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Autore: Pando91    21/03/2022    0 recensioni
Chris e Camila si frequentano da un mese. Quando Chris la invita a cenare con la sua famiglia, Lauren la incontra e tutto cambia.
"Li sento ridere e quando finalmente entrano nel mio campo visivo, lo stomaco mi si chiude e le mani cominciano a sudarmi.
È bellissima.
I capelli lunghi marroni fanno da cornice ad un viso dolce e magro. Gli occhi color nocciola risplendono di luce propria ma la prima cosa che noto sono le labbra, piene e all’apparenza soffici. Si morde il labbro inferiore, probabilmente agitata. Il mio sguardo scende sul suo corpo, incantata dalla bellezza semplice della ragazza che ho di fronte."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Pandangolo

 

Se c'è ancora qualcuno che si aspettava un aggiornamento, batta un colpo. Sono tornata e spero di concludere questa missione: devo ringraziare un persona che con fermezza mi ha scritto in privato per incitarmi a finirla. Se c'è ancora qualcuno appunto, che mi segue, sa che ho iniziato un'altra fan fiction sulle Emise però, e quindi dovrò aggiornarne due. Spero di ritrovare quelle sensazioni che provavo all'epoca: sappiate però, che io sono cambiata e che anche il modo di scrivere è cambiato. Spero comunque che vi possa piacere, per me è importante sapere cosa ne pensate! 

 

Un saluto a tutti, grazie come sempre delle innumerevoli recensioni che mi avete lasciato in questi anni! Buona lettura, Giulia 

 

 

 

 

SESTO CAPITOLO 

 

Avete presente quando vi sembra la cosa più sbagliata del mondo, ma anche la cosa che vorreste in assoluto fare di più? Ecco, nella mia vita era sempre stato tutto così. E Camila era solo ed esclusivamente la ciliegina sulla torta. 

 

Stavo aspettando l'inizio del gioco, torturandomi per l'ansia per la partita che avrei giocato a breve. Amavo il softball, gli allenamenti e tutto ciò che riguardasse farsi il culo, fare sacrifici e porta a casa la vittoria, ma anche la sconfitta. L'importante era mettere amore in quello che si faceva, e in quello non sii poteva dire che non mi impegnassi a dovere. 

 

Non sono certo destinata ad essere una campionessa, ma fare sport e fare gioco di squadra mi aiutava tantissimo a finire la mia giornata con un sorriso. 

 

"Lauren, pronta per spaccargli il culo?" 

 

Rido col cuore, alla frase delicata di una delle mie compagne. 

 

"Sempre pronta!!"

 

Alzai gli occhi verso le tribune, e notai mia madre sbracciarsi per farsi notare, con mio padre affianco. Vicino a loro, vidi due figure e il mio cuore si strinse, e anche lo stomaco. Chris e Camila, mano nella mano, tentavano anche loro un saluto, meno vigoroso ma gentile. 

 

Ormai era un mese che non avevo più avuto contatti con Camila. Era stato un mese pieno di compiti, verifiche e partite, essendo iniziata la stagione, e le mie amiche avevano permesso che riuscissi a pensare il meno possibile a lei. Ma non era stato facile e non lo era neanche in quel momento. Dopo quella discussione assurda però, avevo capito che non si poteva veramente concludere niente e che non potevo e non dovevo portare Camila dalla mia parte, cosa che evidentemente sarei riuscita a fare.

 

Chris non lo meritava: era un gesto perfido, e non sarei riuscita a far tutto a cuor leggero. Certo che Camila, non rendeva le cose facili, semplicemente essendo lei. 

 

La guardai da lontano e notai che mi osservava e bastò quello per farmi sudare le mani e per sentire il cuore scendere fino allo stomaco. Ma come fa una persona a farti sentire cose del genere? Ma perché poi? Ciòè, perché proprio quella precisa persona? 

 

Lauren, contieniti, ce l'hai fatta per un mese, puoi farlo finché queste sensazioni non si placheranno. E comunque diciamolo, che la fortuna non è affatto dalla tua parte. 

 

Presi il cappello, il caldo di Miami che mi stava friggendo il cervello. Ci posizionammo in attesa dell'inizio del gioco. 

 

Il cuore cominciò a battere veramente per l'agitazione, e non potei fare a meno di torturarmi le mani. Jenny, una delle mie compagne, mi afferrò la mano più vicina a lei, facendomi un sorriso. Di lì a poco, il fischio echeggiò nell'aria e la partita iniziò.

 

7 inning e una partita da vincere, non pensai ad altro. Da lanciatrice, afferrai la pallina, la lanciai e cominciai a correre per conquistare la casa base. Corsi a più non posso, sotto gli sguardi di tutti. Quando l'ultima base mi divideva dalla "vittoria" iniziale, sentii pompare il sangue velocemente. Entrai in scivolata verso la casa base, e bam, feci il primo punto della giornata. 

 

Le ragazze mi vennero incontro per pochi secondi, contente. Io guardai in alto e controllai le tribune. Lei mi guardò, con un sorriso dolce e soddisfatto e il mio cuore si gonfiò. Scossi la testa e mi concentrai, perché dovevo tutto alla mia squadra: la partita iniziò di nuovo e non vidi l'ora di vincere, di nuovo. 

 

Entrammo nello spogliatoio, esultanti. Eravamo distrutte, sudate e non vedevamo l'ora di fare una doccia rinfrescante. Avevamo vinto, e i sacrifici fatti avevano portato dei risultati. 

 

"Comunque si era capito da quando Lauren ha fatto il primo punto: dovevamo vincere e basta!" 

 

Disse Jenny, dandomi una spallata soddisfatta. 

 

"Ahia!" 

 

Risi da sola, contenta di aver dato quel primo impulso per fare meglio durante tutta la partita. 

 

Facemmo la doccia, cantando e prendendoci in giro. Stare in squadra era sempre rincuorante, e mi dava sempre la possibilità di godermi due ore di allentamento senza pensare ad altro. 

 

Con i capelli bagnati, uscii dallo spogliatoio salutando, dovendo andare dai miei genitori. Il pensiero che avevo accantonato, di Camila, ritornò in superficie e mi fece male. 

 

Sarebbe stata la prima volta, il primo incontro dopo un mese di silenzio, dopo i miei svariati rifiuti alle cene di famiglia, per motivi inventati, dopo aver fatto finta di niente all'uscita di scuola, se la vedevo incontrarsi con Chris. Avevo fatto di tutto per evitarla, cercando di non destare sospetti. Ma non potevo farlo per sempre, prima o poi doveva succedere. Magari non avrei sentito niente, magari mi era semplicemente passata e avremmo potuto essere amiche, amiche normali. 

 

Pian piano che mi avvicinavo al parcheggio, però, il cuore si faceva pesante. Sguardo basso, camminata lenta, zaino in spalla. Scorsi i miei genitori salutarmi da lontano, gli feci un cenno e cercai di evitare di guardarla, perché lei era lì, con Chris, splendida come sempre.

 

Già parti male Lauren. 

 

Li raggiunsi dopo pochi attimi, i miei genitori mi abbracciarono contenti della vittoria, Chris mi diede una pacca sulla spalla e feci di tutto, ma veramente di tutto, per evitare Camila. Lei riuscii a dire "complimenti" - mi mancava la sua voce - ma non si sbilanciò oltre. E io la ringraziai mentalmente. Quando finalmente, presi coraggio e la guardai, mentre mio padre stava praticamente facendo il riepilogo della partita, venni colpita dai suoi occhi e dal suo sguardo, che per assurdo sembrava più maturo. Maturo e stabile. Era bella, bella come sempre, e come sempre, il suo profumo mi faceva ciondolare. Non potei trattenermi dal sorriderle, nonostante tutto, e lei sembrò sorpresa. Mi è veramente mancato osservarla, sentire la sua presenza. La guardai ancora, facendo fatica a distogliere lo sguardo, e lei mantenne senza problemi il contatto visivo. Forse a lei aveva fatto bene la nostra distanza. 

 

Io invece, mi resi subito conto che non era cambiato niente. Che mi piaceva esattamente come prima, anzi forse di più, perché idealizzarla per un mese non era stata una grande scelta. 

 

"Lauren" una voce remota mi scosse. Mi girai e Jenny mi raggiunse, con il respiro affannato. 

 

"Jen, dimmi" le dissi, sorpresa. 

 

"Posso parlarti un attimo?" 

 

Sembrava a disagio, salutò i miei genitori, mio fratello e Camila, mi afferrò la mano e mi trascinò il più lontano possibile.

 

"Che succede?" La guardai stralunata, non capivo perché si stava comportando in quel modo.

 

"Senti Lauren, se non lo faccio adesso poi finisce la stagione e ormai siamo grandi e insomma, devo dirtelo" 

 

Faceva avanti e indietro, agitata. Jenny era una bella ragazza: capelli biondi, fisico statuario, occhi azzurri e labbra carnose. Era una tipa tosta, si sapeva fare valere e riusciva sempre a tirarmi su: era un bel sostegno morale per tutte in squadra, ma soprattutto per me. 

 

"Dirmi cosa? Fermati un attimo" le dissi, afferrandola per il braccio.

 

Sembrava stressata, cosa che faceva anche piuttosto ridere. 

 

"Senti, non è semplice" la situazione stava diventando frustrate, anche perché, nonostante fossero lontane, le persone che mi stavano aspettando stavano osservando tutto. 

 

"Jen, dillo e basta!"

 

A questo punto si fermò, e prese un respiro: ma che cavolo stava succedendo? Volevano cacciarmi? Non capivo veramente perché Jenny fosse così agitata.

 

"Tu mi piaci! Ecco, l'ho detto. Mi piaci e vorrei che uscissimo insieme, una sera, se ti va" 

 

Rimasi a bocca aperta. Questa non me l'aspettavo proprio. Piacevo a Jenny. Io, piacevo a Jenny, ad una delle ragazze più belle della scuola. Non sapevo neanche che le piacessero le ragazze, innanzitutto. 

 

Non riuscii a dire niente per i primi secondi.

 

"Ma da quando ti piacciono le ragazze?" È l'unica cosa che mi venne in mente di dire.

 

"Da sempre! Magari non te l'ho mai detto espressamente, ma lo sa chiunque" 

 

Mi guardò con un fare sconsolato e mi resi conto di sapere ben poco di lei. 

 

"Jen, sei sicura che ti piaccia? Magari è solo un affetto.." 

 

Ma non mi lasciò finire di parlare, anche perché stavo dicendo stupidate giusto perché non sapevo come rispondere. 

 

"Lauren, non c'è bisogno di farmi un'analisi. Ciò che dovevo dirti te l'ho detto, il mio numero ce l'hai. Ora vado che i miei mi aspettano" 

 

Sembrava arrabbiata, o delusa, non sapevo come si aspettasse che io rispondessi. Non sapevo neanche più chi fossi, e la storia di Camila non migliorava la situazione. Non mi andava però di lasciarla andare in quel modo. 

 

 

 "Aspetta" e mi avvicinai a lei agguantandola da una mano. "Ne parliamo un giorno davanti ad un caffè ok? Ti scrivo, va bene?" 

 

Tentai di rassicurarla, anche se mi resi conto di non essere più brava come una volta. 

 

Lei però, sembrò più rilassata, mi diede un bacio sulla guancia prima di scappare definitivamente. Rimasi un attimo attonita.

 

Questa è bella, veramente.

 

Portai una mano nei capelli bagnati, che pian piano si stavano asciugando grazie alle temperature estive di Miami. Risi tra me e me, mentre ritornavo dai miei genitori. Sperai che nessuno chiedesse niente, ma si trattava della mia famiglia, non potevo aspettarmi diversamente.

 

"Allora, chi era quella JEN?"

 

Chiese Chris, evidentemente chiedendo spiegazioni. Portai lo sguardo su Camila, che mi stava guardando dritta, dritta negli occhi. 

 

"Una mia compagna di squadra! Andiamo?"

 

Non volevo parlarne. Dopotutto, erano affari miei. 

 

"State insieme?" 

 

Continuò Chris, mentre ci incamminammo verso la macchina. 

 

"No, Chris, la smetti per favore?" 

 

Ma lui continuava, senza sosta, come faceva sempre. Camila, al suo fianco, camminava, e riuscivo a vedere solo il suo profilo. 

 

"Aspetta, aspetta. Scommetto che ti ha chiesto di uscire. E tu ovviamente le hai detto di no. Sei irrecuperabile" 

 

Lo spintonai.

 

"Cosa vuol dire ovviamente?" 

 

Perché era così scontato il mio rifiuto?

 

"Perché ti girano intorno tipo le più fighe della scuola, e non si sa ancora il perché, e te le scarti sempre. Non capisco chi stai aspettando, veramente. La principessa azzurra?"

 

Lo guardai male, un po' ridendo per la battuta finale e po' con fare scontroso lo zittii. Camila a quel punto si sporse per guardarmi, come se si aspettasse qualche mia risposta o gesto o rassicurazione. Ma io non aggiunsi nient'altro, entrai in macchina e rimasi silenziosa, a pensare.

 

Chi stavi aspettando, Lauren?

  
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