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Autore: erikagardin86    04/03/2022    1 recensioni
La neve ricopriva ogni cosa con il suo manto candido, ma fatale, e un vento gelido dal nord ululava con tale potenza da creare ghirigori ghiacciati nella tormenta.
Il cibo era pressoché introvabile ed io e il mio branco eravamo allo stremo così, un giorno, decisi di fare l'impossibile per salvare la mia vita e quella degli altri.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Tuono e sono un lupo.

Sono vecchio ormai, ma ancora forte e resistente, tranne per qualche dolore alle ossa che comincia a tormentarmi sempre più spesso.

Sono qui perché voglio raccontarvi una storia. La mia storia e quella del mio branco.

Tanti inverni fa, quando ero ancora un giovane lupo nel pieno della sua vitalità, mi ritrovai a sopravvivere, insieme ai miei simili, ad uno degli inverni più gelidi che abbia mai dovuto sopportare.

La neve ricopriva ogni cosa con il suo manto candido, ma fatale, e un vento gelido dal nord ululava con tale potenza da creare ghirigori ghiacciati nella tormenta.

Il cibo era pressoché introvabile ed io e il mio branco eravamo allo stremo così, un giorno, decisi di fare l'impossibile per salvare la mia vita e quella degli altri.

“Ho deciso. Scenderò sino al villaggio degli umani e caccerò del bestiame. Anche dei conigli e qualche pollo potrebbero andar bene intanto. I cuccioli non riusciranno a sopravvivere ancora a lungo se non mangiano qualcosa.” dissi a mio padre, Lakota, capobranco del più numeroso gruppo di lupi dello North Slope, in Alaska.

Lui mi guardò con i suoi occhi azzurri, come il ghiaccio che ci avvolgeva, e in un ringhio, con le zanne ben in vista tuonò:

“Non dirlo nemmeno! Avvicinarci agli umani è vietato, lo sai bene Tuono! E' la Legge dei Lupi!”

“Padre, lo so bene, ma se non tentiamo questa strada moriremo! Il freddo e la fame ci annienteranno … Asher e Zara sono morti di stenti ieri notte, e altri li seguiranno. Lo vuoi capire, questo!?” ringhiai di rimando.

Mio padre si avvicinò con fare minaccioso, ergendosi in tutta la sua possanza e mi fissò dritto negli occhi, che erano identici ai suoi.

Ma il suo sguardo si velò presto di tristezza.

“Mi rendo conto di tutto questo, ma ho paura di perderti figlio mio” disse con infinita dolcezza e aggiunse:“Ti do il mio permesso, ma porta con te Kodlak, Eyolf e Lowell, sono forti guerrieri e bravi cacciatori, ti saranno d'aiuto. Ma state attenti, non dovete assolutamente farvi notare dagli umani o sarà la fine per voi. Mi raccomando figlio mio”.

Lo salutai appoggiando il mio muso sul suo, in una tacita dimostrazione di immenso affetto.

Radunai i miei compagni di viaggio e partimmo per Barrow, il villaggio più vicino.

La distanza da percorrere era tanta, e le condizioni climatiche avverse ci rendevano tutto più difficile.

Eravamo quasi a metà del nostro percorso, avemmo la fortuna di cacciare qualche roditore che si avventurava in una disperata ricerca di cibo, quando la sera stava calando e decidemmo di riposarci in un piccolo anfratto tra le rocce. Non saremmo riusciti a proseguire oltre. La bufera si era intensificata e non si vedeva quasi nulla. Bianco e nient'altro che bianco.

Ci mettemmo a dormire uno vicino all'altro quando Kodlak sussultò:

“Sento qualcosa, percepisco un odore diverso che non riesco a decifrare... Lo sentite? Verso l'interno di questa grotta”.

Iniziammo tutti ad annusare forsennatamente, puntando il naso ovunque. Kodlak aveva ragione. Era un odore particolare, diverso da ogni altra cosa che avessi mai conosciuto.

Mi avviai verso la profondità della caverna. Non avevo notato prima quanto si inoltrasse sotto la montagna; camminavo lentamente, guardingo per cogliere ogni segnale.

La volta della grotta era costellata di stalattiti di ghiaccio, che scendevano come denti di un gigantesco predatore. Cominciai ad intravedere una luce in fondo. L'odore diventava sempre più pungente quando, all'improvviso, senza nemmeno capire né come nè dove, mi ritrovai a terra con una sagoma bianca sopra di me.

“Chi siete?” ringhiò.

Tentai di alzarmi, ma mi bloccò nuovamente a terra.

Era una lupa. Aveva il manto completamente bianco e gli occhi verde smeraldo contornati da lunghe ciglia nere. Ed era molto più grande di me. E bellissima.

“Ehi tu! Calmati …Siamo qui per ripararci e per cercare un po' di cibo per il nostro branco che è allo stremo. Veniamo da North Slope” esordì Lowell avvicinandosi minaccioso e mostrandosi in tutta la sua grandezza. Era il più grosso tra noi tre, eppure vicino a lei sembrava quasi un cucciolo.

“Dove siete diretti, Lupi di North Slope?” chiese la lupa.

“Stiamo andando al villaggio di Barrow. Gli umani sono gli unici ad avere qualcosa da cacciare”, questa volta fui io a rispondere.

“E' molto rischioso avvicinarsi agli umani. Se vi scoprono, loro non perdonano”.

“Non abbiamo scelta, molti dei nostri fratelli sono già morti. Ma tu chi sei?” aggiunse Eyolf.

“Mi chiamo Ambra e vivo qui nei dintorni. Barrow è a mezza giornata di cammino. Se volete vi accompagno. Ora conviene riposarsi e sperare che la tormenta perda di potenza”.

La guardai dritto negli occhi, per comprendere se ci fosse l'ombra di inganno e si accorse anche gli altri la stavano studiando.

Guardai i miei fratelli per capire se anche loro volevano darle fiducia, Lowell mi fece un impercettibile cenno di approvazione con la testa.

“Va bene, grazie. Sembri sapere il fatto tuo. Sei già stata al villaggio, quindi?”.

“Sì, diverse volte. Ma ora dormiamo, dobbiamo essere in forze” disse Ambra con un tono secco che chiudeva la conversazione, senza ammettere repliche.

L'indomani la tormenta si era abbastanza placata e raggiungemmo i pressi della cittadina umana senza troppi problemi.

Ero impaurito, non lo nego. Non mi ero mai avventurato così distante da casa ma,soprattutto, non mi ero mai avvicinato così tanto agli umani.

Cominciai a percepire una miriade di suoni e odori che mi tempestavano i sensi: dalle voci lontane delle persone all'abbaiare dei cani, dal fruscio delle racchette da neve all'odore di pane che cuoceva nel forno di qualche abitazione.

Ma, più forte di tutti, venni attirato dall'odore di coniglio, uccelli ruspanti e ovini.

Lo dissi agli altri, che avvertivano lo stesso.

“ C'è una piccola fattoria nei paraggi. La conosco bene. Vi posso aiutare a cacciare qualche capra e dei conigli, Seguitemi”.

Ci avvicinammo al centro abitato, per poi deviare lungo una strada che costeggiava il bosco limitrofo e giungere in una piccola radura.

Anche qui il bianco imperava. La neve e il ghiaccio ricoprivano ogni cosa. Si cominciò ad intravedere al centro dello spiazzo la sagoma di una grande abitazione di legno, con un grande cortile e una stalla annessa. Tutta ricoperta di neve, le uniche parti visibili erano la porta, le finestre e l'entrata della stalla.

“Ascoltatemi bene, io ora distraggo gli umani e voi uccidete qualche animale. Andate dritti verso la stalla, seguendo quell'albero laggiù. Vi troverete davanti ad una porticina chiusa con un catenaccio. Basta che lo aprite con una zampata, è vecchio e usurato” ci spiegò Ambra.

“Come mai sai tutte queste cose?” le chiesi quasi ringhiando. Avevo la tremenda sensazione che ci tradisse.

“Poi ti spiegherò tutto, Tuono. Ma ora andate! C'è poco tempo!”

Corsi via e la guardai un'ultima volta prima di andare.

Io, Lowell, Kondrak e Eyolf entrammo nella stalla senza difficoltà seguendo le indicazioni della lupa. Ma continuavo ad avere un dubbio che mi tormentava.

“Prendete più che potete. Devo andare a controllare una cosa. Non sono tranquillo. Ci troviamo all'albero”.

Aggirai l'edificio e con irrequietudine seguii i rumori che giungevano alle mie orecchie. Provenivano dalla porta d'ingresso. Mi acquattai in un angolo e osservai.

Ambra era davanti alla porta. Ma perchè stava lì, così esposta?

Ad un certo punto vidi qualcosa che non si può definire in nessun modo se non con la parola “magia.”.

Ci fu un luccichio che si diffuse tutto intorno al corpo di Ambra e lei, pian piano, iniziò a cambiare. A modificarsi nelle membra. Si stava trasformando!

La luce divenne sempre più intensa, tanto che dovetti chiudere gli occhi per non venirne investito.

Durò una frazione di secondo, ma quando li riaprii quello che vidi non era più una lupa, ma un'umana. Una femmina umana! Aveva lunghi capelli albini e occhi verdi profondissimi, proprio come Ambra. Rimasi abbagliato e terrorizzato allo stesso tempo. Non sapevo cosa pensare. Cosa fare. Ero una statua di sale. Lei bussò alla porta e uscì un umano. Si mise a parlare con lui. Ad un certo punto mi vide, e con lo sguardo mi fece cenno di andarmene. Sentii la sua voce nella mia testa che mi diceva di stare tranquillo, che dopo mi avrebbe spiegato tutto. Non dovevo preoccuparmi, dovevo solo procurarmi il cibo per salvare il branco.

Ero come ammaliato, senza volontà propria. Tornai dai miei compagni e vidi che mi stavano aspettando all'albero con delle carcasse.

“Tutto bene?” mi chiese Kodlak

“Sì. Vedo che avete fatto una buona scorta” mentii. Non potevo raccontare ai miei fratelli quello che avevo visto.

“Conviene andarcene prima che gli umani ci scoprano” aggiunsi.

“E Ambra?” chiese Lowell

“Andiamo” dissi cupo e glaciale.

“Eccovi”. Una voce alle spalle ci fece sussultare.

Era Ambra, tornata lupo. La fissai, cercandola con lo sguardo, ma lei eludeva il mio.

“Vedo che avete fatto una buona caccia. Ma come porterete il cibo al vostro branco?” esordì.

“Ce lo metteremo sulle spalle. Andiamo.”risposi freddo.

“Aspettate qui un attimo. So io cosa vi occorre”.

Entrò nel capanno annesso alla stalla e ne uscì poco dopo tirando una slitta con delle corde attaccate.

“Userete questa. Mettiamo le carcasse sopra la slitta e voi dovrete indossare quelle imbracature per tirarla. Vi mostrerò come fare, ma dovrete fidarmi di me”.

Ci guardò uno ad uno. Nessuno di mosse, nessuno osò dire niente. Ci parlava nella mente ed eravamo completamente in sua balia.

La vidi trasformarsi di nuovo in femmina umana. Bellissima come non mai. I miei compagni ero immobili. Non reagivano. Solo io sembravo essere cosciente.

Ambra si avvicinò a me. Aveva un profumo inebriante. Sapeva di muschio, di acqua limpida che scorre, di selvaggio. Ecco perché non ero riuscito a identificarla come un mio simile quando l'incontrai nella grotta.

“Tuono, sarà il nostro segreto. Sono Wahya, lo Spirito dei Lupi Lo saprai solo tu, solo tu puoi vedermi ora. I tuoi compagni dimenticheranno chi sono. Non vi farò alcun male, sono qui per aiutarvi. Vi farò indossare le corde come un'imbracatura e trainerete la slitta fino al branco. Così sarete salvi da quest'inverno che sembra non avere mai fine. E così farete quando avrete bisogno negli anni avvenire e può darsi che la vostra discendenza non possa convivere con gli umani. Non sono tutti nostri nemici. E io sarò sarò sempre con voi. Basterà invocare il mio nome. Ma ora andate, altrimenti tutto sarà stato vano. Ho addormentato il padrone della fattoria, ma non durerà per molto. Dobbiamo sbrigarci”.

Raccontò tutto in un sussurro e le sue parole furono come incendio nella mia mente e nel mio cuore.

Mi afferrò il muso tra le mani e lo baciò.

“Resta con me. Non andare via” mi ritrovai a dire, con calde lacrime che scendevano.

Quell'inverno, il branco di North Slope sopravvisse e i cuccioli crebbero sani e forti grazie alla scorta di cibo che portammo. Ci furono ancora diversi giorni di terribili tormente e gelo, ma la primavera arrivò dirompente con la sua forza vitale e, finalmente, il sole cominciò a sciogliere la crosta gelata.

Tutte le sere mi reco in cima alla rupe solitaria, in mezzo alla foresta. Vedevo il lago sottostante da lassù e, quando c'è luna piena, le ululo contro con tutte le mie forze. Con l'anima che palpita di emozioni selvagge.

E dalle acque scure del lago la vedo sorgere. E' lei. E' Ambra. Il verde dei suoi occhi è un faro nell'oscurità. Quella è la bellissima donna lupo che da dodici anni mi sta accanto ogni notte.

Siamo l'incastro perfetto: io completamente nero come l'abisso, lei un fulgore di luce.

Il nostro è un Amore segreto, proibito. Lei mi trasforma in umano, ma solo per poche ore, di notte.

E' il nostro patto. Nessuno deve sapere. Sono sia lupo, sia umano e da molti anni cerco di far convivere i miei fratelli lupi con la gente dei villaggi limitrofi, aiutandoci a vicenda.

Ma per tutti sono solo Tuono, capobranco dei lupi di North Slope.

 


 

 

 

 

   
 
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