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Autore: giorgyleoo    12/03/2022    0 recensioni
"E io lo amavo. Amavo quel bambino. Amavo quel ragazzo. E avrei amato quel maledetto sorriso per il resto della mia vita, anche se quel destino sarebbe stata la mia condanna."
"Infiniti corpi celesti vi sono nel cielo, ma una sola stella, solamente una effigia il nostro amore, e mai avrei smesso di ammirarla. Perché quella tenue, fragile luce...era l'unico mezzo per far sì che le nostre iridi si incontrassero di nuovo. E quel tocco invisibile ai sensi, sarebbe stato sufficiente."
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Seguite il cammino di due giovani hobbit, prima amici d'infanzia, poi fratelli che infine, insieme, dovranno attraversare l'intera Terra di Mezzo per distruggere l'anello del potere. Solo in quel lungo viaggio capiranno entrambi che non potranno essere solamente due semplici amici, capiranno cos'è l'amore...e i sacrifici che devono esser fatti per garantire la felicità dell'altro. Niente avrebbe potuto separarli...fino a quel fatidico giorno.
Ma la loro storia verrà messa a repentaglio dal signore oscuro in persona, che si manifesterà in un modo ancor più pericoloso tramite un solo, piccolo Anello.
La mia storia è presente anche su Wattpad✌🏻❤️
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Frodo, Sam, Sauron, Smeagol
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La mia vita in quel momento cambiò radicalmente. Non sapevo descrivere il come e se qualcuno me lo avesse chiesto, avrei risposto <È stato come un battito di ciglia>. Frodo era più sorridente, nonostante il grande fardello che portava al collo. Io cercavo, in compenso, di rallegrarlo come potevo. Passarono sei lungi giorni da quando ci dividemmo definitivamente dalla Compagnia e sentivo in Frodo una certa malinconia, lo sentivo anche dentro di me. Nel mentre i pensieri erano all'ordine del giorno, noi proseguivamo verso le catene montuose dell'Emyn Muil. Terre desolate, si diceva. "Li rivedremo mai più, Sam?" Mi domandò Frodo quando ci sistemammo per una pausa. "Io credo di sì." Ero intento a preparare da mangiare, razionando il cibo rimasto. "Ho paura per loro. Quanto desidero che stiano bene." "Se la caveranno Padron Frodo, ne sono sicuro." Lui annuì e poggiò la testa sulla mia spalla "Sono felice che tu sia qui con me." "Lo sono anche io." Ci sorridemmo all'unisono, successivamente Frodo tornò serio, pensai che stava per iniziare un discorso meno piacevole. "Secondo te...secondo te siamo sbagliati? Noi?" Non avrei mai pensato mi facesse quella domanda, ma non ne ero così deluso poiché avrei risposto senza indugiare. Scossi la testa immediatamente. "Prima non lo comprendevo, credevo di essere sbagliato. Ma ora mi è tutto più chiaro. No, non lo siamo. Tu che pensi?" "Io...ho vissuto gli ultimi anni della mia vita, tormentandomi pensando di essere diverso da tutti. Mi dicevo, non è normale quello che provi. Osservano tutti gli altri Hobbit parlare solamente di donne, e di come le avrebbero conquistate. E io, io sapevo che mai avrei potuto e voluto averne una." Lui abbassò lo sguardo. Dai suoi occhi chiari come il mare all'alba cominciarono a fuoriuscire delle candide lacrime. La mia mano afferrò la sua, lo feci poggiare sul mio petto "Noi non siamo sbagliati." Ripetei "Siamo come tutti gli altri, il nostro amore è diverso, ma è comunque meraviglioso." A Frodo scappò un singhiozzo involontario, poi annuì sorridendomi. "Io penso che...quando torneremo a casa non credo ci accetteranno. Per quello che siamo." Mi disse, dopo un po'. "A te importa?" "No, se sono insieme a te." Afferrò la mia mano e la strinse nelle sue. "Bene. Neanche a me." Lo baciai sulla fronte e lo strinsi accostandolo al mio petto. Lo avrei seguito, protetto, amato, come mi disse Aragorn. Dopo aver mangiato ripercorremmo la strada che ci cingeva fuori dall'Emyn Muil, l'unico problema fu che non la trovammo. Girammo intorno per chissà quante miglia, quel posto pareva un labirinto. Una volta dovemmo usare la corda Elfica che mi donò la dama Galadriel a Lòrien, ma fu utile solo per superare un burrone. Io possedevo la Mappa dell'intera Terra di Mezzo, ma avrei voluto averne una, solo di quelle dannate montagne. Tutte le vette parevano identiche e in quei pochi giorni di viaggio perdemmo solo tempo e fatica, incluso del buon cibo Elfico. Io d'altro canto cominciavo a sentire la fatica sotto ai miei piedi. Non ci lavavamo da giorni, poiché in quelle dannate montagne non trovammo neanche una sorgente d'acqua. Puzzavo come un cane bagnato, al contrario di Frodo che ancora profumava di menta. Mi vergognavo solo a stargli vicino, ma dall'altra parte avrei voluto il contrario. L'acqua era una delle mie più grandi paure, e un'altra stava per piombarmi addosso, letteralmente. D'un tratto sulla mia fronte percepii una goccia d'acqua. Poi un altra e poi un altra ancora. Ma non era questo a preoccuparmi. Guardai il cielo che era pieno di nuvoloni neri come la pece abbattersi su di noi, o attratte da quelle stupide montagne. "Padron Frodo!" Gridai "U-un temporale." "È solo qualche goccia, Sam." Quando le mie orecchie udirono un tuono rimbombare per tutta la vallata, mi scaraventai verso Frodo e lo abbracciai con veemenza. "Sam, stai tranquillo! È solo pioggia. Ma sarà meglio che troviamo un riparo, se non vogliamo prenderci un malanno." Mi cinse per la vita e in poco tempo riuscimmo a trovare una roccia sporgente, nella quale ci rintanammo al di sotto. Solo allora mi accorsi che tremavo, non solo per il freddo. Frodo lo notò. "Sam." Sussurrò. Io non osavo guardarlo, i miei occhi non riuscivano ad aprirsi. "Hai paura dei temporali?" La sua voce era seria. Annuii con qualche lamento. "Non me ne ero accorto in tutti questi anni." "Vorrei vedere! Nella Contea quasi mai è brutto tempo." Sbottai. Lui mi stinse a se, facendomi poggiare la testa sul suo torace. "Passerà. Come ogni cosa." Sussurrò al mio orecchio. La sua voce era come il miele che attraversava la mia gola, in una bella mattinata di sole. Carezzò i miei capelli come se li stesse trattando con dei prodotti speciali, successivamente cominciò a cantare. La sua voce era melodiosa, soave come quella della madre, in effetti cantava una delle canzoni della buonanotte che ella ci faceva ascoltare per farci addormentare quando ero a casa Baggins. Mi fece rassicurare, all'unisono ascoltavo il battito del suo cuore che aveva un ritmo rilassato come la sua voce, ma aumentava col tempo. Ci fu un momento in cui non udii più l'incessante rumore del temporale, lo guardai quando smise di cantare e sorrisi. Lui mi imitò "Va meglio?" Mi sussurrò. Annuii e mi sporsi verso il suo viso. Ci fermammo per qualche secondo e strofinai il mio naso sul suo, il suo respiro si fece più veemente, forse come il mio. Tenevo gli occhi chiusi quando la sua mano si posò delicatamente sulla mia cute e scendendo con le dita massaggiava gli ultimi capelli sotto la nuca. Quando aprii gli occhi, trovai la sua mano sul mio petto, la cinsi sulle mie labbra e cominciai a baciare i polpastrelli delle sue dita. Lui mi osservava, squadrando i miei occhi e la mia bocca. Le sue dita erano gelide, le mie labbra calde. Quando finii di baciarle le scaldai con il mio fiato, dopodiché lo guardai negli occhi. E da lì mi bloccai. Era una così strana sensazione. Mi capitò una sola volta nella Contea, quando io e Frodo eravamo diciassettenni, e un ultima volta quando le sue labbra toccarono le mie quella sera a Lòrien. Lui mi sorrise lievemente, come faceva sempre. "Mio amato Sam, dorato come il miele." Pronunciò con così tanta attenzione quelle parole, che percepii il mio cuore sprofondare nelle viscere dello stomaco. Delicatamente mi sporsi, poggiai le labbra sulle sue, mentre i nostri nasi si scambiavano di posizione, ma non era abbastanza. Nel momento in cui lui aprì la bocca riversai la mia brama all'interno, assaporando ogni centimetro di essa. Quando le nostre lingue si congiunsero, tutto sembrava non avere più importanza. Udivo solamente il rumore dei nostri baci, tutto il resto prese un silenzio quasi assordante. C'eravamo noi, c'eravamo solo noi. Quando ci staccammo con riluttanza, le mie labbra scesero sull'incavo del suo collo esposto, baciandolo in tutte le sue parti. Frodo si stese e abbracciandomi mi strinse a se, i nostri petti che si unirono come le nostre bocche. Ma fui avventato. Quando la mia mano si infilò sotto la sua camicia, appena le mie dita sfiorarono il suo ventre magro, lui sospirò tirando indietro l'addome, ma non scostandosi da me. "Forse è meglio...per ora..." non finì mai la frase, ma capii cosa intendesse dire. In effetti anche io non sapevo nemmeno cosa stavo facendo. Non comprendevo il perché avevo voglia anche del suo corpo, forse era una cosa naturale, forse era sbagliata, non lo sapevo. "Hai ragione, si." Bofonchiai. Al fine ci stendemmo a terra a dormire. Eravamo più vicini che mai, ci osservavamo e non smettevamo di farlo, ci sorridevamo e i nostri occhi non smettevano di fissarsi. "Io ti piaccio, Sam?" Mi domandò tutto d'un tratto "Come Rosie?" Distolse lo sguardo. Io strinsi la sua mano "Rosie non mi è mai piaciuta davvero, non come te." "Davvero?" "Davvero." Lo assicurai. Lui sorrise maliziosamente avvicinandosi ancor di più "Davvero, davvero?" Esclamò pungolando il suo naso sul mio. Io risi e lo afferrai per le guance "Davvero, davvero, davvero." Ripetei sorridendo, scuotendo la sua testa dolcemente. Ci coccolammo a vicenda come bambini, fino a che un orribile ricordo mi prevalse. Ripensai a quell'incubo che ebbi a Lòrien, boccheggiavo solo nel ricordare i polsi gelidi e insanguinati di Frodo. Lui se ne accorse. "Tutto bene?" Mi domandò scrutando il mio sguardo. "Io...devo dirti una cosa." Gli raccontai del sogno, del suo corpo smunto, del sangue e della Contea che bruciava, non riuscivo più a nascondergli nulla, non compresi se fosse un bene o un male. "In parte l'ho visto anche io." Disse. "Come?" "La notte in cui ti ho baciato...prima che mi trovassi, la Dama Galadriel mi fece osservare attraverso il suo specchio d'acqua." "E cosa hai visto?" "Le stesse cose che vedesti tu. Ma...non ho visto me stesso. Non ho visto il mio sangue." Degludì "È solo un sogno giusto? Non può accadere." Con soavità lo cinsi accanto alle mie spalle "Si, è solo un sogno. Perché mai dovrebbe accadere?" Provai a fargli scacciare quell'orribile pensiero dalla sua testa, ma anche io ero preoccupato. Non credevo che Frodo si sarebbe spinto a farsi del male in quel modo...ma non avevo idea di cosa quell'Anello gli stesse facendo in quel momento. All'improvviso lui alzò la testa dal mio grembo e mi baciò sulle labbra. Dopodiché strinse una mia mano tra le sue e cominciò ad accarezzare le mie dita. "Ricordi quando venni pugnalato a Colle Vento?" Mi domandò, il suo sguardo era puntato sui nostri arti. "E chi se lo dimentica? È stato uno dei momenti più spaventosi della mia vita." Sorrisi lievemente. Lui mi imitò, poi tornò nuovamente serio "Rammenti anche quel che stavo per fare, prima di perdere i sensi?" Quella domanda mi riportò indietro di mesi, in quella notte nera, nel momento in cui ero accanto al suo corpo gelido, incapace di fare qualsiasi cosa. Rammentai la sua mano sporca di sangue che finiva dietro la mia testa, poi il suo busto che si alzava avvicinandosi al mio. Ricordai il suo viso, rigato dalle lacrime, dalla paura di morire e dal dolore, che si avvicinava al mio, le sue labbra rosse come il sangue appena versato a un dito dalle mie...poi si accasciava a terra. "Rammento ogni dettaglio." Confessai. Le sue dita continuavano a blandire il mio palmo. Frodo annuì, senza guardarmi negli occhi "Credevo di morire, Sam. E in tutta coscienza, non avrei voluto esalare il mio ultimo respiro senza prima averti fatto comprendere...che cosa provavo. Non volevo morire...senza aver sfiorato almeno una volta le tue labbra con le mie." Io continuavo ad ascoltare, cercando di non cedere al pianto, il mio cuore batteva all'impazzata. Sorrisi. "Non te l'ho confessato prima perché non eravamo ancora, ecco...quello che siamo ora. Per questo mi vergognai quando ti baciai la prima volta." Detto ciò mi guardò negli occhi "Mi capisci?" Io congiunsi le sue mani tra le mie, dopodiché le condussi sulle mie labbra e baciai le sue nocche "Si, che capisco. Sono felice che tu me lo abbia confessato." Lui fece un verso di approvazione, in seguito si sdraiò, poggiando nuovamente la testa sul mio grembo. Le mie dita si infilarono tra i suoi folti riccioli castani, cominciai a massaggiargli la cute. Lui chiuse gli occhi, sembrava rilassato. Scrutavo il suo viso, ancora privo di imperfezioni, le sue labbra erano di un colore simile a quello delle rose, le sue guance erano candide e morbide come quelle di un bambino. Il suo profumo di menta, in quel momento tornato, mi fece tornare indietro di anni, quando lo odoravo e sentivo quell'intenso odore invadermi le narici. Osservavo ogni parte del suo viso e non avevo intenzione di smettere. Avrei voluto anche io fargli capire come lo amavo. Lo amavo; quasi dimenticai quando eravamo solo amici, poiché ormai, dentro di me, quei ricordi si erano tramutati in amore. Amore. Quello che provavo per lui e mai avrei voluto smettere di amarlo come in quel momento. Ti amo. Ti amo Frodo Baggins. Avrei voluto dirglielo. Dillo Sam, dimmelo. Diceva una voce dentro la mia testa. Dimmi che mi ami, io lo so. Per un momento fu come sentire la sua voce che penetrava dentro di me, riecheggiando in ogni parte del mio corpo. La mia bocca si aprì, ma non uscì alcuna parola. Venni interrotto bruscamente. "Hai sentito?" Sussurrò lui guardando l'orizzonte. "Cosa?" "Gollum..." "Chi?" "Ci ha seguiti come predisse Gandalf." "Che vuole?" Lui mi zittì poggiando un dito sulle mie labbra, mentre il Ti amo che avrei voluto pronunciare si sciolse come neve dentro la mia testa. Ascoltai per un po' e solo dopo qualche istante percepii rumori insoliti provenienti sopra le nostre teste. "Cosa vuole?" Ripetei. Frodo mi guardò dritto negli occhi. "L'Anello." Si portò una mano sul petto cercando il fardello, poi mi guardò nuovamente "Ci attaccherà. Quando lo sentiremo scattare verso di noi lo prendiamo per le braccia placcandolo. Mi segui?" Annuii e mi tenni pronto. Udii solamente il silenzio per una manciata di secondi, poco dopo, il forte fruscio dell'erba e in quell'istante la creatura spuntò dall'ombra puntando verso di noi, ma riuscimmo velocemente a braccarlo afferrandolo per le braccia. La creatura ci scivolò come una saponetta umida e un attimo dopo mi spinse verso una roccia e io sbattei la testa. Quando mi tornò la vista vidi Frodo sdraiato che si dimenava mentre la creatura cercava l'Anello all'interno della sua camicia. Velocemente mi alzai dando un pugno sulla testa della creatura che emise un grido soffocato e si voltò verso di me. Osservai il suo volto per quello che sembrava un istante. I suoi occhi erano la parte del viso più sporgente, le sue labbra secche. Indossava solo un perizoma di pelle e la sua carne era bianca come quella di un cadavere, il suo corpo era smunto e secco. Riuscii a percepire ciò, fino al momento in cui la creatura attaccò me e in pochi secondi mi ritrovai a terra con le sue mani sul mio collo. Nei suoi occhi vedevo molte emozioni. Rabbia, paura...ossessione. Poco dopo sentii la spada di Frodo uscire da dietro la sua schiena e la puntò al collo della creatura che mi teneva ancora tra le sue braccia. "Lascialo andare. O ti taglio la gola." Intravidi lo sguardo di Frodo. Non lo avevo mai visto così deciso e determinato come in quel momento, mi ricordava una volta quando avevamo undici anni e lui fece di tutto per guadagnare qualcosa per comprare il suo libro preferito. Mi fece quasi ridere. La creatura Gollum, con qualche lamento mi liberò dalla sua presa. Sembrò per qualche momento che lascio perdere l'idea di impossessarsi dell'Anello. Per sicurezza, prima che potesse decidere di attaccarci di nuovo afferrai tra le mani la corda Elfica che mi donarono a Lòrien e lo legai per il collo. Frodo mi si avvicinò con un aria infausta "È proprio necessario?" Io sbuffai, a volte ritenevo il lato dolce e gentile di Frodo troppo eccessivo. "È per la nostra sicurezza Padron Frodo. O noi o lui." Lui annuì riluttante e mi lasciò proseguire. Non ci riposammo abbastanza, anzi per niente. Quella notte non chiusi occhio, forse neanche Frodo. Osservavo quell'orribile creatura che si lamentava in continuazione e finiva ogni frase come se si stesse strozzando, Gollum, Gollum, pronunciava con un fare riluttante. Frodo sì appisolò in un angolo, pur tentando di rimanere sveglio. Mentre fissavo la creatura, nella mia testa c'erano infinità di pensieri. Pensavo ai baci che Frodo mi regalava, allo stesso tempo ero preoccupato per la sua incolumità. Poi ricordavo dei momenti gioiosi e spensierati della nostra meravigliosa infanzia e cercavo in tutti i modi di rimanere in quei ricordi, ma non ci riuscii per molto. La mia mente si diresse altrove, Mordor ci stava ancora attendendo e io avevo timore, ma ora avevamo un problema in più: Gollum. Non appena socchiusi gli occhi sentii gridare improvvisamente. "NOO!" Frodo si rizzò a sedere e, quando mi girai verso di lui, lo vidi ansimare con una mano sul petto. Gollum lo raggiunse e io non potevo credere a quello che vidi. Con fretta m'aggiunsi anche io. "Levati tu!" Gridai a Gollum. "Volevo solo aiutare! Gollum...Gollum." Ignorandolo, mi concentrai sul mio padrone che era parecchio sudato. "Padron Frodo, era solo un sogno!" Lui annuii frettolosamente senza guardarmi. "Cosa hai sognato?" Gli domandai. A quel punto il suo sguardo incrociò il mio, ma scosse la testa senza darmi una risposta. Le giornate iniziavano così. Frodo si svegliava ogni notte, ansimando con aria tormentata. Una parte di me avrebbe voluto non farlo addormentare per non fargli vivere qualsiasi tortura che non osava dirmi. Io lo tenevo accanto più che potevo, anche se entrambi non avevamo intenzione di dare all'occhio di Gollum, ma quando i suoi occhi si chiudevano, seppure con le lacrime che percorrevano le sue guance, cominciava l'incubo. Il suo incubo. E io non potevo essere lì per salvarlo, questo mi rendeva ancora più frustrato. Passarono molti giorni dall'incontro con la creatura Gollum. Io avrei voluto liberarmene, ma Frodo ebbe un idea migliore: ci avrebbe fatto da guida per arrivare al Nero Cancello, nonché l'ingresso infernale per Mordor; Seguivamo il Passo di Nindalf. Frodo e io non parlavamo molto spesso in quel periodo. Il mio cuore batteva all'impazzata ogni volta che scrutavo le sue labbra. Avrei voluto baciarle per ore, ma sembrava che lui preferisse avvicinarsi a me solo di notte, quando Gollum dormiva. A quel punto, anche se il sonno diveniva il nostro primo desiderio, e seppure Frodo aveva il terrore di addormentarsi a causa dei suoi incubi, ci concedevamo il nostro affetto più vero, stando vicini come non mai. Percepivo la sua contentezza quando lo baciavo, quando accarezzavo il suo viso. I momenti in cui ero steso sotto di lui e Frodo pungolava il mio naso, baciava il mio collo erano gli istanti più belli della giornata. E avrei voluto che non finissero mai. In quel momento eravamo accoccolati sotto una roccia, la mia guancia era sul suo petto e lui accarezzava i miei capelli, mentre i nostri mantelli ci facevamo da coperte. Scrutai sorridente il suo sguardo, ma quando vidi i suoi occhi puntati su quel Gollum, il mio sorriso si spense. "Smeagol." Pronunciò. "Come?" "Smeagol è il suo vero nome. Non era molto diverso da noi, Sam." Sbuffai. Non capivo perché dava così tanta importanza a quella brutta creatura, ma allo stesso tempo volevo saperne di più. "E come diamine ha fatto a diventare...così?" Frodo sospirò "È stato lui." Afferrò l'Anello e lo guardò con scherno "Come lo ha ridotto..." "Non dirmi che ti fa pena?" Mi alzai dal suo corpo e mi rizzai a sedere. Lui mi guardò quasi indignato "Come può non fartene? Era un semplice Hobbit come noi e l'Anello lo ha reso..." "Un mostro." Conclusi "Non è mica colpa nostra." "Non sto dicendo questo, Sam!" Sospirò ancora "Lascia perdere, non importa." Detto ciò si girò dall'altra parte e si mise a dormire. Feci lo stesso indignato. Per la prima volta mi sentivo geloso, come se non fossi abbastanza per lui e questo mi turbava molto. Quella creatura avrebbe rovinato tutto tra di noi, me lo sentivo e per questo lo disprezzavo. Molta era ancora la strada da fare, molti erano i pericoli che ci attendevano, eppure io e Frodo cercavamo costantemente di rimanere noi stessi e speravo con tutto me stesso che fosse rimasto così fino alla fine del nostro viaggio, ma più avanzavamo verso Mordor...più i nostri indoli positivi e spensierati si spegnevano, ma non era Gollum quello che mi preoccupava di più...era Frodo. Ancora non riuscivo a comprendere appieno i suoi pensieri e i suoi sentimenti, ma più i giorni passavano più vedevo il mio padrone cambiare in un modo che non capivo, perciò mi preoccupava.
   
 
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