Anime & Manga > Lupin III
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Autore: jarmione    14/03/2022    1 recensioni
Dopo anni di inattività, Lupin torna in azione ed il suo obbiettivo è la Bilancia della morte.
Questa bilancia sconvolgerà il gruppo di Lupin e persino Anika, la quale vedrà il suo mondo sgretolarsi.
Riusciranno a risolvere questo nuovo enigma?
O tutti crolleranno nel tentativo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il nuovo capitolo!

Dal prossimo prometto che ci sarà un po’ più di azione.

Buona lettura

 

 

 

"Non è possibile!" Sbottò Zenigata imprecando contro Lupin, intento a riparare con un cacciavite un aggeggio minuscolo.
Appoggiato con i gomiti sul tavolo della cucina dell'ispettore, erano due giorni che tentava di elaborare un piano.
La cosa non si era rivelata semplice.
Zenigata non lo mollava un istante, standogli col fiato sul collo e facendo di tutto tranne che aiutarlo.
Lupin poteva capirlo, sapeva cosa provava e sapeva che la sua mente non era abbastanza lucida da ragionare e mettersi a discutere con calma.
Il risultato erano continue sfuriate contro Lupin il quale, dopo due giorni in quel modo, iniziava a perdere la pazienza.
"Dannazione!" Esclamò l'ispettore e, a quel punto, Lupin non ce la fece più e batté un pugno sul tavolo.
"Senti, Zazà, quando elaboro un piano ho sempre un valido aiuto, ecco perché ci metto poco in caso di emergenza ed ora che ho bisogno di tranquillità e aiuto tu non fai altro che stare lì come uno stoccafisso a sbraitare!"
Zenigata non sembrò accettare quella sfuriata e, purtroppo, si mise a ribattere.
"Si tratta della mia famiglia!"
"Beh, come vedi sono coinvolto" ribatté il ladro "Anika e Yuki sono anche la mia famiglia e l'unica cosa che rimprovero alla mia nipotina è che ha deciso di vivere con un ispettore di polizia!"
Zenigata divenne rosso paonazzo dalla rabbia.
"Allora avrei dovuto sposarla così l'avrei tolta ufficialmente dalle tue grinfie!"
E qui cadde il silenzio.
Zenigata iniziò a maledirsi mentalmente per quanto appena detto.
Voleva sì sposare Anika, ma non per il motivo appena detto.
Lupin era rimasto talmente sbalordito che non diede peso alla frase per intero, sapeva che non la pensava davvero.
"Zazà..." era senza parole "Non ti basta che siamo collegati per via di Yuki, devo anche sopportarti come parente vero e proprio?"
Zenigata si calmò e torno serio.
"Arrenditi, Lupin, siamo destinati a stare molto vicini per molto tempo ancora"
Lupin rabbrividì e preferì tornare al lavoro sull'aggeggio con cui litigava da due giorni.

Zenigata cercò di darsi un contegno, ben sapendo che non poteva mettersi a fare altre discussioni o non sarebbero più andata avanti.

“Mi spieghi che cosa stai facendo?”

“Lo vedi questo affare?” Lupin gli mostrò l’aggeggio a cui stava lavorando “E’ una ricetrasmittente, l’ha persa uno di quei tipi che ci hanno attaccati nel vicolo” spiegò “L’ho quasi riprogrammata, di solito se ne occupa Jigen ma lui non è qui e non riesco a mettermi in contatto con lui”

Zenigata annuì e si sedette accanto a Lupin per provare ad aiutarlo.

Con la distruzione della cascina dove erano nascosti, tutta la strumentazione era andata persa e Lupin aveva dovuto arrangiarsi con quello che aveva dentro l’auto e con quanto gli forniva Zenigata.

Nonostante tutto l’ispettore sembrava essere fin troppo tranquillo in quella situazione, forse perché sapeva benissimo che Anika stava bene ed era al sicuro e che Yuki non sarebbe stato toccato...per il momento.

Nonostante questa sua calma glaciale, dentro di sé nascondeva un animo tormentato in piena burrasca e le poche volte che si addormentava erano sonni agitati, tanto che Lupin si era preoccupato all’inizio.

Sapeva cosa provava il suo avversario, ci era passato anche lui...ed anche Jigen.

Tutti ci erano passati.

Un altro tormentato era Yata, il suo assistente.

Zenigata lo aveva liquidato malamente per non aver difeso Yuki, ma si era scusate subito dopo.

Yata aveva cercato davvero di difenderlo, ma era stato quasi subito messo K.O. da un colpo in testa ed era svenuto.

Quando si era risvegliato Yuki non c’era già più.

Oltre alle scartoffie dell’ufficio, faceva da informatore a Lupin e Zenigata e portava loro il cibo e i beni di prima necessità.

Nessuno dei due era mai uscito da quella casa neanche per una boccata d’aria o per fumare, cosa che stavano facendo dentro casa.

Zenigata si era più volte chiesto come avrebbe reagito Anika se, tornando a casa con il bambino, avesse sentito quell’odore di sigaretta stantia.

Probabilmente li avrebbe ammazzati entrambi.

Anche Lupin lo aveva pensato ed aveva persino elaborato un piano di fuga, se mai fosse capitato.

Era persino arrivato a pensare che ciò che gli avrebbe riservato Anika sarebbe stato molto più doloroso della ferita che l’ispettore aveva al braccio.

Non aveva voluto nemmeno andare all’ospedale, si era accontentato di farsi medicare alla buona da Lupin il quale si era raccomandato di andare a farsi vedere non appena la faccenda sarebbe finita.

La fortuna che Zenigata aveva era che il colpo era di striscio, se fosse stato diretto sarebbe già morto dissanguato.

Dopo aver messo da parte questi pensieri, il ladro sospirò e finì di sistemare la piccola trasmittente “Fatto!” esclamò vittorioso, allungando poi una mano e prendendo dalla tasca di Zenigata il cellulare “Me lo presti? Grazie paparino”

“Ehi!” L’ispettore era rimasto talmente sbalordito da non essere stato in grado di reagire per tempo “Non puoi usare il tuo!?”

“Il mio è lievemente morto” Lupin sorrise innocente e mostrò a Zenigata il cellulare spento.

Il cavo era rimasto nella cascina ed era andato distrutto.

Sfruttando il cellulare dell’ispettore, raggirò il sistema della ricetrasmittente e cercò di risalire alle ultime registrazioni.

Purtroppo non trovò nulla, anzi...scoprì che le registrazioni restavano in essa per circa ventiquattro ore e poi si auto eliminavano.

Erano arrivati tardi.

“Dannazione!” sbottò Lupin, battendo i pugni sul tavolo “Siamo arrivati tardi, quei bastardi ci hanno fregati”

Zenigata fece per ribattere, ma non riuscì.

La porta della casa si spalancò ed un esausto Yata fece il suo ingresso sventolando una cartellina.

“Ispettore!” esclamò, riprendendo fiato “Sappiamo chi sono!”

Lupin, con un balzo felino, si fiondò su Yata e prese bruscamente la cartellina dalle sue mani, tornando subito al tavolo.

“Quelli che ci hanno attaccati sono dei sicari, non appartengono a nessuna banda di malviventi conosciuta”

“Sono sicari ma non malviventi?” Zenigata non capì “E chi li comanda?” domandò voltandosi verso Lupin il quale, scosso da un brivido, indicò un nome su uno dei fogli.

 

*****

 

“Hideo Kimura?” domandò Jigen, alzando un sopracciglio “E chi sarebbe?”

“Come chi sarebbe!?” si scandalizzò Fujiko “E’ il più grande magnate dell’industria tessile del mondo” prese fra le mani il foulard che aveva al collo e se lo passò sul volto “I capi di abbigliamento che produce sono così delicati e morbidi”

“E fanno anche pietà” commentò Anika, ricevendo una linguaccia da parte di Fujiko.

Nonostante fosse cresciuta sotto molti aspetti, il suo abbigliamento ideale era tutt’altro.

L’occasione di re-indossare qualcosa di comodo e che le piaceva si era finalmente presentata, anche se non era per nulla piacevole come contesto.

Pronta per l’azione e per allenarsi, Anika era tornata ad indossare le sue adorate scarpe da tennis, seguite da un bel paio di pantaloni jeans, maglietta e felpa rigorosamente neri.

Cosa più importante, si era fatta una bella treccia che, era più comoda da gestire.

L’ultima volta che l’aveva fatta stava ancora con Lupin ed era stato proprio lui a fargliela in quanto lei faceva fatica da sola.

Ammise che quella vita le era mancata, ma sapeva anche che non sarebbe riuscita a vivere diversamente da come aveva vissuto fino ad ora.

Specialmente per Yuki.

Non lo vedeva da due giorni e non era mai stata così tanto tempo lontano da lui.

Non era riusciti nemmeno a mettersi in contatto con Lupin e non erano potuti tornare in città o alla vecchia cascina per non incappare negli uomini mandati da Kimura.

E Zenigata? Stava bene davvero? Yuki era con lui o con Lupin?

Erano davvero tante le domande che affollavano la sua mente e tutte senza risposta, solo una fievole speranza alimentava il suo continuare a reagire.

“Kimura vuole la bilancia, ma perché?” domandò Fujiko “Sono sicura che non sa neanche il valore di questo oggetto arrugginito”

“Si, perché tu lo conosci giusto?” Fu la domanda retorica di Jigen “A te interessano solo i soldi”

“Beh, è ovvio” rispose Fujiko “E’ grazie a quelli che posso vivere e penso che anche voi senza non possiate vivere”

“Esistono cose più importanti del denaro” si intromise Goemon “Valori inestimabili che non si posso comprare”

“Tu vivi nella meditazione e nella spiritualità” ribatté Fujiko “Il tuo parere non conta”

“Sei sempre la solita venale!” sbottò Jigen, iniziando una vera e propria discussione con la donna.

Pur di non sentirli, Goemon e Anika si allontanarono e si misero in disparte.

“Quando cominciano a discutere non li sopporto” brontolò Anika, ricevendo l’assenso di Goemon.

“Non ho mai appoggiato le opinioni di Fujiko” commentò il samurai “L’unica volta che l’ho fatto...beh...me ne sono andato”

Ad Anika non servì sentire il quando questo era accaduto.

Sospirò ed incrociò le braccia, diventando improvvisamente mogia.

“Tutto bene?” domandò Goemon.

Anika annuì “Si...non preoccuparti”

“Anika…”
“Ho detto di non preoccuparti” tagliò corto lei, cercando di cambiare subito discorso “Chi ci ha attaccati è questo Kimura, giusto?”

Goemon non fece altre domande e cercò di assecondarla “Sì” rispose “Da quello che so ha una sontuosa abitazione fuori città, ma pare sia invalicabile”

“Però sappiamo molto bene che per noi nulla è invalicabile” ammiccò Anika

“Ho i miei dubbi” Goemon, con un cenno del capo, indicò Jigen, che era ancora intento a discutere con Fujiko.

Erano due giorni che brancolava nel buio.

Cercavano tutti di fare qualcosa, ma sapevano che era Lupin colui che riusciva ad elaborare i piani e mandarli avanti senza intoppi.

Jigen era l’addetto tecnologia, Goemon il jolly da giocare e Fujiko...Beh, lei di solito era alleata con tutti tranne che Lupin e di solito faceva il doppio gioco.

Si resero conto di essere persi senza Lupin, ma non riuscendo a contattarlo non potevano fare altrimenti.

Almeno erano arrivati a capire chi era il mandante.

“Allora elabora tu un piano, donna!” sbottò Jigen, incrociando le braccia e voltando a Fujiko le spalle.

La donna, stizzita, fece lo stesso.

Sospirando, Anika tornò verso il pistolero “Jigen, possiamo farcela” disse “Dobbiamo farcela”

“Ha un sistema di allarme sofisticato” borbottò “Non credo che riusciremo ad entrare facilmente, siamo pure arrugginiti”

“Parla per te!” sbottò Fujiko “Vecchio carretto con la barba!”

Jigen avrebbe voluto ribattere, ma preferì lasciare stare.

Anika gli scostò appena il cappello, lo guardò dritto negli occhi e...lo vide.

Vide un piccolo bagliore al loro interno, segno che Jigen aveva elaborato un piano anche senza bisogno di Lupin e le sue conferme.

“Jigen...ti prego” lo implorò Anika.

Jigen fremette “E va bene, ma sarà complicato” detto questo Anika sorrise...ma quel sorriso non durò a lungo.

Goemon si avvicinò e mostrò agli altri lo schermo del suo cellulare.

Era un video, gli era appena arrivato e non solo a loro.

Pochi istanti dopo i telefoni di Anika e Jigen segnalarono una notifica da un numero sconosciuto.

Anche loro avevano ricevuto lo stesso video.

 

Questo messaggio è rivolto a Lupin e ai membri della sua banda

 

Era Hideo Kimura.

 

Avete una cosa che mi serve e dovete portarmela qui.

Avete tempo fino a domani a mezzanotte per consegnarmi la bilancia oppure le conseguenze saranno inevitabili.

 

Era decisamente successo qualcosa anche a Lupin e Zenigata e non era solo quel video a farglielo capire.

Il cellulare del ladro era fuori uso da due giorni e questo significava che non aveva visto o non stava vedendo il video.

Nel filmato, Kimura ad un certo punto scomparve e al suo posto apparvero le riprese di una telecamera nascosta in una delle stanze della casa.

Nella stanza si vedeva qualcuno seduto per terra, che aveva le lacrime agli occhi e sembrava che stesse chiedendo di uscire.

“Yuki!” gridò Anika, sgranando gli occhi terrorizzata e sbiancando di colpo.

Il video si interruppe e la ragazza cadde a terra in ginocchio.

Yuki non era a casa, quindi Lupin non era riuscito a portarlo da Zenigata e quest’ultimo…il solo pensiero le fece venire la nausea, che ormai la accompagnava da due giorni filati.

“Anika!” Goemon subito la soccorso “Anika, guardami”

Ma lei era evidentemente sotto shock e davanti a lei vedeva tutto nero.

“Dannazione, non ci voleva” commentò Fujiko, avvicinandosi “Ehi, zuccherino, sveglia, guardami” schioccò le dita davanti al naso di Anika, che alzò appena lo sguardo.

I suoi occhi si puntarono su Jigen.

“V-vedi...di metterlo in atto” disse riferita al piano che il pistolero aveva in mente “Rivoglio mio figlio”

Jigen annuì e non perse tempo “Goemon, mi serve il tuo aiuto” ed il samurai annuì.

“Anika” Fujiko aiutò la ragazza ad alzarsi “Tu vieni con me, c’è una cosa che devi fare”

Anika non si oppose, non ne fu in grado, lasciò che Fujiko la portasse fuori di lì, mentre Jigen e Goemon si misero a studiare delle mappe tramite un portatile trovato nell’elicottero.

  
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