Cap.19
< Mi sento solo, abbandonato
dai miei amici che non mi
comprendono.
Vedo morire persone a cui tengo, solo
perché la mia razza
non invecchia. I vecchi clienti erano sempre di meno, mentre ora non ho
neanche
il coraggio di tornare a lavoro per non far vedere il mio viso
deformato dalla
sofferenza.
La mia buona stella è
ridotta ad un lumicino.
Cerco rifugio nel calore altrui, ma
non serve a niente.
Essere abbracciato, cullato e consolato non mi fa stare meglio. Non
riesco a
credere alle parole di Vegeta che mi assicura che tutto
andrà meglio.
Avverto il sapore del fiele in bocca
e le lacrime non smettono
di scendere > pensò Goku.
“Non mi fanno entrare in
terapia intensiva. Non mi fanno
andare a trovare la mia Chichi” ammise.
Vegeta lo cullò contro di
sé, poggiandogli il mento sulla
testa.
“Cercherò di
parlare col direttore dell’ospedale. Al massimo
la faremo trasferire in una clinica. Un amico del padre di Bulma ne
gestisce
una importante, ha solo medici di alto livello” lo
rassicurò.
< Gli occhi di Kakaroth sono
due vetri neri opachi e
spenti. La sua mente sembra non essere più sintonizzata su
questo universo.
La sua esistenza è
distrutta, in bianco e nero.
Prigioniero dei suoi incubi.
Lui che ha sempre salvato tutti non
riesce a salvare la sua
donna e non riesce a tornare in sé.
Potendo l’aiuterei io sua
moglie, ma non riesco a
comprendere cos’ha Chichi.
Non riesco a trovare una singola
malattia che abbia quei
sintomi. Sembra più un sonno incantato e forse si tratta di
quello >
rifletté.
Goku sospirò.
< Chichi… Vorrei
andarmene al tuo posto. Sarebbe più
giusto se, come un tempo, fossi io a cadere in un campo di battaglia.
Chichi non mi lasciare, senza te non
vivo.
Scusami se sono stupido. Se quando
parli spesso non ti
capisco perché usi parole troppo difficili.
Perdonami se ti faccio sempre
arrabbiare.
Giuro che non tenterò
più di rubare il cibo mentre cucini e
accetterò di buon grado, quando sei arrabbiata, di non
toccare nessuno dei tuoi
manicaretti.
Ti tratterò come una
regina. Intreccerò per te corone di
fiori, così da impreziosire i tuoi capelli corvini.
Tu sei la mia ninfa dei boschi, la
rappresentazione di Madre
Natura, della mia ‘Terra’.
Come posso crescere i nostri figli
senza il tuo aiuto? Come
potrò rimanere accanto a May se sono realmente pazzo? Senza
di te perderò
veramente la mia mente.
Sei la mia salvezza.
Scusami per tutto. Mi perdo senza di
te > implorò
mentalmente.
“Ho
paura…” ammise Son. Chiuse gli occhi.
“Scusa se
piagnucolo. Stai pagando tutte le spese per le cure, ti stai occupando
di
tutto. Io sono completamente inutile”.
Vegeta gli alzò il capo.
“Sono io che non ho fatto
abbastanza. Studierò il caso di
tua moglie. La curerò con le mie stesse mani se
sarà necessario.
Tu devi fare una cosa sola: non
arrenderti” ordinò.
Goku annuì.
“Sì, mio
re”.
Vegeta gli sorrise, accarezzandogli
le spalle.
Mormorò gentilmente:
“Bene”.
< Di solito è lui
che si prende cura di me quando sto
male, quando crollo e piango, ma inaspettatamente adesso sta accadendo
il
contrario > pensò.