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Autore: Nina Ninetta    22/03/2022    1 recensioni
Raccolta di flashfic e/o one shot dedicata al mondo di Final Fantasy. La challenge prevede di scrivere una storia per ogni mese dell'anno, e io ho pensato di dedicarla ai titoli di Final Fantasy a cui ho giocato, seguendo l'ordine cronologico di uscita.
[Storia Partecipante alla Challenge "To Be Writing 2022" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tematica vincitrice del mese di marzo è stata: modalità 3+1 o 4+1 o 5+1, a vostra scelta, più il tema: 3/4/5 volte in cui il personaggio X ha provato a confessare i suoi sentimenti al personaggio Y, fallendo, più 1 volta in cui, infine, c'è riuscito.
Io ho scelto la modalità 3+1 per raccontare i vari tentativi di Eiko di dichiararsi a Gidan, stiamo quindi parlando del mondo di Final Fantasy IX.
Buona lettura ^^


 


Epistole d’Amore


 
La prima volta che Eiko aveva provato a conquistare il cuore di Gidan era stato nel proprio villaggio natale: Madain Sari. Con l’aiuto dei suoi amici Moguri aveva provato a cucinare un pasto afrodisiaco – come lei stessa l’aveva definito, sebbene di afrodisiaco avesse ben poco –, con la speranza che lui si innamorasse perdutamente di lei.
Tuttavia, qualcosa era andato storto. Forse aveva aggiunto troppo sale alla sua super ricetta segreta, o forse l’acqua della cottura non era stata abbastanza calda. Fatto sta, che Gidan aveva speso tutto il tempo del pasto a farle domande sul perché vivesse da sola in un villaggio abbandonato, sugli Sciamani dai quali discendeva e sui suoi poteri magici, interessato solo a scoprire chissà cosa per fare bella figura con la principessa Garnet.
Alla fine della fiera, Eiko si era talmente indignata che lo aveva costretto a sparecchiare e ad aiutarla nelle faccende domestiche.
 

 

La seconda volta che provò a confessargli il suo folle amore, pensò di farlo attraverso una lettera appassionata che la bambina scrisse con l’aiuto del luminare dottor Dotto, il quale sembrò più che orgoglioso di aiutarla in quell’impresa.
La missiva fu poi affidata al boss Kalò, il cui compito sarebbe stato quello di farla recapitare al destinatario: Gidan. Anche questa volta però qualcosa non andò per il verso giusto e la lettera finì chissà come in mani sbagliate. Così, all’appuntamento “sotto un cielo di stelle” si presentarono il “guerriero di latta” Steiner e la bella Shogun Beatrix.
Eiko si rattristò parecchio per non esser riuscita nel suo intento, ma il dottor Dotto la consolò, dicendole che in ogni caso le splendide parole che aveva scritto erano servite a far nascere l’amore tra i due generali dell’esercito di Alexandria, i quali si amavano già, ma non erano mai riusciti a trovare il coraggio di confessarselo.
Ecco, la sua lettera era servita proprio a quello scopo.
Magra consolazione.
 

 

 
La terza volta non andò meglio!
Eiko aveva trascorso intere giornate a spiare i cuochi di palazzo, che si diceva fossero i migliori chef del Regno di Alexandria e di tutto il Continente, solo per rubare i loro segreti e preparare così una cenetta a lume di candela al suo amato Gidan.
Il tentativo di sedurlo con il cibo non era andato a buon fine la prima volta, ma adesso sentiva che era diverso, magari lui non era abituato alle prelibatezze afrodisiache di Madain Sari, chissà, forse preferiva il cibo locale al quale era sicuramente più avvezzo.
Dopo aver sistemato tutto, lo aveva atteso all’ingresso del castello per invitarlo a condividere con lei una cena coi fiocchi, nella torre più alta del palazzo reale. Ma, quando gli si era avvicinata per dirglielo, Markus l’aveva interrotta di gran carriera, parlando con il suo solito accento tedesco. Si era rivolto a Gidan, affermando che il boss Kalò voleva vederlo immediatamente, lo stava attendendo nel teatro di Carmen per parlargli: c’era una cosa fondamentale che doveva discutere con lui.
Gidan gli aveva risposto che lo avrebbe raggiunto subito, poi si era voltato verso Eiko con aria di chi ha fretta, chiedendole cosa stesse per dirgli pocanzi. Lei lo aveva liquidato con superficialità, concludendo che non era nulla di importante, poteva aspettare.
La bambina aveva poi consumato il pasto con Quina, la quale non aveva mancato di farle notare tutti gli errori commessi nel cucinare e dandole ulteriori consigli culinari, di cui adesso non sapeva che farsene.
 

 

 
Ormai delusa da tutti quei tentativi falliti, Eiko era decisa a buttare la spugna.
Durante un tardo pomeriggio, però, incontrò Gidan per puro caso, mentre passeggiava per le stradine di Alexandria. Insieme si accomodarono sul molo, con le gambe penzoloni a sfiorare l’acqua placida del mare.
Il sole stava già tramontando. Ogni volta che calava il crepuscolo, Eiko non poteva non pensare ai tanti tramonti infuocati, malinconici e silenziosi di Madain Sari, e a tutte le volte che li aveva ammirati in compagnia di Mogu e nessun altro.
Gidan, sedutole di fianco, la osservò per qualche secondo, accorgendosi solo allora di quanto fosse cresciuta quella bambina che aveva incrociato per caso durante la caccia per fermare Kuja.
Si domandò se fossero mai riusciti a venire a capo di tutti i misteri irrisolti fino a quel momento se lei non avesse deciso di aiutarli e seguirli.
La battaglia finale era alle porte, più di una volta Gidan aveva soppesato l’idea di non portarla con sé, era troppo pericoloso, ma sapeva anche che non sarebbe stato corretto nei suoi confronti: Eiko c’era sempre stata, non si era mai tirata indietro, neppure dinnanzi ai nemici più pericolosi.
Inoltre, la sua magia bianca si sarebbe rivelata di grande utilità…
Ciò nonostante, decise che era una scelta che spettava a lei.
«Eiko, ascolta, la battaglia finale contro Kuja non è cosa da poco. Sei sicura che-?»
«Che noia!» Esclamò la ragazzina. «Siamo qui, di fronte a questo tramonto meraviglioso, e tu mi parli di battaglie? Ma che avete in testa voi uomini?»
Gidan sbatté le palpebre, non capiva.
«Sai che c’è?» Eiko balzò in piedi, strinse le mani a pugno e tenne lo sguardo fisso sul sole, che nel frattempo spariva all’orizzonte. «Volevo confessarti il mio amore. Ero sicura di essere innamorata di te e di doverti conquistare in mille modi. Ma mi sono scocciata, pensi solo a combattere!» Si mosse per andare via, prima di fermarsi ancora a spendere due parole. «Di’ a Garnet che può stare tranquilla, non cercherò più di conquistarti, perciò io e lei non siamo più rivali in amore.» Prese fiato. «Ah, un’altra cosa: io combatterò contro Kuja, senza se e senza ma. Hai capito?»
Rivolgendogli quest’ultima domanda, Eiko si voltò indietro per guardarlo dritto negli occhi. Gidan sorrise e annuì:
«Ho capito» rispose solo, osservandola allontanarsi a grandi falcate, con il suo bel fiocco giallo che le ballonzolava sui capelli, troppo grande per la sua testa.
Infine, rimase a osservare il panorama ancora un po’, ripensando alle parole della piccola e coraggiosa compagna di viaggio: se avesse avuto qualche anno in più, si sarebbe potuto innamorare perdutamente di quel faccino sfrontato e del suo carattere irriverente.

 
fine 
 
 
  
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