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Autore: piccola_Calliope    13/03/2022    2 recensioni
Tommaso e Defne si conoscono da quando hanno 14 anni, hanno imparato a diventare amici, si sono stati sempre accanto...
Ma un'assurda richiesta di Defne cambia definitivamente il loro rapporto...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Dimmi Tommaso
POV. DEFNE

Mi rigiro continuamente nel letto, si con Domenico sto bene, sempre bene, lui mi mette di buon umore, è attento a me, ma quando sono con lui io mi sento vuota, come se mancasse sempre qualcosa, quel qualcosa che invece Tommaso mi dona solo con uno sguardo…
-Non ce la faccio più-scoppio a piangere.
Sono totalmente esasperata da questa situazione, lo amo da anni e da codarda per paura di perderlo nono sono mai stata in grado di dirgli cosa provo…Ma adesso io sono stanca, sono stanca dei suoi allontanamenti, sono stanca dei nostri continui litigi, sono stanca dei suoi cambi d’umore, sono stanca delle sue accuse che ogni volta mi fanno malissimo, dopo quella notte d’amore tra noi è cambiato tutto, si è rotto qualcosa e purtroppo indietro non si può tornare, tanto vale che io adesso gli dica tutto, mi faccia rifiutare per poi andare avanti, farà male, malissimo probabilmente verserò milioni di lacrime, ma almeno gli avrò detto tutto, lui saprà cosa provo. Lo perderò…Ma io sono stanca e ho bisogno di una svolta che mi permetta definitivamente di prendere in mano la mia vita, devo liberarmi di tutto questo, voglio riacquistare piano piano un po' di serenità…Tommaso mi mancherà da morire, soffrirò…Ma è arrivato il momento che ciò accada.
Faccio un bel sospiro mi alzo dal letto, indossa la prima cosa che trovo e decido di andare in macchina, per raggiungerlo a casa, avrebbe dovuto ormai aver finito di lavorare.
Arrivo di fronte al suo monolocale e mi perdo in un ricordo.
‘’ Sono stesa sul letto che sto sottolineando la vita di Boccaccio, quando Tommaso senza nemmeno bussare fa l’ingresso nella mia camera.
-Hei mia dolce Defne cosa fai?-si libera dei suoi amatissimi anfibi e mi raggiunge sul letto.
-Non si vede? Faccio quello che tu non fai me, studio-sbuffo.
-Perché sei cosi stronza?-mi domanda e sembra davvero serio mentre pronuncia queste parole.
Io mi limito a sbuffare e a riprendere a sottolineare.
-Sto parlando con te-mi dà un pizzicotto sulla coscia.
-Dai Tommà voglio studiare-mi lamento.
-Non sei felice che io sia qui?-mi chiede.
-Mi è indifferente la cosa-rispondo e alzo le spalle.
-Indifferente…Mi vuoi bene Defne?-domanda serissimo.
-Dai mi fai studiare-mi lamento di nuovo.
-Defne dobbiamo imparare ad esprimere i sentimenti-mi rimprovera.
-Tu li esprimi?-chiedo.
Lui mi sorride e io perdo un battito…Lo odio, lui mi fa davvero provare dei sentimenti e i sentimenti rendono deboli.
-Certo che li provo-proietta i suoi occhi nei miei, ha degli occhi bellissimi, di un nocciola cosi caldo…Dio quanto è bello.
-Mi fa piacere-riprendo a sottolineare.
Lui inizia a disegnare dei cerchi immaginari sulla mia mano, mi distrae, riprendo a guardarlo, è assorto nei suoi pensieri.
-Cosa vuoi Tommà?-domando fintamente scocciata, sono cosi felice che lui sia qui, sono felice che lui si sia messo ad abbattere tutti i miei muri per entrare nella mia vita e nel mio cuore…Prima di lui ero cosi sola, e poi tra un battibecco e l’altro tra i banchi di scuola lui è entrato a far parte della mia vita, è diventato una parte di me.
-Vuoi sapere quali sono i miei sentimenti nei tuoi confronti?-chiede e io perdo un battito…
Non rispondo, ma lo fisso leggermente interdetta.
-Sta’ tranquilla non ti sto per chiedere di sposarmi, però Defne, tu, sei speciale, mi hai cambiato la vita, non mi fai sentire mai solo, so che quando ho paura stringo la tua mano e la paura sparisce, sei la mia famiglia, sei tutto per me-mi sorride dolcemente e io sento gli occhi pizzicare.
-Io…-non riesco a parlare.
-Potresti ad esempio abbracciarmi-sorride ancora.
Ma io rimango impalata…
-Devo fare tutto io-rotea gli occhi.
Si avvicina a me e si trascina le mie braccia dietro la schiena.
-Stringimi almeno un po'-sbuffa.
Io mi accuccio nelle pieghe del suo collo e lo stringo, in quell’abbraccio provo a dirgli tutto quello che sento per lui…E infatti…
-Si ho capito, per te vale lo stesso-mi lascia un bacio fra i capelli.’’

Mi ritrovo a distanza di quasi dieci anni da quel momento a piangere a dirotto…Tommaso è un uomo meraviglioso, lui si sente sempre in difetto ma non dovrebbe, lui è fantastico, responsabile, coraggioso, sensibile, empatico, è anche un grandissimo stronzo, ma io lo amo proprio per questo, lo amo immensamente proprio per questo e devo dirglielo, gli devo esprimere i miei sentimenti, per tutte quelle volte in cui non ci sono riuscita.
Suono il campanello più volte, ma nessuno viene ad aprirmi, allora decido di usare la copia delle mie chiavi, forse era talmente stanco da non sentire nemmeno il campanello, entro in casa ma non c’è nessuno, è molto strano, sono quasi le 5…Mi siedo sul divano e decido di chiamarlo, non risponde…
-Possibile sia da quello schifosa di Rosy?-sbuffo arrabbiata e furiosamente gelosa.
Sono indecisa, non so che fare, non se andare via o se continuare ad aspettarlo con la paura di vederlo comparire con qualche succhiotto.
Devo aspettarlo, io devo assolutamente parlargli, raggiungo il suo letto e mi corico, ho molto sonno, mi riposo un po' nella sua attesa.

POV. TOMMASO
Sono le 8 passate quando esco dall’ospedale, mi hanno dato 30 punti sul fianco sinistro, mi ritrovo con un dente in meno e lividi sparsi per tutto il corpo, ho sporto denuncia contro ignoto, chissà se troveranno quel bastardo che mi ha fatto questo…
Mentre sto aspettando il bus che mi riporti a casa leggo un messaggio del mio capo…Mi ha licenziato, ho fatto troppo casini…
Sul bus una bambina mi fissa…E sua madre la richiama immediatamente.
-Amore non fissare quel tizio, è un malavitoso-le dice.
Sospiro…Ci sono tre chiamate di Defne…Suona il telefono non è lei, ma mio zio Antonio, l’unico membro della mia famiglia con cui ancora parlo, visto è considerato che per me, mia madre e mio padre sono come morti e io sono morto per loro.
-Ciao zio-rispondo.
-Come stai? Il mio amico poliziotto mi ha chiamato per informarmi che eri stato coinvolto in una rissa-afferma con tono apprensivo…
-Un coglione mi ha provocato a lavoro, sono un po' ammaccato, ma sto bene, peccato però che Massimo mi ha licenziato-rispondo amareggiato, sono cosi stanco d’essere cosi sfortunato.
-Vuoi che ti raggiunga a Bari?-mi chiede.
-No zio tranquillo, grazie-lui vive a Torino, ha aperto un albergo che va abbastanza bene, immagino sia molto impegnato, non voglio mi raggiunga, sono però contento che mi abbia cercato.
-Va’ a casa adesso, ci sentiamo più tardi-mi dice.
-Va bene zio, a più tardi, grazie-riattacco.
Inizio a guardare fuori dal finestrino e sento le lacrime rigarmi il viso, io non piango spesso, non ho pianto quando i miei si sono lasciati e mi hanno lasciato solo, non ho pianto quando li ho chiamati per comunicargli che ero riuscito a prendere il diploma e nessuno mi aveva risposto, non ho pianto quando ho scoperto che mio padre ha avuto un altro bambino e che per lui ha tempo, lo porta a scuola calcio, fa il tifo per lui la domenica alle sue partite…Ma oggi mi sento cosi solo e quindi piango, piango tutte le lacrime che trattengo, sono solo, non ho nessuno che mi voglia davvero bene, avevo Defne, ma l’ho ferita e allontanata…Come ha detto lei, ho trattato di  merda l’unica persona che per me ci è sempre stata.
Arrivo di fronte casa mia e noto subito la Panda rossa di Defne…Sorrido sarà dentro, è tornata da me, eppure mi aveva detto che non sarebbe mai più tornata…
Entro in casa, non  la trovo sul divano dove di solito mi aspetta, non è nemmeno in cucina a preparare qualcosa, cosi vado verso la camera da letto e la trovo accucciata nel mio letto, la osservo…
Ha una tuta grigia probabilmente due taglie più grandi, la sua felpa preferita quella con Lumierè della Bella e la Bestia, le calzette a righe fuxia e blu, nemmeno un filo di trucco e tutti i capelli scompigliati…Ed è la cosa più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita…Lei è cosi bella e non lo sa, pensa di essere bruttina ed insignificante, sono solo degli idioti quelli che non riescono a vedere la sua bellezza…
Le carezzo la guancia, lei si muove un istante ma continua a dormire, mi libero degli anfibi e mi stendo accanto a lei, vengo immediatamente investito dal suo profumo, che per me ha un solo profumo, quello di casa e di famiglia…Ci copro con un plaid e chiudo gli occhi anche io, ho bisogno di riposarmi e ora sono tranquillo, perché anche se ho passato la notte in ospedale, anche se mi fa malissimo il fianco, anche sono disoccupato e non so come farò a pagare l’affitto di questo monolocale, anche se ho milioni di problemi, in questo momento sono in un letto caldo, con l’ unica donna degna di dividere questo letto con me, la mia Defne, sospiro, sorrido e mi addormento.
-Dio mio che diavolo ti è successo-sono svegliato da urla, è la voce di Defne.
-Defne ho sonno-borbotto.
-Tommaso apri immediatamente gli occhi, dimmi subito cosa è successo, io credevo fossi stato da Rosy e invece sei tutto gonfio e pieno di lividi, Dio mio che è successo, ti prego spiegami- apro gli occhi e la trovo a camminare per tutta la stanza in preda ad una crisi isterica.
-Ho litigato con uno sul lavoro-rispondo.
-E  perché?-chiede.
-Perché mi ha fatto innervosire, lui però ha avuto la meglio, ora posso tornare a dormire?-domando chiudendo gli occhi.
-Hai la maglia sporca di sangue-indica il fianco dove ho ricevuto i punti.
-Speriamo non siano saltati i punti-sbuffo.
-Punti? Tommaso togliti subito la maglia e fammi controllare-urla.
-Stai urlando e mi fa male la testa-sbuffo.
Provo a togliermi la maglia, ma non riesco…
-Ahi cazzo-sbuffo dolorante.
-Ti aiuto io-gattonando sul letto mi raggiunge e io sono completamente sveglio, perché la trovo cosi sexy?
-No non toccarmi-mi scosto.
-Vieni qui e non fare lo stupido-lei poggia la sua mano sulla mia spalla e io vengo attraversato da un brivido…Che diavolo mi succede, probabilmente qualche antidolorifico ha degli strani effetti.
Lei si libera della mia maglia e io…Io vorrei saltargli addosso…Io non sono l’unico ad essere sveglio, copro il mio cavallo con un cuscino.
-Potresti scendere dal mio letto e  non toccarmi-sbotto antipatico.
-Fammi controllare la ferita-dice.
-Tu sei una filosofa non un dottore, non devi controllare nulla-sto sudando freddo.
-Tommy sono davvero preoccupata ti prego, fammi controllare se hai bisogno di essere medicato di nuovo-non mi chiama mai Tommy, lo fa solo quando è preoccupata…
-Ho fame, prima di medicarmi puoi prepararmi qualcosa?-le chiedo sorridendo, io devo riprendere il respiro e lei devo assolutamente allontanarsi dal mio letto.
Lei preoccupata mi fissa…
-Cosa vuoi mangiare?-mi domanda…Io penso a qualcosa che ci voglia almeno mezz’ora il tempo di ridarmi un contegno e uscire dalla zona pericolosissima della mia camera da letto.
-Un bel minestrone caldo-sorrido soddisfatto.
-Hai verdure a casa?-chiede.
-No, però puoi andare al supermercato, l’infermiera mi ha detto che qualcosa di caldo nel mio stato sarebbe l’ideale-dico.
-Ma forse è meglio che prima diamo un’occhiata alla ferita-insiste.
-NOO-urlo.
-Ma ti hanno dato qualcosa in ospedale?-chiede guardandomi un po' basita.
-Un antidolorifico potentissimo-rispondo.
-Credo che ti abbia fatto passare il dolore, ma ti ha reso…Bho strano-mi fissa ancora basita.
-Si mi ha rincoglionito un po'- rispondo.
-Ok vado a prendere le verdure, tu rimani a letto-mi dice.
-NOO, mi sistemo sul divano, è meglio-io devo uscire da questo letto e da questa stanza.
-Ok come vuoi, torno tra pochissimo-si avvicina a me.
-Che vuoi?-mi allontano.
-Sei ancora arrabbiato con me? Volevo solo farti una carezza-mi dice preoccupata.
-Si sono molto arrabbiato, quindi vai a prendere le verdure-sbuffo.
Dio mi sento impazzire, lei deve stare lontanissima da me.
Appena sento chiudere la porta, mi butto sconfitto sui cuscini…Defne è uno di quei dolci che non devi mai assaggiare perché poi non riesci a saziarti e ne vuoi sempre di più e io non posso permettermi in questo caso di volerne di più…
-Dio impazzirò-mi copro il viso con un cuscino.
Venti minuti dopo la raggiungo in cucina e la trovo a tagliare carote.
-Ieri abbiamo litigato,  e io ti ho detto delle cose bruttissime, perché sei qui? Perché ancora una volta ti stai prendendo cura di me?-le domando serio.
Lei si volta e mi osserva serissima, poi sorride.
-Ricordi quando mi hai detto che io sono il tuo tutto, la tua famiglia…Una famiglia vera non ti abbandona mai, capita di litigare ma quando uno di noi ha un problema tutto quello che è successo passa in secondo piano, mi sono sentita mancare quando ho aperto gli occhi e ho visto il tuo viso gonfio-sospira, e io sorrido…Come potrei anche solo immaginare una vita senza di lei?.-Io provo dei fortissimi sentimenti nei tuoi confronti Tommaso e non potrei abbandonarti-proietta i suoi occhi nei miei…
-Scusami se ogni tanto sono uno stronzo-le rispondo.
-A me vai bene cosi-mi sorride dolcemente.
-Oggi mi hanno scambiato per un malavitoso-le dico sorridendo.
-Il malavitoso più sexy del mondo-la osservo e ha uno sguardo malizioso…Sta flirtando con me?
-Defne…Mi trovi sexy?-le domando interdetto.
-Certo che ti hanno scambiato per un malavitoso, il bello e dannato con gli anfibi e il giubbotto di pelle-sorride.
-Bello e dannato-scoppio a ridere.
-Si quei ragazzi misteriosi che ispirano pericolo e sesso-continua.
-Ispiro sesso?-non dovrei continuare questo discorso, ma proprio non resisto.
Lei si accarezza le labbra e mi fissa…E no questo discorso deve essere immediatamente chiuso.
-Si, sembri uno di quelli che sa prendersi ciò che vuole, uno di quelli che ti spinge sul tavolo e ti fa ansimare da subito-afferma…
Io rimango a bocca aperta e prendo a sventolarmi.
-A che punto è il minestrone?-sospiro.
-Altri venti minuti almeno, stenditi sul divano che ti controllo la ferita-dice.
-Ma no perché? Aspettiamo insieme venti minuti, aspettiamo che il tuo meraviglioso minestrone cotto con le tue manine di fata sia pronto-sto per esaurire e dare di matto.
-Sembra quasi tu abbia paura d’essere toccato da me-ride.
-Paura? No  non ho paura di nulla, vuoi medicarmi, andiamo sul divano-mi sollevo.
In silenzio arriviamo di fronte al divano e io non mi siedo.
-Siediti-afferma Defne.
-Forse è meglio che la medicazione venga fatta in piedi-affermo sempre più agitato.
-Dai Tommaso, non giocare-sbuffa lei.
Io mi tolgo la maglia e mi siedo…
-Facciamo in fretta però-dico.
Lei si libera del cerotto e delicatamente inizia a medicare la ferita, ok posso resistere, il fastidio del disinfettante mi distrae da lei, dal suo profumo e dalla sua vicinanza.
-Finito, visto sono stata velocissima e comunque non è saltato nessun punto-mi dice.
-Grazie dottoressa-sto per rimettermi la maglia, quando lei me la toglie dalle mani.-Che che che fa fa fa fai?-domando balbettando.
Lei si accomoda a cavalcioni su di me e io perdo un battito…
-Defne-la richiamo.
-Deve farti molto male-mi carezza il viso.
-Motivo per cui non lo devi toccare-allontano le sue mani.
Lei proietta i suoi occhi nei miei e io giuro che se non si toglie subito di dosso, non rispondo di me…
Lei si avvicina pericolosamente a me e inizia a lasciare dei piccoli bacini sul mio viso.
-Defne che fai?-sospiro.
-Ti curo, un bacio sulla bua la fa passare velocemente-continua con i suoi baci…
-Defne-sospiro con un filo di voce, non posso continuare a resisterle.
-Ti sto solo curando-sussurra vicinissima alle mie labbra.
Rimane immobile davanti a me, io ho gli occhi chiusi e il respiro corto…
-Defne-la chiamo.
-Dimmi-dice lei, sento il suo respiro battere sulle mie labbra.
-Baciami-la supplico. Si esigo che lei mi baci…
-Ok continuo con le cure-però non mi bacia le labbra, ma ricomincia con la fronte…Io sospiro frustrato, da quando in qua ha imparato a fare questi giochetti?
-Defne- non so in questi cinque minuti quante volte l’ho chiamata.
-Dimmi Tommaso-la sento sospirare…
Io apro gli occhi e la fisso…Dio che meraviglia è, e quanto la desidero…Mi dispiace non potrà fermarmi nessuno, nemmeno se tra due minuti dovesse entrare qui il perfetto Domenico.
-Ti sei dimenticata di baciare una bua-le regalo un sorrisetto malizioso.
-Ah si e quale?-chiede, prendendo a disegnare cerchi immaginare sul mio petto nudo…
-Qui-io mi accarezzo le labbra e lei sorride…
-Ma come credevo che tu fossi uno di quelli che si prendono ciò che vogliono, non pensavo potessi utilizzare questi mezzucci-ricambia il sorrisetto malizioso.
-Sei molto cattiva-sbuffo.
Mi accarezza le labbra…
-Non prendi ciò che vuoi?-chiede.
-Defne-la richiamo ancora una volta.
-Dimmi Tommaso-risponde ancora una volta.
Catturo le sue labbra e lei ansima…
-Eh si sono uno di quelli che fa ansimare da subito-sorrido.
-Coglione-sbuffa lei.
Ma io non voglio più sentire nessuna parola, mi impossesso nuovamente delle sue labbra e mi catturo il mio momento di paradiso dopo una notte di merda.
Angolo autrice
Salve mie bellissime lettrici, scusate l'assenza...
Ecco un nuovo capitolo con GIOIA, nessuno se lo aspettava eh ;) spero che il capitolo vi piaccia.
PS. Ma quanto è meraviglioso il mio Tommy nel ricordo di Defne? Non avete gli occhi a cuoricino per lui? Fatemi sapereeeee.
Ciao belle.

 
  
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