Film > Biancaneve
Ricorda la storia  |      
Autore: Averroe    05/09/2009    7 recensioni
"Maledizione, non ti ho chiesto un consiglio di stato, ma solo chi è la più bella!”
“Va bene, va bene: la più bella sei tu … ma anche quella ragazza lì dietro non scherza …”

Non prendiamoci per i fondelli: qual è la vera storia di Biancaneve? Ma soprattutto, ce ne importa qualcosa? Assolutamente no. Ragione in più per esaminare la situazione.
Altro che matrigne sadiche, leggiadre fanciulle, intrepidi principi e graziosi nanetti da giardino e non. Vi racconto io come andò realmente.
Vero e proprio recupero senza restauro. Leggete per comprendere (ma se non leggete siete gente savia).
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alloooora.

Penserete che abbia una malsana ossessione per i cartoni animati Disney e nella fattispecie per Biancaneve, e i vostri sospetti possono in effetti dirsi leciti. In ogni caso v’ingannerete.

Perfettamente cosciente della colossale boiata che è questa brevissima storiella insensata, vado a sottoporre al vostro esimio giudizio, signore e signori, una mia infantile opera.  Difatti questa solenne coglionaggine non è una mia recente creazione, anzi. Ho reperito la summentovata coglionaggine da qualche arcaico quanto polveroso recesso dei miei documenti. Devo averla scritta in prima o seconda media, non ricordo, in ogni caso all’epoca avevo circa undici anni. Rileggendola mi sono, come dire, intenerita di fronte a tanta genuina idiozia, rendendomi conto alfine che la mia demenza è ben radicata nel tempo, e ha origini lontane. In sostanza, non c’è stata una così inquietante degenerazione recente. Tornando a noi, non so bene cosa mi abbia spinto a mettere qualcosa del genere su questo sito, ma mi è parsa una cosa divertente. Ho lasciato il testo così com’era, quindi lo troverete un tantino infantile. E’ estremamente ingenua ed estremamente pirla, ma fa niente.

Riscontrerete delle similitudini decisamente improbabili, ma lasciate correre. Era un lavoro facoltativo la cui consegna consisteva nello scrivere qualcosa – qualsiasi cosa – con un numero obbligato di paragoni prestabiliti. Io l’ho scritto, ma nella mia infanzia lontana – quattro anni fa, ma suvvia, lasciatemi fare un po’ di melodramma! – non l’ho mai presentato alla prof, così ora lo presento a voi.

Buona lettura.

 

The true version of

Snow White

 

 

 

C’era una volta una bella donna alta come una maestosa quercia che viveva in una casetta al limitare del bosco.

Un giorno la donna ebbe una bella bambina dalle guance rosse come il bardolino, che chiamò Biancaneve.

Biancaneve crebbe in fretta e divenne molto amica degli animali. Un bel giorno incontrò un coniglio grasso come una mucca che arrancava per raggiungere la cima della collina.

Biancaneve lo prese delicatamente in braccio per soccorrerlo ma, ahimè, la bestiola era enorme, così si formò una voragine nel terreno e scesero entrambi agli inferi. Satana, a cui era stata prescritta una cura antidepressiva dal suo psichiatra, era immerso in una vasca di lava mista a fango curativo e si stava facendo fare la manicure.

Appena li vide si infuriò e li cacciò di sopra, non prima di aver loro consegnato una lista dei danni che gli dovevano pagare per il buco nel soffitto.

La madre di Biancaneve era fuori casa e la ragazza, senza una ragione precisa, decise di andarsene.

E stava giustappunto lasciando la propria dimora quando si rese conto che il pavimento era bagnato. Assalita da un dubbio, corse alla latrina, e notò che era otturata, perciò stava allagando tutta l’abitazione. così, con fatica, prese il suo amico roditore e lo incastrò per benino in quel foro, in modo da utilizzarlo come tappo.

Finalmente poté lasciare la sua abitazione. lasciò la nota spese del diavolo  sul tavolo e partì.

Appena incamminata, si imbattè in un uomo col naso grosso come un fungo porcino, che le disse: “Bella fanciulla, ti prego, aiutami: la mia padrona mi ha ordinato di portarle un cuore di bue, ma io di buoi non ne ho trovati: potrei portarle il tuo, di cuore?”

Biancaneve non sapeva di preciso perché, ma quell’idea non l’ispirava più di tanto, così preferì ribattere: “Il mio l’ho già fatto lessare, andiamo a chiedere in giro se qualcuno ce l’ha disponibile!”

“Va bene, ti ringrazio comunque”, rispose un po’ perplesso l’uomo.

Biancaneve ricordò di avere una nonna morta da non molto tempo, così condusse il brav’uomo al cimitero, dove dissotterrarono il cadavere della povera vecchietta e ‘presero in prestito’ il suo cuore.

Quando giunsero all’abitazione della padrona dell’uomo che Biancaneve aveva incontrato, la ragazza si accorse che quella non era affatto una casa come tutte le altre, bensì un castello, quindi la donna che vi risiedeva doveva essere molto ricca.

Entrarono in un lussuoso salone riccamente arredato dove sedeva la signora, e si inchinarono. L’uomo le porse lo scrignetto in cui avevano riposto il cuore. Appena la donna lo aprì, fece una smorfia di disgusto. “Osvaldo, pezzo d’idiota che non sei altro”, sibilò. “Io non ti avevo chiesto un cuore di bue inteso come organo! Il cuore di bue è una varietà di pomodoro, imbecille!”

“Sono mortificato”, tentò di difendersi lui.

“E chi sarebbe quella sottospecie di nanerottola che hai portato con te, lurido verme senza cervello?!”

“Un’amica, mia signora, non dovete preoccuparvi.”

“D’accordo, ma vedi di levarmela dai piedi … Beh, che aspetti? Muoviti, prima che faccia notte!”

Appena i due disgraziati furono usciti la donna si voltò verso un orrendo specchio di dubbio gusto appeso al muro.

Specchio, specchio delle mi brame,

dimmi: chi è la più bella del reame?

si udì solo uno sbadiglio distratto. La donna, innervosita, ripeté la tiritera.

“Ti ho già spiegato”, si decise lo specchio, “che essendo più anziano di te, desidero che mi venga dato del lei; non mi risulta che questo varchi i limiti del possibile.”

“Li varcherai tu, i limiti del possibile, se non mi dici, specchio della malora, chi diavolo è la più bella del reame!”, tuonò la megera.

Lo specchio, che era un progressista, replicò: “Non è possibile che esista ancora la monarchia: questo stato dovrebbe essere una repubblica! Le altre nazioni hanno attuato delle riforme, e tu sei ancora qui col tuo benedetto reame!”

“Ti risulta che repubblica faccia rima con brame? E poi, maledizione, non ti ho chiesto un consiglio di stato, ma solo chi è la più bella!”

“Va bene, va bene: la più bella sei tu … ma anche quella ragazza lì dietro non scherza …”

“Chi? Chi?”, si allarmò subito la strega, voltandosi di scatto. Scorse Biancaneve intenta a lavare i pavimenti. “Quella non è una bella ragazza, idiota! Ma che razza di gusti hai?!”

Biancaneve si stufò presto di quella vita, e se ne andò. La strega, a cui Biancaneve stava antipatica, decise di farla uccidere da Osvaldo. Per assicurarsi che lui la uccidesse, gli chiese di portarle il suo cuore. Osvaldo ovviamente non uccise Biancaneve, tuttavia portò alla sua padrona uno scrignetto.. appena la donna lo aprì, scoprì un pomodoro cuore di bue.

Biancaneve, nel frattempo, incontrò sette piccoli omuncoli che canterellavano come beoti nel bosco.

Siccome la ragazza intimò loro che se non avessero smesso li avrebbe accoppati uno ad uno, essi preferirono condurla alla loro casetta per accoglierla e tenere a freno le sue ire.

Biancaneve visse presso di loro per un mesetto, finché i nani, decisamente stufi, inviarono un SMS alla strega col quale la supplicavano di venire a far fuori quella mantenuta maledetta.

La strega acconsentì.

Decise di travestirsi da vecchina per apparire innocente e poi scese nelle segrete del castello dove prese un volume pesante che pareva un masso, e iniziò a sfogliarlo istericamente.

Quando trovò ciò che cercava, cucinò un veleno in cui intinse una mela.

Poi intraprese il viaggio verso la casetta dei nani, che erano fuori casa – più precisamente alla centrale di polizia, accusati di consumo e spaccio di droga oltre che di commercio illecito di minerali preziosi che sarebbero dovuti appartenere allo stato.

Biancaneve dormiva ancora – restava a letto fino alle tre del pomeriggio – quindi si svegliò infastidita dalla scampanellata.

Andò alla porta in vestaglia e scorse la vecchina.

“Che diavolo vuoi, vecchiaccia?! Ma non sai che ore sono?”

“Sono venuta qui a portarti questa mela: è deliziosa, credimi.”

“Ma … Oh, ma che pensiero gentile! Lascia che ricambi con una torta!”

La strega si trovò costretta ad accettare, e Biancaneve si mise all’opera.

Bisogna sapere che non era molto abile in cucina, così esagerò col liquore e ubriacò l’ospite.

Per farle smaltire la sbornia pensò di darle la mela.

La strega, che nel frattempo stava cantando a squarciagola la colonna sonora di Titanic, la divorò senza badarci troppo e poco dopo cadde stecchita a terra.

I nani piansero amaramente la morte dell’unica persona che desse loro la possibilità di levarsi dai piedi Biancaneve.

Intanto un principe azzurro si aggirava, per una strada a curve che ricordava le dune del deserto, sul suo destriero (zoppo, con l’arteriosclerosi e bronchitico) in cerca di principesse da resuscitare. Quanto scorse la bara saltò giù dal ronzino, che era in preda ad un attacco d’asma, per fiondarsi a baciare la morta senza riflettere. Quando si accorse di aver baciato una vecchia, rendendosi conto dell’irreparabile caduta d’immagine, si sparò.

La strega resuscitata, intanto, se ne andò rinunciando, nonostante le suppliche dei nani, e seccare Biancaneve.

I nani, comunque, videro realizzato il loro desiderio, perché la fanciulla decise di fare ritorno a casa – per evitare di rimanere immischiata nei loschi affari dei coinquilini – dove ritrovò la madre e il suo voluminoso amico coniglio, ancora incastrato nel buco della latrina.

 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Biancaneve / Vai alla pagina dell'autore: Averroe