOn so bene che accordi presero, devono esserci, perchè questo editor giunse da noi con il manoscritto che aveva ricevuto per cercare qualcuno che lo pubblicasse. DOpo averlo letto fino a notte, chiesi cosa dovessi fare per avere un contratto e quell'uomo mi disse che si sarebbe presentato con l'autore, eprchè da solo questi non sarebbe voluto venire. Timidezza, paura o qualcosa del genere. E vedendolo, capisco perchè!" raccontando diventando sempre più cupo

"Nel senso?" chiese Ange sporgendosi verso di lui

"Quell'uomo... aveva tratti delicati, parecchio delicati. Sa, sembrava di avere davanti uno di quegli Idol con i visi particolari e fuori dal comune. Aveva capelli biondi, lunghi, occhi chiari e modi di fare come se... fosse a disagio stare seduto lì, davanti a me. A parte quando mi descriveva con una voce strana, come se cercasse di tenerla bassa, il libro e i suoi ocntenti, parlava sempre quell'editor. QUindi, non so dirle altro.  E' con quell'editor che trattiamo!"

"E non le è sembrato strano?"

"Si, in effetti quell'uomo mi sembrava come... una persona che non stesse molto fuori da casa e..."

"Oltre questo, mi riferivo all'editor. E' questo editor che è venuto da lei con il manoscritto e... le ha proposto questa serie di libri e ha incontrato l'autore vero solo tre volte, ma ha trattato il resto con l'uomo che si è preso in carico la cosa... quante volte le è capitato?"

"Qualche volta ho avuto esperienza di familiari che portavano i lavori dei loro cari. ho avuto un sopravvissuto di guerra bloccato a letto che si è visto pubblicare le sue memorie tramite il figlio che me le ha portate. persone che volevano vedere il lavoro di famigliare deceduti e..."

"Ma questo Yasuda era vivo, stava bene... no?"

"Si, ma come le ho detto non so il motivo per cui sembrava schivo e a disagio a... farsi vedere, parlare, tranne del libro e la storia. In quei momenti sembrava avere una luce negli occhi e una scintilla che mi ha convinto. Ma non so dirle come mai non venne lui. O la spedì apposta da noi. Ho capito solo che era molto... elegante e regale nei modi di fare. SA, come un figlio di buona famiglia, magari non voleva farsi vedere e tiene nascosta la cosa alla famiglia... NOn saprei. Ma con quei guadagni potrebbe benissimo andarsene di casa... ma ripeto, so ben poco. Il referente di tutto, tranne le rare volte che vengono insieme, è quell'uomo. L'editor..."

"E di lui che mi dice?"

"Non lavora per noi, sebbene poi ho appreso quali opere aveva revisionato, accettato, fatto pubblicare. Si chiama... Touma Genji se non ricordo male... Si, è così. Vive in una città vicina ma lavora in un'altra poco distante..."

"Lavora in un'altra città?"

"Si, Lui vive nell'indirizzo che abbiamo, ma lavora nell'altra città, in una casa editrice con altre specializzazioni dalla nostra. Mi sembra strano che non abbiano accettato lì quell'opera ma a quanto pare aveva reputato il manoscritto meritevole da metterci la faccia lui, perchè fosse pubblicato. Dpo aver chiesto informazioni sull'uomo, sa le referenze e capacità, ho deciso di voler incontrare l'autore originale...ed eccoci qui!"

"E se volessi contattare di persona l'autore?"

"...mh" fece l'editore "di norma non dovrei dare affatto dati sensibili..."

"Ange prese il suo documento di identità, le foto dei suoi familiari e alcuni giornali che spiegavano l'accaduto di Rokkenjima, mettendoli sotto il naso dell'editore.

"NOn è per qualcosa contro l'autore. Se teme che possa infastidirmi o altro su questa serie, si sbaglia. Non è per fermarlo, come può vedere da cosa ho portato, io sono l'ultima discendente della famiglia descritta nei libri. HO solo delle domande da fare a quell'uomo. Non farò nulla per intralciare i vostri guadagni, nè altro. Ho bisogno di informazioni da lui, ma è necessario che gli parli"

"EH, capisco ma... capirà che se le dico qualcosa di quell'uomo, ma realmente io non so niente... Vede, io non ho dati dell'autore dei libri"

"Che vuol dire?"

"HO la sua firma e le sue disposizioni per l'opera. Essendo la punta di diamante delle nostre entrate, abbiamo lasciato carta bianca su cosa voelsse fare, ma di fatto non so altro che il suo nome, ho la sua firma e basta... colui che figura realmente nei contratti è quel Touma Genji, capisce? Le avevo detto che era lui l'intermediario. I soldi che mandiamo al signor Yasuda sono su un conto privato di una banca, ma abbiamo solo quello. Tutte le altre comunicazioni, sono verso il signor Genji"

"Capo, questo tizio si chiama Genji, non è..." sussurrandole all'orecchio

"NO" fece lei ad Amakusa "Chi pensi,  si chiamava Genji Ronoue. Genji era il nome... mi scusi, il cognome di quest'uomo è Genji?"

"Si, esatto, Touma il nome, Genji il cognome"

"Quindi non può essere..:" fece Ange riflettendo "e mi può dare almeno informazioni su quest'uomo per incontrarlo?"

"Vo-vorrebbe i dati in nostro possesso? Io..."

"Sono stata chiara. Voglio solo informazioni. Se questo autore non è contrattabile, mi permetta almeno di incontrare questo editor. Le chiedo solo almeno l'indirizzo di casa che ha. Sarò lui a decidere se farmi accomodare o meno..."

"Ma... sarebbe corretto chiamare e avvisarlo..."

"E' necessario?" fece stancamente Ange

"Almeno dire..."

"Facciamo così, lei faccia il numero di telefono e parlerò io. Metta il vivavoce senza parlare, basterà che sia qui ad ascoltare e sapere cosa dico e perchè..."

"E quindi mi giura che nulla farà contro la serie di libri..."

"Lo giuro sul mio nome..." fece Ange alzando una mano per giurare.

Alla fine l'uomo sospirò, controllò la cartella e compose il numero, mettendo in vivavoce, spegnendosi nella poltrona perchè no nsapeva cosa fare. Aveva paura che andando contro alla ragazza davanti alui, che aveva poi scoperto essere molto ricca e facoltosa, potesse nascere qualche screzio da portarla a bloccare i libri vecchi e futuri. E dovette arrendersi.

"Casa Genji, chi parla?" rispose dall'altoparlante una voce di donna cinguettante e contenta

"Oh..." fece Ange come sorpresa "mi scusi, abita lì l'editor Touma Genji?"

"Si, certo, con chi parlo?"

"La contatto dalla casa editrice Chikamiya..." rispose vedendo di fronte a lei, il direttore sudare freddo

"Oh, ma certo!" esplose di felicità la donna come se sapesse tutto e fosse lieta della telefonata "Ma mio marito attualmente è ancora a lavoro, non avete chiamato prima la sua linea?"

"Oh, mi perdoni è che non mi ha risposto nessuno e ho pensato..."

"Davvero non le ha risposto? Strano... di solito a quest'ora è sempre dietro la scrivania,  ma sicuramente ha avuto qualche lavoro interessante. Quando è preso dalla lettura a volte non sente il telefono, forse è per questo... ha ragione, sicuramente si è perso nei suoi pensieri leggendo. Avete qualche notizia o qualcosa non va con le pubblicazioni?"

"..." quindi la donna sa, pensò Ange "Signora, l'abbiamo contattata perchè innanzitutto abbiamo ricevuto parecchie lettere dei fans "disse come giocandosi un terno al lotto mentre il direttore chiudeva gli occhi mogio "e inoltre vorremmo poter parlare con l'autore vero dell'opera, lei sa di cosa parlo, con il signor Lion Yasuda".

"..." Ange e gli altri due udirono come dei respiri affannati e un senso di tensione dall'altro capo del telefono,  finchè non udirono di nuovo la voce, questa volta non felice

"Mi scusi, signorina, ma perchè chiede qui a telefono dell'autore del libro? Il suo direttore sa bene come e perchè contattarlo. NOn capisco..."

"SI, vede io ..." pensando a qualsiasi cosa poi avendo un lampo di genio  "...sono  la mia segretaria,  vorremmo alcune informazioni sui Tea Party che ci ha inoltrato suo marito per conto dell'autore.  Avevamo solo dei dubbi su dove esattamente posizionarli..."

"Non capisco. Era chiaro che quei capitoli speciali di riempimento e spiegazione andavano inseriti alla fine di ogni libro e che i tre inviati erano le anticipazioni per i prossimi libri, solo la parte finale di ogni volume. ma sono..."

La donna continuava a spiegare e Ange ebbe l'impressione che si, la donna sapeva e molto bene. Sembrava conoscere così bene l'opera da sapere esattamente cosa contenevano questi tea party, le mini storie più concentrate per ogni libro con altri particolari ed elementi, e dove andavano posizonati e per quali volumi. infatti elencò i titoli e disse all'editore dove andavano posizionati. La donna conosceva bene il lavoro dell'autore vero e proprio.
Ma non poteva essere il marito, perchè questi si era presentato con un altro uomo.

"Mi perdoni, signora. Il problema è che cè stato un grosso errore. Nostro, ovviamente. Vede, nel modo di conservarli le pagine si sono danneggiate e non è possibile individuare più la sequenza e... sa, adesso le sto parlando dalla mia scrivania "dicendo al direttore di tacere "il direttore è  in ufficio a controllare, e... mi assumo la colpa della situazione. Ho danneggiato per errore mio quelle parti. E vorrei rimediare prima che lui si accorga della cosa. Ma per poterlo fare ho bisogno che incontri se non l'autore, almeno suo marito... così che glieli faccio vedere e mi indica come continua la sequenza, quali pagine seguono le altre... siamo oberati di lavoro e ho commesso l'errore di tenerli qui sulla scrivania e un incidente... se mi permette di venire a casa vostra anche questa sera, a mie spese, potrei rimediare all'errore..."

"Ci sarebbero due soluzioni" disse la donna con voce tesa " potremmo spedirvi un'altra copia oppure mi può leggere le prime righe delle pagine e le posso dire quale pagina successiva segue e..."

Ange rimase un attimo turbata. La donna stava dicendo che bastava leggere le prime righe delle pagine per lei orientarsi,  e sapere bene come sistemare le pagine, in questo modo. Come faceva a conoscere l'opera dell'autore originale, se era suo marito a occuparsi della cosa?

"Signora, ci metteremmo troppo tempo e se il direttore scopre questo grosso errore, sa... passerei grossi guai. ho veramente bisogno di farli vedere a suo marito, il tempo che li sistema o vengo a ritirare uan copia e tutto è risolto. NOn ci metterò troppo! Davvero! Ma devo rimettere questi capitoli extra nel posto dove dovevano essere custoditi!"

"Io... ma dovrebbe venire fin qui, fare dei chilometri fino qui e poi tornare, di sera..."

"Non si preoccupi. Mi assumo la responsabilità di tutto e sono pronta a tutto per sistemare la cosa, ma la prego non dica nulla al direttore. Magari a suo marito, ma non faccia parola dell'accaduto. Almeno finchè non avrò sistemato tutto!" fece Ange spingendo sulla richiesta di aiuto.

"Se è necessario... quando verrà?"

"Questa sera, l'orario che suo suo marito è a casa... posso presentarmi, quindi?"

"Va bene, le prepareremo una copia dei tre documenti per questa sera. Ha bisogno di altro?"

"NO, Signora. Questa sera verrò da voi" chiudendo la chiamata

"La prego, signorina, se i signori Genji dovessero..."

"Me ne prendo la responsabilit come ho detto. Lei non dica nulla, lasci fare a me!" salutandolo e ringraziandolo.



Sera,il tramonto ancora a tingere di arancio sanguigno nuvole, cielo, e cosa raggiungeva ancora.

Ange e la sua guardia del corpo avevano atteso per ore vicino l'indirizzo ricevuto dal direttore, in un angolo appartato sperando di non essere visti da nessuno e  quando una macchina arrivò davanti quella casa, non videro chi fosse. La porta di casa era più rientrata e sebbene questo, fu difficile vedere l'uomo. Aveano visto qualcuno di schiena e male.

"Che facciamo, andiamo?"

"..." riflettendo sulle parole della sua guardia del corpo "... se andassimo adesso..."

"lui è appena entrato, se è davvero quell'uomo. Sarebbe meglio adesso"

Spinta dal ragazzo, Ange si presentò davanti la porta, suonò il campanello, per poi fare dei passi indietro, nervosa. Il ragazzo si sistemò poco dietro di lei.
Ange fece un'espressione seria, sperando di apparire professionale ma tutto in lei cambiò quando la porta fece posto ad una persona.

Con il sorriso e un abitino, era comparsa una figura che l'aveva ossessionata per anni. prima dallec ose che vedeva di nascosto, tra i documenti di Eva, e poi con quel ritratto.
Anche la guardia del corpo emise un verso e la fissò sconcertato.

Una donna identica a Beatrice, con la stessa acconciatura, viso, modo di apparire, era incornicia dalla porta e dopo un attimo in cui sorrideva con un fascio di buste un mano, diventò sorpresa quanto gli ospiti.
Sembrava per Ange di fare un tuffo in un sogno, o una situazione irreale. Qualcuno che aveva ossessionato il nonno, che sembrava essere l'autrice del massacro della sua famiglia, la figura su cui aveva puntato gli occhi e snocciolato domande senza risposta, le apriva la porta per consegnarle quelli che dovevano essere i capitoli indicati nella telefonata.

La donna identica a Beatrice raggelata e con la bocca schiusa dall'incredulità fissando Ange, sussurò "Ange...!" come veramente stupita di cosa le era apparsa d'innanzi.
Questo riscosse la ragazza che fece prontamente aggrottando le sopracciglia "Ci conosciamo?"

"Oh!" fece la donna portandosi le dita della mano che non stringeva le buste , davanti la bocca e come nervosa si guardò intorno prima davanti la casa se qualcuno stesse osservando, poi dietro di lei e infine come a fissarla senza parole, in modo genuino, "AAAHHHH" fece lei scattando di colpo in un urletto di contentezza, facendo sussultare i due ospiti. Era raggiante!

"Entra, non ci credo che sei veramente qui!" lasciando a bocca aperta l'altra.

"Ma... ti conosce?" domandò la guardia del corpo che on aveva capito niente "abbiamo mangiato o bevuto qualcosa di avariato e stiamo volando con la testa, o quella donna che ha aperto sembra il tuo quadro diventato reale?"

"IO..." fece Ange confusa scuotendo la testa, ma vedendo che la donna le faceva cenno di entrare con la mano, con apparente contentezza nel vederla, mise piede in casa

"Tu..."

"Andiamo nel salottino, non ha senso parlare qui, su...non ci credo che sei davvero qui!"

Ange fissò sconcertata la ragazza. Aveva una voce e qualcosa che le sembrava familiare, una dolcezza e come un atteggiamento riverente a lei conosciuto, ed era assurdo che la trattasse come qualcuno atteso con ansia e con quella felicità fuori luogo.
Perchè cèra una Beatrice viva e vegeta in casa dell'uomo che aveva fatto stampare il romanzo di un altro individuo?

"Dimmi, ti offro qualcosa? Quanto resti qui? Se vuoi possiamo ospitarti, abbiamo una stanza degli ospiti, mai utilizzata... Oh, ma lui è con te oppure devo preparare un altro luogo per lui?" fece a raffica la donna in preda all'agitazione ma non di paura, ma di pura gioia.
Quella donna sembrava estasiata dalla visita e pareva conoscerla.

"..." seguendola nel salottino "mi spieghi perchè tu assomigli a Beatrice?" disse d'un colpo Ange appena entrati nel salottino.
Aveva notato come la casa fosse tradizionale giapponese e non molto grande, ma abbastanza per una vita comoda. Non sembrava esserci nessun altro che lei e l'uomo che era entrato.
Si accorse seguendo la donna che lei aveva sussultato con le spalle, camminava avanti ad Ange,  e la vide chiaramente nervosa con le spalle prima alzate epr la sorpresa e poi come cadere in giù. La vide voltarsi ocn un sorriso ma sembrava a disagio.

"per favore, prima accomodati e... quindi eri tu... la donna al telefono questa mattina?"

"Si, perdona il direttore ma con la paura di un blocco o altro alla sua pubblicazione di maggior fortuna..."

"Ho capito..." con un sospiro "avevo capito che qualcosa suonava strano... di solito lo chiamano al lavoro e non qui.... E che la segretaria venisse... ma ne abbiamo parlato dopo che hai telefonato e... abbiamo deciso di vedere la situazione"

"Parli dell'uomo che è entrato poco fa?"

La donna sbattè le ciglia varie volte, sorrise ma come se cercasse di tornare a prima e le chiese di sedersi che portava qualcosa. Era meglio mettersi comodi e tranquilli, bevendo qualcosa.

"NO!" fermandola " non ho bisogno di niente. Voglio solo sapere alcune cose..."

"Ma sarebbe..." fece l'altra voltando lo sguardo verso l'ingresso e la scala "ok... va bene, se è questo che vuoi, meriti di... chiedi pure!" corse a una poltroncina di fronte il divano dove gli altri due si sistemarono. aveva tralasciato la tavola alla sinistra della poltroncina. Ange osservando la casa aveva notato come fosse più occidentale dentro che giapponese, in contrasto con il luogo legato  al passato.

"Innanzitutto, come fa la persona che si chiama Lion Yasuda a sapere cose altrimenti impossibili..." e notò come l'altra balbettava a sentire la frase, boccheggiava e sudava freddo

"E' una storia difficile da raccontare, seriamente..."

"Allora fallo! NOn capisco come sia possibile che seguendo una serie di libri con dettagli troppo precisi e veri... per un mero scrittore... come ha fatto quest'uomo a sapere delle cose che solo io, Eva e e pochissimi..."

"Eva....!" fece la donna, quasi disperata e triste "QUanto mi è dispiaciuto per lei. Avrei davvero voluto dirle... mi dispiace!" facendo alzare le antenne di Ange e la guardia del corpo "ma se... ha sofferto a causa della famiglia. Lei e tu avete... sofferto a causa degli strascichi di..."

Ange fissò la donna,  attenta al discorso,  ma un'ombra comparve attraverso la porta. La donna l'aveva alle sue spalle ma Ange aveva uno scorcio del corridoio che andava all'ingresso e scala. E un'ombra scivolava verso di loro.

"A cosa ti rifersci" incalzò allora tenendo d'occhio quella zona, mentre la donna fissava con evidente dolore il pavimento

"Il passato ha portato solo dolore e disperazione. Se qualcuno dei figli di Kinzou avesse reciso la catena di... Maria cèra riuscita. A modo suo, ma era riuscita a diventare immune a quella traccia di odio, rabbia, rancore, prevaricazione, superiorità e... tutto quello che Kinzou trasmise ai figli, e loro ai loro figli..."

"Parli di mio nonno come se lo consessi... e di Maria. IN quei libri si parlava del grimorio di Maria, ma nessuno sapeva cosa conteneva" vedendola voltarsi a quelle parole, fissando Ange sopresa per poi sciogliere tutto ciò che renedva contrito il suo viso in un sorriso dolce

"Maria... e il suo grimorio... il mezzo, potente e magico, con cui lei scacciava le tenebre che ammantavano la famiglia... quanto dolore...E tu, ed Eva... Lei..."

"Mi dispiace per Eva, ma di sicuro non avevano vissuto cosa hai sopportato tu. Eva era pregna fin nelle ossa di rancore e voglia di supremazia su tutti, per la negazione del nonno di scegliere altri se non il primogenito. Hanno scelto loro la fine che è capitata..."

La donna sussultò, voltandosi di scatto verso la porta, così come Ange e la guardia del corpo. La donna sembrava voler correre da quella voce, come se fosse inchiodata ma con le gambe e braccia volesse raggiungere chi non era ancora comparso.

"E comunque Ange, ritieniti fortunata ad essere stata salvata da uno sterminio nato da vendetta, interessi, rancori e voglia di potere. Perchè questo ha ucciso tutti. NOn importa la scintilla, ma chi la fatto il resto..."

La donna si voltò, con tutto il corpo, guardando il pavimento contrita e come disperata, martoriandosi gli avambracci ocn le mani.

"Per Eva la scintilla era stata Beatrice" facendo eruttare rabbia e dalla donna bionda venne un verso "e... un attimo! Perchè anche tu mi sembri conosciuto?"

L'uomo aveva parlato nascosto dal corridoio. Ange si era accorta che qualcosa solleticava la sua testa. E quell'uomo le stava parlando come se la conoscesse.

"Perchè voi due mi conoscete? Come... chi sei? Fatti vedere!" urlò Ange alzandosi in piedi

La donna bionda deglutì, con timore si volse alla porta finchè la figura dopo un sonoro sospiro non apparve.
Un uomo si stagliò alla porta, con un completo da ufficio, serio eppure come se fosse preoccupato, che faceva ballare gli occhi da Ange alla donna.
E poi Ange rimase di nuovo a bocca aperta.
Eva per ereditare tutto, aveva ottenuto anche vecchi documenti e materiale dove compariva Kinzou. Da giovane. E quell'uomo sembrava la sua copia.
La postura, l'espressione, i capelli che per l'età o altro sembravano schiariti... dal colore naturale.
Quello che ricordava.

"B-Ba-Battler..." fece Ange come se non riuscisse a dire quel nome, gli occhi sbarrati, come in preda ad una confusione fuori logica

La donna bionda in preda all'agitazione, si alzò con uno scatto e andò dall'uomo, che la accolse con un sorriso d'affetto e la strinse a se.

"Scusa, scusa davvero Battler. Pensavo di avere la forza di parlarle ma ... ma io..."

"Tranquilla Beatrice. Va tutto bene. E' normale. Nonostante ci fossimo preparati a questo giorno, non è stato abbastanza, il tempo, per aiutarci in questo..."

"Battler?"

L'uomo alzò mento e occhi dalla donna e li puntò su di lei, e Ange vide suo fratello, più adulto e maturo, con i capelli schiariti e meno arruffati e lunghi, tanto da farlo sembrare la copia del nonno come in quelle vecchie fotografie.

"Perdona Ange. Eravamo sicuri che gettando quegli indizi avresti capito e ci avresti cercato ma... ora che sei qui, ho le viscere attorcigliate e non so cosa dire..."

"Battler..." fece con un soffio Beatrice, guardandolo negli occhi ma stretta ancora a lui "Pensi che..."

"Meglio chiederlo a lei, no?" le sorrise "Ange, ti prego dicci... sei arrabbiata, ci odi, cosa... cos stai provando per ora?"

"Cosa... cosa vuoi che ti dica? Sei veramente tu?" fece lei di rimando facendo qualche passo avanti "Sei veramente tu... e vivo?"

"Si, Ange... SOno veramente io" sorridendole, quasi alle lacrime come non riuscisse a contenersi "quante volte sarei voluto venire da te. All'inizio stavamo venendo a prenderti, per scappare tutti e tre e vivere insieme. Ma trovarono Eva troppo presto, mentre eravamo in viaggio, e abbiamo dovuto evitare che si scoprissero... e abbiamo atteso. pensavamo che Eva si prendesse cura di te con affetto e amore,  anche per... quella cosa che non sapevamo... se ti avrebbe detto... non ne siamo sicuri, per la verità ma..."

"Cos...cosa stai cercando di dire?"

"Innanzitutto voglio che tu sappia una cosa. NOn penso che ne fossi al corrente..." voltandosi verso Beatrice.
Ange si era accorta che quei due si cercavano con gli occhi ma non solo, con le mani, la presenza, tutto... come un bisogno. Il contatto, di qualsiasi tipo, pareva così necessario, bramato, indispensabile, essenziale, fondamentale. Questo le veniva in mente da quando la donna aveva sentito la voce di suo fratello ed era corsa da lui, non prima di aver come fatto dei movimenti come a bloccarsi e contenersi ma senza riuscirci.
E così lui. Aveva sempre, mentre parlavano, cercato il contatto di lei, qualsiasi fosse ma non solo ed esclusivamente per se stesso. si,  come in quell'attimo pareva cercare in lei la forza o la conferma che andasse tutto bene.
Sembravano affamati l'uno della presenza dell'altra, insostituibile, insopprimibile, vitale segno dell'altro al proprio fianco, ancor più importante del respiro stesso.

"... Quando sui giornali venne la notizia che Eva era morta..." continuò lui dopo aver scrutato Beatrice "ho telefonato. NOn per... l'ho fatto di getto, Beato me lo ha lasciato fare e... chiesi , se...  dissi che chiamavo da parte tua per sapere se cèra qualcosa appartenente a tua zia. Da portare via. Che per il brutto rapporto che avevate volevi solo mettere in una scatola tutto e... portarlo via. La donna  mi disse di parlare con l'infermiera che se ne occupava e quello stesso giorno vi parlai. QUando accadde,mi accorsi pareva titubante, come se nascondesse qualcosa e allora le dissi che nel caso, eri pronta a pagare per riavere quelle cose. La donna mi sembrò rianimarsi. le dissi che ovviamente la cosa doveva avvenire in segreto o qualcuno avrebbe scoperto la cosa e sarebbe finita sui giornali. Lo so, agii d'istinto ma... per farlo ho mancato le promesse a Beato, e questo mi dispiace..." disse guardandola, mentre lei commossa gli fece cenno di no con la testa.

"Di cosa parli?" facendo distogliere loro lo sguardo per puntarlo su Ange. Beatrice calò come tutto il discorso gli occhi per terra, addolorata

"Non sapevo come ripagare i miei peccati,  io... Ho peccato, Ange. Quel giorno... stavo controllando la prosecuzione del mio piano. Era tutto secondo... avevo impiegato mesi, tanto tempo per analizzare ogni sfumatura, ogni possibile avvenimento, atteggiamento che... ho fatto soffrire così tante persone..." iniziò a piangere Beatrice,m a Battler con una mano sulla schiena le ripeteva
"sai che non è così, sono loro che hanno portato a tutto, poteva  finire in un altro modo, così come sei rimasta raggelata seduta sul letto, mentre quel primo colpo partiva e gli adulti andavano nel panico, poi l'altro e le cose sono degenerate. Hai stretto i denti, restando non solo ferma ma proprio bloccata dalla paura. progettare è una cosa, viverla e vedere... i risultati, un'altra. E poi chi sappiamo ti ha colpita. Sei rimasta tra cadaveri per del tempo... chi ha commesso più peccati è stato... chi ha pres in mano le armi e si è alimentato dalla voglia di uccidere..."

"Di cosa parlare?" fece Ange, saltando lo sguardo su entrambi, destra e sinistra

"SOno io la Beatrice che ha avviato le sorti di quel giorno. E me ne scuso, io... ti ho tolto l'infanzia, Ange. Ti ho fatto vivere nella disperazione..."

"Beato!! NOn dire sciocchezze. Sono state la situazione e la zia Eva a permettere tutto..."

"Cosa sai di me?" fece di colpo Ange, mentre Battler carezzava la schiena di Beatrice che mugulava di dolore, con le lacrime. battler rispose apatico, facendo accomodare Beatrice e se stesso al tavolo, vicini

"Ho potuto seguirti solo per le notizie che uscivano. E' così che... ho saputo di te ed Eva, del vostro rapporto ma mi sentivo incapace, inutile, di fare qualcosa. Venivo a saper come ti trattava, come vivevi quei momenti con lei e... Se uscivo allo scoperto, Eva poteva... oppure... sono colpevole anche io, Ange, seriamente, della tua vita da sola con lei. Ma avevo giurato a Beato..."

"Non so cosa tu le abbia giurato e si, non sai cosa ho vissuto. MA... ti parlo come Ange adulta, la Ange che comprende, che capisce, che sa... dopo tutti questi anni cosa è accaduto sulle spalle di Eva. Se fossi stata bambina o quando ero ancora al collegio... ma ora so e capisco. Se tu fossi tornato come te, Battler, con il tuo nome, temo che saresti finito come complice di Eva o peggio,  come fautore dello sterminio. NOn poterono far nulla su Eva proprio perchè l'unica tornata viva. Senza prove, senza nessuno che potesse confermare o smentire il poco che disse. Ma se tu... se ti fossi ripresentato,  sareste magari finiti ocme complici, avrebbero pensato che l'avevate orchestrato o, se vedendo Hideyoshi e George morti, lei era una vittima... essendo giovane, il solo rimasto con la sorellina piccola prendendo tutto il patrimonio dei nostri genitori... avresti magari passato la vita cercando di discolparti coem Eva o... peggio!"

"Io non sono tornato anche per Beato. Sono felice che tu abbia compreso, davvero. Quel giorno che stavamo per venire a prenderti, e abbiamo avuto la notizia di Eva... non sapevo che fare. Alla fine abbiamo deciso, avremmo iniziato una nuova vita e... un giorno ti avremmo raggiunta. Avevamo conservato i soldi della banca rimasti, quelli della vendita degli oggetti della nonnina per quel viaggio..."

"di cosa parli?"

"Quando ci siamo salvati, anzi io... ho salvato lei..." guardando con profondo sentimento Beatrice, che ricambiò "abbiamo prelevato dei soldi del suo conto e con quelli ci siamo avventurati in segreto per raggiungerti. Almeno prima della notizia del ritrovamento di Eva..."

"Avete preso... soldi dal suo conto...? IN effetti, mi spieghi tu chi saresti?" domandò Ange sempre più perplessa

Beatrice si agitò, guardò Amakusa con apprensione ma Ange la tranquillizzò. "Tranquilla, lui sa tutto, mi fido e non gli nascondo nulla, puoi raccontare senza paura"

Beatrice guardò Battler, poi facendo un respiro profondo si alzò, inchinandosi "Il mio nome originale è Lion Ushiromyia, figlio di Beatrice della Kuwadorian e Kinzou Ushiromyia. Ma a causa di un incidente prodotto da Natshui, finì in un orfanotrofio con il nome di Sayo Yasuda, lavorando fin da piccola come serva in seno alla famiglia. Mi avrai incontrata molte volte nelle tue visite passate, sotto il nome si Shannon..."

"..." Ange era rimasta raggelata mentre la sua guardia del corpo snocciolava le parole < Lion >, < Yasuda >, < figlio di >,< Shannon > "aspetta, fammi capire. Hai detto che sei Lion Ushiromyia..."

"Adesso ti spiego..." raccontandole il suo passato

"Quindi sei nato come... saresti nostro cugino!?!" domandò con gli occhi stravolti la giovane, fissando suo fratello che accennava dei si con la testa "Ma a causa di zia Natsuhi, hai avuto un incidente che ti ha... mutilato, finendo cresciuta come orfana all'orfanotrofio che gestivamo,  ma poi ripresa da Genji e Kumasawa per tenerti con loro, in  quella che era casa tua infondo..." facendo dei gesti con l'indice seguendo il suo pensiero "così eri conosciuta a tutti come SAyo Yasuda o Shannon, una ragazza, anche se nessuno tranne i servi anziani che ti salvarono sapevano la verità e hai passato tutta la tua vita fino a quel giorno come serva... hai risolto l'epigrafe e hai scoperto tramite la voce del nonno chi eri veramente,  e che ti aveva nominato successore legittimo ma morendo di colpo mentre si felicitava per aver ripulito secondo lui la sua anima... sei rimasto o rimasta però tra noi senza rivelarti perchè non desideravi niente di ciò che avevi ereditato in maniera legittima, ma attendevi solo una persona, se ho capito bene, e... ma quando hai scoperto la verità sulla tua menomazione e hai capito che ciò che desideravi da sempre ti era negata, hai avviato un piano per ripulire il male a Rokkenjima, trasmesso da Kinzou ai suoi figli, morendo subito dopo, così che restassero solo i giusti e meritevoli... noi cugini..."

"Si.. ma come ho detto tutto andò storto perchè... la realtà è ancora peggio della fantasia, delle dissociazioni in cui mi rifugiavo per scappare dalla mia realtà... e così hanno agito in un modo che è sfuggito al mio controllo. Avevo messo in conto che potessero spararsi a vicenda, ma dentro di me quando accadde nacque qualcosa... mi raggerlai, restai come pietrificata finchè... una persona non mi sparò..."

"Si, questo l'ho capito, ma quindi.. tu sei figlio della Beatrice della Kuwadorian, a sua volta figlia di quella Beatrice, l'italiana, e che in entrambi i casi il padre era... mio nonno? E' per questo che sei così identico a Beatrice? perchè suo nipote e figlio? E anche... nostro, cugino?"

"Si, è così. Il mio aspetto oltre che per discendenza è dato anche da quell'incidente lasciandomi caratteri più femminili..."

"E il nome dell'autore, quel Lion Yasuda..."

"Si, vero..." fece lei alzando le braccia per sciogliere l'acconciatura finchè le trecce e la coda che iniziava la stessa,  non scesero in onde lunghe e corpose. con quell'elastico, si legò i capelli in una coda bassa, lasciando i capelli che scendevano sul petto i soli caduti, dando una scrollata alla frangia per scompigliarla un pò. "Senza trucco e con abbigliamenti maschili, cercando di parlare a voce profonda posso farmi passare per un uomo effeminato, come è avvenuto. Ho recitato la parte dell'uomo schivo e refrattario alle persone e l'apparire in pubblico..."

"Hai visto? QUindi era questo il tizio di cui parlava quell'uomo? E' lui... lei, l'autore che cercavamo? per questo conosceva così bene al telefono..." fece Amakusa così stupito da fissarlo come se avesse visto un qualcosa si alieno

"Shannon... tu sei Shannon , morta della lista delle vittime... ma non avevi i capelli castani?" fece Ange sopra il ragazzo

"Io... avevo creato altre personalità, da piccolo per sfuggire a ciò che ero, un pò imbranato, con la testa fra le nuvole, non proprio portato per il ruolo di serva, ma avevo solo quello.... creai una persona migliore in tutto, che... e l'ho impersonata. Abbigliandomi di conseguenza e per la lista... io ero anche Kanon" stupendo di più i due " La signora Natshui mi diede il nome da lavoro di Shannon e con quello era conosciuta e... con tale nome io esistevo a Rokkenjima..."

"QUindi per tutto il tempo tu eri qualcun altro...  e il fatto della banca?"

"Avevo un conto intestato a me e a Genji, l'uomo che mi aveva salvato, protetto, cresciuto con Kumasawa. Senza che... il padrone, cioè KInzo, mio padre... lo sapesse. Kimasawa per me fu come una madre, veramente e nel profondo "portandosi le mani al petto, un sorriso che richiamava ricordi e affetto "la figura apice tra coloro che sentivo vicino, poi vi era Genji, i miei cugini che ancora non... sapevo lo fossero,  e poi i miei personaggi immaginari, che mi furono amici e supporto in quegli anni..."

"Kumasawa... ho scoperto che la sua calligrafia è presente nel diario di Maria come però la strega Virgilia"

"AH, si..." altro sorriso di ricordi "ALl'inizio volli aiutare Maria nella sua, di solitudine e sofferenza. All'epoca non sapevo dell'aspetto di Beatrice, quindi apparivo come me, senza la parrucca di Shannon, con un abito che avevo ideato per la mia, di Beatrice, la strega dorata. Passavamo le ore o i giorni, in base a quanto durassero le riunioni tra gli adulti, a parlare, ridere, scherzare, mangiare insieme tutte le cose buone che Kumasawa ci preparava...avevamo due luoghi dove eravamo un pò felici perchè insieme. Lei è stata... la prima umana ad essere mia amica. Ma dopo aver risolto l'epitaffio, scoperta la mia condizione, mi sono... incupita. E ho iniziare ad odiare. Anche per una ... promessa non mantenuta, di fatto prendendomi in giro...!"

"..." Battler si agitò tantissimo sulla sedia, con le labbra ad una linea, fissando il tavolo

"... per questo voglio chiederti perdono, Ange..." fece inchinandosi "innanzitutto per cosa hai visto nel grimorio di Maria. Le formule, pagina piene di disegni e testi, e le... firme delle streghe, erano un modo per darle conforto e considerazione da chi sapeva cosa fosse la solitudine e certe condizioni di vita... ma ho peccato con Maria. Ho deciso presa dalla rabbia di includerla nel piano, ma non sarebbe mai dovuto finire a quel modo... doveva solo essere la messaggera della Strega e poi restare al sicuro, mentre gli adulti sceglievano cosa fare dopo aver risolto l'epitaffio.Se lo avessero... Avevo predisposto molti piani in base a cosa avrebbero fatto, se fossero riusciti a giungere alla camera dell'oro o meno, e solo loro e io saremmo finiti..." incupendosi quasi alle lacrime "ma dopo quello sparo, mi svegliai con una ferita e in una camera pregna di sangue e morti. E poi... vidi i miei cugini, il caro George..." piangendo lacrime pesanti e cariche del suo dolore, facendo alzare Battler per stringerla da dietro "quell'uomo era stato così affettuoso con me, so... so che no n avrebbe accettato la mia condizione, una... una non donna o una donna difettosa... io sono cresciuta consapevole per chi mi stava intorno che fossi una femmina! Ma quando capii che non ero ciò che credevo, ho deciso di fermare il male di Rokkenjima, di quella famiglia per purificare le vite dei miei cugini... "

"E Kumasawa firmando il diario di Maria..."

"Oh, Kumasawa..." fece tra i singhiozzi, tra un pianto e un sorriso di rimorso "quella donna era così importante per me, anche per un pò odiai anche loro per avermi tenuto tutto nascosto, per avetemi fatta crescere in una falsa consapevolezza per poi dirmi, adulta, ciò che non ero... ma non la odiai veramente, così come Genji. COme hai detto tu, da adulti si comprendono molte cose. Come adulta, metabolizzai tutto. Presto, su di loro. Quell'uomo mi aveva tenuta lontano dal pericolo che era Kinzou per me, proteggendomi, mandandomi a scuola con Jessica metnre gli altri non l o facevano, dandomi un lavoro in casa mia, perchè restassi là dove per lui dovevo stare... ed è per lui che quel giorno alla banca, per ciò che aveva detto e che lo conoscevano, che ottenni quel denaro. Non so come mai non si seppe nulla del mio... del ritirare i soldi ma... se non fosse stato per lui..." portandosi le mani sul viso piangendo, finchè non si calmò un pò "E Kumasawa, era così affettuosa, gentile, complice, mi chiamava piccola principessa, mi supportava sempre e trovava trucchi e soluzioni a tutto, perchè tornassi a sorridere. Se per la mia goffaggine combinavo qualche pasticcio,  lei era pronta ad entrare in azione per sviare le cose, coprirmi, per... e lo era anche con Maria. All'inziio con me recitò la parte della strega delle leggende, io come Beatrice e lei come la mia Maestra e insieme disegnammo le nostre particolarità, dagli abiti alle acconciature. Giocammo con un Sakutarou reso reale e.. lei era così felice di tornare a Rokkenjima ma... nei miei piani poi, diventò un elemento di introduzione all'ultima e definitiva versione della mia Beatrice. Dopo aver visto due anni prima il vero aspetto di Beatrice nel cuore di Kinzou,  e aver capito che io potevo tranquillamente raggiungere la somiglianza da... Kumasawa si prestò al gioco con affetto e divertimento, ma come ho detto, Ange, fu solo per la povera e piccola Maria. Assistevo a come Rosa la trattava e cosa le faceva, Maria stessa mi raccontava delle notti e dei giorni da sola in quella casa, delle faccende anche all'esterno che faceva da sola... volevo solo portarle un pizzico di Terra dorata finchè potevo... lei e gli altri dovevano... restare..." ma non finì la frase. La cupezza, i singhiozzi l'assalirono.

"Volevi davvero uccidere tutti gli adulti?" fece Ange senza mostrare alcun timbro o elemento per capire se fosse adirata, offesa o qualsiasi cosa avesse maturato dentro da quel racconto

"Si... e mi sentii così in colpa finchè... non mettemmo mano al diario di Eva..."

"Eva aveva un diario..:" fece Ange riflettendo

"Ange" si intromise Battler "io non intenzione, a meno che tu non voglia,  sicura e pronta a qualsiasi verità vi sia dentro, di fartelo leggere. E' stata... un'odissea poterlo avere. Quella donna voleva vendere ciò che era di Eva fino all'ultimo istante,  che tu non avevi voluto o pensato di prendere. Da come rispondeva compresi chiaramente che nascondeva qualcosa e così le dissi che tu volevi rientrare in possesso di ciò che aveva lei da parte, anche pagandola e ... quando mi accorsi dalla sua voce che pareva tentata di guadagnarci ho... gettato una cifra, di getto! Beatrice al mio fianco che mi ascoltava non mi fermò ne altro, ma quando quella donna sentì' quanto offrivo... dopo la chiamata avevamo un accordo e un luogo dove incontrarci. le dissi che per sicurezza di entrambi ci saremmo incontrati in una città vicina, quella da cui hai chiamato e dove risiede quella casa editrice che ha pubblicato i nostri libri. Fu in quell'occasione che vidi quel luogo e..."

"Cosa contiene quel diario?"

"..." stringendo i denti "per una parte conferma la storia di Beatrice, quindi puoi star sicura. E' tutto vero... l'altra parte racconta cosa accadde da quando colpirono Beatrice e lei perse i sensi e... fino a qaundo non tornò da te.... Però, seriamente Ange..."

"VOglio leggerlo!" fece perentoria la ragazza facendo sussultare Beatrice e Battler

"Ange... voglio prima dirti una cosa..."

"Va bene, ma sono seria. Come ha detto anche Lion, scusa, Beatrice... siamo adulte da comprendere dopo un momento nero. Certo lei ha architettato un piano... ma come è esplosa l'isola?"

"Oh, non cèro arrivata. Kinzou teneva alcune sezioni di esplosivo collegate a un orologio a pendolo nella stanza dell'oro. Lo aveva fatto per... sue fissazioni. Genji mi disse che lo utilizzava come metro di... "

"Un orologio collegato ad... armamenti?"

"Si, la base segreta..."

"Si, la conosco. L'abbiamo visitata più volte" indicando la sua guardia del corpo" e qualche pezzo lo abbiamo venduto, solo qualcosa e che era un doppione diciamo, per investirli in un... progetto! E da quel progetto ho ottenuto, su sua idea, piùfortuna..:"

"A cosa ti riferisci?" chiese stranito Battler

"Tu non hai idea, fratellone, di ciò che avvolge Rokkenjima in fondo al mare, per cosa era prima e dopo gli Ushiromyia! Oggetti, resti vari, perfino mezzi delle due gruerre e... si, abbiamo trovato anche qualche lingotto. Un pò ammaccato  o divelto, ma era volato via! Il sottomarino italiano non hai idea dove era, nella zona più interna del molo di attracco affondato. si era un pò girato e quindi l'albero era risultato sotto il livello dell'acqua e se non si vedeva bene... era sparito!"

"Era ancora lì? non me ne sono mai accorta...!" fece con stupore Beatrice, constatando che lei aveva sempre utilizzato la sezione di attracco dove aveva tenuto anche la barca presa con battler, non aveva guardato più in fondo dove terminava il canale di avvicinamento.

"Già, tu sembri conoscere molto bene quel luogo. Lo descrivi così bene che per noi è stato facile,  seguendo il libro,  orientarci solo la prima volta..."

"Si... vero! Dovevo sapere! Dovevo vedere e... ho bazzicato varie volte dalla morte di Kinzou a quel giorno, per prendere gli esplosivi per le prove..."

"...le prove?" la fissò Ange

"hai presente il vecchio santuario... sai quello scomparso" fece Battler intromettendosi, ma dicendolo come una cosa ovvia con un pizzo di risata "Ecco, è volato via per le prove di Beatrice per testare la potenza degli esplosivi,  che il nonno conservava là sotto. E lei ha usato solo una parte infinitesimale... puoi capire perchè ora l'isola è così con tutto ciò che aveva. Si è salvato guarda caso tutto ciò che era collegato al passato..."

"Quel... tempio non esiste più perchè.... lo ha fatto saltare?" disse con un fischio Amakusa come impressionato

"... tornando al diario di Eva" fece Beatrice a disagio "Vorremmo che tu non lo leggessi, sia perchè ci è costato molto e..."

"perchè ogni volta che parlate di questo diario, sembrate aver male alla pancia?" fece Ange rivedendo la loro espressione, e Battler chiuse gli occhi e sospirò.

"Vedi.. come ti ho detto abbiamo iniziato da zero. Beatrice aveva preso di corsa i soldi disponibili in banca e ... la prima cosa che desiderai dare ad entrambi era un luogo sicuro, nostro, senza la paura di dover restare per strada. Due parti della somma andarono in questa casa! Il resto, già quasi dimezzato per il viaggio, lo conservammo. Andammo avanti solo con i miei lavori temporanei, dove mi pagavo più di altri, finchè non venni assunto come editor. Anche se pesante, è un lavoro che non vorrei lasciare! Ma la paga ci bastava per arrivare alla fine del mese e vivere uno o due giorni meglio di tutti gli altri , ocme fossero una festa "sorridendo con cuore a Beatrice che ricambiò, come persi in qualche ricordo "Ma non avevo altro per... una signora, la padrona di una pensione in cui ci fermammo all'inizio... è un pò assurda, ma è stata gentile e amichevole e ci ha donato pezzi da collezione di valore del marito deceduto,  e con quelli abbiam potuto acquistare la macchina e...a tlre cose" con un ghigno di intesa con la compagna che sorrise ma arrossendo "E con il resto, avremmo fatto quel viaggio per venire da te appena maggiorenne. Eva morì mentre noi decidevamo che fare e feci quella telefonata per avere qualcosa con cui avvicinarti... all'niizio seguì l'idea di Beato, ossia scrivere, far rivivere la Strega dorata Beatrice facendo in modo che da sua mente e mano, scorressero di nuovo le storie delle bottiglie, ma originali... è stato un bel viaggio il nostro" ghignò Battler alla compagna ormai di vita,  che passato il rossore rise divertita "ma parlando con quell'infermiera, scoprendo che voleva vendere il diario della zia, io... per avere la somma che per un momento di slancio offrì... abbiamo chiesto un prestito a una banca. Anni fa era possibile cominciare senza documenti e senza troppe domande e adesso abbiamo documenti reali, rilasciati e in regola,  con i nomi e date che abbiamo creato noi... ma questo prestito ci ha preso quasi tutto. per onorarlo finora abbiamo intaccato la somma conservata dal viaggio, le entrate dei libri che entrano e vanno per risarcirlo. Siamo tornati in ristrettezze come all'inizio, perchè con le uscite e tutto, ci siamo ritrovati ad aver quasi finito quanto ottenuto da quelle vendite e tra qualche settimana temo che toccheremo i soldi rimasti dalla banca e dei libri... "

"Battler, andrà bene. Se sarà necessario venderò gli abiti da Beatrice e..." con impeto e preoccupazione verso Battler ma Ange si sporse verso di loro

"i... vestiti da Beatrice?"

"..." li vuoi vedere?" fece con un sorriso Beato e prima della risposta corse al piano di sopra mentre Battler rideva di gusto, affermando che quando si trattava di quei vestiti lei impazziva.
Beatrice tornò con in mano tre indumenti protetti da involucri di plastica e tenuti da grucce. Li appese in un angolo,  uno vicino ad un altro,  ed erano l'abito ocn cui era giunta a Nijima con Battler, il secondo una copia perfetta nuova e intonsa rispetto quello danneggiato e rovinato dell'originale e uno identico ma in bianco e argento.

"Hai... questi vestiti?" fece sconvolta Ange

"Io... non riesco a lasciarli andare. Uno era l'originale di mia madre... quel giorno lo ottenni dopo avere risolto l'epitaffio e utilizzai per... apparire come la strega! L'altro l'ho fatto fare per... mio capriccio. Fu prima del prestito per il diario di Eva, quando avevamo abbastanza  soldi da avere piccoli capricci, in verità questo l'ho pagato poco perchè... quelle donne che mi fecero questo "indicando quello bianco" lo portarono completato nonostante avessi pagato solo le stoffe,  come ulteriore dono di nozze, erpchè avevo espresso il desiderio di rivederlo come nuovo e... quella sera mi portarono questo!" con una foga esagitata e contenta

"nozze..." fece la guardia del corpo per poi vedere solo in quel momento gli anelli e fare una faccia strana "AH, non lo avevo capito. VOi..." puntandoli con l'indice varie volte mentre Ange alzava gli occhi al cielo

"Se ci sarà bisogno sono pronta a venderli, se necessario, non aver paura, ce la faremo. Tranne a collanina che mi ha regalato, e l'anello..." snocciolandoli ricordandoseli piano piano "non avere paura" guardando seria il marito

"Scusate" fece Ange stranita guardando entrambi voltando la testa più volte verso ognuno "avete fatto o meglio, richiesto un prestito per avere il diario di Eva... e vi siete indebitati talmente tanto da avere grossi problemi economici?"

"In realtà stiamo pagando il secondo. Io ho detto uno ma... sono due i prestiti, ecco perchè siamo quasi prosciugati, i libri ci hanno salvati da perdere tutto ma sono finiti in entrambi i prestiti... dovevo farlo. per te. Per me. Per Beatrice, che non seppe certi elementi s enon leggendolo... conoscevo due terzi della storia da Beatrice, ma quella parte quando lei svenne... dovevo custodirlo anche per te..."

"siete nei guai, in ristrettezze gravi per.. aver voluto proteggermi?" fece scioccata Ange, sorpresa e mostrando anche dispiacere.

"Sono pronto a dartelo solo il giorno che sarai sicura di essere forte,  e capace abbastanza da accettare cosa contiene" disse veloce Battler serio

"..." abbassando lo sguardo "... sono pronta! So che sono pronta, non cè più nulla che mi soreprende dopo... avervi ritrovato... e avervi ascoltato... e mi fa male che abbiate avuto così tanti problemi da accontentarvi del poco che... avete stretto i denti per causa mia..."

"Non è per causa tua, ma per te ho deciso di fare questa pazzia così che... se ci avessi trovato per l'idea di Beatrice di risvegliare la strega e... come è accaduto " con un bel sorriso alla sorella "ma avrei avuto,  nel caso non fosse accaduto,  una scusa per avvicinarti. Avrei detto per telefono sperando non mi riconoscessi che... avevo qualcosa della zia e poi... mi sarei palesato a te! Ma non immaginavo che i sacrifici fatti per ottenerlo, oltre a giovare quell'infermiera, avrebbero... rivelato qualcosa di così prezioso e importante da sapere, anche s efa male... ho capito con Beatrice al mio fianco che saperlo era meglio per me per varie cose... la cifra spesa vale tanto oro quanto pesa, Ange. Abbiamo anche alcuni effetti personali di Eva che quella donna aveva tenuto..."

"ma Battler, non l'hai denunciata?" fece Ange con tono aspro e rabbioso

"Come potevo, anche se volessi farlo, Ange? NOn avevmo ancora i documetni in regola e non abbiamo avuto problemi ad averli solo perchè qui in questil uoghi non sono fiscali e sono arretrati. Se l'avessi denunciata avrei dovuto spiegare molte cose e la polizia avrebbe controllato me e Beato. E... non volevo si sapesse qualcosa che attirasse lepersone da voler quell'oggetto... l'ho fatto per tutti noi, Ange. Non abbiamo avuto problemi a constatare, io e Beato, che quell'oggetto aveva davvero il valore che io per caso vi avevo dato senza vederlo  oaltro. Quel giorno io e lei, con la somma in uno zainetto come all'inizio "ridendo alla compagna " ci separammo. Io attesi dove avevo indicato alla donna e questa arrivò, mise sul tavolino tutto e mi disse che sperava non fosse una trappola ma era giunta fin là perchè si era fidata. Il diario era chiuso e le condizioni per farle avere la somma erano... che si aprisse il diario davanti a me e solo così, e che io leggessi qualcosa per confermare la vendita. Avevo una valigetta per far credere che fossero là dentro e dopo che rompemmo insieme quel lucchetto ed ebbi... letto... ho capito subito che era vero, i lsuo... corrispondeva a quanto Beatrice aveva raccontato, quindi non era falso. nessuno, neanche i falsari delle bottiglie, potevano inventarsi la storia al punto da coincidere con quella di Beatrice senz aonbra di dubbio... Chissà, un giorno po tremmo anche far qualcosa senza farci scoprire... ma ho preferito quel giorno, dopo aver comprendo che fosse autentico, acquistarlo. Quindi Beatrice vedendo un mio gesto concordato si è avvicinata ed ha portato la somma ricevuta dal prestito, il primo, e siamo tornati a casa... con i soldi dei libri abbiamo estinto il primo, perdendo tutto, e stiamo cercando di terminare il secondo. La cosa assurda sai qualè? Che ho fatto in banche di città diverse un prestito mettendo la stessa garanzia... qui vanno lenti e tranquilli..."

"Ma per fare quel prestito cosa avete messo come garanzia?" fece Amakusa "la macchina?"

Battler e Beatrice si incupirono.

"Da sola non bastava. Dovevamo fare una scelta, o avere il prestito oppure mettere la casa come garanzia più la macchina, e... per ora stiamo cercando di risolvere..."

"Fammi leggere quel diario!" fece perentoria Ange con le braccia ancora incrociate

"No, Ange... ti prego..." fece Beatrice supplicandola, triste

"lasciate decidere a me! Se non so, non posso digerire e accettare... datemelo..."

Beatrice dopo un cenno di Battler andò a prendere il diario e glielo consegnarono. Lei si alzò dal divanetto su cui era e si avvicinò alla tavola su cui era prima il fratello e la compagna e si sistemò sulla sedia dal suo lato, con la sua guardia del corpo che scrutava in piedi da sopra la sua spalla il diario aperto.

"Se sei davvero pronta, ti lasceremo leggere tranquilla... chiamaci quando hai finito..." fece come rassegnato Battler, quando si voltò in cerca di Beatrice, questa era uscita e faceva un cerchio nervoso all'entrata vicino le scale. La raggiunse.

Ange alzò gli occhi dalle prime pagine zeppe del racconto del giorno della tragedia. Aveva appreso che la lettera che Maria lesse come descritto dalle bottiglie era vera, che l'agitazione degli adulti e il panico erano serpeggiati portandoli a riunioni extra. Eva raccontava tutto ciò che aveva visto e assistito fino al raggiungimento della stanza dell'oro, come ci erano arrivati e di come sembravano compatti nel proseguire con l'epitaffio.
Quando Ange,  scorrendo pagine su pagine,  raggiunse il momento in cui Eva descriveva la stanza e la donna in abito lungo che le era apparsa, identica al ritratto da sembrare irreale in quel luogo altrettanto particolare... la ragazza aveva alzato il viso, sia per staccarsi un attimo da quella storia, leggendo di astio della zia con tutta la famiglia, cosa pensava di ognuno di loro, e per i usoi genitori... e vide qualcosa.

Dalla posizione in cui si trovava, vedeva Battler e Beatrice vicino le scale.

Parlavano ma nulla giungeva a lei, quindi stavano sussurrando. E sembrava a lei, vedendoli da fuori, come in un atteggiamento conosciuto, usuale, normale. Come una dimensione loro, non visti.

Sussurri i loro, occhi negli occhi, voci basse e calme, in contrasto con le espressione di lei, battler lo vedeva di tre quarti da dietro. E mentre parlavano silenziosamente,  si muovevano con gesti basilari e delicati che denotavano complicità, intimità, affetto reciproco.
Si scambiarono frettolosi, come a dare sostegno o conferma, qualche bacio veloce, impacciati  mentre un discorso snocciolato veniva frapposto a baci.
Si erano costruiti in quel periodo, insieme, e in quel momento erano loro e cosa dicevano ad affrontare qualcosa,  dita tra dita. Battler stringeva le sue dita fa quelle di Beatrice mentre con l'altra le carezzava varie parti del viso.
Ange era rimasta per un pezzo a fissarli come persa nei pensieri ma intenta a capire. Stava guardando un fratello che non immaginava di scorgere in quel modo, in tal situazioni. Sembrava preso e proiettato su di lei.
Baciava Beatrice sfiorandole appena le labbra e soffermandosi a parlare sulla sua bocca, mentre lei era braccia conserte con la schiena contro il muro, alla sua destra la scala. Sembrava che Beatrice nonostante cosa Battler faceva, fosse tesa e preoccupata. E nonostante questo dopo un pò con lo sguardo lontano dal compagno, lo aveva fissato di nuovo negli occhi per poi gettarsi contro di lui. DApprima gli aveva portato le mani intorno alla vita, poi dopo qualcosa detta da Battler lei aveva scosso la testa come in negazione,  e aveva portato le mani sulle scapole del compagno, che la contraccambiava.
Quell'abbraccio si era fatto più stretto, come un bisogno, più tenero e sempre più sentito. Battler la stringeva forte ma Beatrice muoveva le mani in modo compulsivo sulla sua schiena, finchè Ange non capì che stava dicendo qualcosa,  quando questa alzò un pò la testa da dove era poggiata.

Ange tornò alla lettura. Aveva spiato un momento intimo di qualcuno che pensava di essere solo. Che mostrava il suo cuore senza spettatori.
E poi completò dopo un paio d'ore, quel lungo racconto, leggendo anche di se stessa e quegli anni.
Di cosa Eva aveva fatto o non fatto, deciso o lasciato perdere. Come la vedeva e cosa volesse vedere ma era stata incapace.
Con dolore, si accorse che un anno prima odiava con tutto il cuore quella donna fredda e cattiva, divenuta pazza giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ma invece soffriva un peso e una disperazione incalcolabili e incomprensibili senza avere tra le mani il suo cuore, e sapere.
Battler aveva detto che in quei libri scritti con Beatrice aveva messo il loro, di cuore. E in quello che lei aveva davanti, aperto sulle ultime pagine, avea il suo,  della zia,  che credeva negativa e da odiare.
Ma Eva aveva preferito sobbarcarsi anche l'odio di una bambina considerata in un certo modo di genitori,  per tenerla al sicuro e salvarla. Per proteggerla. E scansarle anche quel dramma n ella sua vita.
Comprendere Eva molto dopo aveva dato i suoi frutti. Era riuscita ad immagazzinare la verità, prenderla e farla propria senza andare fuori di testa o comportarsi come avrebbe fatto anni prima.
Suo fratello aveva dovuto mettere la sua casa e macchina e pure la sua vita, e rischiare tutto perchè quell'oggetto non finisse in mani altrui, e scoprendolo per caso, mentre lei non si era curata di Eva neanche da morta, aveva fatto fare tutto a chi di dovere. Se fosse rimasta in quella stanza quando era necessario, avrebbe trovato quel diario...


No, si disse. NOn avrebbe avuto lo stesso impatto e ancora di più, non sarebbe andato come era in quel momento.
Certe cose andavano meglio proprio se andavano da sole. COme fece suo fratello, non affrettando ma sperando e lanciando messaggi, augurandosi che quei messaggi alla Beatrice giungess e ro , come il momento giusto.

Tornò a guardare verso suo fratello e li vide, non sentì perchè di nuovo perfino le voci erano lievi in quell'intimità e dopo l'agitazione di prima,. NOn si erano mossi, aveva creduto che fossero in cucina visto che alcune volte Amakusa vi era andato per guardare la casa per una conferma. Beatrice gli sorrideva, stringendosi tra loro in un amorevole dondolio,  come affamati l'uno e desiderosi di riunirsi dopo momenti di angoscia e nervosismo.

"Come ti senti" fece Amakusa gentilmente sempre alle sue spalle, dopo aver letto anche lui il contenuto.

"Va tutto bene. E credo che sia per la presenza di mio fratello, cosa ha fatto e... perchè non volesse che lo avessi,  finchè non fossi stata pronta. Adesso... sono davvero pronta a lasciare il passato alle spalle e andare avanti senza pesi e ... il passato sarà solo qualcosa che farà parte di noi senza opprimerci come prima... lo sento..." osservando l'ultima pagina velata della scrittura di sua zia "per favore chiamali" e lui eseguì.

"SOno giunta alla conclusione che la nostra famiglia debba fare come... voleva Beatrice".

Battler e Beatrice si guardarono stupiti.

"lei desiderava sradicare ciò che aveva distrutto lei, Maria... e tutto il resto. E' stata pronta, dal mio punto di vista, anche per ciò che sentiva di non perdere perchè non poteva averlo, senza danneggiare i giovani. Coloro che erano attorniati da adulti che erano la continuazione in varie forme di Kinzou stesso, come se lui avesse instillato nel dna loro parti di se stesso, facendoli emergere in ciò che sappiamo. E mia madre... ha peggiorato quel cancro. " fermandosi qualche attimo "è assurdo che voi due subiate per me la perdita di cosa avete.Vi siete sobbarcati due prestiti, uno estinto in pochi mesi per i soldi dei libri, ma siete rimasti in rosso con dei soldi da parte per vivere voi o venire da me, mentre il secondo vi rodeva tutto... Pagherò io ogni cosa, rimborserò qualsiasi cosa e visto che... da cosa avete detto, speravi di regalare delle operazioni a Beatrice, voglio festeggiare questa riunione, per averti trovati, con questo dono. Voglio..."

"Aspetta!"

"Un attimo!"

Battler e Beatrice intervennero entrambi ocn enfasi, si guardarono con le sopracciglia alzate e poi risero. Fu Battler a esprimersi per entrambi.

"Ciò che abbiamo fatto, era per te... ma anche per noi. Noi abbiamo un piano B nel caso... non possiamo tener fede al prestito. La nonnina ha sempre bisogno di aiuto e visto che per le persone la sua pensione è troppo tradizionale da non avere ciò che gli hotel di adesso... propongono di base... avremmo soggiornato del tempo da lei..."

"l'avremmo aituata come pagamento, avremmo fatto noi molte cose al suo posto e..." continuò Beato

"Siete pronti a perdere la casa anche dopo la mia proposta, per ripagarvi di quei sacrifici? Mi avete detto che siete all'osso in tutto perchè non riuscite più a completare il mese con quanto lui guadagna per gli aumenti degli ultimi anni, e avete perso già tanto! Perchè continuare a gestire un peso del genere se posso ricambiare alleviandolo o estinguendolo! Battler... questo ragazzo qui mi ha fatto decidere per iniziare una ricerca intorno all'isola di oggetti, reperti, parti dei lingotti o mezzi interi... abbiamo anche trovato delle ossa..." fece lei cupa e tutti i presenti si ombrarono di conseguenza "ma con quanto guadagnato ho più di quanto Eva mi aveva lasciato. Aggiungici dei progetti che ho in mente... per onorare Maria... E sono sola... Sono arrabbiata e amareggiata, è logico, per ciò che Beatrice ha fatto anche se è comprensibile sentendo la sua storia. E con te... per essere rimasto nascosto quando avevo bisogno di te... ma come per questo diario, io comprendo anche voi e perchè avete agito così... Fratellone, mi sei mancato così tanto che vorrei uscire di qui e portarti con me di volata a casa... riaverti da questo momento nella mia vita... con il tempo tutto sfumerà e sarà solo una riga sulla storia della nostra famiglia. Ma permettimi di dirti che ho apprezzato le tue storie, scritte per me... anche se all'inizio mi davi per morta..." ridendo

"avevo letto il falso annuncio che eri morta nel 1998 cadendo e.... Ecco perché  ho dovuto scriverti morta alla fine, poiché era di dominio pubblico e l'ho fatto con le lacrime agli occhi e con devastazione. Ma Beatrice mi disse di no, non credere a tutto e senza avere la prova, di negare la cosa come Barttler solo sa fare" guardando Beatrice che gli sorrise con calore e complicità "non sapevo quale fosse la verità, quindi ho scritto con Beatrice entrambe le possibilità. E poi quando ho letto di te che partecipavi a..." sospirando come se si liberasse da qualcosa di gravoso "Se non avessi avuto Beatrice al mio fianco,  che mi diceva no, credi al tuo cuore che è viva e sta bene, non tutto sui giornali è veramente reale... diceva noi sappiamo che a volte la realtà è molto diversa da cosa viene detto... e così ho fatto e tu eri..." commosso, allungando le mani alla sorella che gliele strinse "Quindi Ange, non chiediamo nulla da parte nostra. Ci siamo ripromessi di fare del nostro meglio, ho accettato per vederla contenta,  di saperla a fare la promotrice vestita a quel modo per quei tedeschi" mentre Ange e Amakusa li fissavano senza capire "Abbiamo vissuto appieno cosa avevamo e potevamo sperando e mettendocela tutta per quel giorno in cui saremmo tornati a tirare il fiato,  e goderci qualcosa di bello, pasti migliori e toglierci quegli sfizi che eravamo riusciti a conquistare. Non vogliamo e non desideriamo che tu faccia niente per sostenerci ne altro..."

"Ma io ve li dono, non lo faccio per aiutarvi" ghignò Ange "adesso i regali non si accettano più? Non sono così graditi da rifiutarli e offendere chi li fa?" fissandoli ocme per dire < adesso v oglio sapere che dite >, mentre loro sembravano turbati "HO sentito la vostra storia, delle promesse che tu hai fatto, fratellone e so adesso, vedendo il poco che avete potuto offrirci e la cena pronta in cucina... si, Amakusa è andato in cucina mentre voi discutevate in disparte,  su mia richiesta e ha visto cos avevate... siamo gli ultimi Ushiromyia rimasti, e intendo tutti e tre "guardando Beatrice la quale quelle parole le si bagnarono gli occhi "SI, non ha senso fare il test del dna perchè da cosa ho sentito e letto mi fido e credo. Voglio la famiglia di nuovo riunita, e non intendo con annunci pubblici o riconoscendovi, sarete comunque per vie traverse nei possedimenti di famiglia, così come doveva essere...sistemerò tutto!  e voglio donarvi ciò che desideravate e ancora di più visto che mio fratello sembra così legato e così... innamorato.... voglio donarvi ciò che sognavate. Manterrò io la parola di Battler e tu potrai avere i tuoi figli naturali se la scienza dice che è possibile, del tuo sangue, Beatrice, là dove zia Natsuhi aveva decretato di no. E viaggerete, vivrete, mentre tu e lei lavorerete nel campo dell'editoria, ed essendo già nei miei piani...  creeremo un nuovo orfanotrofio e se va bene altri, dove i bambini e ragazzi vivranno come meritano e necessitano, perchè nessuno conosca cosa Beatrice stessa ha vissuto. Lo faremo per Maria. Per Jessica. Per George. E per noi... ! E per mantenere il tuo desiderio, Beatrice. Rendere la famiglia immune e lontana da ciò che l'aveva sporcata, agendo come Maria. perchè il passato insegni..."

Beatrice sembrava non poter respirare, ma in realtà non riusciva solo a dire niente e boccheggiava con gli occhi umidi. Poi deglutì e balbettò "quindi per te non sono una persona orribile? Non mi odi? Vuoi davvero avere contatti con me? Davvero mi riconosci come membro della famiglia...? Io... credevo che nessuno mi avrebbe accettata anche ciò che... ero o non ero... sono cresciuta credendo di essere inferiore a una persona, un mobile e...volevo morire perchè sicura di non poter avere niente e che nessuno mi avrebbe... non lo dici per... non lo so..."

"NOi non siamo i nostri genitori e nonni" fece Ange

" E non l oerano neanche i nostri cugini. Lo sai, eri una di noi e non credo ti avrebbero odiata per esserti... presentata con la personalità con cui sfuggivi a te stessa." fece Battler calmando Beatrice, stringendola a sè lasciandole un bacio su una tempia

"Non ti odio Beatrice, perchè non lo hai fatto per tuo tornaconto o come.. come agivano gli adulti. Sei stata tu stessa una vittima, come tua madre e... forse come hai scritto nei libri, tua nonna. Siamo tutte vittime, ma tu ti sei ribellata. Ti capisco e comprendo ogni cosa. NOn ti porto rancore, anche perchè hai solo messo davanti a loro il modo di esprimere il loro peggio. Potevano tirarsi indietro, non accettare ninete se non l'oro e tenere quel giorno come ricordo della ricchezza che avevano finalmente trovato... NOn li hai uccisi tu, hai solo messo delle regole e modi per avere potere e tutto l'oro... e il loro peggio è venuto fuori nel modo facile che conoscevano. Tu non guadagnavi niente e ne... dopo quanto hai vissuto, ho visto che entrambi siete riusciti a guadagnarvi voi qualcosa di importante e una fetta di vita tutto sommato felice. Qualcosa che temo nessuno di loro davvero considerava e apprezzava. Tornate vicino a me, anche nascondendo chi siete, e accettate il mio dono. O miei doni. Per chi è finito vittima e non doveva esserlo di ciò che partì dal nonno e stava per travolgere anche noi, finendo prima... perchè tu hai cercato di evitarlo. Beatrice..."

Battler attirò Beatrice di nuovo a sè urlando "Si, Beato! Alla fine le mie promesse potrò mantenerle. Anche se non vorrei che Ange... ma voglio che tu sia felice! Ce l'abbiamo fatta Beatrice. Ce l'ho fatta, sono riuscito a raggiungere cosa speravo, riavvicinandomi ad Ange e... è finita Beatrice! Le nostre tribolazioni sono terminate e Ange è con noi... e lo devo a te! Se non ci fossi stata tu, io ora da solo sarei perso..."

< Senza di te, Battler, sarebbe stato come lasciare andare la tua mano e perdere la mia anima > pensò Beatrice stringendosi al suo collo, mentre Ange accontentava Battler raggiungendolo pee abbracciare anche lei.


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Ringrazio chi ha commentato le fic di Umi precedenti, i messaggi privati e i ragazzi di facebook.com/UminekoITAAnalisieLore



   
 
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